Dottorato di ricerca in Ecologia Forestale ; Negli ultimi anni si sono sviluppate nuove linee di ricerca applicate al settore agro-forestale, finalizzate allo sviluppo delle migliori tecniche e alla selezione e al miglioramento genetico di materiale vegetale per la produzione delle biomasse ligno-cellulosiche. Questi studi sperimentali sono stati favoriti dalle necessità politiche generate dall'eccessivo consumo energetico dei Paesi industrializzati ed emergenti soggetti ad un intenso sviluppo economico ed al contemporaneo aumento dei costi delle fonti energetiche fossili. La scarsità di queste fonti, ed il loro implicito aumento di prezzo, sono la conseguenza della connaturata esauribilità di questi beni nel lungo periodo, della crescita significativa della domanda globale non supportata da un aumento di produzione nel breve e medio periodo, e delle continue tensioni politico-militari che si hanno in molti Stati produttori. Per la produzione delle biomasse in campo agro-forestale, le piantagioni forestali a turno breve(Short Rotation Forestry) potranno avere un ruolo significativo soltanto se le difficoltà, di natura tecnica ed economica, oggi riscontrabili in questo particolare settore dell'agricoltura, saranno affrontate e risolte. In Italia, le specie considerate utili per queste produzioni sono quelle a rapido accrescimento dei generi Eucaliptus L., Populus L. e Salix L. Nei terreni considerati marginali si ipotizza l'impiego di Robinia pseudoacacia L. Per quanto riguarda il genere Populus, gli obiettivi dell'attività di selezione e miglioramento genetico puntano ad ottenere un'elevata produzione, un rapido accrescimento e una maggiore tolleranza alle avversità biotiche ed abiotiche. Presso il Dipartimento di Scienze dell'Ambiente Forestale e delle sue Risorse (DiSAFRi) dell'Università della Tuscia, negli ultimi anni sono state realizzate collezioni di germoplasma di Populus, in particolare di Populus alba L. e Populus nigra L. Il materiale genetico raccolto è stato sviluppato all'interno dell'Azienda Agraria dell'Università della Tuscia, le cui progenie hanno costituito famiglie di fratellastri (half sib). I singoli genotipi sono stati identificati per mezzo di un codice, il quale rende possibile l'identificazione della famiglia e della popolazione di appartenenza. Oltre alla conservazione ex situ, queste famiglie half sib risultano essere un'ottima base di partenza per studi di genetica delle popolazioni e di genetica quantitativa. I caratteri quantitativi, alla base della produzione delle biomasse ligno-cellulosiche, possono essere compresi attraverso lo studio delle progenie di prima generazione generate da genotipi di pioppo appartenenti alla medesima specie o a specie differenti. Conseguentemente, è stato generato un pedigree che racchiudesse la più ampia variabilità genetica della specie, utilizzando dei parentali provenienti da ambienti e latitudini molto diverse. Il pedigree di pioppo bianco, denominato POP4 (142 genotipi), studiato in quest'attività di ricerca, è stato ottenuto dall'incrocio dei parentali "14P11" e "6K3", che fanno parte di popolamenti naturali ben distinti. Il "14P11" è il parentale femminile (♀), ed appartiene alla famiglia derivante dalla pianta madre 14P, originaria dell'Italia meridionale (Policoro, MT). Il "6K3" (♂), che appartiene alla famiglia 6K, è originario dell'Italia settentrionale (Carcare, SV). Nell'ambito del progetto di ricerca europeo, denominato POPYOMICS, tramite lo studio di questa progenie si tenta di valutare e comprendere l'importanza di alcuni caratteri quantitativi coinvolti nella produzione delle biomasse ligno-cellulosiche nella specie autoctona di P. alba. Quest'attività di ricerca si integra con studi di biologia molecolare necessari all'individuazione dei marcatori genetici coinvolti nell'espressione dei caratteri, utilizzando un'analisi QTL (Quantitative Trait Loci) finalizzata al miglioramento genetico e allo sviluppo della selezione assistita da marcatori molecolari (MAS). La sperimentazione è stata condotta in tre siti situati in Inghilterra, Francia ed Italia. Gli impianti sono stati realizzati e gestiti con gli stessi criteri tecnici. I caratteri valutati nella sperimentazione possono essere distinti in caratteri legati all'accrescimento e alla produzione, circonferenza, altezza, indice di volume, produzione di biomassa epigea, in caratteri legati alla morfologia della foglia, area fogliare e lunghezza del picciolo, ed in caratteri che descrivono la ramificazione delle piante, numero dei rami sillettici ed indice dei rami. Per raggiungere gli obiettivi preposti, la sperimentazione è stata condotta secondo un piano generale di lavoro ben definito. Tale piano è suddivisibile secondo queste fasi: 1. Collezione dei dati; 2. Correzione dei dati (individuazione degli outliers, trasformazione dei dati, aggiustamento spaziale dei dati); 3. Analisi dei dati intrasito (medie genotipiche aggiustate, ereditabilità individuale e genotipica, correlazione fra caratteri, eterosi); 4. Analisi dei dati intersito (componenti della varianza, correlazione fra siti per singoli caratteri). ; In the last years new lines of search have been developed applied to the sour-forest field, finalized to the development of the best techniques and to the selection and the genetic improvement of material vegetable for the production of the biomass. These studies experience them have been favourite from the political necessities generated from the excessive energetic consumption of the Countries industrialize to you and emerged subject to an intense economic development and the contemporary increase of the costs of the fossil energetic sources. The sparsity of these sources, and their implicit increase of price, are the consequence of the inborn sparsity of these assets in along period, of the meaningful increase of the not supported total question from a production increase in the long and medium term, and of the continuous political-military tensions that have in many States producers. For the production of the biomass in sour-forest field, the forest plantations to short turn (Short Rotation Forestry) will only be able to have a meaningful role if the difficulties, of technical and economic nature, today found in this particular field of agriculture, will be faced and resolved. In Italy, the species considered useful for these productions is those to express increase of the kinds Eucaliptus L., Populus L. and Salix L. In lands it considers marginal assumes the employment you of Robinia pseudoacacia L. As far as the Populus genus of trees, it objects it you of the selection activity and genetic improvement heads to obtain a high production, an express increase and one greater tolerance to the stress. Near the Department of Forest Resources and Environment (DiSAFRi) of the University of the Tuscia, in the last years have been realized collections of germplasm of Populus, in particular of Populus alba L. and Populus nigra L. The collected genetic material has been developed to the inside of the Agrarian Company of the University of the Tuscia, whose progeny have constituted families of stepbrothers (half sib). The single genotypes have been identifying to you for means of a code, which it renders the identification of the family and the population of belongings possible. Beyond to the former conservation ex-situ, these families half sib turn out to be an optimal line of departure for studies of genetics of the populations and quantitative genetics. The quantitative characters you, to the base of the production of the biomass, can be comprised through the study of the progeny first generation generated from genotypes of poplar pertaining to the same different species or species. Consequently, it has been generated pedigree that the widest genetic variability of the species enclosed, using of the coming from ancestral celebrations from atmospheres and various latitudes much. The pedigree of poplar white man, called POP4 (142 genotypes), studied in this activity of search, have been obtained from the crossing of the ancestral celebrations "14P11" and "6K3", that they make part of natural populations very distinguished. "14P11" it is the feminine parent (♀), and belongs to the family deriving from the plant mother 14P, original of southern Italy (Policoro, MT). "6K3" (♂), that it belongs to the family 6K, it is original of northern Italy (Carcare, SV). In the within of the European plan of search, called POPYOMICS, through the study of this progeny it is tried to estimate and to comprise the importance of some quantitative characters been involved you in the production of the biomass in the native species of P. alba. This activity of integral search with studies of necessary molecular Biology to the location of the genetic markers been involved in the expression of the characters, using an analysis QTL (Quantitative Trait Loci) finalized to the genetic improvement and the development of the selection assisted from molecular markers (MAS). The experimentation has been lead in three situated ones situates to you in England, France and Italy. The systems have been realize to you and managed with the same technical criteria. The characters estimated in the experimentation can be distinguished in characters legacies to the increase and the production, circumference, height, index of volume, production of biomass, in characters legacies to the morphology of the leaf, leaf area and length of the petiole, and in characters who describe the ramification of the plants, number of branches sylleptic and index of branches. In order to catch up he objects it to you places, the experimentation has been second lead a general plan of job very defined. Such slowly he is subdivided second this makes yourself: 1. Collection of the data; 2. Correction of the data (location of the outliers, transformation of the data, adjustment spaces them of the data); 3. Analyses of the data intra-site (medium fixed genotypic, hereditability characterize them and genotypic, correlation between characters, heterosis); 4. Analysis of the data inter-site (components of the variance, correlation between situated for single characters).
The Humbul Humanities Hub was launched in November 1999 as one of the five subject gateways forming part of the Resource Discovery Network's information system, the national British network funded by the Joint Information System Committee with additional support from the Arts and Humanities Research Board and the Economic and Social Research Council. Contrasting the alarming spread of the "invisible Web", the RDN, led by the University of Bath (UKOLN) and King's College in London, aims to provide the British teaching and learning community both with an efficient access to high-quality and cross-searchable subject-selected resources and with a series of value-added free tools such as online tutorials and alerting services, making the user feel part of a living virtual community, tailored to his needs. The relationship between the main network, the RDN, and the inner subject-dedicated gateways, the so-called "hubs", relies on a new strategic interplay of mutual, structural and functional, self-mirrorings that exploit the interlinking nature of the Web and inside which the traditional concept of subject gateway is transformed into something more flexible and malleable, easily adaptable both to envelop something external and vaster and to respond to specific, even individual needs. The idea of the hub model is to create inside the broad network a cluster of subject-cut portals, each conceived as a dynamic, self-planned and self-maintained centre of gravity within its own area. This relationship between the parts and whole is developed through a seemingly paradoxical harmony of centralization and decentralization in an interplay of centripetal and centrifugal forces, inventing a new way of connecting resources in a structured yet flexible data Web, never accessible one way only but, rather, always open to a strictly user-conditioned reading, from the general to the specific or viceversa, depending on the user's needs. Imitating the matrix of the main information network, The Humbul Humanities Hub, which originated as a collaboration project between the Oxford University Computing Services and the Oxford Library Services, hosts both a selected collection of Web resources and a collection of value-added subject-orientated news, tools and broker services. Currently Humbul's database can be searched either by keyword through a simple input box or browsing through subject-selected and then type-selected, period-selected or audience-selected areas. Records are catalogued according to the Dublin Core metadata description scheme and following a precise collection development policy which highlights Humbul's overall target to provide access to a selected database of Web resources broad enough to meet the needs of the Web community as a whole but specifically tailored to meet the information demand of a particular audience such as the British teaching and learning community. Never loosing sight of its aim to build a highly-qualified centre of gravity for online information in a defined subject area, the current tendency of the hub is, however, to move in the direction of a new concept of gateway where the user is called upon more and more to participate actively in the life of the virtual community through a series of services, such as the possibility of suggesting resources to be catalogued, or thanks to new tools, such as My Humbul and the recent My Humbul Include that highlight this new user-orientated approach to the subject gateway model, no longer conceived as a closed, static cluster of selected data but as a subject-focused fulcrum, modelled to cater efficiently for a variety of functions: the hub as a flexible, living entity, with infinite possibilities of adaptation and growth according both to intended targets and to the somehow unpredictable rhythm of the Web itself. ; Lo Humbul Humanities Hub è stato lanciato nel novembre del 1999 come uno dei cinque gateways disciplinari facenti parte del complesso sistema informativo del Resource Discovery Network , il portale nazionale britannico sovvenzionato dal Joint Information System Committee con il supporto dell'Arts and Humanities Research Board e dell'Economic and Social Research Council. In contrasto con l'allarmante diffusione del cosiddetto 'invisible web', scopo dello RDN, sotto la guida di una commissione scientifica facente capo all'Università di Bath e al King's College di Londra, è quello di fornire alla comunità britannica del mondo dell'istruzione e dell'insegnamento un punto di accesso funzionale ed efficace sia ad una rete di risorse disciplinari qualitativamente selezionate e fruibili in modo interdipendente che ad una serie di servizi online gratuiti aventi valore aggiunto, come tutorial e servizi di segnalazione, in modo tale da far sentire l'utente parte di una comunità virtuale attiva, ritagliata sulla base alle proprie esigenze. Il rapporto tra il network principale, lo RDN, e i cosiddetti 'hubs', si fonda su un nuovo gioco strategico di rispecchiamenti reciproci, strutturali e funzionali, che sfruttano in modo ottimale la natura interdipendente della rete e in cui il concetto tradizionale di subject gateway si trasforma in qualcosa di più flessibile e duttile, facilmente adattabile sia ad abbracciare qualcosa di esterno e di più ampio che a rispondere a bisogni specifici o addirittura individuali. L'idea del modello 'hub' è quella di creare all'interno del network principale una costellazione di microportali ritagliati su base disciplinare ciascuno concepito come un centro di gravità dinamico, auto-programmato e auto-gestito, all'interno della propria area specifica. Questo rapporto tra le parti e l'insieme si sviluppa attraverso un'armonia apparentemente paradossale di centralizzazione e decentramento, attraverso un gioco interno di scambi reciproci tra forze centripete e centrifughe, inventando un nuovo metodo di connessione delle risorse realizzato all'interno di una rete di informazioni strutturata eppure flessibile, mai accessibile in un unico senso di marcia ma, al contrario, costantemente aperta ad un tipo di lettura strettamente condizionata dalle esigenze dell'utente, dal generale al particolare o viceversa, a seconda delle necessità contingenti dell'utilizzatore. Imitando la matrice del sistema di informazioni principale, Humbul –nato originariamente come progetto collaborativo interno tra il Centro per i servizi informatici e il Settore Biblioteche dell'Università di Oxford- ospita sia una collezione selezionata di risorse di rete che un'ulteriore raccolta avente valore aggiunto di notizie, strumenti e servizi per l'utente entrambe ritagliate su base strettamente disciplinare. Attualmente si può fare ricerca nella banca dati di Humbul sia per parole-chiave attraverso un semplice box di interrogazione che in modalità browsing attraverso aree selezionate per tipo di risorsa, periodo di riferimento e pubblico di destinazione. I record sono catalogati secondo lo standard Dublin Core di individuazione e descrizione dei metadati e seguendo una precisa politica di sviluppo della collezione che evidenzia l'obiettivo fondamentale di Humbul di fornire accesso a una banca dati selettiva di risorse web abbastanza vasta da incontrare sia le necessità della comunità della rete in senso lato che la domanda di informazioni di un pubblico specifico come quello del mondo dell'istruzione e dell'insegnamento britannico. Senza mai deviare dall'obiettivo-chiave di costruire un centro di gravità altamente qualificato per l'informazione via rete in uno specifico campo disciplinare, l'attuale tendenza del modello 'hub' è quella di muoversi comunque in direzione di un nuovo concetto di gateway in cui l'utente è chiamato sempre di più a partecipare attivamente alla vita della comunità virtuale attraverso una serie di servizi, come la possibilità di suggerire nuove potenziali risorse da inserire a catalogo oppure grazie a recenti strumenti come 'My Humbul' e il nuovo 'My Humbul Include', che mettono in primo piano questo nuovo approccio squisitamente orientato all'utente del concetto di subject gateway, non più concepito come un agglomerato chiuso e statico di dati ma come un nodo vitale ritagliato su base disciplinare e modellato per assolvere in modo efficace a una varietà di funzioni: lo 'hub' come un'entità duttile, viva, dotata di infinite possibilità di adattamento e di crescita, in sintonia sia con i propri obiettivi e intenzioni che con il ritmo in qualche modo tuttora imprevedibile della Rete.
