Zionist Colonialism in Palestine (1965)
In: Settler colonial studies, Band 2, Heft 1, S. 206-225
ISSN: 1838-0743
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In: Settler colonial studies, Band 2, Heft 1, S. 206-225
ISSN: 1838-0743
In: Settler colonial studies, Band 2, Heft 1, S. 1-8
ISSN: 1838-0743
In: Settler colonial studies, Band 2, Heft 1, S. 124-132
ISSN: 1838-0743
Cover -- Occhiello -- Indice -- Introduzione -- Poems -- Abbreviazioni -- Foreword - Italian colonization -- Part I Origins,rescission of agreements and resistance -- Chapter 1 The origins of italian colonization in Somalia -- Chapter 2 The Mullah: Sayyid Mohammed Abdullah Hassan and his movement -- Chapter 3 The rescission of protection agreements by the fascist administration -- Part II Crucial issues during the italian colonial period -- Chapter 4 The ascent of italian colonialism in Somalia and the labour question, 1890s-1930s -- Chapter 5 Interaction among customary law, islamic law and colonial law during the italian administration of Somalia -- Part III From colonization to trusteeship and independence -- Chapter 6 Italy's "right of return" to Somalia after the defeat in the second world war -- Chapter 7 The United Nations and the Somali question: The transformation process from colony indipendence -- Part IV The aftermath of italian colonialism -- Chapter 8 The case of the boundary dispute between Ethiopia and Somalia:some remarks from an international law standpoint -- Chapter 9 Reparation for colonial crimes: the case of Somalia -- Appendice -- Volumi pubblicati.
In: Settler colonial studies, Band 2, Heft 1, S. 268-272
ISSN: 1838-0743
In: Settler colonial studies, Band 2, Heft 1, S. 108-123
ISSN: 1838-0743
In: Settler colonial studies, Band 2, Heft 1, S. 226-252
ISSN: 1838-0743
In: Settler colonial studies, Band 2, Heft 1, S. 39-58
ISSN: 1838-0743
In: Settler colonial studies, Band 2, Heft 1, S. 59-80
ISSN: 1838-0743
In: Publications de l'Académie du Royaume du Maroc
In: Maǧallat al-baḥṯ al-ʿilmī fi 'l-ādāb$dmaǧallat muḥkamat rubʿ sanawīya$hǦāmiʿat ʿAin Šams, Kullīyat al-Banāt li-l-Ādāb wa-'l-ʿUlūm wa-'t-Tarbiya: Journal of scientific research in arts, Band 21, Heft 1, S. 69-114
ISSN: 2356-8321
Settler colonialism has long been at the center of the Palestine Liberation Organization's understanding of Zionism, providing the theoretical basis for the proposal of a unitary, democratic and non-sectarian state in historic Palestine. The Oslo Accords reversed this trend, promoting a discourse centered on conflict resolution, coexistence and the "two people-two states" solution. The recent consolidation of Settler Colonial Studies as an academic field, led to a powerful resurgence of settler colonialism as the interpretive framework for understanding Zionism and decolonization as the solution to the Palestine question. ; L'analisi del sionismo come colonialismo di insediamento è stato a lungo il quadro ideologico di riferimento dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina e la base teorica per l'elaborazione della proposta di Stato unitario, democratico e non confessionale nella Palestina storica. L'era degli Accordi di Oslo ha invertito questa tendenza, promuovendo un discorso incentrato sulla retorica del conflitto, della coesistenza e della soluzione "due popoli-due stati". Recentemente, grazie al consolidamento in ambito accademico dei Settler Colonial Studies si è posto di nuovo al centro del dibattito il colonialismo di insediamento come paradigma per comprendere il sionismo e la decolonizzazione come soluzione alla questione palestinese.
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La Tesi in oggetto tratta della storia di Puerto Rico, colonia spagnola nelle Antille per circa 400 anni, poi possedimento statunitense dal trattato di pace firmato a Parigi nel dicembre del 1898, come conseguenza della guerra Ispano Cubano Americana. Detto questo, mi sono voluto focalizzare sugli anni che precedettero di poco la guerra, che portò alla Spagna la perdita delle ultime colonie, e di quelli immediatamente successivi, in cui si instaurò un Governatorato Militare e poi Civile sotto l'egida degli Stati Uniti. La scelta del periodo suddetto è stata fatta perché ho ritenuto che quegli anni avessero fatto da matrice a ciò che Puerto Rico è stato per molti anni (e per certi versi ancora ora è): un paese in cerca di una identità. Dai documenti archivistici consultati, l'ultimo periodo spagnolo è vissuto dalla potenza coloniale come una lunga ed inesorabile attesa verso una fine drammatica. Mi sono focalizzato molto sui documenti che trattavano le relazioni fra il Governo di Madrid, e del Ministero deputato alle colonie, Ultramar, e quello di Puerto Rico, proprio per cercare di capire come vivessero gli amministratori, i governanti, quegli anni per loro niente affatto facili. Ho completato quei documenti con altri di provenienza opposta, ossia statunitense, prodotti dal rappresentante americano sull'isola, il Console, che davano una visione più ampia e completa del periodo in esame. Visione ulteriormente allargata grazie anche a fonti esterne ai due stati come quelle a stampa. Stampa che ha giocato un ruolo, almeno nel caso dello scoppio della guerra, per nulla secondario. Da altri documenti archivistici, di stampo militare soprattutto, ho anche voluto soffermarmi su alcuni momenti della guerra che mi sono serviti a capire il grande divario che c'era fra le due forze in campo. Altro punto, e periodo, approfondito è quello immediatamente successivo alla firma dell'armistizio che avrebbe portato al Trattato di Pace fra le due potenze, perché il brusco cambio di potere, intervallato da una sorta di vacatio imperii dovuta alla evacuazione dell'isola da parte spagnola e l'impossessamento della stessa da parte statunitense, ha portato ad un periodo di criminalità e violenza mai sperimentati a Puerto Rico fino ad allora. Altro lasso di tempo topico preso in esame è quello in cui dal Governatorato Militare si passa a quello Civile attraverso una Legge