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Science and Technology Studies. Socio-epistemologia storica delle negoziazioni disciplinari ; Science and Technology Studies. Socio-Historical Epistemology of disciplinary boundaries
L'obiettivo di questo lavoro è (ri)costruire il processo di emergenza del campo di ricerca dei "Science and Technology Studies" (STS) come risultato di una complessa opera di negoziazioni disciplinari. In funzione di questo obiettivo, abbiamo elaborato una metodologia che abbiamo battezzato come "Socio-epistemologia storica". Dal punto di vista storico, questa tesi di dottorato propone una dettagliata ricostruzione del processo di emergenza del campo interdisciplinare degli STS fra gli anni '60 e la metà degli anni '80 (grazie anche a ricerche d'archivio e storia orale). In primo luogo, ci siamo occupati di tracciare alcune traiettorie intellettuali, accademiche e socio-politiche in funzione di una disamina delle condizioni di possibilità dell'emergere di tale campo (fra gli anni '30 e gli anni '60). Nel capitolo seguente abbiamo invece proposto una cartografia dei principali centri di ricerca e programmi pedagogici nei principali casi nazionali come: U.K., U.S., Francia, Repubblica democratica tedesca, Repubblica federale tedesca, Austria, e Paesi Bassi. Infine, un ulteriore capitolo è invece dedicato alla ricostruzione della nascita delle prime reti di ricerca internazionali (società e associazioni professionali) in ambito STS. I risultati di questa ricerca storica sono stati interpretati e organizzati tramite il framework della "sociologia dei campi accademici" e della "sociologia della conoscenza". A completare la nostra disamina, l'approccio filosofico ha reso possibile un'analisi epistemologica basata sui concreti processi storici e sociali di negoziazione disciplinare che hanno reso possibile il programma di ricerca interdisciplinare degli STS. In questo senso, abbiamo sostenuto che le frontiere disciplinari nelle scienze sociali siano al contempo elaborate socialmente, tramite un lungo processo di negoziazione storica, e sulla base di rivendicazioni epistemiche. ; The aim of this work is to (re)construct the emergence process of the "Science and Technology Studies" (STS) field, as a result of broad disciplinary negotiations (especially between history of science, sociology of science and philosophy of science). In order to achieve this, I proposed an integrated methodology that I labelled "Socio-Historical Epistemology". From the historical point of view, my Ph.D thesis provides a detailed survey of the academic emergence of the "STS" interdisciplinary field, from the 60s to the mid 80s (made also through archive research and oral history). First of all, I traced some intellectual, academical and socio-political trajectories, in order to explain the conditions of the emergence of this field (from the 30s to the 60s). In the following chapter I proposed a cartography of the major research units and pedagogical programs in U.K., U.S., France, German Democratic Republic, Federal Republic of Germany, Austria and Netherlands. Finally, another chapter is dedicated to the professional and international societies in STS. The results of this historical inquiry have been interpreted and organised through the framework of the "sociology of scientific fields" and the "sociology of knowledge". Furthermore, the philosophical approach has made possible an epistemological analysis of both the historical and the sociological genesis and development of the interdisciplinary context of research of the "STS". In this sense I argued that disciplinary boundaries in social sciences are, at the same time, diachronically constructed and reconstructed, through a collective process of controversies and negotiations and due to epistemological claims.
