Suchergebnisse

International audience ; La figura di Leone Ginzburg si presta particolarmente al tentativo di studiare la storia e il pensiero dell'antifascismo italiano come esperienza giuridico-costituente. Il testo da cui partire è l'articolo " Il concetto di autonomia nel programma di G.L." da lui scritto insieme a Carlo Levi e pubblicato sul n.4 dei "Quaderni di Giustizia e Libertà" nel settembre del 1932 (vedi Testo 1). Le istituzioni di uno Stato sono sempre il risultato di una lotta politica, la quale, ad un certo punto, è destinata a raggiungere un suo equilibrio. Le istituzioni, pero', devono sempre contenere la possibilità di una trasformazione interna. Cosa significava fondare un nuovo Stato sul principio dell'autonomia? In un paese storicamente incapace di "autogoverno" le autonomie erano lo strumento necessario per formare un "costume" e per affrontare il paradosso fondamentale della democrazia:: il fatto, cioè, di essere quel sistema in cui il rispetto delle proprie regole puo' complicare l'attuazione piena delle proprie promesse e il rispetto delle proprie premesse. Per Ginzburg, l'azione politica necessitava di un "surplus" etico e di un forte senso di responsabilità, intesa non come espressione di una identità chiusa ma come risultato di un metodo di azione. Come poteva, dunque, realizzarsi un processo costituente durante la concreta lotta antifascista? Attraverso l'impegno a ridurre-se non a superare del tutto-lo scarto tra teoria e prassi, tra ideologia e movimento. Il presente doveva contenere il futuro: le forme organizzative dell'organizzazione clandestina-in questo caso Giustizia e Libertà-dovevano anticipare quelle che avrebbero regolato la libertà di associazione una volta sconfitto il fascismo; il modo

International audience ; La figura di Leone Ginzburg si presta particolarmente al tentativo di studiare la storia e il pensiero dell'antifascismo italiano come esperienza giuridico-costituente. Il testo da cui partire è l'articolo " Il concetto di autonomia nel programma di G.L." da lui scritto insieme a Carlo Levi e pubblicato sul n.4 dei "Quaderni di Giustizia e Libertà" nel settembre del 1932 (vedi Testo 1). Le istituzioni di uno Stato sono sempre il risultato di una lotta politica, la quale, ad un certo punto, è destinata a raggiungere un suo equilibrio. Le istituzioni, pero', devono sempre contenere la possibilità di una trasformazione interna. Cosa significava fondare un nuovo Stato sul principio dell'autonomia? In un paese storicamente incapace di "autogoverno" le autonomie erano lo strumento necessario per formare un "costume" e per affrontare il paradosso fondamentale della democrazia:: il fatto, cioè, di essere quel sistema in cui il rispetto delle proprie regole puo' complicare l'attuazione piena delle proprie promesse e il rispetto delle proprie premesse. Per Ginzburg, l'azione politica necessitava di un "surplus" etico e di un forte senso di responsabilità, intesa non come espressione di una identità chiusa ma come risultato di un metodo di azione. Come poteva, dunque, realizzarsi un processo costituente durante la concreta lotta antifascista? Attraverso l'impegno a ridurre-se non a superare del tutto-lo scarto tra teoria e prassi, tra ideologia e movimento. Il presente doveva contenere il futuro: le forme organizzative dell'organizzazione clandestina-in questo caso Giustizia e Libertà-dovevano anticipare quelle che avrebbero regolato la libertà di associazione una volta sconfitto il fascismo; il modo

Letter from Mr. Carlos León to President Alvaro Obregón, informing him of the former's move to the city of Colón, Panamá, as it is the most strategic place to get into contact with the Chief of the Armies of the Revolution, Gen. Emilio Arévalo Cedeño and with the other chiefs of the movement. He is awaiting news from Gen. Emilio Arévalo Cedeño on behalf of his representative in Bogotá, Colombia, Gen. Luis M. Flores. Additionally, he indicates that the resources the President provided him have been used in the mobilizations of the Center, East and West. He requests assistance to continue fighting against the tyrant and asks about the President's agreement with Vicente Betancourt, B.A. / Carta del Sr. Carlos León al Presidente Alvaro Obregón, informando de su traslado a la ciudad de Colón, Panamá, por ser el lugar más estratégico para ponerse en contacto con el Jefe de los Ejércitos de la Revolución, Gral. Emilio Arévalo Cedeño y con los demás jefes del movimiento. Espera noticias del Gral. Emilio Arévalo Cedeño a través de su representante en Bogotá, Colombia, Gral. Luis M. Flores. También le informa que los recursos que le suministró los han utilizado en las movilizaciones del Centro, Oriente y Occidente; le pide ayuda para seguir luchando contra el tirano y pregunta a qué acuerdo llegó con el Lic. Vicente Betancourt.

"I am human and I consider nothing human alien to me": this statement has always struck me as preposterous. Of
course there are human creations and activities that are alienating, or worse. (The famous sentence in Terence's
comedy is in fact spoken in bad faith, as an excuse for an obtrusive neighbor to intervene in a matter that is none of
his business.) And to the inventory of alienating human productions one must add a good deal of American mass
culture—for its transformation of a citizenry into an audience; for its hardening of an entire population toward the most
obscene representations of violence, which we call entertainment; for its grotesque sexualization of an entire society,
which has the effect not least of degrading sex, even dirty sex; for the mental passivity inculcated in millions of people
who are helpless before its big and little screens...