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The processes, taking place in our national information space, cannot but put us on guard. Most alarming they are in the sphere of TV-speaking. Now they look especially dangerous, when Ukraine is in military confrontation, combined with hybrid war with aggressive Northern neighbour.We have been experiencing a difficult period of attempts of reforms' implementation, which have been declared by the authorities (unfortunately, the majority of them are pseudo plans), especially in information sphere. Both the results of future elections and the future of our state directly depend on these reforms. ; Процеси, які відбуваються в нашому національному інформаційному просторі, не можуть не насторожувати. Особливо тривожними вони є у сфері телевізійного мовлення. І особливо небезпечними вони є тепер, коли Україна знаходиться у мілітарному протистоянні, поєднаному з гібридною війною з агресивним північним сусідом.Переживаємо складний період спроб реалізації задекларованих владою реформ (на жаль, у більшості — псевдопланів), особливо в інформаційній сфері, від чого залежать не лише результати майбутніх виборів, але й завтрашній день нашої держави.

This study examines the influence of citizens' use of online mass media on levels of trust in government, shedding light on the process by which citizens' use of online mass media serves to influence their levels of trust in government. I hypothesize that citizens' use of online mass media influences the relationship between citizens' predispositions toward government in general, and their levels of trust in government in particular, with perceptions of government performance acting as a mediating factor. To test this hypothesis a mediated moderation analysis is conducted using data from a sample of 907 Seoul citizens. The results suggest that citizens' use of online mass media has a positive indirect influence on their levels of trust in government. However, the strength of this influence decreases with more frequent use of online mass media.

The main focus of the research is the representation of migration in Latvian media. In total, 860 publications were analysed covering both Latvian and Russian speaking media content, and the following two methodological approaches were applied: the framing analysis of textual and visual content, and historical discourse analysis in order to reveal the arguments and strategies behind the justification of intolerance. The research data reveals that the framing of migration in Latvian media is left in the hands of politicians and officials. Economic strains and threat argumentation topoi dominate media discussions. The influence of migration is explained and approached from an economic perspective, and most frequently, the intolerance against migrants is interpreted as a failure attributed to the political elite– their inability to solve problems. Intolerance justification strategies were detected in 79% of the publications. This figure confirms that the authors are aware of intolerance not being a virtue nowadays, and the causes of it must be backed up and supported. Visual messages depict migrants exclusively as unidentifiable, dangerous, as a part of an anonymous crowd.

"Analyzes twentieth-century media and cultural theories as they relate to changes in political economy, communication technology, popular culture and collective consciousness in the United States. It argues that much of contemporary media environment is operating as Western capitalist media have for more than a century, making these theories more relevant than ever"--Provided by pubolisher

Titel und Inhalt Einleitung 6 I HISTORISCHE ENTWICKLUNG 1\. HISTORISCHE GEGEBENHEITEN BIS ZUR WIEDERHERSTELLUNG DES EIGENEN MEDIENSYSTEMS 1.1 Die Entwicklung der Printmedien vor der ersten Unabhängigkeit 31 1.2 Das Mediensystem der Republik Lettland (1918 - 1940) 50 1.3 Die Massenmedien während der sowjetischen und deutschen Besatzungszeit 77 2\. DIE ZEIT DES UMBRUCHS (1988 - 1991) - "GOLDGRÄBERJAHRE" DES LETTISCHEN PRESSEWESENS 2.1 Die Massenmedien als das Hauptinstrument der Unabhängigkeits- und Demokratiebewegung 99 2.2 Die illegale Presse und die alternative Presse der Volksfront Lettlands 112 2.3 Die bestimmende Rolle der elektronischen Medien 120 2.4 Die Gründung der Tageszeitung "Diena" 124 II HEUTIGES MEDIENSYSTEM 3\. DIE ENTSTEHUNG DES NEUEN MEDIENSYSTEMS: DIE STRUKTUREN 3.1 Die Entwicklung des Medienmarktes (Presse, Fernsehen, Radio, Agenturen, neue Medien und Multimedia) 127 3.1.1 Die parallelen Medienlandschaften: auf Lettisch und auf Russisch 127 3.1.2 Der Verlauf und die Ergebnisse der Privatisierung 137 3.1.3 Die Etablierung der Medienkonzerne 144 3.1.4 Der Wettbewerb auf dem Pressemarkt und die Typen der Presseausgaben: viel Unterhaltung, wenig Qualität 152 3.2 Die Medien im politischen System des Landes 169 3.3 Die rechtlichen Strukturen des Mediensystems 180 3.3.1 Die Mediengesetze und die Gewährleistung der Pressefreiheit 180 3.3.2 Probleme bei Etablierung der öffentlich-rechtlichen Rundfunkanstalten 186 3.3.3 Innere Pressefreiheit und Medienethik als Voraussetzung für Qualität der Medien 192 4\. DIE ANSÄTZE DER QUALITÄTSSICHERNDEN INFRASTRUKTUR: DIE INFRASTRUKTUREN 4.1 Berufsverbände 200 4.2 Ausbildungsstätten 207 4.3 Medienjournalismus und Fachzeitschriften 210 4.4 Medienforschung 214 Schlußfolgerungen 217 Literaturverzeichnis 230 Lebenslauf des Verfassers 272 Anhang 276 ; Die Arbeitsthese vorliegender Doktorarbeit lautet: Die Massenmedien Lettlands durchlaufen einen Entwicklungsprozeß zu Unabhängigkeit und Qualität, der gleichermaßen auf innere Bestimmungsfaktoren, nicht zuletzt historisch ...

