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Big Data, mercato e amministrazione pubblica
La diffusione delle tecnologie legate ai big data, cioè alla raccolta massiva di dati ed informazioni provenienti dalle più disparate fonti, induce a guardare alle realtà che ci circondano e ai mercati secondo modalità, per così dire rivoluzionarie, poiché pretendono di semplificare le procedure di analisi e di valutazione di qualsiasi evenienza fenomenica, in contrapposizione con le vecchie metodologie scientifiche improntate al principio di causalità. Questa tendenza fornisce una chiave di lettura che si basa su un semplice principio di aggregazione di dati per la definizione di trend economici, in grado di pilotare le strategie imprenditoriali delle aziende che si servano degli strumenti di ICT (Information and Communications Technology), ma non solo. L'intento di questo lavoro è quello di comprendere come i meccanismi legati allo sfruttamento dei big data possano essere impiegati dalle amministrazioni pubbliche per incrementare i livelli di efficienza nell'erogazione dei propri servizi e, sempre in quest'ottica, per perfezionare le strategie regolatorie. Gli stessi big data, intesi quale prodotto ineluttabile del ricorso alle nuove tecnologie informatiche e all'eversione digitale dell'Internet of Things, pongono non poche problematiche su due piani estremamente delicati e che in più occasioni si cercherà di analizzare simultaneamente, quali fossero le facce della stessa medaglia. Così, si parte spesso dallo strumentario posto a tutela della privacy degli individui per fornire degli spunti utili all'implementazione del vocabolario antitrust, il quale, inevitabilmente, deve essere preso in considerazione per comprendere l'evolversi delle classiche derive economiche di scala, calate, tuttavia, nella modernità dei sistemi multilaterali digitali. Sebbene di per sé l'utilizzo dei big data, per definizione, non sembri arrecare particolari insidie per la concorrenza, dal momento in cui i dati, accumulati in grandi volumi eterogenei, possano considerarsi dei beni fungibili pressoché illimitati, e, quindi, in grado di superare qualsiasi prova di sostituibilità, non pochi problemi possono scaturire in relazione al processo di estrazione di valore aggiunto da parte di chi detenga le strumentazioni tecniche, atte ad interrogare gli stessi. La comprensione dell'uso e, soprattutto, del riuso di mastodontiche quantità di dati per la creazione di conoscenza, utile a sfruttare un potere informativo in grado di affermare posizioni egemoniche nel mercato, diventa la chiave di volta per analizzare e combattere eventuali abusi da parte di operatori economici particolarmente aggressivi o che attuino attività di profilazione dei dati personali degli individui. La realizzazione di un "sistema di scatole nere", che tracci le attività ed i comportamenti dei consumatori o degli utenti che si servano di prodotti e servizi erogati sia da parte del settore privato sia di quello pubblico, si appresta a modellare criteri per la predizione delle scelte future che questi intendano compiere. La creazione, pertanto, di profili altamente dettagliati degli individui fa sì che l'offerta si modelli sulle preferenze espresse dagli stessi. Se da un lato ciò assicura l'ottimizzazione dal punto di vista dell'efficienza della produzione, andando incontro ai bisogni avvertiti e presagiti degli utenti, dall'altro testimonia anche degli inevitabili profili concernenti, talvolta, indebite interferenze nella tutela della riservatezza dei cittadini o, ancora, delle pratiche poche igieniche per il mantenimento della salubrità nel panorama competitivo del mercato. Molto spesso i due profili corrono di pari passo. Significa, cioè, che la creazione di pacchetti di dati inerenti gli aspetti più intimi della vita quotidiana di ciascuno – rischiando perennemente di scadere in una violazione della privacy, tanto da richiedere una continua evoluzione del contesto normativo comunitario e nazionale di riferimento – possano provocare lo scaturire di una serie di insidie latenti per la concorrenza: dallo svilimento dell'effetto del multi-homing delle piattaforme multiservizio, al perseguimento di pratiche di lock-in dei consumatori, da cui dipenda anche la perdita di potere contrattuale degli stessi, alla personalizzazione dei prezzi applicati. Queste riflessioni si basano principalmente sul discernimento degli effetti collaterali di un impiego piuttosto spregiudicato delle tecnologie in grado di analizzare ed interrogare, in maniera del tutto innovativa rispetto al passato, enormi dataset in continua espansione. Un ragionamento più ampio potrebbe investire l'individuazione di un mercato rilevante dei big data, nel momento in cui questi vengano considerati quali input (o, quanto