Die folgenden Links führen aus den jeweiligen lokalen Bibliotheken zum Volltext:
Alternativ können Sie versuchen, selbst über Ihren lokalen Bibliothekskatalog auf das gewünschte Dokument zuzugreifen.
Bei Zugriffsproblemen kontaktieren Sie uns gern.
35 Ergebnisse
Sortierung:
In: Analele Universității București: Annals of the University of Bucharest = Les Annales de l'Université de Bucarest. Științe politice = Political science series = Série Sciences politiques, Band 15, Heft 2, S. 25-37
Food security is one of the most complex problems that the world is facing today. This paper discusses the role of international trade in food security and analyzes whether there is a real option to promote or attract land investments, alongside domestic production and international trade for the nations touched by food insecurity. Considering food security as a common purpose for all nations, independently of their level of development or political ideologies, the research concludes that serious cooperation within international agricultural trade negotiations represents the main step towards resolving the most important world challenges such as achieving global food security alongside "Green Growth". International trade is connected with economic development: free trade brings on medium and long term economic growth. Fighting against poverty requires efficient economic policies and, due to the high degree of economic integration reached by the international economy, this is possible only if governments cooperate with each other and with international organizations, avoiding protectionism.
Dottorato di ricerca in Economia e territorio ; L'oggetto della tesi è la ricerca e la sperimentazione in campo di un modello interpretativo degli impatti prodotti dal cambiamento climatico sulla sicurezza alimentare e nutrizionale delle popolazioni residenti del Nicaragua. L'obiettivo specifico è lo sviluppo e la sperimentazione di una metodologia di analisi della vulnerabilità/stabilità all'insicurezza alimentare dei sistemi agroalimentari locali in Nicaragua in relazione agli effetti del cambiamento climatico, finalizzata alla identificazione di politiche di mitigazione. Il raggiungimento di questo obiettivo ha comportato un'amplia ricerca bibliografica e un'indagine di campo in Nicaragua di circa due mesi tra il Marzo e l'Aprile del 2010. Durante la permanenza in Nicaragua sono state realizzate numerose interviste e focus group con stakeholders sia istituzionali che del settore privato. L'analisi degli impatti generati dal cambiamento climatico sull'ambiente e sulle attività economiche è tanto più difficile e incerta quanto più si procede all'interno di un ambito territoriale ristretto. A livello locale, le dinamiche sociali e l'incidenza dell'azione antropica sull'ambiente possono risultare infatti determinanti nella creazione di condizioni favorevoli o avverse rispetto al benessere della popolazione insediata, ben più della variabilità climatica. La complessità dei fenomeni che legano il clima alle attività umane è ancor più manifesta quando si pretende di mettere in relazione i cambiamenti del clima indotti dal riscaldamento globale col tema della sicurezza alimentare di una determinata comunità. Quest'ultimo tema infatti riunisce aspetti sociali ed economici molto diversificati, come la produzione degli alimenti, la loro conservazione e l'accessibilità in base ai redditi familiari, le condizioni igienico-sanitarie e la proporzione con cui gli alimenti stessi vengono consumati. Investigare sulla relazione economica tra sistemi complessi, come il sistema climatico da una parte e la sicurezza alimentare dall'altra, comporta quindi l'attivazione di modelli interpretativi altrettanto complessi, così come di strumenti analitici di tipo sia quantitativo che qualitativo, tanto più preponderanti questi ultimi, quanto maggiore è la carenza di dati e serie storiche attendibili. Lo spunto iniziale della tesi consiste nella ricostruzione critica a posteriori del modello di interpretazione dell'impatto del cambiamento climatico sui sistemi ecologici e sociali sul quale si fonda l'attuale assetto delle politiche promosse dal governo nicaraguense in tema di sicurezza alimentare e di mitigazione dell'impatto del cambiamento climatico. In questo quadro si è analizzato in particolare l'Indice Aggregato di Insicurezza Alimentare e Nutrizionale elaborato da un'agenzia delle Nazioni Unite (il Programma Mondiale per l'Alimentazione), attualmente utilizzato in Nicaragua nella identificazione delle aree più esposte al rischio di sicurezza alimentare. A fronte delle critiche che si avanzano nei confronti di questo indice, si propone un modello di riferimento più completo per la misurazione della vulnerabilità delle realtà locali, ovvero l'Indice Aggregato Dinamico di Insicurezza Alimentare e Nutrizionale (IADIAN). Questo indice utilizza variabili dinamiche (tassi di variazione) riferite ai fattori socio-economici che determinano l'insicurezza alimentare e al tempo stesso cattura i fattori ambientali locali che maggiormente incidono sulle potenzialità produttive. Purtroppo una