La prova informatica richiede l'adozione di precauzioni come in un qualsiasi altro accertamento scientifico. Si fornisce una panoramica sugli aspetti metodologici e applicativi dell'informatica forense alla luce del recente standard ISO/IEC 27037:2012 in tema di trattamento del reperto informatico nelle fasi di identificazione, raccolta, acquisizione e conservazione del dato digitale. Tali metodologie si attengono scrupolosamente alle esigenze di integrità e autenticità richieste dalle norme in materia di informatica forense, in particolare della Legge 48/2008 di ratifica della Convenzione di Budapest sul Cybercrime. In merito al reato di pedopornografia si offre una rassegna della normativa comunitaria e nazionale, ponendo l'enfasi sugli aspetti rilevanti ai fini dell'analisi forense. Rilevato che il file sharing su reti peer-to-peer è il canale sul quale maggiormente si concentra lo scambio di materiale illecito, si fornisce una panoramica dei protocolli e dei sistemi maggiormente diffusi, ponendo enfasi sulla rete eDonkey e il software eMule che trovano ampia diffusione tra gli utenti italiani. Si accenna alle problematiche che si incontrano nelle attività di indagine e di repressione del fenomeno, di competenza delle forze di polizia, per poi concentrarsi e fornire il contributo rilevante in tema di analisi forensi di sistemi informatici sequestrati a soggetti indagati (o imputati) di reato di pedopornografia: la progettazione e l'implementazione di eMuleForensic consente di svolgere in maniera estremamente precisa e rapida le operazioni di analisi degli eventi che si verificano utilizzando il software di file sharing eMule; il software è disponibile sia in rete all'url http://www.emuleforensic.com, sia come tool all'interno della distribuzione forense DEFT. Infine si fornisce una proposta di protocollo operativo per l'analisi forense di sistemi informatici coinvolti in indagini forensi di pedopornografia. ; Digital evidences require precautions as in any other scientific investigation. We provide an overview about methodology and application of computer forensics based on the recent ISO / IEC 27037:2012 relating to the processing of finding information in the stages of identification, collection, acquisition and preservation of digital data. These methods comply with the requirements of integrity and authenticity of the rules of computer forensics, in particular the Law 48/2008 about the ratification of the Budapest Convention on Cybercrime. Concering the child pornography crime, we offer an overview of EU and national legislation, with emphasis on relevant aspects for computer forensic analysis. We provide an overview of the peer-to-peer protocols and systems used for file sharing, with an emphasis on the eDonkey and eMule software that are widely spread in Italy. The design and implementation of eMuleForensic allows the computer forenser to perform a highly accurate and rapid operations analysis of the events that occur using eMule; the software is available in the url http://www.emuleforensic.com network, both as a forensic tool in the distribution DEFT. Finally, we provide a proposal for an operating protocol for forensic analysis of computer systems involved in forensic investigations on child pornography.
La ricerca che ha condotto alla realizzazione della Carta dell'uso del suolo nei Comuni del Parco dei Nebrodi nel 2006, ha avuto per oggetto precipuo d'indagine un'area protetta. La scelta di indagare l'utilizzazione del suolo ove incidano vincoli ambientali e paesaggistici è da ritenersi prioritaria da un lato e utile dall'altro; tale utilità scaturisce dal "fotografare" lo stato degli impatti, sociali ed economici, in aree alle quali viene riconosciuto un particolare "valore", allo stesso tempo considerando la "conservazione" non come sinonimo di "congelamento" delle risorse, quanto, piuttosto, come opportunità e indirizzo "speciale" per lo sviluppo. La realizzazione della carta di utilizzazione del suolo è stata possibile grazie al Ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica, al Consiglio Nazionale delle Ricerche, all'Istituto Geografico Militare Italiano e all'Università degli Studi di Catania. L'area oggetto di studio è restituita da 28 carte in scala 1:25.000, di cui diamo breve elencazione: Santo Stefano di Camastra, Pizzo Michele, Sant'Agata di Militello, Galati Mamertino, Raccùja, Tusa, Mistretta, Pizzo Luminaria, Monte Soro, Serra del Re, Floresta, Roccella Valdemone, Castel di Lucio, Colle del Contrasto, Capizzi, San Teodoro, Cesarò, Randazzo, Malvagna, Sperlinga, Cerami, Troina, Serra di Vito, Bronte, Monte Etna Nord, Grotta Fumata, Monte Minardo, Monte Etna Sud. Dal 2010 a oggi, ultimata la conversione in digitale della cartografia originaria, nonché l'aggiornamento delle informazioni in appositi data-base, si è proceduto alla realizzazione della memoria illustrativa e alla ultimazione del sistema informativo territoriale. Il metodo adottato si basa sulla costruzione di una banca dati informatizzata costituita da una raccolta di dati di base per la descrizione delle componenti orografiche, economiche e ambientali del territorio interessato e dall'elaborazione di carte tematiche specifiche che evidenzino le principali trasformazioni sia a scala prettamente agraria sia a scala territoriale complessiva, comprendente cioè anche le possibili interrelazioni con l'ambiente antropico e naturale. L'impiego di software GIS e la disponibilità di idonee basi cartografiche (ortofoto aeree, Carte Tecniche Regionali, rilevazioni dirette sul campo, etc.) hanno consentito di creare una base dati raster e vettoriale omogenea relativa alla copertura del suolo, quest'ultimo realizzato attraverso la digitalizzazione di entità geografiche con topologia poligonale. In seguito, si è cercato di definire i caratteri necessari e sufficienti a rappresentare in modo univoco tutti i tipi di paesaggio individuati: le componenti fisico-morfologiche, l'altimetria, la copertura del suolo prevalente evidenziandone in modo significativo le principali strutture morfologiche. Tutte informazioni desumibili dal DEM e dalla pendenza, funzioni di 3D Analiyst riprodotte a partire da informazioni di tipo puntuale (punti quotati) e lineari (curve di livello), ricavate dalle Carte Tecniche Regionali 1:10.000 in formato DWG e poi elaborate con funzioni di interpolazione, le quali hanno permesso di ottenere un dataset in formato GRID costituente il piano quotato e dal quale sono state ottenute tutte le informazioni altimetriche utilizzate per la creazione del Modello Tridimensionale del Terreno. ; The research that led, in 2006, to the creation of the Land Use Map in the Nebrodi Park, had a protected area as object of investigation. The choice to investigate the impact of land use of an area affected by environmental and landscape constraints is considered both a priority and useful; that usefulness derives from representing the state of social and economic impacts in areas to which it is recognized a particular "value", at the same time considering that the "conservation" is not synonymous with "freezing" of resources, but rather as opportunities and for development. The elaboration of a land use map has been made possible by the Ministry of University and Scientific Research, the National Research Council, Italian Military Geographic Institute and the University of Catania. The study area is returned by 28 maps in a 1:25.000 scale, of which we report a brief list: Santo Stefano di Camastra, Pizzo Michele, Sant'Agata di Militello, Galati Mamertino, Raccuja, Tusa, Mistretta, Pizzo Luminaria, Monte Soro, Serra del Re, Floresta, Roccella Valdemone, Castel di Lucio, Colle del Contrasto, Capizzi, San Teodoro, Cesarò, Randazzo, Malvagna, Sperlinga, Cerami, Troina, Serra di Vito, Bronte, Monte Etna Nord, Grotta Fumata, Monte Minardo, Monte Etna Sud. From 2010 up to date, after the conversion of the original maps to digital mapping and the updating of the information in the appropriate database, we proceeded to the execution and completion of the written statement of the geographic information system. The method adopted is based on building a computerized database consisting in a collection of basic data for describing the topographical, economic and environmental components of the concerned territory and in the elaboration of thematic maps that highlight specific major transformations both on a purely agrarian scale and on a total land scale, that includes also the possible interrelations with the anthropogenic and natural environment. The use of GIS software and the availability of suitable base maps (aerial orthophotos, Regional Technical Papers, direct field measurements, etc.) allowed to create an homogenous raster and vector data base on the land cover, the latter made through the digitization of geographic entities with polygon topology. Later, we tried to define the necessary and sufficient characters to represent all identified landscape types: the physical and morphological components, the altitude, the predominant land cover significantly highlighting the main morphological structures. All these information can be derived from the DEM and the slope functions of 3D Analiyst reproduced from accurate point (spot elevations) and linear (contour lines) information, obtained from the Regional Technical Papers 1:10.000 in DWG format and then processed with interpolation functions, which have led to a dataset in GRID format which forms the xyz from whom it was possible to obtain all the elevation information used to create a three-dimensional model of the land.
Il presente lavoro di tesi ha lo scopo di affrontare il tema della xenofobia, ponendo particolare attenzione al progetto DiMMi (acronimo di Diari Multimediali Migranti). La dissertazione è articolata in cinque capitoli. Nel primo capitolo si affronterà la xenofobia dal punto di vista storico e culturale: dopo aver visto le sue origini e il suo sviluppo, verrà preso in esame il contributo offerto dall'analisi sociale e psicologica, per poi affrontare la tematica in ottica culturale e, per concludere, aprire un dibattito su quelle che possono esserne le cause in chiave psico-sociologica. Il secondo capitolo tratterà il tema del contrasto alla xenofobia, tra psicologia sociale e politiche di integrazione: dopo aver cercato di comprendere la percezione della xenofobia in Italia attraverso l'analisi dei dati statistici, si passerà ad affrontare il contrasto culturale alla xenofobia nel dibattito italiano. Verranno poi presi in esame sia i gruppi, le associazioni e i programmi atti a combattere tale problematica, sia le iniziative in merito prese in ambito nazionale e internazionale. Il terzo capitolo si concentrerà sul Progetto DiMMi, vedendo nel dettaglio la sua struttura, l'organizzazione, le finalità e le motivazioni perseguite, ponendo particolare rilievo sulla sua forte innovatività ed efficacia e comprendendo la provenienza dei racconti e la loro articolazione. Nel quarto capitolo si esaminerà il progetto trattato dal punto di vista teorico, concentrandoci in particolare sulla Teoria del Cambiamento, soffermandoci sulle diverse microteorie insite in essa e, soprattutto, focalizzando l'attenzione sulla metodologia Outcome Harvesting. Il quinto e ultimo capitolo si concentrerà, infine, su quelli che sono gli obiettivi del progetto DiMMi suddivisi in tre categorie: la raccolta di storie; la narrazione della realtà della migrazione in Italia; la formazione. Il lavoro si concluderà riportando i risultati ottenuti dal progetto attraverso il suo monitoraggio. The present thesis work aims to address the issue of xenophobia, paying particular attention to the DiMMi project (Diari Multimediali Migranti). The dissertation is divided into five chapters. The first chapter will address xenophobia from a historical and cultural point of view: after having seen its origins and its development, the contribution offered by social and psychological analysis will be examined, to then address the issue from a cultural perspective and, to conclude, to open a debate on what the causes may be from a psycho-sociological point of view. The second chapter will deal with the issue of contrasting xenophobia, in particular between social psychology and integration policies: after trying to understand the perception of xenophobia in Italy through the analysis of statistical data, we will move on to address the cultural contrast to xenophobia in the Italian debate. The groups, associations and programs aimed at combating this problem will then be examined, as well as the initiatives taken in this regard at national and international level. The third chapter will focus on the DiMMi project, seeing in detail its structure, organization, aims and motivations pursued, placing particular emphasis on its strong innovativeness, effectiveness and understanding the origin of the stories and their articulation. In the fourth chapter, we will examine the project dealt with from a theoretical point of view of the Theory of Change, more specifically, on the different micro-theories inherent in it and, above all, focusing on the Outcome Harvesting methodology. Finally, the fifth and final chapter will focus on the objectives of the DiMMi project divided into three categories: the collection of stories; the narration of the reality of migration in Italy; training. The work will conclude by reporting the results obtained by the project through its monitoring.
