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2006/2007 ; L'Iran è un elemento chiave per comprendere i cambiamenti in atto nella geografia del potere del XXI° secolo. Le potenzialità del Paese, che è al contempo sia la seconda riserva mondiale di petrolio che di gas naturale, sono evidenti. Il fattore energetico ha fatto concentrare l'attenzione dell'Occidente e dell'Oriente nella regione da cui dipende la sostenibilità della loro ricchezza e della loro crescita, il Medio Oriente, e l'Iran in questo contesto è uno degli attori di riferimento. Le pressioni esterne hanno contribuito in modo determinante a far crescere le tensioni geopolitiche nell'area del Golfo Persico, che in alcuni casi sono sfociate in veri e propri conflitti, come ad esempio l'intervento statunitense in Iraq. L'operazione Iraqi Freedom si è dimostrata essere, come sostenuto da ampia letteratura, la più grossa opportunità per il consolidamento dell'Iran a potenza regionale di riferimento. Oltre alle pressioni esterne ed alla complessità dello scenario geopolitico regionale, Teheran si trova a dover affrontare alcune criticità strutturali, che non permettono alla popolazione di godere appieno delle enormi potenzialità di cui il Paese dispone. Lo scontento è palpabile e circola una sfiducia trasversale nel sistema politico, considerato inefficiente e corrotto. La Repubblica Islamica tenta di perseguire una via alternativa, non asservita e non convenzionale alle diverse strutture di potere che caratterizzano lo scenario globale. Sia dal punto di vista geopolitico che dal punto di vista economico, l'Iran propone soluzioni diverse, a volte non chiare e trasparenti, a causa della complessità dei meccanismi decisionali interni, ma che vanno costantemente a ribadire la sua necessità di indipendenza e che sottolineano la solidità della società iraniana. L'obiettivo della nostra ricerca è quello di comprendere il ruolo dell'Iran nel complesso scenario mediorientale e di analizzare le strategie mediante le quali la Repubblica Islamica persegue un consolidamento a potenza regionale di riferimento, tenendo in considerazione il contesto geopolitico ed economico nel quale queste strategie vengono perseguite. Gli elementi economici, energetici e geopolitici sono tra loro strettamente correlati e per sviluppare un'analisi, per quanto parziale, di un Paese che è manifestamente alla ricerca di un ruolo primario sulla scena regionale è necessario prenderli congiuntamente in considerazione. L'impianto metodologico della tesi si basa proprio sull'approccio congiunto a questi tre aspetti, che riteniamo basilari per la comprensione dei fenomeni, a diverso livello, di cui si sta percependo l'importanza in quest'inizio di XXI° secolo. Al fine di comprendere il ruolo dell'Iran, sia nella regione che a livello globale, riteniamo sia indispensabile iniziare con lo studio della sua struttura economica. La comprensione delle difficoltà e dei processi di riforma, che si stanno manifestando in questo Paese in transizione, è indispensabile per prendere coscienza delle condizioni interne della popolazione. La società civile, seppur gravata da pesanti problematiche quali la sperequazione e l'elevata disoccupazione, è un attore vivo e partecipe della vita politica dello Stato. La partecipazione della società alla vita politica ci impone di tenere in stretta considerazione le dinamiche politico-economiche nell'analisi delle scelte geopolitiche. Il condizionamento che la popolazione riesce ad esercitare nei confronti della politica estera, seppur limitato nel numero di opzioni concesse alla stessa dalla struttura politica, è consistente. Gli iraniani da quasi trent'anni riescono, anche se parzialmente, ad esprimere le proprie idee tramite lo strumento elettorale, ed i diversi governi che si sono succeduti a partire dalla caduta dello shah e dalla salita al potere della Guida islamica hanno rispecchiato i sentimenti popolari del momento. La spinta verso una piena democrazia ha una lunga storia, da prima della rivoluzione costituzionale del 1906 i cittadini iraniani hanno sempre lottato per un sistema rappresentativo della loro complessa società. Le possibilità di implementare una politica di potenza sono strettamente legate alla capacità del Paese di poter sostenere