Nel presente lavoro verrà proposta un'analisi dell'opera "El matadero" di Esteban Echeverría, un importante testo fondativo della letteratura argentina. A tale scopo, saranno alcuni studi del critico letterario e filosofo francese René Girard, quelli che scandiscono le tappe principali della sua carriera e dell'evoluzione del suo pensiero, a fornirci gli strumenti interpretativi che verranno applicati all'opera di nostro interesse. Un'analisi girardiana di "El matadero" può permetterci di individuare le strategie narrative che Echeverría ha adottato per la stesura del testo, così da renderlo funzionale al suo progetto politico, alla causa di rinnovamento sociale che riteneva necessaria per sanare la frattura, quella tra unitari e federali, che impediva la realizzazione della sua idea di Repubblica Argentina.
Il seguente testo consiste in un'intervista allo scrittore croato-bosniaco Miljenko Jergović in merito al suo romanzo-memoir Il padre (Otac, 2010), pubblicato in Italia nel novembre 2020. Discutendo delle esperienze biografiche del genitore raffigurate nel libro, l'autore affronta inoltre ulteriori tematiche ricorrenti nella sua produzione letteraria: il legame metaforico tra memorie di famiglia e storia nazionale, la scelta di una lingua "ibrida" in opposizione al purismo delle politiche nazionaliste e il continuo intrecciarsi tra finzione narrativa e veridicità autobiografica. ; The following text consists of an interview with Bosnian-Croatian writer Miljenko Jergović, released after the Italian translation of his novel-memoir The Father (Otac, 2010) in November 2020. In addition to his father's controversial life experiences, the author analyzes other recurring themes in his literary production: the usage of family memories as metaphors for national history, the adoption of a "hybrid" language as an opposition device against nationalist politics, and the constant intermingling between fiction and non-fiction.
Con l'avvento del Rinascimento il mondo occidentale conobbe profonde trasformazioni: uscita dalle tenebre e dalle superstizioni medievali, la società dei primi anni del Cinquecento poté godere di maggiore libertà espressiva. L'atmosfera che si respirava in quel periodo favorì l'esaltazione delle capacità dell'uomo e un importante risveglio culturale. Tutti parteciparono al cambiamento, comprese le donne. Per la prima volta diverse figure femminili si approcciarono all'arte, alla poesia, alla religione e alla politica, lasciando un segno indelebile nella storia. In Italia, proprio all'inizio del Cinquecento, si distinse Vittoria Colonna (Marino 1490 – Roma 1547), nobildonna appartenente ad una delle famiglie più influenti della penisola, capace di unire insieme qualità morali e intellettuali. Sebbene sia un personaggio poco studiato e non sia conosciuta come altri artisti, scrittori o politici della sua epoca, Vittoria Colonna, moglie di Francesco Ferrante d'Avalos, Marchese di Pescara, era apprezzata per le sue capacità in campo letterario, per le sue influenze in ambito politico e per le sue virtù morali. La giovane Marchesa divenne presto un punto di riferimento per la sua famiglia nella gestione del patrimonio e un modello per molte donne che si affacciavano per la prima volta alla letteratura e all'attività politica. Sin dal suo ingresso in società, in seguito alle nozze e al suo trasferimento nel castello di Ischia, Colonna seppe farsi valere fra umanisti, uomini di potere e membri delle gerarchie ecclesiastiche, dando il suo contributo alla storia e alla letteratura italiana. All'interno di questo elaborato ho voluto rappresentare tutte le sfaccettature della nobildonna e sottolineare la sua unicità su più fronti. Infatti Vittoria Colonna incarnò l'atmosfera dei primi anni del Cinquecento non soltanto in quanto donna scrittrice, ma anche come figura chiave nella promozione di personaggi carismatici, intellettuali o religiosi, e per la sua caparbietà in ambito politico.
Salman Rushdie, autore di numerosi romanzi per adulti che affrontano temi diversi ma sempre radicati nella realtà politica e sociale, come l'immigrazione, il razzismo e la ricerca della propria identità, può sembrare poco adatto alla scrittura di libri per bambini. Con "Haroun and the Sea of Stories", invece, l'autore tratta ancora una volta gli argomenti a lui più cari, come il diritto alla libertà di parola, l'importanza dell'interconnessione tra culture differenti e il ruolo della letteratura. Il suo inglese "chutneificato" assume qui una forma diversa, meno elaborata ma altrettanto ironica. L'elaborato intende analizzare la produzione romanzesca di Rushdie, concentrandosi in particolare su affinità e differenze tematiche, stilistiche e linguistiche tra le opere pensate per un pubblico adulto e quelle scritte per i figli preadolescenti.