meno, parti di input) di mercato. Ne consegue che, a voler adottare questa visione – non unanimemente condivisa, a dire il vero – al pari di quanto venga fatto per qualsiasi altro fattore in un sistema economico di scambio, si possano operare le classiche considerazioni sull'acquisizione di vantaggi provenienti dall'implementazione di economie di scala, scopo e velocità, tenuto conto delle specifiche caratteristiche dei big data. Ma anche a voler escludere una siffatta ricostruzione, parte della dottrina, come verrà evidenziato nel corso della trattazione, non è andata esente dal tracciare un ciclo dinamico di impiego e di estrazione di valore aggiunto dai big data. In questo si distinguono una serie di momenti e di intermediari economici in grado di suggere valore monetario dall'accesso e dall'analisi di banche dati interconnesse. Riconoscendo, dunque, l'attribuzione di un profitto legato al possesso di questo particolare vantaggio informativo, si crea, di conseguenza, una curva di domanda dei big data, che rinviene negli stessi, secondo determinate ricostruzioni (malviste dalla giurisprudenza europea e d'oltreoceano), particolari forme di barriere all'accesso al mercato. Reale punto cardine nella filiera dello sfruttamento dei big data e dei risultati di analisi inferenziale, ad essi riferiti, risiede nell'erogazione di apposite licenze che ne consentano l'impiego per usi secondari e pressoché infiniti che si aggiungono a quello iniziale per il quale gli stessi erano stati raccolti. Ciò consente che i metadati e le informazioni possano – in spregio, talvolta, alle garanzie assicurate dalle formule di consenso informato – divenire oggetto di mercificazione. Se, dunque, la "datificazione" del conosciuto e del conoscibile risulti essere la tendenza verso la quale si sta indirizzando il progresso sia tecnologico sia economico, non si può andare esenti dall'interrogarsi su quale debba considerarsi, invece, lo sviluppo dell'azione amministrativa in questo quadro evolutivo. Il ricorso all'IT rappresenta il nucleo fondamentale delle strategie, europea e nazionale, di digitalizzazione delle amministrazioni pubbliche. La creazione di un sistema di e-government rappresenta il primo passo verso una società improntata ai principi di inclusione digitale dei cittadini e di accesso elettronico ai servizi pubblici. Veicolo, questo, utile al perseguimento di tali obiettivi e che consiste nell'implementazione dell'interconnessione tra i sistemi informatici dei database pubblici attraverso il cloud computing. Tale processo contribuisce ad accrescere il volume dei dati in possesso del settore pubblico, da considerarsi già di per sé, anche al netto dell'impiego delle nuove tecnologie, il principale produttore di dati nel panorama nazionale. L'immenso patrimonio informativo pubblico, destinato costantemente ad espandersi in virtù della traduzione nella pratica delle strategie di crescita digitale, è sottoposto, tuttavia, a specifiche previsioni di trasparenza, che, nel loro complesso, compongono il più vasto quadro della disclosure regulation. L'intento che si intende perseguire nelle pagine seguenti è anche quello di comprendere come l'ottemperanza agli obblighi informativi da parte delle amministrazioni pubbliche partecipi alla trasformazione o, meglio, all'integrazione dell'e-government in un regime di Open Government. Ciò significa che i dati di provenienza pubblica debbano considerarsi "open" e, quindi, liberamente accessibili da parte di chiunque senza alcuna discriminazione. L'ubiquità della disclosure regulation trascende, inevitabilmente, gli scopi per i quali essa era stata realizzata e investe, con i flussi informativi che ne scaturiscono, il mercato. Da una rilevanza meramente interna di controllo sull'operato della pubblica amministrazione si passa a dover analizzare – in una prospettiva, invece, "esterna" - l'impatto che gli scambi di informazioni abbiano nelle dinamiche concorrenziali tra gli operatori economici. Comprendere come la regolazione in materia di trasparenza travalichi i confini propri dell'azione amministrativa fornisce lo spunto, anche, per riflettere sugli aspetti che ne determinano la fallacia. Fintanto che i dati e le informazioni di provenienza pubblica, resi ostensibili e riutilizzabili per fini commerciali nel mercato, risultino essere semplicemente oggetto di regolazione, non si possono apprezzare i vantaggi che potrebbero scaturire dalla manipolazione degli stessi. I risultati dell'analisi inferenziale, ottenibili grazie al ricorso ai dispositivi di big data analytics, possono fungere da propulsore per il rinnovamento, almeno in termini di principio, dell'intervento regolatorio, permettendo, così, un'azione più rapida, efficiente e mirata. I big data, diventano, ovvero, strumento di regolazione.