le spese che una tale politica implica. Il processo di riforma dell'economia in atto è stato analizzato prendendo in considerazione gli elementi che maggiormente si ritengono critici per un suo pieno successo. Il processo di privatizzazione, la presenza eccessiva di sussidi, la mancanza di capitali e tecnologie estere e le modificazioni dei percorsi del commercio internazionale sono state studiate per fornire un quadro delle problematiche che il governo iraniano si trova ad affrontare, e quali sono le soluzioni pianificate per uscirne. L'economia iraniana ha uno degli indici di dipendenza dal petrolio più bassi tra i Paesi petroliferi non occidentali. Questo significa che la differenziazione di attività permette prospettive di crescita più sicure rispetto a Paesi che focalizzano tutta la loro economia reale sulla filiera energetica. Nonostante ciò i flussi finanziari che mantengono in vita la macchina burocratica e la politica sociale provengono perlopiù dalla rendita petrolifera, che riesce ad essere pienamente sfruttata in quanto l'intera filiera è sotto il controllo statale. Per questo motivo abbiamo ritenuto necessario dedicare una parte del lavoro alla comprensione di quali sono le potenzialità strategiche delle risorse iraniane di idrocarburi, e di come queste vengono al momento utilizzate. Un aspetto che viene ulteriormente approfondito è l'incremento del prezzo del greggio, in quanto esso ha fornito un'ulteriore spinta al processo di consolidamento come potenza regionale. Questo fenomeno ha permesso all'Iran di mantenere il livello di spesa pubblica, se non di aumentarlo. Parte di queste entrate sono state dedicate alle operazioni d'influenza diretta o indiretta nei confronti di altri attori della regione. La comprensione di come le scelte in politica economica ed estera vengono prese necessitano di uno studio propedeutico delle strutture di potere interne e di come queste sono organizzate. La complessa struttura ed i diversi livelli di potere politico, che in Iran è sempre sovra ordinato al potere economico, sono stati studiati per poter delineare come i diversi elementi presenti nella società iraniana interagiscono producendo risultati concreti in politica estera, che è l'oggetto principe della nostra ricerca. Conoscendo le tensioni sociali, la struttura dell'economia, la stratificazione del potere all'interno dello Stato e la mappatura dei centri decisionali, diviene possibile la comprensione di quali sono gli atteggiamenti della Repubblica Islamica nella regione mediorientale. La tensione esistente tra politica interna e politica estera diviene un elemento fondante dell'analisi, che viene fatta emergere prima di passare in rassegna i diversi fattori positivi e negativi che l'Iran deve affrontare nel suo interfacciarsi nel contesto geopolitico regionale, profondamente modificato da una serie di interventi esterni. La tesi si conclude con l'analisi del rapporto con il Paese che consideriamo il focus della questione, l'Iraq. Dopo essere stato il nemico principale per quasi trent'anni, ora lo scomodo vicino si appresta a rilanciare un Iran che è intenzionato ad ottenere il ruolo che naturalmente gli spetta, sia a livello regionale che globale. L'analisi dei rapporti tra le due comunità sciite, e quindi del rapporto a livello informale, si aggiunge alle intense relazioni diplomatiche e commerciali che caratterizzano le interazioni a vario livello tra i due Stati. Come ultimo viene studiato il rapporto esistente a livello militare tra l'Iran, non inteso come entità monolitica ma come un insieme di centri d'influenza, e le milizie sciite irachene. Questi rapporti sono significativi per completare lo scenario di azioni che l'Iran sta attivando per poter sfruttare un'occasione che potrebbe risultare unica. ; XX Ciclo

