Il clima che cambia: non solo un problema ambientale
In: Universale paperbacks Il mulino 693
In: Universale paperbacks Il mulino 693
In: Atti dei convegni lincei 95
In: Atti dei convegni Lincei 320
Dottorato di ricerca in Economia e territorio ; Un ruolo di sempre maggiore interesse ha assunto negli ultimi anni l'integrazione tra gli obiettivi economici e ambientali. Questo complesso connubio, infatti, trova larghi spazi di riflessione in ambito agricolo, dove le risposte economiche sono direttamente influenzate, oltre che dal mercato, anche dalle interazioni con l'ambiente e le risorse naturali. E' quindi della massima importanza identificare quali siano gli ambiti di impatto dell'attività agricola sull'ambiente e valutarne nel modo più affidabile la possibile entità con lo scopo di limitare i comportamenti che incidono in modo negativo sulle risorse naturali, promuovendo invece quelli che migliorano la qualità degli ecosistemi e la loro capacità di fornire servizi al settore stesso e alla collettività. Tuttavia la valutazione degli impatti ambientali dell'agricoltura, in particolare per quanto riguarda il contributo ai cambiamenti climatici, si è fino ad oggi concentrata al livello di settore, prioritariamente per il rispetto dei vincoli imposti dal protocollo di Kyoto, o al livello di prodotto, per finalità di certificazione e comunicazione ambientale implementate attraverso approcci di Life Cycle Assessment (LCA). Partendo da questo background, nel lavoro si è provato a definire con maggior dettaglio il ruolo ambientale dell'agricoltura, proponendo riflessioni e metodologie che favoriscano l'attivazione e la valutazione di interventi politici di tipo pubblico e di iniziative poste in essere da parte di privati. Le logiche con cui la Politica Agricola Comunitaria (PAC) affronta il rapporto fra agricoltura e ambiente sono fondamentalmente di due tipi: la definizione di requisiti cogenti che tutte le imprese sono chiamate a rispettare per accedere al sostegno di base (condizionalità) o l'erogazione di incentivi economici legati al miglioramento del sistema di gestione e/o produzione (misure agroambientali), che devono essere ridefinite alla luce delle nuove sfide comunitarie. Tali interventi per essere efficaci, in termini di risultati raggiunti, ed efficienti, in termini di ottimizzazione della spesa pubblica, devono basarsi su valutazioni affidabili degli impatti ambientali delle pratiche agricole e su come le diverse azioni possano effettivamente ridurli. Questo processo, per la natura stessa della PAC, ha come unità di riferimento l'azienda agricola che, come risultato delle valutazioni economiche dell'imprenditore, è il soggetto che determina gli effettivi livelli d'impatto dei processi agricoli sulle risorse ambientali. E' quindi necessario identificare delle metodologie affidabili e condivise in grado di produrre indicatori d'impatto che, applicati alla singola impresa, possano indirizzare gli interventi in modo coerente con le finalità del decisore politico. D'altro canto, le istanze provenienti dalla società, che si ripercuotono anche sulle scelte di acquisto dei consumatori, rendono le imprese del settore agricolo sempre più attente alle implicazioni ambientali del loro agire e alle modalità con cui informare il mercato dei comportamenti virtuosi che hanno adottato a questo riguardo. Questo lavoro propone una soluzione alla valutazione ambientale delle aziende agricole e costruisce un modello di stima che, a partire da alcuni dati strutturali, integra la componente economica e quella ambientale. Il modello valuta le performance ambientali legate ai flussi di gas climalteranti (emissioni ed assorbimenti) e prova a superarne i limiti metodologici proponendo un diverso approccio di stima basato su consumo e produzione di risorse naturali (bilancio ambientale). Tale approccio è stato testato su un primo caso di studio che, oltre a consentire una prima valutazione operativa della metodologia proposta, ha permesso di creare alcune simulazioni che mostrassero il legame che esiste nelle aziende agricole tra performance ambientali e economiche. I risultati hanno confermato i limiti di stima di una valutazione che tiene conto esclusivamente dei flussi di gas serra, mentre hanno evidenziato le opportunità che può offrire un bilancio ambientale che tiene conto della domanda di risorse naturali e dell'offerta di servizi ecologici da parte del sistema costituito dall'impresa agraria. Il lavoro, nel suo insieme, fornisce un approfondimento sulla valutazione del ruolo ambientale dell'agricoltura e propone una metodologia di stima che, attraverso un modello, ne verifica il contributo a livello di azienda agricola. Inoltre, integrando all'interno della valutazione ambientale anche la componente economica legata alla conduzione dell'azienda, rappresenta un approccio di analisi che potrebbe rivelarsi utile in una logica di greening, sia alle istituzioni, per indirizzare in modo più efficace i loro interventi, sia alle imprese, quale strumento per una migliore valorizzazione delle loro iniziative. ; The integration in between economic and environmental goals has been assumed more and more important role. This complex debate is very emphasized into agriculture, where the answers are directly influenced by the market and by the connections between environment and natural resources. Checking the impact of farming on environment and evaluating it in a more reliable way is one of the main issues this debate. The aim is to limit the negative behaviours on natural resources, promoting what increase ecosystems' quality; the results could provide services into the community and agriculture. Thus, the agricultural environmental impact evaluation on climate change has been target on sector level, following first the Kyoto Protocol, and on