L'istituto del whistleblowing può essere definito come la segnalazione posta in essere da parte di un dipendente, il quale svolga la propria attività tanto in una struttura pubblica quanto privata, al fine di denunciare una condotta illecita o comunque una qualsiasi forma di irregolarità di cui sia venuto a conoscenza in ragione del proprio rapporto di lavoro. Il presente elaborato si pone l'obiettivo di esaminare la normativa italiana di tema di whistleblowing al fine di valutarne la ragionevolezza ed eventualmente suggerire interventi migliorativi. Per fare ciò il testo è stato suddiviso in quattro capitoli. Il primo capitolo è dedicato alla corruzione, in particolare la sua definizione, l'inquadramento codicistico, cause ed effetti, occasione mancata di Mani Pulite ed i poteri acquisiti nel tempo da parte dell'ANAC. Il secondo capitolo ha ad oggetto l'evoluzione della normativa italiana in tema di whistleblowing partendo dalla l. 6 novembre 2012, n. 190, passando per le Linee guida ANAC, fino alla l. 30 novembre 2017, n. 179. Della normativa verranno evidenziati i tratti caratterizzanti e criticità. Il terzo capitolo ha un taglio comparatistico in quanto viene analizzata la disciplina in tema di whistleblowing di cinque ordinamenti: Stati Uniti, Regno Unito, Paesi Bassi, Francia e Germania. Il capitolo comprende inoltre una constatazione dei differenti approcci sul tema da parte degli Stati. Il quarto capitolo analizza gli altri strumenti di contrasto alla corruzione che discendono dalla l. 6 novembre 2012, n. 190 e il rapporto tra d.lgs. 8 giugno 2001, n. 231 e fenomeno corruttivo. Conclude valutando il D.d.l. relativo alle nuove misure di contrasto ai reati contro la pubblica amministrazione, approvato il 6 settembre 2018 in sede di Cdm, e suggerimenti per un eventuale intervento futuro del legislatore in tema di whistleblowing.
Cover -- Occhiello -- Indice -- Prefazione -- Introduzione -- Capitolo 1. Il whistleblowing nei sistemi di common law -- Capitolo 2. Le fonti internazionali ed europee -- Capitolo 3. La divaricazione della disciplina del whistleblowing tra pubblico e privato -- Capitolo 4. Giusta causa di segnalazione e valori costituzionali -- Capitolo 5. Le segnalazioni del lavoratore oltre la disciplina speciale del whistleblowing -- Bibliografia -- Volumi pubblicati.
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Il presente lavoro ha lo scopo di mostrare come il whistleblowing possa essere considerato un efficace rimedio alla piaga della corruzione. Il primo capitolo affronta gli aspetti più controversi della disciplina e cerca di rispondere ad una domanda: perché diventare un whistleblower? Il secondo capitolo, che è dedicato all'analisi del piano internazionale ed europeo, analizza non solo le numerose convenzioni venute alla luce negli Anni '90-2000 a livello internazionale, ma anche la recente direttiva dell'Unione Europea del 2019 in materia di whistleblowing. Il terzo capitolo offre una ricostruzione storica dell'evoluzione della disciplina esistente negli Stati Uniti, sia a livello federale che statale, con attenzione alle più recenti novità in materia. Infine, il quarto ed ultimo capitolo ripercorre i principali interventi compiuti dal legislatore italiano in materia di whistleblowing, partendo dalle normative di settore per arrivare alla legge 30 novembre 2017 n. 179.
La denuncia pubblica degli abusi è una forma molto speciale di controllo organizzativo dalla straordinaria forza di contrasto della corruzione per la qualità delle informazioni che è in grado di fornire e per la capacità di contenere dall'interno gli abusi. In questo articolo vengono presentati i fattori personali, organizzativi, giuridici, sociali, politici e culturali che influenzano le decisioni di denuncia nelle organiz- zazioni e alcune proposte legate alla realizzazione di un programma di formazione alla denuncia pubblica degli abusi. L'autore sostiene che la formazione su materie come queste non dovrebbe proporsi di tradur- re in azione un atto assolutamente straordinario e indesiderabile nella vita di una organizzazione bensì limitarsi a formare coscienze e creare potenzialità nelle persone.