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Antropologia culturale: un'introduzione per le professioni socio-sanitarie
In: Il servizio sociale 64
Vita socio-culturale in diocesi di Treviso nel primo Quattrocento
In: Miscellanea di studi e memorie 21
I giovani di origine africana: integrazione socio-culturale delle seconde generazioni in Italia
In: Tesi e percorsi di ricerca 6
Per una cultura delle differenze: innovazione didattica e inclusione socio-culturale
In: Diventare insegnanti. Le pedagogie 2
Salute e malattia: mutamento socio-culturale e etrasformazioni organizzative dei servizi alla persona
In: Salute e società
In: Ricerca spendibilità 30
Il concetto di normalità come costruzione socio-culturale: valori, norme, proiezioni della realtà e dell'individuo
In: Etica & politica n. 6
L'arcano svelato: percorsi di ricerca sull'innovazione socio-culturale tra qualità del dato e rispetto della persona
In: Collana di sociologia 663
I Beatles come fenomeno socio-culturale. Traduzione e commento di Ian Inglis, Beatles, Popular Music and Society: A Thousand Voices
"What a remarkable fifty years they have been for the world. Think what we would have missed if we had never heard the Beatles" : con queste parole, nel novembre 1997, la Regina Elisabetta celebrava il suo cinquantesimo anniversario di matrimonio. A quanto pare, ancora oggi, i quattro ragazzi di Liverpool fanno parlare di sé. Sono passati 50 anni da quando hanno conquistato il cuore degli Stati Uniti con il singolo 'I Want To Hold Your Hand', riuscendo, in poco più di 2 minuti e mezzo, a entrare nella Billboard Hot 100, la classifica dei 100 brani più trasmessi dalle radio oltreoceano. Innovatori senza precedenti, pur sotto l'influenza di Buddy Holly, degli Everly Brothers e Chuck Berry, i Beatles hanno dimostrato come il rock & roll poteva coinvolgere varietà di armonie e strutture. La compattezza del loro sound era data dalla combinazione sinergica del basso melodico di Paul unito alla batteria "folle" di Ringo, alla chitarra "rockabilly" di George e a quella, più decisa, di John. Idealistici, spiritosi, eclettici e irriverenti, essi hanno saputo definire e incarnare lo stile degli Anni '60 e la loro musica, iniziata con le canzoni romantiche e terminata con stravaganze perfezioniste, ha fissato dei nuovi standard per il successo artistico e commerciale della musica pop-rock. Fino ai primi Anni '50 il Regno Unito si presentava con confini culturali e sociali molto rigidi, entro i quali prendeva coscienza una comunità "pluralistica"; questi nuovi fermenti dettero origine a controversie con i giovani che si ribellavano alle convenzioni e alle autorità. Iniziò ad aleggiare un vento di libertà morale, il cui primo obiettivo era proprio lo smantellamento delle barriere poste tra la cultura popolare e la cultura alta. A livello artistico, si possono vedere i primi cambiamenti con Waiting For Godot, dramma teatrale beckettiano, messo in scena nel settembre 1955 all'Arts Theatre di Londra; con Look Back In Anger di Joan Osborne, rappresentato nel 1956 al Royal Court Theatre; con la Pop Art introdotta l'anno successivo da una mostra alla Whitechapel Gallery; e con la pubblicazione nel 1957 di Declaration, una raccolta di saggi i cui autori esprimono la loro indignazione contro l'apatia, il disinteresse e il fallimento intellettuale dell'ambiente in cui vivono. Tom Maschler, curatore della raccolta, presenta gli Angries come degli anarchici, spesso socialmente alienati, e non appartenenti ad alcun movimento politico preciso . Doris Lessing, unica figura femminile a comparire nella raccolta, ha le idee molto chiare: "we give little attention to the people who leave - that process of elimination that goes on all the time and which excludes, very early, those likely to be original and reforming, leaving those attracted to a thing because that is what they are already like. This social mechanism goes almost unnoticed - yet it is as powerful as any in keeping our institutions rigid and oppressive" ; e prosegue Collins: "the average man is a conformist, accepting miseries and disasters with the stoicism of a cow standing in the rain". Sempre negli Anni '50, il rock veniva giudicato un genere banale e inferiore, visto dalla critica come privo di qualsiasi significato musicale e valore duraturo; tale concezione mutò notevolmente nel decennio successivo, quando risultò impossibile continuare a definirlo "una semplice anomalia temporanea" . La rivalutazione di Elvis, l'impatto di