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L'Europe et la securite collective: depasser les mythes
In: Rivista di studi politici internazionali: RSPI, Band 68, Heft 4, S. 682
ISSN: 0035-6611
Industrial Relations in the Latrobe Valley: Myths and Realities
In: Labour & industry: a journal of the social and economic relations of work, Band 15, Heft 2, S. 25-46
ISSN: 2325-5676
Myth and reality: essays on dual thinking in the Western world
In: CSCL-H/Catalan studies vol. no
"This book is an exploration of Western thought that emerged from the fringes of the great philosophical schools. In particular, it analyzes various cultural phenomena or studies the work of certain authors essential to understand European culture in its entirety since classical Greece. This is the context for investigating the presence of rites, myths, witches and religious ideas in Europe due to philosophical systems, but also thoughts born on the fringes of the majority philosophical currents. All this is explained in three parts: the first, centered on the ancient world; the second, Christianity; the third, in Europe until the 17th century"--
Gaius Julius Caesar: between myth and historical reality ; Gaius Julius Caesar: entre mythe et réalité historique ; Gaio Giulio Cesare: fra mito e realtà storica
In the age of greatest crisis of a state perched on ancient systems of values, that in fact were the prerogative of a narrow political circle no longer able to govern, Cesare appears as the man who reveals the way of no return taken by the Republic, by forcing extreme mechanisms of the system and stalling them with his protomonarchic experiment. Here, through ancient and modern literature and historical sources, one of the most mythologized figures of all times and the exegesis of the birth and construction of this myth is analysed. ; À l'ère de la plus grande crise d'un État perché sur d'anciens systèmes de valeurs qui étaient en fait l'apanage d'un cercle politique étroit qui ne pouvant plus gouverner, Cesare apparaît comme l'homme qui révèle le chemin du non-retour emprunté par la République, en forçant des mécanismes extrêmes du système et en les bloquant avec son expérience protomonarchique. Ici, à travers la littérature ancienne et moderne et les sources historiques, l'on analyse l'une des figures les plus mythologiques de tous les temps et l'exégèse de la naissance et de la construction de ce mythe. ; Nell'epoca di maggiore crisi di uno stato arroccato su antichi sistemi di valori che di fatto erano appannaggio di una stretta cerchia politica non più in grado di governare, Cesare appare come l'uomo che rivela la via di non ritorno imboccata dalla Repubblica, portando a forzatura estrema meccanismi del sistema e mettendoli in stallo con il suo esperimento protomonarchico. Qui viene analizzata attraverso la letteratura e le fonti storiografiche, antiche e moderne, una delle figure più mitizzate di tutti i tempi e l'esegesi della nascita e della costruzione di questo mito.
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Thailandia Unhinged. Unraveling the Myth of a Thai-Style Democracy
In: Italian Political Science Review: Rivista italiana di scienza politica, Band 41, Heft 1, S. 147-149
ISSN: 0048-8402
Myths and Misconceptions of the Orthodox View of AIDS in Africa
This article rebuts conventional claims that AIDS in Africa is a microbial problem to be controlled through sexual abstinence, behavior modification, condoms, and drugs. The orthodox view mistakenly attributes to sexual activities the common symptoms that define an AIDS case in Africa - diarrhea, high fever, weight loss and dry cough. What has really made Africans increasingly sick over the past 25 years are deteriorating political economies, not people's sexual behavior. The establishment view on AIDS turned poverty into a medical issue and made everyday life an obsession about safe sex. While the vast, selfperpetuating AIDS industry invented such aggressive phrases as "the war on AIDS" and "fighting stigma," it viciously denounced any physician, scientist, journalist or citizen who exposed the inconsistencies, contradictions and errors in their campaigns. Thus, fighting AIDS in Africa degenerated into an intolerant religious crusade. Poverty and social inequality are the most potent co-factors for an AIDS diagnosis. In South Africa, racial inequalities rooted in apartheid mandated rigid segregation of health facilities and disproportionate spending on the health of whites, compared to blacks. Apartheid policies ignored the diseases that primarily afflicted Africans - malaria, tuberculosis, respiratory infections and protein anemia. Even after the end of apartheid, the absence of basic sanitation and clean water supplies still affects many Africans in the former homelands and townships. The article argues that the billions of dollars squandered on fighting AIDS should be diverted to poverty relief, job creation, the provision of better sanitation, better drinking water, and financial help for drought-stricken farmers. The cure for AIDS in Africa is as near at hand as an alternative explanation for what is making Africans sick in the first place.
