L'innovazione sociale e l'innovazione sistemica sono ormai ritenute sempre più essenziali per affrontare le sfide sociali ed ecologiche di oggi, in un contesto globale dicrescente complessità e interdipendenza tra sistemi economici, anche frutto del costante progresso tecnologico. In risposta al progressivo emergere di processi di innovazione sociale dal basso, spesso in maniera disordinata ed imprevedibile, alcuni sistemi hanno adottato strategie puntuali per stimolare, promuovere e sostenere le innovazioni sociali, in un tentativo di riconfigurare le relazioni di mercato a sostegno delle iniziative di politica sociale. Ciò si è concretizzato in approcci all'innovazione che tendono a superare i confini tra pubblico, privato e terzo settore, coerentemente con l'evidenza scientifica che suggerisce che la collaborazione multi-attore rafforza e migliora tutte le fasi del processo di innovazione. In una prospettiva di ecosistema, le interazioni tra le varie organizzazioni che ne fanno parte sono fondamentali per l'efficacia dei processi innovativi e ne guidano le dinamiche. In questo contesto si colloca l'iniziativa Torino Social Impact, che vede Torino come prima città italianaa dotarsi di una strategia di sviluppo locale basata sulla costruzione del proprio ecosistema di imprenditorialità sociale tramite un'alleanza tra istituzioni pubbliche e private. Il paper intende presentare il caso Torino Social Impact, con l'obiettivo di analizzarne e comprenderne le caratteristiche principali al fine di sviluppare una migliore comprensione delle condizioni più favorevoli al successo dell'innovazione sociale in ambito di sviluppo locale. I risultati dell'analisi delineano gli aspetti cherendono Torino Social Impact un modello innovativo, efficace e potenzialmente replicabile in altri contesti urbani italiani.
This contribution is the result of a collective work carried out within the «Learning circle Economics of reciprocity» within the Siref 2021 Summer School. The basic theme on which the contribution intends to reflect is that of rethinking generative ecosystems that can «enable» society as a whole towards an approach to «reciprocity», in contrast to the growing forms of poverty. In this perspective it is necessary to promote new active labor policies towards decent work, new educational policies towards a culture of sustainability; new perspectives of meaning related to the dimensions of fraternity, care, relationality, planetary solidarity towards possible models of sustainable development. ; Il presente contributo è frutto di un lavoro collettaneo realizzato nell'ambito del "Learning circle Economia di reciprocità" all'interno della Summer School Siref 2021. Il tema di fondo sul quale il contributo intende riflettere è quello di ripensare ecosistemi generativi che possano "capacitare" la società nella sua interezza verso un approccio alla "reciprocità", in contrasto alle crescenti forme di po vertà. In questa prospettiva è necessario promuovere nuove politiche attive del lavoro verso un lavoro dignitoso, nuove politiche educative verso una cultura della sostenibilità; nuove prospettive di significato correlate alle dimensioni della fraternità, della cura, della relazionalità, della solidarietà planetaria verso possibili modelli di sviluppo sostenibile.
Le caratteristiche del paesaggio sono legate all'eterogeneità ambientale e funzionale di natura, agricoltura, insediamenti e attività antropiche, in grado, col loro fraseggio territoriale, di originare mosaici peculiari e mutevoli nel tempo. In seguito alla rivoluzione industriale, il sottile equilibrio che regolava il rapporto di coevoluzione uomo-natura si è decisamente inclinato a favore di una società alla continua ricerca e conquista di nuovi spazi, tanto che attualmente circa il 75% delle terre emerse presenta alterazioni per effetto della presenza antropica. Il principale fattore che determina le dinamiche di trasformazione del paesaggio e dei suoi processi di funzionamento, è dunque l'uso del suolo, le cui modifiche alterano la fisionomia della copertura biofisica del suolo, influenzando i processi ecologici alla base della fornitura di beni e servizi di supporto alla vita ed al benessere umano. Il presente lavoro è strutturato in tre parti riguardanti: a) il monitoraggio dei cambiamenti d'uso e copertura del suolo; b) la valutazione degli impatti sull'erogazione di servizi ecosistemici; c) le implicazioni di tali valutazioni per la pianificazione del territorio. Lo studio dei cambiamenti d'uso e copertura del suolo è stato basato principalmente sull'utilizzo dell'Inventario dell'Uso delle Terre d'Italia (IUTI). Lo sviluppo di nuove metodologie di monitoraggio ha consentito di aumentarne il potenziale informativo e l'applicabilità nell'ambito della pianificazione territoriale, pur rispondendo a criteri di economicità ed accuratezza. L'analisi di dettaglio dei cambiamenti d'uso e copertura del suolo in ambienti particolari quali quelli montani e dei Parchi Nazionali, ha inoltre consentito di caratterizzare in maniera analitica i principali fenomeni occorsi in Italia negli