Il presente elaborato si propone di analizzare il whistleblowing quale strumento di prevenzione della corruzione nella pubblica amministrazione, sia in un'ottica comparativa, sia alla luce del nuovo approccio ai fenomeni corruttivi fatto proprio dalla legge Severino. Parlare della corruzione e degli strumenti di prevenzione della stessa, presuppone la conoscenza del "male" che si intende curare. La corruzione è anzitutto un fenomeno culturale, che oltre a causare i ben noti dissesti all'economia nazionale e mondiale, crea danni morali, che possono sfociare financo in una sfiducia dei cittadini nelle istituzioni pubbliche. È per questo motivo che, sia a livello internazionale che a livello dei singoli stati, è sentita la necessità di prevedere strumenti efficaci di contrasto della stessa. Il nostro ordinamento ha sempre basato la sua politica di contrasto alla corruzione, sugli strumenti repressivi, tipici del diritto penale, trascurando gli strumenti di diritto amministrativo, la cui efficacia per la prevenzione dei fenomeni di corruttela, è da sempre sottolineata nelle convenzioni internazionali sulla corruzione.Nonostante la c.d. "Legge anticorruzione" si inserisca in una cornice di adeguamento del nostro Paese agli obblighi assunti convenzionalmente, non si può tacere che essa abbia comportato una rivoluzione nella lotta alla corruzione, prevedendo un collegamento tra un approccio penale alla repressione dei fenomeni corruttivi e un approccio preventivo tramite la promozione dei principi dell'etica pubblica e della trasparenza dei profili decisionali della pubblica amministrazione.La riforma ha rappresentato inoltre una prima apertura del nostro ordinamento all'istituto di derivazione anglosassone del whistleblowing, che affonda le sue radici nella tradizione di Common law, quale strumento di prevenzione della corruzione.In una prospettiva comparatistica, nella seconda parte, verranno analizzate le due legislazioni, di Usa e Regno Unito, nelle quali si sviluppa il fenomeno, ponendo l'accento sulle caratteristiche che l'istituto ha assunto in questi due Paesi. Nell'ultimo capitolo analizzeremo la disciplina italiana sul tema, partendo dalla normativa introdotta ad opera della Legge Severino, che nonostante si sia rivelata insoddisfacente, rappresenta comunque una prima apertura indiretta del nostro Paese alla cultura della segnalazione.Da ultimo, verranno esposte le novità previste ad opera della Legge 179/2017, che dopo un travagliato iter parlamentare, ha introdotto la prima legge ad hoc sul whistleblowing.
The fight against corruption in Hungary – The fight against public corruption in post-communist Hungary is mainly entrusted to criminal law. A good number of criminal judgments for events of political-administrative corruption have been pronounced. The European anti-fraud office (OLAF) also investigated Hungarian cases. However, the level of perception of corruption in public administration remains high. The paper examines these aspects, highlighting the criticalities of the Hungarian system of combating corruption also in relation to the alternative institutional forms of corruption prevention s well as the 2018 constitutional reform on administrative justice, the role of the Ombudsman and the legislation on whistleblowing. Finally, the essay tries to identify possible paths for the improvement of the legislative/regulatory framework and of the application practices in the anti-corruption sector. ; 1 ; open ; Non definito ; open ; Mazza, Mauro ; Mazza, Mauro
Partendo dal presupposto inconfutabile che gli individui non possono sottrarsi all'esperienza di gruppo, in quanto nascono, crescono, giocano, lavorano e misurano le proprie abilità nei gruppi, nel presente elaborato si sono approfonditi il team work e i conflitti che possono sorgere sul posto di lavoro. Un gruppo di lavoro è costituito da una pluralità di individui, ognuno dei quali ha caratteristiche ed è portatore di norme e valori acquisiti nei propri gruppi di appartenenza. Il gruppo lavoro si contraddistingue da altri gruppi, in quanto svolge specifiche attività finalizzate al raggiungimento di un obiettivo. Tra le attività la definizione del o dei compiti, la valutazione delle risorse e dei vincoli, la progettazione di attività e la soluzione di problemi; il tutto realizzato dotandosi di un metodo e di un coordinamento funzionale. L'errore che comunemente si compie, è quello di pensare che l'efficacia di un gruppo dipenda esclusivamente dalla somma delle capacità e competenze dei singoli membri. In realtà, l'efficacia produttiva di un contesto di lavoro non può prescindere dalla dimensione relazionale, da un buon clima organizzativo e dalla presenza di uno stile di leadership adeguato. Rinunciare alla condivisione e alla collaborazione vuole dire allontanarsi dalla possibilità di attivare "una mente di gruppo", che consente ai membri di agire e funzionare in maniera efficace. Per evidenziare alcune caratteristiche di una leadership adeguata viene trattata senza pretesa di un'analisi approfondita, anche la leadership femminile, partendo dalla metafora "soffitto di vetro" utilizzata per rappresentare la difficoltà che le donne incontrano nel raggiungere ruoli prestigiosi, nonostante dispongano di risorse e competenze adeguate. Nell'ultimo capitolo, il più corposo, viene affrontata la questione relativa alle problematiche quali le molestie sessuali, lo stress occupazionale, il burnout, il Whistleblowing, il Whorkaholism e soprattutto ai conflitti e alle aggressioni che possono sorgere sul posto di lavoro. Rispondendo ad un intento più che altro pratico si fa riferimento al "metodo Ege 2002" , uno strumento atto a verificare l'effettiva presenza e la differenziazione di aggressioni come il mobbing e lo straining.