esemplificazione applicativa dell'IADIAN è impedita dalla mancanza dei necessari dati in serie storica, ma la sua formulazione fornisce comunque una direttrice operativa che si ritiene utile alla pianificazione della raccolta dei dati statistici (attualmente scarsi e mal organizzati) e all'ordinamento delle fonti statistiche. A fronte delle criticità metodologiche emerse nel corso delle analisi precedentemente illustrate, si passano in rassegna modelli interpretativi alternativi accreditati in letteratura, identificando nel modello concettuale classico, il "DPSIR" (Drivers, Pressures, State & Trends, Impacts and Responses) il più adatto allo sviluppo del tema in oggetto. Il DPSIR è finalizzato, oltreché all'interpretazione dei fenomeni, all'elaborazione di policies volte alla prevenzione e alla mitigazione degli effetti del cambiamento climatico. L'applicazione del modello DPSIR, una volta adattato al tema specifico della sicurezza alimentare e nutrizionale, si è rivelato particolarmente utile alla identificazione delle attuali carenze conoscitive, soprattutto per quanto riguarda gli impatti (impacts), e le risposte (responses). Nel quadro dell'analisi degli impatti si è sviluppato una Matrice Multicriteriale degli Impatti e della stabilità dei sistemi agro-alimentari rispetto al cambiamento climatico di due regioni agrarie del Nicaragua. Questa matrice disaggrega i sistemi agro-alimentari nelle loro componenti strutturali (produzione, distribuzione e consumo), mettendole in relazione con gli elementi ("pilastri") costitutivi della sicurezza alimentare e nutrizionale, ovvero: la disponibilità, l'accessibilità e l'uso biologico degli alimenti. La matrice è costruita sulla base di valutazioni di tipo prevalentemente qualitativo, ma offre anche un sistema si "scoring" che consente una priorizzazione dei problemi e, per via comparativa, anche una priorizzazione dei sistemi più vulnerabili. La regione dove si sono potuti apprezzare processi di adattamento e mitigazione degli effetti del cambiamento climatico non è tanto quella che dispone di maggior capitale naturale bensì quella che, contando su comunità di più antico e stabile insediamento, ha sviluppato nel tempo un maggior capitale sociale (come la Regione Agraria delle "Pianure agro-industriali della Costa Pacifica"). La regione agraria della "Nuova Frontiera Agricola e Costa Caraibica", pur contando su un elevato capitale naturale e su un alto potenziale produttivo, è caratterizzata invece da tipologie produttive altamente distruttive e sostenute da una popolazione pioniera che non ha sviluppato ancora modelli di aggregazione comunitaria stabili né un tessuto sociale collettivamente reattivo. L'analisi delle "risposte" si è concentrata su 6 modelli di intervento adottati attualmente dalle istituzioni nazionali (centrali e locali) con l'appoggio della comunità internazionale. Questa analisi ha evidenziato come nessun modello di intervento, considerato isolatamente, riunisca tutte le caratteristiche di efficienza ed efficacia necessari a innescare processi sostenibili di "resilienza" e sviluppo. Nessun intervento si può considerare dunque come una "buona pratica", soprattutto se non inserito in un quadro coordinato e coerente di interventi identificati in ragione di un contesto locale specifico. La durata di tutti gli interventi analizzati è inoltre insufficiente a garantire il successo delle azioni intraprese, tantomeno la loro sostenibilità. In molti casi infatti le iniziative analizzate sollevano aspettative di continuità che nella maggior parte dei casi restano frustrate. E' emersa dunque la necessità di promuovere azioni di sostegno alla sicurezza alimentare e alla mitigazione degli effetti del cambiamento climatico che assumano come criteri guida: - l'integralità, ovvero l'inserzione del tema della sicurezza alimentare nei processi di sviluppo del territorio, evitando che queste rimangano sganciate da una strategia di lotta contro la povertà, di rimozione delle sue cause strutturali e di tutela ambientale, - la coerenza istituzionale, in modo che le azioni di sicurezza alimentare e di mitigazione si coordino sempre con le istituzioni di riferimento, per armonizzare le metodologie di lavoro in vista di una possibile continuità delle azioni intraprese, - coerenza spaziale, ovvero una focalizzazione delle azioni in base a criteri che mettano in relazione le priorità di sicurezza alimentare con quelle ambientali. Dall'insieme delle analisi condotte sembra che si possa affermare dunque che l'insostenibilità ambientale delle pratiche agricole attuali (deforestazione, avanzamento incontrollato della frontiera agricola mediante l'uso del fuoco e dell'apertura di pascoli estensivi, agricoltura nomadica, ecc.) e la debolezza del capitale sociale siano le cause determinati del perpetuarsi di condizioni croniche di insicurezza alimentare. Anche se non suffragata da misurazioni quantitative, sembra credibile inoltre l'ipotesi che le variazioni micro-agro-climatiche a livello locale, originate dalla cattiva gestione delle risorse naturali, incidano attualmente molto più sulla insicurezza