Transnationalism and religion migration: Brazilian candomblé in Italy ; Transnazionalismo e migrazioni religiose: il caso del candomblé keto italiano
Transnationalism (Assayag, 1998) was a lens which promised new analyses and interpretations, on the wave of impressive migratory phenomena, which have led the attention of anthropologists toward migration processes. As scholars pointed out, it is important to study transnational communities not only from the point of view of their constitution (Frigerio, 1997), but also of their political formation and their meaning, always political, in the homeland, in terms of prestige (Capone, 2004) and in the struggle for power.All the scholars of African American religions have always dealt with transnational phenomena, since this religious world has been established both in the Americas and in Europe just in interweave between deterritorialization and constant contacts with Africa.In the case of italian candomblé, after a first period in which some priests or priestesses experienced with more or less good outcomes the acquisition of new initiates, when the communities have settled down, began the race for the appropriation of a religious descent. That is, while from the 1990s to today, the expansion in Italy had practically no echoes, and the communities, with italian candomblé priests, had only utilitarian contacts with Africa and Brazil and did not build a true network, in the last two years some communities had proposals from other sanctuary lines, in an attempt of appropriation that makes visible how religious migration can become an instrument of prestige and power for both African and Brazilian traditions and lead to projects that probably precede a transnational phase, still to be built. ; In quest'ultimo decennio, con brevi antecedenti, anche il mondo dell'antropologia ha frequentemente dibattuto al suo interno e con il mondo sociologico i concetti di globalizzazione e poi di transnazionalismo (Assayag, 1998), una nuova lente, dopo quella della globalizzazione, che sembrava promettere nuove analisi e interpretazioni, sulla scia dei fenomeni migratori sempre più imponenti, che hanno portato, anche in Italia, una attenzione degli antropologi, dopo quella dei sociologi, ben più antica, al mondo della migrazione.Ovviamente, è del tutto naturale, aldilà del dibattito sul pro e contro di questa prospettiva, cercare nuove vie interpretative che affiancano, attraverso gli anni, il cambiamento dello sguardo dell'antropologo, tuttavia sarebbe opportuno non soltanto studiare le comunità transnazionali dal punto di vista della loro costituzione (Frigerio, 1997) etc., ma vederne anche il lato politico della loro formazione e il significato, sempre politico che hanno nella loro patria di origine, in termini di prestigio (Capone, 2004) e nella lotta per la preminenza di singoli individui.Come indicano praticamente tutti gli studi sulle religioni afro-americane (vodu, santeria, candomblé, umbanda etc.), da sempre, anche se in modi diversi, si è avuto a che fare con fenomeni transnazionali, in quanto questo mondo religioso si è costituito sia nelle Americhe e ora in Europa proprio nell'intreccio fra deterritorializzazione e continui e costanti contatti con la patria di origine.Nel caso italiano relativo al candomblé, dopo un primo periodo « pionieristico », lasciato ad alcuni pais o mães-de-santo, tutti della stessa « linea » religiosa, che hanno sperimentato con esiti più o meno felici l'acquisizione di nuovi iniziati in Italia, considerati soprattutto come un supporto finanziario alle loro attività in Brasile, nel momento dell'assestamento delle comunità, è partita la gara per l'appropriazione di una discendenza religiosa. Cioè, mentre dagli anni Novanrta a oggi, l'espansione in Italia non ha avuto praticamente echi e le comunità, con sacerdoti italiani, hanno avuto contatti con Africa e Brasile più utilitaristici che di costruzione di una vera rete, negli ultimi due anni alcune comunità sono state raggiunte da proposte da parte di apparteneneti ad altre linee di santuari, in un tentativo di appropriazione che rende visibile da un lato come la migrazione religiosa possa trasformarsi in uno strumento di prestigio e di potere sia per le tradizioni africane che per quelle brasiliane e, dall'altro, a progetti che probabilmente preludono a una fase transnazionale, tutta da costruire.