ultimi 20 anni, tra cui: la perdita di superfici agricole, sia seminativi che prati e pascoli; l'espansione della superficie forestale; l'espansione della superficie urbana. L'approccio multidisciplinare adottato ha inoltre consentito la migliore comprensione delle cause di tali modificazioni, le possibili traiettorie future e le conseguenti ricadute sulla pianificazione e politiche territoriali. La seconda parte del lavoro ha riguardato la quantificazione dei servizi ecosistemici, in particolare la capacità di fissazione della CO2, e la loro variazione in risposta a strategie migliorative legate ad esempio alla gestione forestale, o di fenomeni altamente impattanti quale l'espansione delle aree urbane. È stato dimostrato come tali valutazioni consentano di meglio bilanciare le analisi costi-benefici legate a progetti, piani e politiche, offrendo quindi una concreta opportunità di riconciliare le necessità dell'uomo alle reali capacità degli ecosistemi naturali in un'ottica di sviluppo sostenibile. La possibilità di attribuire un valore alle risorse naturali comporta nuove sfide e prospettive legate alla loro gestione, che vanno dalla valutazione degli effetti delle passate politiche, alla proposizione di modelli di sviluppo innovativi sempre più basati sulle effettive peculiarità dei territori e sulle necessità di chi in essi vive. In un quadro complesso di cambiamenti ed implicazioni più o meno dirette sull'ambiente e sul benessere umano come quello analizzato, è di primaria importanza la disponibilità di dati e modelli facilmente aggiornabili in grado di descrivere tali processi e permettere la creazione di scenari futuri di supporto ai decision makers pubblici e privati in sede di pianificazione e progettazione. Quella che potrebbe oggi apparire come una scelta legata a particolari sensibilità o a questioni di marketing per amministratori illuminati, imprese o comuni cittadini, è ormai chiaro che dovrà rappresentare il futuro modus operandi. ; The environmental and functional heterogeneity of nature, agriculture, settlements and other anthropogenic activities, influences landscape characteristics and their changes over time. After the industrial Revolution, the precarious equilibrium which regulated the co-evolutionary process between man and nature, has decidedly leaned in favor of a society which is continuously in search of new spaces to be explored and inhabited. In fact, currently, about 75% of emerged lands shows evidence of human alterations. The main factor determining changes in landscape and its functional processes is the land use. Land use change alters the biophysical coverage of soil, thus influencing ecological processes which provide goods and services supporting Life and human wellbeing. The present work is composed of three sections focused on: I) land use and land cover change monitoring; II) impact on ecosystem services assessment; II) evaluate their implications on land use policies and planning. Land use and land cover change analysis were performed using data from the Italian Land Use Inventory (IUTI). The development of new monitoring approaches allowed for the enhancement of the informative power of IUTI maintaining its low cost and high accuracy characteristics, thus encouraging its implementation in decision making processes. The detailed analysis of land use and land cover change in particular contexts like mountain landscapes and National Parks, allowed for the characterization of the main phenomena occurred in Italy during the past 20 years, among which: loss of arable lands, grasslands and pastures; forest expansion; urban growth. We adopted a multidisciplinary approach to better understand the causes of these modifications, their possible future trajectories and implications for land use policies and planning. The second part of this study focused on the assessment of ecosystem services, particularly carbon storage and sequestration, and their changes in response to positive or negative influences, such as forest management and urban growth, respectively. The assessment of impacts on ecosystem services may help to reconcile the historical bias between nature and human, through improving and completing the costs-benefits analysis related to particular choices, policies, plans and projects. Therefore, it will play an important role supporting future policies aimed to satisfy human needs but at a smaller cost on natural systems. The possibility to give a value to natural resources offers new challenges and opportunities related to their management: from the analysis of past policies to the development and implementation of innovative management strategies strictly connected to the needs of territories and local communities. In such a complex framework, characterized by fast changes affecting environmental quality and human wellbeing, the availability of data and models easily updatable plays a key role in supporting private and public decision makers. These choices, now apparently mainly related to the particular awareness or market strategies of administrations, enterprises and private citizens, will represent the future modus operandi. ; Dottorato di ricerca in Scienze agro-forestali, delle tecnologie agro-industriali e del territorio rurale. I sistemi forestali (XXVII ciclo)
