Il diritto alla felicità come prodotto della crisi
In: Democrazia e diritto: trimestrale dell'Associazione CRS, Heft 3, S. 78-103
ISSN: 0416-9565
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In: Democrazia e diritto: trimestrale dell'Associazione CRS, Heft 3, S. 78-103
ISSN: 0416-9565
L'articolo analizza ed interpreta la questione della cessione di Nizza e della Savoia alla Francia, inquadrandola nel contesto delle problematiche che dominarono il processo dell'unificazione italiana.
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In: Testi e studi 147
In: Biblioteca del pensiero politico
In: The economic history review, Band 16, Heft 3, S. 607
ISSN: 1468-0289
The Origins of Contemporary France by H. Taine represents a diagnosis of the crisis that lasts from 1789 until the Commune in 1871. Taine identifies the affirmation of the democratic principle as the cause of the chronic state of the French malady. In this analysis, Rousseau and the Enlightenment become paramount, transforming modern contractualism and its rationalistic themes into a revolutionary ideology. Hence, the focus of Taine's argument is the relationship between reason and crisis. In this reflection on the philosophical-political modelsthat have generated the democratic discourse, and on the epistemological paradigm shift between the XVIII and XIX centuries, the end-of-century positivism and liberalism emerge as using an anti-democratic stance against the Enlightenment, moving away from their progressive traits that derive from the Enlightenment. Every bond that links rationality, subject and social processes disappear, and the natural brutality of the crowd, whose physiological state is in fact pathological, persists. Rousseau's critique is therefore a consequence of an age when society does not seem to be able to resolve its endless conflicts.
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L'elaborato "La politica europea della Francia negli anni della Presidenza Sarkozy" deriva dall'evoluzione del gollismo, dalla genesi e dagli sviluppi più recenti dell'integrazione europea. Nella prima parte si prende in esame la politica estera di Charles de Gaulle negli anni 1947-1969, la nascita del neogollismo di Jacques Chirac e le sue rivendicazioni sulle questioni della costruzione europea nel periodo 1976-1981 , i dibattiti all'interno del neogollismo fino all'entrata in vigore del Trattato di Maastricht e i due mandati presidenziali di Chirac. Nel secondo capitolo si analizza nel dettaglio la campagna che condusse Nicolas Sarkozy alle elezioni presidenziali, la sua politica europea negli anni 2007-2009: il rilancio del progetto comunitario attraverso il Trattato di Lisbona, la riforma della PAC, il Patto europeo sull'immigrazione e l'asilo, le misure adottate nel settore del clima e dell'energia, il progetto "Unione per il Mediterraneo", le iniziative in materia di sicurezza e difesa , i rapporti tra la Francia e gli altri Paesi della NATO durante i vertici di Bucarest e di Strasburgo-Kehl e l'intervento dell'UE nella guerra tra Georgia, Abkhazia e Ossezia del Sud. Nella terza parte, invece, si tratta l'atteggiamento dell'UE, con riferimento alla Francia e alla Germania, di fronte alla crisi dei mutui sub prime nel periodo 2002-2009 e alla crisi del debito sovrano in Europa 2009-2012. L'asse "Merkozy" diventa protagonista nella seconda fase della crisi, suggerendo varie iniziative, dall'accordo di Deauville del 18 ottobre 2010 al "Patto per la competitività", divenuto poi "Patto euro plus" nel marzo 2011. Allo stesso tempo, si descrive,anche, il dibattito del mondo politico ed economico francese riguardo alle due crisi economiche sopra menzionate. Nel quarto ed ultimo capitolo si considera la politica dell'UE e degli Stati Uniti in merito alla guerra in Libia del 2011, soffermandosi sulla linea d'azione del Presidente Sarkozy, che si contraddistingue dagli altri partner europei ed extraeuropei. In effetti, il Presidente francese porta avanti una politica piuttosto aggressiva nei confronti di Tripoli, che prevede l'imposizione delle sanzioni, il riconoscimento del Consiglio nazionale di transizione, la proposta di instaurare una no- fly zone sul territorio libico e la decisione di intervenire militarmente in Libia. La sua condotta riscontra molte critiche all'interno dell'Alleanza Atlantica, ma ampio sostegno da parte dello Stato francese. Nelle conclusioni si rilevano gli effetti della politica del Presidente della Repubblica francese, Nicolas Sarkozy, sia a livello europeo che interno alla Francia.