Le vicende economico e finanziarie che in tempi recenti hanno coinvolto l'economia mondiale e che hanno stimolato un ripensamento del sistema di vigilanza bancaria europea hanno reso opportuna una riflessione sul tema della Banking Union che ha un'incidenza notevole su vari istituti del diritto amministrativo nazionale oltre che sul settore economico-finanziario. La ricerca ha lo scopo di definire il ruolo della BCE nella regolazione e supervisione dell'MVU attraverso la definizione dei rapporti con le altre autorità europee e nazionali, tentando di stabilire se la normativa, al momento vigente, risulti in grado di prevenire o di risolvere le criticità che potrebbero presentarsi e se l'Unione bancaria possa essere ricostruita come strumento di stabilità e crescita alla luce anche della nuova manovra di politica monetaria. L'indagine ha riguardato in particolare: i rapporti tra ABE e BCE, sottolineando attraverso un confronto della normativa di riferimento i rischi di sovrapposizione ed esigenze di cooperazione nei rapporti tra le due autorità; i rapporti tra la BCE e le ANC, descrivendo le modalità di composizione tra poteri pubblici al suo interno, sia strutturali che procedimentali, dedicando un approfondimento ai procedimenti di autorizzazione e sanzionatori; le ripercussioni della normativa europea sul testo unico bancario, lo status di indipendenza che caratterizza la banca centrale, gli obblighi di accountability e di responsabilità della stessa, facendo emergere i fattori che denotano la sussistenza del deficit democratico. Infine, nelle prospettive de iure condendo, è stato compiuto un confronto con la FED negli Stati Uniti, in ordine agli obiettivi perseguiti, agli strumenti a disposizione e al modo di reagire alla crisi economica finanziaria. Ne è derivato un quadro giuridico spurio, complesso e incompleto caratterizzato da un ordine giuridico "a cascata", non gerarchico, ma ordinato su più piani, di cui fanno parte molteplici autorità con la previsione dell'obbligo di cooperazione tra i livelli. Sono state individuate parecchie zone d'ombra nella normativa che disciplina la funzione di regolazione, di adjudication e di vigilanza, e da cui potrebbero conseguire situazioni di stallo e conflitto tra l'ABE e la BCE e che fanno emergere la possibilità che l'ABE venga nei fatti sopraffatta dal ruolo assunto della Banca centrale europea relegandola al ruolo di "overarching umbrella which had no teeth". E' evidenziata, inoltre, l'inefficacia degli strumenti normativamente previsti per risolvere i difetti di coordinamento individuati tra le due autorità, prospettando la necessità di nuovi ed ulteriori interventi del Legislatore. Sono rilevati problemi relative alla conciliabilità nella medesima autorità (la BCE) di attribuzioni di politica monetaria e di vigilanza, facendo emergere alcune perplessità circa la possibilità di generare conflitti di interessi. Sotto il profilo dell'allocazione dei poteri di vigilanza tra BCE e ANC il sistema procedimentale amministrativo risulta composito, in quanto caratterizzato da procedimenti amministrativi composti, in sui sono state riscontrate diverse difficoltà in ordine al coinvolgono nelle varie fasi di diverse autorità e diversi atti giuridici in cui non sempre risulta chiara la distinzione tra atti endoprocedimentali e provvedimenti finali, il criterio da applicare per il riparto della competenza e la provenienza dell'atto impugnato, la disciplina procedimentale applicabile e il giudice competente per la tutela giurisdizionale, e ciò è soprattutto evidente con riferimento ai procedimenti di autorizzazione e sanzionatori. Altri indici di complessità si individuano nella normativa europea che si presenta particolarmente numerosa, farraginosa e poco chiara e che potrebbe in futuro essere semplificata mediante l'adozione di un testo unico bancario europeo. La Banking Union risulta incompleta non essendo ancora stato dato avvio al meccanismo unico per la risoluzione che sarà reso operativo per l'inizio del 2016 e ridimensionata nel terzo pilastro in quanto ci si è limitati a stabilire una armonizzazione massima del funzionamento dei sistemi nazionali di garanzia dei depositi, ancora in fase di attuazione. Il rischio che ne deriva consiste nella possibilità che questa resti a lungo incompleta avendo imboccato una strada a due velocità che comporta tempi diversi di realizzazione dei pilastri mancanti, nonostante la stretta interconnessione tra i medesimi e l'imprescindibilità di ciascuno di essi ai fini di un efficiente funzionamento del nuovo sistema. Si auspica che le istituzioni tengano fede agli impegni assunti completando l'attuazione delle varie componenti dell'unione bancaria alle cui sorti sono inscindibilmente legate anche quelle