The Cerrillos-Maipú industrial cordon ('ring') was one of the first initiatives of the Chilean workers designed to build an organization that allowed them to develop a coordinated strategy to deal with local obstacles that originated within the changing process of the Unidad Popular. This paper analyzes the elements that made that organization possible, and examines how, during its existence, it became a space for the workers' social activities, and their own and independent political debates, with a clear popular orientation. ; La conformación del Cordón Industrial de Cerrillos-Maipú fue una de las primeras iniciativas de los trabajadores para construir una organización que les permitiera solucionar, de una manera coordinada, las dificultades locales que se originaron producto del proceso de cambios llevado adelante por la Unidad Popular. El presente artículo analiza los factores que hicieron posible el surgimiento de este organismo y cómo a lo largo de su desarrollo, adquirió características particulares, convirtiéndose para los trabajadores en un espacio de sociabilidad común y discusión política autónoma con una clara orientación popular.
Cities are places where a renewed social activism is growing in unprecedented ways. Inside a wide spectrum of different urban collective movements, many practices are "informal" actions of re-appropriation: practices that challenge property and normative regimes in the attempt to recover a multiplicity of spaces that have been dismissed by modernity. These practices are islands of resistance but also incubators of new imageries: organizational experiments that are potentially able to build the city even out of an institutionally recognized framework; symbolic and material tactics of spatial sense-making; a net of molecular and minute writings that transgress the text of the planned city; the result of a capillary battle with power mechanisms. These forms of social mobilization can potentially increase the environmental and social quality of life in urbanized environments. But they need to be supported. In this perspective they represent a crucial challenge for institutions. What role could institutions play in this respect? What kind of tensions need to be explored between social practices and institutional powers? Can public policy promote urban inclusion by legitimizing these self-guiding society expressions?
Women were, for a long time, not welcome in the energy debate or in the energy sector in Sweden. However, during the 1970s feminist actors influenced and made important changes in Swedish energy politics. In the beginning of the decade, Member of Parliament Birgitta Hambraeus brought nuclear resistance into the Swedish Parliament. On September 26, 1979, the Women's March against nuclear power took place in more than 100 locations around Sweden. This was one of the more visible signs of how influential feminists presented the anti-nuclear struggle as a crucial women's issue. In this article, we analyze the rise and mobilization of feminist engagement in energy politics in Sweden during the 1970s. The purpose is to focus on women's engagement, the feminist arguments and strategies based on their commitment to a society based on renewable energy and against nuclear power. We do this by using archive material, political documents and qualitative interviews. ; Per molto tempo le donne in Svezia non vennero accolte volentieri nel dibattito sull'energia, né nel settore energetico. Ad ogni modo, durante gli anni Settanta alcune attiviste femministe influenzarono e determinarono cambiamenti importanti nella politica svedese dell'energia. All'inizio del decennio, Birgitta Hambraeus introdusse la resistenza contro il nucleare nel parlamento svedese. Il 26 settembre 1979, in oltre cento località svedesi ebbe luogo la Marcia delle donne contro l'energia nucleare. Fu uno dei segni più evidenti di come alcune femministe influenti presentassero la battaglia contro il nucleare come un tema cruciale per le donne. In questo articolo analizziamo la nascita e le mobilitazioni dell'impegno femminista nelle politiche energetiche nella Svezia degli anni Settanta. Il nostro obiettivo è quello di mostrare l'attivismo delle donne, i discorsi femministi e le strategie basati sul loro impegno verso una società caratterizzata dall'energia rinnovabile, e contraria all'energia nucleare. A tale scopo utilizziamo materiali d'archivio, documenti politici e interviste qualitative.
IntroduzioneNello studio dei movimenti sociali prevalgono ormai due orientamenti: uno incentrato sulla mobilitazione delle risorse e uno incentrato sui processi politici. Il primo approccio si occupa dell'infrastruttura organizzativa dei movimenti sociali, la quale viene considerata il fattore più influente nella loro mobilitazione. Il secondo approccio ha una prospettiva più ampia e situa la mobilitazione dei movimenti sociali all'interno di un contesto politico: la mobilitazione dipende in grande misura dalla struttura delle opportunità politiche che in un dato contesto sono offerte ai movimenti. Sebbene l'approccio basato sui processi politici si sia sviluppato a partire da quello relativo alla mobilitazione delle risorse, rimane carente lo studio dello sviluppo dell'infrastruttura organizzativa dei movimenti sociali in rapporto al contesto politico. La maggior parte degli studi riguardanti i movimenti sociali si è occupata soprattutto delle loro origini, poco del loro sviluppo successivo (McAdamet al.1988). Inoltre, nella misura in cui si è studiato lo sviluppo organizzativo dei movimenti sociali, esso è stato raramente messo in relazione alle strutture di opportunità politica.
