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Corpi e anime in schiavitu : schiavi musulmani nella Malta dei Cavalieri di San Giovanni (1530-1798)
Nella Malta della prima età moderna, quartier generale dell'Ordine militare-religioso di san Giovanni Battista, gli schiavi musulmani erano, per dirla con le parole di Natalie Zemon Davis, "esseri umani in carne e ossa d'indubbia rilevanza, stabilita in base alle circostanze e alle istanze particolari delle rispettive epoche, i quali talvolta si adeguavano, talvolta opponevano resistenza, talvolta si rassegnavano a subire, talvolta si davano alla fuga, talvolta favorivano cambiamenti e sondavano nuove possibilità." Il presente contributo è incentrato principalmente sugli schiavi musulmani di sesso maschile, esaminando la natura del 'bottino' che le galee dell'Ordine e le navi corsare trascinavano fino alle coste maltesi. Saranno tuttavia presi in considerazione altri esempi, tra cui la condizione delle schiave e dei neofiti di entrambi i sessi. Il mio contributo si prefigge di rispondere a interrogativi, quali che cosa significassero davvero l'odore e il sembiante della schiavitù, o la corporalità degli schiavi e la loro cultura materiale, nonché la mutabilità della loro fede. ; peer-reviewed
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Principi contabili dell'OIC: le novita di rilievo
Il documento si propone di evidenziare quali sono state le novità introdotte dalla riforma contabile avviata nel 2010 attraverso l'emanazione delle bozze per la consultazione, da parte dell'organismo italiano di contabilità, e terminata, almeno nella prima trance, nel gennaio 2015 con l'emanazione del principio contabile OIC 24. La parte iniziale di questo lavoro se prefigge di esplicitare e analizzare quali sono state le novità di maggior spessore che l'OIC ha introdotto nei 20 principi contabili appena emanati, cercando di analizzare unicamente i cambiamenti posti in essere dal legislatore, rispetto alle disposizioni sancite nei vecchi principi contabili, e limitando il più possibile la trattazione delle tematiche rimaste immutate. I capitoli che vanno dall'uno al dodici trattano analiticamente le innovazioni e gli aggiornamenti approvati dall'OIC e servono come parte "introduttiva" e propedeutica per la dimostrazione della tesi che viene asserita nell'ultimo capitolo. Il tredicesimo capitolo propone invece una domanda, ossia: Quali sono i principi ispiratori che hanno spinto il legislatore a porre in essere una riforma dei principi contabili nazionali? Il documento evidenza come la risposta maggiormente intuitiva, ossia l'aggiornamento dei principi OIC ai principi contabili internazionali IAS/IFRS, sia una delle componente fondamentali nel processo di revisione dei principi ma, non certamente, l'unica - e forse neppure la più significativa - motivazione. La risposta avanzata dal documento individua quindi 3 distinte motivazioni: Necessità di consentire una contabilizzazione delle perdite derivanti dalle crisi economico-finanziarie degli anni passati; Necessità di semplificare talune disposizioni e di ridurre i costi di redazione di bilancio dei soggetti che formano la percentuale maggiore della realtà economica italiana, ossia le Pmi; Facoltativa discrezionalità di adottare metodologie redazionali in linea con le disposizioni sancite dagli standard setter internazionali per le realtà aziendali in grado, nonostante le piccole o piccolissime dimensioni, di sostenere tali costi grazie alle capacità finanziarie e manageriali superiori alla media del settore. In definitiva l'ultimo capitolo dimostra quali sono le fattispecie oggettive che legittimano ad asserire che l'OIC abbia redatto una disciplina contabile, interpretativa e integrativa delle disposizioni sancite dal codice civile, strutturata e adeguata su misura per le Pmi Italiane.