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Privacy e informazione nell'era dei Big Data
'informazione costituisce, attualmente, una delle principali risorse economiche del processo produttivo e, di conseguenza, le attività di raccolta, selezione e monitoraggio dei dati personali assumono una fondamentale rilevanza poichè rivolte alla capillare targettizzazione e fidelizzazione del consumatore. In questa direzione, la privacy, da tutela individualistica del diritto ad essere lasciati soli, assume il significato di diritto al pieno controllo delle informazioni personali. L'analisi dei Big Data si spinge sino alla ricerca e all'esame di ogni possibile correlazione tra i dati e gli algoritmi impiegati nei processi decisionali. Se l'uso cooperativo e partecipato nella sfera pubblica di alcune tipologie di Big Data può rivestire un sicuro interesse sociale, in altri casi l'utilizzo di tali conoscenze solleva notevoli criticità concernenti la tutela dei dati personali, il loro sfruttamento economico, la presenza di un'effettiva consapevolezza e libertà nella manifestazione del consenso al loro trattamento. Ulteriori incognite, conseguite all'impiego dei Big Data, sono rappresentate dalla polarizzazione dell'informazione in capo a pochi intermediari digitali che palesa tutta l'asimmetria tra chi offre il servizio informativo e il suo fruitore, aggravata dall'intrasparenza e dalla selettività dei criteri posti alla base del funzionamento dell'algoritmo, problematiche che si riflettono sulla piena esplicazione dei diritti di libertà e sul futuro della democrazia. Si mostra, allora, tutta l'urgenza di un'efficace regolazione dei Big Data e, più in generale, delle informazioni personali circolanti online, ispirata ai valori costituzionalmente garantiti e diretta alla tutela dell'individuo dall'impiego improprio delle tecnologie informatiche, nella prospettiva di un'innovativa delineazione di modelli di cittadinanza digitale attiva, a fondamento di un'effettiva libertà di costruzione personale. ; Information is currently one of the main economic resources of the production process and, consequently, the collection, selection and monitoring of personal data assume a fundamental importance as they are aimed at capillary consumer targeting and retention. In this direction, privacy, from individualistic protection of the right to be left alone, takes on the meaning of the right to full control of personal information. The Big Data analysis goes as far as searching and examining any possible correlation between the data and the algorithms used in the decision-making processes. If the cooperative and participatory use in the public sphere of some types of Big Data can be of certain social interest, in other cases the use of such knowledge raises significant critical issues concerning the protection of personal data, their economic exploitation, the presence of an effective awareness and freedom in the manifestation of consent to their treatment. Further unknowns, resulting from the use of Big Data, are represented by the polarization of information by a few digital intermediaries that reveals all the asymmetry between those who offer the information service and its user, aggravated by the transparency and the selectivity of the criteria places at the base of the functioning of the algorithm, problems that are reflected on the full explanation of the rights of freedom and on the future of democracy. All the urgency of an effective regulation of Big Data and, more generally, of personal information circulating online, inspired by the constitutionally guaranteed values and directed to the protection of the individual from the improper use of information technology, is shown in the the prospect of an innovative delineation of models of active digital citizenship which are the foundation of an effective freedom of personal construction.