2004/2005 ; La televisione è in molti paesi il medium più utilizzato dai ragazzi. Guardare la TV è infatti divenuta nel tempo una delle attività preferite tra i più giovani. In molti Paesi, durante i weekend e le vacanze scolastiche, la media delle ore trascorse davanti alla TV sembra almeno raddoppiare se si paragona agli ascolti che si registrano durante la settimana. La somma delle ore che il ragazzo ha dedicato alla TV prima di arrivare alla scuola media superiore di secondo grado, varia leggermente da Paese a Paese, con poche eccezioni, e supera di gran lunga - nella maggior parte dei casi - il numero delle ore passate a scuola. Accanto alla televisione si sta diffondendo sempre più tra i bambini e i giovani un altro mezzo di comunicazione, internet, anche se non andrà sottovalutata nemmeno la diffusione dei videogiochi e della telefonia cellulare. La tesi si propone di analizzare e porre a confronto le politiche nazionali e questi due strumenti comunicativi (Tv e internet) verificando ruoli e impostazioni delle differenti società in relazione alla tutela dei minorenni. I bambini sotto i 12 anni passano in media dalle 20 alle 22 ore a settimana di fronte alla televisione e questo numero di ore è uguale a quelle che passano a scuola. Gli adolescenti - come del resto gli adulti - guardano più di 20 ore a settimana la tv e delle differenze si rilevano solo in relazione a una più limitata diffusione del mezzo televisivo in case di popolazioni più povere. Gli adolescenti - il 92% delle femmine e il 95% dei maschi - guardano la Tv da 1 a 3 ore al giorno pur essendoci una significativa differenza di genere rispetto alla scelta dei programmi: la preferenza dei ragazzi si orienta per lo più ai programmi sportivi (circa 58%), seguiti dalle sit-com comiche (circa 28.5%), mentre le scelte delle ragazze sono più indirizzate alle sit-com comiche (circa 43%) e alle Tv musicali (24%). Tuttavia, nonostante i dati sopra riportati sembrino esprimere un interesse primario da parte dei ragazzi net, confronti della televisione questa attività quasi mai preclude la possibilità di svolgerne delle altre a cominciare dalla navigazione in internet. I giovani sembrano sempre avere una naturale tendenza a seguire programmi di intrattenimento, sebbene abbiano poi una scarsa capacità di analizzare i programmi televisivi da un punto di vista artistico. Grazie ad una ricerca effettuata in Russia nel 1997 su alcuni studenti si riscontrò che 1'87.5% degli studenti preferiva i programmi di intrattenimento piuttosto che quelli di informazione, scelti solo dal 69.4%. Inoltre, 1'81.3% dei ragazzi mostrava un grande interesse per i programmi americani che trattavano argomenti come l'amore, le relazioni personali e l'avventura, mentre pochissimi (3%-8%) erano interessati ai programmi scientifici, di ecologia, di politica etc. Questa netta preferenza dei ragazzi nei confronti dell'intrattenimento rivela, non solo i tipici gusti degli adolescenti, ma ci rende ancora più consapevoli delle politiche perseguite dalla maggior parte dei programmi televisivi: intrattenere i telespettatori. Infatti, la televisione appare in molti casi come il medium di intrattenimento più pervasivo e guardare la Tv è il modo di rilassarsi e divertirsi più comune. Da un'altra ricerca effettuata sui bambini greci, emerge chiaramente quanto ai bambini piaccia seguire la narrazione di storie attraverso la televisione. Gli stessi bambini che guardano la Tv per quasi tre ore al giorno, amano anche farsi raccontare storie da un genitore o un insegnante e il 92% dei ragazzi intervistati dice di preferire di gran lunga ascoltare e seguire storie alla televisione poiché sono rese più vivaci dalla presenza dei personaggi, dal contesto che questi ultimi hanno attorno, etc. La tesi mira, quindi, a porre in luce la necessità di una programmazione televisiva specifica ed appropriata per i più piccoli. I contesti sociali nei quali i bambini ricevono i contenuti televisivi sono, infatti, importanti quanto i contenuti stessi. Se molti si concentrano sulle modalità del consumo televisivo, pochi sono interessati dallo studiare il contesto all'interno del quale avviene l'esperienza quotidiana della fruizione televisiva. La costruzione del significato di un particolare testo televisivo non consiste esclusivamente nel guardare materialmente il programma, ma dipende in gran parte dai conseguenti processi sociali di discussione ed elaborazione del materiale visto. La pratica del consumo televisivo è infatti legata a reti di rapporti e di interazioni sociali che costituiscono aspetti vitali nella ricerca su bambini e media. Una ricerca realizzata in Colombia nel 1992 nell'area urbana di Bucaramanga, dimostrava le influenze negative della televisione sulla vita dei bambini. Alle domande su quanto e che peso esercitasse la televisione sul loro comportamento sociale, sui loro valori e bisogni vitali, sull'identità personale e nazionale etc., hanno risposto che la TV implicava quattro conseguenze principali: l'americanismo dei programmi televisivi confezionati all'estero che non incoraggiano affatto un sentimento di identità nazionale per via dei modelli di vita e delle idee proposte e non ispirano decisamente un interesse verso la cultura e la musica del proprio Paese. Il secondo punto toccato era relativo alla violenza. Se naturalmente è necessario che i bambini siano consapevoli della violenza esistente nel loro e negli altri Paesi, tuttavia questa è spesso resa centrale all'interno di molti film e prodotti televisivi. Addirittura i cartoni sono pieni di elementi di aggressività. I programmi televisivi violenti possono, peraltro, rinforzare le tendenze aggressive dei bambini e suggerire loro che la violenza possa essere una percorribile - se non l'unica - via di risoluzione dei conflitti. La terza questione è stata il creare nei bambini bisogni artificiali. Una società consumistica crea bisogni artificiali e così i pubblicitari giocano sulle emozioni e sui sentimenti dei bambini con l'obiettivo di aumentare le vendite. Il modo per raggiungere questi obiettivi commerciali è, infatti, quello di sfruttare i bambini che possono essere facilmente persuasi. Il quarto tema toccato è quello del denaro come valore assoluto della vita. La televisione fa credere ai ragazzi che per essere intelligenti e felici nella vita bisogna possedere molte cose e soprattutto molto denaro. Difficilmente si fa riferimento a valori come il lavoro, la creatività, l'onestà e la solidarietà, che sono, invece, elementi essenziali per il progresso nella vita dei bambini. Anche una ricerca sulla realtà nigeriana, presentata al Summit di Toronto nell'anno 2000, solleva il caso su quanto i media influenzino la percezione che i bambini hanno dell'immagine femminile. Sebbene infatti non siano molte in Nigeria le famiglie con una TV in casa, l'esposizione dei bambini ai media è piuttosto alta nelle aree urbane. E nonostante l'immagine della donna sia proposta dai media in modo molto irrealistico, i più piccoli sembrano comunque influenzati da questa prospettiva nella percezione che hanno del contesto in cui vivono. L'esposizione ai media; Tv e internet in primis può, pertanto, provocare definizioni devianti della realtà che possono portare i bambini a percepire la realtà mediata come "normale". ; XVIII Ciclo ; 1962 ; Versione digitalizzata della tesi di dottorato cartacea.

