La ricognizione si sofferma sul rapporta tra i movimenti sociali e l'ambiente in virtù della rilevanza sociologica di studiare i movimenti globali nella attuale configurazione della storia economica dei vari Paesi. Ci sono esempi di raffigurazione dell'azione sociale.
Il presente articolo intende indagare le diverse forme organizzative e i metodi di lotta del movimento femminista jugoslavo con l'obiettivo di fare luce su un aspetto poco conosciuto della vicenda balcanica e di rendere conto della storia della nascita e dello sviluppo di uno dei femminismi più peculiari sulla scena internazionale. A partire da un esame delle modalità di aggregazione e partecipazione alla vita politica delle donne nella Jugoslavia socialista degli anni Cinquanta, si procede ad un'analisi dei tratti distintivi del Neofeminizamnegli anni Sessanta e Settanta e della sua evoluzione nei decenni successivi che videro il movimento perdere i suoi caratteri teorici e intellettuali e divenire spazio di confronto e supporto per moltissime donne vittime della violenza di guerra. L'articolo si conclude con un esame delle politiche, dei progetti e delle attività di cinque organizzazioni non governative femministe oggi attive in territorio bosniaco e selezionate sulla base della loro dislocazione geografica e del tipo di attività svolta: lo studio dei tratti distintivi di ciascuna di queste organizzazioni ha permesso di individuarle come i soggetti più attivi e competenti nel panorama associativo bosniaco, capaci di apportare un contributo fondamentale ai processi di democratizzazione e riconciliazione della società tutt'oggi in corso. ; This paper attempts to explain the different organizational forms and methods of struggle of the feminist movement Yugoslavia with the aim of shedding light on a little known aspect of the Balkan events and accountingthe history of the birth and development of one of the most peculiar feminisms on the international scene. Starting from an examination of the aggregation and participation modes of women in socialist Yugoslavia, the paper proceeds with an analysis of the most important hallmarks of Neofeminizamin the Sixties and Seventies and its evolution in the following decades that saw the movement lose its intellectual characters and become a real space for comfort and support of many women victims of the violence of the war. The articles ends with an examination of the policies, projects and activities of five non-governmental feminists organizations active in the Bosnian territory and selected on the basis of their geographical location and type of activity. The study of the distinctive features of each of these organizations has enabled to identify them as the most active and competent groups in the Bosnian associations' panorama, able to give a strong and precious contribution to the democratization and reconciliation processes still in progress in post-war Bosnia and Herzegovina.
The article presents a historical reconstrucion of the struggle for decent housing in Cagliari and the role played in them by different political organizations between the mid-seventies and the eighties. Starting from the description of the critical housing conditions in the city at the time, the article moves on with an analysis of the political ideology of the Committee, its social composition and the main steps of its political activity. ; Il tema dell'articolo è la storia del Comitato di lotta per la casa, organizzazione politica attiva a Cagliari tra la metà degli anni '70 e gli anni '80 per fronteggiare la gravissima condizione abitativa esistente in città. Dopo aver brevemente descritto la situazione edilizia ed urbana di Cagliari, l'articolo analizza l'ideologia politica del Comitato, la sua composizione sociale e le tappe principali della sua attività politica.
This item is part of the Political & Rights Issues & Social Movements (PRISM) digital collection, a collaborative initiative between Florida Atlantic University and University of Central Florida in the Publication of Archival, Library & Museum Materials (PALMM).
This paper aims to reintroduce the guidelines and courses of action promoted by Centro Studi "Paolo e Rita Borsellino", now in its tenth year, in the field of citizenship education. Following the path set out by magistrate Borsellino, there has been a constant commitment over the years to develop educational guidelines for new gen-erations that are designed to encourage projects that foster social cohesion, freedom and self-determination for those who actively participate in any democracy. Centro Studi's desire to contribute to citizens' development, a greater awareness of the constitution and the pro-motion of democratic values has resulted in its involvement in trialling educational practices. This activity focuses on participation, inclusion and the tackling of educational poverty regarding, more specifically, the active school and popular education experience inspired by the values of democratic legality, antimafia and associations. Safe-guarding memory, which is all the more important if understood in its 'operating' dimension, thus becomes a primary means of educating to increase the spread of a culture of active citizenship and democratic cohesion. ; Il contributo intende restituire, nel decennale dalla sua fondazione, le linee di indirizzo e di intervento promosse dal Centro studi "Paolo e Rita Borsellino" sul terreno dell'educazione alla cittadinanza. Nel solco tracciato dal magistrato Borsellino, costante è stato negli anni l'impegno nell'indicare condizioni formatrici per le nuove gene-razioni atte a nutrire progetti di vita ispirati alla coesione, alla libertà, all'autodeterminazione dei soggetti all'interno di ogni, realmente partecipata, democrazia. Nel desiderio di contribuire alla formazione del cittadino, alla cono-scenza della Costituzione, alla promozione dei valori della democrazia, il Centro Studi è impegnato nella speri-mentazione di interventi formativi finalizzati alla partecipazione, all'inclusione e al contrasto delle povertà educative, con particolare riferimento ad esperienze di ...
