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La Csce nella letteratura internazionale
In: Rivista di studi politici internazionali: RSPI, Band 78, Heft 1, S. 138-144
ISSN: 0035-6611
La pubblicitá nella letteratura economica
In: Il politico: rivista italiana di scienze politiche ; rivista quardrimestrale, Band 38, S. 770-783
ISSN: 0032-325X
Summary in English.
Archetipi della serialità nella letteratura
"Genres" are originated from the long-term persistence of semiotic systems ("format"), based on continual reiteration of a narrative structure in compliance with stable and shared rules of intratextual, trans-textual and trans-media order: this definition applies to literature as well as to media. Genres allow the representation and control of social and intra-psychic conflicts by training and retaining audiences, and by focusing and re-mediating mythologies and imaginaries. Serial technology archetypes have emerged over many centuries; long before the metropolitan "feuilleton" novel, they had come to permeate all cultural processes, from the Hellenistic era to the romance of chivalry, until the early narrative entertainment genres in XVII and XVIII century. A complex archeological investigation of serial technologies reveals the long life of some "inventions" even coming up today in the television factory, for example the return of the saga and of the political Tacitus-Baroque intrigue, now within an increasingly global and timeless dimension of collective imagination.
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Terrore e letteratura: il dramma insuperabile della guerra civile nella letteratura ungherese del Novecento
La fine della duplice Monarchia e gli eventi che caratterizzarono la storia ungherese nell`immediato periodo postbellico ebbero immediatamente un`eco nella cultura magiara del tempo. La ridefinizione dei rapporti tra gli intellettuali e il potere all`interno di un universo ormai frammentato e nel vortice dei cambiamenti politici nazionali e internazionali, si nota non soltanto nella pubblicistica e nella letteratura coeva, ma anche nella rivisitazione di questa fase storica, da parte degli scrittori ungheresi a partire dagli anni del cambiamento di regime (1989-90). Per un quadro della rappresentazione letteraria del "terrore" che caratterizzò parte della breve esperienza della repubblica dei consigli, si analizzano qui alcuni scritti di C. Tormay, D. Szabó, S. Hunyady, E. Sinkó, P. Esterházy, Sz. Benedek. ; publishedVersion ; Peer reviewed
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Elio Vittorini : letteratura, critica e società
L'obiettivo del seguente progetto di ricerca è di ricostruire gli aspetti fondamentali dell'attività di scrittore e di teorico della letteratura di Vittorini, focalizzandomi sui punti nevralgici che la costituiscono. Malgrado l'abbondante bibliografia critica, questo è, infatti, un discorso ancora lontano dall'essere esaurito, raramente letto nell'interezza delle sue molteplici sfumature e implicazioni. La ricerca prende l'avvio dagli anni '30, quando Vittorini inizia a stringere rapporti con le case editrici Mondadori e Bompiani e il suo interesse letterario si dirige verso la letteratura americana. A coronare la fascinazione per l'America, inizialmente alimentata da una serie di traduzioni dall'inglese, sarà la pubblicazione di Americana, raccolta di scritti di autori statunitensi divisi in sezioni su base cronologica. È un momento cruciale per la formazione di Vittorini, nel quale è possibile individuare il primo radicale distacco da quella prosa d'arte ancora presente, sia pur articolata in una più distesa e oggettivata dimensione narrativa, nel Garofano rosso, romanzo scritto negli anni trenta e apparso a puntate sulla rivista «Solaria» e quindi pubblicato in volume nel 1948. Gli scrittori raccolti in Americana, con le forti implicazioni sociali e politiche, costituiscono la rivelazione di un continente pressoché sconosciuto in Italia. Da Americana prende avvio quella necessità di affrancarsi dagli «astratti furori» che si farà sostanza capitale in Conversazione in Sicilia (1941), un'opera difficile da definire quanto al genere, ma già orientata verso quello che verrà definito, nel dopoguerra, engagement in Francia e "impegno" in Italia. È il punto di passaggio necessario per la nascita dello scrittore di Uomini e no e l'ideatore della rivista «Il Politecnico», la polemica con Togliatti e l'uscita dal Partito Comunista, l'attività di critico militante, suggeritore e dirigente editoriale, la proposta della grande inchiesta su letteratura e industria, le simpatie, molto personalizzate, per l'avanguardia, il ricchissimo repertorio di tematiche affrontate prima sul «Menabò», la rivista fondata e diretta in collaborazione con Italo Calvino e poi nell'eccezionale libro pubblicato postumo Le due tensioni. Nel mio progetto dunque mi sono dedicata alla ricostruzione e all'interpretazione di diversi ma connessi e interagenti aspetti dell'opera di Vittorini. Fra questi, sempre scarsamente considerata dagli studiosi, la passione per le arti figurative, una sorta di ut pictura poesis tutto vittoriniano, che proietta una nuova luce sull'opera più squisitamente letteraria.
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Letteratura slovena tra populismo e cosmopolitismo
Maria Pirjevec sostiene che la letteratura slovena è caratterizzata da una forte bipolarità, dettata dal fatto che il popolo sloveno ha trovato una propria identità letteraria a partire dalla rivoluzione politica del 1848. Le due grandi correnti letterarie furono quella elitaria, barocco-classicistica e quella popolare-folkroristica. Negli ultimi anni del Settecento, il rappresentante della letteratura colta fu Anton Feliks Dev, mentre Valentin Vodunik fu il capostipite dell'attività letteraria popolare. Nella prima metà dell'Ottocento, la corrente populista accentuò il suo carattere moralistico-didattico e la sua intolleranza verso la letteratura d'élite, intanto il poeta France Preseren intrecciava nelle sue opere le due tendenze politiche nazionali.