The article describes, first, the global emergency related to the production, consumption and dispersion in the environment of non-recyclable or reusable disposable plastic. Subsequently, it continues with the analysis of the objectives and measures established in the context of the European strategy for plastics and the recent Directive(EU) No 2019/904. In fact, behind the objectives and legal solutions offered by the European Union, there is the hope, shared by the author, that the challenges connected to the production, consumption and the end of the life cycle of plastic can become opportunities, and will not only guarantee everyone a healthier environment, but will also drive the European plastics industry towards innovation and growth, creating at the same workplaces and increasing the rate of employment. ; Nell'attuale contesto sociale, è particolarmente avvertita, a livello mondiale, l'esigenza di contenere l'impatto ambientale relativo alla produzione, consumo e dispersione nell'ambiente della plastica monouso non riciclabile o riutilizzabile. Proprio l'emergenza globale connessa alla diffusione di tale materiale viene illustrata nella prima parte del presente studio, ove ne vengono forniti anche allarmanti numeri. Successivamente, l'articolo prosegue con l'analisi degli obiettivi e delle misure stabilite nell'ambito della strategia europea per la plastica e dalla recente direttiva UE/2019/904. Dietro gli obiettivi e le soluzioni giuridiche offerte dall'Unione europea, infatti, v'è la speranza – condivisa dall'Autore – che le sfide connesse alla produzione, al consumo e alla fine del ciclo di vita della plastica possano trasformarsi inopportunità, tanto per assicurare a tutti un ambiente più sano e pulito, quanto per condurrel'industria europea della plastica all'innovazione e alla crescita, con maggiori livelli ancheoccupazionali. ; W artykule przedstawiono globalny kryzys związany z produkcją, zużyciem i rozproszeniem w środowisku jednorazowego plastiku nienadającego się do recyklingu ani wielokrotnego użycia. Następnie dokonano analizy celów i środków przewidzianych w strategii europejskiej dotyczącej tworzyw sztucznych oraz w dyrektywie (UE) nr 2019/904. W istocie za celami i rozwiązaniami prawnymi, jakie stwarza Unia Europejska, kryje się podzielana przez autora nadzieja, że wyzwania związane z produkcją, konsumpcją i zakończeniem cyklu życia tworzyw sztucznych mogą stać się szansami i nie tylko zapewnią zdrowsze środowisko, ale także popchną europejski przemysł tworzyw sztucznych w kierunku innowacji i wzrostu, tworząc miejsca pracy i zwiększając wskaźnik zatrudnienia.
Recent international reports and a paper published on Science stresses the lack of evidence about the reduction in the rate of biodiversity decline as expected as a consequence of political agreements on global environment. This decline is of particular concern not only with respect to the intrinsic value of the nature as such but also because it involves the reduction or loss of ecosystem services. This issue is distinctively relevant for forest ecosystems. The Ecosystem Approach proposed by the United Nations Convention on Biological Diversity might be a strategy to reverse the negative trend, promoting a fair conservation and sustainable use of natural resources on an operational level.
Today's society appears increasingly vulnerable, uncertain, complex and ambiguous. In this context, there is an increased need to create efficient and effective ecosystems to locally promote the quality of life and social innovation. The volume offers an excursus of the main innovative practices and policies used within urban development. Each essay explores an area of interest (quality of life, social innovation and sharing economy, smart city, urban mobility, new workplaces, shared living, eHealth, urban security, youth and tourism, food policy, didactic innovation and shared administration) offering a reference overview for the study, design and implementation of new intervention strategies and public policies. This text is aimed at students, teachers and operators working in different positions within the social sectors.
L'articolo è disponibile sul sito dell'editore www.sisef.it ; Recent international reports and a paper published on Science stresses the lack of evidence about the reduction in the rate of biodiversity decline as expected as a consequence of political agreements on global environment. This decline is of particular concern not only with respect to the intrinsic value of the nature as such but also because it involves the reduction or loss of ecosystem services. This issue is distinctively relevant for forest ecosystems. The Ecosystem Approach proposed by the United Nations Convention on Biological Diversity might be a strategy to reverse the negative trend, promoting a fair conservation and sustainable use of natural resources on an operational level.