product level, following a Life Cycle Assessment approach with environmental declaration and certification goals. In this work has been defined in a more reliable way the environmental role of agriculture. Some methodologies have been provided for public support and private initiatives evaluation. The CAP analyses and set the relationship between agriculture and environment in two ways: all farms have to respect mandatory requirements to for accessing to public subsidies (direct payment), or they could respect voluntary requirements (agri-environmental measures) to reach other payments. The goal of these two perspective has been oriented on new CAP challenges. These objectives have to be reach trough an efficient public spending, a reliable evaluation of farming environmental impacts and analysing how decrease them. This process has, in the CAP, the farm level as unit, that is the character that determine the impacts on natural resources. To identify reliable methodologies that provide impact indicators is extremely important. These indicators have to be set on the single farm, they should address the initiatives coherently with the politic issues. Moreover, the civil society issues, that guide also the purchases, make the farms more an more careful on environmental behaviours and communications. This work provide a solution to environmental evaluation of farms and built an evaluation model that measures, starting from some framework data, the economic and the environmental side. The model evaluate the environmental performances linked to Green House Gasses (GHG) flux (emission and absorption) and exceeds the methodological limits providing a different approach based on production and consumption of natural resources (environmental balance). This approach has been tested on a first case study that provides a check on the methodological proposal and shows the link in between environmental and economic performances at farm level. The results confirm the limits on GHG flux evaluation while ratify the opportunities on environmental balance that takes into account the supply and demand on natural resources at farm level. This work provides a deepening on agriculture environmental evaluation and offers a methodology that, thought a model, verify the farm environmental contribution. Moreover it measures the economic and environmental performances at the same time, and provides a new approach useful in a greening perspective, for institutions and farms to address the initiatives.
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In: Bibliotheca archaeologica 65
Dottorato di ricerca in Economia e territorio ; L'oggetto della tesi è la ricerca e la sperimentazione in campo di un modello interpretativo degli impatti prodotti dal cambiamento climatico sulla sicurezza alimentare e nutrizionale delle popolazioni residenti del Nicaragua. L'obiettivo specifico è lo sviluppo e la sperimentazione di una metodologia di analisi della vulnerabilità/stabilità all'insicurezza alimentare dei sistemi agroalimentari locali in Nicaragua in relazione agli effetti del cambiamento climatico, finalizzata alla identificazione di politiche di mitigazione. Il raggiungimento di questo obiettivo ha comportato un'amplia ricerca bibliografica e un'indagine di campo in Nicaragua di circa due mesi tra il Marzo e l'Aprile del 2010. Durante la permanenza in Nicaragua sono state realizzate numerose interviste e focus group con stakeholders sia istituzionali che del settore privato. L'analisi degli impatti generati dal cambiamento climatico sull'ambiente e sulle attività economiche è tanto più difficile e incerta quanto più si procede all'interno di un ambito territoriale ristretto. A livello locale, le dinamiche sociali e l'incidenza dell'azione antropica sull'ambiente possono risultare infatti determinanti nella creazione di condizioni favorevoli o avverse rispetto al benessere della popolazione insediata, ben più della variabilità climatica. La complessità dei fenomeni che legano il clima alle attività umane è ancor più manifesta quando si pretende di mettere in relazione i cambiamenti del clima indotti dal riscaldamento globale col tema della sicurezza alimentare di una determinata comunità. Quest'ultimo tema infatti riunisce aspetti sociali ed economici molto diversificati, come la produzione degli alimenti, la loro conservazione e l'accessibilità in base ai redditi familiari, le condizioni igienico-sanitarie e la proporzione con cui gli alimenti stessi vengono consumati. Investigare sulla relazione economica tra sistemi complessi, come il sistema climatico da una parte e la sicurezza alimentare dall'altra, comporta quindi l'attivazione di modelli interpretativi altrettanto complessi, così come di strumenti analitici di tipo sia quantitativo che qualitativo, tanto più preponderanti questi ultimi, quanto maggiore è la carenza di dati e serie storiche attendibili. Lo spunto iniziale della tesi consiste nella ricostruzione critica a posteriori del modello di interpretazione dell'impatto del cambiamento climatico sui sistemi ecologici e sociali sul quale si fonda l'attuale assetto delle politiche promosse dal governo nicaraguense in tema di sicurezza alimentare e di mitigazione dell'impatto del cambiamento climatico. In questo quadro si è analizzato in particolare l'Indice Aggregato di Insicurezza Alimentare e Nutrizionale elaborato da un'agenzia delle Nazioni Unite (il Programma Mondiale per l'Alimentazione), attualmente utilizzato in Nicaragua nella identificazione delle aree più esposte al rischio di sicurezza alimentare. A fronte delle critiche che si avanzano nei confronti di questo indice, si propone un modello di riferimento più completo per la misurazione della vulnerabilità delle realtà locali, ovvero l'Indice Aggregato Dinamico di Insicurezza Alimentare