Brian Barry has a critical talent of a high order. He often executes elegant ballet steps which take the breath away; but occasionally he trips over his own feet and falls into the orchestra pit, making a dreadful racket. His long review article on Crisis, Choice, and Change which appeared in the January and April (1977) numbers of this Journal is one of these unfortunate accidents.
IntroduzioneUna nozione di cultura politica, o almeno qualcosa del genere, esiste sin da quando si è parlato o scritto di politica. Nei pensatori classici, come Platone o Aristotele, si trovano esplicitate anche le sottocategorie che usiamo oggi nell'analisi della cultura politica. Ad esempio, subcultura politica dell'élite, socializzazione politica, mutamento culturale. Fatte le debite differenze, né il maggior teorico del Rinascimento, Machiavelli, o dell'Illuminismo, Montesquieu, raggiungono la stessa profondità di Aristotele quando parlano delle proprietà culturali di nazioni e gruppi. Solo Tocqueville nei suoi studi sugli atteggiamenti delle classi sociali durante la Rivoluzione Francese e sugli orientamenti della cultura americana raggiunge un livello di raffinatezza comparabile.
IntroduzioneNella sua ansia di diventare scientifica, nei decenni recenti la scienza politica ha quasi perso contatto con la sua base ontologica. Ha finito per trattare gli avvenimenti e i fenomeni politici come eventi naturali che si prestano alla stessa logica esplicativa utilizzata in fisica e nelle altre scienze esatte. Questa tendenza può essere in parte compresa come una fase della rivoluzione scientifica, come una diffusione in due tempi di postulati ontologici e metodologici dalle scienze esatte che hanno avuto cosí grande successo, prima dalla psicologia e dall'economia e poi nelle scienze umane: sociologia, antropologia, scienza politica e addirittura la storia. Nell'adottare il programma di lavoro delle scienze esatte, le scienze sociali e la scienza politica furono incoraggiate dalla scuola neo-positivista di filosofia della scienza che legittimò questo postulato di omogeneità ontologica e meta-metodologica. Piú recentemente alcuni filosofi delle scienze e alcuni psicologi ed economisti hanno avuto dei ripensamenti sull'applicabilità della strategia delle scienze esatte ai problemi dell' uomo, e può essere utile portare alcuni dei loro argomenti all'attenzione dei politologi.
In its eagerness to become scientific, political science has in recent decades tended to lose contact with its ontological base. It has tended to treat political events and phenomena as natural events lending themselves to the same explanatory logic as is found in physics and the other hard sciences. This tendency may be understood in part as a phase in the scientific revolution, as a diffusion, in two steps, of ontological and methodological assumptions from the strikingly successful hard sciences: first to psychology and economics, and then from these bellwether human sciences to sociology, anthropology, political science, and even history. In adopting the agenda of hard science, the social sciences, and political science in particular, were encouraged by the neopositivist school of the philosophy of science which legitimated this assumption of ontological and meta-methodological homogeneity. More recently, some philosophers of science and some psychologists and economists have had second thoughts about the applicability to human subject matters of strategy used in hard science.
IntroduzioneAlla fine degli anni cinquanta gli sforzi intellettuali dei teorici dello sviluppo politico incominciarono ad essere criticati da Iogici, da filosofidella scienza, da sociologi politici e da economisti o scienziati politici che applicavano modelli economici all'analisi politica. Forse la prima critica e la piú cocente venne dal filosofo e Iogico Carl Hempel, Hempel sostiene che la teoria antropologico-sociologica del funzionalismo è una forma logicamente insufliciente di spiegazione. La sua critica e diretta principalmente contro I'aflerrnazione che tutte Ie caratteristiche e Ie istituzioni sociali sono in qualche modo funzionali e servono all'adattamento dal punto di vista della societa, della cultura, del sistema sociale nel suo complesso. I concetti di funzionalità o di capacità di adattamento sono definiti in maniera cosí vaga che si può dire che qualsiasi caratteristica culturale vi contribuisca. Rispetto al tipo piú generico di funzionalismo sistemico che afferma soltanto l'interdipendenza delle varie cornponenti dei sistemi sociali e politici, Hempel sostiene che non si tratta di una spiegazione causale, rna di un semplice insieme di ipotesi concernenti 1' « associazione » di strutture e di rnodelli sociali; di una combinazione di ipotesi di tipo probabilistico e nondi una teoria esplicativa.Dal punto di vista logico, il funzionalismo sistemico è giustamente criticabile, nel complesso, poiché non fornisce una «spiegazione». Il modello sistemico della politica è quel che oggi si chiamerebbe un paradigma, poiché afferma l'interdipendenza delle parti dei sistemi politici. Il suo intendimento è di porre le componenti