Dylan con la nascita della canzone di "protesta" e la British Invasion dei Beatles, che fecero della musica popolare il nucleo centrale dei primi movimenti studenteschi e subculturali, indussero a considerare il rock una seria forma d'arte, d'intrattenimento e d'industria. Al riguardo, va ricordata la nascita, nel 1967, della rivista musicale Rolling Stone, che ancora oggi non si interessa solo alla musica in senso stretto, ma anche a tutti i fattori socioculturali a essa contigui. Di notevole importanza è stato poi lo sviluppo della televisione: se negli Anni '50 solo il 6% della popolazione possedeva un televisore, nel 1965 sarà di proprietà di più del 90%. E in questi Swinging Sixties, i Beatles e la televisione furono una fonte di guadagno reciproco: da un lato, infatti, i Fab Four ottenevano una visibilità a livello nazionale e globale, dall'altro la televisione era ben contenta di ospitare le masse di pubblico che i Beatles stessi attiravano. Nelle loro apparizioni televisive, si passò dalle esibizioni musicali alle interviste e ai dibattiti, le cui tematiche avevano poco a che fare con le pop star "classiche": la guerra in Vietnam, l'uso della marijuana, la religione. Così, se nel biennio '62-'63 il 76% delle loro apparizioni erano musicali, tra il 1966 e il 1970 soltanto il 17% riguardavano le esibizioni. È stata proprio questa scissione tra il ruolo classico della pop star e quello più complesso incarnato dai Beatles, a renderli così speciali. Definiti "uomini di idee", "intellettuali" , in quanto portavoce di una generazione e guida di una controcultura globale, c'è anche chi li paragona ai giocolieri e menestrelli medievali. Sì, l'epoca è sicuramente diversa a livello tecnologico e geopolitico, ma proprio come i menestrelli, i Beatles hanno usato la loro musica per rivestire più ruoli: intrattenitori, critici, cronisti, opinionisti, corteggiati ma anche ostacolati da quelli che volevano far loro da "padroni". "Who would have thought that the pop music of the 1960s would develop into a force as vital as that of the jongleur of old?".
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Il processo migratorio come determinante della salute mentale: l'esperienza del Centro di Consultazione Socio-Culturale nel Distretto di Pianura Est, AUSL di Bologna. ; The migration process as a determinant of mental health: the experience of the Socio-Cultural Consultation Centre in the Pianura Es...
La ricerca in oggetto ha analizzato le relazioni tra migrazione e salute mentale nel Distretto di Pianura Est dell'AUSL di Bologna. Attraverso un dispositivo d'indagine multi-disciplinare basato sui quadri teorici dell'Antropologia Medica Critica, della Salute Pubblica e della Psichiatria, la ricerca si è inserita nell'ampio contesto di sperimentazione di un innovativo modello di assistenza per pazienti migranti, denominato Centro di Consultazione Socio- Culturale. L'architettura dello studio si rifà a un modello di Ricerca-Azione Partecipata e Multi-Situata fondato su un approccio analitico e auto-riflessivo, il quale ha consentito di problematizzare, oltre alle azioni e alle traiettorie dei vari soggetti che operano nel campo della ricerca, anche le categorie oggetto della ricerca stessa. L'analisi, profondamente radicata nel dato empirico, è stata condotta a partire dall'esperienza degli attori sociali coinvolti. Le esperienze, le informazioni e le rappresentazioni reciproche sono state co-costruite in forma partecipativa attraverso l'uso combinato di metodologie quali-quantitative proprie sia delle discipline sanitarie sia di quelle sociali. Come materiali della ricerca sono stati utilizzati: dati primari e secondari prodotti dalle istituzioni e dalle organizzazioni del territorio stesso; informazioni provenienti dall'osservazione partecipante; colloqui con informatori-chiave; interviste semi-strutturate con decisori politici, amministratori, organizzazioni del territorio, operatori dei servizi, cittadini e pazienti. La ricerca ha dimostrato la validità delle prospettive teoriche utilizzate e delle strategie di lavoro proposte. Il modello di lavoro multi-disciplinare e multi-metodologico si è rivelato produttivo nell'indagare congiuntamente le prospettive degli attori coinvolti insieme alle loro traiettorie, alle reciproche interconnessioni e alle relazioni tra processi locali e globali. L'analisi auto-riflessiva ha consentito di analizzare le attività del Centro di Consultazione evidenziandone vantaggi e limiti. Infine, la collaborazione