alimentare di quanto non facciano gli effetti del cambiamento climatico dovuto al riscaldamento globale. Le attuali politiche di intervento nel campo della sicurezza alimentare e le strategie di mitigazione degli effetti del cambiamento climatico non considerano sufficientemente gli aspetti sopra richiamati e la loro integrazione operativa è ancora insufficiente. Per evidenziare questa discrepanza si è elaborato una matrice degli interventi di mitigazione dell'impatto del cambiamento climatico sulla sicurezza alimentare e nutrizionale. La matrice proposta mette in relazione le carenze politiche e le priorità emerse dall'analisi DPSIR con una serie di proposte di azione politica, riferite in particolare alle due regioni agrarie selezionate. La comunità internazionale dei donanti (UE in primis), che sostiene le politiche ambientali e di sicurezza alimentare del governo nicaraguense, ha la responsabilità di promuovere interventi sinergici e coordinati, volti soprattutto a rimuovere gli ostacoli di carattere strutturale che impediscono l'equità d'accesso al capitale terra e all'alimentazione. Nell'ambito dell'aiuto internazionale dovranno essere inoltre maggiormente considerati gli studi volti al miglioramento delle conoscenze dei fenomeni che legano la variabilità climatica, la sicurezza alimentare e lo sviluppo economico. Il coinvolgimento della società civile nella gestione delle reti di solidarietà (ad esempio le reti di allerta precoce) e nella raccolta dei dati socio-economici e agro-climatici locali è inoltre di cruciale importanza. Solo uno sforzo congiunto delle comunità locali, delle istituzioni nazionali e della comunità internazionale, col supporto di adeguate conoscenze e di più efficaci strumenti di analisi, potrà invertire il processo di riproduzione delle condizioni ambientali e socio-economiche che determinano oggi l'esposizione al rischio di insicurezza alimentare per vasti strati della popolazione nicaraguense. ; The thesis deals with a research and an on-field testing of an impact interpretation model of climate change on food security in Nicaragua. The specific purpose is the development and testing of a vulnerability/stability analysis method of the effects of the climate change on two sample food systems in Nicaragua. The method is also aimed at the identification of prevention and mitigation policies. The achievement of this objective is based on a wide bibliographical research and a two months field survey in Nicaragua (March and April 2010). During the field survey a large number of interviews and focus groups with both private and institutional stakeholders was carried out. The more an impact analysis of climate change on environment and economic activities is focused on a restricted area, the less it results easy and reliable. Social dynamics and human action on environment at local level can be more crucial in creating adverse or favourable living conditions to people than climate variability. The complex relationship between climate and human activities is even more apparent when attempting to relate climate changes and food security of a specific community. Food security concept gets together different meanings, such as food production and conservation, income based food accessibility and biological use of food (diet patterns and hygienic conditions of food consumption). Therefore, dealing with economic relations between complex systems, as climate and food security, involves the use of articulated interpretation models as well as quantitative and qualitative analytical tools, being the latter prevalent in a condition of scarce or unreliable data and time series. The starting point of the thesis is a critical analysis of the current interpretation model of the impact of climate change on ecological and social systems on which the present food security and climate change impact mitigation policies of the Government of Nicaragua are based. In this framework the Aggregated Food and Nutritional Insecurity Index - elaborated by the World Food Programme and presently adopted in Nicaragua in the identification of the areas mostly exposed to food insecurity – is also analysed and discussed. As a consequence of this analysis a more complete model is proposed, named Dynamic Aggregated Food and Nutritional Insecurity Index. This index uses dynamic variables (rates of variation) referring to socio-economic factors which determine food security. At the same time this index captures the most production-related environmental factors at local level. Unfortunately a sample application of this index is impeded by the lack of the necessary time series. Nevertheless its formulation offers a useful operational direction to data collection planning and organization. As a consequence of the critical methodological issues emerged in the previous analysis, a review of alternative interpretation models is proposed and discussed. The "DPSIR" (Drivers, Pressures, State & Trends, Impacts and Responses) model is then identified as the most suitable for the achievement of the thesis objective. The DPSIR model is aimed at interpreting