Within the increasing impact of Covid-19, cities are becoming paradigmatic places where the density, accessibility and proximity of resources become crucial for rethinking governance models and reducing the distance between the institutional level and the dimension of civic, private, or hybrid activation. Significant experiences have highlighted the Policy Labs idea and its interpretations as physical structures able to build a powerful nexus for social and institutional innovation in urban regeneration. These 'intermediate places' can be considered interactive playgrounds, triggering new horizons in urban policies towards shared, inclusionary solutions more likely to meet the needs of local communities. Through comparisons and drawbacks arising from four case studies selected between USA (Boston) and Europe (Berlin and Bologna), the paper emphasizes the recognition of the variety of Policy Labs, encompassing the diversity of actors, within a strategy towards the construction of authentic urban innovation ecosystems.
The aim of this article is to analyze the effects of the implementation of additive technologies in the business models of manufacturing companies. In summary, additive technologies influence all the business model components, producing destructive effects on the linear models, with the generation of technology platform-based business models. The value creating logic of the focal enterprise changes and becomes value co-creation with the end user, whose role is no longer limited to the co-configuration of the modular product or to codistribution. This article also discusses about the roles that customer and focal company are going likely to play in business ecosystems in the immediate future, and the relationship between co-creation with the customer and open innovation with customer. The synthesis reached is consistent with the scenario that is emerging with the democratization of digital technologies that seems to suggest new solutions for the division of labor between producers and customers
L'Atlante Ambientale della Campania è uno strumento di sintesi della II Relazione sullo Stato dell'Ambiente volto a fornire, in modo diretto e leggibile, le informazioni ambientali legate al territorio. La georeferenziazione dei dati ambientali è infatti ormai il presupposto per qualsiasi analisi territoriale dello stato degli ecosistemi e delle pressioni antropiche sulle risorse naturali. Nell'ottica di politiche mirate ad uno sviluppo sostenibile è pertanto fondamentale disporre di informazioni sull'ambiente che consentano di valutare gli effetti della programmazione. In questo contesto l'Atlante costituisce la sintesi di un percorso, seguito dall'ARPAC, che in due anni ha consentito di realizzare un sistema conoscitivo strutturato per dare a cittadini, tecnici, decisori, il riferimento territoriale sulla situazione ambientale. Nell'Atlante sono riportate 48 carte tematiche di sintesi in scala 1:500.000 della Campania, 15 carte descrivono lo stato delle acque superficiali, sotterranee e marino-costiere, nonché le reti di monitoraggio attivate e le pressioni antropiche sugli ecosistemi. Gli elaborati cartografici sono stati costruiti a partire da oltre 50.000 dati analitici sulla qualità delle acque, tramite un approccio basato sull'integrazione fra competenze cartografiche, ambientali e di diffusione delle informazioni, quindi rappresentano una forma estremamente sintetica ed efficace di comunicazione ambientale. ; The Environmental Atlas of the Campania Region is a summary of the Il State of the Environment Report aiming at the presentation of environmental information about the territory in a direct and easily readable manner Georeferencing environmental data is the prerequisite for every kind of analysis concerning land use, ecosystems and human pressures on natural resources. The availability of information on the environment, useful for the evaluation of the effects of planning, is very important in the framework of policies devoted to a sustainable development. In this context the Atlas represents the synopsis of a path followed by ARPAC, which in two years realised a knowledgesystem created to offer to citizens, experts, stakeholder, the territorial reference about the state of the environment. In the Atlas 48 thematic maps at 1:500,000 scale are included, 15 maps illustrate coastal, Surficial and groundwater, as well as the monitoring networks activated and the human pressures on the ecosystems. The cartography has been build up starting from more than 50,000 analytical data concerning water quality following an approach centred on the integration of cartographic, environmental and communicational skills and hence is a very compact and efficient tool
In: IX Convegno nazionale Biodiversità : Atti del convegno, Vol. 1 Agrobiodiversità e Valorizzazione delle Risorse Genetiche. 2012; 9. Convegno Nazionale Biodiversità, Bari, ITA, 2012-09-05-2012-09-07, 360-366
