La Shanghai Cooperation Organization
In: Il politico: rivista italiana di scienze politiche ; rivista quardrimestrale, Band 73, Heft 2, S. 127-142
ISSN: 0032-325X
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In: Il politico: rivista italiana di scienze politiche ; rivista quardrimestrale, Band 73, Heft 2, S. 127-142
ISSN: 0032-325X
In: Pubblicazioni della Facoltà di studi politici e per l'alta formazione europea e mediterranea Jean Monnet della Seconda Università degli studi di Napoli
In: Atti e convegni 7
In: Rivista di studi politici internazionali: RSPI, Band 69, Heft 1, S. 141-142
ISSN: 0035-6611
In: Quaderni del Dipartimento di giurisprudenza dell'Università di Torino 11
In: Politica/ studi 82
Socio-economic performance differs not only across countries but within countries too and can persist even after religion, language, and formal institutions are long shared. One interpretation of these disparities is that successful regions are characterized by higher levels of trust, and, more generally, of cooperation. Here we study a classic case of within-country disparities, the Italian North-South divide, to find out whether people exhibit geographically distinct abilities to cooperate independently of many other factors and whence these differences emerge. Through an experiment in four Italian cities, we study the behavior of a sample of the general population toward trust and contributions to the common good. We find that trust and contributions vary in unison, and diminish moving from North to South. This regional gap cannot be attributed to payoffs from cooperation or to institutions, formal or informal, that may vary across Italy, as the experimental methodology silences their impact. The gap is also independent of risk and other-regarding preferences which we measure experimentally, suggesting that the lower ability to cooperate we find in the South is not due to individual \moral" flaws. The gap could originate from emergent collective properties, such as different social norms and the expectations they engender. The absence of convergence in behavior during the last 150 years, since Italy was unified, further suggests that these norms can persist overtime. Using a millennium-long dataset, we explore whether the quality of past political institutions and the frequency of wars could explain the emergence of these differences in norms.
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This contribution aims at briefly analysing the history of social cooperation in Italy, as a valuable and pluralistic reality in continuous expansion and transformation. The study and monitoring over time of cooperative organizations, with their occupational and economic impact, reveal a significant development in the community context of reference with regard to the supply of social, health and educational services, as well as opportunities for social and work inclusion also for people with disabilities. The historical narrative of Italian social cooperatives goes hand in hand with a possible global response to the needs of humanity, the demand for economic democracy and sustainable development. In the dramatic era of the Coronavirus, the culture of cooperation needs to be shaped according to a complex and peculiar business model, inspired by principles of solidarity and mutualism not conveyed by rhetoric but by social responsibility enhanced by inclusive processes. ; Il presente contributo intende sinteticamente analizzare la storia della cooperazione sociale in Italia, quale preziosa e pluralista realtà in continua espansione e trasformazione. Lo studio e il monitoraggio nel tempo delle organizzazioni cooperative, con il loro impatto occupazionale e economico, rilevano un significativo sviluppo nel contesto comunitario di riferimento relativamente all'offerta di servizi sociosanitari e educativi, oltre all'opportunità di inclusione sociale e lavorativa anche per le persone con disabilità. La narrazione storica delle cooperative sociali italiane si affianca a una possibile risposta globale ai bisogni dell'umanità, alla domanda di democrazia economica e di sviluppo sostenibile. Nella drammatica epoca del Coronavirus la cultura della cooperazione necessita di plasmarsi secondo un complesso e peculiare modello di impresa, ispirato a principi solidali e mutualistici non veicolati dalla retorica ma dalla responsabilità sociale potenziata dai processi inclusivi.
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In: Rivista di studi politici internazionali: RSPI, Band 71, Heft 2, S. 345
ISSN: 0035-6611
Le città costituiscono uno spazio ideale in cui osservare le trasformazioni sociali generate da un evento inatteso come la crisi pandemica del 2020-2021. Il saggio mette a fuoco le conseguenze esercitate dalla crisi Covid-19 sulla componente transnazionale e multiscalare del policy making urbano. In particolare, sono osservabili cambiamenti e/o continuità nei paradigmi di policy, negli immaginari e nei modelli di azione pubblica ad essi collegati? E perché? Per rispondere è stato analizzato un caso di azione multiscalare per lo sviluppo urbano sostenibile, il programma International Urban Cooperation dell'Unione Europea, comparando la fase precedente alla pandemia e quella successiva. Il programma si è rivelato uno strumento di cooperazione anche nel corso di una crisi inattesa, socialmente ed economicamente devastante per le aree urbane. Il frame della sostenibilità continua a offrire un riferimento valoriale e cognitivo di facile condivisione, che favorisce la convergenza e fornisce agli attori della governance locale categorie utili a concettualizzare i problemi urbani riscontrati nelle proprie città, definire le risposte di policy necessarie, anche per affrontare le nuove sfide poste dalla crisi, senza il bisogno di ricercare ulteriori strumenti. Questo effetto dipende: dalla razionalità degli attori destinatari del programma; dalle relazioni fra la dimensione cognitiva (semiotica) e quella materiale dei processi di variazione, selezione, e ritenzione di immaginari.
