IX. Zu Diogenes von Apollonia
In: Archiv für Geschichte der Philosophie, Band 1, Heft 2
ISSN: 1613-0650
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In: Archiv für Geschichte der Philosophie, Band 1, Heft 2
ISSN: 1613-0650
We want to demonstrate that Apollonia of Cyrenaica was neither an independent foundation, nor a real sub-colony, rather a maritime stopover: "the harbor of Cyrene", where port and military installations were located; inhabited between the Archaic and Hellenistic periods by merchants and artisans, garrisons and seafaring staff. Following its civic development is of great interest: frequented by members of the Alexandrian court, it became an autonomous polis with its own institutions at the moment of the passage under the Roman domination, then it rises to capital of the Libya superior in the mid-fourth century A.D., and as such became also an object of imperial munificence. Despite moments of disagreement, it will never completely lose its privileged connection with Cyrene. ; Si vuole dimostrare che Apollonia di Cirenaica non fu né una fondazione indipendente, né una vera e propria subcolonia, piuttosto uno scalo marittimo: "il porto di Cirene", dove trovavano sede installazioni portuali e militari; abitata fra l'età arcaica e quella ellenistica da mercanti e artigiani, guarnigioni e personale marittimo. Seguire il suo sviluppo civico è di estremo interesse: frequentata dai membri della corte alessandrina, diviene polis autonoma con proprie istituzioni col passaggio alla dominazione romana, poi capitale della Libya superior a metà del IV sec. d.C., e in quanto tale oggetto della munificenza imperiale. Nonostante momenti di dissidio non perderà mai del tutto il legame privilegiato con Cirene.
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In: http://hdl.handle.net/2027/uiuo.ark:/13960/t6vx0gp9m
Filmed with: Kreppel, Friedrich / Der Zyklus der Horazischen Römeroden : I Teil -- Kreppel, Friedrich / Der Zyklus der Horazischen Römeroden : II Teil (Die dritte Ode) -- Lutterbeck / Die Freunde Pindar's -- Lowe, Gustav / De glossariorum Latinorum fontibus et usu -- Krassowsky, Walther / Ovidius quomodo in isdem fabulis enarrandis a se ipso discrepuerit -- Krause, Hans / Studia neoplatonica -- Krieg, Thilo / Quaestiones Rutilianae -- Kühn, Richard Fürchtegott / Der Octavius des Minicius Felix : eine heidnische-philosophische Auffassung von Christenthum -- Kueppers, Heinrich / De Lygdami carminibus -- Krause, Franz / Quaestiones Aristophaneae scaenicae -- Kuhlmann, Ludwig / Quaestiones Sallustianae criticae -- Kuhlmann, Ludwig / De Sallustii codice parisino 500 -- Krannhals, A.F. / Über den Aias des Sophokles -- Krannhals, A.M. / Religiös-sittliche Lebensansichten des Herodot : erste Abtheilung -- Krause, Ernst Friedrich / Diogenes von Apollonia : zweiter Teil -- Lindskog, Claes / De correcturis secudae manus in codice vetere Plautino -- Hoffman, Ernst / De Aristotelis Physicorum libri septimi duplici forma -- Liesegang, Helmuth / De XXIV. Iliadis rhapsodia dissertatio : pars altera -- Kries, Friedrich / Disputantur quaedam de Horat. Odar. 1 carm. 28 et de Archyta : annexa expositione systematis numerorum in Archimedis arenario exhibiti -- Lennep, David John van / De papilione sev psyche animae imagine apud veteres -- Lersch, Laurenz / Das sogenannte Schwert des Tiberius : ein römische Ehrendegen aus der Zeit dieses Kaisers, im Besitze des Herrn Kunsthändlers Josef Gold in Maynz -- Lobeck, Christian August / De prosthesi et aphaeresi vocalium pars II -- Lobeck, Christian August / De apocope : pars II -- Lobeck, Christian August / De crassi vocalium : pars altera. ; "Beilage zu dem Jahresberichte des Königlichen Gymnasiums zu Gnesen Ostern 1908." ; Includes bibliographical references. ; Microfilm. ; Mode of access: Internet.