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Governance dei Big Data e politiche pubbliche
In: Pubblicazioni del Dipartimento di giurisprudenza, Università degli studi di Cagliari. Serie II 37
Big data e data retention: tra carenze normative e prospettive future
L'elaborato si propone di illustrare l'importanza dei "Big Data" dal punto di vista economico e i rischi legati ad un utilizzo scorretto di questi ultimi, con un focus sul caso specifico del Data Gate che ha riguardato Facebook e la società britannica di consulenza Cambridge Analytica. I dati personali e gli algoritmi che li elaborano stanno aprendo la strada ad un nuovo tipo di economia, la "Data Economy". I big data rappresentano ormai un fattore concorrenziale e funzionale allo sviluppo delle singole aziende, nonchè un vantaggio informativo-competitivo non indifferente, influenzando la produttività e creando un valore economico significativo per le stesse. Grazie ai dati personali dei consumatori, le aziende sono in grado di approfondire al meglio le esigenze dei loro clienti, di ampliare le loro conoscenze di mercato, di elaborare offerte mirate per specifici target e mettere in atto pratiche competitive. Di fatto, i big data costituiscono un valore aggiunto per le imprese, che, tramite il feedback dei loro clienti, possono migliorare i servizi e agire con operazioni più efficienti. Tuttavia, bisogna considerare come i big data nascondano anche delle insidie per gli utenti soggetti al trattamento dei dati, dal momento che permettono, non solo un match migliore tra azienda e cliente/utente, bensì anche di influenzare le scelte di quest'ultimo con una comunicazione mirata e fondata proprio sui dati raccolti.
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I big data e i rischi per la democrazia rappresentativa
Il saggio analizza il rapporto tra big data e democrazia rappresentativa
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La funzione conoscitiva delle amministrazioni pubbliche nell'era dei Big Data
Big data we mean a huge set of data in heterogeneous sources and forms, continuously fed in real time, which requires processing technologies and different management, better than traditional technologies, able to change the decision-making processes, methods production of knowledge and the cultural approach to the data value. The processing of big data gives the opportunity to those who are in possession of these particular types of data to collect an unprecedented amount of data, to gain a predictive capability on social, economic or political phenomena already in place or under development to others foreclosed and the tendency to use and continually reuse the data in such a way as to derive new information and new knowledge about reality. One can not ignore, therefore, the potential impact of these new technological and cultural possibilities inherent in the data and their management on the action and administrative organization. Govern with the Big Data means knowing produce, process and reprocess data from public sources and private owned by public administrations so as to enhance knowledge of the factual situations to which the administration must intervene, the speed and effectiveness of ' public intervention, efficiency and good management of public services. The processing of big data sets all'amministrativista the issues of no small moment: their use during the administrative action changes the traditional canons procedural investigation? Approaching the administrative decision to the optimal decision? It makes it increasingly relevant to the principle of material truth that must tend the administrative action? Govern with the Big date includes, however, the ability to govern the Big Date, ie the ability to equip public authorities the right technological infrastructure in order and to organize the internal information systems and the coordination of information between the administrations just as appropriate: ultimately to be able to organize the management of data held by public authorities. The management of big data sets, the same way, relevant legal issues: how we collect and how we retain this data? Which data quality can be achieved and what quality you have to ensure that these data? Which of these files you make reusable? The Big Date, ultimately, emphasize that it is necessary to rethink the cognitive function of government, understood in its dynamic sense (administrative action), both in its static sense (organizational): a cognitive function more and more autonomous because highly technical and difficult to place as assets only instrumental administrative action.
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TOWARDS BIG DATA METHODS AND TECHNOLOGIES FOR OFFICIAL STATISTICS
This thesis aims to demonstrate in a tangible way how mobile phone data, private vehicle tracks, and scanner data are useful for measuring complex systems. The three main areas of application concerned use of Big Data: i) for measuring the presence within a territory through Data Mining techniques, ii) to now-casting socio-economic development of a country, and iii) for measuring the dynamics of cities. First, it has been developed a tool for real-time demography demonstrating how to use mobile phone data over a wide area to achieve a new Official Statistic indicators. The study showed how Big Data, either using mobile phone data or scanner data are useful and effective for carrying out a continuous census of the population. Second, it has been proposed an analytical framework able to evaluate relations between relevant aspects of human behavior and the well-being of a territory. We found out that the diversity of human mobility is a mirror of some aspects of socio-economic development and well-being. Then, we showed how mobility features help to improve the performance of state-of-the-art methodology such as small area estimation methodologies. Finally, it has been analyzed how mobility interacts with the territory due to the movement of people. We proposed to use mobile phone data and GPS tracks for city government measuring the attractiveness of cities. Furthermore, a data analysis approach aimed to identify mobility functional areas in a completely data-driven way has been proposed. The main findings of the thesis concern the statistical and ethical evaluation of results with official sources and showed that methodologies could be applied in other contexts and with different data sources as well. We showed how the geographic information contained in the data sources is incredibly useful to observe our society with a new ``microscope''. Thanks to the opportunity provided by the varied scientific context of SoBigData, the European Research Infrastructure for Big Data and Social Mining. the Ph.D. also contributed to develop and promote responsible data science because the ethical framework is considered as part of the CRISP model, not a problem to treat apart.
