The governance of England: Il governo dell'Inghilterra
In: Storia delle idee e delle istituzioni politiche Medioevo ed età moderna
In: Sez.: Testi 2
In: Storia delle idee e delle istituzioni politiche Medioevo ed età moderna
In: Sez.: Testi 2
In: Europäische Hochschulschriften
In: Reihe 3, Geschichte und ihre Hilfswissenschaften = Histoire, sciences auxiliaires de l'histoire = History and allied studies 493
World Affairs Online
L'articolo ha per oggetto un aspetto del pensiero politico di David Hume di estremo interesse, sebbene non sufficientemente affrontato dalla critica italiana: la concezione humeana della Storia come fenomeno culturale, che trova la massima espressione nell'opera The History of England. L'autrice si avvale, da una parte, del confronto critico e filologico di quest'opera con la precedente tradizione di studi antiquari sei-settecenteschi, per verificare i nessi e gli esiti dell'operazione intellettuale di Hume in ambito storico-politico. Dall'altra, l'articolo offre una breve, ma significativa e aggiornata, ricognizione degli studi internazionali sul rapporto tra il filosofo scozzese e la Storia. Così, anche per i ricchi riferimenti alla vasta e più recente critica anglosassone e americana sulla filosofia della storia humeana, il presente studio rappresenta un'importante messa a punto del problema.This article underlines one of the most interesting aspects of David Hume's political thought, even if it has not been sufficiently considered by Italian critics: Hume's conception of history as a cultural phenomenon, that finds its utmost expression in the work The History of England. The author offers a synthetic, relevant and up-to-date recognition of the international scholarship on the relationship between the Scottish philosopher and history. In addition, this article, is rich in references to the most recent American and British critics on the Humean philosophy of history. Finally, this work represents an important treatment of the matter.
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L'articolo esamina con particolare attenzione la concezione religiosa ed il ruolo istituzionale della Chiesa nel periodo cromwelliano ricavati dal Sesto volume della History of England di David Hume. Attraverso i giudizi sullo statista, che analizzano il temperamento ed il carattere dell'uomo, la politica interna ed estera del periodo, i momenti epocali come la battaglia di Dunbar e la Grande vittoria, si dimostra come l'opinione di Hume su quell'epoca sia, in realtà, tutta incentrata sul tema della "credenza" religiosa, vera cartina di tornasole di una società in profonda e drammatica trasformazione. L'autrice rivela infatti che, dietro il pretesto biografico e la correlata analisi delle dinamiche sociali che permettono la genesi di un nuovo tipo di carisma politico, Hume miri piuttosto a ricostruire i contorni esatti del cambiamento e dei fenomeni d'innovazione culturale e religiosa che attraversarono l'intera società inglese, fornendo elementi basilari per una più esatta comprensione del contesto economico, politico ed istituzionale.The present article examines, with a particular attention, the religious view and the institutional role of the Cromwellian period taken from the sixth volume of the "History of England" by David Hume. Through reviews of the statesman that analyze the temperament and character of man, the domestic and foreign policy of the period, and the history of epochal moments, such as the battle of Dunbar and the Great victory, we demonstrate how the views of Hume of that time are, in fact, entirely focused on the theme of religious 'belief' as a real map of a litmus of a society in profound and dramatic transformation. The author reveals that under the pretext of analyzing the biographical and the related social dynamics that allowed the genesis of a new type of political charisma, Hume rather seeks to reconstruct the exact contours of the cultural and religious phenomena of change and innovation that spread accoss all British society, hence, providing fundamental elements for a more exact understanding of the economic, political, and institutional scene.
