"Estratto dal vol. XLVII (parte 1.) degli Atti della R. Accademia di scienze morali e politiche di Napoli." ; "Memoria letta all'Accademia di scienze morali e politiche della Società reale di Napoli." ; Mode of access: Internet.
Tra il V ed il VI secolo, la città di Ravenna, per tre volte capitale, emerge fra i più significativi centri dell'impero, fungendo da cerniera tra Oriente e Occidente, soprattutto grazie ai mosaici parietali degli edifici di culto, perfettamente inseriti in una koinè culturale e artistica che ha come comune denominatore il Mar Mediterraneo, nel contesto di parallele vicende storiche e politiche. Rispetto ai ben noti e splendidi mosaici ravennati, che insieme costituiscono senza dubbio un unicum nel panorama artistico dell'età tardoantica e altomedievale, nelle decorazioni musive parietali dei coevi edifici di culto dei diversi centri dell'impero d'Occidente e d'Oriente, e in particolare in quelli localizzati nelle aree costiere, si possono cogliere divergenze, ma anche simmetrie dal punto di vista iconografico, iconologico e stilistico. Sulla base della letteratura scientifica e attraverso un poliedrico esame delle superfici musive parietali, basato su una metodologia interdisciplinare, si è cercato di chiarire l'articolato quadro di relazioni culturali, ideologiche ed artistiche che hanno interessato e interessano tuttora Ravenna e i vari centri della tarda antichità, insistendo sulla pluralità, sulla complessità e sulla confluenza di diverse esperienze artistiche sui mosaici di Ravenna. A tale scopo, i dati archeologici e artistici sono stati integrati con quelli storici, agiografici ed epigrafici, con opportuni collegamenti all'architettura, alla scultura, alle arti decorative e alle miniature, a testimonianza dell'unità di intenti di differenti media artistici, orientati, pur nella diversità, verso le medesime finalità dogmatiche, politiche e celebrative. Si tratta dunque di uno studio di revisione e di sintesi sui mosaici parietali mediterranei di V e VI secolo, allo scopo di aggiungere un nuovo tassello alla già pur vasta letteratura dedicata all'argomento. ; Between the Vth and VIth century, Ravenna, three times capital city, stands out among the most important centers of the Empire: it's a bridge between East and West, especially thanks to the wall mosaics of the places of worship, since mosaic art in Ravenna fits perfectly into a cultural and artistic koinè that has the Mediterranean Sea as a common denominator in a similar context of parallel historical and political events. These beautiful and well known mosaics of the Adriatic city, which really look unique in the artistic panorama of the Late Antiquity and the early Middle Ages, can offer an interesting comparison with the contemporary parietal decorations in the various centers of the West and the East, and in particular those located in the coastal areas. It's possible therefore to see differences, and also similarities from the point of view of the iconography, iconology and style. On the basis of the scientific literature and through a polyhedrical examination of the wall mosaic, founded on interdisciplinary methodology, I've tried to clarify the complex network of cultural, ideological and artistic works that have involved and still involve Ravenna and the various centers of Late Antiquity, focusing on the plurality, complexity and the confluence of different artistic experiences. For this purpose, artistic and archaeological data have been integrated with historical, hagiographical and epigraphic ones, with appropriate references to architecture, sculpture, decorative arts and miniatures, in order to witness the unity of intent of different artistic media, which, despite the diversity, are oriented towards the same dogmatic, political and celebratory purposes. In conclusion, the main aim of this study is to offer a review and a synthesis of the Mediterranean wall mosaics of the Vth and VIth century, in order to add another "tessera" to the already vast literature written on this topic.
La periferia metropolitana privata multiculturale rappresenta oggi un tema di frontiera per gli studi e le politiche urbane, che mette a dura prova strumenti e approcci sperimentati negli ultimi decenni. Il Quartiere satellite di Pioltello può essere considerato caso paradigmatico di questa periferia, segnata da aspetti sociali di marginalità, da un basso livello di coesione e dallo sviluppo di conflitti, ma anche da fenomeni di degrado fisico del patrimonio abitativo e dello spazio collettivo. Selezionato nell'ambito della competizione di ricerca Polisocial Award 2017 promossa dal Politecnico di Milano come programma d'impegno e responsabilità sociale, "MOST of Pioltello. Migration Over the Satellite Town of Pioltello" si propone di definire un progetto pilota per la rigenerazione urbana della periferia metropolitana di Pioltello attraverso la sperimentazione di azioni innovative volte all'integrazione dei minori immigrati.
Traduites En Francois avec l'Italien à côté Par le Sieur De Veneroni ; Text franz. und ital. ; Volltext // Exemplar mit der Signatur: München, Bayerische Staatsbibliothek -- Eur. 64
L'aumento del livello del mare è ancora uno degli effetti meno conosciuti del riscaldamento globale. Le conseguenze di questo fenomeno interessano oltre 400 milioni di persone in tutto il mondo e le stime dicono che questo numero potrebbe aumentare considerevolmente nei prossimi anni. Si tratta di un fenomeno che ha la capacità di modificare la geografia delle coste di tutto il pianeta, come già avvenuto più volte nel passato. Tuttavia oggi sta accadendo qualcosa di diverso: i dati di centinaia di studi sintetizzati nei Rapporti dell'IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), mostrano in maniera inequivocabile che l'attuale riscaldamento globale, principalmente causato dalle attività umane a partire dal 1880 con l'inizio dell'era industriale, ha innescato un aumento del livello del mare molto rapido. Nell'arco di tempo di una sola generazione potrà avere un impatto socio-economico senza precedenti sulle popolazioni costiere. Sebbene i dati scientifici ottenuti da molteplici studi che abbracciano varie discipline che spaziano dal clima, alle scienze della Terra e alla biologia siano concordi nel mostrare la scala globale del fenomeno, tuttavia i rischi connessi non sono ancora ben compresi, né ancora tali da suscitare un'adeguata consapevolezza per intraprendere opportune politiche di mitigazione e adattamento. ; Published ; 2TM. Divulgazione Scientifica
Luigi Villari's book Fire and Sword in the Caucasus, published in London in 1906, is widely quoted by scholars working on the history of Transcaucasia, in particular in respect to the Armenian-Tatar war. Yet neither this text nor its author have been so far studied in detail. The Italian Luigi Villari (1876-1959) is a figure of considerable interest; he was a diplomat, traveler, and journalist. His father, Pasquale Villari (1827-1917), was an accomplished historian and politician who played an important role in nineteenth-century Italy; Villari's mother was the British writer Linda White (1836-1915). It is remarkable that the author wrote a book an English at a time when this was not a popular language in Italy. He wrote extensively both in English and Italian about different topics, mainly related to history and international politics. It has been shown that, after the First World War, Villari joined Fascism and contributed actively to the regime's propaganda in Great Britain. The present paper examines Luigi Villari's book on the Caucasus, especially the author's attitude towards the Armenians. I shall demonstrate that in his work, he handles negative stereotypes of the Armenians ("one of the most unpopular races of the East"), which were common in the Russian empire at the beginning of the twentieth century, in a rather interesting way.