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Un'ipotesi di letteratura: La Casa editrice Einaudi e la letteratura russa sovietica dal dopoguerra agli anni Settanta
Tra il dopoguerra e gli anni Settanta l'Einaudi completa il percorso di evoluzione che, da piccola Casa editrice 'artigianale' con un'identità politica e culturale molto specifica, la porta ad affermarsi come «grande Casa di grande cultura», caratterizzata da una sempre maggiore apertura nei confronti di linee culturali e letterarie estranee alla sua identità tradizionale e dalla crescente complessità delle dinamiche interne e della programmazione. La Tesi studia tale evoluzione focalizzandosi sulla ricezione presso la Casa editrice della letteratura russa e sovietica. Le discussioni relative a questo settore, che coinvolgono non solo slavisti come Poggioli, Ripellino o Strada, ma anche membri del nucleo dell'Einaudi come Calvino o Pavese, vengono ricostruite grazie all'analisi di carteggi e verbali inediti conservati presso il Fondo Einaudi dell'Archivio di Stato di Torino.
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L'antispagnolismo nella letteratura italiana: storiografia e testi
In: http://hdl.handle.net/11573/918214
open ; L'antispagnolismo in Italia tra storiografia (XVIII-XIX sec.) e letteratura (XVI-XVII sec.); antispagnolismo e decadenza nel Settecento; antispagnolismo tra libertà e indipendenza nazionale nell'Ottocento; la tematizzazione dell'antispagnolismo nella letteratura: pensiero politico e scelte stilistiche di Traiano Boccalini ; Italianistica ; open ; DI GIORGIO, Chiara ; DI GIORGIO, Chiara
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Letteratura femminile e identità British Muslim
In: https://morethesis.unimore.it/theses/available/etd-03142019-175208/
Questo lavoro mira ad indagare l'identità di donne musulmane inglesi attraverso cinque opere letterarie: The red box (1991) di Farhana Sheikh, Only in London (2001) di Hanan Al-Shaykh, Brick Lane (2003) di Monica Ali, Sweetness in the belly (2005) di Camilla Gibb e Home Fire (2017) di Kamila Shamsie. Tutti questi romanzi contribuiscono alla rappresentazione di un ritratto onesto della negoziazione in corso, da parte di donne musulmane, della loro identità nella quotidianità britannica, il tutto rifiutando quelle immagini caricaturali e stereotipate che colpiscono il musulmano in generale. Una prima riflessione è dedicata alla storia della presenza musulmana in Inghilterra, una storia connessa a quella più generale dell'immigrazione nel paese, particolarmente evidente all'indomani della seconda guerra mondiale. Si tratta di considerare molteplici storie di diaspora e di migrazione, con una particolare attenzione alle difficoltà incontrate dalla comunità musulmana in termini di accettazione, di regolamenti e di percezione generale. Lo slittamento poi da razza a religione, in riferimento alle politiche e alla legislazione in materia di immigrazione, è tratteggiato come cruciale. Il musulmano è descritto in tutte le sue caratteristiche principali, mettendo particolare cura nell'evidenziare la differenza esistente tra ciò che è culturale e ciò che è religioso all'interno dell'Islam, spiegando quelle discrepanze percepite dall'Ovest una volta messo a confronto con esso. A seguire, si descrive la storia della presenza musulmana nella letteratura inglese, sottolineando le evoluzioni che hanno segnato la rappresentazione del personaggio musulmano, ponendo particolare attenzione all'impatto dell'affare Rushdie nella creazione dell'immagine del musulmano. Dai primi racconti di matrice orientalista, con particolare riferimento alle donne, si passa alle rese dei native informants, per terminare con descrizioni più recenti e complesse che offrono una immagine completamente liberata dagli stereotipi e che raccontano di personaggi depoliticizzati e de-sensazionalizzati. Una sezione è ovviamente dedicata alle donne musulmane, nel tentativo di ristabilire l'immagine che ne dà il vero Islam, liberandola cioè da quelle componenti culturali e patriarcali che l'avevano condizionata. In seguito, una sezione è dedicata all'analisi di prospettive letterarie, con lo scopo di chiarire temi centrali come il transnazionalismo, il multiculturalismo e il cosmopolitanismo. E soprattutto, si stabilisce la centralità del concetto di disorientamento espresso da Esra Santesso, insieme alla critica espressa sull'idea di ibridità, specialmente in riferimento alla religione. La parte centrale del mio lavoro analizza poi i romanzi nel dettaglio, esplorandoli pienamente attraverso quegli elementi, a disposizione delle donne, che permettono di negoziare l'identità, di combattere per reinventare i propri legami di lealtà e per trovare un nuovo posto nel mondo: classe, religione, vestiti e linguaggio. Più in generale, viene operata una riflessione su cosa significhi vivere in una comunità diasporica in Inghilterra: a tal proposito, si prendono in considerazione elementi come i mutamenti interni della comunità stessa, il concetto di appartenenza e il tema del ritorno. Mettendo l'accento sulle donne, si vuole enfatizzare la loro condizione, divisa tra la comunità di origine e il nuovo contesto: si approfondiscono, in particolare, temi come la sessualità, il matrimonio, i figli, il lavoro, il senso di impotenza e di alienazione.
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