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Il movimento Black Lives Matter
The chapter starts with an analysis of unconventional forms of political participation and illustrates the case of the Black Live Matter movement, with a specific focus on the movement in Italy and Sicily and the contribution of second-generation youth.
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Black power: Potere negro. Analisi e testimonianze
In: Biblioteca di cultura moderna 639
Genealogia del radicalismo nero: il pensiero politico dell'abolizionismo nero ; Genealogy of Black Radicalism: the Political Thought of Black Abolitionism
La ricerca ricostruisce in chiave genealogica i fondamenti teorici e concettuali della cosiddetta tradizione radicale nera del XX secolo, qui interpretata come una critica della modernità, attraverso l'analisi del pensiero politico dell'abolizionismo nero. Più precisamente, è ricostruito dal punto di vista della storia dei concetti politici moderni il pensiero politico prodotto dai principali esponenti delle lotte contro la schiavitù condotte nello spazio transnazionale dell'Atlantico tra la seconda metà del XVIII e la prima metà del XIX secolo. L'abolizionismo nero è letto come un pensiero politico articolato secondo una costante appropriazione sovversiva del lessico e dei concetti politici moderni. Si mostra che la critica nera agisce secondo due linee costanti: lo 'sdoppiamento' dei concetti politici (cioè un movimento di appropriazione e trasformazione) e la sovversione degli assetti spaziali della modernità (cioè la rottura della distinzione tra Stato e colonia). Gli elementi di maggiore originalità del lavoro sono individuabili tanto sul piano contenutistico quanto su quello metodologico. Anzitutto, si tratta del primo studio dell'abolizionismo nero visto da una prospettiva atlantica e di storia concettuale. Il lavoro analizza inoltre diverse tipologie di fonti (petizioni, autobiografie, proclami militari, regolamenti amministrativi, discorsi, romanzi e slave songs) solitamente marginali nella Storia delle dottrine politiche. La tesi è strutturata il quattro capitoli. Nel primo capitolo è presentata un'analisi per temi e concetti del radicalismo nero novecentesco. I tre capitoli successivi sono invece dedicati all'abolizionismo nero e sono strutturati secondo una scansione cronologica volta a individuare tre momenti di discontinuità. Il secondo capitolo discute l'emergere della critica nera durante la rivoluzione americana e all'interno del movimento antischiavista britannico. Il terzo capitolo è invece dedicato alla Rivoluzione di Haiti, interpretata come cesura fondamentale nella storia dell'abolizionismo nero. Il quarto capitolo analizza infine il movimento abolizionista afroamericano. ; The dissertation provides a genealogy of the theoretical and conceptual foundations of the black radical tradition through a reconstruction of the political discourse and practices of the main black abolitionists of the Atlantic World from the so-called Age of Revolutions to the end of the American Civil War. In particular, the black radical tradition is conceived as a peculiar critique of modernity. Indeed, black critique highlights the constitutive duplicity of modernity (i.e. European and colonial) and produces both a 'provincialization' and a transformation of the basic concepts of modern political thought (such as freedom, equality, democracy, nation). In this way, the research shows that black abolitionism is a political thought characterized by two elements: the subversion of modern spatiality and the "doubling" of political concepts. On the one hand, black abolitionism overturns the conceptual distinction between the State, as the space of order, and the colony, as an irrational and uncivilized place. In other words, it shows that slavery, colonialism, and racism are not peripheral moments of modernity but instead one of its foundations. On the other hand, black abolitionists used different political lexicons to communicate a struggle for self-liberation which had its own conceptual originality. The dissertation is structured in four chapters. The first provides a definition of the theoretical foundations of black radicalism in the XX Century, and is focused on some of its main figures. The other chapters provide a reconstruction of the political thought of black abolitionism, defined by three moments of discontinuity. The second chapter is dedicated to the black abolitionists within the American Revolution and the British abolitionist movement. The third chapter is on the Haitian Revolution, conceived as the fundamental turning point in the history of black abolitionism and its critique of modernity. The last chapter is on the African American abolitionist movement.
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L'anarchismo post-classico, il Black Bloc e i nuovi movimenti
La locuzione «anarchismo post-classico» è entrata nell'uso storiografico negli ultimi due/tre decenni. Non sembra aver sinora acquisito un ruolo di primo piano nella discussione sulla natura e i percorsi del pensiero libertario, ma certamente non si tratta di una semplice etichetta cronoligica. A mio parere non si limita a indicare semplicemente l'epoca successiva al «classico», il quale andrebbe, grosso modo, dalla Prima Internazionale alla Guerra di Spagna; ma costituisce un segnale di discontinuità teorica, intellettuale e culturale di enorme rilevanza, che ci permette di cogliere e disegnare una serie di linee di sviluppo, di momenti di snodo e rottura, che spiegano e illustrano le differenze di fondo tra l'esperienza anarchica compresa nel periodo classico e quella che si dipana dagli anni Quaranta del secolo scorso giungendo, più o meno linearmente, sino all'oggi. Se si ritiene giustificato un approccio siffatto, le vicende degli ultimi lustri entro il movimento antiglobalizzazione a pertire dal fenomeno Black Block alla fine degli anni Novanta sino al più recente Occupy Wall Street – potrebbero essere interpretate non tanto come sorta di un ritorno al «classico», organizzato intorno al recupero di opzioni insurrezionaliste, rivoluzionarie, movimentiste e «politiche», quanto come espressione inedita dell'atteggiamento e dello stesso ethos del post-classico. ; The phrase "post-classical anarchism" has entered historiographical use in the last two/three decades. It does not seem to have so far acquired a leading role in the discussion of the nature and paths of libertarian thought, but it is certainly not a simple chronological label. In my opinion, it does not simply indicate the period following the "classical" period, which goes, roughly speaking, from the First International to the Spanish War; but it is a sign of theoretical, intellectual and cultural discontinuity of enormous importance, which allows us to grasp and draw a series of lines of development, of moments of juncture and rupture, which explain and illustrate the basic differences between the anarchist experience included in the classical period and that which unravels from the 1940s to the present day, more or less linearly. If such an approach is considered justified, the events of the last decades within the anti-globalization movement to pertire from the Black Block phenomenon in the late nineties to the more recent Occupy Wall Street - could be interpreted not only as a kind of return to the "classic", organized around the recovery of insurrectionalist, revolutionary, movementist and "political" options, but also as a new expression of post-classical ethos and attitudes.
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L'anarchismo americano nel Novecento: da Emma Goldman ai Black Bloc
In: Temi di storia 235
Redemption: slave code, black code e Jim Crow law
In: Storia del diritto e delle istituzioni
In: Materiali 2
In: Scienze giuridiche 246