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National audience ; L'Annexion de 1860 est-elle un événement religieux ? Cette interrogation est le fil rouge des textes réunis dans ce volume qui reproduit les communications données lors de la journée d'étude chambérienne du 26 mai 2010. Les auteurs abordent tour à tour les enjeux pastoraux et les débats politiques, le rôle des personnalités et les singularités géographiques, les aspects juridiques et les représentations collectives. Ils contribuent ainsi à éclairer les évènements de l'année 1860 et à comprendre les choix de la société savoyarde, marquée par le catholicisme, mais aussi parcourue par les courants du siècle qui remettent en cause les valeurs religieuses. Avec les contributions de Monseigneur Philippe Ballot, Christian Sorrel, Robert Soldo, Jean-Marc Ticchi, Franck Roubeau, Esther Deloche, Bruno Berthier et Philippe Boutry. ; L'Annessione del 1860 è un avvenimento religioso? Questa interrogazione è il filo rosso dei testi riuniti in questo volume che riproduce le comunicazioni date all'epoca della giornata di studio di Chambéy del 26 maggio 2010. Gli autori abbordano uno dopo l'altro le poste pastorali ed i dibattimenti politici, il ruolo delle personalità e le singolarità geografiche, gli aspetti giuridici e le rappresentazioni collettive. Contribuiscono così ad illuminare i avvenimenti dell'anno 1860 ed a comprendere le scelte della società savoiarda, contrassegnata per il cattolicesimo, ma percorsa anche dalle correnti del secolo che rimettono in causa i valori religiosi. Coi contributi del Monsignore Philippe Ballot, Christian Sorrel, Robert Soldo, Jean-Marc Ticchi, Franck Roubeau, Esther Deloche, Bruno Berthier e Philippe Boutry.
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National audience ; L'Annexion de 1860 est-elle un événement religieux ? Cette interrogation est le fil rouge des textes réunis dans ce volume qui reproduit les communications données lors de la journée d'étude chambérienne du 26 mai 2010. Les auteurs abordent tour à tour les enjeux pastoraux et les débats politiques, le rôle des personnalités et les singularités géographiques, les aspects juridiques et les représentations collectives. Ils contribuent ainsi à éclairer les évènements de l'année 1860 et à comprendre les choix de la société savoyarde, marquée par le catholicisme, mais aussi parcourue par les courants du siècle qui remettent en cause les valeurs religieuses. Avec les contributions de Monseigneur Philippe Ballot, Christian Sorrel, Robert Soldo, Jean-Marc Ticchi, Franck Roubeau, Esther Deloche, Bruno Berthier et Philippe Boutry. ; L'Annessione del 1860 è un avvenimento religioso? Questa interrogazione è il filo rosso dei testi riuniti in questo volume che riproduce le comunicazioni date all'epoca della giornata di studio di Chambéy del 26 maggio 2010. Gli autori abbordano uno dopo l'altro le poste pastorali ed i dibattimenti politici, il ruolo delle personalità e le singolarità geografiche, gli aspetti giuridici e le rappresentazioni collettive. Contribuiscono così ad illuminare i avvenimenti dell'anno 1860 ed a comprendere le scelte della società savoiarda, contrassegnata per il cattolicesimo, ma percorsa anche dalle correnti del secolo che rimettono in causa i valori religiosi. Coi contributi del Monsignore Philippe Ballot, Christian Sorrel, Robert Soldo, Jean-Marc Ticchi, Franck Roubeau, Esther Deloche, Bruno Berthier e Philippe Boutry.