Dottorato di ricerca in Economia e territorio ; In agricoltura l'acqua è spesso un fattore produttivo limitante e soggetto a frequenti ed importanti periodi di scarsità, che incentiva una forte competizione per il suo impiego anche tra diversi settori, sia industriali che urbani. Avvalendosi del principio che l'uso familiare dell'acqua debba prevalere su quello produttivo, le Pubbliche Amministrazioni tendono a razionalizzarne l'utilizzo agricolo, attraverso consorzi per la gestione delle fonti d'acqua. Tuttavia, esiste ancora una forte necessità di calibrare la gestione delle risorse idriche a scopo irriguo, per perseguire obiettivi di natura economica e politica che riguardano la riduzione degli sprechi e l'allocazione efficiente. Il problema della gestione della risorsa idrica è reso ancora più rilevante e attuale dalle recenti osservazioni e teorie sul cambio climatico globale, che prospettano scenari futuri con una scarsità dell'acqua in aumento, accompagnata da modificazioni della variabilità degli eventi atmosferici che sono alla base della sua disponibilità. Una prima e importante difficoltà nasce dall'uso normativo del concetto di efficienza, in un'ottica di recupero dei costi. E' quindi d'interesse lo studio dei costi legati all'uso della risorsa idrica in agricoltura, per comprendere meglio in che direzione sarebbe opportuno spingere le politiche di gestione dell'acqua per il raggiungimento degli obiettivi comunitari e, più in generale, di traguardi di efficienza economica più sostenibili. Per una corretta e consapevole gestione delle risorse idriche, è necessaria un'analisi degli aspetti economici legati alla fornitura del servizio irriguo, per comprendere gli effetti che determinati interventi avranno sui benefici associati a tale servizio. E' sulla comprensione di questi aspetti della distribuzione dell'acqua a scopo irriguo che si incentra il lavoro di tesi. Per realizzare questo studio, è stata presa in esame l'area servita da un consorzio di bonifica e irrigazione in Sardegna. Tale scelta è da ritenersi interessante, giacché i sistemi di distribuzione dell'acqua irrigua e i metodi di tariffazione adottati da questo consorzio sono tra i più praticati in Italia e nell'area del Mediterraneo. Pertanto, le caratteristiche di questa area permettono di estendere le conclusioni del lavoro per considerazioni più generali. Attraverso un'approfondita ricostruzione delle tecnologie distributive e dei dati economici e tecnici, sono stati prodotti i dati per poter costruire un modello dei costi operativi della distribuzione irrigua. Il lavoro di raccolta dati ha permesso di comprendere come la realtà dei consorzi irrigui sia molto variegata e diversificata. A tal proposito, infatti, non va trascurato che nel corso degli anni le strutture consortili hanno operato delle ristrutturazioni, sia dal punto di vista organizzativo che tecnico. E' quindi auspicabile comprendere come queste ristrutturazioni hanno modificato le economie e le efficienze dei consorzi irrigui e quanto spazio può ancora sussistere per un ulteriore miglioramento di queste condizioni. All'interno dello stesso comprensorio, difatti, coesistono strutture molto diverse per la distribuzione dell'acqua irrigua che sono il risultato del processo di ammodernamento differenziato e disomogeneo dei vari distretti irrigui. L'approccio metodologico utilizzato è quello basato sulla funzione di costo logaritmica trascendente (translog), già ampiamente utilizzato in altre aree di studio dell'economia applicata, soprattutto nell'analisi dell'efficienza e nella valutazione del progresso tecnologico. In questo lavoro sono stati sviluppati 7 modelli econometrici con 3 diversi gradi di dettaglio nella specificazione della tecnologia. Questa differenzazione è stata utile per comprendere come alcuni aspetti peculiari dei diversi sistemi di distribuzione dell'acqua possano essere presi in considerazione nelle politiche di tariffazione dell'acqua irrigua. Esiste ancora una forte necessità di calibrare la gestione delle risorse idriche a scopo irriguo, per perseguire obiettivi di natura economica e politica che riguardano la riduzione degli sprechi e l'allocazione efficiente. Si è visto come il volume d'acqua fornito sia di fatto un elemento insufficiente per descrivere i costi operativi: la distribuzione dei volumi d'acqua su superfici più o meno estese ha impatti spesso più importanti dei volumi d'acqua in sé. Ciò è facilmente comprensibile, perché le strutture utilizzate nella distribuzione hanno dei costi anche di 'attivazione' e di mantenimento in funzione che sono più legati alla loro dimensione piuttosto che a loro livello operativo. Quando l'acqua viene distribuita per gravità si generano delle perdite di rete dovute a necessità tecnologiche e organizzative, che raggiungono anche il 30% dell'acqua immessa nei canali. Queste perdite non assumono alcun valore economico, tranne forse quando l'acqua deve essere pompata per brevi tratti collinari. Ciò è rilevante per la gestione del servizio irriguo, nel momento in cui si vuole regolare l'esternalità dello spreco di acqua generata dal consorzio attraverso la tariffazione. Dai risultati, emerge anche un sostanziale sotto utilizzo delle strutture che generano i costi fissi di fornitura: è importante specificare che l'implementazione del recupero costo pieno, richiesto dalla attuale normativa, non determini che in varie circostanze, gli agricoltori si trovino a pagare le inefficienze dei sistemi che gestiscono i servizi idrici. Certamente, la sola conoscenza dei costi di fornitura è incompleta per adottare un adeguato sistema di tariffazione. Lo studio dei costi operativi ha comunque dato un apporto significativo alla conoscenza sul funzionamento dei consorzi di bonifica e irrigazione ed i risultati ottenuti permettono di fare delle considerazioni sulle indicazioni di tariffazione introdotti dalla WFD. ; In agriculture the water is often a limiting factor and subject to frequent and important periods of scarcity, which encourages strong competition for its use even among different sectors, both industrial and urban areas. Using the principle that the family use of water should take precedence over the production, Public Administrations tend to rationalize the agricultural use, through consortia for the management of water sources. However, there is still a strong need to adjust the management of water resources for irrigation purposes, in pursuit of economic objectives and policy dealing with waste minimization and allocation efficiency. The management of water resources is made even more relevant and topical by recent observations and theories on global climate change, which envisage future scenarios with an increasing scarcity of water, accompanied by changes in the variability of atmospheric events that underlie the availability. A first and important difficulty arises from the use of the concept of regulatory efficiency, considering cost recovery. The study of the costs associated with the use of water resources in agriculture is therefore interesting to better understand in what direction we should push the water management policy for the achievement of EU objectives and, more generally, the goals of sustainable economic efficiency. For a correct and conscious management of water resources is necessary to analyze the economic aspects related to irrigation service supply, in order to understand the effects that certain actions will have on the benefits associated with such service. The thesis focuses on understanding of these aspects of water supply for irrigation purposes. In order to carry this study on, the area served by a consortium of drainage and irrigation in Sardinia has been examined. This choice can be considered interesting, since the irrigation water distribution systems and pricing methods adopted by this consortium are among the most practiced in Italy and the Mediterranean. Therefore, the characteristics of this area allow us to extend the conclusions of the work for more general interpretations. Through a detailed reconstruction of the distribution technologies and the economic and technical aspects, the data for constructing a model of the operational costs of the irrigation distribution have been produced. The work of data collection has made it clear that the reality of the consortium irrigation is very varied and diverse. In this regard, it should not be overlooked that over the years the facilities have operated consortium of restructuring, both organizationally and technically. It is therefore desirable to understand how these renovations have changed the economies and efficiencies of irrigation consortia and how much space can still exist for further improvement of these conditions. Within the same area, in fact, very different structures for irrigation water distribution coexist, and are the result of the variable and heterogeneous modernization process throughout the various irrigation districts. The methodological approach used is based on the transcendental logarithmic (Translog) cost function, already widely used in other areas of applied economics, particularly when analyzing and evaluating the efficiency of technological progress. In this work 7 econometric models were developed, with 3 different degrees of detail in the specification of the technology . This differentiation is helpful in understanding how certain distinctive features of different water distribution systems can be taken into account in the irrigation water pricing policies. There is still a strong need to balance the management of water resources for irrigation purposes, in pursuit of economic objectives and policy dealing with waste minimization and allocation efficiency. It is seen that the volume of water supplied is in fact inadequate to describe the operational costs: the distribution of volumes of water onto land is relevant when it is accounted for considering also the land on which it is distributed. This is easily understandable, because the structures used in the distribution have also costs for activation and continued operation that are more related to their size rather than their operational level. When the water is distributed by gravity, network losses appear, due to technological and organizational needs, which reach even 30% of the water distributed in the channels. These losses do not take any economic value, except perhaps when the water must be pumped over low hills. This is relevant for the management of irrigation service, when we want to adjust the externalities of waste water generated by the consortium through the pricing. The results also shows a substantial under use of the distribution facilities that generate the fixed costs of delivery. So it is important to specify that the implementation of full cost recovery required by current legislation determines that, in some circumstances, farmers are paying the inefficiencies of the systems that manage the water services. Certainly, the mere knowledge of supply costs is incomplete to adopt a proper system of charging. The study of operating costs has nevertheless made a significant contribution to knowledge on the functioning of the consortia of reclamation and irrigation, and the results obtained allow to make some considerations on the indications for pricing introduced by the WFD.
Dottorato di ricerca in Economia e territorio ; L'oggetto della tesi è la ricerca e la sperimentazione in campo di un modello interpretativo degli impatti prodotti dal cambiamento climatico sulla sicurezza alimentare e nutrizionale delle popolazioni residenti del Nicaragua. L'obiettivo specifico è lo sviluppo e la sperimentazione di una metodologia di analisi della vulnerabilità/stabilità all'insicurezza alimentare dei sistemi agroalimentari locali in Nicaragua in relazione agli effetti del cambiamento climatico, finalizzata alla identificazione di politiche di mitigazione. Il raggiungimento di questo obiettivo ha comportato un'amplia ricerca bibliografica e un'indagine di campo in Nicaragua di circa due mesi tra il Marzo e l'Aprile del 2010. Durante la permanenza in Nicaragua sono state realizzate numerose interviste e focus group con stakeholders sia istituzionali che del settore privato. L'analisi degli impatti generati dal cambiamento climatico sull'ambiente e sulle attività economiche è tanto più difficile e incerta quanto più si procede all'interno di un ambito territoriale ristretto. A livello locale, le dinamiche sociali e l'incidenza dell'azione antropica sull'ambiente possono risultare infatti determinanti nella creazione di condizioni favorevoli o avverse rispetto al benessere della popolazione insediata, ben più della variabilità climatica. La complessità dei fenomeni che legano il clima alle attività umane è ancor più manifesta quando si pretende di mettere in relazione i cambiamenti del clima indotti dal riscaldamento globale col tema della sicurezza alimentare di una determinata comunità. Quest'ultimo tema infatti riunisce aspetti sociali ed economici molto diversificati, come la produzione degli alimenti, la loro conservazione e l'accessibilità in base ai redditi familiari, le condizioni igienico-sanitarie e la proporzione con cui gli alimenti stessi vengono consumati. Investigare sulla relazione economica tra sistemi complessi, come il sistema climatico da una parte e la sicurezza alimentare dall'altra, comporta quindi l'attivazione di modelli interpretativi altrettanto complessi, così come di strumenti analitici di tipo sia quantitativo che qualitativo, tanto più preponderanti questi ultimi, quanto maggiore è la carenza di dati e serie storiche attendibili. Lo spunto iniziale della tesi consiste nella ricostruzione critica a posteriori del modello di interpretazione dell'impatto del cambiamento climatico sui sistemi ecologici e sociali sul quale si fonda l'attuale assetto delle politiche promosse dal governo nicaraguense in tema di sicurezza alimentare e di mitigazione dell'impatto del cambiamento climatico. In questo quadro si è analizzato in particolare l'Indice Aggregato di Insicurezza Alimentare e Nutrizionale elaborato da un'agenzia delle Nazioni Unite (il Programma Mondiale per l'Alimentazione), attualmente utilizzato in Nicaragua nella identificazione delle aree più esposte al rischio di sicurezza alimentare. A fronte delle critiche che si avanzano nei confronti di questo indice, si propone un modello di riferimento più completo per la misurazione della vulnerabilità delle realtà locali, ovvero l'Indice Aggregato Dinamico di Insicurezza Alimentare e Nutrizionale (IADIAN). Questo indice utilizza variabili dinamiche (tassi di variazione) riferite ai fattori socio-economici che determinano l'insicurezza alimentare e al tempo stesso cattura i fattori ambientali locali che maggiormente incidono sulle potenzialità produttive. Purtroppo una esemplificazione applicativa dell'IADIAN è impedita dalla mancanza dei necessari dati in serie storica, ma la sua formulazione fornisce comunque una direttrice operativa che si ritiene utile alla pianificazione della raccolta dei dati statistici (attualmente scarsi e mal organizzati) e all'ordinamento delle fonti statistiche. A fronte delle criticità metodologiche emerse nel corso delle analisi precedentemente illustrate, si passano in rassegna modelli interpretativi alternativi accreditati in letteratura, identificando nel modello concettuale classico, il "DPSIR" (Drivers, Pressures, State & Trends, Impacts and Responses) il più adatto allo sviluppo del tema in oggetto. Il DPSIR è finalizzato, oltreché all'interpretazione dei fenomeni, all'elaborazione di policies volte alla prevenzione e alla mitigazione degli effetti del cambiamento climatico. L'applicazione del modello DPSIR, una volta adattato al tema specifico della sicurezza alimentare e nutrizionale, si è rivelato particolarmente utile alla identificazione delle attuali carenze conoscitive, soprattutto per quanto riguarda gli impatti (impacts), e le risposte (responses). Nel quadro dell'analisi degli impatti si è sviluppato una Matrice Multicriteriale degli Impatti e della stabilità dei sistemi agro-alimentari rispetto al cambiamento climatico di due regioni agrarie del Nicaragua. Questa matrice disaggrega i sistemi agro-alimentari nelle loro componenti strutturali (produzione, distribuzione e consumo), mettendole in relazione con gli elementi ("pilastri") costitutivi della sicurezza alimentare e nutrizionale, ovvero: la disponibilità, l'accessibilità e l'uso biologico degli alimenti. La matrice è costruita sulla base di valutazioni di tipo prevalentemente qualitativo, ma offre anche un sistema si "scoring" che consente una priorizzazione dei problemi e, per via comparativa, anche una priorizzazione dei sistemi più vulnerabili. La regione dove si sono potuti apprezzare processi di adattamento e mitigazione degli effetti del cambiamento climatico non è tanto quella che dispone di maggior capitale naturale bensì quella che, contando su comunità di più antico e stabile insediamento, ha sviluppato nel tempo un maggior capitale sociale (come la Regione Agraria delle "Pianure agro-industriali della Costa Pacifica"). La regione agraria della "Nuova Frontiera Agricola e Costa Caraibica", pur contando su un elevato capitale naturale e su un alto potenziale produttivo, è caratterizzata invece da tipologie produttive altamente distruttive e sostenute da una popolazione pioniera che non ha sviluppato ancora modelli di aggregazione comunitaria stabili né un tessuto sociale collettivamente reattivo. L'analisi delle "risposte" si è concentrata su 6 modelli di intervento adottati attualmente dalle istituzioni nazionali (centrali e locali) con l'appoggio della comunità internazionale. Questa analisi ha evidenziato come nessun modello di intervento, considerato isolatamente, riunisca tutte le caratteristiche di efficienza ed efficacia necessari a innescare processi sostenibili di "resilienza" e sviluppo. Nessun intervento si può considerare dunque come una "buona pratica", soprattutto se non inserito in un quadro coordinato e coerente di interventi identificati in ragione di un contesto locale specifico. La durata di tutti gli interventi analizzati è inoltre insufficiente a garantire il successo delle azioni intraprese, tantomeno la loro sostenibilità. In molti casi infatti le iniziative analizzate sollevano aspettative di continuità che nella maggior parte dei casi restano frustrate. E' emersa dunque la necessità di promuovere azioni di sostegno alla sicurezza alimentare e alla mitigazione degli effetti del cambiamento climatico che assumano come criteri guida: - l'integralità, ovvero l'inserzione del tema della sicurezza alimentare nei processi di sviluppo del territorio, evitando che queste rimangano sganciate da una strategia di lotta contro la povertà, di rimozione delle sue cause strutturali e di tutela ambientale, - la coerenza istituzionale, in modo che le azioni di sicurezza alimentare e di mitigazione si coordino sempre con le istituzioni di riferimento, per armonizzare le metodologie di lavoro in vista di una possibile continuità delle azioni intraprese, - coerenza spaziale, ovvero una focalizzazione delle azioni in base a criteri che mettano in relazione le priorità di sicurezza alimentare con quelle ambientali. Dall'insieme delle analisi condotte sembra che si possa affermare dunque che l'insostenibilità ambientale delle pratiche agricole attuali (deforestazione, avanzamento incontrollato della frontiera agricola mediante l'uso del fuoco e dell'apertura di pascoli estensivi, agricoltura nomadica, ecc.) e la debolezza del capitale sociale siano le cause determinati del perpetuarsi di condizioni croniche di insicurezza alimentare. Anche se non suffragata da misurazioni quantitative, sembra credibile inoltre l'ipotesi che le variazioni micro-agro-climatiche a livello locale, originate dalla cattiva gestione delle risorse naturali, incidano attualmente molto più sulla insicurezza alimentare di quanto non facciano gli effetti del cambiamento climatico dovuto al riscaldamento globale. Le attuali politiche di intervento nel campo della sicurezza alimentare e le strategie di mitigazione degli effetti del cambiamento climatico non considerano sufficientemente gli aspetti sopra richiamati e la loro integrazione operativa è ancora insufficiente. Per evidenziare questa discrepanza si è elaborato una matrice degli interventi di mitigazione dell'impatto del cambiamento climatico sulla sicurezza alimentare e nutrizionale. La matrice proposta mette in relazione le carenze politiche e le priorità emerse dall'analisi DPSIR con una serie di proposte di azione politica, riferite in particolare alle due regioni agrarie selezionate. La comunità internazionale dei donanti (UE in primis), che sostiene le politiche ambientali e di sicurezza alimentare del governo nicaraguense, ha la responsabilità di promuovere interventi sinergici e coordinati, volti soprattutto a rimuovere gli ostacoli di carattere strutturale che impediscono l'equità d'accesso al capitale terra e all'alimentazione. Nell'ambito dell'aiuto internazionale dovranno essere inoltre maggiormente considerati gli studi volti al miglioramento delle conoscenze dei fenomeni che legano la variabilità climatica, la sicurezza alimentare e lo sviluppo economico. Il coinvolgimento della società civile nella gestione delle reti di solidarietà (ad esempio le reti di allerta precoce) e nella raccolta dei dati socio-economici e agro-climatici locali è inoltre di cruciale importanza. Solo uno sforzo congiunto delle comunità locali, delle istituzioni nazionali e della comunità internazionale, col supporto di adeguate conoscenze e di più efficaci strumenti di analisi, potrà invertire il processo di riproduzione delle condizioni ambientali e socio-economiche che determinano oggi l'esposizione al rischio di insicurezza alimentare per vasti strati della popolazione nicaraguense. ; The thesis deals with a research and an on-field testing of an impact interpretation model of climate change on food security in Nicaragua. The specific purpose is the development and testing of a vulnerability/stability analysis method of the effects of the climate change on two sample food systems in Nicaragua. The method is also aimed at the identification of prevention and mitigation policies. The achievement of this objective is based on a wide bibliographical research and a two months field survey in Nicaragua (March and April 2010). During the field survey a large number of interviews and focus groups with both private and institutional stakeholders was carried out. The more an impact analysis of climate change on environment and economic activities is focused on a restricted area, the less it results easy and reliable. Social dynamics and human action on environment at local level can be more crucial in creating adverse or favourable living conditions to people than climate variability. The complex relationship between climate and human activities is even more apparent when attempting to relate climate changes and food security of a specific community. Food security concept gets together different meanings, such as food production and conservation, income based food accessibility and biological use of food (diet patterns and hygienic conditions of food consumption). Therefore, dealing with economic relations between complex systems, as climate and food security, involves the use of articulated interpretation models as well as quantitative and qualitative analytical tools, being the latter prevalent in a condition of scarce or unreliable data and time series. The starting point of the thesis is a critical analysis of the current interpretation model of the impact of climate change on ecological and social systems on which the present food security and climate change impact mitigation policies of the Government of Nicaragua are based. In this framework the Aggregated Food and Nutritional Insecurity Index - elaborated by the World Food Programme and presently adopted in Nicaragua in the identification of the areas mostly exposed to food insecurity – is also analysed and discussed. As a consequence of this analysis a more complete model is proposed, named Dynamic Aggregated Food and Nutritional Insecurity Index. This index uses dynamic variables (rates of variation) referring to socio-economic factors which determine food security. At the same time this index captures the most production-related environmental factors at local level. Unfortunately a sample application of this index is impeded by the lack of the necessary time series. Nevertheless its formulation offers a useful operational direction to data collection planning and organization. As a consequence of the critical methodological issues emerged in the previous analysis, a review of alternative interpretation models is proposed and discussed. The "DPSIR" (Drivers, Pressures, State & Trends, Impacts and Responses) model is then identified as the most suitable for the achievement of the thesis objective. The DPSIR model is aimed at interpreting environmental and human contexts as well as at focusing policies makers on prevention and mitigation measures. Once specifically adjusted to food and nutritional security issues, the DPSIR model resulted particularly useful to identifying the existing knowledge deficiencies, about impacts and responses in particular. The "impact analysis" is complemented with a multi-criteria matrix of impacts of climate change on food systems of two different agricultural regions of Nicaragua (stability analysis). This matrix relates the food systems components (food production, distribution and consumption) to the corresponding pillars of the food security concept (availability, accessibility and biological use). The matrix converts quantitative and qualitative assessments into a scoring system allowing for identifying the most relevant problems and comparing stability / vulnerability levels of different food systems. The agricultural region where adjustment and mitigation processes are more visible is not the one counting with a more consistent natural capital (New Agricultural Frontier and Caribbean Cost) but the one relying on old and stable human settlements and more consistent social capital (Agro-industrial lowlands of the Pacific Cost). The first agricultural region, even if provided with a consistent natural capital and a high production potential, is characterised by the highly destructive production patterns of a pioneer population which has not yet developed either aggregative community models or collective resiliency experiences. The "response analysis" is focused on 6 different prevention/mitigation models presently adopted by the national authorities (both central and local) with the support of the international donors community. This analysis stresses that none of the models gets together all the necessary characteristics of efficiency and effectiveness for trigging resiliency and development processes. None of the models can be considered as a "good practice" per se, mainly if not included in a locally focused, coordinated and coherent framework of measures. Furthermore, the duration of the institutional actions applying these models is generally too reduced for ensuring their success and sustainability and fulfilling the expectations of the beneficiaries. From the "response analysis" clearly emerged the need to adopt the following general criteria in the effort to support food security and mitigate the effects of climate change: - Wholeness of the approach: the insertion of any food security action (programme, project, initiative) in the framework of land development process, including actions against poverty and environmental protection, - Institutional coherence: both food security and climate change impact mitigation actions should be always coordinated with the competent institutions, in order to harmonise working methods, - Spatial coherence: the identification of priority action areas should consider food security problems and environmental vulnerability simultaneously. The environmental unsustainability of the present agricultural practices (deforestation, advance of the agricultural frontier by slashing and burning the natural cover, nomadic agricultural patterns, etc.) and the weakness of the social capital perpetuate chronic food insecurity conditions. Even though not supported by quantitative evaluations, it seems apparent that micro-agro-climatic changes due to the mismanagement of local environmental resources affect food security much more than the effects of global climatic change. Present food security policies and climate change impact mitigation strategies do not consider the analysis above and their harmonisation is insufficient and not operational. In order to highlight this discrepancy a comparative policy matrix is presented ad discussed. This matrix shows a comparative analysis between the political deficiencies and priorities emerged thanks to the DPSIR approach and a number of action proposals referred to the two sample agricultural regions. The international donors community (UE first) supporting both food security and environmental policies of the Government of Nicaragua has the responsibility to cooperate in order to remove the structural constraints impeding an equitable access to fertile farming land and food. In the framework of the international aid, more investments in research should be considered in order to improve the knowledge of all factors relating climatic variability to food security and economic development. The involvement of civil society in the management of social solidarity networks (i.g.: food crisis early alarm networks) and the collection of basic socio-economic and climatic data at local level ore of crucial importance. Only a joint effort of the local communities, the national institutions and the international donors' community, supported by adequate knowledge and more effective analytical tools, will revert the process that determines the adverse environmental and socio-economic conditions which currently expose a large number of Nicaraguan people to food insecurity.
