The Greek minority in Albania: a documentary record (1921-1993)
In: Institute for Balkan Studies 258
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The behaviours of the scribes who (in a dynamic relationship of collaboration and autonomy) worked for the bishops of transjurane Burgundy are placed in correlation with the transformation of documentary cultures and institutional frameworks between the end of the Carolingian order and the age of territorial principalities. The construction of episcopal special documents depended on a bricolage of textual and graphic elements originating from both the royal model of "public" document and "private" documentary types and is here analysed in reference to the evolution of the bishops' political and institutional role. ; I comportamenti degli scribi che operarono, in un rapporto dinamico di collaborazione e autonomia, per i vescovi della Borgogna transgiurana sono messi in relazione con le trasformazioni di culture documentarie, quadri istituzionali e forme della società dalla dissoluzione dell'ordine carolingio al ricompattamento entro i principati territoriali. La costruzione di atti vescovili speciali previde un bricolage di elementi formulari e grafici provenienti tanto dal documento pubblico regio quanto da modelli arcaici o alloctoni di documento "privato" ed è qui studiata con riferimento alle esigenze di spendibilità della documentazione degli episcopi in termini sia giuridici sia politici.
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In this study, we are concerned with the "carteggio interno" of the Fondo Sforzesco, preserved in the State Archive of Milan. This huge documentary deposit can provide the historian both with an unprecedented amount of data and sources of outstanding heuristical potential and with some possible deception, like the lack of information or the complete silence about important events. Starting from a dossier of documents (parts of them enclosed in a digital appendix), we will analize the centrality of the letter. The flexible format of the letter is suitable to express personal feelings, emotions, and also a certain degree of informality and confidence. Writing to the prince, the correspondent is normally inclined to go beyond the rules and to use confidential terms or remember personal acquaintance, in a characteristic mixture between the political sphere and the private and personal dimension. As narrative texts, letters require a careful exegesis and interpretation. Finally, the huge dimensions and the narrative appeal of the "carteggio" may give the wrong impression of a pervasive and powerful State, where the relationship with the prince dominates the political life. ; Nell'ambito della "storia documentaria delle istituzioni" ci si propone di esaminare il carteggio interno del Fondo Sforzesco dell'ASMi e di metterne in luce la ricchezza, le potenzialità per la ricerca e anche qualche possibile insidia interpretativa. A partire da un dossier di documenti, che in parte sono forniti come corredo iconografico al testo, si analizza la centralità della lettera all'interno di questo corpus di carte. La forma epistolare è prima di tutto un medium di comunicazione interpersonale, poco formalizzata e libera nell'espressione: chi scrive al principe segue certe regole e stili, ma può anche utilizzare toni confidenziali e personali, in una commistione tra pubblico e privato particolarmente congeniale alle relazioni politiche dello stato principesco. Le lettere sono costruite come testi narrativi e vanno attentamente interpretate e contestualizzate. Le stesse dimensioni del carteggio, che costituisce una raccolta imponente, condizionano il lettore che è tentato di vedervi un'immagine della pervasività e della potenza dello stato ducale.
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Scritture e potere. Pratiche documentarie e forme di governo nell'Italia tardomedievale (XIV-XV secolo). ; Writing and power. Documentary practices and forms of government in late medieval Italian (14th-15th Centuries).
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During the 12th and the first part of the 13th century there is no testimony of a clear textual tipology of council resolutions. After the second quarter of the 13th century notaries and lawyers began to outline a new pattern of written record, conceived as a council report: the libri consiliorum appeared in San Gimignano, Perugia, Prato, Bologna Siena. This particular form enhanced very much its complexity during the late 13th century. At the beginning of Trecento, large councils began to be replaced by small committees as the centre of political decision, and even written resolutions are affected by such a change. The paper analyzes the cases of cities ruled by a lord, small oligarchic communes and big cities with a great republican tradition such as Florence and Bononia. ; Il saggio esamina l'evoluzione delle forme documentarie delle deliberazioni consiliari nelle città comunali italiane tra XII e XIV secolo. In una prima fase, ancora fino all'inizio del Duecento, non esiste una vera e propria forma documentaria specificamente consiliare. Un nuovo modello testuale in tal senso emerge nel secondo quarto del Duecento, a seguito di una intensa elaborazione da parte dei professionisti della scrittura, che giunse a compimento nel periodo della comparsa dei primi libri consiliorum, prima a San Gimignano e poi a Prato, Bologna, Perugia, Siena. Il secondo Duecento è la fase di piena maturazione delle delibere consiliari. Nel secolo successivo, per effetto di mutati equilibri istituzionali e politici tra assembleee "larghe" e ristretti comitati di governo, è in corso una ulteriore evoluzione, della quale il saggio esamina i passaggi in piccoli centri autonomi, città signorili e grandi dominanti repubblicane come Bologna e Firenze.