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National audience ; L'Annexion de 1860 est-elle un événement religieux ? Cette interrogation est le fil rouge des textes réunis dans ce volume qui reproduit les communications données lors de la journée d'étude chambérienne du 26 mai 2010. Les auteurs abordent tour à tour les enjeux pastoraux et les débats politiques, le rôle des personnalités et les singularités géographiques, les aspects juridiques et les représentations collectives. Ils contribuent ainsi à éclairer les évènements de l'année 1860 et à comprendre les choix de la société savoyarde, marquée par le catholicisme, mais aussi parcourue par les courants du siècle qui remettent en cause les valeurs religieuses. Avec les contributions de Monseigneur Philippe Ballot, Christian Sorrel, Robert Soldo, Jean-Marc Ticchi, Franck Roubeau, Esther Deloche, Bruno Berthier et Philippe Boutry. ; L'Annessione del 1860 è un avvenimento religioso? Questa interrogazione è il filo rosso dei testi riuniti in questo volume che riproduce le comunicazioni date all'epoca della giornata di studio di Chambéy del 26 maggio 2010. Gli autori abbordano uno dopo l'altro le poste pastorali ed i dibattimenti politici, il ruolo delle personalità e le singolarità geografiche, gli aspetti giuridici e le rappresentazioni collettive. Contribuiscono così ad illuminare i avvenimenti dell'anno 1860 ed a comprendere le scelte della società savoiarda, contrassegnata per il cattolicesimo, ma percorsa anche dalle correnti del secolo che rimettono in causa i valori religiosi. Coi contributi del Monsignore Philippe Ballot, Christian Sorrel, Robert Soldo, Jean-Marc Ticchi, Franck Roubeau, Esther Deloche, Bruno Berthier e Philippe Boutry.
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National audience ; L'Annexion de 1860 est-elle un événement religieux ? Cette interrogation est le fil rouge des textes réunis dans ce volume qui reproduit les communications données lors de la journée d'étude chambérienne du 26 mai 2010. Les auteurs abordent tour à tour les enjeux pastoraux et les débats politiques, le rôle des personnalités et les singularités géographiques, les aspects juridiques et les représentations collectives. Ils contribuent ainsi à éclairer les évènements de l'année 1860 et à comprendre les choix de la société savoyarde, marquée par le catholicisme, mais aussi parcourue par les courants du siècle qui remettent en cause les valeurs religieuses. Avec les contributions de Monseigneur Philippe Ballot, Christian Sorrel, Robert Soldo, Jean-Marc Ticchi, Franck Roubeau, Esther Deloche, Bruno Berthier et Philippe Boutry. ; L'Annessione del 1860 è un avvenimento religioso? Questa interrogazione è il filo rosso dei testi riuniti in questo volume che riproduce le comunicazioni date all'epoca della giornata di studio di Chambéy del 26 maggio 2010. Gli autori abbordano uno dopo l'altro le poste pastorali ed i dibattimenti politici, il ruolo delle personalità e le singolarità geografiche, gli aspetti giuridici e le rappresentazioni collettive. Contribuiscono così ad illuminare i avvenimenti dell'anno 1860 ed a comprendere le scelte della società savoiarda, contrassegnata per il cattolicesimo, ma percorsa anche dalle correnti del secolo che rimettono in causa i valori religiosi. Coi contributi del Monsignore Philippe Ballot, Christian Sorrel, Robert Soldo, Jean-Marc Ticchi, Franck Roubeau, Esther Deloche, Bruno Berthier e Philippe Boutry.