Le diverse specie di microrganismi presenti nel suolo hanno ruoli prioritari nelle trasformazioni dell'energia e nei processi biogeochimici, intervenendo nella decomposizione del materiale organico attraverso processi biodegradativi e nel riciclo di elementi essenziali quali carbonio, fosforo, azoto ed altri; in tal modo portano a termine specifiche reazioni di ossido-riduzione che permettono agli elementi di rendersi così disponibili in forme utilizzabili soprattutto dalle piante (Alexander, 1977); ai microrganismi del suolo è deputata infatti la conservazione dei numerosi servizi ecosistemici che si svolgono nel suolo (Bunning e Jiménez, 2003). La Convenzione Internazionale sulla Biodiversità (CBD) descrive la biodiversità agricola come "le componenti della diversità biologica relative al cibo e all'agricoltura e tutte le componenti della diversità biologica che costituiscono gli ecosistemi agricoli, anche chiamati agroecosistemi. Le varietà e la variabilità degli animali, delle piante e dei microrganismi a livello genetico, di specie e di ecosistema, necessari a mantenere le funzioni chiave degli agroecosistemi, la loro struttura ed i loro processi". La Strategia nazionale per la biodiversità (7 ottobre 2010, www.minambiente.it) pone tre obiettivi principali per la conservazione della biodiversità il primo dei quali è quello di massimizzare la salvaguardia e il recupero della biodiversità e dei servizi ecosistemici al fine di garantire il ruolo chiave per la vita sulla Terra e il benessere umano. Il secondo vuole favorire l'adattamento delle specie e degli ecosistemi naturali e semi-naturali ai cambiamenti climatici e adottare le opportune misure di mitigazione, mentre il terzo integrare la conservazione della biodiversità nelle politiche economiche e di settore. La conservazione dei microrganismi ex situ permette il mantenimento delle risorse genetiche microbiche del suolo sottoforma di ceppi distinti in coltura pura. Anche se la biodiversità dei microrganismi coltivabili rappresenta solo una piccolissima parte della realtà ambientale, essa risulta essere estremamente utile ed interessante per conservare e studiare ex situ organismi riconosciuti artefici di un determinato processo o azione. La conservazione in situ prevede lo studio e la conseguente valutazione della biodiversità microbica associata ad una determinata coltura o specie vegetale. È noto dalla letteratura che ogni specie vegetale rilascia nel suolo, in funzione anche delle caratteristiche pedoclimatiche ed ambientali, essudati radicali, che selezioneranno una determinata popolazione microbica (Pinton et al., 2001). Questo comporta che una conservazione del solo germoplasma vegetale ex situ, potrebbe non garantire il desiderato risultato di conservazione. Pertanto, nel caso della conservazione della biodiversità in funzione della fertilità del suolo e delle sue funzioni legate ai servizi ecosistemici da esso garantiti, questa va tutelata e garantita attraverso un approccio di ecosistemico pianta-suolomicrorganismo e l'attivazione di collezioni in situ. Sarà il monitoraggio in situ spazio temporale a garantire la salvaguardia della biodiversità microbica (Cardinali e Benedetti, in press). ; Scientists now know that the complex processes carried out by the soil biota (including plant roots) have significant effects on the health of ecosystems, the quality of soils, the incidence of soilborne plant and animal pests and diseases and, consequently, on the quality and yields of crops. The ecosystem services provided by soil organisms that may influence agricultural productivity include the decomposition and cycling of organic matter, the regulation of nutrients availability and uptake, the suppression of pests and diseases, the maintenance of soil structure and the regulation of soil hydrological processes, gas exchanges and carbon sequestration, soil detoxification, plant growth control, and pollination of horticultural crops (Bunning and Jimenez, 2003). Biological diversity is defined by the Convention on International Biodiversity (CBD) as "the variability among living organisms from all sources including, inter alia, terrestrial, marine and other aquatic ecosystems and the ecological complexes of which they are part; this includes diversity within species, between species and of ecosystems". The national strategy for biodiversity (7th October 2010, www.minambiente.it) sets three main objectives for biodiversity conservation, the first one deals with protecting and recovering biodiversity and ecosystem services in order to provide life on Earth and human health. The second one aims to promote species and natural and semi-natural ecosystem adaptability to climate change, whereas the third one deals with including biodiversity conservation in current policies. Ex-situ conservation means the conservation of microbial genetic resources outside their natural habitats in pure cultures. Although culturable microbial diversity represents only a small fraction of total microbial diversity (Lynch et al., 2004), it's extremely important for studying microrganisms responsible of certain processes and functions. In-situ conservation means the conservation of ecosystems and natural habitats and the maintenance and recovery of viable populations of microbial species in their natural surroundings associated with domesticated or cultivated species. Each specie releases in soil different plant root exudates depending on pedoclimatic and environmental conditions, resulting in the selection of certain microbial taxa (Pinton et al., 2001). This means that ex situ conservation alone could not always guarantee biodiversity conservation. Therefore, microbial biodiversity associated with soil biological fertility and ecosystem services provided by the soil biota should be preserved through an ecosystem plant-soil-microrganism-based approach.