tra Salute Pubblica e Antropologia Medica Critica ha dimostrato una grande potenzialità e produttività sia sul versante della ricerca scientifica sia su quello dell'assistenza sanitaria. ; This research has analysed the relationship between migration and mental health in the Distretto di Pianura Est of Bologna AUSL. Through a multi-disciplinary investigation tool based on the theoretical frameworks of Critical Medical Anthropology, Public Health and Psychiatry, the research was included in the broad context of testing an innovative model of care for migrant patients, called Socio-Cultural Advisory Centre. The study design relates to a model of Participatory and Multi-Situated Action Research, analytical and self-reflective, which made it possible to problematize, in addition to the actions and trajectories of the various actors of the research, also the categories addressed by the research. The analysis, deeply rooted in empirical data, was conducted starting from the real experience of the social actors involved. Experiences, mutual information and representations have been co-constructed in a participatory way through a combination of qualitative and quantitative methodologies well known both to social and health disciplines. The following research material was used: primary and secondary data gathered from institutions and organizations in the field; information from participant observation, interviews with key informants, semi-structured interviews with policymakers, administrators, local organizations, service personnel, citizens and patients. The research has demonstrated the validity of the theoretical perspectives that were applied and the strategies proposed. The working model of multi-disciplinary and multi-methodological approach has proved effective in investigating the perspectives of those involved as well as their own trajectories, the mutual interconnections and relationships between local and global processes. The self-reflective analysis has allowed the exploration of the activities of the Advisory Centre, highlighting advantages and limitations. Finally, the collaboration between Public Health and Medical Anthropology Critique has shown a great potential and productivity both in the field of scientific research and of health care. ; A pesquisa tem analisado as relações entre o fenômeno da migração e a saúde mental no Distrito Sanitário de Pianura-Est da AUSL de Bolonha. Através de um dispositivo de indagação multi-disciplinar e multi-metodológico baseado na perspectiva da Antropologia Médica Crítica, da Saúde Pública e da Psiquiatria, a pesquisa tem se inserido na experimentação de um modelo de atendimento aos pacientes migrantes, chamado Centro de Consultação Sócio-Cultural. O esquema do estudo se inspira ao modelo da Pesquisa-Ação-Participativa e Multi-situada, baseada em um abordagem analítica e auto-reflexiva, que tem permitido problematizar, além das ações e trajetórias dos diferentes atores que operam no campo da pesquisa, também as categorias-objeto de investigação. A análise, fortemente baseada nos dados empíricos, tem sido desenvolvida a partir da experiência dos atores envolvidos. As experiências, as informações e as mútuas representações dos diferentes atores foram co-construídas de forma participava por meio de uma combinação de metodologia qualitativas e quantitativas pertencente às ciências sociais e de saúde. Como materiais de pesquisa foram utilizados: dados primários e secundários produzidos por instituições e organizações do próprio território; informações obtidas a partir da observação participante, entrevistas com informantes-chaves; entrevistas semi-estruturadas com gestores, administradores, o organizações locais, operadores dos serviços, cidadãos e os doentes. A pesquisa têm demonstrado a validade do quadro teórico e das estratégias utilizadas nos trabalho. A abordagem multi-disciplinar e multi-metodologia tem se demonstrado produtiva na investigação das perspectivas de todos os atores envolvidos, em conjunto com as suas trajetórias, as mútuas interconexões e as relações entre os processos locais e globais. A análise auto-reflexiva permitiu analisar as atividades do Centro de Consultação, destacando vantagem e limitações. Finalmente, a colaboração entre Saúde Pública e Antropologia Médica Crítica tem mostrado um grande potencial em termos de produtividade, tanto no campo da pesquisa científica tanto quanto no dos serviços de saúde.
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