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In: Journal of comparative policy analysis: research and practice, Band 18, Heft 3, S. 307-311
ISSN: 1572-5448
In: Social policy and administration, Band 42, Heft 2, S. 177-196
ISSN: 1467-9515
Abstract This article provides a concise overview of the Lombardy region's experience of government during the past twelve years. During this period, legislative, political and administrative strategic decisions have been informed by a distinctive vision, anchored in the principle of subsidiarity. The main characteristics of the emerging governance model are discussed: its political, juridical and social contexts; its underlying principles; its main policy goals, instruments and initiatives; and its criticalities and challenges.
In: Italian Political Science Review: IPSR = Rivista italiana di scienza politica : RISP, Band 27, Heft 2, S. 373-401
ISSN: 2057-4908
IntroduzioneSe è vero che i silenzi e le omissioni di una disciplina dicono, a volte, più di quanto dicano le sue parole, la riflessione post-bellica delle relazioni internazionali ha meno da dire sul mutamento internazionale di quanto questo abbia da dire sulle relazioni internazionali.Quando si tireranno le somme della storia della politica internazionale del nostro secolo, infatti, essa apparirà come una successione di mutamenti colossali: dalla fine degli imperi asburgico, ottomano e germanico all'indomani della prima guerra mondiale, a quella degli imperi coloniali dopo la seconda, fino a quella dell'impero russo-sovietico che ha chiuso anche simbolicamente il Novecento. Tanto più sorprendente, quindi, è il fatto che di questi processi non sia rimasta quasi traccia nell'analisi scientifica della politica internazionale. Con alcune lodevoli eccezioni, fino alla fine degli anni settanta la gran parte dell'analisi della politica internazionale si concentrò su elementi statici, quando non finì per essere pura e semplice teoria del bipolarismo. Diversi elementi giocarono a favore di questa scelta (Gilpin 1989, 4-6): la priorità, consueta nelle scienze sociali, dell'analisi statica rispetto all'analisi dinamica (Schumpeter 1979), resa ancora più pervasiva dal successo della teoria dei sistemi; il progressivo declino di quella che K.J. Holsti definì la «grande teoria» (Holsti 1971), cioè dei tentativi di costruire una teoria generale delle relazioni internazionali; la contraddizione tra i colossali mutamenti che avvenivano nel Terzo Mondo e la matrice euro-occidentale della disciplina; la mancanza, soprattutto, di una «domanda» di teorie del mutamento, annullata anch'essa nel «lungo presente» del confronto bipolare.
In: Italian Political Science Review: IPSR = Rivista italiana di scienza politica : RISP, Band 23, Heft 1, S. 39-65
ISSN: 2057-4908
IntroduzioneL'invasione del Kuwait e la guerra civile seguita alla sconfitta dell'Iraq hanno inferto un duro colpo alle semplificazioni più comuni della situazione mediorientale; quella, caratteristica delle fasi acute di tensione bipolare, che collocava le cause del conflitto fuori della regione, nella competizione Est/Ovest; quella, non meno parziale, centrata sul conflitto arabo-israeliano, che riportava all'interno del Medio Oriente le radici dell'instabilità ma non rinunciava a ricondurle tutte ad una sola; quella più recente, infine, del «nuovo ordine internazionale», che proprio dal «discorso» bipolare deduceva che, una volta venuto meno il conflitto tra le superpotenze, anche i conflitti regionali si sarebbero avviati a soluzione.
In: Pubblicazioni ISPI
Anche nell'ultimo anno si sono moltiplicati i segnali di scomposizione del mondo politico, economico e istituzionale concepito alla fine della Seconda guerra mondiale e definitivamente liberato dalla fine della guerra fredda. Intanto, l'avvento di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti ha introdotto un'inedita tensione tra gli Usa e l'ordine internazionale da loro stessi prodotto.
