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La proposta di Museveni par la stabilizzazione dell' Uganda
In: Politica internazionale: rivista bimestrale dell'IPALMO, Band 14, Heft 6, S. 19-27
ISSN: 0032-3101
World Affairs Online
Conflitto nel conflitto: una politica di conflict-resolution che si autoperpetua. Il caso della Karamoja (Uganda)
The pastoral groups of Karamoja (Uganda) got automatic weapons in the late 70s and since then on, the structural intra- and interethnic conflict in the area has progressively become wilder and wilder, and has been interweaving an ever-growing acute economic, ecological and humanitarian crisis. The international community is working since decades with the aim of promoting development and peace. The place of the conflict, both real and virtual, is twofold. On the one hand, it may be identified with the production theatre (pasture and agricultural lands, herds) marked by historical feuds and periodic clashes between the Karimojong warriors and the Ugandan armed forces; on the other, the virtual negotiation table around which local, national and international institutions play their interests for promoting development and peace projects. The author, comparing his fieldwork carried out in the years 1997-2001 with the most recent literature, critically analyzes the cooperation practices and the conflict-resolution policies in the area. ; Dalla fine degli anni Settanta del XX secolo, i gruppi pastorali della Karamoja (Uganda) sono entrati in possesso di armi automatiche (kalashnikov). Da allora, la strutturale conflittualità intra- ed interetnica nell'area ha assunto caratteri di particolare ferocia e si è progressivamente intrecciata con una crisi economica, ecologica ed umanitaria sempre più acuta. La comunità internazionale si adopera da decenni sia per promuovere lo sviluppo economico e sociale, sia per favorire la pace. Il luogo del conflitto è duplice: da un lato, il teatro economico-produttivo (pascoli, mandrie, aree agricole) segnato da faide storiche e da scontri ciclici tra i guerrieri Karimojong e le forze armate ugandesi; dall'altro, il tavolo di negoziazione intorno a cui ruotano le istituzioni locali, nazionali e straniere con i loro interessi di promozione e gestione di progetti di sviluppo e di pace. L'autore, confrontando la sua esperienza sul campo condotta nel periodo 1997-2001 con la letteratura antropologica e politologica più recente, analizza criticamente le pratiche di cooperazione allo sviluppo e le politiche di conflict-resolution nell'area.
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La produzione del caffè e il cambiamento climatico. La coltivazione del "robusta" in Uganda come esempio di studio
2007/2008 ; Abstract. Questo studio analizza la relazione esistente tra la produzione del caffè ed il clima, con l'obiettivo di stimare il potenziale impatto economico del cambiamento climatico. A tal fine, si è sviluppato un approccio integrato a livello interdisciplinare, combinando insieme le tematiche legate agli aspetti della meteorologia, della climatologia, della biologia, dell'ambiente e dell'economia. Il case study di riferimento è la produzione di caffè Robusta in Uganda. In un contesto di globale esaurimento delle risorse e del repentino cambiamento climatico, non si può più prescindere dall'impatto economico che si determina sulla produzione agricola in generale. Gli eventi atmosferici estremi, quali le tempeste tropicali, gli uragani e i tifoni, insieme alle progressive alterazioni nei cicli delle stagioni, delle piogge e delle temperature, espongono sempre più spesso il territorio e la collettività a siccità, frane, alluvioni e inondazioni che possono distruggere o danneggiare considerevolmente i raccolti. Il caffè costituisce la principale fonte di sussistenza per circa 25 milioni di coltivatori e per le loro famiglie, oltre che la principale fonte di occupazione per molti dei paesi in via di sviluppo, come in Uganda. La dipendenza economica di questo paese dal caffè risulta, infatti, particolarmente evidente: la sua è un'economia di tipo monoculturale e tuttora il 30% degli introiti derivanti dalle esportazioni proviene da questa commodity agricola. In termini di occupazione, più di 5 milioni di persone sono impiegate nella coltivazione e lavorazione di caffè, che viene prodotto in 52 distretti tra gli 80 presenti nel Paese. La produzione