Covid-19 e compressione delle libertà fondamentali. Il giudice keniano si inserisce in un dibattito ormai globale
Abstract
Lo scoppio della pandemia di Covid-19 ha costretto giudici e dottrina a confrontarsi nuovamente con un tema, qual è quello dell'emergenza, che, anchese diffusamente trattato, mai era diventato così prepotentemente d'attualità per la vita di ogni singolo essere umano, in ogni angolo del pianeta. Le criticità sottese alle limitazioni delle libertà fondamentali costituzionalmente protette da un lato, e la necessità di garantire un'adeguata assistenza sanitaria dall'altro (limitando la diffusione della malattia il più possibile), hanno creato non poche perplessità relativamente ai provvedimenti restrittivi ed ai comportamenti adottati dalle autorità pubbliche trovatesi ad affrontare una sfida del tutto inedita. Il dispositivo che si andrà ad analizzare si può quindi inquadrare, concettualmente, nell'ormai amplissimo dibattito relativo all'utilizzo di strumenti eccezionali al fine di contrastare il propagarsi di un'epidemia che sta mettendo a dura prova le costituzioni democratiche, nonché le economie di tutto il mondo.
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