environmental and human contexts as well as at focusing policies makers on prevention and mitigation measures. Once specifically adjusted to food and nutritional security issues, the DPSIR model resulted particularly useful to identifying the existing knowledge deficiencies, about impacts and responses in particular. The "impact analysis" is complemented with a multi-criteria matrix of impacts of climate change on food systems of two different agricultural regions of Nicaragua (stability analysis). This matrix relates the food systems components (food production, distribution and consumption) to the corresponding pillars of the food security concept (availability, accessibility and biological use). The matrix converts quantitative and qualitative assessments into a scoring system allowing for identifying the most relevant problems and comparing stability / vulnerability levels of different food systems. The agricultural region where adjustment and mitigation processes are more visible is not the one counting with a more consistent natural capital (New Agricultural Frontier and Caribbean Cost) but the one relying on old and stable human settlements and more consistent social capital (Agro-industrial lowlands of the Pacific Cost). The first agricultural region, even if provided with a consistent natural capital and a high production potential, is characterised by the highly destructive production patterns of a pioneer population which has not yet developed either aggregative community models or collective resiliency experiences. The "response analysis" is focused on 6 different prevention/mitigation models presently adopted by the national authorities (both central and local) with the support of the international donors community. This analysis stresses that none of the models gets together all the necessary characteristics of efficiency and effectiveness for trigging resiliency and development processes. None of the models can be considered as a "good practice" per se, mainly if not included in a locally focused, coordinated and coherent framework of measures. Furthermore, the duration of the institutional actions applying these models is generally too reduced for ensuring their success and sustainability and fulfilling the expectations of the beneficiaries. From the "response analysis" clearly emerged the need to adopt the following general criteria in the effort to support food security and mitigate the effects of climate change: - Wholeness of the approach: the insertion of any food security action (programme, project, initiative) in the framework of land development process, including actions against poverty and environmental protection, - Institutional coherence: both food security and climate change impact mitigation actions should be always coordinated with the competent institutions, in order to harmonise working methods, - Spatial coherence: the identification of priority action areas should consider food security problems and environmental vulnerability simultaneously. The environmental unsustainability of the present agricultural practices (deforestation, advance of the agricultural frontier by slashing and burning the natural cover, nomadic agricultural patterns, etc.) and the weakness of the social capital perpetuate chronic food insecurity conditions. Even though not supported by quantitative evaluations, it seems apparent that micro-agro-climatic changes due to the mismanagement of local environmental resources affect food security much more than the effects of global climatic change. Present food security policies and climate change impact mitigation strategies do not consider the analysis above and their harmonisation is insufficient and not operational. In order to highlight this discrepancy a comparative policy matrix is presented ad discussed. This matrix shows a comparative analysis between the political deficiencies and priorities emerged thanks to the DPSIR approach and a number of action proposals referred to the two sample agricultural regions. The international donors community (UE first) supporting both food security and environmental policies of the Government of Nicaragua has the responsibility to cooperate in order to remove the structural constraints impeding an equitable access to fertile farming land and food. In the framework of the international aid, more investments in research should be considered in order to improve the knowledge of all factors relating climatic variability to food security and economic development. The involvement of civil society in the management of social solidarity networks (i.g.: food crisis early alarm networks) and the collection of basic socio-economic and climatic data at local level ore of crucial importance. Only a joint effort of the local communities, the national institutions and the international donors' community, supported by adequate knowledge and more effective analytical tools, will revert the process that determines the adverse environmental and socio-economic conditions which currently expose a large number of Nicaraguan people to food insecurity.