Dottorato di ricerca in Storia d'Europa: società, politica, istituzioni (XIX-XX secolo) ; La storia del movimento libertario italiano in esilio in Francia rimane un tema ancora scarsamente studiato. Questa tesi è nata da questa constatazione e fa seguito a un precedente lavoro realizzato nel quadro di una tesi di Master II sui comitati Anarchici Pro Vittime Politiche d'Italia1. Questi lavori avevano permessi di confermare parecchie piste e di validare diversi conclusioni. Il ricorso a delle fonti nuove aveva messo in luce delle prospettive inedite e aveva fatto comparire nuove problematiche. Tuttavia, conviene spostare questo studio in un quadro più ampio, quello delle migrazioni politiche del fuoruscitismo e dell'antifascismo in Francia. Effetivamente, la vicinanza con l'Italia e l'anzianità dell'insediamento della comunità italiana nella regione fanno della città focese e più largamente del sud-est della Francia uno sbocco naturale per questo flusso di migranti. Tra le due guerre, gli Italiani rappresentano il gruppo il più importante tra gli stranieri esiliati in Francia. Peraltro, la storiografia si è concentrata sui partiti di massa occultando le formazioni politiche minoritarie che sono per esempio la corrente socialista massimalista, i giellisti e gli anarchici. I nostri ultimi lavori sulla città marsigliese avevano rivelato una componente anarchica italiana fino ad ora sottovalutata perchè in gran'parte clandestina. D'altra parte, gli studii degli storici hanno sopratutto privilegiati i ritratti dei ténors2, dei personnaggi più famosi dell'antifascismo a danno degli «oscuri»3. Tramite il percorso di un militante secondario del movimento libertario italiano, Pio Turroni, questo studio ripercorre le vicende degli anarchici italiani in esilio in Francia e più particolarmente nella regione sud-est tra le due guerre. Dopo un bilancio storiografico e un inventario del materiale mobilitato per ricomporre la storia del movimento italiano all'estero abbiamo deciso di scrivere la biografia di uno di loro per studiare il percorso del gruppo intero. Il cambiamento di scala, il passaggio del ritratto di gruppo allo studio di un percorso individuale permette in fine di studiare l'impegno individuale di un 'attore e la fitta rete delle 1 Françoise Fontanelli Morel, «I comitati Pro Vittime Politiche d'Italia» à Marseille dans l'entre-deux-guerres. Histoire d'une organisation anarchiste en exil, Mémoire de Master II sous la direction de Jean-Marie Guillon, Aix-Marseille I, 2011. 2 Usando un'espressione di Pierre Milza per definire i stati maggiori dell'antifascismo. 3 Usando una parola cara - "les obscurs"- allo storico dell'anarchismo francese, Jean Maitron. Il "sottosuolo" come lo chiama Maurizio Antonioli. sue relazioni sia nel movimento anarchico in esilio che nel seno delle altre famiglie dell'antifascismo italiano. Questo studio analizza la cultura politica, le pratiche e le strategie di un insieme di militanti a partire da uno degli anelli de la catena. Provando di fare della biografia di Pio Turroni un'entrata permettendo di capire la storia delle rete anarchiche in esilio in Francia e al di là contribuire a una migliore conoscenza della storia dell'antifascismo e della loro inserzione nel tessuto politico e sociale dei paesi d'adozione. ; The History of Italian libertarian movement in exile to France, is a faintly studied topic . By this analysis, I hereby declare written this thesis, after a precedent study done as part of a second Master's degree about Comitati Anarchici Pro Vittime Politiche d'Italia1. This precedent work brings me some important information to confirm trails and approve several conclusions. The access of new resource of information allowed to put forward previously unseen possibilities and news issues. It is important to situate this study in link with an another wide topic: the politics migration of the fuoruscitismo and Anti-fascism in France. In fact, proximity with Italy and the old settlement of Italian community in the region, make Marseille and South-east France a natural passage for migrant-flow. During interwar period, Italian people represent the most important group among foreigners who are exiled in France. Firstly, historiography is focused on the masses parties eclipsing the creation of politics minorities groups like Socialist-maximalist, Giustizia e libertà movement and anarchist. Our last work on the city of