Dottorato di ricerca in Ecologia e gestione delle risorse biologiche ; L'analisi del Capitale Naturale sta diventando uno strumento sempre più importante a supporto della gestione degli spazi, nell'ottica di rendere compatibili i molteplici usi delle risorse naturali, spesso in conflitto tra loro. A tal proposito, le direttive di riferimento per la politica ambientale europea (Marine Strategy Framework Directive 2008/56/CE – MSFD; Maritime Spatial Planning Directive 2014/89/CE - MSP) si basano sul principio dell'Ecosystem Approach per definire i criteri di monitoraggio degli ecosistemi marini e di gestione degli spazi marittimi. Alla base di questo approccio c'è il concetto di sviluppo sostenibile, secondo cui l'utilizzo delle risorse naturali, affinché produca benefici per l'uomo, deve essere guidato dalla considerazione degli equilibri ecosistemici che producono tali risorse. Dal punto di vista economico, il comparto marino costituisce oggi una risorsa di enorme potenzialità per lo sviluppo comunitario, il cui sfruttamento sostenibile risulta essere l'obiettivo ultimo della strategia europea Blue Growth (BG). Nel contesto dell'analisi dei servizi ecosistemici (SE), la valutazione del capitale naturale non può prescindere dall'integrazione dei dati ecologici, con quelli economici e socio-culturali, dal momento che per definizione i SE hanno un focus antropocentrico, essendo considerati come i contributi, diretti o indiretti, che un ecosistema procura al benessere umano. Il computo dei servizi ecosistemici culturali (CES), spesso omesso negli studi di impatto costi-benefici, sta ricevendo sempre più interesse da parte della comunità scientifica al fine di migliorare i processi decisionali in materia di ambiente. Essi, infatti, forniscono informazioni su come i cambiamenti ambientali e dei benefit forniti dagli ecosistemi influiscano sul benessere sociale. Sulla base di quanto detto, risulta di particolare interesse l'analisi del contributo dei CES nella valutazione dei SE forniti dagli ecosistemi costieri, responsabili della produzione di una gran parte di beni e servizi essenziali per la continuità della vita umana sul pianeta. La quantificazione economica dei CES e l'individuazione di degli hotspot ecosistemici trova particolare rilevanza soprattutto in aree dove questi servizi risultano sovrapposti e potenzialmente in conflitto con gli usi antropici del territorio. ; The Natural Capital Analysis is becoming an increasing important tool to support the management of the space, with the aim to achieve compatibility among multiple uses of natural resources which are often in conflict with each other. In this regard, reference guidelines for European Environmental Policy (Marine Strategy Framework Directive 2008/56 / EC - MSFD; Maritime Spatial Planning Directive 2014/89 / EC - MSP) are based on the principle of the Ecosystem Approach to define the monitoring criteria of marine and maritime space management ecosystems. On the basis of this approach there is the concept of sustainable development, according to with the use of natural resources, in order to produce benefits for humans, must be guided by the consideration of ecosystem balances that produce these resources. From an economic point of view, the marine sector today constitutes a huge potential resource for community development, whose sustainable exploitation appears to be the ultimate objective of the European Blue Growth Strategy (BG). In the context of ecosystem services (ES), the assessment of natural capital cannot be separated from the integration of ecological data with the economic and socio-cultural ones, since by definition the ES have an anthropocentric focus, being considered direct and indirect contributions, that an ecosystem brings to human well-being. The assessment of the cultural ecosystem services (CES), often omitted in the cost-benefit impact studies, is receiving increasing interest from the scientific community in order to improve decision-making on environmental issues. In fact, they provide information on how the environmental changes and the benefits provided by ecosystems influence social well-being. Based on the above, it is interesting the analysis of the contribution of CESs in the evaluation of ES provided by coastal ecosystems which are responsible for producing a large proportion of essential goods and services to the human continuity. The economic quantification of the CES and the identification of the ecosystem hotspot is really important, especially in areas where these services are overlapping and potentially conflicting with anthropic use of environment.