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Il saggio esamina la storia istituzionale e la documentazione della magistratura dei Regolatori, istituita a metà Trecento per sovrintendere all'amministrazione contabile della Repubblica fiorentina. La flessibilità e il pragmatismo delle pratiche documentarie adottate dall'ufficio ben rappresentano i motivi fondamentali del governo fiorentino specialmente sul territorio, e caratterizzano i Regolatori dalla nascita fino alla progressiva estinzione del loro ruolo: nel nuovo contesto del XV secolo, infatti, l'importanza crescente dell'amministrazione del debito pubblico finirà per scavalcare le funzioni dei Regolatori, determinando nei secoli successivi anche l'inclusione di tutte le carte dell'ufficio nel grande archivio del Monte. ; The essay analizes the institutional and documentary practices of the office of Regulatores introitus et expensarum, born in 1352 in order to control the financial administration of the florentine Camera communis. Flexibility and pragmatic ability of adaptation are the most important features of the new office, that make the Regulatores an effective tool for the florentine government of the State. A form of administration useful but not long lasting: since the first decades of Quattrocento, the importance of public debt brings the Ufficiali del Monte to take a central role in financial administration, with the slow decline of the Regulatores. The archive of the office lies now inside the huge Archivio del Monte, witnessing the close relation between institutional history and evolution of documentary and achival organization.
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L'impatto delle decisioni degli officiali papali sulle città dello Stato della Chiesa che avrebbero dovuto governare è probabilmente un osservatorio privilegiato di quella "cattiva politica" di cui viene sovente accusato il Papato avignonese nei confronti dei territori pontifici dell'Italia centrale. Quali erano le forme della produzione documentaria dei legati mandati a governare lo Stato pontificio nella seconda metà del Trecento? Quali conseguenze ebbe lo sviluppo dei carteggi legatizi sul sistema documentario comunale? In che misura le strategie di collazione messe in opera dai regimi comunali sono rivelatrici della loro sensibilità politica? Questi sono i principali interrogativi affrontati in questo saggio, che mira a illustrare la collisione tra le secolari consuetudini di produzione e conservazione documentaria della Chiesa e dei comuni, in questo caso Orvieto e Spoleto. ; The impact of the papal officers' decisions on the cities of the Papal State they were supposed to govern are probably one of the best apprehension points of those bad politics generally summarising the attitude of the Avignonese papacy towards Central Italy. How was structured the production of the written decisions of the legates sent to govern the papal State in the second half of the Fourteenth Century? What consequences had the development of their correspondence on the documentary system performed by the communes? In what measure the collating strategies adopted by the cities were significant of their political sensibility? These are the main questions approached in this essay directed to study the confrontation between the secular experiments of production and conservation of writs of the Church and of the communes, in this case of Orvieto and Spoleto.
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Alla fine del Quattrocento e nel Cinquecento, i comuni alloglotti della montagna veronese (detti più tardi «Tredici Comuni») e della montagna vicentina («Sette Comuni») fabbricarono una lunga serie di documenti falsi, attribuiti all'epoca di Cangrande della Scala (anni '20 del Trecento), con l'obiettivo di definire sul terreno i confini del proprio territorio, usurpando pascoli e boschi appartenenti ad enti e proprietari delle città di Verona e Vicenza oppure ai signori e alle comunità della Vallagarina e della Valsugana soggette all'impero asburgico. La ricerca analizza, comparativamente, i due casi, profondamente diversi tra di loro. Nella montagna veronese, infatti, l'insediamento umano e la creazione di comunità organizzate fu molto tarda, e si concretizzò solo nel Trecento e nel Quattrocento; nella montagna vicentina invece le comunità rurali si organizzano precocemente, e soprattutto ha una notevole importanza, in questo caso, il confine 'interstatale' tra il territorio vicentino e il territorio feltrino, e successivamente tra il territorio vicentino e l'impero asburgico, che dagli inizi del Quattrocento controlla la Valsugana. La ricerca discute infine l'atteggiamento del governo veneziano, che deliberatamente accetta, per motivazioni politico-strategiche, questi "confini inventati". ; At the end of the fifteenth century and in the sixteenth century the non-Italian speaking communes of the Veronese mountains (later called «Tredici Comuni») and of the Vicentine mountains (later called «Sette Comuni») made up a large number of faked documents, dating at the age of Cangrande della Scala (the 20s of the fourteenth century) with the aim of establishing the boundaries of their territory, usurping pastures and forests belonging to institutions and citizens of Verona and Vicenza, or to the lords and the communities of the Vallagarina and the Valsugana subject to the Habsburg Empire. The research carries out a comparative analysis of these two largely different cases. In the Veronese mountains, in fact, human settlings and the creation of organized communities date only from the fourteenth and the fifteenth centuries, while the rural communities of the Vicentine mountains had long since established; in the case we analyze here, of particular importance is the 'inter-state' boundary between the territory of Vicenza and the territory of Feltre, and later between the territory of Vicenza and the Habsburg Empire, whose rule upon the Valsugana dates from the beginning of the fifteenth century. The research also discusses the attitude of the Venetian government, and its purposely acceptance, owing to political-strategic reasons, of these 'invented boundaries'.