La corruzione è un problema sociale che accomuna tutti i paesi del mondo. Le teorie sulla natura, gli effetti e le conseguenze del fenomeno sono oggetto di studio di diverse prospettive e aree quali il diritto, la sociologia, le scienze economiche e nessuna delle predette riesce a darne una definizione univoca. Nel linguaggio giuridico il termine corruzione è associato al fronte penalistico della repressione dei reati, ma l'evolversi delle società ha dimostrato che esiste una accezione più ampia del termine, riconducibile al malcostume e alla maladiministration della pubblica amministrazione. La presa di coscienza di questa nuova forma di corruzione ha imposto al legislatore di approntare strumenti preventivi del fenomeno, consapevole del fatto che gli strumenti giuridici possono avere una loro utilità, se il problema viene risolto dalla radice e si cerca di porre rimedio agli aspetti dell'ordinamento che maggiormente agevolano i fenomeni corruttivi. Questo lavoro nasce dalla volontà di riflettere sulla complessità del fenomeno corruttivo nelle pubbliche amministrazioni, sui fattori che contribuiscono alla sua diffusione e sistematicità, fino ad arrivare ad ipotizzare le basi di un'efficace politica di contrasto. Un contrasto alla corruzione che, come del resto suggerito dai vari organismi internazionali impegnati alla lotta di questo devastante fenomeno, necessita di una strategia integrata, che miri non solo alla repressione ma soprattutto alla prevenzione della corruzione. L'elaborato parte dall'analisi del concetto di corruzione, nelle sue variegate sfaccettature. Il primo capitolo si prefigge di trattare il fenomeno corruttivo in una prospettiva socio-economica, prima ancora che giuridica, cercando di dare una definizione capace di comprendere qualsiasi fenomeno di maladministration, di studiare i fattori che ne favoriscono lo sviluppo e gli effetti negativi che inevitabilmente comporta nel tessuto economico e sociale di una nazione, facendo particolare riferimento al caso italiano. Inoltre, viene fatto riferimento alla lotta alla corruzione in ambito internazionale, avendo riguardo alle Convenzioni internazionali che indicano varie misure e principi in materia. Il secondo capitolo si sofferma sulla c.d. amministrazione anticorruzione, istituita con l'entrata in vigore della Legge anticorruzione, n. 190 del 2012. La legge disciplina l'organizzazione dell'amministrazione: dall'Autorità nazionale anticorruzione, il suo ruolo nella prevenzione e gli strumenti di cui si serve per combatterla, con particolare riferimento al settore della contrattazione pubblica, dove la corruzione ha più facilità di innescarsi; la pianificazione dell'attività di prevenzione della corruzione tramite i piani nazionali e triennali anticorruzione; il ruolo della figura del Responsabile della prevenzione della corruzione; la rinnovata disciplina sulla trasparenza; la nuova funzione attribuita ai codici di comportamento, strumenti importanti nella prevenzione della corruzione nelle amministrazioni. Il terzo capitolo esamina il tema, sempre caldo, della prevenzione della corruzione amministrativa tramite uno dei suoi elementi più tralasciati dal dibattito politico e sociale odierno: quello dell'inconferibilità ed incompatibilità agli incarichi amministrativi e alle cariche amministrative di vertice come strumento di garanzia dell'imparzialità soggettiva del pubblico funzionario. Vengono esaminati i principali pregi ma anche le criticità della disciplina (il decreto legislativo 8 Aprile 2013 n. 39, in particolare). Essa svolge una ricognizione generale sul tema della corruzione, dei conflitti di interesse e sulla legge Severino, allo scopo di dimostrare l'importanza di una attenta disciplina sulla prevenzione della corruzione amministrativa, ben più sfuggente di quella inquadrata dal diritto penale. Si ripercorre l'evoluzione della normativa riguardante le incompatibilità ed inconferibilità del pubblico funzionario, inteso in tutte le sue accezioni, quali titolare dell'organo politico, funzionario onorario e soprattutto il funzionario professionale, per capire i passi in avanti in materia compiuti negli anni. Inoltre, in considerazione dell'entità che il fenomeno del conflitto di interessi ha assunto all'interno della vita economica, finanziaria e pubblica e ai nuovi tipi di relazioni che si sono creati tra il settore pubblico e quello privato, potenzialmente capaci di creare nuovi conflitti di interessi, e in grado di compromettere la necessaria separazione tra gli interessi privati e i doveri pubblici dei titolari, viene analizzato il fenomeno del pantouflage, termine con cui nel linguaggio internazionale si indica il passaggio di dipendenti dal settore pubblico a quello privato. E' questo il caso in cui può concretamente verificarsi un conflitto di interessi. Particolare attenzione viene data al Whistleblowing, uno strumento di derivazione anglosassone attraverso il quale i dipendenti di una organizzazione, pubblica o privata, segnalano a specifici individui o organismi un illecito o qualunque condotta irregolare, commessa da altri soggetti appartenenti all'organizzazione. I dipendenti, intesi in senso ampio, normalmente sono le prime persone che vengono a conoscenza di eventuali situazioni di rischio e, pertanto, sono anche le prime persone in grado di segnalarle tempestivamente all'organizzazione. A tal proposito si esegue una rassegna sull'evoluzione ed interpretazione in tema di whistleblowing e conflitto di interessi, svolta dall'ANAC e dalla giurisprudenza, oltre ad un'elencazione delle possibili modifiche stilata dalla stessa Autorità, permettendosi in questo modo una migliore riflessione e critica personale sulle debolezze di una normazione quanto mai fondamentale per la tutela della Pubblica Amministrazione in un ordinamento democratico quale il nostro.