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Blockchain Applications: Bitcoin and Beyond
During the last years a novel technology, called blockchain, has gained more and more momentum, attracting the interest of big corporations and governments alike. Despite still being in its infancy, this technology has already provided a long lived usage example through the Bitcoin cryptocurrency and more novel application proposals keep getting presented. As the success of Bitcoin proved the feasibility of cryptocurrencies to provide a new trustless value exchange paradigm, the application of blockchain technology to other fields promises to revolutionize how we manage information in general, removing the need for trusted central authorities and intermediaries by giving control back to the users. In this dissertation we present our contribution to the field. Such contribution is twofold and can be separated in two conceptually distinct lines of work. First, we focused our attention on the Bitcoin cryptocurrency, and in particular on its users graph, where nodes represent users taking part in the system and edges correspond to transactions between them. We conducted a vast set of analysis on the data contained in the Bitcoin blockchain finding peculiar behaviours in the corresponding network and observing special sets of transactions. We gained useful insights on both the macroscopic state of the system and particular users use cases. Not only the gathered information is interesting by itself, but it is also useful in assessing the real users privacy provided by the Bitcoin protocol. The second main line of work presented in this dissertation concerns the novel applications of blockchain technology in fields other than cryptocurrencies. We present our own novel contribution of integrating blockchain with Access Control systems. We present different levels of possible integration, showing the gained advantages and drawbacks for each one, always relying on real proof of concept implementations of our proposals. This allows us to evaluate what true benefits the properties provided by blockchain technology can bring to traditionally centralised systems.
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Bitcoin nell'ordinamento italiano: una proposta di inquadramento giuridico
In: https://morethesis.unimore.it/theses/available/etd-06192018-104647/
In meno di un decennio bitcoin è passato dall' essere una valuta virtuale per criptoanarchici e fanatici delle innovazioni tecnologiche a protagonista del dibattito pubblico, divenendo oggetto delle preoccupazioni dei regolatori di molti paesi e dei dubbi di non pochi accademici. La capitalizzazione complessiva del mercato delle criptovalute ha raggiunto livelli inimmaginabili, si moltiplicano gli studi sulle possibili applicazioni della tecnologia sottostante, la blockchain, così come le interazioni fra bitcoin e l'economia reale. Regolatori e interpreti sottolineano che alla radicale innovazione apportata da Bitcoin al sistema degli scambi e degli investimenti di natura finanziaria corrisponda l'assenza di un quadro giuridico certo: ciò incide sulla possibilità di tutelare adeguatamente i risparmi dei cittadini e l'ordinato svolgimento degli scambi economici. Non si può tuttavia abdicare al tentativo di individuare una disciplina applicabile a bitcoin e alle relative attività, anzi, a ben vedere, l'ordinamento nazionale ed europeo presentano categorie, istituti e soluzioni idonei ad accogliere bitcoin e i servizi sorti in funzione dell'utilizzo, della conversione e dello scambio di esso. Attraverso una meticolosa analisi di fonti legislative, giurisprudenziali, dottrinali e dei pareri delle autorità indipendenti si è giunti a qualificare bitcoin come moneta alternativa, priva di corso legale, la cui accettazione ha basi puramente contrattuali, laddove prevalga il suo utilizzo come mezzo di pagamento convenzionale; laddove invece sia preponderante la natura di investimento finanziario, bitcoin e' da considerarsi un prodotto finanziario. Le posizioni assunte trovano conferma nella sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea di Ottobre 2015 (n. 264 del 2014), in quella più recente del Tribunale di Verona (n. 195 del 2017), nelle nuove norme in materia di contrasto al riciclaggio e al finanziamento al terrorismo (Dlgs. n. 231 del 2007) e in quelle dedicate ai cambiavalute (Dlgs. n. 41 del 2010), nonché in una serie di delibere della Consob. Il contributo originale che questa tesi intende fornire al dibattito su bitcoin ha ad oggetto due profili: da un lato, se sia ipotizzabile nelle attività svolte dai prestatori di servizi relativi alle criptovalute un esercizio abusivo di intermediazione finanziaria; dall'altro, la possibilità di sottoporre queste ultime ad una forma di intervento da parte delle autorità di vigilanza, qualora rappresentino una minaccia per gli investitori e per l'integrità del mercato finanziario. Inoltre, l'indagine sull'inquadramento giuridico di bitcoin – particolarmente difficoltosa per il suo carattere multidisciplinare – è l'occasione per riflettere sulla funzione svolta dalla categoria "prodotto finanziario" nel nostro ordinamento e su modelli di tutela che sono stati recentemente messi in discussione, come quello della vigilanza sugli intermediari finanziari. Il fenomeno delle criptovalute è l'emblema del cambiamento che la financial technology impone ai regolatori: è necessario abbandonare categorie asfittiche e l'approccio "casistico" tipico del legislatore europeo, a favore di soluzioni normative che consentano un più efficace e libero dialogo fra la norma e una realtà economica che muta sempre più rapidamente.