BASE
The article examines, first of all, the regulations that the European Union and Italy have adopted to support agri-food supply chains and market recovery after the downturn caused by the COVID-19 pandemic. The author then focuses on the delicate relationship between the agri-food sector and the climate change and its impact on the agri-food sector and its impact on the agri-food sector, as well as on the other causes that are currently threatening its productive capacity. The need for its sustainable ecological development, as well as for greater protection of food sovereignty is also stressed. ; Il saggio, dopo aver considerato alcuni provvedimenti normativi adottati dall'UE e dall'Italia per sostenere le filiere agroalimentari e la ripresa dei relativi mercati a seguito delle contrazioni determinate dalla pandemia COVID-19, si sofferma sul delicato rapporto tra il comparto agroalimentare e il cambiamento climatico e sulle ulteriori cause che attualmente minacciano le potenzialità produttive del comparto, segnalando la necessità di uno sviluppo ecosostenibile di esso ma anche l'esigenza di assicurare una maggiore difesa della sovranità del cibo. ; Przedmiotem rozważań podjętych w artykule są regulacje, które Unia Europejska oraz Włochy przyjęły, aby wspierać łańcuchy dostaw produktów rolno-spożywczych, a także odbudowę rynków po stratach spowodowanych pandemią COVID-19. Poza tym ukazano delikatne relacje między sektorem rolno-spożywczym a zmianami klimatycznymi, które mają na niego wpływ, oraz pozostałymi czynnikami, które stanowią zagrożenie dla wydolności produkcyjnej tego sektora. Zwrócono także uwagę na potrzebę zrównoważonego rozwoju w zakresie ekologii oraz zapewnienie większej ochrony suwerenności żywnościowej.
BASE
Agriculture was the driving force that provided the opportunity for the development of human civilisation; food surpluses made it possible to develop non-agricultural activities (priest and warrior classes) which resulted in the emergence of economic stratification continuing up till today (workers and annuitants, the rich and the poor). However, despite the fact that the means of transport are readily available, the distribution of food among all mankind is still inadequate. The European legislature in the last twenty years and the evolutionary trends of international trade have gradually marked out a declared and conscious integration between product rules and production rules, between the life cycle and the market, increasing the role of business in the creation of a regulatory and integrated model which perceives and understands the essential and growing importance attached to decisions that place a premium on environmental integrity and the correct use of natural resources. Nevertheless, climate change and the need to change the development model are moving in the direction of a drastic reduction in livestock farming in order to reduce methane and CO2 production and to the replacement of meat with laboratory products containing proteins presumably derived from meat particles that have never lived in a cowshed; to the strong revalorization of forests and their cultivation in dry or arctic areas or in very high mountains in order to trap CO2; to the development of herbaceous plants modified to produce not only carbohydrates but also vitamins and proteins. In short, we are moving towards a new agricultural revolution in which the environmental objective will also be accompanied by a productive one: man will support tree crops and some herbaceous crops, will drastically reduce animal husbandry, giving rise to a new agriculture, more efficient from the environmental point of view, but also better adapted to achieve the coupling of the first sector with the question of mankind's survival, trying to reduce its invasiveness and to