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In: http://hdl.handle.net/2027/uiuo.ark:/13960/t8w959d1n
Filmed with: Kreppel, Friedrich / Der Zyklus der Horazischen Römeroden : I Teil -- Kreppel, Friedrich / Der Zyklus der Horazischen Römeroden : II Teil (Die dritte Ode) -- Lutterbeck / Die Freunde Pindar's -- Lowe, Gustav / De glossariorum Latinorum fontibus et usu -- Krassowsky, Walther / Ovidius quomodo in isdem fabulis enarrandis a se ipso discrepuerit -- Krause, Hans / Studia neoplatonica -- Krieg, Thilo / Quaestiones Rutilianae -- Kühn, Richard Fürchtegott / Der Octavius des Minicius Felix : eine heidnische-philosophische Auffassung von Christenthum -- Kueppers, Heinrich / De Lygdami carminibus -- Krause, Franz / Quaestiones Aristophaneae scaenicae -- Kuhlmann, Ludwig / Quaestiones Sallustianae criticae -- Kuhlmann, Ludwig / De Sallustii codice parisino 500 -- Krannhals, A.F. / Über den Aias des Sophokles -- Krannhals, A.M. / Religiös-sittliche Lebensansichten des Herodot : erste Abtheilung -- Krause, Ernst Friedrich / Diogenes von Apollonia : erster Teil -- Lindskog, Claes / De correcturis secudae manus in codice vetere Plautino -- Hoffman, Ernst / De Aristotelis Physicorum libri septimi duplici forma -- Liesegang, Helmuth / De XXIV. Iliadis rhapsodia dissertatio : pars altera -- Kries, Friedrich / Disputantur quaedam de Horat. Odar. 1 carm. 28 et de Archyta : annexa expositione systematis numerorum in Archimedis arenario exhibiti -- Lennep, David John van / De papilione sev psyche animae imagine apud veteres -- Lersch, Laurenz / Das sogenannte Schwert des Tiberius : ein römische Ehrendegen aus der Zeit dieses Kaisers, im Besitze des Herrn Kunsthändlers Josef Gold in Maynz -- Lobeck, Christian August / De prosthesi et aphaeresi vocalium pars II -- Lobeck, Christian August / De apocope : pars II -- Lobeck, Christian August / De crassi vocalium : pars altera. ; "Beilage zu dem Jahresberichte des Königlichen Gymnasiums zu Gnesen Ostern 1909." ; Includes bibliographical references. ; Microfilm. ; Mode of access: Internet.
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In: Cultura italiana in contesto europeo Vol. 5
In: Etica politica diritto., Saggi 1
In: Quellen und Forschungen zur Geschichte der Stadt Leipzig Band 18
In: Geistes-, sozial- und kulturwissenschaftlicher Anzeiger 156. Jahrgang, Heft 1/2 (2021)
Oggetto della presente ricerca é lo studio delle fortificazioni costiere della Costa d'Oro – l'odierno Ghana – e l'applicazione, nella seconda parte di questo lavoro, dell'approccio metodologico proposto dalla Carta di Burra (ICOMOS Australia, 1999) alla conservazione e valorizzazione di Forte Apollonia, l'ultimo e più remoto forte costruito in Costa d'Oro. Partendo dallo studio storico, architettonico e strutturale dei forti e castelli che furono costruiti sulle coste del Ghana nel corso di tre secoli dalle maggiori potenze europee dell'epoca - inseriti nel Patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO fin dal 1979 -, viene definito un quadro conoscitivo generale per l'analisi di questi monumenti. Esso vuole essere sufficientemente generale e comprensivo per costituire una base di riferimento per successivi approfondimenti specifici sui singoli forti. Quindi, definito il quadro conoscitivo generale, la seconda parte di questo lavoro affronta le tematiche specifiche connesse alla conservazione di Forte Apollonia alla luce della metodologia enunciata dalla Carta di Burra per l'analisi delle significatività del monumento e l'individuazione di politiche per la sua conservazione e valorizzazione. Tale metodo parte dalla conoscenza del bene storico – architettonica, strutturale, storica - e del contesto in cui esso si trova per individuarne le significatività, ossia un set di valori, materiali o meno, che ne caratterizzano l'importanza culturale. A questo segue l'analisi delle vulnerabilità, ossia della suscettibilità del bene storico a pressioni esterne o intrinseche – ambientali, materiche, economiche o sociali - che possano avere un impatto negativo sulla significatività. Dalla combinazione di significatività e vulnerabilità si fanno quindi discendere