Studime sociale: reviste͏̈ e Institutit te͏̈ Sociologjise͏̈= = Social studies : international journal (English & Albanian)
ISSN: 2309-3455
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ISSN: 2309-3455
The essay is part of a research contained in the volume Lessico degli italianismi nella lingua Albanese, in press, which updates the works in this field through a systematic scrutiny of bilingual dictionaries by both Albanian authors, from Bardhi (1635) to Bashkimi (1908), and Italian authors, from Da Lecce (1702) to Cordignano (1938). The research has also taken into account monolingual dictionaries from 1954 up to the most recent ones, both normative and non normative ones (2006), in order to trace the presence of new Italianisms introduced since the democratic turn. It is important to notice that italianizëm starts being recorded in 2002. Etymological studies by Miklosich (1871) and E. Çabej (1974-2006), besides Meyer's etymological dictionary (1891), have also been referred to. The present research makes use of literary works, the first translations, some contemporary novels and newspapers in order to witness the vitality of the new entries. The research also includes specific vocabulary traced in terminological dictionaries in the field of music, mechanics, church, law, economy and cookery: altogether words which, although not fully accepted in normative dictionaries, are now part of the language use.
BASE
Il presente lavoro prende in esame gli Italianismi nella lingua albanese. Le note introduttive al volume presentano un breve profilo linguistico dell'albanese, i momenti salienti della lessicografia albanese, con particolare riferimento ai dizionari bilingui che vedono l'italiano come lingua a confronto, e una rapida esposizione delle ricerche etimologiche nel campo dell'albanese, soffermandosi principalmente sugli studi sugli italianismi. Lo studio si pone l'obiettivo di aggiornare l'apporto lessicale italiano nella lingua albanese. Per questa ragione, il presente lavoro, impostato su un piano diacronico e sincronico, prende in rassegna studi principalmente etimologici, dizionari etimologici, vocabolari bilingui e monolingui, ufficiali normativi) e d'autore (non normativi), dizionari terminologici (musicali, meccanici, ecclesiastici, giuridici, economici, letterari, fisiologici, ecc.) e studi sulla terminologia della comunicazione, della stampa e della radiotelevisione, della cinematografia e della fotografia, dell'arte militare, ecc. Si fa ricorso al mezzo televisivo per lemmi usati comunemente ma non registrati nei dizionari. I riferimenti, pur circoscritti, ai quotidiani, testimoniano la vitalità dei lemmi rintracciati. La conoscenza diretta della lingua ha portato all'inserimento di voci che non hanno riferimenti bibliografici. Non mancano citazioni d'autore per dimostrare che le attestazioni nei dizionari non coincidono con la prima attestazione del lemma. Si attua il principio della concordanza fonologica, morfologica e semantica e si cerca di dare un panorama, pur sommario, delle dinamiche lessicali, rilevando la differenza tra lemma accolto e lemma vitale, poiché gli italianismi fanno stabilmente parte della contemporanea realtà linguistica albanese.
BASE
Il presente studio prende in esame il Dittionario italiano-albanese del frate francescano Francesco Maria Da Lecce (1702). Egli è il primo cultore di lingua albanese che inaugura la stagione dei dizionari bilingui di autori italiani. Con diligenza l'Autore registra il patrimonio lessicale albanese della fine del XVII sec. La sua opera diventa un prezioso documento linguistico che, in un contesto culturale di tarde e non copiose attestazioni scritte, assume un rilievo particolare per la storia della lingua albanese. In tal senso, egli è il prosecutore della tradizione, è l'anello congiuntivo con la linguistica e la lessicografia ottocentesche. L'indagine si sofferma particolarmente sui prestiti lessicali italiani nel seicento albanese. La valutazione degli italianismi del Da Lecce porta necessariamente alla individuazione di due tipologie di voci: la prima, riguarda i lemmi già attestati nei testi antichi (Buzuku, Budi, Bardhi e Bogdani); la seconda, le voci che risultano ad oggi attestate per la prima volta proprio nel dizionario del Da Lecce. Rintracciarle nel dizionario rappresenta una novità, poiché esso è rimasto inedito fino al 2009 (non è stato possibile agli albanologi consultarlo per i loro studi pubblicati nel XIX e XX secolo). Di tutte le occorrenze riportate si ripercorre la storia, segnalando la prima attestazione e accezione, e si rintracciano puntualmente gli interventi del Da Lecce. Rispetto ai recenti studi sugli italianismi nella lingua albanese, il presente saggio segnala nuovi apporti di àmbito botanico, storico, geologico, religioso, gastronomico, militare e inoltre nomi di oggetti e di professioni e uffici. Le considerazioni finali riguardano la vitalità degli italianismi rintracciati nel dizionario.
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We live in an era where the university system is undergoing great changes owing to developments in financing policies and research priorities, as well as changes in the society in which this system is embedded. This change toward a more market-oriented university, which also has immediate effects in academic peripheries such as the Balkans, the Middle East, or South-East Asia, is of great influence for the pedagogical practice of "less profitable" academic areas such as the Humanities: philosophy, languages, sociology, anthropology, history. Because of the absence of a historically grounded establishment of the Humanities, academic peripheries, usually accompanied by a weak civil society infrastructure, seem to offer the most fertile ground for rethinking the Humanities, their pedagogical practice, and their politics, as well as the greatest threats, such as the ongoing capitalization of research, and profitability as the norm of educational achievement. The sprawling presence of for-profit universities and in academic peripheries such as Albania and Kosovo is indicative of this problematic, as are consistent underfunding of universities and the relentless budget cuts in American and English, and to a lesser extent European, universities. Motivations for this ongoing attack on the university are often driven by a political system or a politics with an aggressive stance to critical thought.