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BITCOIN E ALTRE CRIPTOVALUTE Opportunità o strumenti speculativi?
Il presente elaborato esporrà le peculiarità del Bitcoin e delle altre criptovalute che, dal ristretto ambito delle comunità virtuali in cui si erano diffuse, hanno iniziato ad espandersi e ad affermarsi sempre più ampiamente anche nel mondo reale, fino a diventare un fenomeno economico, sociale e politico di carattere globale. Bitcoin è una moneta virtuale ideata da un personaggio sconosciuto nel 2009, ispirata sui principi della crittografia. La particolarità è data dalla natura completamente decentralizzata, che permette al Bitcoin di funzionare senza la necessità di una banca centrale grazie alla tecnologia sottostante, la Blockchain. Il presente lavoro si pone l'obbiettivo di delineare gli aspetti nevralgici concernenti soprattutto il Bitcoin, perché rappresenta la criptovaluta più diffusa e con una maggior capitalizzazione di mercato, ma allo stesso tempo di segnalare alcune distinzioni e questioni interessanti, sotto vari profili, che attengono alle altre criptovalute create dopo il successo di Bitcoin. Il primo capitolo andrà ad analizzare le caratteristiche più rilevanti delle monete virtuali dal punto di vista operativo e tecnologico, cercando di chiarire le logiche alla base del funzionamento delle stesse. Nella seconda parte del lavoro si esporranno le problematiche di tipo giuridico-fiscale, allo scopo di definire il framework regolamentare nazionale ed internazionale nel quale le criptovalute si collocano, sebbene risulti in continua evoluzione. Verranno fatte alcune ipotesi in merito alla natura giuridica di tali strumenti, sulla base degli istituti giuridici tradizionali del nostro ordinamento, ed esposti gli interventi più significativi da parte dei regulators e delle Autorità di vigilanza. Il terzo capitolo, dopo aver esposto alcune debolezze intrinseche del sistema Bitcoin che sollevano dei dubbi riguardo alla possibilità che esso possa considerarsi alla pari della moneta tradizionale, analizza le potenzialità e alcune applicazioni della tecnologia Blockchain, ritenuta da molti il reale valore delle criptovalute che sarà in grado di rivoluzionare il mondo delle transazioni e il modello di business di molte aziende appartenenti a diversi settori, anche non strettamente legati al mondo della finanza. L'ultimo capitolo è dedicato ad una ricerca empirica condotta al fine di esaminare, in un dato orizzonte temporale, la volatilità delle monete virtuali e il loro grado di correlazione rispetto alle altre principali attività finanziarie quotate in borsa.
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Il trattamento tributario dei bitcoin tra obblighi antiriciclaggio e monitoraggio fiscale
Il fenomeno consistente nella realizzazione di transazioni mediante l'utilizzo di valute virtuali rappresenti, ad oggi, una realtà in costante crescita, suscettibile di generare conseguenze certamente positive ma, al contempo, caratterizzata da una intrinseca "pericolosità" che, in assenza di una specifica regolamentazione, può essere sfruttata per il perseguimento di finalità illecite. Sebbene siano stati adottati alcuni accorgimenti, sia a livello europeo, sia a livello nazionale, grazie soprattutto al recepimento della IV Direttiva Antiriciclaggio, sarebbe quanto mai opportuno che, allo stato attuale, il legislatore provvedesse ad una sistemazione organica del fenomeno anche, e soprattutto, sotto il profilo fiscale. Difatti, sebbene risulti senz'altro pregevole l'attività interpretativa svolta dall'Amministrazione finanziaria in occasione delle numerose istanze di interpello che, negli ultimi anni, sono state sottoposte al sue esame, tuttavia si ritiene che le conclusioni da essa raggiunte, in merito ad alcuni particolari aspetti, peraltro di estrema rilevanza, non possano essere condivise. La (presunta) equiparazione, fortemente sostenuta dall'Amministrazione, fra criptovalute e valute estere, per la verità, sembra priva di reale fondamento. Sarebbe opportuno che fosse realizzato un intervento legislativo in tal senso, attraverso l'introduzione di una norma "di interpretazione autentica" al fine di fugare definitivamente tutte le incertezze che, allo stato attuale, continuano a caratterizzare il fenomeno.