e Nutrizionale (IADIAN). Questo indice utilizza variabili dinamiche (tassi di variazione) riferite ai fattori socio-economici che determinano l'insicurezza alimentare e al tempo stesso cattura i fattori ambientali locali che maggiormente incidono sulle potenzialità produttive. Purtroppo una esemplificazione applicativa dell'IADIAN è impedita dalla mancanza dei necessari dati in serie storica, ma la sua formulazione fornisce comunque una direttrice operativa che si ritiene utile alla pianificazione della raccolta dei dati statistici (attualmente scarsi e mal organizzati) e all'ordinamento delle fonti statistiche. A fronte delle criticità metodologiche emerse nel corso delle analisi precedentemente illustrate, si passano in rassegna modelli interpretativi alternativi accreditati in letteratura, identificando nel modello concettuale classico, il "DPSIR" (Drivers, Pressures, State & Trends, Impacts and Responses) il più adatto allo sviluppo del tema in oggetto. Il DPSIR è finalizzato, oltreché all'interpretazione dei fenomeni, all'elaborazione di policies volte alla prevenzione e alla mitigazione degli effetti del cambiamento climatico. L'applicazione del modello DPSIR, una volta adattato al tema specifico della sicurezza alimentare e nutrizionale, si è rivelato particolarmente utile alla identificazione delle attuali carenze conoscitive, soprattutto per quanto riguarda gli impatti (impacts), e le risposte (responses). Nel quadro dell'analisi degli impatti si è sviluppato una Matrice Multicriteriale degli Impatti e della stabilità dei sistemi agro-alimentari rispetto al cambiamento climatico di due regioni agrarie del Nicaragua. Questa matrice disaggrega i sistemi agro-alimentari nelle loro componenti strutturali (produzione, distribuzione e consumo), mettendole in relazione con gli elementi ("pilastri") costitutivi della sicurezza alimentare e nutrizionale, ovvero: la disponibilità, l'accessibilità e l'uso biologico degli alimenti. La matrice è costruita sulla base di valutazioni di tipo prevalentemente qualitativo, ma offre anche un sistema si "scoring" che consente una priorizzazione dei problemi e, per via comparativa, anche una priorizzazione dei sistemi più vulnerabili. La regione dove si sono potuti apprezzare processi di adattamento e mitigazione degli effetti del cambiamento climatico non è tanto quella che dispone di maggior capitale naturale bensì quella che, contando su comunità di più antico e stabile insediamento, ha sviluppato nel tempo un maggior capitale sociale (come la Regione Agraria delle "Pianure agro-industriali della Costa Pacifica"). La regione agraria della "Nuova Frontiera Agricola e Costa Caraibica", pur contando su un elevato capitale naturale e su un alto potenziale produttivo, è caratterizzata invece da tipologie produttive altamente distruttive e sostenute da una popolazione pioniera che non ha sviluppato ancora modelli di aggregazione comunitaria stabili né un tessuto sociale collettivamente reattivo. L'analisi delle "risposte" si è concentrata su 6 modelli di intervento adottati attualmente dalle istituzioni nazionali (centrali e locali) con l'appoggio della comunità internazionale. Questa analisi ha evidenziato come nessun modello di intervento, considerato isolatamente, riunisca tutte le caratteristiche di efficienza ed efficacia necessari a innescare processi sostenibili di "resilienza" e sviluppo. Nessun intervento si può considerare dunque come una "buona pratica", soprattutto se non inserito in un quadro coordinato e coerente di interventi identificati in ragione di un contesto locale specifico. La durata di tutti gli interventi analizzati è inoltre insufficiente a garantire il successo delle azioni intraprese, tantomeno la loro sostenibilità. In molti casi infatti le iniziative analizzate sollevano aspettative di continuità che nella maggior parte dei casi restano frustrate. E' emersa dunque la necessità di promuovere azioni di sostegno alla sicurezza alimentare e alla mitigazione degli effetti del cambiamento climatico che assumano come criteri guida: - l'integralità, ovvero l'inserzione del tema della sicurezza alimentare nei processi di sviluppo del territorio, evitando che queste rimangano sganciate da una strategia di lotta contro la povertà, di rimozione delle sue cause strutturali e di tutela ambientale, - la coerenza istituzionale, in modo che le azioni di sicurezza alimentare e di mitigazione si coordino sempre con le istituzioni di riferimento, per armonizzare le metodologie di lavoro in vista di una possibile continuità delle azioni intraprese, - coerenza spaziale, ovvero una focalizzazione delle azioni in base a criteri che mettano in relazione le priorità di sicurezza alimentare con quelle ambientali. Dall'insieme delle analisi condotte sembra che si possa affermare dunque che l'insostenibilità ambientale delle pratiche agricole attuali (deforestazione, avanzamento incontrollato della frontiera agricola mediante l'uso del fuoco e dell'apertura di pascoli estensivi, agricoltura nomadica, ecc.) e la debolezza del capitale sociale siano le cause determinati del perpetuarsi di condizioni croniche di insicurezza alimentare. Anche se non suffragata da misurazioni quantitative, sembra credibile inoltre l'ipotesi che le variazioni micro-agro-climatiche a livello locale, originate dalla cattiva gestione delle risorse naturali, incidano attualmente molto più sulla insicurezza alimentare di quanto non facciano gli effetti del cambiamento climatico dovuto al riscaldamento globale. Le attuali politiche di intervento nel campo della sicurezza alimentare e le strategie di mitigazione degli effetti del cambiamento climatico non considerano sufficientemente gli aspetti sopra richiamati e la loro integrazione operativa è ancora insufficiente. Per evidenziare questa discrepanza si è elaborato