Relatione della republica venetiana
In: http://mdz-nbn-resolving.de/urn:nbn:de:bvb:12-bsb10077295-9
Volltext // Exemplar mit der Signatur: München, Bayerische Staatsbibliothek -- Ital. 60 u
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In: http://mdz-nbn-resolving.de/urn:nbn:de:bvb:12-bsb10077295-9
Volltext // Exemplar mit der Signatur: München, Bayerische Staatsbibliothek -- Ital. 60 u
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In: Polis: ricerche e studi su società e politica in Italia, Band 19, Heft 3, S. 377-406
ISSN: 1120-9488
In: Collana della Facoltà di giurisprudenza N.S.,8
In: Sezione ricerca
In: Quaderni per la ricerca 6
In: Studi storici Carocci 8
Gli avvenimenti politico-istituzionali degli ultimi anni hanno determinato un vivace dibattito sulla questione dei cc.dd. "governi del Presidente", con cui si suole far riferimento ad Esecutivi il cui procedimento di formazione e le cui crisi registrano un interventismo del Presidente della Repubblica superiore a quello richiesto e/o consentito dal dettato costituzionale. Obiettivo dell'elaborato è duplice: fornire un tentativo definitorio della categoria "governi del Presidente", nonché valutare la compatibilità di questa con la forma di governo parlamentare, soprattutto in considerazione dei recenti sviluppi delle dinamiche politico-istituzionali italiane. Sulla base di questo presupposto, nel presente lavoro si procede a una ricostruzione dell'evoluzione della prassi e delle consuetudini costituzionali in merito all'esercizio dei poteri presidenziali nella gestione delle crisi di governo, con particolare riferimento al procedimento di formazione dell'Esecutivo. La tesi si presenta articolata in due parti, corrispondenti a due differenti periodi storici (cc.dd. Prima e Seconda Repubblica), organizzate per capitoli, relativi alle principali fasi di evoluzione del sistema politico attraversate nel corso della storia della Repubblica. Questa scelta si giustifica in ragione del fatto che il modus operandi del Presidente della Repubblica risulta fortemente condizionato dai mutamenti del contesto politico-istituzionale. Nei singoli paragrafi, dedicati ai presidenti, vengono trattati l'elezione del Presidente, le modalità di formazione dei governi nominati, nonché ulteriori temi la cui disamina è stata ritenuta opportuna allo scopo di fornire una contestualizzazione più adeguata dell'analisi svolta (utilizzo del potere di esternazione e di scioglimento delle Camere, gestione delle attività di politica interna e politica estera, principali avvenimenti dei periodi storici considerati, e così via). ; The subject of the research is the so-called "Head of State's governments". This formula refers to the constitutional role of the President in relation to the appointment of the prime minister, the formation and dissolution of governments, and so on. In other word, main issue is whether the enlargement of powers of the Head of State in Italy is compatible with the Constitution. The research has two purposes. The first one is to investigate what exactly the constitutional doctrine means with "Head of State's government". The second one is to evaluate the compatibility of this kind of government with the Italian parliamentary form of government. The thesis contains the analysis of role of the praxis and the constitutional conventions in the evolution of the prerogatives of the Head of State in the formation of the governments. The thesis is structured as follows. It contains two main parts, according to a division in two main periods of the Italian Republic history (the First Republic and the Second Republic). Each part contains chapters, which are related to political phases. In fact, the activity of the Head of State is strictly influenced by the political context. Moreover, each paragraph is committed to a Head of State and gives information on the election, the governments, and other relevant topics (such as the moral suasion prerogative, the dissolution of the Parliament and some important historical events).
