In: Collana del Dipartimento jonico in sistemi giuridici ed economici del Mediterraneo: società, ambiente, culture, Università degli studi di Bari Aldo Moro 50
Il presente lavoro analizza la situazione dell'immigrazione in Italia partendo dal contesto demografico e legislativo di riferimento per poi passare al tema dell'inclusione finanziaria dei migranti descrivendo politiche, prodotti e servizi offerti dalle banche italiane e il grado di bancarizzazione raggiunto da questo particolare segmento di clientela. A seguire viene descritto lo stato dell'imprenditoria immigrata nel nostro Paese, mentre a conclusione del lavoro è presentato il caso di Extrabanca, l'istituto di credito per gli immigrati.
L'obiettivo quello è di verificare empiricamente due tesi principali: da un lato se le politiche di Corporate Social Responsibility impattino o meno sul rendimento dell'impresa e in che misura lo influenzino, dall'altro lato se vi siano differenze rilevanti tra gli intermediari appartenenti a paesi avanzati e quelli appartenenti a paesi emergenti. Prima di tutto verrà presentata una review della letteratura sull'argomento, sia per quanto riguarda la Corporate Social Responsibility, sia per quanto riguarda il suo legame con la performance finanziaria; successivamente sarà spiegato accuratamente quale sarà la variabile utilizzata per stimare l'effetto della Corporate Social Responsibility sugli intermediari presi in considerazione. L'effetto della Corporate Social Responsibility verrà misurato, come accuratamente spiegato più avanti, attraverso una proxy rappresentata dall'adesione a un protocollo delle nazioni unite UNEP FI. Una volta terminata la definizione qualitativa della variabile, seguirà la determinazione del dataset e una sua valutazione quantitativa attraverso rappresentazioni grafiche delle differenze tra i diversi campioni e mediante l'analisi dell'andamento storico delle variabili fondamentali. Infine verrà presentato il modello oggetto di stima e, dopo aver accuratamente individuato tutte le variabili rilevanti e averne giustificalo la scelta, verranno confrontati i risultati ottenuti attraverso la stima con quelli ottenuti nel corso degli anni dagli studiosi della materia sulla stessa delicata tematica.
The empirical analysis of the effects of government policies on the incentives of economic agents is the leitmotif of the present thesis, with two distinct fields of application. While the first essay mostly contributes to the empirical banking literature, with a focus on the link between implicit guarantees for bank debt and political connections in Europe, the second one contributes to the field of education economics and is devoted to an analysis of the effects of bibliometric-based hiring and promotion schemes in Italian public universities on scholars' productivity. The two essays also share some methodological affinities. First, the two projects exploit two different identification strategies that have the common ambition of isolating and estimating a causal effect of public policies on the outcomes of interest. Second, the two works are characterized by the use of two original datasets, that have been obtained merging multiple sources of data, some of them pre-existing and others that have been hand-collected. Finally, the two essays share the novelty of the research questions they aim to answer, which are relatively unexplored by the existing literature.
Negli ultimi anni abbiamo assistito a un profondo cambiamento del modo di "fare banca". Gli effetti e il perdurare della crisi finanziaria hanno interessato ogni ambito economico influenzando direttamente e preliminarmente il settore del credito, quale motore del più ampio sistema economico. Il progresso tecnologico ha imposto da parte degli istituti di credito una revisione dei vecchi schemi creditizi, obsoleti e incapaci di fronteggiare un mercato sempre più rischioso, volatile e competitivo. Una normativa sempre più stringente inerente alle politiche di credito a tutela del consumatore unitamente all'evoluzione del comportamento della domanda, ha posto maggior attenzione ai bisogni degli investitori retail comportando non solo, un'innovazione sulle tipologie e sulle personalizzazioni di prodotto, ma anche una ristrutturazione delle modalità con cui offrire i suddetti prodotti e/o servizi. Alla base di questo progressivo e costante processo di trasformazione c'è il cliente sempre più evoluto, attento, istruito e capace di influenzare le dinamiche di mercato. Occorre quindi ridefinire le modalità di interazione tra clienti e banche retail, facendo leva su sistemi di comunicazione sempre più evoluti e capaci di sviluppare rapporti sempre più fidelizzati. Sarà dunque la banca che dovrà sempre più adattarsi alle esigenze della clientela attraverso nuovi modelli di operatività bancaria, preferendo