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Alla fine del Quattrocento e nel Cinquecento, i comuni alloglotti della montagna veronese (detti più tardi «Tredici Comuni») e della montagna vicentina («Sette Comuni») fabbricarono una lunga serie di documenti falsi, attribuiti all'epoca di Cangrande della Scala (anni '20 del Trecento), con l'obiettivo di definire sul terreno i confini del proprio territorio, usurpando pascoli e boschi appartenenti ad enti e proprietari delle città di Verona e Vicenza oppure ai signori e alle comunità della Vallagarina e della Valsugana soggette all'impero asburgico. La ricerca analizza, comparativamente, i due casi, profondamente diversi tra di loro. Nella montagna veronese, infatti, l'insediamento umano e la creazione di comunità organizzate fu molto tarda, e si concretizzò solo nel Trecento e nel Quattrocento; nella montagna vicentina invece le comunità rurali si organizzano precocemente, e soprattutto ha una notevole importanza, in questo caso, il confine 'interstatale' tra il territorio vicentino e il territorio feltrino, e successivamente tra il territorio vicentino e l'impero asburgico, che dagli inizi del Quattrocento controlla la Valsugana. La ricerca discute infine l'atteggiamento del governo veneziano, che deliberatamente accetta, per motivazioni politico-strategiche, questi "confini inventati". ; At the end of the fifteenth century and in the sixteenth century the non-Italian speaking communes of the Veronese mountains (later called «Tredici Comuni») and of the Vicentine mountains (later called «Sette Comuni») made up a large number of faked documents, dating at the age of Cangrande della Scala (the 20s of the fourteenth century) with the aim of establishing the boundaries of their territory, usurping pastures and forests belonging to institutions and citizens of Verona and Vicenza, or to the lords and the communities of the Vallagarina and the Valsugana subject to the Habsburg Empire. The research carries out a comparative analysis of these two largely different cases. In the Veronese mountains, in fact, human settlings and the creation of organized communities date only from the fourteenth and the fifteenth centuries, while the rural communities of the Vicentine mountains had long since established; in the case we analyze here, of particular importance is the 'inter-state' boundary between the territory of Vicenza and the territory of Feltre, and later between the territory of Vicenza and the Habsburg Empire, whose rule upon the Valsugana dates from the beginning of the fifteenth century. The research also discusses the attitude of the Venetian government, and its purposely acceptance, owing to political-strategic reasons, of these 'invented boundaries'.
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Il patrimonio storico, paesaggistico e culturale del Sannio è la traccia materiale dell'alternanza di numerose dominazioni sul territorio fin dall'antichità, ma è anche il risultato evidente di un processo storicopolitico che ha interessato la provincia e che ha contribuito alla sua trasformazione, crescita e sviluppo nel tempo. Una storia, quella del Sannio, che inizia, ovviamente, molto prima del suo riconoscimento come provincia, ma che, a partire dal Decreto istitutivo del 1860, è segnata da un progetto di costruzione, anche cartografica, della circoscrizione amministrativa che ne ha definito irreversibilmente, la "forma" (confini ed estensione) e i "contenuti" (comunità, risorse e insediamenti). Considerato che, ad eccezione di pochi studi di sintesi su alcune e ben determinate aree ed epoche storiche, manca a tutt'oggi uno studio complessivo che renda conto delle trasformazioni e delle ricostruzioni del sistema paesaggistico-culturale sannita, sulla scia della disciplina ora usualmente definita "Landscape Archaeology", il presente contributo si pone l'obiettivo di evidenziare, attraverso lo studio delle fonti documentarie, archivistiche e cartografiche di matrice storico-geografico del Sannio di fine '800, patrimonio dell'Archivio di Stato di Benevento (ASBN), quanto il processo di definizione politica della provincia sannita abbia contribuito alla attuale configurazione del patrimonio storico, paesaggistico e culturale del Sannio. ; The historical, landscaping and cultural heritage of the Sannio is the material trace of alternation of many dominations in the territory since ancient times, but it is also the obvious result of a historical and political process that has affected the province and that has contributed to its transformation, growth and development over time. The story of Sannio begins long before its recognition as a province and the Decree of 1860 provides a plane for the construction of the administrative district that has defined irreversibly, the "form" (boundaries and extension) but also the "contents" (communities, settlements and resources). With the exception of a few studies on synthesis and some very specific areas and historical eras, still lacks a study which overall realize the transformation and reconstruction of cultural-landscape system of Sannio, according to the approach "Landscape Archaeology". This contribution aims to highlight, through the study of documentary, archives and cartographic sources of historical and geographical matrix of Sannio end of '800, heritage of the State Archives of Benevento (ASBN), as the process of defining policy of the province has contributed to the current configuration of the historical, natural and cultural Sannio.