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National audience ; L'Annexion de 1860 est-elle un événement religieux ? Cette interrogation est le fil rouge des textes réunis dans ce volume qui reproduit les communications données lors de la journée d'étude chambérienne du 26 mai 2010. Les auteurs abordent tour à tour les enjeux pastoraux et les débats politiques, le rôle des personnalités et les singularités géographiques, les aspects juridiques et les représentations collectives. Ils contribuent ainsi à éclairer les évènements de l'année 1860 et à comprendre les choix de la société savoyarde, marquée par le catholicisme, mais aussi parcourue par les courants du siècle qui remettent en cause les valeurs religieuses. Avec les contributions de Monseigneur Philippe Ballot, Christian Sorrel, Robert Soldo, Jean-Marc Ticchi, Franck Roubeau, Esther Deloche, Bruno Berthier et Philippe Boutry. ; L'Annessione del 1860 è un avvenimento religioso? Questa interrogazione è il filo rosso dei testi riuniti in questo volume che riproduce le comunicazioni date all'epoca della giornata di studio di Chambéy del 26 maggio 2010. Gli autori abbordano uno dopo l'altro le poste pastorali ed i dibattimenti politici, il ruolo delle personalità e le singolarità geografiche, gli aspetti giuridici e le rappresentazioni collettive. Contribuiscono così ad illuminare i avvenimenti dell'anno 1860 ed a comprendere le scelte della società savoiarda, contrassegnata per il cattolicesimo, ma percorsa anche dalle correnti del secolo che rimettono in causa i valori religiosi. Coi contributi del Monsignore Philippe Ballot, Christian Sorrel, Robert Soldo, Jean-Marc Ticchi, Franck Roubeau, Esther Deloche, Bruno Berthier e Philippe Boutry.
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International audience ; Par deux fois en moins d'un siècle, en 1792 et en 1860, le Duché de Savoie est rattaché à la Grande Nation française à l'issue d'une consultation populaire. Pourtant, au-delà des apparences le contexte comme la signification de chacun de ces évènements diffère sensiblement même si, à l'évidence, ces deux annexions successives de la Savoie à la France se révèlent intimement liées en dépit de leurs soixante-dix ans de distance. Comment en effet comprendre 1860 en faisant artificiellement abstraction du précédent de 1792 ? Tant la référence ambiguë à l'idéologie révolutionnaire contemporaine de la Convention joue, au cours du second épisode, le rôle d'argument de poids en faveur ou à l'encontre du thème de la nécessaire fusion de la petite patrie alpine dans le creuset de la Grande Nation. Peu importe en l'occurrence et très paradoxalement, le retournement soudain de sensibilité politique des militants en faveur de l'option française lors de ces deux événements majeurs de l'histoire alpine occidentale. Puisqu'en toute logique les plus ardents promoteurs de l'Annexion, en 1860, conservateurs cléricaux bon teint, ne devraient pas se prévaloir contre nature d'une référence à ce point connotée à l'Invasion révolutionnaire de la Savoie pour en réclamer ultérieurement les bienfaits. Mais l'histoire des Etats de Savoie et a fortiori celle, en leur sein, des provinces savoyardes proprement dites, s'avère si complexe que les confusions en tout genre se perpétuent avec une désolante constance depuis des lustres, malgré le patient travail de vulgarisation entrepris de longue date par plusieurs générations d'historiens.C'est donc dans un cadre politique résultant d'enjeux doctrinaux de prime abord assez étrangers à l'histoire savoyarde qu'il convient ainsi de replacer l'analyse des deux annexions consécutives de la Savoie à la France, puis celle de leur légitimation, voire de leur amalgame définitif dans la plupart des mémoires locales au gré des cérémonies officielles, dans la construction de récits fondateurs ambigus affectés au processus d'assimilation tardive des seuls départements métropolitains français bénéficiaires à ce titre, du privilège de conserver dans leur nouvelle dénomination une référence explicite à leur appellation ancestrale d'Ancien Régime.