dell'intera Europa. Con la nuova manovra di politica monetaria la BCE ha inaugurato in questo modo una nuova epoca seguendo la strada imboccata negli anni precedenti dalle altre grandi banche centrali, tra cui la FED. Presumibilmente gli effetti di tale manovra saranno molto più blandi che negli USA, per le peculiari differenze esistenti tra FED e BCE, in ordine agli obiettivi, strumenti e contesto economico istituzionali. Sebbene il programma abbia avuto avvio in tempi molto recenti e abbia già manifestato i primi effetti positivi, la buona riuscita della manovra dipenderà dall'efficace attuazione di riforme strutturali da parte delle istituzioni europee e nazionali Certamente con l'avvio dei Quantitative easing la BCE ha dato un segnale importante quale strumento di stabilità e crescita per la risoluzione della crisi economica e finanziaria europea, determinando una maggiore integrazione dell'UE e risultando al contempo confermata, oltre che potenziata, la sua indipendenza, dimostrando di non restare schiacciata dai condizionamenti politici. Ne è derivato, inoltre, anche un rafforzamento dell'unione monetaria, lasciando, tuttavia, ancora aperta la questione della realizzazione di un'unione politica fiscale. L'Unione europea quindi è ancora ben lontana dall'essere definita "federale", saranno necessarie riforme strutturali, ma soprattutto culturali, in grado di determinare nuove cessioni di sovranità da parte degli Stati a favore dell'Unione.

Con questo lavoro di tesi si è cercato di comprendere le origini delle problematiche che hanno portato all'attuale crisi in Mali e all'instabilità della regione saharo-saheliana. Fino alla primavera del 2012 il Mali poteva essere inserito nella lista dei Paesi africani che avevano da tempo intrapreso la strada della democratizzazione. Nel marzo del 2012 questa possibilità è venuta meno a causa di un colpo di Stato che ha messo a repentaglio non solo la democrazia ma l'integrità stessa del Paese. La crisi in Mali è una crisi profonda che dura da più di cinquanta anni. Per comprendere questa crisi, così come per i paesi africani postcoloniali, è necessaria un'analisi del «pouvoir» e delle modalità di trasformazione e di evoluzione avvenute nello Stato africano dalla sua liberazione ad oggi. A partire dalla sua indipendenza il Mali si è dovuto confrontare con la questione dei Tuareg, una popolazione nomade presente maggiormente nella regione nord del paese. La rivendicazione di un proprio stato autonomo ha dato vita a un conflitto che non ha ancora cessato di essere problematico, alimentando la tensione tra la popolazione e provocando ribellioni da parte della minoranza etnica. L'insurrezione Tuareg ha evidenziato i limiti della democrazia maliana ed è stata la causa scatenante del tentativo del golpe da parte dei militari. A sua volta, all'interno della ribellione Tuareg, la debolezza dei gruppi nazionalisti ha reso possibile l'ascesa e l'affermazione delle milizie radicali islamiche e l'avvento di AQMI (al-Qāʿida nel Maghreb islamico), MUJAO (Movimento per l'Unicità e il Jihad in Africa Occidentale) e "Ansar Eddine" quali forze egemoni nella regione. L'affermazione di questi gruppi radicali armati nel cuore del Sahel rappresentano una profonda minaccia alla stabilità regionale ed internazionale. Nel gennaio 2013 una forza militare guidata dalla Francia è intervenuta in Mali, iniziando una nuova «guerra al terrore». Ufficialmente è stato dichiarato di combattere il terrorismo, ma per comprendere la realpolitik francese è necessario analizzare l'intervento del gennaio 2013 come parte della storia delle relazioni franco-maliane e degli interventi militari francesi nella regione. Le conseguenze dell'operazione Serval e il rapido deterioramento della situazione in Libia hanno creato un contesto volatile che ha costretto Algeri ad impegnarsi in una nuova strategia. Il «risveglio» della politica regionale algerina e l'attivismo del Ministro degli Affari Esteri, hanno dato a Parigi e Bamako fiducia nella capacità di Algeri di aprire e condurre il dialogo tra i Tuareg e il governo centrale. Algeri continua il suo impegno nella ricerca di una soluzione diplomatica, attualmente la soluzione politica sostenuta dal governo algerino sembra essere una strada incerta e faticosa.