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In: Il laboratorio
In: Biblioteca di testi e studi 779
In: Studi politici
In: Politica del diritto, Band 14, Heft 4, S. 715-725
ISSN: 0032-3063
Il capitale sociale e la qualità istituzionale sono due fenomeni che, da circa venti anni, hanno assunto il ruolo di protagonisti all'interno delle scienze sociali. Anche se per molto tempo sono stati analizzati separatamente, già dalla loro definizione è possibile intuire come essi rappresentino due facce della stessa medaglia. Questo lavoro ha l'obiettivo di comprendere quale è le relazione che lega il capitale sociale e la qualità istituzionale all'interno delle regioni dell'Unione Europea. Nonostante buona parte della letteratura si sia maggiormente dedicata all'analisi dei due fenomeni a livello nazionale, in questo elaborato si ritiene che la dimensione territoriale regionale sia l'unità di misura più idonea per analizzarli entrambi. La prima parte del lavoro analizza il capitale sociale sia da un punto di vista definitorio che da un punto di vista più prettamente empirico, suddividendolo in diversi elementi. Il capitale sociale è un fenomeno estremamente multidimensionale, analizzarne solo una parte condurrebbe ad un'analisi parziale ed approssimativa. All'interno del testo vengono individuate cinque dimensioni, utilizzate successivamente per la creazione di un nuovo indice di capitale sociale regionale. Nella seconda parte si affronta il tema delle istituzioni e della qualità istituzionale. Dopo aver definito le istituzioni, si provvede ad effettuare una rassegna degli indici più comunemente utilizzati per misurarne la qualità, selezionando l'European Quality of Government Index del Quality of Government Institute di Göteborg come il più appropriato, sia per la sua definizione di governance che per l'unità di analisi prescelta. Nella terza parte, infine, in seguito ad un'analisi di quella parte di letteratura che ritiene i due fenomeni indissolubilmente legati ed utilizzando l'indice di capitale sociale regionale sviluppato nel primo capitolo, si propone una risposta, sicuramente parziale e non definitiva, alla domanda che da vent'anni anima questo interessante filone di ricerca: che relazione sussiste tra qualità istituzionale e capitale sociale? ; In the last 20 years, the concepts of governance and social capital assumed a pivotal role within social science. Even if previous scholars tended to deal with them separately, it is straightforward to notice that the two phenomena are actually highly connected. The aim of this work is to explore the existing relation between social capital and quality of institutions in several European Union's regions. Albeit the majority of the scholars are focused on the national level, this thesis considers the regional dimension, deemed to be the most suitable territorial unit to look at the two phenomena jointly. The first section is devoted to the analysis of the social capital, with the purposes of providing a theoretical definition and illustrating its empirical implications. Social capital is a multidimensional phenomenon, and to deal with just one of these two aspects would have led to a shallow and partial analysis. Moreover, within this section, we are going to individuate five dimensions, used to create a new index of regional social capital. The second part of this contribution is aimed at scrutinizing institutions and their quality. Soon after a preliminary definition, this section is going to provide a review concerning the most common indexes measuring the quality of institutions. Taking into consideration the definition of governance as well as the selected unit of analysis, the European Quality of Government Index, is deemed to be the most suitable for our analysis. Lastly, a final section is going to deal with the body of literature conceiving the two phenomena as highly connected. Employing the new regional social capital index, this conclusive section is going to propose a preliminary answer to the question that, in the last 20 years, has stimulated this interesting debate: what is the type of relation existing between governance and social capital?
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Gli obiettivi del saggio partono dal tratteggiamento del quadro territoriale ed economico della Norcia del secolo XV e dalla ricostruzione della sua vita civica: istituzioni, uffici e assemblee. Si passa poi all'analisi della società locale, con l'individuazione delle famiglie eminenti, delle caratteristiche degli altri gruppi sociali, dell'assetto e della composizione del ceto dirigente. Infine si giunge all'esame dei rapporti politici con il governo papale, soprattutto dei metodi di intervento attuati dalla S. Sede per controllare l'area in questione. Metodologicamente il saggio si fonda sulla connessione tra lo studio delle società locali, soprattutto dei gruppi dirigenti cittadini, e lo studio delle relazioni tra esse e il potere centrale. Tra i risultati principali, in questo caso, emergono alcune rilevanti specificità del contesto di Norcia, che evidenziano la diversità degli atteggiamenti con cui il governo papale si relazionava con i diversi soggetti politici del proprio Stato.The objectives of the essay start from the tracing of the territorial and economic framework of Norcia in the XVth century, and from the reconstruction of its civic life: institutions, offices and assemblies. Then the essay moves on to the analysis of the local society, to the identification of the eminent families, of the characteristics of the other social groups, of the structure and composition of the ruling class. Finally are examinated the political relations with the papal government, especially the methods of intervention used by the Holy See to control that area. Methodologically the essay is based on the connection between the study of local societies, especially about the cities' leading groups, and the study of the relations between them and the central power. Among the main results, in this case, emerge some significant specificities of the Norcia context, which highlight the diversity of methods used by the papal government to relate to the different political subjects of its State.