Il lavoro origina dalla ricerca-azione "The contribution of civil society organisations in achieving health for all", finanziata dall'International Development Research Centre e realizzata dal People's Health Movement in sei Paesi (Brasile, Colombia, India, Italia, Repubblica Democratica del Congo, Sudafrica). Obiettivo è indagare i processi con cui l'attivazione della società civile, indirizzata a promuovere l'accesso ai servizi sanitari e agire sui determinanti sociali, contribuisce al diritto alla salute. Trattandosi di una ricerca-azione, rafforzare tali dinamiche è parte tanto degli obiettivi quanto della metodologia. Il materiale analizzato per la tesi riguarda principalmente il contesto italiano, dove la ricerca-azione è portata avanti da un soggetto collettivo denominato Grup-pa ("Gruppo Permanentemente Aperto"). Attraverso due fasi di lavoro, la prima caratterizzata dal coinvolgimento di realtà attive sui temi della salute e dei suoi determinanti, la seconda dalla condivisione/rielaborazione dei risultati preliminari in contesti pubblici, la ricerca-azione – tutt'ora in corso – ha come obiettivo la costruzione di un movimento per la salute. Per la redazione della tesi ho tratto ampio spunto da questo percorso, nonché da suggestioni provenienti dalla ricerca-azione internazionale, per proporre tre contributi che le pratiche dei movimenti offrono alla promozione della salute. La prima esplorazione parte dall'analisi dei movimenti di riforma sanitaria in Italia e in Brasile e riguarda l'idea di collettivo, come processo intensivo in grado di promuovere cambiamento verso la giustizia sociale. La seconda parte dal concetto di comune come principio politico, e prova a leggere la produzione dei movimenti come creazione di nuove istituzioni. La terza esplorazione ricerca, nella salute pubblica e nei movimenti, un'attenzione alle interrelazioni tra società umana, modi di produzione e sostenibilità ambientale, che rischiano di vanificare qualunque approccio di promozione della salute se radicato in un modello di sviluppo distruttivo del pianeta. ; My PhD work is framed in the action-research "The contribution of civil society organisations in achieving health for all", financed by the Canadian International Development Research Centre and lead by the People's Health Movement in six countries (Brazil, Colombia, India, Italy, DR Congo, South Africa). The objective is to analyse how civil society engagement around access to healthcare and action on the social determinants of health contributes to "health for all". According to the very principle of action-research, strengthening civil society is part of the objective and of the methodology. The data analysed for the theses concern primarily the Italian context, where the action-research is lead by a collective named Grup-pa ("Permanently Open Group"). The work has developed in phase 1, centred on engaging civil society groups active on issues related to health and its determinants, and phase 2, dedicated to re-discussing publicly the preliminary results. The action-research, ongoing, has the goal of creating a health movement in Italy. In writing the theses I have deeply drawn from this process, and from inputs of the international action-research, in order to explore three contributions that movements can offer to the field of health promotion. The first "path" analyses the health reforms in Italy and Brazil, and – drawing from Latin American Social Medicine theory – frames the principle of "collective" as an intensive process able to promote change towards social justice. The second "path" analyses the idea of commons as a political principle, framing movements' productions as creation of new institutions. The third "path" looks at public health and health movements awareness of the interconnections between human society, modes of production and environmental sustainability, that risk to jeopardize any health promotion effort which is rooted in a development model that is destructive for the planet.
The purpose of this research is to provide a description of the Gilets Jaunes movement in France, in the light of the theoretical approaches to the description of the protest movements. First, it is necessary to consider whether in this case we can explain the emergence of the movement as caused by the "systemic imbalance" or "power imbalance", which has occurred in France in the aftermath of Macron's rise to power, and according to Smelser's approach. Secondly, according to Tilly, the repertoires of the conflict or collective action were recorded to assess to what extent the action of the Gilets Jaunes has inclined towards mobilization, violence, or manifestation of public discontent. The Gilets Jaunes movement looks more like a reaction against the French establishment and the incumbent President Macron, than as a collective movement with its own identity and "systemic" claims. This is the expression of a priori rejection of the political class, without clear alternatives and in a form of almost extreme nihilism. The Gilets Jaunes appear as a manifestation of the opposition to power, refusing any proposal for mediation or dialogue with the political institution. The political class is rejected in its entirety and the Gilets Jaunes can be labelled as a Generally Unwanted Rulers (GURs) movement. ; Lo scopo di questa ricerca è fornire una descrizione del movimento dei Gilets Jaunes in Francia, alla luce degli approcci teorici alla descrizione dei movimenti di protesta. Innanzitutto, è necessario considerare se in questo caso possiamo spiegare l'emergere del movimento come effetto di uno "squilibrio sistemico" o "squilibrio di potere", secondo l'approccio di Smelser, che si è verificato in Francia all'indomani dell'ascesa al potere di Macron. In secondo luogo, sono stati registrati i repertori del conflitto o dell'azione collettiva, come li definisce Tilly, per valutare fino a che punto l'azione dei Gilets Jaunes è incline alla mobilitazione, alla violenza o alla testimonianza di malcontento pubblico. Il movimento dei Gilets Jaunes assomiglia più a una reazione contro l'establishment francese e al presidente in carica Macron, che a un movimento collettivo con una propria identità e rivendicazioni "sistemiche". È l'espressione di un rifiuto a priori della classe politica, senza alternative chiare e in una forma di nichilismo quasi estremo. I Gilets Jaunes appaiono come una manifestazione dell'opposizione al potere, rifiutando qualsiasi proposta di mediazione o dialogo con l'istituzione politica. La classe politica è respinta nella sua interezza e i Gilets Jaunes possono essere etichettati come movimento GURs (Generally Unwanted Rulers).