una matrice degli interventi di mitigazione dell'impatto del cambiamento climatico sulla sicurezza alimentare e nutrizionale. La matrice proposta mette in relazione le carenze politiche e le priorità emerse dall'analisi DPSIR con una serie di proposte di azione politica, riferite in particolare alle due regioni agrarie selezionate. La comunità internazionale dei donanti (UE in primis), che sostiene le politiche ambientali e di sicurezza alimentare del governo nicaraguense, ha la responsabilità di promuovere interventi sinergici e coordinati, volti soprattutto a rimuovere gli ostacoli di carattere strutturale che impediscono l'equità d'accesso al capitale terra e all'alimentazione. Nell'ambito dell'aiuto internazionale dovranno essere inoltre maggiormente considerati gli studi volti al miglioramento delle conoscenze dei fenomeni che legano la variabilità climatica, la sicurezza alimentare e lo sviluppo economico. Il coinvolgimento della società civile nella gestione delle reti di solidarietà (ad esempio le reti di allerta precoce) e nella raccolta dei dati socio-economici e agro-climatici locali è inoltre di cruciale importanza. Solo uno sforzo congiunto delle comunità locali, delle istituzioni nazionali e della comunità internazionale, col supporto di adeguate conoscenze e di più efficaci strumenti di analisi, potrà invertire il processo di riproduzione delle condizioni ambientali e socio-economiche che determinano oggi l'esposizione al rischio di insicurezza alimentare per vasti strati della popolazione nicaraguense. ; The thesis deals with a research and an on-field testing of an impact interpretation model of climate change on food security in Nicaragua. The specific purpose is the development and testing of a vulnerability/stability analysis method of the effects of the climate change on two sample food systems in Nicaragua. The method is also aimed at the identification of prevention and mitigation policies. The achievement of this objective is based on a wide bibliographical research and a two months field survey in Nicaragua (March and April 2010). During the field survey a large number of interviews and focus groups with both private and institutional stakeholders was carried out. The more an impact analysis of climate change on environment and economic activities is focused on a restricted area, the less it results easy and reliable. Social dynamics and human action on environment at local level can be more crucial in creating adverse or favourable living conditions to people than climate variability. The complex relationship between climate and human activities is even more apparent when attempting to relate climate changes and food security of a specific community. Food security concept gets together different meanings, such as food production and conservation, income based food accessibility and biological use of food (diet patterns and hygienic conditions of food consumption). Therefore, dealing with economic relations between complex systems, as climate and food security, involves the use of articulated interpretation models as well as quantitative and qualitative analytical tools, being the latter prevalent in a condition of scarce or unreliable data and time series. The starting point of the thesis is a critical analysis of the current interpretation model of the impact of climate change on ecological and social systems on which the present food security and climate change impact mitigation policies of the Government of Nicaragua are based. In this framework the Aggregated Food and Nutritional Insecurity Index - elaborated by the World Food Programme and presently adopted in Nicaragua in the identification of the areas mostly exposed to food insecurity – is also analysed and discussed. As a consequence of this analysis a more complete model is proposed, named Dynamic Aggregated Food and Nutritional Insecurity Index. This index uses dynamic variables (rates of variation) referring to socio-economic factors which determine food security. At the same time this index captures the most production-related environmental factors at local level. Unfortunately a sample application of this index is impeded by the lack of the necessary time series. Nevertheless its formulation offers a useful operational direction to data collection planning and organization. As a consequence of the critical methodological issues emerged in the previous analysis, a review of alternative interpretation models is proposed and discussed. The "DPSIR" (Drivers, Pressures, State & Trends, Impacts and Responses) model is then identified as the most suitable for the achievement of the thesis objective. The DPSIR model is aimed at interpreting environmental and human contexts as well as at focusing policies makers on prevention and mitigation measures. Once specifically adjusted to food and nutritional security issues, the DPSIR model resulted particularly useful to identifying the existing knowledge deficiencies, about impacts and responses in particular. The "impact analysis" is complemented with a multi-criteria matrix of impacts of climate change on food systems of two different agricultural regions of Nicaragua (stability analysis). This matrix relates the food systems components (food production, distribution and consumption) to the corresponding pillars of the food security concept (availability, accessibility and biological use). The matrix converts quantitative and qualitative assessments into a scoring system allowing for identifying the most relevant problems and comparing stability / vulnerability levels of different food systems. The agricultural region where adjustment and mitigation processes are more visible is not the one counting with a more consistent natural capital (New Agricultural Frontier and Caribbean Cost) but the