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L'americanisation de l'Europe occidentale au XXe siecle. Mythe et realite
In: Rivista di studi politici internazionali: RSPI, Band 71, Heft 2, S. 343-344
ISSN: 0035-6611
Les frères ennemis de l'archipel de Solor: mythe et structure sociale
La competizione tra anziani e cadetti nell'arcipelago di Solor assume la forma di un conflitto tra due gruppi: i Demon e i Padji, discendenti da fratelli mitici, un anziano e un cadetto, in lotta tra di loro. Tale conflitto interessa la struttura sociale nella sua totalità, a livello di sistema matrimoniale, economico, politico e religioso. Esso rappresenta inoltre uno dei temi mitici più diffusi e si presta a essere utilizzato ed elaborato a fini dinastici durante la lotta per il dominio sull'arcipelago.
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Œuvres complètes, T. 15, Le mythe vertuiste et la littérature immorale
In: Travaux de droit, d'économie, de sociologie et de sciences politiques 86
Œuvres complètes, T. 6, Mythes et idéologies: textes réunis avec une introd
In: Travaux de droit, d'économie, de sociologie et de sciences politiques 44
Plasticité du mythe antique et réécritures scéniques ; Malleabilità del mito antico e riscritture sceniche
Nel suo stupore tutto retorico di fronte ad una perennità, che rasenta l'onnipresenza dei miti antichi nella nostra cultura occidentale moderna, Peter Schnyder, curatore di un'opera collettiva recentemente dedicata alla mitologia antica e alle sue riscritture 1 (" Métamorphoses du mythe. Réécritures anciennes et modernes des mythes antiques ") si compiaceva ad evocare l' « inevitabilità dei miti in un'epoca che minaccia l'appiattimento, o meglio, l'inaridimento culturale ». Quest'epoca è la nostra. Quella che « fa vendere a Mida delle marmitte e ad Atena della biancheria intima da uomo» per riprendere l'espressione di Sven Ortoli redattore capo della rivista Philosophie magazine, secondo il quale " i miti greci ci hanno colonizzato " 2. Restiamo vigili. Come interpretare questa inevitabilità? Si tratta dunque di nomi di personaggi il cui potere evocativo è legato alla loro presenza in un patrimonio culturale mai dimenticato che evoca per noi un mondo di ricordi vaghi, talvolta incerti, ma pur sempre ricordi? O si tratta piuttosto di una presenza latente, di un'eredità culturale nel nostro incosciente collettivo, sepolta ma pronta a risorgere quando si tratti di riunire i nostri strumenti comuni? Si tratta, ancor oggi, di una presenza letteraria che traduce il nostro attaccamento a racconti sempre ricominciati, sempre riscritti, perché sempre da « da ricominciare » o sempre da riscrivere? Racconti che, di fatto, non cessano di interrogare la nostra cultura. Queste risorgenze suppongono che il mito comporti intrinsecamente o per essenza, un valore culturale. I miti potrebbero ben risultare essere soltanto innumerevoli variazioni su di un fondo stabile che riflette da sempre le domande esistenziali che gli uomini da sempre si pongono, come suggerisce la scuola storica e mitocritica. È dunque questo che costituisce la malleabilità del mito, questa permanenza delle domande essenziali sull'uomo e l'universo, come se dei miti «primitivi » avessero detto e fissato già tutto, e che la letteratura consistesse in variazioni su domande ricorrenti. È per questo che la scena italiana moderna continua a mostrarci Medee, Edipi, Alcesti ed Antigoni, ma anche dei Sinbad e delle Salomé? La nostra vigilanza consisterà precisamente nell'interrogare questo topos che ci spinge a credere che, attingendo incessantemente a questo fondo perenne della nostra cultura, la letteratura potrebbe andarvi a cercare quelle che potremmo chiamare le 'vere domande', scavando nel terreno di un vecchio fondo giudaico-cristiano. Questo significherebbe che il mito porta in se stesso una spiegazione di qualche cosa, che è tributario del « discorso su », transposto e transponibile di secolo in secolo, mutatis mutandis, senza che il passare del tempo, le mutazioni profonde delle nostre società, le evoluzioni politiche, religiose, morali possano alterare ciò che consideriamo come il suo « universalismo »? Possiamo davvero senza hybris approcciare i miti pagani o cristiani considerandoli come l'origine di una forma di pensiero o di una cultura occidentale? Un gran numero di studiosi dell'antichità si collocano oggi contro quest'ottica dell'Antichità 'all'origine di'; io vorrei oggi pormi in
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