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In: Edizioni dell'Istituto Papirologico «G. Vitelli»
Volume 14 of the Comunicazioni dell'Istituto Papirologico «G. Vitelli» is divided into three sections: 1. Editions and rieditions of texts; 2. Critical notes; 3. Chronique de lexicographie papyrologique de la vie matérielle. The first section includes the editio princeps of a papyrus of the Cambridge collection, and the new edition of two texts kept in Leipzig and Vienna. The second section includes a paper on a fragment of Archilochos, and another one on the festal letters. The third section, as in the previous volumes, concerns the international research project Contextes et mobiliers, de l'époque hellénistique à l'époque mamelouke. Approches archéologiques, historiques et anthropologiques (led by IFAO) and is divided into three sections: bibliographic update (Bulletin); corrections and notes on already published texts (Corr.Lex.Mat.); specific contributions on the lexicography of material culture (Études).
Il seguente articolo parla dei film scientifici ed educativi prodotti da Roberto Omegna per l'Istituto Luce durante il periodo fascista. Dall'analisi dei documentari emergono due prospettive: quella dello scienziato, il cui orientamento era positivista, e quello del regime, che tentò di strumentalizzare le pellicole scientifiche a scopi propagandistici. Rimanendo fedele a se stesso e alla verità dei fatti che desiderava produrre attraverso i suoi film, Omegna fu il pioniere di una pedagogia documentaristica che vedeva nella divulgazione scientifica un modo per condurre le nuove generazioni sulla via del progresso. ; The following paper is about the scientific and educational movies produced by Roberto Omegna for the "Istituto Luce" during the fascist period. Through the analysis of the Omegna's documentaries two different perspectives are revealed: the positivistic view of the scientist and the ideologist view of the fascist regime that tried to manipulate the scientific films in support of its political propaganda. Omegna was the pioneer of a pedagogy that wanted to convey in the new generations the importance of scientific progress.
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I documenti d'archivio sui restauri ottocenteschi della Pietà di Sebastiano del Piombo a Viterbo evidenziano la promulgazione di una circolare a tutti i vescovi dello Stato Pontificio che diviene la prima circolare sul restauro pittorico in Italia. Archival documents on restorations executed in mid XIXth century on Pietà by Sebastiano del Piombo at Viterbo point out the promulgation of a circular to all bishops in Vatican State that become the firts codified rule on painting restoration in Italy.
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The Sforza secret chancery is one of the most investigated case studies in the context of the "documentary history of the institutions". The chancery's history, however, has remained incomplete: scholars have neglected the years of Francesco II (1522-1535). This article aims to fill this gap, offering broader considerations on the complexity of the second Sforza "restoration". The perspective of documentary history highlights the strong political agency underlying Francesco II's governance. Despite his predicaments, Francesco proved to be able to actively design important elements of what would become the institutional framework of the State of Milan in the early modern period. ; La cancelleria segreta sforzesca ha rappresentato uno dei casi di studio più esplorati nell'ambito della "storia documentaria delle istituzioni". La storia della segreta, tuttavia, è rimasta incompleta: gli anni al potere di Francesco II (1522-1535) non sono stati oggetto di ricerca. L'articolo intende colmare questa lacuna, e si propone anche di offrire considerazioni di più ampio respiro sulla complessità della seconda "restaurazione" sforzesca. La prospettiva storico-documentaria fa emergere un forte grado di progettualità nell'azione di governo di Francesco II, capace, tra enormi difficoltà, di rivestire un ruolo fondativo nell'assetto istituzionale dello Stato di Milano nell'età moderna.
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