Modelli normativi di contact tracing tra "ragione" e "volontà" ; Normative models of contact tracing between "reason" and "will"
In ragione dell'emergenza legata al Covid-19, nei diversi ordinamenti nazionali, sono state progressivamente imposte numerose limitazioni alle libertà fondamentali degli individui: la libertà personale, quella di circolazione, quella di riunione, quella di culto, quella di iniziativa economica sono soltanto alcune delle principali prerogative individuali fortemente ridimensionate - se non annullate - nella prospettiva del contrasto al diffondersi del contagio e, dunque, nella logica della preminenza del diritto alla salute (individuale e collettiva). Questi interventi limitativi sono stati percepiti come assolutamente necessari e, pertanto, accolti dai destinatari con sostanziale accondiscendenza, senza che sia emerso alcun dibattito - neppure dottrinale - intorno alla possibilità di ricorso a differenti modelli che, alla imposizione iussu principis, preferissero dinamiche volontaristiche di adesione (pure astrattamente ipotizzabili). Ora, in una fase di progressiva (ri)espansione delle prerogative individuali sopracitate, si DPER online n. 2/2020-Issn 2421-0528 Diritto Pubblico Europeo Rassegna online Fascicolo 2/2020 27 apre il dibattito su possibili interventi (parzialmente) limitativi della riservatezza, soprattutto in relazione all'utilizzo di tecnologie di contact tracing. Ebbene, rispetto a questa possibilità (che, nell'ordinamento italiano, ruota intorno all'utilizzo della cd. app Immuni), le opzioni adottate dai diversi ordinamenti si atteggiano in maniera differente, con opzioni anche antitetiche tra modelli volontaristici/obbligatori di introduzione dei sistemi di tracciamento o, ancora, in ordine alla scelta tra tutela assoluta dell'anonimato dei soggetti tracciati (propria del modelloeuropeo) ed implementazione di social credit systems e meccanismi di geolocalizzazione individuale (tipici di alcune realtà asiatiche). Eppure, limitazioni della privacy, tutto sommato risibili se paragonate a quelle subite nei mesi scorsi da libertà fondamentali cardinali, sono segnate - soprattutto nella tradizione giuridica occidentale - da un forte disvalore politico-sociale, sì da essere accompagnate un profondo dibattito a più livelli, inedito anche per questa stagione emergenziale. ; Due to the emergency linked to Covid-19, in the various national legal systems, numerous limitations have been progressively imposed on the fundamental freedoms of individuals: personal freedom, freedom of movement, freedom of assembly, that of worship, that of economic initiative are only some of the main individual prerogatives strongly reduced - if not canceled - in the perspective of contrasting the spread of the infection and, therefore, in the logic of the pre-eminence of the right to health (individual and collective)These limiting interventions have been perceived as absolutely necessary and accepted with substantial condescension, without any doctrinal debate concerning the possibility of using different models based upon voluntary dynamics. Now, in a phase of progressive (re)expansion of the individual rights and liberties, the focus is upon contact tracing technologies and their impact on the right to privacy. Antithetical options have inspired Westerns and Eastern legal systems: the former (especially european systems) based on voluntary models of tracking which guarantee the anonymity of the individuals; the latter on the implementation of social credit systems, that make extensive use of compulsory geolocation and other forms of control (such as China, South Korea). Indeed, these privacy restrictions, laughable when compared with to those suffered in recent months by fundamental freedoms, are surrounded - especially in the Western legal tradition - by political and social disvalues and are accompanied by a deep debate at several levels, surprising even during this emergency season.