Organica emanata da Washington, passata alla storia come Legge Foraker. E' quello il periodo in cui il colonialismo di stampo americano inizia ad estrinsecarsi maggiormente e a compiere più alacri sforzi ai fini della "americanizzazione" di Puerto Rico. Da quanto detto finora, le domande che mi sono posto, e a cui ho cercato di dare una risposta, sono state: Come si viveva dal punto di vista amministrativo e politico, e di conseguenza anche sociale, a Puerto Rico negli ultimi anni di dominio spagnolo? Come è avvenuto il passaggio di consegne fra le due potenze e cosa ha immediatamente prodotto? Come gli statunitensi hanno agito nei primi anni di Governatorato Civile e cosa hanno lasciato in eredità? In tutto ciò, il filone storiografico a cui mi sono accodato è quello di stampo portoricano e poi statunitense ( non esistendone in Italia uno al riguardo), con come storico di maggiore riferimento il portoricano Fernando Picò. ; The thesis in question is about the history of Puerto Rico, the Spanish colony in the West Indies for 400 years, then the property of the US by the treaty of peace signed in Paris in December 1898, as a result of the Hispanic Cuban American war. That said, I wanted to focus on the years leading up to the war, which led to the loss of the last Spanish colonies, and those immediately following, in which is established a Military Government and then the Civil under the aegis of the United States.The choice of that period has been taken because I thought that those years had been like a matrix for what Puerto Rico has been for long years (and still is, in some ways): a country looking for an identity. From the archive documents that I've consulted, the last period of Spanish rule is lived by the colonial power as a long and inexorable waiting for a dramatic end. I have been focused on documents about the relationships among Madrid Govern, Ministerio de Ultramar and Puerto Rico Govern, to try to understand the way the administrators lived those not easy years. I've completed those documents with others from the opposite side, the USA one, made by the American representative on the island, the Consul, that gave a larger point of view of the period in exam. The view has been even wider thanks to external sources of the two states as the press ones. The press that played a big role, at least in the case of the war, second to none. The documents of military archives helped me to understand the differences on the playground battle. One more period of interest has been the one about the armistice and the days after, until the treaty of peace signed in Paris, when there was a sort of vacation imperii done because of the evacuation of the island by the Spaniards and the taken by the USA that leaded to a period of high criminality and violence never seen in Puerto Rico. Another topic period was the passage from a Military Government to a Civil one, thanks to the Organic Law called Foraker. That was the period when the usa colonialism begins to exteriorize more to make greatest effort for the Americanization of Puerto Rico. With that said, the question I've made to myself, which I've tried to answer, have been: How was the political, administrative and social life in Puerto Rico before the war under the Spanish rule? How has been the passage between the two powers and what immediately has done? How the USA governs acted in the early years of Civil Government and what they left as legacy? With that said, the genre of historiography which I agreed is the Portorican and American one (not having one italian), as leading historians Fernando Picò and Maria Dolores Luque de Sanchez. ; Dottorato di ricerca in Storia dell'Europa XIV-XX secolo (XXVIII ciclo)
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Come ha più d'una volta ribadito il figlio Giuliano, Pietro Bonfante non fu mai un nazionalista. Lo dimostra, in primo luogo, il suo atteggiamento sulla Dalmazia. Egli, soprattutto per ragioni storico-demografiche, contrastò ogni velleità d'annessione di queste terre. Descriverlo come avversario del colonialismo è senza dubbio inesatto, ma Pietro Bonfante – lo attesta la sua memoria in difesa di re Faysal di Siria – condannò decisamente la politica francese e inglese in Medio Oriente e l'accordo Sykes-Picot. Egli inoltre, a differenza dei nazionalisti, in politica economica fu un liberista, sebbene rifugisse anche in questo campo ogni dogmatismo. Fin dal 1915 si convinse che il ciclo storico del dominio mondiale europeo stesse per chiudersi e che Il futuro appartenesse ormai alle nuove realtà continentali e, in particolare, agli Stati Uniti d'America. L'unica via di salvezza per il vecchio continente era l'unione politica di Francia, Italia , paesi latini e Germania. La sua adesione al fascismo – mai sincera – fu distaccata e prudente e non gli impedì, in pieno 1925, di avanzare progetti di riforma ispirati al costituzionalismo liberale.Pietro Bonfante, as stressed more than once by his son Giuliano, was never a nationalist. His attitude in the relationship with Dalmatia proves this. Mainly for demographic and historical reasons he opposed everyone intending to grab these lands. Depicting him as an enemy of colonialism is with no doubt incorrect, but Pietro Bonfante – the defence written for King Faysal of Syria shows it – fiercely attacked French and English politics in the Middle East and the Sykes-Picot agreement. In addition, unlike the nationalists, he was a liberist, though avoiding every economic orthodoxy. Since 1915 he was convinced that the time had come for Europe to release the grasp on world leadership, which was now belonging to new continental states and in particular to the U.S.A. The only way for the Old Continent to save itself was the political union of France, Italy, latin nations and Germany. His adhesion to fascism – never sincere – was very cautious and it never stopped him, in 1925, from proposing reform projects inspired by liberal constitutionalism.
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