canali alternativi a quelli tradizionali e politiche di prodotto e/o servizio sempre più specifiche per determinati target, volte ad una valutazione dei rischi per una sempre maggior tutela degli investitori. L'avvento del digitale, di Internet e delle tecnologie mobile hanno mutato le abitudini, i bisogni e i consumi dell'uomo, mettendo in crisi il sistema capitalistico, che fin dalla sua nascita aveva visto raramente cambiamenti così disruptive. Queste innovazioni hanno coinvolto pure il sistema bancario e creditizio con l'avvento della Financial Technology nella seconda metà degli anni 2000. Nuove infrastrutture, devices e assieme all'accessibilità a un'enorme mole di dati e di potere computazionale a basso costo, hanno fatto emergere nuove dinamiche d'innovazione, mettendo in discussione le logiche e le barriere stesse del potere finanziario, aprendo così scenari inediti e applicazioni illimitate. La disintermediazione e reintermediazione in atto dell'attività bancaria tradizionale da parte della finanza tecnologica sta costringendo le banche a reinventare i loro servizi, ad andare incontro alle aspettative del consumatore e ad avvicinarsi, in qualche modo, al Fintech. Banche e intermediari finanziari si troveranno sempre più a confrontarsi con grandi società internazionali specializzate nei servizi digitali; a competere con gli operatori di telecomunicazione, che godono di un'ampia base di clientela e di un'infrastruttura tecnologica all'avanguardia, come Apple e Samsung; infine, a misurarsi con le "Fintech", le piccole e innovative startup che nascono con l'obbiettivo di portare l'innovazione nei servizi finanziari.
Differently from Atkinson and Morelli (2011) who detect no clear link between increases in income inequality and systemic banking crises, we show that a large majority of crises occurred between 1982 and 2008 have been preceded by persistently high levels of income inequality. Such association is robust when considering Gini values for incomes after-tax as well as before-tax and transfers. Moreover, we investigate the pattern of income inequality levels before and after a group of banking crises and the relative levels of income inequality in a large sample of OECD countries that did not experience banking crises between 1980 and 2010.
Con la nascita e lo sviluppo della banconota comincia anche la storia delle banche centrali. Il periodo storico che va dalla metà del Seicento alla metà dell'Ottocento può essere considerato come un grande cantiere, nel quale sono state sperimentate le più svariate soluzioni per sostenere la fiducia nella banconota. Principalmente come ha riconosciuto Vera Smith il sistema dell'emissione di banconote tende ad essere organizzato in tre modi differenti: 1) attraverso l'accentramento in un organismo statale; 2) tramite l'attribuzione di un monopolio legale in materia a un ente privato assoggettato a controlli speciali; 3) con il decentramento a una molteplicità di enti privati in concorrenza. Risultato di questa sfida è un prolungato periodo di sperimentazioni durante il quale saranno testate tutte e tre le tipologie individuate da Vera Smith. All'interno di questo processo di sviluppo delle banche centrali si è affermato un modello intermedio. Tale modello, è il modello inglese, che prenderà forma nel 1844 attraverso l'adozione da parte del parlamento britannico del Bank Charter Act. L'analisi del sistema monetario inglese dell'epoca parte da una riflessione sul concetto di moneta come istituzione. Prendendo come punti di riferimento due studi che enfatizzano entrambi l'aspetto istituzionale della moneta. Mettendo a confronto il concetto di tecnologia di pagamento con il dilemma della liquidità è possibile così interpretare la storia delle banche centrali come un processo, innescato dalla banconota convertibile, attraverso il quale sono stati effettuati innumerevoli tentativi di rendere possibile un mercato del credito completamente liquido, ovvero privo di rischi. Al centro di questo processo c'è l'istituzione della Banca d'Inghilterra nel 1694, che permetterà in definitiva all'Inghilterra di fine Settecento di adottare un sistema monetario monometallico, basato sull'oro. Tale sistema di moneta convertibile in oro creerà non pochi problemi ai direttori della Banca d'Inghilterra, che saranno obbligati nel 1797 ad interrompere la convertibilità delle banconote in oro. L'importanza di questa dichiarazione d'inconvertibilità è stata sottolineata dagli innumerevoli dibattiti monetari che hanno caratterizzato tutta la prima metà dell'Ottocento, fino all'adozione del Bank Charter Act del 1844. All'interno del dibattito monetario inglese una figura di spicco come Sir Henry Thornton, aveva già individuato le linee guida dell'odierno central banking, sottolineando l'importanza del «credito di ultima istanza».