International audience Cetacean monitoring is key to their protection. Understanding their behaviour relies on multi-channel and high sampling rate underwater acoustic recordings for identifying and tracking them in a passive way. However, a lot of energy and data storage is required, requiring frequent human maintenance operations. To cope with these constraints, an ultra-low power mixed signal always-on wake-up is proposed. Based on pulse pattern analysis, it can be used for triggering a multi-channel high performance recorder only when cetacean clicks are detected, thus increasing autonomy and saving storage space. This detector is implemented as a mixed architecture making the most of analog and digital primitives : this combination improves drastically power consumption by processing high frequency data using analog features and lower frequency ones in a digital way. Furthermore, a bioacoustic expert system is proposed for improving detection accuracy (in ultra low-power) via state-machines. Power consumption of the system is lower than 30 µW in always-on mode, allowing an autonomy of 2 years on a single CR2032 battery cell with a high detection accuracy. The receiver operating characteristic (ROC) curve obtained has an area under curve of 85% using expert rules and 75% without it. This implementation provides an excellent trade-off between detection accuracy and power consumption. Focused on sperm whales, it can be tuned to detect other species emitting pulse trains. This approach facilitates biodiversity studies, reducing maintenance operations and allowing the use of lighter, more compact and portable recording equipment, as large batteries are not longer required. Additionally, recording only useful data helps to reduce the dataset labelling time.

Summary This article arises with the aim of making a scarcely explored right visible: that of indigenous peoples in Mexico to maintain and develop their own legal systems in accordance with their own co-movision, customs and cultural identity. This is protected by constitutional and conventional cuts to autonomy and self-determination. I would like to point out that it is not my intention to exhaust with the following reflections the breadth and diversity of the present topic, since it would be impossible to carry out this task. My primary objective will therefore be to open up the debate and dialogue on a right which, in my view, I consider essential for indigenous peoples to be able to maintain their way of life. ; Resumen El presente artículo surge con el propósito de visibilizar un derecho poco explorado: el de los pueblos indígenas en México a mantener y desarrollar sus propios sistemas jurídicos conforme a su propia cos-movisión, costumbres e identidad cultural. El cual se encuentra protegido por los de-rechos constitucionales y convencionales a la autonomía y a la libre determinación. He de advertir que no es mi intención agotar con las siguientes reflexiones la amplitud y diversidad de la presente temática, pues sería imposible llevar a cabo dicha tarea. Por lo tanto, mi objetivo primordial será abrir el debate y el diálogo sobre un derecho que, a mi parecer, considero esencial para que los pueblos indígenas puedan mantener su forma de vida.