rebuild the planet capable of surviving our invasive presence. ; L'agricoltura è stata il motore che ha consentito lo sviluppo della civiltà umana; attraverso i suoi surplus alimentari ha permesso lo sviluppo di attività non agricole (sacerdoti e guerrieri) e l'affermarsi di differenziazioni economiche che permangono anche oggi (lavoratori e redditieri, ricchi e poveri). Ma la distribuzione degli alimenti fra tutta l'umanità ancor ora è insufficiente, malgrado gli strumenti di trasporto disponibili. Il legislatore europeo di questo secolo e le linee evolutive del commercio internazionale hanno progressivamente segnato una dichiarata e consapevole integrazione fra regole di prodotto e regole di produzione, fra ciclo della vita e mercato, valorizzando il ruolo dell'impresa verso la costruzione di un modello disciplinare unitario ed integrato, al cui interno rilievo essenziale e crescente viene riconosciuto alle scelte di coerenza ambientale e di corretto uso delle risorse naturali. Ma i cambiamenti climatici e la necessità di cambiare modello di sviluppo comporteranno una riduzione drastica degli allevamenti per diminuire la produzione di metano e CO2, e la sostituzione della carne con prodotti di laboratorio contenenti altre proteine derivate probabilmente da molecole di carne che non hanno mai vissuto in una stalla, una forte rivalutazione dei boschi e loro coltivazione in zone aride o artiche ovvero in altissima montagna per incarcerare CO2, lo sviluppo di coltivazioni erbacee modificate per produrre non solo carboidrati, ma anche vitamine e proteine; insomma, ci stiamo avviando verso una nuova rivoluzione agricola dove allo scopo ambientalistico si affiancherà anche lo scopo produttivistico: l'uomo incentiverà l'arboricoltura e alcune coltivazioni erbacee, ridurrà drasticamente l'allevamento di animali dando origine ad una nuova agricoltura, più efficace dal punto di vista ambientale ma anche meglio adatta alla coincidenza del settore primario con la sopravvivenza del genere umano, tentando di diminuire la sua invasività e di ricostruire un pianeta capace di sopportare la nostra invasiva presenza. ; Rolnictwo było motorem napędowym rozwoju cywilizacji; dzięki nadwyżkom żywności możliwy stał się rozwój działalności pozarolniczej (duchowieństwo i wojownicy), ale pojawiły się także różnice ekonomiczne, które utrzymują się do dziś (robotnicy i rentierzy, bogaci i biedni). Dystrybucja żywności w społeczeństwie, mimo dostępnych środków transportu, nadal jest niewystarczająca. Europejskie prawo w XXI wieku oraz rozwój handlu międzynarodowego starają się pogodzić zasady dotyczące produktów i zasady produkcji, czyli cykl życia produktu i reguły rynkowe, zwiększając rolę przedsiębiorstwa w tworzeniu regulatywnego i zintegrowanego modelu, w którym coraz większą wagę nadaje się decyzjom uwzględniającym ochronę środowiska i właściwe wykorzystanie zasobów naturalnych. Zmiany klimatyczne wymuszają bowiem zmianę modelu rozwoju, polegającą na znacznym ograniczeniu hodowli w celu zmniejszenia produkcji metanu i CO2 oraz zastąpieniu mięsa produktami laboratoryjnymi, zawierającymi innego rodzaju białka, prawdopodobnie niepochodzące z żywych cząsteczek mięsa; na zwróceniu uwagi na znaczenie lasów oraz zalesiania obszarów suchych, arktycznych lub wysokogórskich w celu uwięzienia CO2; na uprawę roślin zielnych zmodyfikowanych w celu wytwarzania nie tylko węglowodanów, ale także witamin i białek. Krótko mówiąc, jesteśmy u progu nowej rewolucji rolnej, której celom środowiskowym będą towarzyszyć cele produkcyjne: ludzie skupią się na sadownictwie i uprawie roślin zielnych, a znacznie ograniczą hodowlę zwierząt, dając początek nowemu rolnictwu, bardziej korzystnemu dla środowiska, a także pozwalającemu przetrwać ludzkości i uratować planetę, narażoną na naszą inwazyjną obecność.