Il gruppo SETA (Scienze e tecnologie agrarie) ha inviato una lettera al Parlamento italiano in cui consigliava di non adottare una misura legislativa a favore dell'agricoltura biologica e biodinamica rispetto a quella convenzionale. Un altro gruppo di scienziati ritiene invece che il governo italiano debba favorire l'agricoltura biologica e biodinamica e ne spiega le ragioni. Il presente articolo espone prima la lettera SETA, e poi il punto di vista di altri ecologi, economisti, pedologi, ecologi, scrittori e artisti italiani e internazionali, tendenzialmente "protettori della natura" ma non idealisti. Non sono nemmeno perfettamente d'accordo tra di loro. Giudicate voi stessi scorrendo la parte Discussione. La divergenza porta sul "perché" sia necessario passare all'agricoltura biologica ma non sulla "necessità" di farlo. Ci sono anche differenze di opinioni sull'uso di OGM o sul come comportarsi verso i costi di un'agricoltura altamente tecnologica. La situazione è tale sul pianeta Terra che è necessario coinvolgere l'intera società per uscire dal tunnel. Ai politici viene chiesto di strutturare l'azione collettiva che solo se concepita da tutta la società e non da individui o da organizzazioni non coordinate può salvare la nostra specie. Siamo convinti che l'agricoltura e in particolare le modalità di sfruttamento del suolo siano tra le leve fondamentali di quest'azione.
Il gruppo SETA (Scienze e tecnologie agrarie) ha inviato una lettera al Parlamento italiano in cui consigliava di non adottare una misura legislativa a favore dell'agricoltura biologica e biodinamica rispetto a quella convenzionale. Un altro gruppo di scienziati ritiene invece che il governo italiano debba favorire l'agricoltura biologica e biodinamica e ne spiega le ragioni. Il presente articolo espone prima la lettera SETA, e poi il punto di vista di altri ecologi, economisti, pedologi, ecologi, scrittori e artisti italiani e internazionali, tendenzialmente "protettori della natura" ma non idealisti. Non sono nemmeno perfettamente d'accordo tra di loro. Giudicate voi stessi scorrendo la parte Discussione. La divergenza porta sul "perché" sia necessario passare all'agricoltura biologica ma non sulla "necessità" di farlo. Ci sono anche differenze di opinioni sull'uso di OGM o sul come comportarsi verso i costi di un'agricoltura altamente tecnologica. La situazione è tale sul pianeta Terra che è necessario coinvolgere l'intera società per uscire dal tunnel. Ai politici viene chiesto di strutturare l'azione collettiva che solo se concepita da tutta la società e non da individui o da organizzazioni non coordinate può salvare la nostra specie. Siamo convinti che l'agricoltura e in particolare le modalità di sfruttamento del suolo siano tra le leve fondamentali di quest'azione.
Il gruppo SETA (Scienze e tecnologie agrarie) ha inviato una lettera al Parlamento italiano in cui consigliava di non adottare una misura legislativa a favore dell'agricoltura biologica e biodinamica rispetto a quella convenzionale. Un altro gruppo di scienziati ritiene invece che il governo italiano debba favorire l'agricoltura biologica e biodinamica e ne spiega le ragioni. Il presente articolo espone prima la lettera SETA, e poi il punto di vista di altri ecologi, economisti, pedologi, ecologi, scrittori e artisti italiani e internazionali, tendenzialmente "protettori della natura" ma non idealisti. Non sono nemmeno perfettamente d'accordo tra di loro. Giudicate voi stessi scorrendo la parte Discussione. La divergenza porta sul "perché" sia necessario passare all'agricoltura biologica ma non sulla "necessità" di farlo. Ci sono anche differenze di opinioni sull'uso di OGM o sul come comportarsi verso i costi di un'agricoltura altamente tecnologica. La situazione è tale sul pianeta Terra che è necessario coinvolgere l'intera società per uscire dal tunnel. Ai politici viene chiesto di strutturare l'azione collettiva che solo se concepita da tutta la società e non da individui o da organizzazioni non coordinate può salvare la nostra specie. Siamo convinti che l'agricoltura e in particolare le modalità di sfruttamento del suolo siano tra le leve fondamentali di quest'azione.