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Fragmented after the Yougoslav dissolution, the Serbs of Serbia and Republika Srpska are still claimed by their intellectual and political elites as members of a single national body that transcends the borders. This article will aim at tackling the framework, modalities and outcomes of cooperation between the Serbian Republic and the Bosnian Serb entity in order to preserve the representation of this common nation within a «common spiritual space», through the reading of paradiplomacy.
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In: Treaties and other International Acts Series, 10227
World Affairs Online
I bambini sono esseri umani che - proprio per la giovane età e la conseguente vulnerabilità - hanno bisogno di una specifica protezione. E' nella fase dell'infanzia che si pongono le basi per la realizzazione della vita da adulto: garantire un'infanzia felice e libera da preoccupazioni e problemi significa assicurare al bambino la possibilità di diventare un adulto felice, realizzato e responsabile. Quindi qualsiasi situazione economica o sociale che possa mettere in pericolo la corretta crescita e lo sviluppo del minore costituisce una violazione dei suoi diritti. La cooperazione allo sviluppo si pone come obiettivo principale quello di contribuire all'innalzamento del livello di protezione dei diritti dei bambini su scala mondiale. Nonostante in materia di diritti dell'infanzia si disponga, ormai, a livello internazionale, di una normativa esauriente e universalmente condivisa, milioni di bambine e bambini e di adolescenti nel mondo continuano a subire soprusi di ogni tipo: basta leggere le cronache quotidiane, i rapporti delle Ong, della Commissione ONU per i diritti umani o del Comitato per i diritti del fanciullo delle Nazioni Unite. La cooperazione alo sviluppo si orienta verso la risoluzione di questi problemi affrontando le problematiche più gravi che colpiscono i minori in situazioni di vulnerabilità e rischio in tante parti del mondo. In questo lavoro si è esaminata la cooperazione allo sviluppo italiana e l'approccio ai diritti dell'infanzia; dapprima, si è analizzata la cooperazione governativa attuata dal Ministero degli Esteri; successivamente la cooperazione non governativa e decentrata posta in essere dalle ong e dagli enti locali; è stata realizzata quindi una ricerca di campo su alcune tra le maggiori ong italiane che si occupano di infanzia e di adolescenza ed è stato analizzato un progetto di cooperazione realizzato da una ong italiana in Marocco, Algeria, Francia, Spagna e Italia sulla tutela dei minori migranti. Nel lavoro si cerca di rispondere a un quesito fondamentale: in tempi di crisi, finanziaria, economica e, a volte, anche di valori, può la cooperazione allo sviluppo non governativa, e in particolare quella decentrata, salvare la cooperazione italiana e ridarle quello slancio di cui ha bisogno per riacquistare efficacia e fiducia da parte degli Italiani, e ridare all'Italia un posto importante nello scacchiere internazionale che si occupa di sviluppo? ; Children are human beings - just for the young and the resulting vulnerability – that need special protection. And, in the phase of childhood there is the foundations were laid for the realization of the adult life: ensure a happy and free from worries or problems about making sure to child the chance to become a happy adult, and made responsible. Therefore, any economic or social situation that might impair the proper growth and development of the child shall be a violation of his rights. Development cooperation aims primarily to contribute to raising the level of protection of the rights of children worldwide. Although on the rights of children we have, now, internationally, a comprehensive legislation and universally shared, millions of girls and children and adolescents in the world continue to suffer abuses of all kinds, just read the daily news, the reports of NGOs, the UN Commission on Human Rights or the Committee on the Rights of the Child United Nations. The development cooperation is directed towards solving these problems by addressing the most serious problems affecting children in situation of vulnerability and risk in many parts of the world. In this work we examined the Italian development cooperation and its approach to children's rights, at first, we analyzed the governmental cooperation implemented by the Ministry of Foreign Affairs, after which the non-governmental cooperation and decentralized into being by the NGOs and institutions local, then a research was made of field on some of the major Italian NGOs that deal with childhood and adolescence and we analyzed a cooperation project carried out by an Italian NGO in Morocco, Algeria, France, Spain and Italy on the protection of migrant children. In the work We try to answer a fundamental question: in times of crisis, financial, economic and, sometimes, also of values, can the non-governmental development cooperation, and particularly the decentralized one, save the Italian cooperation and bring it back the momentum they need to regain confidence and effectiveness of the Italians, and give Italy an important place in the international arena that deals with development? ; Dottorato di ricerca in Promozione e tutela dei diritti dell'infanzia (XXII ciclo)
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