Lo scenario internazionale si sta muovendo rapidamente verso la promozione di una scuola inclusiva. In Italia, questa realtà è affrontata da molti anni, ma le trasformazioni e il confronto internazionale hanno sollevato nuove domande e riflessioni critiche. In particolare l'attenzione oggi è posta su quello che, come affermato nel corso della Conferenza internazionale dell'UNESCO (2013), è considerato il fattore chiave dei processi di integrazione e di inclusione: la formazione degli insegnanti. L'attenzione della ricerca pedagogica viene posta sui fattori chiave dei processi di inclusione: la formazione degli insegnanti, lo sviluppo ed il monitoraggio dei contesti educativi nonché la produzione e l'incremento di pratiche didattiche inclusive. L'acceso dibattito aperto ormai da diversi anni sulle tematiche legate al processo inclusivo a livello nazionale, rappresenta lo sfondo dal quale parte e si sviluppa l'idea della ricerca presentata in questo lavoro. I problemi di fondo a cui la ricerca ha cercato di rispondere sono sostanzialmente due: 1. se attraverso l'analisi delle pratiche inclusive è possibile costruire un Repository di "buone pratiche" che permetta ai docenti in servizio e ai futuri docenti in formazione di sviluppare capacità di analisi sul proprio agire inclusivo per capire cosa funziona in educazione ed un ampliamento nell'utilizzo delle stesse; 2. come attraverso la costruzione di un Profilo del Docente Inclusivo sia possibile portare docenti e futuri docenti a riflettere sui valori che determinano un agire educativo realmente inclusivo al fine di realizzare nella scuola una comunità inclusiva che permetta a ciascuno di sentirsi accolto. La ricerca si propone di: − indagare l'evoluzione storica, pedagogica e legislativa del concetto e dell'educazione inclusiva attraverso un'analisi conoscitiva del quadro dell'esistente; − rilevare (attraverso questionari appositamente costruiti) la qualità inclusiva della scuola attraverso dati quantitativi e qualitativi; − creare un Repository delle pratiche inclusive attraverso la raccolta e l'analisi delle pratiche educative realizzate dagli insegnanti delle scuole siciliane, che siano valide esemplificazioni di personalizzazione educativa in funzione dei bisogni educativi degli alunni; − costruire il Profilo del Docente Inclusivo (come già realizzato in altri Paesi europei) al fine di mettere in luce i valori che deve possedere un docente inclusivo. Sollecitati dal dibattito sul tema sviluppatosi nel contesto internazionale, soprattutto nei Paesi anglofoni, negli ultimi vent'anni anni, e nel territorio italiano dove la discussione, iniziata quarant'anni fa, è ancora oggetto di studio e di dibattimento, abbiamo voluto progettare uno studio con lo scopo di dare agli operatori della scuola, attuali e futuri, strumenti volti alla misurazione e alla progettazione di prospettive inclusive, per implementare la loro riflessività in azione. Partendo dal presupposto secondo cui esiste un diritto al rispetto delle differenze personali nell'apprendimento e nel comportamento scolastico che chiede di essere coniugato con l'uguaglianza delle opportunità per tutti, si è voluto vedere come ciò sia possibile nella pratica educativa che volge all'inclusione. L'orientamento della ricerca è quello proprio dell'Evidence Based Education, un orientamento di ricerca basato sull'interrogativo "Cosa funziona in educazione?", fondato sul presupposto che nella ricerca educativa sia necessario esplicitare l'accettazione di alcuni asserti valoriali o scientifici, di metodologie e criteri specifici, così da potersi presentare come visibile, condivisibile e comparabile. L'analisi delle evidenze è una questione molto discussa in ambito educativo, per fare ciò si è avviata una ricerca di tipo esplorativo con un approccio fenomenologico basato sull'evidenza; per l'analisi delle scuole in esame ci si è avvalsi inoltre di un case study. Gli strumenti utilizzati sono costituiti da questionari e schede di osservazione delle pratiche, elaborati sulla base di strumenti rilevati e studiati nella letteratura nazionale e internazionale, che hanno individuato indicatori di struttura e di processo relativi al processo di inclusione, ritenuti utili ai fini del nostro lavoro. Il campione selezionato è non probabilistico ad elementi rappresentativi: questa scelta ha permesso di selezionare scuole eterogenee per storia e conformazione favorendo, peraltro, la riflessione sulla verticalizzazione scolastica. La ricerca è stata pensata per dar modo ai docenti di riflettere sul proprio operato per monitorarlo attraverso strumenti strutturati e per migliorarlo attraverso materiali guida. Le tecniche di rilevazione hanno avuto un carattere quantitativo e qualitativo. L'orientamento quantitativo è stato utilizzato per la misurazione della qualità inclusiva della scuola; ci si è avvalsi dell'approccio qualitativo per individuare all'interno dei materiali raccolti, le unità di senso sia nelle progettazioni delle pratiche didattiche che nelle schede per la costruzione del Profilo del docente inclusivo. Per la procedura di analisi qualitativa dei dati raccolti ci si è avvalsi del software Atlas.ti; mentre per il trattamento dei dati quantitativi è stato utilizzato il software SPSS. Anche se i risultati di questa ricerca non sono generalizzabili, tuttavia, si crede che essi rappresentino, sia un utile punto di partenza e di analisi specifica sullo stato dell'inclusione nelle scuole poste sotto osservazione, sia un valore euristico per un'eventuale successiva verifica o per l'applicazione in altri contesti. Con la metodologia formativa impiegata e gli strumenti proposti gli insegnanti in formazione e in servizio sono stati aiutati a soffermarsi e a ragionare sulla personalizzazione del processo di inclusione, attivando e promuovendo processi di autovalutazione e riflessione che li hanno coinvolti efficacemente. Gli insegnanti in formazione e in servizio hanno da una parte imparato ad applicare concretamente le conoscenze teoriche delle ricerche nazionali ed internazionali sul tema; dall'altro, hanno manifestato un atteggiamento analitico e aperto verso il loro lavoro, mostrando di essere in grado di trarre conclusioni dalle proprie esperienze e osservazioni. Da un'analisi generale degli esiti della ricerca risulta possibile confermare le ipotesi formulate nella fase iniziale. Si è potuto osservare che quanto più un insegnante riflette sull'inclusività e sul proprio modo di agire in relazione ad essa, tanto più la qualità inclusiva della comunità scolastica in cui opera migliora. ; The international backdrop is moving quickly towards the promotion of an inclusive school. In Italy, this reality was faced for many years, but transformations and the international debate caused new questions and critical reflections. Specifically, today the attention is focused on what is considered the key factor of the procedures about integration and inclusion: the teachers' training, like the International Conference of UNESCO (2013) confirmed. The attention of the education research is on the key factors of the inclusive procedures: the teachers' training, the development and the supervision of educational contexts, as well as the production and the increasing of inclusive didactic practices. This debate, already opened for many years, on the topics linked to the inclusive process represents the background from which the idea of this work starts and develops. The principal questions that this research wants to answer are essentially two: 1. if towards the analysis of the inclusive procedures it's possible to build a Repository of "good practices" that allows to the teachers and the future ones to develops analysis ability about their inclusive acting to understand what works in education and an upgrade using that. 2. how towards the building of an Inclusive Teacher Profile it's possible to make teachers and the future ones think about the values that define an educational acting really inclusive to create into the school an inclusive community that makes each one feel welcomed. This research intends to: - examining the historic, educational and legislative development of the concept of the inclusive education towards an analysis of the current scenery; - measuring (towards particular assessment questionnaire) the inclusive quality in the school using quantitative and qualitative data; - building a Repository of inclusive practices towards the gathering and analysis of educational practices realized by teachers from Sicilian schools, valid exemplifications of educational personalization linked to the students' educational needs; - building an Inclusive Teacher Profile (like other European Countries did) to highlight the values that an inclusive teacher must have. Encouraged by the debate about this topic developed in the international context, above all in the anglo-saxon countries, in the last twenty years, and in the Italian scenery where the discussion, begun forty years ago, is still studied and debated, this work wanted to plan a research with the aim to give to school professionals, current and future, tools to measure and design inclusive perspectives, to implement their job. Beginning from the premise that there is a right to respect for personal differences in learning and scholastic behavior that asks to be linked with equality of the opportunities for everyone, this work wanted to see how it's possible in the inclusive educational practice. The orientation of this research is the proper one of Evidence Based Education, based on the question "What works in education?", that affirms it's important to make explicit its values and scientific ideas, its methodologies and specific criteria, to represent itself visible, sharable and comparable. The analysis of evidences is a question much discussed in the educational field, for this reason we started a kind of explorative research with a phenomenological approach based on the evidence; for the analysis of the examined school we also used the case study. The tools we used are the questionnaires and the observation form for the practices, developed on tools identified in national and international literature, that identified indexes of structure and process related to the inclusive process, really useful for this work. The selected sample is non-probability with representative elements: this choice permitted to select heterogeneous schools, facilitating the reflection on the scholastic verticalization. This research has the aim to make teachers reflect on their own job to supervise it towards organized tools and to improve it with guide elements. The collection of data techniques had a quantitative and qualitative character. The quantitative orientation was used for measuring of inclusive quality of school; the research used a qualitative approach to identify all the elements useful to create the Inclusive Teacher Profile. For the qualitative analysis of gathered data, it was used the Atlas.ti software; while for the treatment of the quantitative data it was used the SPSS software. Even though the results of this research aren't generalizable, however, we think that they represent an useful start point and way of analysis for condition of inclusion in schools under observation, as well as an heuristic value for a potential following assessment or for the application in other contexts. Teachers in training and in service were helped to rest and to think over the personalization of the inclusion process, promoting the self-assessment and the reflection that interested them efficiently. Teachers in training and in service learnt to apply actually the theoretical knowing of the national and international researches about this topic; as well as they showed an analytic and opened attitude to their job, showing to be able to draw conclusions from personal experiences and observations. From a general analysis of the results of this research, it's possible to confirm the initial hypothesis. We can observe that if a teacher reflects on inclusion and their way of acting in relation with that, the inclusive quality of scholastic community will improve.