The concept of the frontier, as well as quests for freedom from government oversight and the destructive propensities of capitalism have been a near constant throughout Thomas Pynchon's works. This paper traces the use of the western frontier as a motif Pynchon's work and examines its prominence in Gravity's Rainbow to posit that the concept of the frontier operates not as a site or promise of freedom but rather as a concept that allows for the questioning of the idea and ideals of freedom. In Gravity's Rainbow this motif of a freeing frontier is referenced through the setting of the Zone – the chaotic European warzone at the end of World War II, which momentarily erases former national boundaries. As Pynchon's ready depictions of inequity, poverty, and corporate and governmental control attest, human systems are fallible and they tend towards oppression. However, by presenting an alternative in the form of a frontier Pynchon co-opts a foundational American myth to suggest the opportunity for change towards a more equitable world. ; The concept of the frontier, as well as quests for freedom from government oversight and the destructive propensities of capitalism have been a near constant throughout Thomas Pynchon's works. This paper traces the use of the western frontier as a motif Pynchon's work and examines its prominence in Gravity's Rainbow to posit that the concept of the frontier operates not as a site or promise of freedom but rather as a concept that allows for the questioning of the idea and ideals of freedom. In Gravity's Rainbow this motif of a freeing frontier is referenced through the setting of the Zone – the chaotic European warzone at the end of World War II, which momentarily erases former national boundaries. As Pynchon's ready depictions of inequity, poverty, and corporate and governmental control attest, human systems are fallible and they tend towards oppression. However, by presenting an alternative in the form of a frontier Pynchon co-opts a foundational American myth to suggest the opportunity for change towards a more equitable world.
Review of Dalle piantagioni allo studio ovale. L'inserimento degli afro-americani nella politica statunitense, by Stefano Luconi. ; Recensione di Dalle piantagioni allo studio ovale. L'inserimento degli afro-americani nella politica statunitense, di Stefano Luconi.
Un censimento delle opere del canone letterario nazionale che hanno evocato, nominato, o genericamente rimandato all'Italia, nonché di quelle che, nel tempo, dell'Italia hanno concorso a educare i cittadini e a nazionalizzare il loro immaginario, a descrivere i loro costumi e il loro presunto carattere, sarebbe forse impossibile. QuestO libro, più ragionevolmente e più modestamente, propone un compendio di testi selezionati lungo alcune direttive di ricerca: il motivo del compianto dell'Italia e quello speculare dell'esortazione al riscatto politico e civile, la descrizione letteraria del "bel paese" e la trattazione, più o meno estemporanea, dei costumi e del carattere dei suoi abitanti. Non tanto, dunque, una cernita dei "libri che hanno fatto gli italiani", ma piuttosto una selezione di opere e parti di opere letterarie che hanno contribuito a codificare e tramandare quella nozione di 'Italia' con la quale tutt'oggi, pur con qualche difficoltà, continuiamo ad avere a che fare.
Questo studio intende dimostrare come, a dispetto dei pregiudizi ideologici e moralistici tuttora vigenti, l'opera di Curzio Malaparte rappresenti una proposta originale nel panorama letterario del Novecento. Si tratta di una monografia, aggiornata ai più recenti studi, incentrata sulla letteratura e sul giornalismo, che tenta di mostrare come l'intera produzione fino agli anni Quaranta si sviluppi lungo un percorso coerente nelle sue matrici di fondo, prime fra tutte la riflessione sulla decadenza della civiltà europea e l'espressione letteraria della «testimonianza». A partire da "La rivolta dei santi maledetti", nata dall'esperienza della Prima guerra mondiale, verrà messo in evidenza come la scrittura malapartiana si modelli come «testimonianza» dentro la storia, e come tale genesi influisca sulla stessa forma delle opere. Dopo il periodo di forte interventismo politico e culturale degli anni Venti, e la sperimentazione espressiva degli anni Trenta (da "Tecnica del colpo di stato" alle quattro raccolte di racconti, "Sodoma e Gomorra", "Fughe in prigione", "Sangue", fino a "Donna come me"), fondamentale per il passaggio alla prosa romanzesca, è con l'esperienza della Seconda guerra mondiale che arrivano a maturazione ed equilibrio tutte le componenti della precedente ricerca espressiva e della visione del mondo di Malaparte, giungendo alla peculiare forma-romanzo di "Kaputt".