individuali dei processi politici in un contesto o, nelle parole di Talcott Parsons: «Un sistema è il concetto che si riferisce sia ad un complesso di interdipendenze fra parti, componenti e processi che implicano regolarità osservabili di rapporti sia ad un tipo simile di interdipendenze tra questo insieme e l'ambiente che lo circonda. Un sistema in questo senso è pertanto il concetto intorno al quale è e deve essere organizzata ogni teoria raffinata nelle discipline che cercano di fornire generalizzazioni concettuali. Questo perché qualsiasi regolarità di rapporti può essere compresa in maniera piú adeguata se si prende in considerazione l'intero complesso di interdipendenze multiple delle quali essa costituisce una parte ». È qui implicita l'ipotesi dell'associazione reciproca fra gli elementi dei sistemi politici e i loro ambienti.Un'altra critica importante venne da Alvin Gouldner che sostiene che I'ipotesi di reciprocita tra le componenti dei sisterni sociali si fonda troppo suanalogie con sistemi meceanici e biologici dove si ritrovano una stretta fusione delle partie forti interdipendenze e dove i meccanismi omeostatici funzionano chiaramente in modo da mantenere il sistema a livelli di operazione efficiente. Queste analogie meccaniche e biologiche sono criticate da Gouldner come fuorvianti nella deserizione e nella spiegazione dei sistemi sociali. Nei sistemi sociali, a suo modo di vedere, le componenti possono operare in isolamento relativo e gli adattamenti derivanti da interazioni possono essere ritardati a lungo e essere meno prevedibili. Le critiehe sia di Hempel che di Gouldner sono centrate rna nessuno dei due sostiene che il funzionalismo sistemico non possa avere un proprio ruolo in una strategia di spiegazione delle prestazioni dei sisterni politici. Si può pensare al funzionalismo sistemico come ad uno schema teorico di una specie di mappa contestuale. Esso richiede allo studioso di porre qualsiasi relazione
A MOOD OF DISILLUSIONMENT APPEARS TO BE SWEEPING THE FIELD of comparative politics and political development. This comes after almost two decades of rather impressive accomplishment, both from a qualitative and quantitative point of view. From small beginnings in the first years after the second world war, there is now a quite impressive literature in this field. Each area of the world has something like a 'five-foot shelf' of monographic studies of political processes, patterns and developmental tendencies. Some of these shelves are smaller than others. The Latin American shelf, for example, has lagged in growth but is in process of rapid improvement. The Middle Eastern shelf leaves much to be desired, but even here there are signs of stirring and of potential productivity. In addition to these 'area shelves' which show increasing signs of cumulativeness, of drawing on each other for perspective and for hypotheses, there is a 'super shelf' of comparative and theoretical studies which draws upon the area shelves and which contributes frameworks, approaches and hypotheses for monographic studies.
Politische Grundhaltungen, politische Kultur und politische Sozialisation der Bevölkerung im Vereinigten Königreich, in der BRD, in Italien, in Mexiko und in den USA.
Themen: 1.) Politisches Verhalten: politisches Interesse und politische Informiertheit; politische Gespräche und politische Partizipation; politische Entfremdung; wichtigste politische Probleme des Landes; Einschätzung der Wirkung von Gesetzen und der Mitwirkungsmöglichkeiten des Bürgers an politischen Entscheidungen; erwartetes politisches Engagement des einzelnen; eigene Beteiligung an und Beeinflussung von lokalen und nationalen politischen Entscheidungsprozessen; Beurteilung des politischen Einflusses einzelner Interessengruppen im Staat; Bewertung der Pflichten des Staatsbürgers gegenüber seinem Land; Einschätzung der Wirkungen von Petitionen und Beschwerden; Zufriedenheit mit dem Regierungssystem; empfundener Nationalstolz; Beurteilung der erfahrenen Behandlung bei Behördenkontakten; Wahlverhalten bei früheren Wahlen auf nationaler und lokaler Ebene; Entscheidungsschwierigkeiten vor Wahlen; Einstellung zu Wahlkämpfen; Image der wichtigsten Parteien; Parteipräferenz; Parteimitgliedschaft; Religiosität.
2.) Sozialisation: Verteilung der Entscheidungsbefugnisse in der Familie; Sanktionsverhalten der Eltern in der Familie und der Lehrer in der Schule; Beurteilung des eigenen Einflusses auf die Familie vor dem 16. Lebensjahr; Einstellung zu einem Mitspracherecht der Kinder in der Familie; Beurteilung der erfahrenen politischen Erziehung in der Schule; eigenes Interesse und Interesse der Lehrer an Politik.
Skala: Demokratische Einstellung.
Demographie: Geburtsort; regionale Herkunft; Familienstand; Anzahl der Kinder; Mediennutzung; politische Diskussion; Parteimitgliedschaft; Parteineigung; Schulbildung; Berufstätigkeit; Beruf; berufliche Position; Mitgliedschaft; Konfession; Religiosität; Alter (klassiert); Einkommen; Geschlecht.
Interviewerrating: Ort des Interviews; Ortsgröße; Region; Rasse; Schichtzugehörigkeit des Befragten; Haltung des Befragten zum Interview.