Più in generale, la crescita della Cina e la rinnovata assertività della Russia sembrano preludere a una nuova fase del riflusso dell'impatto occidentale sul resto del Mondo. Soprattutto, una variegata contestazione di legittimità ha investito lo stesso orientamento liberale dell'ordine post-bipolare, con conseguenze sempre più profonde sulla tenuta del tessuto multilaterale della convivenza internazionale, delle organizzazioni internazionali e persino dell'assetto istituzionale dei singoli stati.
This unique and original book focuses on institutional changes, welfare reforms and transformations in both Britain and Italy over the last three decades. The book illustrates that although it was a widely held belief in both countries that the arena of social and economic governance would shift to the national level, to the surprise of many, a different trend has emerged. In otherwise very different national experiences, both Britain and Italy have seen the sub-national level of governance become crucial in redefining public services, and in designing, delivering, and monitoring key services
Non solo pandemia: anche in questi due anni di emergenza sanitaria lo scenario internazionale ha continuato a evolvere, nel segno di una "grande transizione" che prosegue o, addirittura, accelera. Oltre alle tradizionali dinamiche del potere internazionale, in bilico tra il bipolarismo Usa-Cina e le ambizioni di vecchie e nuove potenze regionali, questo Report esplora le altre grandi transizioni in corso. Quella economica, con un mondo sempre più indebitato e che osserva il ritorno dello Stato. Quella delle democrazie e del diritto internazionale, o meglio della loro duplice "crisi" di fronte a modelli molto diversi. E poi quelle ambientale e digitale, che ci accompagneranno nei prossimi decenni. Tutte queste transizioni si intrecciano tra loro, influenzando i grandi trend politici regionali, ma venendo da essi anche certamente condizionate. Ecco perché di fronte all'Italia e all'Europa si stagliano sfide epocali che il Rapporto ISPI 2022 cerca di tratteggiare, per offrire ai lettori una bussola per un mondo che cambia.
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Per l'Europa colpita dalla pandemia il 2020 ha visto il lancio del Recovery Fund, ma anche l'esplosione dello scontro su come usarne i fondi e su quanto vincolarli al rispetto dei principi democratici. Nel frattempo, fuori dall'Europa le grandi potenze non stanno certo a guardare: dagli Stati Uniti del neo-presidente Biden alla Russia dell'eterno Putin, fino alla Cina di un sempre più influente Xi. Il Rapporto ISPI 2021 cerca di fornire risposte a tre domande cruciali per il nostro futuro. È giunta davvero l'ora di una ritrovata collaborazione intraeuropea, o gli Stati membri continueranno ad agire in ordine sparso? Quali spazi per l'azione comune su economia, migrazioni e difesa della democrazia? E l'Europa sarà davvero in grado di "parlare con una voce sola" con i grandi del mondo, così come sui tanti scacchieri regionali?
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Un mondo è finito. Era il mondo che conoscevamo, quello liberale e a guida occidentale che era emerso dal secondo dopoguerra e che sembrava aver trionfato alla fine della guerra fredda. Viviamo oggi un periodo di transizione verso un nuovo mondo, di cui però non riusciamo ancora a tracciare con chiarezza i contorni. Una fase di "lavori in corso" per la costruzione di un ordine internazionale ancora indefinito. Il Rapporto ISPI 2020 vuole decifrare questo mondo dei "lavori in corso" esplorandone tre dimensioni. Chi sono i grandi attori che lavorano alla costruzione del nuovo ordine internazionale? Quali sono gli ambiti in cui stanno lavorando, ovvero in cui competono o collaborano? E che forme prendono competizione e collaborazione sui vari scacchieri regionali, dall'Asia al Medio Oriente, dall'Africa all'America Latina?