Dossier: Pablo Martínez Gramulla and Mariana Rosetti (coord.), Public opinion and cultural practices at the turn of the century. This article deals with the Spanish press of the War of Independence, both afranked and patriot, and that of the three-year liberal period, i.e. the press of the first two constitutional periods, to analyse how public opinion initially restricted to that of the elites lawyer in the Luces century. he expanded to what his opponents called the plebe, thanks in particular to iconoclastic journalists such as Fernández Sardinó, editor of the Spanish Robespierre (1811-1812) at the time of the first Spanish Revolution, or Mejía, editor of El Zurriago (1821-1823), at the time of the second. ; International audience This article, based on the Spanish press of the Peninsular War (from the afrancesado side as well as the patriotic side), and from the Trienio Liberal —that is, the press from the first two constitutional periods— will attempt to analyze how public opinion, which was initially restricted to the educated elites during the Enlightenment, gradually opened up to what their adversaries called the "hoi polloi", thanks in part to iconoclastic journalists such as Fernández Sardinó, editor of the Robespierre español (1811-1812) during the first Spanish revolution, or Mejía, editor of El Zurriago (1821-1823), during the second one. ; Dossier: Pablo Martínez Gramulla and Mariana Rosetti (coord.), Public opinion and cultural practices at the turn of the century. This article deals with the Spanish press of the War of Independence, both afranked and patriot, and that of the three-year liberal period, i.e. the press of the first two constitutional periods, to analyse how public opinion initially restricted to that of the elites lawyer in the Luces century. he expanded to what his opponents called the plebe, thanks in particular to iconoclastic journalists such as Fernández Sardinó, editor of the Spanish Robespierre (1811-1812) at the time of the first Spanish Revolution, or Mejía, editor of El ...

In the context of the frequent demand for a socio-occupational life that is emotionally eased, this article seeks to question the nature of the concept of autonomy required for contemporary subjectivity in the light of the relationship between influence, actions (individual and collective) and cooperation. It also raises the problem of choosing the type of method to be developed in order to produce, together with partners involved in the organisations, a reflection on what autonomy can mean in forced and emotionally determined organisational contexts. He referred to a research programme (in information and communication sciences and philosophy) based on the experience of a serious game called Be Human in the Chaos ©, which aims to bring participants, through a practice that favours body movement and improvisation, to question the role played by influences in the origin and sense of their action. ; International audience ; In the context of the frequent demand for a socio-occupational life that is emotionally eased, this article seeks to question the nature of the concept of autonomy required for contemporary subjectivity in the light of the relationship between influence, actions (individual and collective) and cooperation. It also raises the problem of choosing the type of method to be developed in order to produce, together with partners involved in the organisations, a reflection on what autonomy can mean in forced and emotionally determined organisational contexts. He referred to a research programme (in information and communication sciences and philosophy) based on the experience of a serious game called Be Human in the Chaos ©, which aims to bring participants, through a practice that favours body movement and improvisation, to question the role played by influences in the origin and sense of their action. ; Dans le contexte de la fréquente revendication d'une vie socioprofessionnelle affectivement apaisée, cet article s'attache à questionner la nature du concept d'autonomie requis pour la subjectivité ...

We provide an axiomatic characterization of the core of games in effectiveness form. We point out that the core, whenever it applies to appropriate classes of these games, coincides with a wide variety of prominent stability concepts in social choice and game theory, such as the Condorcet winner, the Nash equilibrium, pairwise stability, and stable matchings, among others. Our characterization of the core invokes the axioms of restricted non-emptiness, coalitional unanimity, and Maskin invariance together with a principle of independence of irrelevant states, and uses in its proof a holdover property echoing the conventional ancestor property. Taking special cases of this general characterization of the core, we derive new characterizations of the previously mentioned stability concepts.

International audience Pesticides and their use in agriculture are important social issues. We conducted research to study the construction of this sensitive social object through the lens of social representations (study of the structural organisation of the social representations of pesticides) and their anchoring in three contexts that differ in terms of farming practices (Martinique, Brittany and Southern France). Our research was composed of two phases: hierarchical associations (n = 213) and a context independence test questionnaire (n = 124), conducted among farmers from the three study sites. The results indicate three representational fields that reflect salient issues in each agricultural territory. These illustrate the heuristic nature of social representations in the analysis of agricultural practices and pesticide use among French farmers.