politiche di conservazione, comprendenti opportunità e vincoli per la tutela, valorizzazione e gestione del bene. Alcuni estratti dal progetto per la conservazione ed il riuso di Forte Apollonia sono riportati in appendice. Tale metodo si configura quindi come un approccio logico ed olistico alla conservazione del bene storico e, come tale, si propone come un interessante esempio per analoghi studi sui singoli forti e castelli del Ghana. Le fonti Le fonti su cui è basato il presente studio sono fonti bibliografiche prevalentemente inglesi ed olandesi per quanto riguarda la parte storica ed architettonica generale. A queste si aggiunge la documentazione cartografica dei vari manufatti acquisita tramite ricerche d'archivio, sia in Ghana che in Inghilterra, e tramite consultazione di letteratura specialistica. I forti e castelli costieri del Ghana sono infatti da tempo ben conosciuti e studiati dalla comunità scientifica internazionale, con pubblicazioni di autori prevalentemente inglesi, olandesi e francesi. Ampie evidenze documentali, sia cartografiche che in forma di lettere e rapporti, ne documentano le fasi, i materiali e le tecniche costruttive e danno una chiara idea del contesto in cui furono edificati. Non altrettanta abbondanza di studi e documentazione è invece disponibile per lo studio specifico di Forte Apollonia. Se l'area in cui esso sorge è stata nel corso degli ultimi cinquanta anni oggetto di numerosi studi antropologici e storici soprattutto da parte di studiosi italiani, poche sono le fonti documentali che testimoniano le vicende costruttive e le successive trasformazioni subite da Forte Apollonia. Di questo, praticamente nulla è disponibile in Ghana, come è stato confermato da una breve inchiesta svolta presso la direzione del Ghana Museums and Monuments Board a Cape Coast e ad Accra. Soltanto un autore, A.W. Lawrence, dà conto di alcuni aspetti relativi alla costruzione del forte ed alla sua struttura, ma molte delle fasi dell'evoluzione del monumento rimangono in ombra. A questo si è cercato di ovviare con ulteriori ricerche al Public Record Office di Londra e con il materiale messo a disposizione nel corso di una missione sul campo dal professor Pierluigi Valsecchi dell'Università di Teramo, ma ampi margini di ulteriore approfondimento rimangono disponibili. Per quanto riguarda lo studio sulla conservazione e riuso di Forte Apollonia si è fatto ricorso a varie pubblicazioni ICOMOS, fra cui ovviamente la Carta di Burra stessa, per i principi generali di conservazione, e a consolidata letteratura scientifica per l'analisi strutturale del monumento e per la definizione di una strategia di conservazione. Lo studio diretto del forte è stato fatto nel corso di due campagne sul posto, nel 2002 e 2008 rispettivamente, volte a rilevarne lo stato di conservazione ed a definire obiettivi per il suo uso futuro. La parte tecnica è stata svolta dalla scrivente in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Civile dell'Università di Pisa, mentre la definizione degli obiettivi culturali del riuso di Forte Apollonia è frutto della collaborazione con il COSPE di Firenze, promotore di un progetto più ampio per lo sviluppo economico e culturale dell'area in cui il forte si trova, e con i professori Mariano Pavanello dell'Università La Sapienza di Roma e Pierluigi Valsecchi dell'Università di Teramo. Il presente lavoro è inteso come un primo passo verso la definizione di politiche di conservazione per un numero di edifici il cui valore di gruppo è ampiamente riconosciuto dalla comunità internazionale ma la maggior parte dei quali non è oggetto di strategie di conservazione. Il quadro conoscitivo generale sui forti e castelli costieri del Ghana ed il metodo per l'approccio alla conservazione e riuso di Forte Apollonia vogliono quindi essere il punto di partenza per futuri studi sul resto del patrimonio architettonico del paese. Ulteriori studi specifici su Forte Apollonia, come messo in evidenza nella seconda parte di questo lavoro, sarebbero inoltre auspicabili per una più completa comprensione dell'edificio, e costituiscono perciò interessanti possibilità di ricerca.