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Anche nell'ultimo anno si sono moltiplicati i segnali di scomposizione del mondo politico, economico e istituzionale concepito alla fine della Seconda guerra mondiale e definitivamente liberato dalla fine della guerra fredda. Intanto, l'avvento di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti ha introdotto un'inedita tensione tra gli Usa e l'ordine internazionale da loro stessi prodotto. Più in generale, la crescita della Cina e la rinnovata assertività della Russia sembrano preludere a una nuova fase del riflusso dell'impatto occidentale sul resto del Mondo. Soprattutto, una variegata contestazione di legittimità ha investito lo stesso orientamento liberale dell'ordine post-bipolare, con conseguenze sempre più profonde sulla tenuta del tessuto multilaterale della convivenza internazionale, delle organizzazioni internazionali e persino dell'assetto istituzionale dei singoli stati. Il Rapporto ISPI 2019 s'interroga su questo sconvolgimento, tanto nella dimensione politica quanto in quella economica. La prima parte del volume è dedicata al contesto globale e ai suoi contraccolpi sull'Europa, mentre la seconda si rivolge come di consueto alla politica estera italiana.
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Also in the last year the signs of decomposition of the political, economic and institutional world conceived at the end of the Second World War and definitively freed from the end of the cold war have multiplied. Meanwhile, the advent of Donald Trump as president of the United States has introduced an unprecedented tension between the US and the international order they themselves produced. More generally, the growth of China and the renewed assertiveness of Russia seem to herald a new phase of the reflux of Western impact on the rest of the world. Above all, a variegated dispute over legitimacy has affected the liberal orientation of the post-bipolar order, with ever more profound consequences for the holding of the multilateral fabric of international coexistence, international organizations and even the institutional set-up of individual states. The ISPI 2019 Report questions this upheaval, both in the political and economic dimensions. The first part of the volume is dedicated to the global context and its repercussions on Europe, while the second is addressed as usual to Italian foreign policy.
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Sotto la spinta della retorica più aggressiva della nuova amministrazione degli Stati Uniti, il 2017 ha messo allo scoperto il peso sempre crescente che la tradizionale dinamica tra le grandi potenze sta riacquistando anche nel contesto internazionale del XXI secolo. Contrariamente alle previsioni e alle retoriche più ottimistiche del primo dopoguerra fredda, il "gioco tra grandi" ha riconquistato il centro della scena, spinto in parte dalla crescita e dalla rinnovata assertività di potenziali competitori globali degli Stati Uniti quali la Russia e la Cina, in parte dalla perdurante crisi del tessuto multilaterale della convivenza internazionale e, in parte ancora maggiore, dalla scomposizione del sistema regionale in arene sempre più autonome, all'interno delle quali cresce anche il peso delle rispettive grandi potenze locali. Il Rapporto ISPI 2018 si interroga su questo mutamento, controbilanciato solo in parte dalle buone notizie che, nel corso dell'ultimo anno, sono venute dall'economia internazionale. La prima parte del volume è dedicata al contesto globale, la seconda si domanda quale posto possa occupare l'Europa in un "mondo di grandi", mentre la terza si rivolge come di consueto alla politica estera italiana.
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Under the pressure of the more aggressive rhetoric of the new US administration, 2017 has uncovered the ever-increasing weight that the traditional dynamics between the great powers is regaining even in the international context of the 21st century. Contrary to the most optimistic forecasts and rhetoric of the first cold post-war period, the "big game" has regained the center of the stage, driven in part by the growth and renewed assertiveness of potential global competitors of the United States such as Russia and China, in it starts from the continuing crisis of the multilateral fabric of international coexistence and, in part even greater, from the decomposition of the regional system into increasingly autonomous arenas, within which the weight of the respective great local powers also grows. The ISPI 2018 Report questions this change, only partly offset by the good news that, over the last year, came from the international economy. The first part of the volume is dedicated to the global context, the second asks what place Europe can occupy in a "world of adults", while the third addresses as usual to Italian foreign policy.
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In: Journal transition studies review: JTSR, Band 11, Heft 3, S. 284-284
ISSN: 1614-4015