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I rapporti politici tra Italia e Argentina negli anni del peronismo (1946-1955)
Per indagare sui rapporti tra l'Italia e l'Argentina intercorsi in questi anni, si sono approfonditi gli studi con il materiale presso l'Archivio Storico Diplomatico del Ministero degli Affari Esteri (ASDMAE) di Roma e l'Archivio Centrale dello Stato (ACS) e l'Archivo del Ministerio de Relaciones Exteriores y Culto (AMREC) di Buenos Aires, che contengono una ricca documentazione sui rapporti politici, culturali e commerciali tra i due paesi. La ricerca si è avvalsa anche dei ritagli di stampa dei giornali italiani che permettono di capire meglio la situazione dell'epoca e il tono di talune espressioni dei protagonisti e sulle opinioni pubbliche dei due paesi; inoltre i documenti esaminati, sono stati importanti per indagare sulla complessa questione dell'emigrazione italiana in Argentina che avrebbe caratterizzato il rapporto tra i due paesi per un lungo periodo. I documenti e i vari contributi bibliografici ci indicano l'entità di un fenomeno che legò i due paesi soprattutto nei primi 5 anni del peronismo e che avrebbe dato un'impronta molto forte in Argentina sulla composizione sociale del popolo argentino nei decenni a venire. Ho potuto consultare altri preziosi contributi bibliografici nella capitale argentina, Buenos Aires, in particolare nella Biblioteca Nacional, sulla figura di Perón e sui suoi difficili rapporti con il governo degli Stati Uniti nella difficile vicenda che vide contrapposto l'ambasciatore americano Spruille Braden e il governo peronista, sulla presenza della Chiesa nella società argentina, e su altri aspetti. I documenti dell'Archivio Storico Diplomatico degli Affari Esteri di Roma hanno dimostrato l'interesse del paese sudamericano per le vicende politiche ed economiche del nostro paese alla fine del secondo conflitto mondiale e i primi rapporti diplomatici con l'Italia specie dopo la nomina del nuovo ambasciatore a Buenos Aires, Giustino Arpesani, un avvocato milanese, liberale che aveva partecipato alla Resistenza in Italia come membro del CLNAI, oltre ad altri personaggi, come l'incaricato d'Affari Giovanni Fornari, il console Alberico Casardi. Si sono anche raccolte le testimonianze dei giornali argentini sulla situazione politica e sociale dell'Italia. La ricerca fatta ha voluto dare anche grande spazio per una migliore comprensione del momento storico, delle complesse vicende che andavano sviluppandosi all'interno del governo argentino, i difficili rapporti con l'opposizione di diverso colore politico e altrettante vicissitudini accadute nei rapporti con il ricco e variegato mondo del lavoro, lo stretto legame del peronismo con il principale sindacato della CGT, vero e proprio serbatoio della popolarità del regime peronista in un rapporto che nel tempo avrebbe anche registrato alti e bassi tra le due parti, soprattutto con la crisi economica, cominciata nel 1949, con il sorgere delle prime spinte inflazionistiche e il conseguente congelamento dei salari, e la difficoltà da parte della popolazione a procurarsi alcuni generi alimentari proprio a causa della crisi. Inoltre la ricerca ha cercato di analizzare la complessa ma fondamentale figura della consorte del Presidente argentino, Eva Duarte Perón, il suo ruolo nel governo, il suo stretto rapporto nei confronti del mondo del lavoro e la sua influenza nei riguardi del Presidente. Infine ho cercato di descrivere, nelle ricerche che ho potuto effettuare, l'impatto e il significato di questa figura storica all'interno della società argentina all'indomani della sua precoce scomparsa (26 luglio 1952) dovuta ad una malattia incurabile che in un certo senso ha lasciato nell'immaginario argentino l'idea di un personaggio che potremo definire mitico se non religioso cosa che è stata rimarcata giustamente anche da altre ricerche fatte precedentemente. Non mancano in questo studio, un'analisi dettagliata sulla crisi economica che il governo argentino ha dovuto affrontare anche nella seconda presidenza('52-55), descrivendo le misure e le decisioni prese dai ministri economici, per allontanare il paese dall'incubo dell'inflazione e contemporaneamente della necessità di avviare quanto prima una industrializzazione massiccia che potesse favorire uno sviluppo che soprattutto a partire dagli anni '50 non poteva essere solo di tipo agricolo o artigianale e che doveva affrontare una concorrenza internazionale che cominciava ad essere minacciosa per le sorti del governo peronista. La ricerca quindi descrive tutto questo processo che in parte riuscì a bloccare la crisi finanziaria anche se ciò avvenne con il sacrificio dei salari del mondo operaio che dovette essere in parte