Open Access BASE2016

Nemo propheta in patria. I film neorealisti nel circuito dei festival del cinema fra brand internazionale di successo e ambiguità nazionali (1946-1952)

Abstract

Nel 2010 il documentario italiano d'inchiesta Draquila, l'Italia che trema di Sabina Guzzanti è stato selezionato per partecipare fuori concorso al festival di Cannes. Il film è una denuncia dell'inefficienza e del malaffare con cui il IV governo presieduto da Silvio Berlusconi ha affrontato l'emergenza e la ricostruzione della città dell'Aquila dopo il terremoto che ha distrutto il capoluogo abruzzese nel 2009. Per protesta l'allora ministro italiano dei Beni culturali Sandro Bondi decise di non essere presente a Cannes, esprimendo «rincrescimento e sconcerto per la partecipazione di una pellicola di propaganda, Draquila, che offende la verità e l'intero popolo italiano»1. Il caso di Draquila mostra come ancora nel XXI secolo i festival internazionali del cinema possano diventare un terreno di scontro sull'immagine della nazione fra testi artistico-culturali e il potere politico che da quell'immagine può trarre o no una sua legittimazione, nonostante il cinema abbia perso da qualche decennio il primato fra i media audiovisivi quanto a fruizione e sia diminuita, di conseguenza, la percezione del suo ruolo di agente sociale, come teorizzava negli anni Settanta Marc Ferro2.

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