one relying on old and stable human settlements and more consistent social capital (Agro-industrial lowlands of the Pacific Cost). The first agricultural region, even if provided with a consistent natural capital and a high production potential, is characterised by the highly destructive production patterns of a pioneer population which has not yet developed either aggregative community models or collective resiliency experiences. The "response analysis" is focused on 6 different prevention/mitigation models presently adopted by the national authorities (both central and local) with the support of the international donors community. This analysis stresses that none of the models gets together all the necessary characteristics of efficiency and effectiveness for trigging resiliency and development processes. None of the models can be considered as a "good practice" per se, mainly if not included in a locally focused, coordinated and coherent framework of measures. Furthermore, the duration of the institutional actions applying these models is generally too reduced for ensuring their success and sustainability and fulfilling the expectations of the beneficiaries. From the "response analysis" clearly emerged the need to adopt the following general criteria in the effort to support food security and mitigate the effects of climate change: - Wholeness of the approach: the insertion of any food security action (programme, project, initiative) in the framework of land development process, including actions against poverty and environmental protection, - Institutional coherence: both food security and climate change impact mitigation actions should be always coordinated with the competent institutions, in order to harmonise working methods, - Spatial coherence: the identification of priority action areas should consider food security problems and environmental vulnerability simultaneously. The environmental unsustainability of the present agricultural practices (deforestation, advance of the agricultural frontier by slashing and burning the natural cover, nomadic agricultural patterns, etc.) and the weakness of the social capital perpetuate chronic food insecurity conditions. Even though not supported by quantitative evaluations, it seems apparent that micro-agro-climatic changes due to the mismanagement of local environmental resources affect food security much more than the effects of global climatic change. Present food security policies and climate change impact mitigation strategies do not consider the analysis above and their harmonisation is insufficient and not operational. In order to highlight this discrepancy a comparative policy matrix is presented ad discussed. This matrix shows a comparative analysis between the political deficiencies and priorities emerged thanks to the DPSIR approach and a number of action proposals referred to the two sample agricultural regions. The international donors community (UE first) supporting both food security and environmental policies of the Government of Nicaragua has the responsibility to cooperate in order to remove the structural constraints impeding an equitable access to fertile farming land and food. In the framework of the international aid, more investments in research should be considered in order to improve the knowledge of all factors relating climatic variability to food security and economic development. The involvement of civil society in the management of social solidarity networks (i.g.: food crisis early alarm networks) and the collection of basic socio-economic and climatic data at local level ore of crucial importance. Only a joint effort of the local communities, the national institutions and the international donors' community, supported by adequate knowledge and more effective analytical tools, will revert the process that determines the adverse environmental and socio-economic conditions which currently expose a large number of Nicaraguan people to food insecurity.
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In: Il politico: rivista italiana di scienze politiche ; rivista quardrimestrale, Band 75, Heft 1, S. 207-229
ISSN: 0032-325X
This paper aims to analyze the question of legal personality of European Union to show the interpretation of this current aspect. The EU's personality has been recognized progressively to the Member States & to the International Organizations. The legal personality is a kind of "added value," vested by an appropriate international rule ad hoc to recognize personality to all corporate bodies, which have got the typical features of the sovereignty: people & territory. Recent years have seen a new debate on the future of Europe. In 2001, after the Treaty of Nice, the European Council adopted the Declaration on the future of EU, committing the Union to becoming more democratic, transparent & effective. It agreed to draft the Treaty establishing a Constitution for the Europe. This was the basis for the text adopted in the 2004, signed in Rome by the Heads of State & Government of the Member States. The text set out the values of the EU. It put the Charter of Fundamental Rights at the heart of the EU law, strengthening the guarantee of civil & political rights for all European citizens. The draft Treaty gave personality to the EU enabling it to sign International Agreements. The Berlin Declaration of the 2007 had meant the symbol of a reunited Europe. In the end of 2007 had been signed the Treaty of Lisbon by the 27 Member States. Our reality, in a so rapid evolution, faces the globalization of the economics, the climatic changes, the demographic evolution, the safety & the energy: the Europeans must to learn to have confidence in EU. The Treaty of Lisbon has gone into effect in the end of 2009. Adapted from the source document.
