Les Années di Annie Ernaux sono la tappa più ambiziosa nel suo progetto di «scrivere la vita». Il libro mette a punto un'«autobiografia impersonale», in cui all'io sono sostituite le tre figure del lei, del si, del noi. Il racconto segue così un disegno annalistico e introietta le categorie della sociologia di Bourdieu. Nata nel 1940, Ernaux ripercorre la vicenda della sua generazione, che ha conosciuto il benessere crescente del dopoguerra, la speranza sessantottina di cambiare il mondo, la marginalità rispetto alla storia subita come una forza incontrollabile. Al senso di fallimento politico corrisponde un materialismo disincantato, che rifiuta la fede proustiana nella redenzione dell'arte. Solo accettando integralmente la morte la scrittura, con le sue epifanie secolarizzate, può cercare di salvare qualcosa delle esistenze singolari e collettive. Les Années can be considered as the most ambitious part of Annie Ernaux's life-writing project. This book provides an 'impersonal autobiography', where the I is replaced by 'she', 'one' and 'we'; the story is therefore structured according to an annalist approach, based on the categories of Bourdieu's sociology. Born in 1940, Ernaux follows the story of her generation – from the post-war boom and the 1968-inspired hope to change the world, to a state of passive marginality towards history. The sense of political failure is combined with a disillusioned materialism, refusing Proust's faith in art as a form of redemption. It is only by fully accepting death that literature (with its secularized epiphanies) can try to partially redeem individual and collective experiences.
Questa ricerca propone una genealogia del moderno regime di governo della mobilità del lavoro in Francia e nelle sua colonie nel XIX secolo. Governare la mobilità non implica l'esercizio di un potere semplicemente coercitivo, bensì la presenza di un certo margine di libertà, necessaria a canalizzare e orientare la circolazione degli individui. Più precisamente, la tesi analizza la storia dei libretti operai in quanto rivelatori amministrativi delle tensioni che presiedono alla configurazione, crisi e riformulazione del contrattualismo civile classico in Francia. Questa tecnologia di identificazione permette inoltre di rintracciare la genesi globale delle nozioni storiche di lavoro libero, schiavitù e domesticità, seguendo la loro evoluzione attraverso le politiche della mobilità dopo l'abolizione della schiavitù. Gli ultimi capitoli studiano la nascita dello Stato Provvidenza e di nuove forme di identificazione, come l'antropometria e le impronte digitali, in quanto riconfigurazioni storiche della domanda che attraversa la nostra ricerca: come controllare la forza-lavoro senza introdurre una coercizione illegittima sui corpi che ne sono portatori? La genealogia del regime di mobilità mostra la paradossale necessità del liberalismo di riformularsi ciclicamente come progetto universale (nella generalizzazione della persona giuridica) per poter organizzare gerarchie al suo interno (moltiplicando gli statuti attraverso i quali l'accesso all'uso della libertà viene filtrato). A partire da questa co-implicazione è possibile ripensare il rapporto tra sovranità, Stato e mercato mondiale. ; In this research, we genealogically trace the emergence of modern rationality in the government of the mobility of labor in France and its colonies in the XIX century. Governing mobility does not imply a purely coercive power, but rather a certain degree of freedom, necessary to channel and orient the circulation of individuals. More precisely, this PhD thesis analyses the history of the livret ouvrier as administrative markers of the tensions characterizing the configuration, the crisis, and the reformulation of classic civil contract in France. This technology of identification also allows us to trace the global genesis of the historical notions of free labor, slavery, and domesticity, following their evolution through the politics of mobility after the abolition of slavery. The last chapters survey the birth of the welfare state and of new forms of identification, such as anthropometry and fingerprinting, as historical reconfigurations of the underlying question of our investigation: how to control labor power without introducing an illegitimate coercion on the bodies carrying it? The genealogy of mobility regime shows the paradoxical necessity of liberalism to periodically reformulate a universal project (the generalization of the juridical person) in order to organize internal hierarchies (by multiplying the statutes through which the effective access to freedom is filtered). Through the lens of this co-implication we can rethink the relationship between sovereignty, State and world market. ; Cette recherche vise à tracer une généalogie des rationalités de gouvernement et d'identification de la mobilité du travail dans la France métropolitaine et coloniale du XIXème siècle. Gouverner la mobilité ne comporte pas un pouvoir simplement coercitif, mais plutôt un certain degré de liberté nécessaire à canaliser et orienter la circulation des individus. Plus précisément, la thèse analyse l'histoire du livret ouvrier en tant que révélateur administratif des tensions qui accompagnent la configuration, la crise et la reformulation du contrat civil classique en France. Par cette technologie d'identification on retrace aussi la genèse globale des notions historiques de travail libre, esclavage et domesticité, dont on suive les métamorphoses à la lumière des politiques de la mobilité après l'abolition de l'esclavage. Les derniers chapitres considèrent la naissance de l'Etat Providence et des nouvelles pratiques d'identification, telles que l'anthropométrie et les empreintes digitales, en tant que reformulations historiques du problème à la base de notre recherche : comment contrôler la force de travail sans insérer une coercition illégitime sur les corps qui en sont les porteurs? La généalogie du régime de mobilité montre la nécessité paradoxale du libéralisme de cycliquement relancer un projet universel (la généralisation de la personne juridique) afin de pouvoir définir des hiérarchies en son sein (multipliant les statuts par lesquelles l'accès à l'usage de la liberté est filtré). A partir de cette co-implication on peut repenser le rapport entre souveraineté, Etat et marché mondial.