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In: Veröffentlichungen des Instituts für Sozialgeschichte Braunschweig-Bonn
In: Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche 79
In: Le ragioni degli storici 3
Dottorato di ricerca in Memoria e materia dell'opera d'arte attraverso i processi di produzione, storicizzazione, conservazione, musealizzazione. ; Fonti letterarie e documentarie, testimonianze archeologiche, immagini dipinte, incise o scolpite, sono quanto oggi sopravvive di un medioevo di instancabili viaggiatori, uomini e donne sospinti dalle più diverse ragioni a attraversare e valicare i confini della propria terra di origine. Tra il secolo XII e il XIV artisti, studenti, professori, membri della curia, principi e signori assursero al ruolo di principali tramiti tra l'Inghilterra e l'Italia. Ricostruire la storia di un gruppo di manoscritti tanto eterogeneo, come si è rivelato quello dei codici inglesi giunti in Italia tra il secolo XII e la prima metà del XIV, induce a riflettere sia su quali fossero i centri scrittori e le regioni dalle quali furono esportati i manoscritti, sia sulle congiunture storiche, politiche e culturali che determinarono le aree di arrivo e di sedimentazione. Individuare i luoghi della ricerca si presenta un compito difficile in un panorama politico composito e in progressiva definizione come quello dell'Italia tra il secolo XII e la prima metà del XIV, con una marcata tendenza policentrica; riflesso di ciò è la notevole frammentazione del materiale manoscritto che ancora oggi, nonostante i raggruppamenti occorsi in epoca moderna a seguito delle soppressioni degli Ordini, si osserva in Italia, secondo un panorama cristallizzatosi essenzialmente tra il settimo e l'ottavo decennio del secolo XIX, quando molti manoscritti confluirono verso le maggiori biblioteche statali. Sondare i profili dei protagonisti della peregrinatio e le ragioni che li spingevano a intraprendere lunghi e pericolosi spostamenti si rivela, al contrario, la giusta chiave per comprendere quali centri costituirono importanti poli di attrazione per una comunità proveniente dal nord dell'Europa: uno sguardo alla "mappa" della presenza inglese in Italia consente di concludere che le testimonianze più significative, non solo in considerazione della sedimentazione dei manoscritti, ma anche della presenza di uomini e donne di origine inglese, di professori, studenti, mercanti o artigiani si sono concentrate a Bologna, a Padova, a Firenze, naturalmente ad Assisi, a Palermo e nell'area piemontese. Nella valutazione degli apporti del romanico e del gotico europei alla miniatura italiana, infine, la rilettura dei numerosi episodi di relazioni artistiche tra il nord e il sud dell'Europa consente di mettere a fuoco una diffusione policentrica delle novità che giungevano dall'Inghilterra e dalla Francia, secondo canali distinti e con esiti diversi da centro a centro, al punto che ogni realtà, sia essa definita da parametri geografici, criteri storico-politici o vincoli di committenza, illustra di volta in volta un aspetto diverso dell'inerenza della cultura figurativa oltremontana.
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Numerosi e rilevanti processi di rigenerazione urbana, condotti negli ultimi decenni, hanno particolarmente interessato aree brownfield (precedentemente urbanizzate), ubicate lungo mare, fiumi e canali.Alcune operazioni, svolte sulla scorta di politiche europee per le aree urbane o di programmi connessi a grandi eventi culturali e sportivi, hanno contribuito effettivamente alla rinascita e alla vitalità di territori in declino.Tuttavia, in un momento storico di profonda crisi economica e disoccupazione, di pressanti emergenze ambientali, di molteplicità e diversità delle istanze sociali, emerge la necessità di adottare approcci sempre più coerenti con obiettivi di riqualificazione fisico/ambientale e insieme di rigenerazione socio-economica.Le esperienze inglesi e francesi di riqualificazione di waterfront risultano interessanti, secondo modalità diverse, in funzione della attivazione ed implementazione del processo (struttura organizzativa di partnership, rapporto tra investimento privato e pubblico, durata del processo), in merito ad imprese, occupazione ed innovazione (spazi per ufficio, negozi e tempo libero, localizzazione imprenditoriale, attrazioni culturali, design urbano), in relazione alla comunità locale, ai servizi e al patrimonio culturale (incremento demografico e incidenza di occupazione locale, accessibilità a residenze e servizi integrati, mobilità e trasporti, conservazione e valorizzazione di edifici e siti di interesse storico-architettonico-archeologico, coinvolgimento e partecipazione ai processi di pianificazione locale), in funzione dell'uso delle risorse e della riduzione dell'inquinamento (gestione energetica, recupero di edifici e riqualificazione di aree dismesse, etc.). ; Several considerable processes of urban regeneration, carried out in the last decades, have particularly concerned brownfield areas, along sea, rivers and canals.Some operations, run in the wake of European policies for urban areas or programmes related to cultural and sport events, have actually contributed to the renaissance and vitality of territories in decline.Nevertheless, in a period of deep economic crisis and unemployment, urgent environmental emergencies, multiplicity and diversity of social instances, there is a real need for approaches more and more consistent with objectives of both physical/environmental and socio-economic regeneration.English and French experiences of waterfront regeneration are interesting, in different ways, in relation to the process activation/implementation (partnership organisational structure, private/public investment ratio, duration), as to enterprises, employment and innovation (office, retail and leisure space, enterprise localization, cultural attractions and urban design), with regard to local communities, services and cultural heritage (increase of population and local employment, accessibility to housing and integrated services, mobility and transport, conservation and valorisation of buildings and sites of architectural or historic interest, involvement and participation to local planning processes), as to the use of resources and pollution reduction (energy management, building recovery and brownfield regeneration, etc.).
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In: Per la storia del pensiero giuridico moderno 55-56