coinvolge circa oltre un milione di piccoli coltivatori, dei quali il 90% possiede fattorie la cui dimensione varia da meno di 0,5 a 2,5 ettari. La piccola dimensione di questi appezzamenti evidenzia anche la loro debolezza strutturale e la necessità di un serio riequilibrio del potere tra gli attori della global coffee chain, che punti a tutelare e a valorizzare la coltivazione del caffè. Il clima potrebbe essere visto quale elemento che può mutare la redistribuzione del reddito lungo la catena di produzione caffeicola (coffee supply chain), poiché potrebbe modificare nel medio termine i processi decisionali dei principali attori della global coffee chain, anche promuovendo una necessaria innovazione tecnologica, nell'ottica di fornirsi di strumenti più adeguati per sopravvivere in un ambiente che potrebbe risultare profondamente mutato. Il percorso di analisi seguito in questo lavoro è suddiviso in quattro parti. Nella prima si è provveduto a fornire una descrizione dettagliata dei concetti e degli elementi di base che regolano le complesse dinamiche oceano-terra-atmosfera. In seguito, ci si è occupati di descrivere il clima e di fornire una sintesi dei cambiamenti climatici in atto e degli scenari futuri per il 21° secolo, con grande enfasi per la scala regionale (Africa Orientale) e locale (Uganda). Nella seconda parte si è voluto fornire un'analisi dettagliata dei parametri fisico-biologici della pianta Coffea Canephora Pierre – Robusta. In particolare, si è trattato di descriverne i requisiti climatici e ambientali, nonché le caratteristiche agro-meteorologiche come il regime delle precipitazioni, le temperature, i venti, l'insolazione e la copertura agroforestale, l'altitudine, le caratteristiche del terreno e l'umidità del suolo, il sistema delle radici e così via. La trattazione comprende anche un'analisi delle fasi fenologiche della Robusta, nelle condizioni climatiche dell'Uganda, oltre ad una descrizione dei metodi di coltivazione adottati dai produttori. Nella terza parte sono stati descritti gli impatti del clima sulla coltivazione della Robusta in Uganda, integrando le risultanze ottenute a livello fenologico con gli scenari climatici futuri. Infatti, è ben noto che tutti i rapporti sul clima dell'Intergovernmental Panel of Climate Change (IPCC) mettono in evidenza un incremento preoccupante della temperatura del pianeta dovuto prevalentemente ad effetti antropogenici. Le proiezioni regionali e sub-regionali per il 21° secolo dell'ultimo Assessment Scientifico pubblicato nel 2007 (IPCC AR4, 2007) indicano un incremento medio di temperature, soprattutto per quel che riguarda l'intero continente Africano. In particolare, in tutte e quattro le sub-regioni dell'Africa (Africa Occidentale e Orientale, Sud Africa e Africa Sahariana) e in tutte le stagioni, si prevede un incremento medio delle temperature compreso tra i 3°C e i 4°C, circa il 50% (oppure 1.5 volte) in più rispetto all'incremento della media globale. Le previsioni scaturite dalla metà dei modelli numerici globali indicano un riscaldamento della temperatura rispetto a questi valori medi intorno a 0.5°C. Allo stesso modo, i valori in percentuale medi ottenuti tra i modelli, che indicano la frequenza delle stagioni di caldo estremo, umido estremo e siccità estrema, segnalano una probabilità assoluta che si incontrino stagioni estremamente calde e umide in Africa Orientale. Anche le previsioni relative all'incremento delle precipitazioni nella sub-regione si presentano piuttosto attendibili, con un aumento nella media annuale pari a circa il 7%. In particolare, le simulazioni dei modelli numerici globali indicano un'intensificazione delle precipitazioni durante la stagione invernale, insieme ad una modificazione della struttura dipolare delle precipitazioni stesse. L'importanza del caffè per l'economia dell'Uganda richiede, pertanto, uno studio accurato per valutare l'impatto del clima evidenziando gli effetti delle variazioni stagionali della temperatura e delle precipitazioni, che hanno un'influenza determinante sulla produzione caffeicola. Fondamentale è stato il lavoro teso a determinare la correlazione esistente tra le condizioni del clima e i diversi stadi di crescita e di produzione del Robusta, che conta per circa l'80% dell'intera produzione di caffè del paese. Infatti, le variazioni stagionali del clima potrebbero alterarne lo sviluppo