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Nuove traiettorie del denaro: Per una sociologia delle pratiche monetarie
In: Strutture e culture sociali - Open Access
After theoretically framing the subject of money, starting from the Philosophy of Money by Georg Simmel and the most recent contributions about sociology of money, the volume proposes a framework of study based on practice theory, with the aim of answering two questions of deep sociological and methodological interest: what money really is and how it is studied.
LE RIMESSE dei MIGRANTI IL LORO VALORE ECONOMICO-SOCIALE SIA PER IL PAESE OSPITANTE CHE PER IL PAESE DI ORIGINE. Tecniche e modi per trasferire il denaro dei migranti. Alcune comunita di migranti residenti in provincia di Pisa, analisi e dati statistici sulle loro rimesse. L?evoluzione e l?interesse...
Riassunto LE RIMESSE dei MIGRANTI IL LORO VALORE ECONOMICO-SOCIALE SIA PER IL PAESE OSPITANTE CHE PER IL PAESE DI ORIGINE. Per diversi anni gli studiosi hanno dibattuto sul ruolo delle rimesse dei migranti verso il loro paese di origine in un'ottica di co-sviluppo: dopo essere giunti alla conclusione condivisa che questi flussi di denaro svolgono un ruolo molto importante nell'economia del proprio paese, nonostante alcuni rischi legati all'aumento dei consumi e delle importazioni, l'attenzione si è concentrata su come le rimesse dei migranti possano essere al meglio valorizzate. Se le rimesse da flussi vengono convertite in risparmio, o comunque capitale vincolato, possono generare maggiori effetti positivi, ad esempio trasformandosi in fondi per l'erogazione di nuovi microcrediti o di servizi aggiuntivi per le istituzioni di microfinanza (IMF) diminuendo così la dipendenza dai sussidi e dalle donazioni. Esse giocano un ruolo fondamentale nelle economie dei paesi in via di sviluppo, esportatori di manodopera. Questo sia a livello micro, essendo le famiglie dei migranti le beneficiarie dirette le quali utilizzano le rimesse per consumi quotidiani, sia a livello macroeconomico, in quanto le rimesse costituiscono una delle principali voci della bilancia dei pagamenti di molti paesi d'origine. Questi flussi sono solo secondi agli investimenti diretti esteri e superano gli aiuti ufficiali allo sviluppo rivolti a questi paesi. L'immigrazione è uno degli argomenti di cui oggi in Italia si parla di più a livelli molto diversi. E' un tema centrale del dibattito politico, un argomento della conversazione quotidiana tra le persone, un tema presente negli approfondimenti dei mass media. Spesso questo interesse non è supportato da adeguati elementi conoscitivi o margini di approfondimento e si risolve in uno scontro di luoghi comuni e pregiudizi di volta in volta positivi o negativi. Tuttavia, anche quando risulta supportato da un'adeguata preparazione preliminare, il dibattito rischia di risolversi in una contrapposizione tra posizioni apparentemente inconciliabili. Da una parte la posizione che potremmo definire filo-migratoria e dall'altra parte quella anti-migratoria. Ogni posizione si consolida nelle proprie convinzioni con argomenti che paiono incontrovertibili ai sostenitori e tali da poter affermare con la massima convinzione che la propria opinione è l'unica sensata, convincente e soprattutto "realistica". Viceversa si accusa chi sostiene l'opinione contraria di essere vittima di pericolose e insensate "paure", o seguace di "utopie" altrettanto perniciose e prive di legami con la realtà. Anche un'analisi superficiale mostra che a quasi tutte queste posizioni può essere riconosciuto un certo contenuto di credibilità. Forse si può perfino ipotizzare che per ognuna di esse sussistano più o meno adeguati argomenti di difesa teorica. Tuttavia nessuna può essere ragionevolmente considerata l'unica incontrovertibile e dimostrabile verità rispetto all'argomento trattato. Certamente alla base di numerose affermazioni dei sostenitori di entrambe le posizioni pare sussistere una