Social identity and literary genres. Birth and Death of the Stil Nuovo's sodality ; Identità sociale e generi letterari. Nascita e morte del sodalizio stilnovista
The article considers the literary production of Dante Alighieri – and, in parallel, of his "first friend" Guido Cavalcanti – between the composition of the Vita nuova and Dante's exile. It aims to show that the conflict between Dante and Cavalcanti can also be situated on the level of the representation that the two poets give of themselves in their work, through their chosen poetics and literary genres. Despite having the reputation of a philosophus, the magnate Guido shows his aristocratic disdain even in literary options: he depicts himself as a knight-poet and focuses solely on the representation and analysis of the phenomenology of love. On the contrary, from the Vita nuova on, Dante does not present himself to his audience as only an exquisite and aristocratic love poet, but also – and explicitly – as an expert in physiology, philosophy, and rhetoric. On the model of Guittone d'Arezzo and Brunetto Latini, when he enters Florentine political life, he attributes a civic and ethical function to his poetry, which definitively breaks with the "stilnovistic" poetics of his juvenile association with Cavalcanti. ; Il contributo prende in considerazione la produzione letteraria di Dante Alighieri – e, in parallelo, del suo «primo amico» Guido Cavalcanti – compresa all'incirca tra la composizione della Vita nuova e l'esilio. Esso intende mostrare come il dissidio tra Dante e Cavalcanti si situi anche al livello della rappresentazione che i due poeti danno di se stessi nella loro opera, attraverso scelte di poetica e di genere letterario. Pur avendo fama di philosophus, il magnate Guido si mostra uno sdegnoso aristocratico anche nelle opzioni letterarie: non disdegna di ritrarsi come cavaliere-poeta e si concentra sulla sola rappresentazione e analisi della fenomenologia amorosa. Dante, al contrario, già a partire dalla Vita nuovanon si presenta al proprio pubblico solo come squisito e aristocratico poeta d'amore, ma anche – in modo esplicito – come esperto di fisiologia, filosofia e retorica. Sul modello di Guittone e di Brunetto, in concomitanza con l'entrata nella vita politica fiorentina egli attribuisce alla propria poesia una funzione civile ed etica, che rompe definitivamente con la poetica "stilnovista" del sodalizio giovanile con Cavalcanti.