Dottorato di ricerca in Economia e territorio ; Il cambiamento tecnologico comporta una "rimodellatura" e, a volte, un vero e proprio rovesciamento dell'ordine esistente all'interno delle organizzazioni produttive. La conoscenza generata dall'innovazione tecnologica, per essere "assorbita", necessita di un corredo di pratiche organizzative adeguate: per tale ragione è sempre più stretto il processo co-evolutivo tra sviluppo tecnologico e cambiamento organizzativo. Il coordinamento e la gestione delle sinergie e dei feedbacks tra diversi aspetti dell'attività innovativa diventa una specifica linea d'azione strategica per le imprese al fine di ottenere performances economiche superiori. La stretta complementarità tra investimenti in beni tangibili (nuove tecnologie) e intangibili (struttura organizzativa), da cui scaturisce una maggiore crescita della produttività, è il fulcro del nuovo approccio a queste tematiche. L'ipotesi di complementarità nei processi innovativi assume particolare rilievo con l'avvento delle tecnologie ICT, con la loro natura generalista o aspecifica (general purpose technology), il loro carattere ampiamente pervasivo, e l'esigenza connessa di una prestazione a più alto contenuto cognitivo e relazionale (Breshnahan et al. 2002, Brynjolfsson et al., 2000, Brynjolfsson et al., 2002, Bugamelli e Pagano 2004). La penetrazione di queste tecnologie nel tessuto produttivo favorisce lo sviluppo di diversi input complementari e comporta diverse ondate di innovazioni "secondarie" che creano nuovi prodotti e nuovi processi, dando luogo a periodi più o meno prolungati di aggiustamento strutturale che coinvolgono la riorganizzazione aziendale e l'implementazione delle pratiche del lavoro ad alta performance o High Performance Workplace Practices (Breshanan e Trajtenberg 1995). Quest'ultime si esplicitano in una serie di azioni che hanno nell'empowerment delle risorse umane l'elemento centrale, e che si concretizzano nella riduzione dei livelli gerarchici, nell'assunzione generalizzata di responsabilità, nel coinvolgimento dei lavoratori, nello svolgimento di ruoli attivi, nel lavoro in team, nella polivalenza e nella policompetenza, nei sistemi di valutazione della performance e dei suggerimenti dal basso, e infine nelle buone relazioni industriali. La concettualizzazione dell'organizzazione come un insieme di elementi profondamente eterogenei ma complementari risale a Milgrom e Roberts (1990 e 1995) che, dapprima, ne forniscono una definizione basata sulle proprietà di supermodularità della funzione di redditività dell'impresa, e poi modellano il raggruppamento delle pratiche risultanti dalla complementarità tra innovazioni tecnologiche e cambiamenti organizzativi. Implicita nella definizione di complementarità è l'idea che fare di più in una certa attività non impedisce di fare di più in un'altra, contrariamente alla teoria tradizionale dell'impresa in cui l'ipotesi di rendimenti di scala decrescenti può porre dei vincoli alla possibilità di incremento simultaneo delle variabili di scelta dell'impresa. Le analisi empiriche hanno messo in rilievo come frequentemente innovazioni tecnologiche ed organizzative siano adottate congiuntamente e come entrambe influiscano sulle performances delle imprese (Black e Lynch 2000, Bresnahan, Brynjolfsson e Hitt 2002, Brynjolfsson, Lindbeck e Snower 1996, Malone et al. 1994, Pini 2006, Pini et al. 2010). Nel nostro paese gli studi empirici sulle complementarità tra sfere innovative sono ancora pochi. I principali lavori di natura econometrica realizzati, sulla base di limitati campioni di imprese a livello provinciale, sono attribuibili a Cristini et al. (2003 e 2008), Leoni (2008), Mazzanti et al. (2006), Piva et al. (2005), Pini et al. (2010). Un aspetto poco indagato, anche nei lavori citati, è quello dell'interazione tra tecnologie ICT, cambiamenti organizzativi e pratiche lavorative ad alta performance sulla produttività del lavoro, che è proprio l'argomento specifico che ci siamo proposti di indagare. Preliminarmente abbiamo ricostruito il dibattito teorico ed empirico sul ruolo di driver al fine dell'ottenimento di performances superiori delle tecnologie ICT, dei cambiamenti organizzativi e delle nuove pratiche del lavoro, singolarmente presi. In una seconda fase abbiamo verificato l'esistenza di legami virtuosi tra le tre attività innovative e la produttività del lavoro mettendo in evidenza le complementarità tra le sfere innovative. Per questo abbiamo effettuato un'analisi empirica utilizzando due fonti principali: IX e X indagine sulle imprese manifatturiere del Mediocredito Centrale (ora Capitalia) e la Community Innovation Survey (Cis-4) dell'Istat. Questi ultimi dati sono integrati con quelli di bilancio delle imprese società di capitali attive dal 2001 al 2008, con i caratteri strutturali del Registro delle imprese (Asia), con i dati del commercio estero (Coe), e dell'occupazione (Oros). Seguendo il productivity approach, abbiamo ricercato i legami di complementarità eseguendo, con il software STATA 10, una serie di regressioni multivariate, utilizzando funzioni di produzione aggiustate con le strategie innovative e le loro interazioni. I modelli, stimati con la tecnica dell'Ordinary Least Square (OLS), sono differenti a seconda della tipologia di dati disponibili: con i dati Mediocredito si è stimata una funzione di produzione di tipo Cobb-Douglas, per i dati Cis-4 un stimato un modello a effetti fissi tramite una funzione di produzione di tipo Translog. Se il ricorso alla funzione Cobb-Douglas è ricorrente nella letteratura internazionale, soprattutto per stimare gli effetti delle singole strategie innovative sulla produttività del lavoro (Black e Lynch 2001, 2004, Breshnan et al. 2002, Gera e Gu 2004), l'utilizzo di una funzione Translog, è scelta assolutamente non ricorrente in letteratura per quanto riguarda l'oggetto di analisi. A tal riguardo ci si è ispirati al lavoro di Amess (2003), nel quale vengono valutati gli effetti del management buyouts sull'efficienza di lungo termine delle imprese manifatturiere della Gran Bretagna. Inoltre abbiamo testato la presenza di complementarità attraverso l'analisi delle differenze in termini di performance, suddividendo le imprese in base a diverse combinazioni nell'utilizzo delle strategie innovative. Un aspetto da rilevare è che, le nostre analisi realizzate sul panel integrato Cis-4 utilizzano un campione particolarmente numeroso e rappresentativo della realtà industriale italiana, un fatto, come detto, non frequente negli studi sull'argomento condotti nel nostro Paese. I risultati ottenuti dall'analisi di entrambi i campioni sono in linea con i principali studi empirici italiani (Cristini et al. 2003 e 2008, Mazzanti et al. 2006, Pini 2006, Pini et al. 2010), convalidando ampiamente l'ipotesi di un impatto positivo delle tre strategie innovative sull'aumento delle performances produttive delle imprese, anche se implementate singolarmente in azienda. Per quanto riguarda la verifica di un legame di complementarità tra le tre aree innovative emerge, chiaramente un effetto additivo sul valore aggiunto attraverso l'analisi dei differenziali e seguendo l'approccio sulla supermodularità di Milgrom e Roberts (1990, 1995). L'aspetto più rilevante dei risultati ottenuti è costituito dal fatto che alcune variabili diventano particolarmente significative quando le imprese le adottano simultaneamente: ciò vale in particolare per la formazione e la partnership in R&D. L'attività di formazione è associata positivamente alla presenza di tecnologie ICT e all'innovazione organizzativa, intesa come instaurazione di partnership per la R&D. Inoltre dall'analisi sui dati Mediocredito emerge, in conformità alla teoria skill biased technical change, una propensione a domandare lavoratori in possesso di qualifiche più elevate da parte delle imprese che hanno implementato in maniera significativa cambiamenti tecnologico-organizzativi (Berman, Bound e Griliches1994, Breshnan et al. 2002, Draca, Sadun e Van Reenen 2006). ; Technological development results in a "reshaping" and, sometimes, a complete change within existing productive structures. The knowledge brought about by technological innovations, to be incorporated need a wealth of suitable structural procedures: for this reason the evolution between the technological development and the structural change is getting narrower. The coordination and management of the sinergies and feedbacks among the different aspects of the innovative activity becomes a line of strategic action within the companies to obtain superior economic performances. The strict complementarity between investments in tangible goods (new technologies) and intangibles ones ( organization structure), which brings about a better productivity growth, is the pivot of the new approach to these thematics. The complementarity hypothesis in the innovative processes is particularly important with the advent of the ICT technologies, with their general purpose technology, their widely pervesive characters and the associated requirements of a knowledge at a higher contexct. (Breshnahan et al. 2002, Brynjolfsson et al., 2000, Brynjolfsson et al., 2002, Bugamelli e Pagano 2004). The penetration of these technologies in the productive frame favours the development of the different complementary inputs and allows several flows of "secondary" innovations, which creates new products and processes, bringing more or less long sructural adjustments which include the business reorganization and to carry out work documentation at high performance or High Performance Workplace Practices (Breshanan e Trajtenberg 1995). The latter can be explained in a series of actions which have in the human resources empowerment its central element (unit) and which are reliased with the reduction of the hierarchical levels of employment at general responsibility level, bringing in the employees in active running roles, in working as a team with many duties and competence, in the methods of valuing performance and suggesions from below and lastly in good industial relations. La concettualizzazione dell'organizzazione come un insieme di elementi profondamente eterogenei ma complementari risale a Milgrom e Roberts (1990 e 1995) che, dapprima, ne forniscono una definizione basata sulle proprietà di supermodularità della funzione di redditività dell'impresa, e poi modellano il raggruppamento delle pratiche risultanti dalla complementarità tra innovazioni tecnologiche e cambiamenti organizzativi. Implicita nella definizione di complementarità è l'idea che fare di più in una certa attività non impedisce di fare di più in un'altra, contrariamente alla teoria tradizionale dell'impresa in cui l'ipotesi di rendimenti di scala decrescenti può porre dei vincoli alla possibilità di incremento simultaneo delle variabili di scelta dell'impresa. The notion of the organisation as a collection of elements extremely different, but complementary, goes back to Milgrom and Roberts (1990 e 1995) who, at first, gave a definition based on the properties of modular dimensions of the firm income capacity and then they (the set of elements) put together the resulting documentation due to the complementarity between technological innovations and structural changes. Implicit to the complementariety definition, is the idea that to do more in a certain activity does not exclude to do more in another one; this is to the contrary to the firm traditional theory where the hypothesis of decreasing range efficiency can limit the possible simultaneous increase of the firm variable choices. The empiric analysis have put in evidence that often technological and structural innovetions are taken together and that both influence the firms performances (Black e Lynch 2000, Bresnahan, Brynjolfsson e Hitt 2002, Brynjolfsson, Lindbeck e Snower 1996, Malone et al. 1994, Pini 2006, Pini et al. 2010). In our country the empiric studies on the complementarity within the innovative fields are still few. The major econometric works realised, based on limited samples at provincial level are ascribed to Cristini et al. (2003 e 2008), Leoni (2008), Mazzanti et al. (2006), Piva et al. (2005), Pini et al. (2010). The integration within the ICT technologies, stuctural changes, work habits at high performance on work productivity are aspects investigated insufficiently even on the studies already mentioned. This is the specific subject we propose to examine. At first we have reconstructed the theoric and empiric argument on the driver role aiming to obtain performances better than the the ICT technologies, stuctural developments, work habits, each taken individually. In a second phase we have verified the existence of virtual bonds between the innovative activities and labour productivity putting in evidence the complementariety within the innovative areas. For this reason we carried out an empiric analysis using two main sources: IX and X investigation on manufactury firms of Mediocredito Centrale (now Capitalia) and the Community Innovation Survey (Cis-4) by Istat. These last data are put together with the ones of active plc (public limited companies) balances from 2001 to 2008 with structural characteristics according to Companies Register (Asia), foreign trade data (Coe) and employment (Oros). By following the productivity approach we searched complementarity bonds, achieved with software STATA 10, a range of changeble regressions, using production activities related to innovative strategies and their interactions. The samples, based on the Ordinary Least Square (OLS) technique, are different according to the type of data: available with Mediocredito data, we valued a production function of the Cobb-Douglas type; for the Cis-4 was valued a sample at fixed results using a production function of Tanslog type. If going back to the Cobb-Douglas function appears again in the international literature, especially to value the consequences of single innovative strategies on labour productivity (Black e Lynch 2001, 2004, Breshnan et al. 2002, Gera e Gu 2004), the use of a Translog funtion, is chosen absolutely, without going back to literature when referring to the object of the analysis. From this point of view, we were influenced by Amess' (2003) work, where were valued the results of the management buyouts on the long term efficiency of manifacturing industies in Great Britain. Besides we tested the presence of complementarity by using the analysis of the differences based on performance, by dividing the firms according to their different utilization of innovative strategies. An aspect to take into consideration is that, our analysis carried out on the integrated Cis-4 panel utilise a rather special and large sample which represents the Italian industrial reality, a fact, as already mentioned, not common in the studies undertaken in our Country on this subject. The results obtained from the analysis of both samples are in line with the principal Italian empiric studies (Cristini et al. 2003 e 2008, Mazzanti et al. 2006, Pini 2006, Pini et al. 2010), widely confirming the hipothesys of a positive impact within the three innovative strategies on the companies increase of the producteve performances, even if singularly employed by the business. As regards the examination of a complementarity connection within the three innovative areas, emerges clearly an additive effect on its added value using the analysis of the differentials and approching the super modularity of Milgrom e Roberts (1990, 1995). The most important aspect of these results is that some variables become particularly significative when the firms use them simultaneously: this is particularly valid at educational level and partnership in R&D. The activity at educational level is positively associated to ICT technologies and structural innovetions, understood as the setting up of partnership for R&D. In addition from the analysis of Mediocredito data emerges, according to the skill biased technical change theory, a tendency by the companies, which have made significant techinical-structural changes to look for employees with higher qualification levels (Berman, Bound e Griliches1994, Breshnan et al. 2002, Draca, Sadun e Van Reenen 2006).
