The Circular Buildings (Tholoi) in Chagar Bazar in Syria During the Period of Halaf Culture
In: Herald of Omsk University. Series Historical studies, Band 8, Heft 2, S. 139-144
In: Herald of Omsk University. Series Historical studies, Band 8, Heft 2, S. 139-144
Messenia was one of the core areas of the Middle and Late Helladic culture in Greece. Based on a catalogue of 57 sites, which comprises about 240 tombs, their topographic situation, architectural design and the offerings found in them are analysed. This work provides a contribution to a better understanding of the social hierarchy and political changes in these phases of Greek prehistory. - Die Landschaft Messenien bildete eines der Kerngebiete der mittel- und späthelladischen Kultur Griechenlands. Ausgehend von einem Katalog von 57 Fundorten mit etwa 240 Grabanlagen werden die topographische Situation der Gräber, ihre architektonische Ausgestaltung und die Beigabeninventare analysiert. Dadurch bietet die Arbeit einen Beitrag zum besseren Verständnis der sozialen Hierarchie und der politischen Änderungen in dieser Phase der griechischen Geschichte.
Die Landschaft Messenien bildete eines der Kerngebiete der mittel- und späthelladischen Kultur Griechenlands. Ausgehend von einem Katalog von 57 Fundorten mit etwa 240 Grabanlagen werden die topographische Situation der Gräber, ihre architektonische Ausgestaltung und die Beigabeninventare analysiert. Dadurch bietet die Arbeit einen Beitrag zum besseren Verständnis der sozialen Hierarchie und der politischen Änderungen in dieser Phase der griechischen Geschichte. ; Messenia was one of the core areas of the Middle and Late Helladic culture in Greece. Based on a catalogue of 57 sites, which comprises about 240 tombs, their topographic situation, architectural design and the offerings found in them are analysed. This work provides a contribution to a better understanding of the social hierarchy and political changes in these phases of Greek prehistory.
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Il volume presenta l'edizione definitiva della necropoli dell'Età del Bronzo di Kamilari, situata a pochi chilometri di distanza dal più noto centro palaziale di Festòs, nella Creta meridionale. Lo scavo fu eseguito alla fine degli anni '50 dalla Scuola Archeologica Italiana di Atene sotto la direzione dell'allora direttore Doro Levi e produsse una dettagliata pubblicazione preliminare che lasciò tuttavia aperte numerose questioni. La ripresa dello studio e la conseguente pubblicazione sono state possibili grazie al supporto della Scuola Archeologica Italiana di Atene. La necropoli è composta da tre tombe a tholos, la prima delle quali (la Tholos A), la più grande, fu occupata senza soluzione di continuità dagli inizi del II millennio a.C. (Medio Minoico IB) alla fine del XIV secolo a.C. (Tardo Minoico IIIA2), per ricevere poi una parziale rioccupazione tra l'VIII e il VII secolo a.C. Per la ricchezza dei suoi contesti e la straordinaria continuità d'uso, la necropoli getta una luce importante sulle pratiche e i rituali funerari della Creta dell'età del Bronzo e rappresenta la cartina di tornasole per l'interpretazione delle trasformazioni sociali e politiche intervenute nell'area. La necropoli si distingue per l'uso del seppellimento collettivo ancora nel Medio Minoico, ossia in corrispondenza della fondazione e sviluppo del Primo Palazzo di Festòs, quando nell'area meridionale di Creta e in generale nell'intera isola, questa tipologia di seppellimento è già in declino. Ugualmente importanti sono le testimonianze della necropoli nel corso del Tardo Minoico quando, soprattutto nella prima fase, la documentazione funeraria appare intermittente sull'isola; anche nelle fasi di progressiva 'miceneizzazione', momento in cui Creta subisce profonde trasformazioni nelle pratiche funerarie, la Tholos A testimonia la persistenza di pratiche antichissime. Il volume si distingue per la partecipazione di studiosi internazionali che hanno contribuito significativamente in varie parti dell'opera. I dieci capitoli del volume affrontano in maniera esauriente lo studio delle tre tombe, con particolare riguardo alla Tholos A, la tomba più grande, che ha restituito i corredi più ricchi e importanti. Alla trattazione in dettaglio delle architetture e della stratigrafia, segue l'analisi del materiale ceramico, dei modellini fittili, dei vasi in pietra, dei sigilli, degli oggetti in bronzo e dei gioielli (Capitoli I-II.1-14). Il capitolo III è dedicato alla Tholos B; il IV e il V rispettivamente allo studio dei resti ossei umani e animali delle Tholoi A e B; il VI e il VII prendono in esame le conchiglie e il materiale botanico, con particolare riferimento ai resti lignei carbonizzati. Il Capitolo VIII analizza la Tholos C, la cui rioccupazione in epoca ellenistico-romana viene interpretata come possibile sacello connesso con culti di fertilità agraria. Gli ultimi capitoli, IX e X, analizzano rispettivamente le pratiche e i rituali funerari e lo sviluppo generale della necropoli nel contesto della piana della Messarà. Il volume è arricchito da tre appendici e da un esauriente apparato illustrativo di novanta tavole.
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