Open Access BASE2018

Politiche pubbliche di sviluppo delle aree montane interne: la strategia dell'Alta Valtellina

Abstract

Secondo quanto indicato nell'Accordo di Partenariato 2014-2020 elaborato dall'Agenzia per la Coesione Territoriale, il territorio nazionale è caratterizzato da centri urbani di primo livello – che erogano servizi di istruzione, salute e mobilità – e da una rete di comuni con diversi livelli di perifericità spaziale in base a 4 fasce: aree di cintura, intermedie, periferiche e ultra periferiche. Questo livello di perifericità, definito in funzione della "distanza" rispetto ai servizi essenziali, influenza in qualche modo la qualità della vita dei cittadini e il loro livello di inclusione sociale. Le aree interne, intese come sommatoria delle aree intermedie, periferiche e ultra-periferiche, rappresentano il 53% circa dei comuni italiani (4.261) cui fa capo il 23% della popolazione italiana, pari a oltre 13 milioni di abitanti residenti in una porzione di territorio che supera il 60% di quello totale nazionale (Elaborazione UVAL-UVER su dati Istat – Censimento della popolazione, 2011). La ricerca che qui viene presentata ha come obiettivo l'identificazione di quegli elementi che accomunano le aree alpine interne (unitamente a una mappatura dei comuni che costituiscono le stesse), aree significativamente distanti dai centri di offerta di servizi essenziali, ma ricche di importanti risorse ambientali e culturali e fortemente diversificate a seguito di secolari processi di antropizzazione. Più in dettaglio, il focus sull'Alta Valtellina (area-progetto selezionata per gli interventi di sviluppo locale finanziati dai fondi comunitari FESR, FSE, FEASR, FEAMP) avrà come obiettivo di evidenziare le condizioni iniziali e potenziali di sviluppo, gli scenari di governance attuati e la strategia di sviluppo locale in atto. In particolare, si cercherà di valutare se l'Alta Valtellina è stata oggetto di buone politiche e buone pratiche in termini di crescita o diminuzione della popolazione, cooperazione per la produzione di servizi essenziali, tutela e valorizzazione delle risorse ambientali e culturali. Pur tenendo conto del processo generale di marginalizzazione che ha investito molti comuni montani alpini, si pone oggi il problema di verificare la capacità, o meno, di queste aree di concorrere a processi di crescita e coesione. Riferimenti bibliografici Agenzia per la Coesione Territoriale, Accordo di Partenariato 2014-2020. Carbone, L., Ciaschi, A. (2014). Le aree interne: dalla resilienza alla rinascita. In C. Capineri, F. Celata, D. de Vincenzo, F. Dini, F. Randelli, P. Romei (a cura di), Memorie geografiche. Oltre la globalizzazione. Resilienza/Resilience. Firenze, Società di Studi Geografici, pp. 267-270. Ciaschi, A., De Iulio, R. (a cura di) (2014). Aree Marginali, modelli geografici di sviluppo. Teorie ed esperienze a confronto. Viterbo, Sette Città. Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica (DPS) (2015). Le aree interne: di quale territori parliamo? Nota esplicativa sul metodo di classificazione delle aree. Morazzoni, M. (2010). Montagna e Turismo. Le Alpi italiane tra geografia, società e cultura. Bologna, Archetipolibri.

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