Open Access BASE2015

Le Commissioni Territoriali e la loro centralità nel sistema d'asilo italiano

Abstract

Il fenomeno migratorio e il problema della protezione internazionale sono stati fino ai primi anni '90 limitati e trascurati in Italia. Questa particolare situazione interna, e anche internazionale, ha portato il legislatore italiano a trascurare quasi totalmente questi aspetti. Solo gli stravolgimenti politici di fine anni '80 hanno messo per la prima volta l'Italia di fronte alla necessità di legiferare in questo campo. Da quel momento in poi l'azione legislativa è stata praticamente costante ed è andata di pari passo con l'azione europea di standardizzazione e creazione di politiche comuni. La ratio dietro al processo legislativo è stata comunque quella di una politica di "difesa" delle frontiere e di interpretazione dei flussi migratori come semplice fenomeno transitorio più o meno acuto. Malgrado queste lacune di fondo, il sistema italiano e quello europeo in generale sono cresciuti notevolmente con il passare degli anni, diventando sempre più completi e complessi. L'obiettivo di questo lavoro è quello di dare un'idea generale riguardo allo sviluppo di tale sistema, dando particolare risalto all'organo che funge da vera spina dorsale nel processo decisionale relativo alla protezione internazionale, cioè le Commissioni Territoriali. Nell'analisi hanno ruolo rilevante tutti i vari organi ed enti che collaborano alla gestione del processo, compresi gli enti non governativi e le ONLUS, elementi sempre più importanti nella società civile di oggi e ormai imprescindibili in un settore complesso e articolato come quello del diritto d'asilo. Successivamente all'analisi dello sviluppo storico del processo ci si concentrerà sul funzionamento attuale dello stesso, mettendone in evidenza quelli che sono i punti critici, grazie anche alla collaborazione da parte di diversi soggetti, istituzionali e non, operanti nel settore, che si sono prestati a diverse interviste. In seguito all'analisi del sistema attuale si analizzeranno le varie Direttive Europee non ancora recepite dallo Stato Italiano, in particolare la direttiva 32/2013/UE e la direttiva 33/2013/UE. Si tenterà inoltre di comprendere quale incidenza avranno sul sistema italiano e come questo dovrà cambiare per adattarsi, dando particolare risalto a quelli che sono da sempre i due elementi critici nel sistema italiano, la formazione del personale e la carenza di risorse. Infine si dedicheranno le conclusioni alla proposta di piccoli miglioramenti da applicare al modello italiano, partendo dalla considerazione che una totale "rivoluzione" del sistema sarebbe assolutamente impossibile. Si è deciso, quindi, di puntare sulla valorizzazione delle caratteristiche peculiari del sistema già esistente e di concentrare l'attenzione su una possibile soluzione dei vizi di fondo, partendo da aspetti che potrebbero sembrare secondari (burocrazia, formazione del personale, potenziamento delle strutture ecc) ma che in realtà sono uno delle cause principali, se non la principale, dell'inefficienza del sistema stesso.

Sprachen

Italienisch

Verlag

Pisa University

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