fenologico e, di conseguenza, alterare la stagione del raccolto, dalla semina alla maturazione delle ciliegie. A tal proposito, sulla base della letteratura esistente in materia di fenologia della Robusta e, anche in seguito ad una visita compiuta in Uganda nel distretto caffeicolo di Mubende, situato nella parte centro-occidentale del paese, si è tentato di costruire uno schema dei principali stadi fenologici della pianta. In tal modo, è stato possibile determinare il processo di sviluppo e maturazione dei frutti e, quindi, effettuare uno studio sugli impatti dei cambiamenti climatici derivanti alla produzione di caffè. Ad esempio, l'incidenza di temperature più elevate o un eccesso di caldo durante la fase della fioritura della pianta costituirebbero le cause principali che promuovono l'aborto dei fiori. Al contrario, intense precipitazioni durante questo stadio potrebbero parimenti comportare un danno alla fioritura, con conseguente riduzione della produttività. Inoltre, un incremento previsto delle precipitazioni, insieme a temperature più elevate, potrebbe intensificare la propagazione della coffee wilt disease (CWD), specialmente durante la fioritura che ha luogo dopo la stagione delle piogge. Seppur in modo approssimativo, si è tentato di determinare il livello di umidità del suolo in alcune delle zone di produzione di Robusta in Uganda. La metodologia utilizzata si è basata sul calcolo dei bilanci idrici totali come medie mensili di più anni, ovvero considerando tre periodi temporali storici diversi, utilizzando i valori elaborati dal modello globale Echam5/MPI – OM, atmosfera (2004), per il Quarto Rapporto ONU sul clima (IPCC-AR4, 2007). Da ciò è stato possibile dedurre che, un tasso più alto di precipitazioni durante la stagione invernale potrebbe diventare una grande minaccia per la coltivazione di caffè in Uganda, a causa di una maggiore erosione del suolo dovuta al ruscellamento. A seconda poi delle caratteristiche del terreno, il contenuto di umidità del suolo potrebbe risultare insufficiente per la pianta, nel caso dovesse verificarsi un periodo di assenza di precipitazioni relativamente lungo. Pertanto, eventi climatici estremi, come le siccità o le alluvioni, hanno un impatto negativo sulla produzione caffeicola, con perdite importanti nei rendimenti produttivi totali, oltre che in termini di un deterioramento qualitativo del caffè . Nell'ultima parte del progetto di ricerca si analizzano alcuni aspetti economici. Dopo aver descritto la struttura ed il funzionamento del settore caffeicolo in Uganda, si è provveduto a valutare il possibile impatto delle variazioni della produzione attuale e futura rispetto ai cambiamenti che intervengono nelle principali variabili climatiche anche per valutare l'attendibilità di certe previsioni che vedono una drastica riduzione dei raccolti nell'area a seguito dell'innalzamento della temperatura media. In questa prospettiva si è cercato di vedere se una risposta può venire dall'analisi dei modelli noti, come l'approccio Ricardiano, che stimano relazioni funzionali che collegano la produzione alle variabili climatiche. In questa prospettiva è stato adottato un modello stimato per la produzione del caffè in Messico che sembra essere l'unico studio sistematico presente in letteratura. In effetti, le funzioni di risposta rispetto alla temperatura implicate suggeriscono un impatto cospicuo sulla produzione che può diminuire anche di quasi il 30% in seguito ad un aumento di un grado e mezzo nella stagione estiva. ; XXI Ciclo ; 1973
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Salute e democrazia, in Africa subsahariana: storia, politiche e narrative del sistema sanitario in Ghana e in Uganda
In: I libri di Afriche e orienti n. 9
Nature as a Subject of Law in the Legal System of Uganda ; La Natura come soggetto di diritto nell'ordinamento dell'Uganda