Purpose
This study aims to explore the main discursive images of women managers as reproduced by selected German newspapers at the time of the political debate surrounding gender quota on management boards between 2011 and 2013.


Design/methodology/approach
Drawing on critical discourse analysis according to Wodak (2001), an empirical analysis of media articles on women managers in two German newspapers, Welt and Bild, has been conducted.


Findings
The results of the study show that despite the diversity of images fabricated by the media in reference to women managers, the debate surrounding the issue of establishing a gender quota in management boards is dominated by dualistic categories and reductionist identity ascriptions, like women managers as being "over-feminine" or "over-masculine", "exclusive" or "outsiders".


Research limitations/implications
As the empirical focus of the study lays on two right-wing newspapers in Germany, the results do not allow for generalizations regarding the German media landscape.


Social implications
Public dispute surrounding gender quota in German companies tends to reproduce stereotypical discursive figures regarding women managers instead of challenging them. A fundamental change in the media reports on women managers is needed.


Originality/value
The research contributes to the analysis of media representations of women managers, by providing context-sensitive results from the current political debate in Germany. The findings reveal the stability of discursive structures over time, particularly gendered bias in the case of media representations of women managers, notwithstanding political aspirations to change established practices.

Crisis communication has been an important area of investigation in international politics The examination of reactions of China's mass media to international conflict will help political scientists and China specialists understand the reliability of using the mass media to infer Peking's foreign policy The major purpose of this research is to examine two general hy potheses in the context of the reactive behavior of the mass media in China in the prewar crisis of the 1962 Sino-Indian border conflict The first hypothesis is that the more information politically interested people in two or more states have about each other, the more likely these states are to resolve their differences without violence. The second hypothesis is that the more accurately and dispassionately communication is transmitted to people of different nations, the more likely their leaders are to find ways of resolving conflicts peacefully In order to investigate these two hypotheses, the factor or factors affecting the increase of publicity and hostility reflected in China's mass media will be examined