This paper aims to reflect on the relationship between global and interculturaleducation. According to the "Global Education Charter" of the EuropeanCouncil, Global Education can be defined as the possibility/ability toeducate people to participate during their lives actively and responsibly inbuilding a global future in peace, in realizing an intercultural dialogue, insupporting education to beauty, and to the protection and preservation ofthe environment and of all living species. It means that Global Education isboth a theoretic perspective wider than "simple" intercultural education,and more directly connected with a global sensibility and with a deeperknowledge of planetary problems like migrations, wars, famine, structuralviolence, climatic change, ecologic disasters, human rights. It also implies atrue interdisciplinary approach which is really able to connect educationtheories to anthropological, sociological, political and epistemologicalmodels. ; Questo scritto intende riflettere sui rapporti tra la Global Education e lapedagogia interculturale. Partendo dalla "Global Education Charter" elaboratadal Consiglio Europeo, la Global Education può essere definite come lacapacità di educare le persone nel corso della loro vita a partecipare attivamentee responsabilmente alla costruzione di un futuro planetario all'insegnadella pace, del dialogo interculturale, dell'educazione al bello, dellatutela e della salvaguardia dell'ambiente e di tutte le specie viventi. Daquesto punto di vista è necessario sviluppare una sensibilità e unaconoscenza verso tematiche di ordine planetario – le migrazioni, le guerre,la fame, la povertà, la violenza strutturale, i disastri ambientali, il cambiamentoclimatico, i diritti umani, la democrazia – utilizzando una prospettivainterdisciplinare, capace di evidenziare fattori cruciali nella teorizzazionedella pedagogia: antropologico-formativi, socio-politici, epistemologico-culturali.
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Dottorato di ricerca in Politica agraria ; Questo lavoro esamina l'impatto dei Cambiamenti Climatici sulle principali componenti climatiche (precipitazioni e temperature). Inoltre, analizza gli effetti dell'incertezza sul settore agricolo in termini di variazioni di redditività, di colture praticate e di utilizzo dei fattori produttivi. Tale incertezza scaturisce dall'impatto dei Cambiamenti Climatici sulla disponibilità di acqua per gli agricoltori. L'area oggetto del presente studio è localizzata nella Nurra, un territorio situato nel nord-ovest della Sardegna, in corrispondenza del bacino idrografico del Cuga. Per valutare l'impatto dei Cambiamenti Climatici sulle principali componenti climatiche sono state analizzate le serie storiche di precipitazione e temperatura media, in merito all'evoluzione di lungo periodo e alla variabilità dei fenomeni. Dall'analisi emerge una tendenza alla diminuzione delle precipitazioni e all'aumento delle temperature medie, nonché ad un incremento della loro variabilità mensile. Per analizzare gli effetti dell'incertezza sul settore agricolo causati dall'impatto dei Cambiamenti Climatici sulla quantità di risorsa idrica fornita dal Consorzio agli agricoltori nel corso della campagna irrigua, è stato applicato un modello di Programmazione Stocastica Discreta. I risultati mostrano che il Cambiamento Climatico varia gli ordinamenti colturali, con una conseguente riduzione dei redditi lordi. Inoltre, causa un minor impiego della maggior parte dei fattori produttivi: acqua consortile, lavoro totale e mezzi tecnici chimici. Viceversa, aumenta la quantità di acqua estratta dai pozzi aziendali. ; This work examines the impact of the Climate Change on the most important climatic components (precipitation and temperature). Moreover, it analyses the effects of the uncertainty in the agricultural sector as regards variations of profitability, cropping systems and the utilization of productive factors. This uncertainty is due to the impact of the Climate Change on the water availability for farmers. The analysed area is located in Nurra region, a territory in the north-west of Sardinia, in correspondence of the hydrographical basin of Cuga. The historical series of precipitation and average temperature have been analysed to estimate the impact of the Climate Change on the most important climatic components, as regards long period evolutions and the variability of the phenomena. The analysis shows a decreasing trend of the precipitations and an increasing trend of the average temperatures, as well as it shows an increase of the monthly variability of both components. A model of Discrete Stochastic Programming has been applied to analyse the effects of the uncertainty in the agricultural sector caused by the impact of the Climate Change on the quantity of water that is provided to the farmers by the Irrigation District during the irrigation period. The results show that the Climate Change modifies the surface assigned to the crops, with a consequent reduction of the total gross income. Moreover, it causes a lower utilization of most inputs: total water of the Irrigation District, total labour and chemical inputs. On the other side, it increases the amount of water extracted from the wells.