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International audience ; Par deux fois en moins d'un siècle, en 1792 et en 1860, le Duché de Savoie est rattaché à la Grande Nation française à l'issue d'une consultation populaire. Pourtant, au-delà des apparences le contexte comme la signification de chacun de ces évènements diffère sensiblement même si, à l'évidence, ces deux annexions successives de la Savoie à la France se révèlent intimement liées en dépit de leurs soixante-dix ans de distance. Comment en effet comprendre 1860 en faisant artificiellement abstraction du précédent de 1792 ? Tant la référence ambiguë à l'idéologie révolutionnaire contemporaine de la Convention joue, au cours du second épisode, le rôle d'argument de poids en faveur ou à l'encontre du thème de la nécessaire fusion de la petite patrie alpine dans le creuset de la Grande Nation. Peu importe en l'occurrence et très paradoxalement, le retournement soudain de sensibilité politique des militants en faveur de l'option française lors de ces deux événements majeurs de l'histoire alpine occidentale. Puisqu'en toute logique les plus ardents promoteurs de l'Annexion, en 1860, conservateurs cléricaux bon teint, ne devraient pas se prévaloir contre nature d'une référence à ce point connotée à l'Invasion révolutionnaire de la Savoie pour en réclamer ultérieurement les bienfaits. Mais l'histoire des Etats de Savoie et a fortiori celle, en leur sein, des provinces savoyardes proprement dites, s'avère si complexe que les confusions en tout genre se perpétuent avec une désolante constance depuis des lustres, malgré le patient travail de vulgarisation entrepris de longue date par plusieurs générations d'historiens.C'est donc dans un cadre politique résultant d'enjeux doctrinaux de prime abord assez étrangers à l'histoire savoyarde qu'il convient ainsi de replacer l'analyse des deux annexions consécutives de la Savoie à la France, puis celle de leur légitimation, voire de leur amalgame définitif dans la plupart des mémoires locales au gré des cérémonies officielles, dans la construction de récits fondateurs ambigus affectés au processus d'assimilation tardive des seuls départements métropolitains français bénéficiaires à ce titre, du privilège de conserver dans leur nouvelle dénomination une référence explicite à leur appellation ancestrale d'Ancien Régime.
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La dinastia sabauda è stata assai longeva, quasi millenaria; e ha concorso con altre casate di gran fama, e spesso di assai più breve durata, alla definizione degli assetti politici europei, in momenti diversi e con personalità di varia grandezza. Nella percezione comune degli italiani, ad esempio, è stata fondamentale nella vicenda risorgimentale; oppure deprecabile per la traiettoria che l'ha condotta dai presunti allori della Grande Guerra alla infamante alleanza con il fascismo. In realtà, casa Savoia ha mosso i suoi primi passi in epoca altomedievale, e ha dipanato tutta la sua storia lungo un percorso che ha visto alternarsi momenti di lunga e prospera continuità ad altri di drammatica frattura e di crisi. Pur senza ignorare gli evidenti lasciti delle premesse originarie, si può tuttavia affermare che i Savoia si guadagnarono una fama meritata di sovrani europei nel corso non breve degli anni che andarono dalla fine del Cinquecento alla seconda metà del secolo XVIII. Furono in effetti quei due secoli di lento consolidamento delle acquisizioni territoriali, di cure dell'edificio istituzionale, di alleanze sociali interne e di alleanze internazionali, che motivarono l'ascesa dei Savoia sulla scena continentale. Quei secoli di guerre e di assidui maneggi diplomatici, di attenzioni maniacali all'apparecchio statuale, di spregiudicate politiche delle alleanze con le più reputate potenze europee, di ostentazioni cerimoniali del potere, di armi tonanti e di magnificenze cortigiane, furono in effetti il periodo aureo della dinastia. Quello fu il giro d'anni che voltò verso l'Italia il destino politico del lignaggio nato e cresciuto sul crinale delle Alpi, che per lungo tempo mantenne tratti caratteristici lontani da quelli riconoscibili nelle pur varie esperienze italiane. Ma non solo: furono anche gli anni che incubarono la cultura scientifica e tecnologica che avrebbe connotato Torino e il Piemonte come il più importante distretto industriale italiano, e che avrebbe trasferito nei tratti severi di una "aristocrazia operaia" la più antica fisionomia, tutta sabauda, di una tradizione aristocratica guerriera. Il libro rappresenta il punto di incontro sull'argomento delle storiografie italiana, inglese e americana.
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