Dottorato di ricerca in Scienze e tecnologie per la gestione forestale e ambientale ; La definizione di biodiversità può avere diverse interpretazioni, ma generalmente con questo termine si indica l'insieme delle specie presenti in un ecosistema: ad una maggior numero di esse, corrisponde una maggiore stabilità del sistema. A livello di specie, la biodiversità è principalmente correlata alle differenze genetiche tra individui; un ricco patrimonio genetico intra-specifico garantisce un ampio spettro di risposte alle pressioni ambientali. D'altro canto, popolazioni con scarsa biodiversità genetica tendono a rispondere in maniera univoca a condizioni di stress, dunque presentandosi più vulnerabili ad essi. Questo fenomeno è particolarmente enfatizzato in contesti di pressione antropica e climate change, specialmente a scala regionale o locale. Individui, popolazioni ed ecosistemi sono strettamente collegati tra loro, ed interagiscono nel mantenimento degli equilibri dei macro sistemi, sia paesaggistici, che socio-economici. Di conseguenza, il mantenimento della biodiversità deve essere garantita attraverso misure attive di conservazione implementate dalle più recenti ed innovative tecniche e politiche di settore. Per molte specie forestali, questo significa sollecitare la sensibilità sullo sviluppo di nuovi ed efficienti strumenti operativi da integrare con le tradizionali strategie di gestione, ad esempio la conservazione in situ ed ex situ del patrimonio forestale. Considerando queste premesse, un tale strumento potrebbe certamente essere identificato nella definizione e delimitazione delle Regioni di Provenienza, promosse dall'Unione Europea attraverso la Direttiva 105/99. I principali metodi finora utilizzati si riferiscono all'utilizzo di parametri ecologici (pedologici, fitoclimatici, ecc.), come descrittori di contesti ecologici omogenei a livello spaziali, quindi identificanti eco provenienze per ogni specie forestale come conseguenza della differenziazione evolutiva secondo i principi della selezione naturale. Tali eco regioni forniscono un quadro di sintesi relativo ad un territorio che, suddiviso in aree ecologicamente omogenee, garantisce l'identificazione dei soprassuoli idonei dai quali prelevare il materiale di propagazione di base, ossia coni, frutti e sementi, parti di piante ottenute da propagazione agamica, embrioni, ecc. Tra i soprassuoli vengono anche contemplati i cosiddetti boschi da seme, le piantagioni, il materiale parentale derivante da incroci, nonché i cloni. Ad oggi molti Paesi dell'Unione Europea hanno promosso dei metodi per determinare le Regioni di Provenienza, basandosi principalmente sulla suddivisione del territorio secondo criteri chimico-fisici; questa scelta è intrinsecamente motivata dal fatto che di tali parametri si ha un ricco database informativo derivante dai molti anni di studio del territorio. Come risultato, ogni Paese ha delimitato con rigidi confini le proprie zone ecologicamente omogenee. Tale approccio rappresenta sicuramente un primo passo fondamentale nel soddisfare appieno i requisiti presenti nella Direttiva 105/99, per quanto uno studio più approfondito viene incoraggiato per identificare le Regioni di Provenienza per ogni specie forestale. Alcuni Paesi come la Francia, la Spagna o la Germania stanno lavorando in questa direzione da circa 15 anni, mentre l'Italia è ancora qualche passo indietro. In particolare, la posizione italiana è anche condizionata dal regime giuridico che demanda le competenze in tema di ambiente dal governo centrale alle Regioni. Il risultato è che la suddivisione del territorio italiano in Regioni di Provenienza per le specie forestali è ancora incompleto o fermo allo stadio preliminare. Lo scopo principale di questo lavoro è stato, quindi, l'applicazione del metodo ampiamente utilizzato in Europa, adeguatamente arricchito con nuovi parametri chimico-fisici e fitoclimatici, per definire le Regioni di Provenienza valide per le specie forestali della Regione Lazio. Un primo passaggio ha interessato la raccolta e l'analisi dei dati presenti circa la caratterizzazione territoriale, in modo da poter selezionare le variabili ecologiche ed ambientali maggiormente rappresentative nel definire delle eco provenienze. Successivamente, in accordo con l'Allegato I della L.R. 39/2002, 28 specie di interesse forestale sono state scelte e mappate sul territorio. Tra queste, 10 specie sono state descritte con una puntuale carta della distribuzione, mentre per le rimanenti 18 specie un areale quantitativo è stato ricostruito dalle informazioni raccolte secondo un criterio di presenza/assenza applicato ad una scala 1:10000. A causa della necessità di identificare dei boschi da seme per queste specie, tali per cui vi fossero già delle condizioni di tutela a livello legislativo, solo la superficie forestale regionale che insiste all'interno delle aree protette è stata presa in considerazione. Un dossier cartografico di 432 mappe è stato realizzato a partire dalle informazioni precedentemente illustrate e correlato con delle informazioni di carattere statistico circa l'estensione ed il numero di siti per ogni specie, per ogni area protetta del Lazio. Allo stesso tempo, uno studio pilota è stato condotto sul pino domestico (Pinus pinea L.) in modo da completare il processo richiesto dalla Direttiva Europea e giungere dall'individuazione delle Regioni di Provenienza fino alla selezione dei soprassuoli candidati ad essere inseriti nel Registro regionale dei Boschi da Seme. Lo sviluppo di questa parte del lavoro ha richiesto un monitoraggio di tutte le principali pinete litoranee laziali, con la raccolta delle informazioni di carattere strutturale e dendrometrico. I risultati hanno composto un ulteriore dossier cartografico, questa volta dedicato al pino domestico, con informazioni relative alle singole pinete studiate. La sovrapposizione della distribuzione puntuale del pino domestico con la carta precedentemente realizzata delle Regioni di Provenienza, o più precisamente "Regioni di Raccolta", unitamente alle considerazioni derivanti dalle indagini in campo, ha permesso di identificare due zone (denominate "Litorale" e "Lauretum caldo") dalle quali sono stati scelti rispettivamente i boschi di Castelporziano e della Foresta Demaniale del Circeo come migliori candidati a boschi da seme. Di questi soprassuoli sono state altresì redatte delle proposte di gestione, da indirizzare all'Assessorato all'Ambiente della regione Lazio, in modo da completare le linee guida per la conservazione, amministrazione e certificazione del materiale di base da utilizzare nei piani di restauro ambientale o di rimboschimento. Infine, la multidisciplinarietà del presente lavoro ha offerto degli spunti di indagine paralleli ma strettamente inerenti le problematiche descritte in precedenza, che hanno condotto a delle ulteriori sperimentazioni confluite in altrettante pubblicazioni di carattere internazionale. In particolare, prendendo spunto dalle metodologie impiegate per la definizione delle Regioni di Provenienza secondo parametri chimico-fisici, è stata testata la possibilità di giungere ad un simile risultato partendo però dall'analisi di alcune risposte biologiche. In tal senso, uno studio ha interessato l'utilizzo combinato della dendroecologia e dell'attività fenologica delle foreste laziali per arrivare alla delimitazione di quattro Regioni di Provenienza, attraverso le analisi PCA e di cluster, basate solo sulle risposte bioclimatiche. Per la caratterizzazione dendroecologica dei soprassuoli forestali si è fatto riferimento ad una network che ha il faggio come specie pilota, mentre i modelli fenologici sono stati quantificati utilizzando il segnale espresso dall'attività fotosintetica attraverso l'NDVI (Normalized Difference Vegetation Index). Attraverso uno studio da remoto con sistemi GIS si è ottenuto una corrispondenza tra risposte dendroecologiche e fenologiche tale per cui è stato possibile delimitare delle Regioni di Provenienza basate sulla risposta delle piante al clima. Un secondo approfondimento ha interessato la possibilità di includere in un innovativo strumento operativo per il rimboschimento ed il restauro ambientale, i principi teoretici alla base delle Regioni di Provenienza. Tale tecnica di rimboschimento è stata identificata nel metodo Miyawaki, la quale, mai testata in Europa, è stata oggetto di indagine per verificarne la reale efficacia nel contesto Mediterraneo. L'esperimento è stato condotto in Sardegna ed i risultati incoraggiano l'uso di tale metodo nel nostro contesto ambientale, in particolare perché risponde appieno alle raccomandazioni circa il reperimento del materiale di base della Direttiva Europea, inoltre, è stato verificato come il suo utilizzo possa essere efficace anche in zone dove le tradizionali tecniche di rimboschimento hanno fallito in precedenza. I principali vantaggi interessano il mantenimento di un alto tasso di biodiversità rispetto ai tradizionali metodi e la capacità delle cenosi vegetali che vengono a costituirsi di evolversi senza l'intervento assistito dell'uomo. Questo si traduce in un'interessante riduzione del costo di gestione dei siti rimboschiti, oltre ad una possibilità operativa aggiuntiva per tutti gli esperti di settore che operano nell'ambiente Mediterraneo. ; The definition of biodiversity can have many interpretations, but generally refers to the amount of species occurring in an ecosystem: more species, greater stability. At species' level, biodiversity is mainly related to the genetic differences between individuals; a rich intra-specific gene pool means a wide range of responses to environmental strains. On the other hand, populations with low genetic diversity tend to respond evenly to stress conditions, thus having more difficulties to face currently growing disturbances driven by anthropic pressure and climate change, especially on local and regional scales. Individuals, populations and ecosystems are tightly linked and interact to maintain landscape stability, large socio-economic systems and man's health. As consequence, biodiversity maintenance should be carried out with active conservation measures implemented with the most recent progress in techniques and policies. For forest species, this implies awareness of the availability of new and efficient tools to comply with traditional strategies, such as tree populations management at their natural sites within the environment to which they are adapted (in situ) and artificial, but dynamically evolving populations, elsewhere (ex situ). Under these circumstances an operative tool could certainly be the definition and delimitation of Regions of Provenance, promoted by the European Directive 105/99. The main methods involved the use of ecological parameters (e.g. pedological, phytoclimatic), presumed to be homogeneous within each area, thus identifying ecoprovenances for a species as a consequence of evolutionary differentiation according to the effects of natural selection. They provide a framework for specifying sources of forest reproductive material, i.e. cones, fruits and seeds, all parts of plants obtained by vegetative propagation, including embryos and plants produced from any of these. The plant material from which the forest reproductive material is derived includes seed stands, seed orchards, parent material held by tree breeders in archives, individual and mixtures of clones. Nowadays, many European countries are promoting methods to detect Regions of Provenance, mainly based on chemiophysical parameters, because of the data availability across years of land monitoring. As result, each country has been divided in several ecologically homogeneous sub-zones, with fixed boundaries. This could be represent a preliminary approach to full-fill the Directive's requirements, but a deeper study is encouraged to focus on each forest species for which Regions of Provenance are required. Some countries, as France, Spain or Germany are working since 15 years to provide these results, while Italy is still many steps backward. In particular, the Italian position is partially due to its jurisdiction that devolve power in terms of environmental policy from the central Government to the Regional departments. As consequence, the definition of Regions of Provenance in our country is still incomplete and in many cases at preliminary stages. In the present work, the main goal was to assess a method based on ecological parameters, like in other European scenarios, to define and delineate Regions of Provenance for Latium in order to establish seed stands for selected forest species. A first step regarded data collection and analysis to create the set of most representative chemiophysical variables to point out ecoprovenances; than, distribution ranges of 28 forest species listed as natural and/or autochthonous for Latium have been obtained from remote analysis of cartographic dataset or from previous studies. During this process, 10 species were fully mapped, and for the remaining 18 species quantitative ranges were performed at 1:10000 scale level, with information on presence/absence. Because of the need to identify seed stands of these species that could also benefit from legislative pre-existing conditions, only forest surface within protected areas was taken into account. Totally, a cartographic dossier of 432 maps was produced with information about the number of sites and hectares for study species in each protected areas of Latium. At the same time, a case study was afforded to complete the process from the definition of Regions of Provenance up to seed stands identification. Domestic pine (Pinus pinea L.) stands across Latium coasts were monitored. Forest stands were mapped, dendrometric and structural characteristics were recorded during field surveys and detailed information about each stand were summarized in a specific map set. Overlapping distribution range of domestic pine to the Regions of Provenance previously performed, two zones were identified as containing all the stands and another one was added because of the occurrence of one population on the buffer zone. Finally, two pine forests were chosen as candidate to become seed stands, in order to get one stand for each Region (Castelporziano for Region 12 "Litorale", and Foresta del Circeo for Region 9 "Lauretum caldo"). Forest management proposals were also carried out for these forests, to accomplish guide lines for the Envirnomental Directorate of Latium in order to perform the best practices to protect and maintain seed stands and provide certified base material for reforestation programs. Moreover, mutual points of interest risen up during this work gave the chance to delve into the present methodologies and theoretical ideas in order to approach innovative and practical tools, that could be considered as advanced experiments. In particular, a first investigation point out the use of combined dendroecological and phenological analysis to define Regions of Provenance by biological parameters. Previous dendroclimatic research demonstrated the relationship between plant growth and climatic parameters; in Latium, similar bioclimatic responses from different forest stands growing at similar elevations were statistically grouped into three homogeneous altitudinal belts using principal component analysis and hierarchical cluster analysis. Phenological patterns of forest species were quantified using the photosynthetic activity signals expressed in the normalized difference vegetation index (NDVI). Through a beech tree-ring network, NDVI was compared with dendroecological results using Geographical Information System analysis, obtaining high correspondence in overlapping, and underlying the relevance of altitude as a main factor defining homogeneous spatial vegetation dynamics, thus delimiting ecological Regions of Provenance based on tree responses to climate. At the same time, a tentative study was assessed to find a reforestation approach that include in its theoretical principles the concept of Region of Provenance as an ecologically homogeneous well-delimited zone. The effectiveness of the Miyawaki method, never tested in Mediterranean environments was experimented in Sardinia, and point out the possibility to adopt sustainable techniques in principle with the declarations of the European Directive 105/99, in sites where traditional reforestation approach failed. The Miyawaki method has been applied in the Far East, Malaysia, and South America; results have been very impressive, allowing quick environmental restorations of strongly degraded areas. However, these applications have always been made on sites characterized by high precipitation, but never in context with summer aridity and risk of desertification. Results obtained 2 and 11 years after planting are positive: having compared the traditional reforestation techniques, plant biodiversity using the Miyawaki method appears very high, and the new coenosis (plant community) was able to evolve without further operative support after planting. Therefore, the implementation of supplementary technique along with cost reduction might provide a new and innovative tool to foresters and ecological engineering experts for Mediterranean environmental reforestation program.
Dottorato di ricerca in Memoria e materia dell'opera d'arte attraverso i processi di produzione , storicizzazione, conservazione, musealizzazione ; Il progetto I codici e la cultura scientifica alla corte dei Papi tra fine XIII e primi decenni del XV secolo, con particolare attenzione ai manoscritti miniati della Biblioteca Papale di Avignone si articola in tre snodi principali, corrispondenti alle partizioni essenziali in cui è stato suddiviso il lavoro. Innanzitutto si è tratteggiata una panoramica della storia, delle caratteristiche e degli sviluppi degli inventari delle librariae pontificie tra 1295 e 1594, fonti e testimonianze essenziali da cui partire, per indagare la vastità degli interessi culturali, in particolare scientifici, della corte papale. Tale esame, oltre a permettere di delineare l'effettiva presenza e consistenza di codici scientifici alla corte dei pontefici tra XIII e XV secolo e di rintracciare e riconoscere un nucleo significativo di manoscritti, oggi conservati in diversi fondi di biblioteche europee (Biblioteca Apostolica Vaticana, Biblioteca Alessandrina, Bibliothèque Nationale de France, British Library, Biblioteca capitular di Toledo), a seguito della parziale dispersione e frammentazione della biblioteca papale, ha permesso di sottolineare, seguendo la prospettiva di lunga durata, le palesi divergenze esistenti in tale campo del sapere con il canone quattrocentesco redatto da Tommaso Parentucelli per la costituzione di una teorica biblioteca umanistica. Per sostanziare tale confronto si è fatto riferimento alla presenza degli item di natura scientifica elencati nei diversi inventari, inseriti in appendice. Quindi si è proposta una disamina della fortuna del pensiero scientifico all'interno della corte pontificia tra seconda metà del XIII e XIV secolo, prendendo in esame lo Studium di Viterbo, maggiore centro culturale del tempo in tale campo, e il pontificato di Bonifacio VIII (1297-1304), per giungere ai due casi peculiari, durante il papato avignonese, di Giovanni XXII (1316-1334) e Clemente VI (1342-1352), scelti non solo per la personale tensione verso le scienze esatte, ma anche per i riflessi risultanti nella loro azione politica: significativa in tal senso la bolla Super illius specula, promulgata nel 1326 da Giovanni XXII, e altrettanto rilevante l'intenso dibattito inerente la Visione beatifica sviluppatosi sotto il medesimo pontefice oppure alla questione sulla determinazione della data della Pasqua. Infine si è affrontato il nucleo dei codici scientifici miniati della biblioteca papale di Avignone. Da tale lavoro, basato principalmente sull'istituzione, ove possibile, di confronti con la coeva produzione liturgico-giuridica propria della curia pontificia, sulla quale fino a oggi si sono concentrati gli studi inerenti la miniatura avignonese, è emerso che tale gruppo di manoscritti è costituito in prevalenza da codici di studio, appartenuti probabilmente a membri della curia, entrati solo successivamente a far parte della collezione libraria papale, in virtù dello ius spolii, come recentemente dimostrato per il Borgh. 