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I mutamenti ambientali riscontrabili a scala planetaria e particolarmente evidenti nella regione artica hanno rivestito gli spazi del Lontano Settentrione di nuove valenze funzionali e motivi di richiamo in chiave economica, politica e strategico-militare. Da oggetto di mitiche affabulazioni la calotta polare del Nord è divenuta nel corso della storia campo di esplorazioni geografiche e di ricerca scientifica. All'avvio del XXI° secolo l'accessibilità delle risorse che si rendono disponibili e l'apertura di nuovi itinerari di percorrenza mercantile guidano l'insorgere di un affollato terreno di disputa aperto fra gli stati che si affacciano alle sponde del Mediterraneum artico. Un inedito intreccio di geografia del potere ne esce configurato. Il gioco contrapposto delle rivendicazioni territoriali ammette in proiezione futura tre esiti fra i più probabili: accordi reciproci fra i soggetti governativi interessati; affidamento alle norme del diritto internazionale, rappresentato nel caso in esame dalla Convenzione di Montego Bay; militarizzazione crescente dei settori d'interesse. ; Bibliographical sources, ancient cartography inventories, geographycal maps, satellite images, travellers' reports and place-names analyses have been used in order to detail the new economic and geopolitical role of the Far North regions involved in the climatic changes at a planetary scale. The arctic spaces have been for long time object of mythological production due to the remote location and the repulsive environment conditions. Since the XVII° century geographical explorations and scientific research have been carried out improving the cartographic recordings of the sea areas affected by the polar ice pack. At the beginning of the third millennium five littoral states put forward claims in the spaces where new economic, political and strategical opportunities occur.
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La ricerca indaga la capacità di adattamento al cambiamento climatico da parte delle imprese del settore agroalimentare, con particolare riferimento alle aziende vitivinicole dell'Emilia-Romagna che producono Sangiovese. Più precisamente, l'indagine vuole valutare i fattori che influenzano i comportamenti dei produttori quando si trovano a dover fronteggiare le sfide ambientali e analizzare l'efficacia delle strategie di adattamento. Per raggiungere gli obiettivi, è stato utilizzato un approccio olistico e innovativo che potrà essere applicato in diversi contesti e settori. Sono stati analizzati una serie di fattori, tra cui la variabilità climatica, la struttura delle aziende agricole, la percezione contadino, la certificazione ambientale e di processo, le pratiche e le strategie di adattamento. In seguito, sono state formulate un insieme di ipotesi di ricerca e verificate tramite un'analisi empirica che combina dati provenienti da due fonti principali: i dati climatici degli ultimi 15 anni (temperatura, piovosità, radiazione) e le informazioni raccolte attraverso la somministrazione di un questionario ai produttori Sangiovese in Emilia-Romagna. I dati raccolti sono stati classificati ed elaborati mediante la tecnica statistica multivariata (cluster analysis) e il Bayesian network è stato applicato per comprendere meglio la relazione tra le variabili che influenzano la capacità delle aziende agricole di sopportare l'impatto economica del cambiamento climatico. I risultati mostrano che, nel breve periodo, gli agricoltori percepiscono il cambiamento climatico in corso e che reagiscono adattando le pratiche agronomiche sul piano tecnico ed economico. Tuttavia, la probabilità di subire effetti negativi del cambiamento climatico dipende in gran parte dalle caratteristiche strutturali dell'azienda e dalla predisposizione al cambiamento del contadino. Inoltre, le condizioni climatiche locali rappresentano un fattore rilevante per la capacità di adattamento. Per superare le nuove sfide climatiche risulta fondamentale adottare strategie adattamento mirate (sistema di irrigazione, raccolta meccanizzata, investimenti), così come implementare politiche appropriate in termini di regolazione, incentivi e sostegno. ; This study investigates the adaptive capacity of agri-food firms facing climate change, with particular focus to the Emilia-Romagna wine-growers that produce Sangiovese. More precisely, the main objectives of the study are to assess the main factors influencing producers when dealing with the new environmental challenges and to evaluate the effectiveness of their adaptation strategies. To do that, a holistic and innovative approach is developed so as that it can be implemented in different contexts and sites. In fact, a number of different factors are considered, including climate variability, farm structure, farmer perception, environmental and process certification, adaptation practices and strategies. Hence, a set of research hypotheses are formulated and verified through empirical analysis, gathering various types of data from two main sources: a 15-year time series of climate data (temperature, rain, radiation) and information collected through a questionnaire administered to 56 wine growers who produce Sangiovese in Emilia-Romagna. Data collected have been classified and elaborated by means of multivariate statistical technique (cluster analysis) and the Bayesan Network has been applied in order to better understand the relation between the variables that influence capacity of farms to bear the economic management of climate change. The results show that, in the short-run, farmers perceive the ongoing change in climate conditions and that they react by adjusting agronomic practices and balancing technical and economic issues. However, the probability to be negatively impacted by the effects of climate change is largely affected by structural and technical farm characteristics and by farmer readiness to embrace change. The local climatic conditions are also relevant factors for the adaptation issue. To overcome the new climatic challenges the adoption of focused management and adaptation strategies (irrigation system, mechanized harvesting, investments) are found to be crucial, as well as appropriate policies in terms of regulation, incentives and support.