profonda e a volte inconscia convinzione nell'una o nell'altra delle due affermazioni: • Le migrazioni sono un bene • Le migrazioni sono un male. Basandosi su enunciati valutativi di valore soggettivo, le due posizioni sono destinate a scontrarsi in eterno, producendo vasti apparati giustificativi, proposte pratiche e modelli di intervento, che si contrappongono quasi specularmente. Piuttosto si è provato a limitare l'indagine ad un argomento intorno al quale si potessero esprimere posizioni teoriche, realizzare ricerche empiriche a supporto, e impostare un confronto su basi oggettive. La scelta di adottare questa impostazione di lavoro ha lo scopo di uscire dal dualismo che vede le migrazioni come un "male" o come un "bene", per inquadrare il problema dell'utilità dell'immigrazione in termini economici per i paesi di destinazione e in particolare per l'Italia. Per analizzare le determinanti dei flussi di rimesse è necessario tenere a mente che esse sono il frutto di un processo importante quale quello migratorio da parte di alcuni individui che decidono di lasciare il proprio ambiente, in questo caso, il proprio Paese alla ricerca di un lavoro. A differenza delle teorie sviluppate alcuni decenni fa, nelle quali l'emigrazione così come lo sviluppo non venivano posti in relazione tra di essi e in particolare con le rimesse, negli ultimi decenni gran parte degli sforzi dei ricercatori vanno proprio verso questa direzione. Inoltre, le nuove teorie intendono fare luce anche sulla capacità dell'emigrazione e quindi delle rimesse di agire sulla disuguaglianza, sul mercato del lavoro e sulla stessa stratificazione sociale dell'area di origine. Sul tema specifico, va ricordato che, dal 2004, grazie alle direttive della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale, si è sviluppato un'attività di ricerca, di raccolta dati e di statistiche sullo specifico argomento delle Rimesse. Infatti si è capito quanta importanza hanno le rimesse degli emigranti sia dal punto di vista economico che sociale. Purtroppo anche il malaffare si è interessato a questi flussi, insinuandosi in questo ambito e sviluppando un sistema parallelo per finanziare: armi, droghe ed altro. Questo mio lavoro è suddiviso in cinque parti ed una conclusione: •la prima parte con l' "introduzione ed i cenni storici", introduce l'argomento sia delle rimesse che del loro valore; •la seconda parte analizza la funzione delle rimesse e cerca di dare una connotazione sulle tipologie delle stesse e spiegando ciò che al momento esiste sul mercato; •nella terza parte affronto le varie tipologie dei canali formali ed informali; •nella quarta parte prendo in considerazione tre tipologie di migranti e cioè le comunità più significative della provincia di Pisa (albanesi, senegalesi e ucraini), fornendo una scheda dei paesi di origine, loro economia e statistiche varie •nella quinta parte affronto i dati complessivi delle rimesse in Italia, la bancarizzazione degli stranieri residenti, i costi per il trasferimento delle rimesse. Inoltre presento sia le banche che offrono prodotti bancari agli stranieri e le tre società multinazionali di trasferimento del denaro. In questa parte dedico un capitolo al nuovo fenomeno dei BITCOIN nuovo strumento monetario e finanziario che rivoluzionerà il sistema e il futuro della "moneta". Affronto inoltre la tematica delle politiche di alcune nazioni per favorire le rimesse "formali", la formazione del risparmio e delle istituzioni bancarie locali che possono indirizzare "le rimesse" verso investimenti produttivi. •In ultimo le conclusioni. In questa ricerca ho trovato molta difficoltà nel reperire dati statistici omogenei e riferiti ad un determinato periodo temporale o anno. Pertanto ho presentato i vari capitoli ed argomenti con riferimento a dati statistici i più recenti possibili che vanno anche dal 2005 ai dati del 2016. Giugno 2017 Umberto Mugnaini
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