On 24 February 2019, the Parliament of Uganda approved the National Environment Act to provide for a correct management of the environment and natural resources. The Act was adopted in order to enhance the protection of the environment, address a strategic assessment in implementing environmental rights and sustainable development, and increase penalties for offences against nature. The relevance of this Act stands in the radical change of the legal consideration of the environment and nature. Indeed, the Ugandan legislation appears to alter the classical parameter of environmental law in considering Nature a subject entitled to its own rights with the possibility of recurring before the Courts in case of danger and/or violations. This reform marks a shift from an anthropocentric vision of the environment towards a more geocentric construction of environmental law. ; On 24 February 2019, the Parliament of Uganda approved the National Environment Act to provide for a correct management of the environment and natural resources. The Act was adopted in order to enhance the protection of the environment, address a strategic assessment in implementing environmental rights and sustainable development, and increase penalties for offences against nature. The relevance of this Act stands in the radical change of the legal consideration of the environment and nature. Indeed, the Ugandan legislation appears to alter the classical parameter of environmental law in considering Nature a subject entitled to its own rights with the possibility of recurring before the Courts in case of danger and/or violations. This reform marks a shift from an anthropocentric vision of the environment towards a more geocentric construction of environmental law.
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Conservare la cultura, creare una storia. Tradizione e genere nella musica di villaggio dei Banyoro e dei Batooro dell'Uganda. ; Preserving the culture, creating a story. Tradition and gender in the village music of the Banyoro and Batooro of Uganda
La dissertazione si articola attorno all'idea di tradizione e alla concettualizzazione di genere nella musica di villaggio dei Banyoro e dei Batooro dell'Uganda occidentale. Il lavoro si sviluppa nel complesso in tre parti principali. Nella prima si presentano le trasformazioni storiche intervenute nelle relazioni di genere dal periodo precoloniale al presente e si introduce la musica di villaggio delle popolazioni considerate, ponendola a confronto con la musica di corte e con quella religiosa. La seconda sezione è dedicata allo studio dei repertori vocali e di danza di villaggio, a partire dalla documentazione realizzata con informatori anziani: di queste musiche sono considerate le caratteristiche stilistiche ed è condotta un'analisi che mira a mettere in luce le idee di genere trasmesse attraverso questi repertori. L'ultima parte del lavoro prende in considerazione le trasformazioni intervenute nel panorama musicale ugandese nell'ultimo secolo, a partire dall'influenza di musiche esterne, dall'insegnamento della musica tradizionale nelle scuole e dall'istituzione di festival scolastici e di gruppi folklorici: diverse performance attuali di canti e di danza sotto sottoposte a studio analitico. Nel complesso, si rileva una generale rifunzionalizzazione di musiche e idee di genere che si rifanno al passato, ma hanno valore soprattutto per il recupero della cultura locale nel presente,connotato dal contesto multiculturale dell'Uganda contemporanea e dalle politiche, promosse dal Governo, che favoriscono l'emancipazione femminile. ; This dissertation is structured around the idea of tradition and the conceptualization of gender in the village music of the Banyoro and Batooro of western Uganda. The thesis is composed of three main parts. In the first one, the historical transformations in gender relations since the pre-colonial period up to the present are presented and village music is introduced through comparison with royal and religion music. The second section is devoted to vocal and dance repertoires, on the basis of the documentation realized with elders: stylistic characteristics of these musics are considered and an analysis is carried out, aiming to show the ideas about gender in these repertoires. The last part of this work considers the transformations occurred in Ugandan music landscape during the last century, depending on several factors: various extern musics influences, the teaching of traditional music in schools, and the institution of school festival and cultural groups. On the whole, we observe a general re-functionalization of traditional music and gender ideas, which are referring to the past but hold value in particular for the recovery of local culture in the present, with special reference to contemporary Uganda multicultural society and to Government politics for women emancipation.