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The article analyzes the Italian experience about the TAP gas pipeline, in the framework of Odum's theory of the "tyranny of small decisions" and the climate challenges, inaugurated by the Paris Agreement of 2015. The actions of the Italian Government narrate a national "strategy", which does not fully correspond to the European objectives of legitimizing energy decisions, based on deliberative democracy, and with the new climatic constraints to be achieved. On the contrary, the State has bound itself to TAP with a Treaty, explicitly inspired by the logic of the "capture" of the regulation. This situation has fueled social conflict in opposition to the project. ; L'articolo analizza l'esperienza italiana in merito al gasdotto TAP, nel quadro della teoria di Odum della "tirannia delle piccole decisioni" e rispetto alle sfide sul clima, inaugurate dall'Accordo di Parigi del 2015. I provvedimenti del governo italiano narrano di una "strategia" nazionale, che non trova piena corrispondenza con gli obiettivi europei di legittimazione delle decisioni energetiche, fondati sulla democrazia deliberativa, e con i nuovi vincoli climatici da realizzare. Al contrario, lo Stato si è vincolato a TAP con un Trattato, esplicitamente ispirato alla logica della "cattura" del regolatore. Questa situazione ha alimentato la conflittualità sociale nei confronti del progetto.
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La Piana di foce del Garigliano (al confine tra Lazio e Campania) è caratterizzata, fino ad epoche recenti, dalla presenza di aree palustri e umide. Lo studio in corso cerca di ricostruire l'evoluzione dell'ambiente costiero mettendolo in relazione alla presenza dell'uomo, alla gestione del territorio, alle vicende storiche e alle variazioni climatiche utilizzando molteplici metodologie tipiche della geoarcheologia. Si tratta di un approccio multidisciplinare che cerca di mettere insieme analisi tipiche dell'archeologia, della topografia antica, della geomorfologia, della geologia e della paleobotanica. Fino all'età del Ferro l'unica traccia di popolamento viene da Monte d'Argento, uno sperone roccioso isolato lungo la costa, posto al limite occidentale di un ambiente sottostante che sembra una palude chiusa e isolata da apporti sedimentari esterni. Con il passaggio all'età del ferro si verifica un mutamento ambientale con la fine della grande palude e la formazione di una piccola laguna parzialmente comunicante con il mare. L'arrivo dei romani alla fine del III secolo a.C. segna la scomparsa dei grandi centri degli Aurunci e la deduzione di tre colonie (Sessa Aurunca, Sinuessa, Minturno). Le attività di sistemazione territoriale non riguardarono però le aree umide costiere, che non vennero bonificate o utilizzate per scopi agricoli, ma mantennero la loro natura di piccoli laghi costieri. Quest'epoca è dunque caratterizzata da una diffusione capillare di insediamenti, basati su piccole fattorie o installazioni legate allo sfruttamento agricolo. Poche sono le aree archeologiche che hanno restituito materiali successivi al II-III secolo d.C. La città resta comunque abitata fino al VI-VII secolo, quando l'instabilità politica e l'impaludamento dovettero rendere la zona non troppo sicura favorendo uno spostamento verso le zone collinari. Un insediamento medievale è attestato solo a Monte d'Argento e una frequentazione saracena dell'inizio del IX secolo è riportata dalle fonti letterarie, ma non vi è ancora nessuna documentazione archeologica. ; The Garigliano plain (between Lazio and Campania) is characterized still recent times by an alternation of swamps or wet zones and well drained areas due to the presence of old beach ridges. The settlement system and the economy of the region were influenced by these natural conditions. Toponyms, cartography and aerial photos show all the signs of these typical coastal facies. This research wants to reconstruct the evolution of the coastal landscape and to study the relationship between the human presence, the organization of the territory, the historical events and the climatic changes thanks to the geoarchaeological methodologies. Before the Iron Age there is only one settlement on the top of Monte D'Argento, that is a little rocky promontory near the coastline. At the foot of this little hill there was a big swamp attested by a level of peats that was changing into a little lagoon communicating with the sea. This change terminated with the beginning of the Iron Age and contemporary a new settlements system started. The Roman control of the region started at the end of IVth century b.C. with the deduction of 3 colonies (Sessa Aurunca, Sinuessa, Minturno), and the centuriation of the territory. In this period there is a great number of archaeological areas that shows a widely spread population. Minturnae was located on the top of the most ancient beach ridge, from where it was possible to control an important crossing point on the river. After the IInd-IIIrd century A.D. there are few zones with pottery or archaeological sites and we can infer that a crisis of the settlement system was in act. The town was inhabitated till the end of the VIth or the beginning of the VIIth century A.D., then the population moved to the nearest hills.
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