353 (Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana). Solo alcuni manoscritti potrebbero ritenersi il frutto di una specifica commissione pontificia, come evidente dalle dediche presenti sia nel ms 81 della Biblioteca Alessandrina di Roma, contenente il Commento alla Physioniomia di Guglielmo di Myrica, sia nel ms lat. 7293 della Bibliothèque Nationale de France, copia acefala del De instrumento rivelatore di Levì Ben Gerson. Il carattere privato di tali manoscritti appare ancor più evidente qualora si passi all'analisi degli apparati decorativi, dove si constata in alcuni casi la totale o parziale assenza di pagine d'incipit riccamente miniate, di iniziali rubricate o filigranate quand'anche previste dall'ordinator. Accanto a considerazioni prettamente stilistiche si sono anche condotte riflessioni inerenti l'iconografia delle iniziali istoriate dal momento che spesso risultano essere caratterizzate da raffigurazioni del tutto estranee alla materia trattata all'interno delle opere di cui qualificano l'incipit. La presenza di soggetti quali ad esempio la Vergine in maestà, del Cristo in trono o della Sacra famiglia consueti in testi di contenuto religioso, si è legata alla volontà di rendere più appetibile a un pubblico non laico la materia profana trattata. Accanto a tale tesi, probabilmente risultato dell'esclusiva volontà del committente, non si può non proporre anche una lectio facilior di tale discrepanza tra testo ed immagine, che potrebbe forse trovare la sua ragion d'essere forse nel fatto che gli artisti, abituati a realizzare per la curia testi di carattere sacro, abbiano usato i medesimi modelli a loro disposizione anche nella decorazione di codici di natura del tutto profana, ricorrendo ad un repertorio di soggetti standardizzato, senza preoccuparsi di aggiornarlo a esigenze diverse e in particolare a quelle legate ai contenuti di opere quali la Physica o la Methapysica. Tale parte del lavoro è stata arricchita e supportata da schede catalografiche, composte da un'attenta analisi e descrizione codicologica, alla quale fa seguito una sezione storico-critica incentrata sulle vicende sia compositive sia collezionistiche di detti codici e sul loro attuale stato conservativo. ; The project Codes and Scientific Culture at the Court of the Popes in Late Thirteenth Century and in the Early Decades of the Fifteenth Century, with Particular Attention to the Illuminated Manuscripts of the Papal Library of Avignon is divided into three main parts, corresponding to the essential partitions in which is partitioned the researching work. The first one is dedicated to an overview of the history, the characteristics and the developments of papal libraries inventories between 1295 and 1594. Its matter of fact that these ones are essential sources and testimonies for investigate the cultural interests, particularly the scientific one in the papal court. This examination, as well as allowing you to outline the actual presence and consistency of scientific codes in the court of the popes between the thirteenth and fifteenth century, tracking and recognizing a significant core of manuscripts, now preserved in various collections of European libraries (Biblioteca Apostolica Vaticana, Bibliotheca Alexandrina, Bibliothèque Nationale de France, British Library, Toledo Capitular Library), following the partial dispersion and fragmentation of the papal library, allowed to point out, following the long-term perspective, the obvious differences that exist in this field of knowledge with the canon century written by Thomas Parentucelli for the establishment of a theoretical humanistic library. This point has been substantiated by comparison of the items listed in the various scientific inventories, included in the book's appendix. The second part of the volume concerned an examination of the fortune of scientific thought in the papal court in the second half of the thirteenth and fourteenth centuries, examining the Studium of Viterbo: the greater the cultural center of the time in this field; the pontificate of Boniface VIII (1297 -1304); and finally outlining two peculiar cases, during the Avignon papacy of John XXII (1316-1334) and Clement VI (1342-1352), chosen not only for the personal tension towards the exact sciences, but also for the reflections resulting in their political action: significant in this sense, the Super illius note, promulgated in 1326 by Pope John XXII, the intense debate regarding the Beatific Vision developed under the same pope or the question of determining the date of Easter. In the last section, we addressed the core of the scientific codes illuminated the papal library in Avignon. This work has based mainly on the establishment, where possible, comparisons with contemporary liturgical and legal production linked to the papal curia, on which up now it has focused studies. It was found that this group of manuscripts is mainly consisting of study codes, probably belonged to members of the Curia, which came only later to be part of the papal library collection, by virtue of jus spolii, as recently demonstrated, for example in the case of Borgh. 353 (Vatican City, Biblioteca Apostolica Vaticana). Only few manuscripts may be considered the result of a specific pontifical commission, as evident from the dedications both the ms 81 of the Alessandrina Library of Rome, containing a commentary on the Physioniomia of William of Myrica, or the ms lat. 7293 of the Bibliothèque Nationale de France, a Levi ben Gerson headless copy of the De instrumento rivelatore. The private nature of the manuscripts is even more evident when you analyze the decorative device. It is found in some cases the total or partial absence of pages of richly illuminated incipit, in other ones the absence of rubricated or pen worked initials even provided by ordinator. In addition to stylistic considerations it has also conducted reflections about historiated initials. They often turn out to be characterized by depictions completely unrelated to the topic within the works which qualify the opening words. The presence of subjects such as the Virgin in majesty, the enthroned Christ or the Holy Family usually present in texts of religious content, it is linked to the desire to make it more agreeable to a secular audience the profane matter treated in the books, so probably the exclusive will result of the client. However we can also propose a lectio facilior of this discrepancy between text and image. It could possible find its reason in the fact that artists, accustomed to achieve sacred texts for curia, they used the same models in the decoration of codes of secular nature, using a standardized repertoire of subjects, not bothering to upgrade it to the different needs of 3 operas like Physica and Metaphysica. This last section has been enriched and supported by catalog entries, consisting of careful analysis and description codex, which is followed by a historical-critical section focused on the compositional
L'evoluzione dell'enoturismo, inteso come componente autonoma dell'offerta delle aziende vitivinicole o quale possibile integrazione del turismo rurale e tematico, ha determinato l'affermazione di un ben identificato settore del turismo di nicchia, generando un interesse della comunità scientifica ed orientando la ricerca su aspetti e componenti riferiti alla domanda del suo consumo. L'obiettivo del presente lavoro di ricerca, consiste nell'elaborare una profilazione dell'enoturista, attraverso gli attributi socio-demografici, comportamentali e motivazionali, nei diversi luoghi di consumo dell'esperienza turistica e nelle diverse modalità di fruizione del prodotto turístico nella regione Campania. Dopo aver inquadrato la letteratura scientifica sul tema, si è realizzata una ricerca applicata in vari luoghi e forme dell'esperienza enoturistica (festivals, degustazioni, cene tematiche), il cui scopo è l'approfondimento di attitudini, comportamenti e motivazioni dell'enoturista che possono assumere un ruolo strategico nelle possibili evoluzioni dell'enoturismo e nell'identificazione di azioni e strumenti per la affermazione della regione Campania quale destinazione enoturistica. L'elaborazione dei dati, nella parte empirica del lavoro, ha permesso un'analisi degli aspetti motivazionali e comportamentali dell'enoturista. Attraverso la somministrazione di un questionario strutturato a risposta chiusa, si sono ottenute 441 risposte valide. L'analisi statistica, elaborata con il programma SPSS v. 23 e JASP 0.14.0.0, ha previsto lo sviluppo di analisi fattoriale (EFA) e confirmatoria (CFA). Prendendo come riferimento le dimensioni motivazionali tratte dall'EFA, è stata utilizzata la tecnica multivariante di accorpamento dei casi (conglomerati gerarchici e conglomerati Kmedi) aventi l'obiettivo di analizzare similitudini o somiglianze esistenti tra le interviste. A partire dai gruppi o segmenti ottenuti sono state applicate statistiche e misure di associazione che forniscono informazioni necessarie per studiare i possibili modelli di associazione esistenti tra le variabili sulla base di una tabella di contingenza bidimensionale (Rho-Spearman e Tau de Kendall). Analogamente, sono state utilizzate procedure statistiche non parametriche, per analizzare differenze significative tra i gruppi del campione (H de Krustal-Wallis y la U de Mann-Whitney). I risultati definiscono quattro clusters così denominati: 1. Enoturista occasionale, 2. Enoturista enologico, 3. Enoturista di evasione, 4. Enoturista di convenienza. Per ognuno dei clusters si registrano differenti stimoli motivazionali nella partecipazione agli eventi, e dunque, una caratterizzazione funzionale alla profilazione dell'enoturista. Il complesso delle evidenze ottenute comporta una possibile differenziazione delle azioni di marketing territoriale e consente la formulazione di un modello di rifermento che, in base ai vari clusters, individua attori, azioni e strumenti per l'affermazione della regione Campania quale destinazione enoturistica. ; The evolution of wine tourism, as an autonomous component of the supply of wineries or a possible integration of rural and thematic tourism has led to the affirmation of a well-identified niche tourism sector, generating an interest of the scientific community and addressing research on aspects and components related to the "demand" of its consumption The purpose of the research work, as a whole, is expressed in a cognitive proposal of the profiling of wine tourists, implemented through behavioral and motivational socio-demographic attributes, in the different places of consumption of the tourist experience and in the different ways of using the tourist product in the Campania region. Through, this analysis research aims to acquire cognitive elements useful for the definition of a reference model. The scope is identifying homogeneous segments of wine tourists in order to compare the resulting profiles After having framed the scientific literature on the topic, research has been carried out in various places and forms of the wine tourism experience (festivals, tastings, thematic dinners), focusing on the deepening of attitudes, behaviors and motivations of the wine tourist. These psychographic aspects assume a strategic role in the possible evolution of wine tourism and in the identification of actions and tools for the affirmation of the Campania region as a wine tourist destination. The empirical part of this work provides a collection of data, through the administration of an interview, for a reworking quantitative motivational and behavioral aspects of wine tourists. Through the administration of a structured questionnaire with closed answers, 441 valid answers were obtained. The statistical analysis was carried out with the application program SPSS v. 23 and JASP 0.14.0.0. The questionnaire replies were validated in the reliability with Alpha de Cronbach method. Exploratory factor analysis (EFA) has been used as a technique of data reduction, in relation to the objective of identifying homogeneous dimensions for the motivations of the experiences of participation in the events. In order to validate the reliability of the factors derived from the EFA, the confirmatory factor analysis (CFA) technique has been applied. Taking the motivational dimensions taken from the EFA as a reference, the multi-variant case-amalgamation technique (hierarchical conglomerates and K-medium conglomerates) was used with the aim of analyzing similarities or similarities between the interviews. Statistics and association measures have been applied to the groups or segments obtained providing the information necessary to study the possible models of association existing between the variables on the basis of a two-dimensional contingency table (Rho-Spearman and Tau de Kendall). Similarly, non-parametric statistical procedures were used to analyze significant differences between sample groups. (H de Krustal-Wallis y la U de Mann-Whitney). The aforementioned techniques have led to the emergence of four clusters identified as follows: 1. Occasional wine tourist, 2. Oenological wine tourist, 3. Evasion wine tourist, 4. Convenience wine tourist. According this study, there are different reasons to participate in the events for each of the clusters and therefore a characterization that can be functional to the profiling of the wine tourist. The overall evidence described implies a possible differentiation of territorial marketing actions in the setting of factors qualifying the wine tourism experience in the Campania region. ; La evolución del enoturismo, entendido como unidad autónoma de la oferta de las empresas vinícolas o de cualquier integración posible del turismo rural y temático, se ha revelado como una actividadsector claramente identificado como turismo de exclusividad, generando un interés en lacomunidad científica que orienta el estudio a los aspectos y componentes referidos a la demanda. El objetivo de esta tesis doctoral es analizar el perfil del enoturista a través del perfil sociodemográfio y las motivaciones para visitar distintos lugares de la región de Campania (Italia) con la finalidad de conseguir una experiencia única de carácter enológica. La revisión de la literatura se ha basado en la búsqueda de estudios que aborden tanto el estudio del enoturismo en diferentes lugares como las diferentes formas existentes en cuanto a las experiencias enoturisticas (festivales, catas, cenas temáticas). La finalidad de esta búsqueda de la literatura científica converge en el examen de las actitudes, de los comportamientos y de las motivaciones que pueda asumir el papel estratégico de las posibles evoluciones del enoturismo y en la identificación de las acciones y los instrumentos empleados con el objetivo de fortalecer la región Campania como destino enoturistico. Una vez realizada la revisión de la literatura científica, se ha desarrollado un trabajo de campo consistente en pasar un cuestionario, habiéndose obtenido 441 respuestas válidas. La elaboración de los datos ha permitido un análisis de los aspectos motivacionales y comportamentales del enoturista encuestado. El análisis estadístico ha sido elaborado con el programa aplicativo SPSS v. 23 y con JASP 0.14.0.0. El estudio empírico ha consistido en el desarrollo de un análisis factorial exploratorio (EFA) y confirmatorio (CFA). Así, y tomando como referencia las dimensiones motivacionales obtenidas del EFA, se emplea la técnica multivariable de agrupación de los casos (grupos jerárquicos y grupos K-medi) con la finalidad de analizar similitudes o semejanzas existentes entre las entrevistas. A partir de los grupos o segmentos obtenidos, se ha aplicado las estadísticas y medidas de asociación que proporcionan informaciones necesarias para el estudio de posibles modelos de asociación existentes en las variables en base a una tabla de contingencia bidimensional (Rho-Spearman y Tau de Kendall). De forma análoga se han utilizado procesos estadísticos no paramétricos para analizar diferencias significativas entre los grupos de muestra (H. De Krustal-Wallis y la U. de Mann-Whitney). Los resultados obtenidos definen cuatro grupos que se han denominado: 1. Enoturista ocasional; 2. Enoturista enológico; 2. Enoturista de evasión; 4.Enoturista de conveniencia. Para cada uno de estos grupos se registran diferentes estímulos motivacionales en la participación de los eventos, y, por lo tanto, una caracterización funcional para la perfección del perfil del enoturista. El conjunto de las evidencias obtenidas en esta investigación posibilita una posible diferenciación de las acciones de marketing territorial y consiente la formulación de un modelo de referencia que, en base a los distintos grupos, permite a los actores, tanto públicos como privados, de la región de Campania, diseña acciones e instrumentos para reforzr esta región como destino enoturístico.
Il paesaggio forestale è al centro delle politiche europee di salvaguardia dell'ambiente e della biodiversità, in quanto contribuisce allo sviluppo sostenibile e al contrasto dei cambiamenti climatici. Ciò è riconducibile ai servizi ecosistemici che il suo capitale naturale fornisce alla società. La ricerca si dedica perciò all'individuazione dei principali fattori di rischio per la conservazione di questi ambienti sia a scala globale, ma anche soprattutto a scala locale dove si può constatare come specifici ecosistemi siano legati a forme storiche di paesaggio. Molti ambienti forestali del vecchio continente, infatti, si sono coevoluti con l'uomo, rispondendo a innumerevoli funzioni, ma tramandando, grazie alla loro resilienza paesaggistica, peculiari connotati identitari dei luoghi. Un caso emblematico di tutto ciò è lo storico paesaggio laurentino dell'Ager Laurens, tra Roma e il mare, conservatosi all'interno della Tenuta presidenziale di Castelporziano e assediato dalla città che vi si è sviluppata intorno. Studiare la storia e l'evoluzione paesaggistica dell'area, consentendo di attestare la resilienza di queste foreste negli ultimi tremila anni, grazie a fonti storiche e cartografiche che affondano le proprie radici nella mitologia classica, è stato il presupposto per affermare la necessità di interventi volti alla sua conservazione, in linea con gli obiettivi sanciti dai Presidenti della Repubblica nel 1999 e rinnovati nel 2020. A tal fine è stato condotto, per due anni e in una rete permanente, il monitoraggio dei fenomeni di rinnovazione naturale del querceto planiziale di caducifoglie, una delle componenti naturalistiche di maggior pregio e allo stesso tempo più minacciata nell'ambito costiero mediterraneo, ancor più se periurbano. Strumento fondamentale di approfondimento è stata inoltre la raccolta e l'analisi di dati storici presenti e quelli delle serie storiche meteo-climatiche. Dalle analisi dei dati è emerso uno stato di conservazione critico per il querceto, sia nella senescenza degli individui adulti che nella quasi assenza di rinnovazione naturale che sopravvive al secondo-terzo anno. Ciò è correlato in primo luogo alla numerosità della fauna selvatica, seguita dall'elevata densità della copertura arborea e infine al maggiore stress idrico e richiede interventi di gestione sostenibile integrata più incisivi e costanti nel tempo. ; The forest landscape is at the centre of European policies related to the protection of the environment and biodiversity, as it contributes to sustainable development and the fight against climate change. This is due to the ecosystem services that its natural capital provides to society. The aim of the research is to identify the main risk factors for the protection of the natural environments on a global scale and, above all, on a local scale where it can be seen how specific ecosystems are linked to historical landscape. Many forest environments of the old continent have undoubtedly co-evolved with man, responding to countless functions but simultaneously, thanks to their landscape resilience, handing down peculiar identity-related connotations of the places. A case in point is that of the historic Laurentian landscape of Ager Laurens, between Rome and the sea, preserved within the presidential estate of Castelporziano and under threat by the city that has developed around it. Studying the history and landscape evolution of the area, that has made it possible to attest the resilience of these forests over the last three thousand years, and thanks to historical and cartographic sources, which have their roots in classical mythology, was the prerequisite for affirming the need for interventions aimed at its conservation, in line with the objectives established by the Presidents of the Republic in 1999 and renewed in 2020. For that purpose, during two years and in a permanent network, was conducted the monitoring of the phenomena of natural renewal of the planitial deciduous oak forest, one of the most valuable naturalistic components and at the same time most threatened in the Mediterranean coastal area, even more if peri-urban. Furthermore, essential analyzing and study tools was the collection and analysis of historical data and climatic series. The analysis shows that the oak forest face a critical conservation status, both on the senescence of adult individuals and the almost total absence of natural renewal that survives the second-third year. This is attributable firstly to the abundance of wildlife, followed by the high density of the tree cover and finally to the greater water stress and requires more incisive and constant integrated sustainable management interventions over time. ; El paisaje forestal está en el centro de las políticas europeas de protección del medio ambiente y la biodiversidad, ya que contribuye al desarrollo sostenible y a la lucha contra el cambio climático. Esto se debe a los servicios ecosistémicos que su capital natural ofrece a la sociedad. La investigación, por tanto, se dedica a identificar los principales factores de riesgo para la conservación de estos entornos tanto a escala global, como a escala local, donde se puede ver cómo los ecosistemas específicos están vinculados a formas históricas de paisaje. De hecho, muchos ambientes forestales del viejo continente han co-evolucionado con los seres humanos, respondiendo a innumerables funciones y transmitiendo, gracias a su resiliencia paisajística, características peculiares identificativas de los lugares. Un caso emblemático es el histórico paisaje laurentino de los ager laurens, entre Roma y el mar, conservado dentro de la finca presidencial de Castelporziano y asediado por la ciudad que se ha desarrollado a su alrededor. Estudiar la historia y la evolución paisajística de la zona, que permita atestiguar la resiliencia de estos bosques durante los últimos tres mil años, gracias a fuentes históricas y cartográficas que tienen sus raíces en la mitología clásica, fue el requisito previo para afirmar la necesidad de intervenciones destinadas a su conservación, en línea con los objetivos establecidos por los Presidentes de la República en 1999 y renovados en 2020. Para ello, durante dos años y en una red permanente, se llevó a cabo el seguimiento de los fenómenos de renovación natural del robledal caducifolio llano, uno de los componentes naturalistas más valiosos y a la vez más amenazado del litoral mediterráneo, aún más si es periurbano. Una herramienta fundamental para el análisis fue la recopilación y análisis de los datos históricos y meteorológicos. Del análisis de los datos surgió un estado de conservación crítico para el robledal, tanto en la senescencia de los individuos adultos como en la casi ausencia de renovación natural que sobrevive al segundo-tercer año. Esto es atribuible en primer lugar a la abundancia de vida silvestre, seguida de la alta densidad de la cobertura arbórea y finalmente al mayor estrés hídrico que requiere intervenciones de manejo sustentable integrado más incisivas y constantes en el tiempo.