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Risarcimento del danno e technical issues. La corte nomina gli esperti indipendenti nel caso Armed activities on the territory of the Congo
The paper analyzes two recent orders hold by the International Court of Justice in the Armed activities in the territory of the Congo case, concerning the appointment of experts, according to article 50 of the Statute of the Court. The experts will assist the Court in the assessment of the reparation owed to the Democratic Republic of Congo by Uganda for the injuries caused by Uganda as a result of the breach of several international obligations, determined by the Court in the 2005 Judgment. The analysis has the scope to highlight some of the substantial issues relating to the role of Court-appointed experts in the litigations brought before the Court. The need for this investigation is particularly significant, despite the sparing reliance of the power to call experts by the Court. Notwithstanding the great discretion enjoyed, the Court appointed independent experts only in four cases, including the present one. The limited number of precedents rises several questions related both to the function of Court-appointed experts and the Court approach to technical or scientific complexity. Firstly, the article focuses on the function of the experts appointed by the Court in the case, evaluating the terms of reference assigned by the Court. Secondly, the examination attempt to shed light on the approach of the Court in the exercise of its power to use experts. Regard this point, the essay analyses, on the one hand, the relationship between the margin of discretion, enjoyed by the Court in order to use experts, and the relevance of the Jura novit curia principle, in light on the distinction between questions of law and questions of fact. On the other hand, the essay will evaluate the usefulness of the use of experts in the determination of the amount of reparations, in order to underline the methodology employed by the Court in the assessment of damages. Thirdly, the article questioning whether the appointment of independent experts might affect the principles and rules governing the production and the burden of proof in the adjudication before the Court.
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La riscoperta del patrimonio culturale nell'Uganda contemporanea
In Uganda two different conceptions of heritage coexist. The central Government works for the safeguard of cultural properties and sites of historical interest through the Department for Museum and Monuments, which runs the national museum (founded at the beginning of last Century by the Colonial administration) and the most important archaeological sites. The museum exhibition and the organization of the archaeological sites follow a typical Western concept of heritage, which was never completely assimilated in Africa. On the contrary, other forms of heritage exist since the pre-colonial period: ritual practices devoted to the spirits of deceased kings and cultural heroes take place on spots located in particularly impressive natural landscapes. In the last years those spaces were rediscovered, attracting the attention of ritual specialists and faithful of the spirit possession cult. The national museum thus decided to launch an innovative project on some cultural sites, with the aim of documenting and preserving Ugandan history but at the same time allowing communities to attend the spots, in order to recreate a link with the past that tradition assured for centuries. ; In Uganda two different conceptions of heritage coexist. The central Government works for the safeguard of cultural properties and sites of historical interest through the Department for Museum and Monuments, which runs the national museum (founded at the beginning of last Century by the Colonial administration) and the most important archaeological sites. The museum exhibition and the organization of the archaeological sites follow a typical Western concept of heritage, which was never completely assimilated in Africa. On the contrary, other forms of heritage exist since the pre-colonial period: ritual practices devoted to the spirits of deceased kings and cultural heroes take place on spots located in particularly impressive natural landscapes. In the last years those spaces were rediscovered, attracting the attention of ritual specialists and faithful of the spirit possession cult. The national museum thus decided to launch an innovative project on some cultural sites, with the aim of documenting and preserving Ugandan history but at the same time allowing communities to attend the spots, in order to recreate a link with the past that tradition assured for centuries.