BASE
Since the 1990s, the food supply chain has become increasingly global and complex, with clear repercussions also in terms of the minimum standards and guarantees needed to protect the safety, and quality of food. At the same time, there has been an increased focus on the environmental sustainability of the food chain and on the consequences of climate change on food security. Aim of this paper is to discuss the fundamental aspects underlying the globalisation process of the agri-food system and the specific aspects related to food security, focusing on the measures for consumer protection and environmental sustainability introduced by the European Union. ; A partire dagli anni Novanta le filiere agroalimentari sono diventate sempre più globali e complesse, con evidenti ripercussioni anche in termini di standard e garanzie minime necessarie per tutelare la sicurezza, la salubrità e la qualità del cibo. Al tempo stesso, si è registrata una maggiore attenzione per la sostenibilità ambientale e le relazioni che intercorrono tra cambiamento climatico e sicurezza alimentare. Scopo di questa trattazione è di discutere alcuni aspetti fondamentali che sottostanno al processo di globalizzazione del sistema agroalimentare e degli aspetti specifici legati alla sicurezza alimentare, con particolare attenzione alle misure per la gestione del rischio alimentare e per la sostenibilità ambientale introdotte dall'Unione Europea.
BASE
The article provides a theoretical framework for the study of these concepts and an attempt at empirical measurement. The concepts of food safety and food security are framed within the theoretical debate on the global risk society, focusing on the interconnections between insecurity/safety and risks, sustainability, consumption, and participation. The first results of a survey carried out by the Department of Economics, Society, Politics (DESP) of the University of Urbino Carlo Bo, in the context of the project Sustainability and food [in]security, are then illustrated. This research makes it possible to outline the degree and dimensions of food safety and food security in the Italian adult population, study its connection with attitudes towards sustainability, and identify the factors that influence food choice. The analysis also considers the interplay between consumption and social and political commitment, in their diachronic evolution. ; L'articolo affronta il tema della sicurezza alimentare, nella sua duplice declinazione di food safety e food security, fornendone un inquadramento teorico e un tentativo di misurazione empirica. Vengono illustrati i primi risultati di una inchiesta campionaria realizzata dal Dipartimento di Economia Società Politica (DESP) dell'Università di Urbino Carlo Bo, nell'ambito del progetto Sostenibilità e [in]sicurezza alimentare. L'indagine consente di delineare l'entità e le dimensioni dell'insicurezza alimentare presso la popolazione adulta italiana, di studiarne la connessione con gli atteggiamenti in tema di sostenibilità e di individuare i fattori che entrano in gioco nella scelta alimentare. L'analisi prende inoltre in considerazione le intersezioni tra consumo e impegno sociale e politico, nella loro evoluzione temporale.
BASE
The term "comprehensive security (sōgō anzen hoshō 総合安全保障)" was first created in Japan after the early 1970s international crises (oil, food, monetary and diplomatic). The new concept widened the traditional scope of the concept of "security", embracing those economic aspects, such as the scarcity of raw materials, that were considered capable of threatening national security. Food security was a central element of the comprehensive security strategy. Since the early postwar years, Japan was heavily dependent on food imports from the United States. The food crisis of the 1970s with the consequent American embargo on soybeans revealed Japan's vulnerability to interruptions in food supplies and raised questions about the US as a reliable supplier. The present work provides a critical analysis of the development of the concept of "food security" in Japan, within the broader debate on comprehensive security in the 1970s and 1980s. In particular, through the analysis of political and academic documents, the article investigates the impact of the American soybean embargo on this debate, in order to understand how "food dependence" began to be perceived as a threat to national security and how this perception influenced not only Japan's food policies but also its international relations. ; The term "comprehensive security (sōgō anzen hoshō 総合安全保障)" was first created in Japan after the early 1970s international crises (oil, food, monetary and diplomatic). The new concept widened the traditional scope of the concept of "security", embracing those economic aspects, such as the scarcity of raw materials, that were considered capable of threatening national security. Food security was a central element of the comprehensive security strategy. Since the early postwar years, Japan was heavily dependent on food imports from the United States. The food crisis of the 1970s with the consequent American embargo on soybeans revealed Japan's vulnerability to interruptions in food supplies and raised questions about the US as a reliable supplier. The present work provides a critical analysis of the development of the concept of "food security" in Japan, within the broader debate on comprehensive security in the 1970s and 1980s. In particular, through the analysis of political and academic documents, the article investigates the impact of the American soybean embargo on this debate, in order to understand how "food dependence" began to be perceived as a threat to national security and how this perception influenced not only Japan's food policies but also its international relations.