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In: http://hdl.handle.net/10486/700162
Tesis Doctoral inédita cotutelada por la Aix-Marseille Université de Marsella y la Universidad Autónoma de Madrid, Facultad de Filosofía y Letras, Departamento de Filología Francesa. Fecha de Lectura: 22-10-2021 ; Esta tesis tiene embargado el acceso al texto completo hasta el 22-04-2023 ; Les origines de Mordred sont floues, et parfois contradictoires entre elles, tant estgrande l'absence d'unité dans les destins narratologiques de ce chevalier du cycle arthurien. Pour les chroniques galloises, rédigées au plus tard au Xe siècle, il est « Medrawt », mort à la bataille de Camlann. Au XIIe siècle, il évolue en « Mordret », chevalier du roi et neveu de celui-ci, dont il usurpe le trône. Entre les XIIIe et XVe siècles, il devient le bâtard incestueux d'Arthur, l'amoureux éconduit de Guenièvre, et parricide. Si ces strates suggèrent un enracinement du personnage dans le Mal, entre le Xe et le XXe siècle, il reste mineur. Il n'a d'utilité que pour le dénouement des branches arthuriennes, et n'occupe que le second plan, ignorant les vertus chevaleresques et l'amour courtois. A chaque époque, son rôle est orienté pour mieux incarner les maux contemporains. Ce travail analyse les évolutions mordretiennes au cours des siècles et dans plusieurs domaines politico-linguistiques. Les rémanences du personnage sont étudiées selon les transferts orchestrés depuis d'autres personnages arthuriens d'abord, puis avec un fonds de topoï plus large. Tant au niveau du corpus médiéval que du corpus moderne, cette étude s'intéresse aux modifications structurelles de la symbolique mordretienne. Lié au Mal pour une période christianisée, il ne métaphorise plus que l'Autre, dangereux non plus par son stigmate, mais seulement pour ses caractéristiques différentes. Apparaît alors une revalorisation victimisante du personnage, qui suscite la sympathie. Loin d'en faire un repoussoir, cette ligne directrice émergente révèle un état civilisationnel. L'identification à Mordred correspond à un schéma mythique, à une fable sur l'ethos empathique transformant notre rapport à nous-mêmes et aux autres ; Los orígenes de Mordred no están claros, y en ocasiones son contradictorios, tan grande es la falta de unidad en los destinos narratológicos de este caballero del ciclo artúrico. Para las crónicas galesas, escritas en el siglo X, se trata de "Medrawt", que murió en la batalla de Camlann. En el siglo XII, se convirtió en "Mordret", caballero del rey y sobrino de éste, al cual usurpó el trono. Entre los siglos XIII y XV, volvió el bastardo incestuoso de Arturo, el despreciado amante de Ginebra y el parricidio. Si estas líneas sugieren un arraigo del personaje en el Mal, entre el siglo X y el XX, sigue siendo menor. Sólo es útil para desenredar las ramas artúricas, y queda relegado aun secundo plano, ignorando las virtudes caballerescas y el amor cortés. En cada época, su papel está orientado a encarnar mejor los males contemporáneos. Este trabajo analiza las evoluciones mordretianas a lo largo de los siglos y en varioscampos político-lingüísticos. Estudiaremos las remanencias del personaje de acuerdo con las transferencias orquestadas desde otros personajes arturianos primero, luego con unfondo más amplio. Tanto a nivel del corpus medieval como del corpus moderno, este estudio se interesa por las modificaciones estructurales del simbolismo mordretiano. Vinculado al Mal durante un período cristianizado, metaforiza únicamente al Otro, peligroso ya no por su estigma, sino sólo por sus diferentes características. Aparece entonces una revalorización victimizante del personaje quien pasa a ser el centro de un pathos simpático. Lejos de convertirlo en algo repulsivo, esta línea emergente revela un estado de civilización. La identificación con Mordred corresponde con un patrón mítico, una fábulasobre el ethos empático que transforma nuestra relación con nosotros mismos y con los demás
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In: At the Interface v.82
In: At the Interface / Probing the Boundaries Ser.
This volume offers a selection of articles from authors representing a wide array of disciplines, all of whom explore the following central theme: how can the presence of the dead take life in the hearts of the living? Although individuals die, they can i