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Marx continua ad essere un pensatore vivo, come dimostrano i numerosi studi degli ultimi anni. Marx va costantemente alla ricerca di quelle forze soggettive che possano fare la storia dal suo interno. E le individua in quelle potenze produttive che sono trasformate in soggetto storico all'interno della società civile moderna. Il capitale per Marx non è soltanto una gigantesca macchina che produce ricchezza. È prima di tutto un rapporto sociale. Accanto alle logiche della valorizzazione sono necessarie e si sviluppano delle tecniche di potere che producono la soggettività del lavoro. Governare la forza-lavoro significa istituire un rapporto di subalternità, disciplinare l'uso dei corpi, regolare la mobilità e l'accesso degli individui alla ricchezza. È per questo motivo che ho trovato utile riprendere alcuni tasselli della complessa produzione teorica foucaultiana al fine di pensare l'impensato in Marx. Il mio lavoro si colloca ai bordi di questa frontiera per spingersi oltre, indagando le strategie, i metodi e le tecniche tramite le quali per Marx la forza-lavoro è catturata in una rete di produzione/potere. Questa maglia di relazioni soggettive e dispositivi oggettivi costituisce quella che Marx chiama la società civile. La bürgerliche Gesellschaft, infatti, non è per Marx solo il luogo dello scambio, della compravendita della forza-lavoro, del sistema dei bisogni, ma anche spazio della cooperazione, della costituzione di corpi collettivi, dello sviluppo di forme organizzative e aspirazioni politiche. È così che il governo della forza-lavoro (in senso oggettivo) si tramuta in liberazione delle forze produttive tramite l'invenzione di nuove istituzioni (quel governo del lavoro vivo in senso soggettivo esemplificato dalla Comune di Parigi). ; Marx continues to be a lively thinker, as shown by numerous studies in recent years. Marx is constantly looking for those subjective forces that could act the story from the inside. And he identifies them in those productive powers that have become an historical subject within modern civil society. Capital for Marx is not only a gigantic machine that produces wealth. It is first and foremost a social relationship. In addition to the logic of enhancement, techniques of power are necessary and developed in order to produce the subjectivity of the work. Governing the workforce means to establish a subordinate relationship, to control the use of bodies, to adjust the mobility and access of individuals to wealth. It is for this reason that I found useful to take some pieces of the complex theoretical production of Foucault in order to think the unthinkable in Marx. My work is at the edge of this border to go further by investigating the strategies, methods and techniques through which workforce is captured in a production/power network. This web of subjective relations and objective devices constitutes what Marx calls the civil society. The bürgerliche Gesellschaft, in fact, for Marxi s not only the place of exchange and of the system of needs, but also field for cooperation, for the production of collective bodies, and development of organizational forms and political aspirations. That is how the government of the workforce (in the objective sense) turns into liberation of the productive forces through the invention of new institutions (that government of living labor in the subjective sense exemplified by the Paris Commune).
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The essay examines the political history of Ascoli in the Quattrocento through its relations with the Papal States and the various regimes which arose in the first half of that century. The focus is on the relationships between the regimes and the institutional frameworks, showing a substantial resistance of the latter in the rapid succession of the former. Political society in Ascoli was animated by disruptive struggles between factions, which at times took the form of family feuds. At the same time, the conflicts that arose may also be seen in light of the selection process of governmental oligarchies, which were socially fluid and not yet crystallized. The balance between the city and the Papacy appears to have been subject to change: the obtainment of the libertas ecclesiastica at the end of the century shows the ability of the hegemonic elite to engage in fruitful dialogue with the Papal States, and to enforce their own political culture. ; Il testo esamina la storia politica di Ascoli nel Quattrocento attraverso i rapporti con la monarchia papale e con i regimi signorili che si affermarono nella prima metà del secolo. L'indagine si focalizza sulle relazioni fra regimi e assetti istituzionali, dimostrando la sostanziale tenuta dei secondi nel rapido susseguirsi dei primi. La società politica ascolana fu animata da laceranti lotte fazionarie, che presero talora la forma di faide familiari, ma la conflittualità interna può essere letta anche alla luce del processo di selezione nelle oligarchie di governo, socialmente fluide e non ancora cristallizzate. Gli equilibri fra città e papato appaiono cangianti: l'ottenimento della libertas ecclesiastica alla fine del Quattrocento denota la capacità dell'élite egemone di dialogare con il papato e di far valere la propria cultura politica.
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