The branch autonomy principle, which states that the growth of individual branches can be predicted from their morphology and position in the forest canopy irrespective of the characteristics of the tree, has been used to simplify models of branch growth in trees. However, observed changes in allocation priority within trees towards branches growing in light-favoured conditions, referred to as 'Milton's Law of resource availability and allocation', have raised questions about the applicability of the branch autonomy principle. We present models linking knot ontogeny to the secondary growth of the main stem in black spruce (Picea mariana (Mill.) B.S.P.), which were used to assess the patterns of assimilate allocation over time, both within and between trees. Data describing the annual radial growth of 445 stem rings and the three-dimensional shape of 5377 knots were extracted from optical scans and X-ray computed tomography images taken along the stems of 10 trees. Total knot to stem area increment ratios (KSR) were calculated for each year of growth, and statistical models were developed to describe the annual development of knot diameter and curvature as a function of stem radial increment, total tree height, stem diameter, and the position of knots along an annual growth unit. KSR varied as a function of tree age and of the height to diameter ratio of the stem, a variable indicative of the competitive status of the tree. Simulations of the development of an individual knot showed that an increase in the stem radial growth rate was associated with an increase in the initial growth of the knot, but also with a shorter lifespan. Our results provide support for 'Milton's Law', since they indicate that allocation priority is given to locations where the potential return is the highest. The developed models provided realistic simulations of knot morphology within trees, which could be integrated into a functional-structural model of tree growth and above-ground ...

to be published in 'Left responses to African agricultural crises' under the leadership of Bernard Founou-Tchuigoua and Abdourahmane Ndiaye, CODESRIA Editions: Dakar (Senegal) The purpose of this work is to reflect on the land tenure reforms that have taken place in Senegal since its independence. Have these reforms achieved the twin objectives of land security and food sovereignty in a context of agricultural liberalisation? Our ambition is to contribute to a better understanding of the land issue. While we have a comparative approach to the agricultural issue, we stress the contours of an alternative to land reform as it has just been passed in Senegal by the Law on Agri-sylvo-pastoral Guidance (LOASP) in 2004. The central question to be answered is whether there is a land system capable of reconciling economic development, peasant family farming, equity in the distribution of land and the political participation of peasants. It should be remembered that political tensions and the complexity of land issues can block or weaken the implementation of reforms. ; A paraître in "Réponses de gauche aux crises agraires africaines"sous la direction de Bernard Founou-Tchuigoua et Abdourahmane Ndiaye, Editions du CODESRIA: Dakar (Sénégal) L'objet de ce travail est de réfléchir sur les réformes des régimes fonciers intervenues au Sénégal depuis son indépendance. Ces réformes ont-elles permis d'atteindre le double objectif de sécurité foncière et de souveraineté alimentaire dans un contexte de libéralisation agricole ? Notre ambition est de participer à une meilleure compréhension de la question foncière. Tout en ayant une approche comparative de la question agraire, nous insistons sur les contours d'une alternative à la réforme foncière telle qu'elle vient d'être votée au Sénégal par la Loi d'orientation agro-sylvo-pastorale (LOASP) en 2004. La question centrale à laquelle il s'agit de répondre est de savoir s'il existe un régime foncier capable de concilier développement économique, exploitation agricole familiale ...