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Big Data e pubblica amministrazione nell'era delle banche dati interconnesse
L'articolo si propone di indagare la natura che i dati in mano pubblica assumono nel momento in cui vengono trattati attraverso sistemi digitali e sono quindi memorizzati in banche dati accessibili attraverso strumenti informatici. L'esame si concentra dunque sulle banche dati, ed in particolare su quelle che non sono liberamente fruibili dai cittadini, ma che, viceversa, contengono dati personali relativi a questi. Premessa una panoramica sui benefici che la digitalizzazione può portare nel settore pubblico, ed in particolare di quelli che possono derivare, anche per i cittadini e per le imprese, da una maggiore interconnessione delle banche dati pubbliche, il saggio illustra gli scenari che possono emergere dall'adozione di nuovi strumenti tecnologici, a tal fine portando l'esempio di alcuni recenti interventi legislativi. L'analisi si concentra quindi su alcuni dei tratti più significativi delle discipline sulle banche dati pubbliche e, soprattutto, sulle modalità di accesso ai dati in possesso degli enti pubblici da parte di altre amministrazioni. Dall'esame della vigente normativa, l'articolo traccia infine alcune conclusioni in ordine ai limiti individuabili a tutela dei cittadini-utenti rispetto allo scambio dei dati tra amministrazioni pubbliche. ; The article deals with data held by public administrations. In particular, it investigates the nature such data acquires once it is stored in digital databases. The analysis takes into consideration the databases that are not freely accessible by the public, but those which, vice versa, contain personal data on citizens, that are now the subject to intense regulation mandating multiple administrations to interconnect their own databases with one another. After a brief overview of the main benefits that digitization can bring to the public sector, and, more broadly, citizens and businesses, the Author warns of the perils that an increased interconnection of public databases may bring about, by providing some examples of recent legislative measures. The analysis then focuses on some of the most significant rules on public databases and, above all, on the ways in which the access to information held by public bodies is regulated by other public administrations. The Author finally draws some conclusions regarding the limits that can be identified for the protection of the citizens-users, with respect to the exchange of data between public administrations.
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L'utilizzo dei social media e dei big data nella pubblica amministrazione
La diffusione capillare dei social media nella nostra società ha messo a disposizione delle amministrazioni un innovativo ed efficace strumento di comunicazione e allo stesso tempo un vastissimo quantitativo di dati da cui attingere al fine di analizzare la realtà circostante. Imparare a sfruttare nel modo più efficace queste piattaforme presenta non poche difficoltà per le amministrazioni, in relazione alle competenze professionali necessarie, alla disponibilità di mezzi, sia per quanto concerne la costante evoluzione del quadro normativo e del contesto tecnologico. Il lavoro analizza tale percorso normativo soffermandosi su quei provvedimenti che hanno guidato le amministrazioni fino allo "sbarco" sulle piattaforme social, sulle social media policy, tese a guidare gli utenti e i dipendenti verso una interazione positiva, sul delicato ambito della protezione dei dati personali nell'epoca dei big data, sulle incredibili potenzialità conoscitive e predittive ricavabili dalla big data analitycs in ambiti quali l'opinione pubblica, la sanità, la sicurezza e le smart cities, sulle difficoltà di garantire un consenso informato al trattamento dei dati sul web e sugli sforzi giurisprudenziali volti a interpretare tali dinamiche, nelle frequenti circostanze in cui le piattaforme social ci pongono di fronte a situazioni inedite.
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I Big Data e gli effetti su privacy, trasparenza e iniziativa economica
In: A 12 - Scienze giuridiche
Hanno tutti ragione?: post-verità, fake news, big data e democrazia
In: Astrolabio 24