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Il Congo orientale: confini, storia e politica. Appunti per una ricerca
La storia degli ultimi vent'anni dell'Africa centro-orientale, e del Congo in particolare, è stata caratterizzata da una lunga serie di conflitti. La regione del Kivu, la parte più orientale della Repubblica Democratica del Congo (RDC)2, è stata quella maggiormente coinvolta e da cui tutte le guerre hanno avuto origine (Prunier, 2009). Il presente lavoro intende, pertanto, contribuire allo studio della storia del RDC e mettere in luce l'importanza del Kivu nella sua evoluzione, per la storia dei conflitti che l'hanno visto coinvolto, sconvolgendone gli ultimi venti anni di vita. Il confine orientale del Congo è stato il fulcro della geopolitica regionale per le sue relazioni con i Paesi vicini (soprattutto Rwanda e Uganda) (Doevenspeck, 2011), ma anche per la sua storia interna. La vastità del tema (e del confine) ci ha indotto a concentrare l'analisi sulla porzione di confine fra l'odierna Repubblica Democratica del Congo e la Repubblica del Rwanda, di fondamentale importanza per il ruolo acquisito nel caratterizzare la regione del Kivu e, di conseguenza, della RDC. Il confine tra RDC e Rwanda, infatti, a lungo considerato marginale per il Congo come per la Regione dei Grandi Laghi3 in generale, è, invece, balzato agli onori della cronaca e della storiografia ponendosi al centro della Storia del Congo indipendente dai primi anni Novanta del Novecento.
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Different approaches to improve the healthcare in Africa through biomedical engineering
My thesis work has been developed in African Biomedical Engineering Consortium (ABEC) framework and in particular during the development phase of UBORA project that has been financed by European Union. Highlighted the major issues relating to the conditions of medical devices in Africa, the thesis's goal is going to analyze four different approaches to address these issues with the goal of improving health through biomedical engineering. The first approach is focused on the development of an affordable and sustainable system for the regulation of medical devices in African Biomedical Engineering Consortium (ABEC) partner countries to establish a sustainable healthcare system. The second one describes the advantages of Open Source Medical Devices considering their accessibility, sustainability and lower costs. In support of this approach two examples are evaluated. The third approach is addressed to the development of human capital through a direct experience in Africa with the goal to help provide for the sustainable maintenance of medical equipment through the provision of training programs for the recipients, including test equipment and workshop facilities. The last approach analyze the condition of donated medical equipments through direct experience in Africa hospitals. To understand the real needs and personal opinions about the situation of medical device in Africa the author of thesis collected surveys, in particular during the period in Ethiopia and Uganda, which results are evaluated during thesis.
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Lo Smartphone Globale: Non solo una tecnologia per giovani; The Global Smartphone: An Italian Translation of The Global Smartphone; Beyond a youth technology
In: Ageing with Smartphones
Sl Se c'è una cosa che abbiamo sempre, letteralmente, sotto il naso, è lo smartphone. Ed è normale credere, dunque, che sappiamo cosa sia. Ma è davvero così? Per scoprirlo, 11 antropologi hanno trascorso 16 mesi in varie comunità in Africa, Asia, Europa e Sud America per osservare il modo in cui gli anziani utilizzano lo smartphone, e la loro ricerca ha rivelato che si tratta di una tecnologia rivolta a tutti, non solo ai giovani. Lo Smartphone Globale presenta i risultati frutto di questo progetto di ricerca comparativa di respiro globale. Gli smartphone sono diventati tanto un luogo in cui viviamo, quanto un dispositivo di 'opportunismo perpetuo' da cui non ci separiamo mai. Gli autori hanno dimostrato che lo smartphone è molto più di un 'contenitore di app', concentrandosi sulle differenze tra ciò che le persone dicono sugli smartphone e il modo in cui li usano. Nessun dispositivo aveva mai raggiunto un tale livello di 'trasformabilità' – trasformabilità che si concretizza nella capacità di assimilare rapidamente i nostri valori personali. Per poterlo comprendere, dunque, dobbiamo tener presente un'ampia gamma di sfumature nazionali e culturali, quali la comunicazione visiva in Cina e Giappone, i trasferimenti di denaro sotto forma di credito telefonico in Camerun e in Uganda, e l'accesso a informazioni mediche in Cina e Irlanda, oltre alle diverse traiettorie della terza età ad Al Quds, in Brasile e in Italia. Solo allora potremo sapere davvero cos'è uno smartphone e capire appieno l'impatto che ha sulla vita delle persone in tutto il mondo.