International audience The idea of decoupling is playing a major role in various interpretations of the present systemic crisis. This crisis is understood as an effect of neo-liberal policies, which have revolutionized economic systems since the 1980s. Decoupling indicates a qualitative change in the level of autonomy of the economic sphere in industrial societies. But a new level of differentiation also generates various types of recoupling, new forms of integration, cooperation and regulation recomposing social systems at another level. The goal of this article is first to situate the idea of decoupling within its conceptual complex. Secondly, the ecological constraint is considered the source of this intense differentiation within social systems, which has intensified since the 1970s. Finally, based on the case of Japan, this paper explains why large-scale science and technology policies developed since the 1990s have to be understood as part of a recoupling process, a project to reconstruct and reach a social and economic coherence in the long term. Similar policies are now implemented by all major industrial nations. Such policies have the potential to overcome neo-liberalism's negative effects. ; Le notion de découplage (proche en Français de celle de désajustement utilisée par Bertrand Gille) est utilisée actuellement pour montrer comment le paradigme néolibéral suppose et renforce une dissociation entre le politique, le social et l'économique. L'article étudie l'impact sur les politiques de recherche à partir d'une étude du cas japonais

Irrigation is still one of the vectors for exploiting agricultural areas and thus a tool for the development of rural areas. Given the vicissitudes that Lebanon has experienced since its independence, this policy of launching agricultural areas in Lebanon has not been as massive as in the other countries in the region (Syria, Iraq, Egypt, Jordan and Israel). This has resulted in an uncontrolled ownership of water resources, in particular the abundant groundwater reserves in Lebanon. However, this water control seems to be accompanied by control over the land, with drilling owners sometimes taking over land before renting lots of irrigated land. In order to break this water and land power, Lebanon has launched an irrigation programme in Bekaa-West from the largest lake in the country. However, if it is possible to break the land and hydraulic monopoly of drilling workers with this project, it is unlikely that it will be able to introduce major changes, in a positive direction, for the agricultural populations that have long been forgotten by the public authorities. Development is not just a story of pipes. ; Irrigation still is a privileged vector for enhancing agricultural areas and, therefore, a valuable tool aimed at developping rural areas. Due to the ups and downs Lebanon has known since its independence, this policy consisting to irrigate the agricultural spaces, has not been as strong as in the neighbouring countries (Syria, Iraq, Egypt, Jordan and Israel). And this resulted in an uncontrolled appropriation of water resources and more particulary groundwater reserves which are plentiful in Lebanon. But this monitoring of water seems to be coupled with a control over land too. The well owners sometimes favouring land seizure to the renting of plots for irrigation. In order to break this hydraulic and land power, Lebanon has launches in Western Bekaa an irrigation program from the biggest lake in the country. But if the breaking of the land and water monopoly held by well owners is possible, it is unlikely ...

The first known experiment with an exchange rate band took place in Austria- Hungary between 1896 and 1914. The rationale for introducing this policy rested on precisely those intuitions that the modern literature has emphasized: the band was designed to secure both exchange rate stability and monetary policy autonomy. However, unlike more recent experiences, such as the ERM, this policy was not undermined by credibility problems. The episode provides an ideal testing ground for some important ideas in modern macroeconomics: specifically, can formal rules, when faithfully adhered to, provide policy makers with some advantages such as short term autonomy? First, we find that a credible band has a "microeconomic" influence on exchange rate stability. By reducing uncertainty, a credible fluctuation band improves the quality of expectations, a channel that has been neglected in the modern literature. Second, we show that the standard test of the basic target zone model is flawed and develop an alternative methodology. We believe that these findings shed a new light on the economics of exchange rate bands.

International audience ; La transformation récente des institutions politiques de l'État espagnol est exemplaire. La transition démocratique a entraîné une profonde modification des relations entre le centre et la périphérie. Cela s'est traduit par le passage d'un État fortement centralisé à un État extrêmement décentralisé reconnaissant de façon différenciée l'autonomie politiques aux périphéries. L'émergence d'une élite au niveau intermédiaire de l'État entraîne une nouvelle formulation de la question des rapports d'allégeance au centre politique. Une analyse néo-institutionnaliste permet de reconsidérer les interactions changeantes entre les élites et les structures de la représentation politique. Les autonomies politiques, institutions issues de la capacité d'agrégation des élites périphériques, modifient les logiques d'institutionnalisation en ouvrant de nouvelles voies d'intégrations à l'État des élites. Les trajectoires et les stratégies des « députés des autonomies » affiliés aux partis centralistes se caractérisent par une intégration verticale alors que l'intégration horizontale est privilégiée par les parlementaires membres de formation régionalistes. L'analyse des répertoires de légitimation de ces acteurs politiques montrent comment les institutions auto-nomiques favorisent le processus de consolidation de la démocratie en Espagne.