Ai fini della disamina condotta in questa tesi, l'attenzione sarà rivolta in particolar modo alla letteratura australiana, in cui si inserisce la scrittrice Jeannie Gunn (1870-1961). Ritengo infatti interessante analizzare il rapporto che intercorse tra una scrittrice bianca e gli aborigeni che popolavano la regione del Northern Territory, in quanto le sue due opere più famose, qui scelte per l'analisi, The Little Black Princess: a True Tale of Life in the Never-Never Land (1905) e We of the Never-Never (1908), sono ambientate in quell'area che, come è possibile notare già a partire da entrambi i titoli, è anche conosciuta con il nome di "Never-Never Land". Attraverso questi testi è possibile giungere alla conclusione come gli indigeni appaiano sostanzialmente strumentalizzati in rapporto alla causa imperialistica, volta a mantenerli in una situazione di inferiorità per motivi economici, politici e sociali. I numerosi esempi estrapolati dai libri mostrano come la Gunn tenti, a più riprese, di rispondere a una certa empatia e comprensione nei confronti dei nativi (aprendosi allo studio delle loro tradizioni culturali, come miti, usanze e costumi), relativa apertura che si accompagna sempre però a un presupposto legato alla superiorità dei bianchi (referenti, maestri, esempi di civiltà evoluta).
Prima traduzione in italiano della poesia tibetana "Torrente di Gioventù" di Don grub rGyal, il padre della letteratura moderna tibetana. Questo lungo poema è la prima opera poetica tibetana a essere stata scritta in versi liberi. Viene considerata unanimemente il manifesto della nuova letteratura tibetana, in seguito all'apertura politica del nuovo corso intrapreso dopo il 1980 da Deng Xiaoping.
(English below) A partire dalla letteratura linguistico-teorica disponibile sull'argomento, le definizioni di negazione e speculazione, e quindi di cue e scope (portata) negativi e speculativi, vengono discusse e presentate in chiave critica. Vengono quindi elaborate delle linee guida per la loro annotazione in italiano, impiegate per la creazione di un nuovo corpus. Il corpus, tratto dai resoconti stenografici delle sedute della Camera del Parlamento italiano, viene presentato e analizzato. In chiusura, viene proposta un'architettura neurale basata su BERT per le task della cue detection e della scope resolution, sia della negazione, sia della speculazione. I risultati ottenuti con questa architettura, particolarmente buoni nel caso della negazione, sono presentati e discussi. Based on the relevant theoretical literature, the definitions of negation and speculation, as well as negative and speculative cue and scope, are discussed and critically put forward. Guidelines for their annotation in Italian are then drafted and put to use for the creation of a new corpus. This corpus, built upon the debate transcripts of the Chamber of the Italian Parliament, is presented and analysed. Finally, a neural architecture based on BERT is proposed for negative and speculative cue detection and scope resolution. The results obtained with said architecture, particularly good for negation, are presented and discussed.
Il presente lavoro nasce con lo scopo di isolare alcuni caratteri fondanti della produzione di Irvine Welsh. In un momento storico in cui l'opera dell'autore scozzese è stata inclusa, di fatto, nella manualistica di settore, uno studio degli elementi che caratterizzano lo stile e le tematiche di Welsh romanziere e autore di racconti può essere d'aiuto a comprendere il ruolo che occupa nella letteratura contemporanea. Partendo dalla biografia dell'autore, il lavoro si snoda attraverso l'analisi di tre temi comuni in alcune delle opere di Irvine Welsh, ovvero la storia politica scozzese dagli anni '80 fino alla porta del nuovo millennio; il processo di formazione del contesto sociale legato ai motivi che spingono i giovani di Edimburgo a fare deliberato uso di sostanze stupefacenti; infine, la questione morale sulla vendetta violenta presente in vari episodi della fiction dell'autore. Strumento essenziale ai fini dell'analisi è rappresentato dai testi, dai quali è possibile ricavare direttamente i tratti dello stile e del pensiero dell'autore. Se, da una parte, lo stile si contraddistingue per la compresenza di slang e digressioni filosofiche, il punto di vista di Welsh è, d'altra parte, desumibile dalla caratterizzazione di alcuni personaggi di riferimento e dall'ottica adottata dal narratore su questioni di stretta attualità sociale e politica.
La tesi presentata parla della dittatura di Juan Manuel de Rosas, che detenne il potere in Argentina per quasi vent'anni nella prima metà dell'Ottocento. Mi sono concentrata principalmente sulla figura della figlia del dittatore, Manuelita Rosas, che apparirà nella scena politica e sociale solo dopo la morte della madre Donna Encarnación Ezcurra. Ho descritto anche il periodo storico in cui sono ambientati i saggi tradotti e la letteratura del periodo. Infine ho affrontato i problemi di traduzione che ho trovato in tutto il testo e ho parlato delle scelte traduttive che ho adottato per i due saggi, uno di José Mármol e l'altro di Carlos Ibarguren. This work talks about Juan Manuel de Rosas dictatorship, he had the power in Argentina for almost 20 years in the first half of XIX century. I have focused on the figure of Manuelita Rosas, dictator's daughter, that will appear only after her mother death, miss Encarnación Ezcurra. I had described the historical period where take place translated essays and the literature of that time. At the end I talked about translation problems that I found in the text and I talked about translation choices that I made for the essays, one of José Mármol and the other of Carlos Ibarguren.