BASE
Questo libretto presenta la "Piattaforma d'Azione di Chennai" per il potenziamento del contributo delle risorse fitogenetiche per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (MDGs), in particolare quelli suula riduzione di fame e povertà. Il piano d'azione descritto in questo libretto intende aiutare i governi nazionali e le agenzie internazionali a raggiungere il dimezzamento di fame e povertà entro il 2015. Il documento promuove il principio di dare alla biodiversità agraria maggiore importanza nelle strategie di sviluppo nazionali e internazionali e quello di creare condizioni necessarie per politiche di uso sostenibile di tale ricchezza a beneficio dei più poveri e degli emarginati della nostra società. Il piano d'azione fa appello ad una maggiore collaborazione internazionale nella conservazione e nell'uso sostenibile ed equo dei benefici derivanti dall'uso della biodiversità agraria. Sottolinea altresì il bisogno urgente di azione per il raggiungimento dei MDGs nei modi appropriati ai vari contesti nazionali.
BASE
In: Biblioteca di testi e studi 1088
In: Saggine 186
Syria is an agricultural developing country, characterized by semi-arid climate and high population growth rate, facing challenges related to mainly agriculture sector and food insecurity. The resolution of the latter is one of the Millennium Development Goal, which can be explicated by the goal to "eradicate extreme poverty and hunger". Within such a framework the present thesis is devoted to study the food security situation in Syria and the peculiar factors affecting the income of the poor household. In specific, the work investigates food security situation and explores the agricultural risks by studying their main types, current strategies, public management policies and the future possible improvements for risk management. A variety of analytical approaches have been used since the main methodologies for carrying out the research depending essentially on quantitative as qualitative analyses. As preliminary analysis, secondary data were used to investigate the food security situation, while secondary data on farm semi-structured survey and an ad hoc Delphi method survey have been implemented to examine the agricultural risks and risk management strategies. The food security situation seems very similar to that of other Middle Eastern countries like Jordan and Lebanon. Food aggregate and per capita availability have an acceptable level which is also applied to food accessibility and supply stability. In contrast, food utilization exhibits low level compared to other countries, and lies under the world average in some cases e.g. for many vitamins intake. Therefore, The Government of Syria (GOS) should fill in the gap of food deficiencies both by developing the agricultural products and introducing reforms to the trade sector especially those related to importing/exporting food stuff. The agricultural risks in Syria are related mainly to production, price and policy change risks. The mentioned risks are quite different both in type and intensity according to the different zones (Farming Systems). The yield risks result mostly from the increasing incidence of drought, frost, storm, flood and diseases, while price risks are related largely to the marketing constraints of the freely marketed crops (e.g. citrus, fruits and vegetables). Policy change risks (e.g. changes in macroeconomic policies or input/output prices) affect mainly the strategic crops (cotton, wheat and sugar beet) that are marketed by the state. Finally, idiosyncratic risks (individual or personal) seem not very relevant, on average, at the national level. Agricultural risk management policies and strategies are also different according to Syrian zones. In general, diversification of income sources and cultivated crops are the main strategies adopted by farmers, while adopting a risk sharing strategy like "agricultural insurance" is still unfavorable one. Finally, GOS institutions contribute to agricultural risk management by several means like the agricultural supporting policies including the agricultural disasters relief. However, much effort must be done by GOS to manage the agricultural risks including the establishment of agricultural insurance framework.
BASE