diminuito, contravvenendo in parte ai principi e agli orientamenti che avevano caratterizzato i primi anni dell'azione di governo del regime peronista caratterizzatosi per le sue diverse riforme sociali che ne avevano tratteggiato i suoi contorni riformisti. Nei rapporti con l'Italia nel secondo quinquennio peronista, si è dato largo spazio alle vicende inerenti il Nuovo Accordo Commerciale tra l'Italia e l'Argentina del 1952 e quali sono state le conseguenze di questo, oltre alla successiva richiesta di un miglioramento di tale accordo. Insieme a questo si è descritta e analizzata l'importanza dell'ultima visita del Ministro degli esteri argentino Remorino in Italia e lo stato dei rapporti tra i due paesi sul finire del 1954, di cui è ricca la documentazione. Inoltre si è cercato di analizzare la complessa vicenda del difficile rapporto negli ultimi due anni (1954-'55), tra Stato Peronista e Chiesa cattolica argentina: ho trattato il tema del peggioramento tra i due fronti nel campo dell'educazione, nel campo della famiglia, nel campo culturale, nel campo dei rapporti giuridici, nel rapporto tra cattolicesimo e partecipazione politica, descrivendo il tentativo del governo peronista di avere sotto il suo controllo la Chiesa cattolica argentina, la quale, secondo i documenti consultati, cercò nei primi mesi di trovare una mediazione con il governo peronista, fino alla rottura definitiva e agli attentati avvenuti negli ultimi mesi, analizzati in primis dai rapporti della nostra ambasciata a Buenos Aires e anche dalle analisi degli editoriali dei giornali italiani che in quegli anni si occuparono di questi episodi che disegnavano un quadro piuttosto conflittuale tra cattolici e filo-peronisti e che portarono la vicenda storica argentina fino alla caduta definitiva del governo peronista il 19 settembre del 1955. La ricerca ha cercato di descrivere i fatti che caratterizzarono gli ultimi mesi del governo peronista, descrivendo in maniera particolareggiata gli episodi avvenuti durante il Corpus Domini del '55, che si trasformò in una protesta massiccia contro il regime per le vie di Buenos Aires. Nei disordini che ne seguirono accadde perfino che fosse bruciata una bandiera argentina: un episodio che accese ancora di più gli animi, facendo inizialmente ricadere la responsabilità sui cattolici anche se oggi è noto, che sia stata una provocazione ordita tra le fila del regime per screditare l'opposizione. Le conseguenze di questi fatti furono nefaste per Perón, il quale parlando al paese gettò altra benzina sul fuoco, mentre alcuni gruppi peronisti attaccarono dei fedeli mentre si recavano a messa; inoltre due vescovi furono espulsi dal paese con l'accusa di sovvertire l'ordine; oltre a questo episodio la ricerca descrive il fallito golpe di una parte dei militari, il 16 giugno del 1955: fatti questi furono seguiti attentamente dalla diplomazia vaticana ma anche da quella del governo italiano oltre che dai principali giornali italiani come il "Corriere della Sera", "La Stampa", "Il Giornale d'Italia", e "L'Osservatore Romano", i quali dettero grande risalto ai fatti accaduti nel paese sudamericano. Non mancano nel corso della ricerca che ho svolto, indagini sui giornali italiani sui fatti inerenti le ultime settimane della dittatura peronista, quelle nelle quali Perón cercò di salvare il suo regime, cambiando anche alcuni ministri: in questi articoli ho trovato numerosi e interessanti contributi. Questi aiutano a delineare i contorni della realtà di quegli anni in maniera più chiara ma anche a capire il clima che si venne a creare tra l'Argentina peronista e l'Italia repubblicana a partire dalla fine del secondo conflitto mondiale, la necessità dei due governi di collaborare vicendevolmente sia dal punto di vista economico ma anche dal punto di vista politico internazionale come fu per il caso della posizione italiana, cioè il ruolo diplomatico avuto dall'Argentina nella vicenda dell'ammissione del nostro paese all'ONU, attraverso gli ambasciatori José Arce, poi con Jeronimo Remorino e poi dopo la guerra, per la questione dello status finale della città di Trieste e la questione delicata dell'emigrazione italiana nel paese sudamericano, di cui ho parlato prima, con tutte le conseguenze che questo comportava per il governo argentino.
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L'orso e il dragone: Russia e Cina, un'intesa per cambiare il mondo
In: Controvento
La tarantola iperborea: scrittori del Settecento svedese sul tarantismo
In: Biblioteca di studi storici sul tarantismo 1
La controversia sul metodo dell'economia politica: fonti inedite
In: Piccola biblioteca del pensiero occidentale 8
I patrimoni industriali: una geografia per lo sviluppo locale
In: Scienze geografiche 13