Pena riabilitativa e mass-media: una relazione controversa
In: Politiche e servizi sociali 152
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In: Politiche e servizi sociali 152
In: Collana teoria e storia dei processi formativi e della comunicazione 4
In: Derive Approdi 16
In: Rivista italiana di politiche pubbliche, Heft 3, S. 589-615
ISSN: 1722-1137
In: La Terra deportata 8
In: Libri del tempo Laterza 384
In: Temi della comunicazione
In: Immagini e documenti
È possibile utilizzare la comunicazione come strumento di offesa più efficace di qualsiasi altra arma? È questo il quesito a cui questo elaborato prova a rispondere, intraprendendo un viaggio attraverso il Novecento e le guerre che lo hanno segnato. È, infatti, nota la capacità acceleratrice delle guerre sui mezzi di informazione, ma è altrettanto interessante analizzare come questa forza motrice nasca e venga alimentata da un connubio ormai inscindibile tra mezzi di persuasione di massa e politica. Dalla Prima Guerra Mondiale al secondo conflitto del Golfo, passando per Hitler, Vietnam e Saddam, quasi cento anni di storia in cui il mondo del giornalismo è nato, evoluto ed espanso al punto tale da essere al primo posto nelle agende dei decisori politici. Come afferma Peppino Ortoleva, uno fra i maggiori studiosi italiani di teoria e storia dei mass media vecchi e nuovi, ognuna delle guerre del ventesimo secolo si è svolta in un contesto tecnologico in parte mutato rispetto alla precedente: la prima guerra mondiale fu soprattutto giornalistica, la seconda radiofonica, quella del Vietnam fu la guerra televisiva in senso proprio, la prima guerra del Golfo fu legata soprattutto alla TV satellitare, la seconda a Internet. Ogni guerra, quindi, attira le tecnologie più moderne. Lo stretto rapporto esistente tra i mezzi di comunicazione di massa e gli eventi bellici è stato caratterizzato fin dal sorgere dei primi moderni strumenti da una forma di dipendenza reciproca. Da un lato, infatti, le innovazioni nel settore della comunicazione sono state sfruttate anche a fini militari, dall'altro i mass media, per tenere gli utenti tempestivamente aggiornati sulle operazioni di guerra, hanno dovuto migliorarsi sempre più dal punto di vista tecnologico. In altre parole, come i conflitti hanno avuto un peso sull'evoluzione tecnologica dei mezzi di comunicazione di massa, così questi ultimi sono stati utilizzati in misura sempre maggiore dai belligeranti per i propri fini politici, propagandistici e strategici. Un interscambio di favori tra governance e giornalismo, quindi, che però ha visto seriamente minare i suoi presupposti con l'avvento sulla scena internazionale di una piccola emittente satellitare: Al Jazeera. Il canale qatariota, tra critiche, sfide e soprusi, è riuscito nell'intento di sovvertire il secolare ordine mondiale di fare informazione, regalando al mondo la verità.
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In: Itinerari mediali
La difusión de los nuevos medios que el web 2.0 pone a disposición representa una posibilidad muy importante para los políticos que quieran modificar las reglas de la comunicación con los ciudadanos y trasmitir una propia imagen que no sea mediada por la televisión, los periódicos y otros medios de comunicación tradicionales. A través de un análisis de los perfiles de Twitter de algunos políticos italianos, podemos observar como ellos intenten difundir una "autopresentación" más espontánea y directa, aunque al origen de esta presentación haya una clara estrategia que mira a una propaganda personal. ; The new instruments made available by the web 2.0 represent an important opportunity for politicians who aim to change communication rules with citizens and to transmit a self-image not mediated by television, newspapers and other traditional mass media. Through an analysis of the Twitter profiles of a number of Italian politicians, we can observe their attempt to disseminate a more direct and spontaneous "presentation of self", although behind it there is a clear strategy pursuing a personal propaganda.
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