Marseille revealed a constitutive movement of Italian's anarchists until now underestimated because their actions were mainly clandestine. Secondly, historians favored particularly portraits of « ténors2 » to deal with anti-fascisme of the most famous figures to the detriment of « obscurs3 ». This study traces the history of Italians anarchists who were exiled in France and particularly in South-east France during interwar, through the path of a secondary militant from Italian libertarian movement, Pio Turroni. After a historiographic assessment and an inventory of sources mobilized to complete this study, we decided to write the biography of one amongst themselves to work on the history of the entire group. Change at scale, passage from the group's portrait to the study of an individual trajectory enables to understand the role of a character played 1 Françoise Fontanelli Morel, « I comitati Pro Vittime Politiche d'Italia » à Marseille durant l'entre-deux-guerres. Histoire d'une organisation anarchiste en exil. Second Master's degree extended essay supervised by Jean-Marie Guillon, Aix-Marseille I, 2011. 2 According to the term of Pierre Milza, to define managers of anti-fascism. 3 To use a specific terminology « les obscurs » which belongs to the historian Jean Maitron specialist of the French anarchy. Il « sottosuolo » of the movement underlined by Maurizio Antonioli. by an individual commitment and galloping network of his relations within anarchist movement in exile like others Italian anti-fascism groups. Finally, this study analyses cultural politics, practices and strategies of a militants group from the link plays by Pio Turroni. From the biography of Pio Turroni, we tried to create a way to understand the History of anarchists network in exile to France, and above all contributes to a better knowledge about antifascism and its insertion into the political and social fabric of receiving countries.
Il capitolo propone una riflessione sulla storia dei Fratelli musulmani in Egitto a partire dal loro ritorno sulla scena pubblica negli anni settanta, dopo la parentesi nasseriana, fino al colpo di stato del luglio 2013 e al nuovo periodo di repressione che ne è seguito. Il capitolo si basa su una lettura originale delle fonti classiche su questo movimento e della letteratura esistente, oltre che su nuovo materiale empirico raccolto dall'autrice principalmente tramite interviste ad esponenti della fratellanza in diverse missioni di ricerca in Egitto nel periodo 2010-2013.
Scopo di questo lavoro è stato quello di analizzare la mobilitazione economica delle maggiori potenze dell'asse in europa con particolare riguardo verso l'industria estrattiva e quella pesante nonchè i sistemi organizzativi e gli organi preposti alla mobilitazione. Nel primo capitolo viene effettuata una panoramica sulle parti coinvolte nel conflitto effettuando dei paragoni tra le potenze per meglio comprendere le differenze nei sistemi organizzativi in particolare si evidenzia la peculiare politica tedesca di piena occupazione. Obiettivo del secondo capitolo è quello di evidenziare gli obiettivi del conflitto e di come l'industria venne organizzata per il loro conseguimento. Nel terzo e quarto ci si concentra sulla Germania e le politiche di mobilitazione attuate dal 1941-42 concentrandosi sulla figura di Albert Speer e di come rispetto ai risultati la sua figura sia stata mitizzata nel corso del tempo. Nel quinto capitolo si analizzano i risultati ottenuti dalle forze di occupazione. Dal sesto capitolo si cerca di comprendere il processo di disgregazione delle potenze alleate. Gli ultimi capitoli sono dedicati alle analisi della guerra strategica e dei fattori che hanno portato al collasso di Italia e Germania e di come la questione del "morale" italiano sia ancora tutto da studiare.
IntroduzioneLa mobilitazione politica e l'agitazione di vari gruppi etnici hanno costituito una caratteristica preminente della situazione interna delle società industriali avanzate sin dalla fine degli anni '60 e per tutti gli anni '70.
Il testo ricostruisce nel lungo periodo funzione e significati dei luoghi della memoria del Risorgimento, inseriti nella vita politica e culturale dell'Italia unita. Particolare attenzione viene posta all'uso pubblico della nostalgia cui spesso i luoghi della memoria sono stati associati, alle sue implicazioni in termini di mobilitazione e coinvolgimento sociale