Se il lavoro dello storico è capire il passato come è stato compreso dalla gente che lo ha vissuto, allora forse non è azzardato pensare che sia anche necessario comunicare i risultati delle ricerche con strumenti propri che appartengono a un'epoca e che influenzano la mentalità di chi in quell'epoca vive. Emergenti tecnologie, specialmente nell'area della multimedialità come la realtà virtuale, permettono agli storici di comunicare l'esperienza del passato in più sensi. In che modo la storia collabora con le tecnologie informatiche soffermandosi sulla possibilità di fare ricostruzioni storiche virtuali, con relativi esempi e recensioni? Quello che maggiormente preoccupa gli storici è se una ricostruzione di un fatto passato vissuto attraverso la sua ricreazione in pixels sia un metodo di conoscenza della storia che possa essere considerato valido. Ovvero l'emozione che la navigazione in una realtà 3D può suscitare, è un mezzo in grado di trasmettere conoscenza? O forse l'idea che abbiamo del passato e del suo studio viene sottilmente cambiato nel momento in cui lo si divulga attraverso la grafica 3D? Da tempo però la disciplina ha cominciato a fare i conti con questa situazione, costretta soprattutto dall'invasività di questo tipo di media, dalla spettacolarizzazione del passato e da una divulgazione del passato parziale e antiscientifica. In un mondo post letterario bisogna cominciare a pensare che la cultura visuale nella quale siamo immersi sta cambiando il nostro rapporto con il passato: non per questo le conoscenze maturate fino ad oggi sono false, ma è necessario riconoscere che esiste più di una verità storica, a volte scritta a volte visuale. Il computer è diventato una piattaforma onnipresente per la rappresentazione e diffusione dell'informazione. I metodi di interazione e rappresentazione stanno evolvendo di continuo. Ed è su questi due binari che è si muove l'offerta delle tecnologie informatiche al servizio della storia. Lo scopo di questa tesi è proprio quello di esplorare, attraverso l'utilizzo e la sperimentazione di diversi strumenti e tecnologie informatiche, come si può raccontare efficacemente il passato attraverso oggetti tridimensionali e gli ambienti virtuali, e come, nel loro essere elementi caratterizzanti di comunicazione, in che modo possono collaborare, in questo caso particolare, con la disciplina storica. La presente ricerca ricostruisce alcune linee di storia delle principali fabbriche attive a Torino durante la seconda guerra mondiale, ricordando stretta relazione che esiste tra strutture ed individui e in questa città in particolare tra fabbrica e movimento operaio, è inevitabile addentrarsi nelle vicende del movimento operaio torinese che nel periodo della lotta di Liberazione in città fu un soggetto politico e sociale di primo rilievo. Nella città, intesa come entità biologica coinvolta nella guerra, la fabbrica (o le fabbriche) diventa il nucleo concettuale attraverso il quale leggere la città: sono le fabbriche gli obiettivi principali dei bombardamenti ed è nelle fabbriche che si combatte una guerra di liberazione tra classe operaia e autorità, di fabbrica e cittadine. La fabbrica diventa il luogo di "usurpazione del potere" di cui parla Weber, il palcoscenico in cui si tengono i diversi episodi della guerra: scioperi, deportazioni, occupazioni . Il modello della città qui rappresentata non è una semplice visualizzazione ma un sistema informativo dove la realtà modellata è rappresentata da oggetti, che fanno da teatro allo svolgimento di avvenimenti con una precisa collocazione cronologica, al cui interno è possibile effettuare operazioni di selezione di render statici (immagini), di filmati precalcolati (animazioni) e di scenari navigabili interattivamente oltre ad attività di ricerca di fonti bibliografiche e commenti di studiosi segnatamente legati all'evento in oggetto. Obiettivo di questo lavoro è far interagire, attraverso diversi progetti, le discipline storiche e l'informatica, nelle diverse opportunità tecnologiche che questa presenta. Le possibilità di ricostruzione offerte dal 3D vengono così messe a servizio della ricerca, offrendo una visione integrale in grado di avvicinarci alla realtà dell'epoca presa in considerazione e convogliando in un'unica piattaforma espositiva tutti i risultati. Divulgazione Progetto Mappa Informativa Multimediale Torino 1945 Sul piano pratico il progetto prevede una interfaccia navigabile (tecnologia Flash) che rappresenti la pianta della città dell'epoca, attraverso la quale sia possibile avere una visione dei luoghi e dei tempi in cui la Liberazione prese forma, sia a livello concettuale, sia a livello pratico. Questo intreccio di coordinate nello spazio e nel tempo non solo migliora la comprensione dei fenomeni, ma crea un maggiore interesse sull'argomento attraverso l'utilizzo di strumenti divulgativi di grande efficacia (e appeal) senza perdere di vista la necessità di valicare le tesi storiche proponendosi come piattaforma didattica. Un tale contesto richiede uno studio approfondito degli eventi storici al fine di ricostruire con chiarezza una mappa della città che sia precisa sia topograficamente sia a livello di navigazione multimediale. La preparazione della cartina deve seguire gli standard del momento, perciò le soluzioni informatiche utilizzate sono quelle fornite da Adobe Illustrator per la realizzazione della topografia, e da Macromedia Flash per la creazione di un'interfaccia di navigazione. La base dei dati descrittivi è ovviamente consultabile essendo contenuta nel supporto media e totalmente annotata nella bibliografia. È il continuo evolvere delle tecnologie d'informazione e la massiccia diffusione dell'uso dei computer che ci porta a un cambiamento sostanziale nello studio e nell'apprendimento storico; le strutture accademiche e gli operatori economici hanno fatto propria la richiesta che giunge dall'utenza (insegnanti, studenti, operatori dei Beni Culturali) di una maggiore diffusione della conoscenza storica attraverso la sua rappresentazione informatizzata. Sul fronte didattico la ricostruzione di una realtà storica attraverso strumenti informatici consente anche ai non-storici di toccare con mano quelle che sono le problematiche della ricerca quali fonti mancanti, buchi della cronologia e valutazione della veridicità dei fatti attraverso prove. Le tecnologie informatiche permettono una visione completa, unitaria ed esauriente del passato, convogliando tutte le informazioni su un'unica piattaforma, permettendo anche a chi non è specializzato di comprendere immediatamente di cosa si parla. Il miglior libro di storia, per sua natura, non può farlo in quanto divide e organizza le notizie in modo diverso. In questo modo agli studenti viene data l'opportunità di apprendere tramite una rappresentazione diversa rispetto a quelle a cui sono abituati. La premessa centrale del progetto è che i risultati nell'apprendimento degli studenti possono essere migliorati se un concetto o un contenuto viene comunicato attraverso più canali di espressione, nel nostro caso attraverso un testo, immagini e un oggetto multimediale. Didattica La Conceria Fiorio è uno dei luoghi-simbolo della Resistenza torinese. Il progetto è una ricostruzione in realtà virtuale della Conceria Fiorio di Torino. La ricostruzione serve a arricchire la cultura storica sia a chi la produce, attraverso una ricerca accurata delle fonti, sia a chi può poi usufruirne, soprattutto i giovani, che, attratti dall'aspetto ludico della ricostruzione, apprendono con più facilità. La costruzione di un manufatto in 3D fornisce agli studenti le basi per riconoscere ed esprimere la giusta relazione fra il modello e l'oggetto storico. Le fasi di lavoro attraverso cui si è giunti alla ricostruzione in 3D della Conceria: . una ricerca storica approfondita, basata sulle fonti, che possono essere documenti degli archivi o scavi archeologici, fonti iconografiche, cartografiche, ecc.; . La modellazione degli edifici sulla base delle ricerche storiche, per fornire la struttura geometrica poligonale che permetta la navigazione tridimensionale; . La realizzazione, attraverso gli strumenti della computer graphic della navigazione in 3D. Unreal Technology è il nome dato al motore grafico utilizzato in numerosi videogiochi commerciali. Una delle caratteristiche fondamentali di tale prodotto è quella di avere uno strumento chiamato Unreal editor con cui è possibile costruire mondi virtuali, e che è quello utilizzato per questo progetto. UnrealEd (Ued) è il software per creare livelli per Unreal e i giochi basati sul motore di Unreal. E' stata utilizzata la versione gratuita dell'editor. Il risultato finale del progetto è un ambiente virtuale navigabile raffigurante una ricostruzione accurata della Conceria Fiorio ai tempi della Resistenza. L'utente può visitare l'edificio e visualizzare informazioni specifiche su alcuni punti di interesse. La navigazione viene effettuata in prima persona, un processo di "spettacolarizzazione" degli ambienti visitati attraverso un arredamento consono permette all'utente una maggiore immersività rendendo l'ambiente più credibile e immediatamente codificabile. L'architettura Unreal Technology ha permesso di ottenere un buon risultato in un tempo brevissimo, senza che fossero necessari interventi di programmazione. Questo motore è, quindi, particolarmente adatto alla realizzazione rapida di prototipi di una discreta qualità, La presenza di un certo numero di bug lo rende, però, in parte inaffidabile. Utilizzare un editor da videogame per questa ricostruzione auspica la possibilità di un suo impiego nella didattica, quello che le simulazioni in 3D permettono nel caso specifico è di permettere agli studenti di sperimentare il lavoro della ricostruzione storica, con tutti i problemi che lo storico deve affrontare nel ricreare il passato. Questo lavoro vuole essere per gli storici una esperienza nella direzione della creazione di un repertorio espressivo più ampio, che includa gli ambienti tridimensionali. Il rischio di impiegare del tempo per imparare come funziona questa tecnologia per generare spazi virtuali rende scettici quanti si impegnano nell'insegnamento, ma le esperienze di progetti sviluppati, soprattutto all'estero, servono a capire che sono un buon investimento. Il fatto che una software house, che crea un videogame di grande successo di pubblico, includa nel suo prodotto, una serie di strumenti che consentano all'utente la creazione di mondi propri in cui giocare, è sintomatico che l'alfabetizzazione informatica degli utenti medi sta crescendo sempre più rapidamente e che l'utilizzo di un editor come Unreal Engine sarà in futuro una attività alla portata di un pubblico sempre più vasto. Questo ci mette nelle condizioni di progettare moduli di insegnamento più immersivi, in cui l'esperienza della ricerca e della ricostruzione del passato si intreccino con lo studio più tradizionale degli avvenimenti di una certa epoca. I mondi virtuali interattivi vengono spesso definiti come la forma culturale chiave del XXI secolo, come il cinema lo è stato per il XX. Lo scopo di questo lavoro è stato quello di suggerire che vi sono grosse opportunità per gli storici impiegando gli oggetti e le ambientazioni in 3D, e che essi devono coglierle. Si consideri il fatto che l'estetica abbia un effetto sull'epistemologia. O almeno sulla forma che i risultati delle ricerche storiche assumono nel momento in cui devono essere diffuse. Un'analisi storica fatta in maniera superficiale o con presupposti errati può comunque essere diffusa e avere credito in numerosi ambienti se diffusa con mezzi accattivanti e moderni. Ecco perchè non conviene seppellire un buon lavoro in qualche biblioteca, in attesa che qualcuno lo scopra. Ecco perchè gli storici non devono ignorare il 3D. La nostra capacità, come studiosi e studenti, di percepire idee ed orientamenti importanti dipende spesso dai metodi che impieghiamo per rappresentare i dati e l'evidenza. Perché gli storici possano ottenere il beneficio che il 3D porta con sè, tuttavia, devono sviluppare un'agenda di ricerca volta ad accertarsi che il 3D sostenga i loro obiettivi di ricercatori e insegnanti. Una ricostruzione storica può essere molto utile dal punto di vista educativo non sono da chi la visita ma, anche da chi la realizza. La fase di ricerca necessaria per la ricostruzione non può fare altro che aumentare il background culturale dello sviluppatore. Conclusioni La cosa più importante è stata la possibilità di fare esperienze nell'uso di mezzi di comunicazione di questo genere per raccontare e far conoscere il passato. Rovesciando il paradigma conoscitivo che avevo appreso negli studi umanistici, ho cercato di desumere quelle che potremo chiamare "leggi universali" dai dati oggettivi emersi da questi esperimenti. Da punto di vista epistemologico l'informatica, con la sua capacità di gestire masse impressionanti di dati, dà agli studiosi la possibilità di formulare delle ipotesi e poi accertarle o smentirle tramite ricostruzioni e simulazioni. Il mio lavoro è andato in questa direzione, cercando conoscere e usare strumenti attuali che nel futuro avranno sempre maggiore presenza nella comunicazione (anche scientifica) e che sono i mezzi di comunicazione d'eccellenza per determinate fasce d'età (adolescenti). Volendo spingere all'estremo i termini possiamo dire che la sfida che oggi la cultura visuale pone ai metodi tradizionali del fare storia è la stessa che Erodoto e Tucidide contrapposero ai narratori di miti e leggende. Prima di Erodoto esisteva il mito, che era un mezzo perfettamente adeguato per raccontare e dare significato al passato di una tribù o di una città. In un mondo post letterario la nostra conoscenza del passato sta sottilmente mutando nel momento in cui lo vediamo rappresentato da pixel o quando le informazioni scaturiscono non da sole, ma grazie all'interattività con il mezzo. La nostra capacità come studiosi e studenti di percepire idee ed orientamenti importanti dipende spesso dai metodi che impieghiamo per rappresentare i dati e l'evidenza. Perché gli storici possano ottenere il beneficio sottinteso al 3D, tuttavia, devono sviluppare un'agenda di ricerca volta ad accertarsi che il 3D sostenga i loro obiettivi di ricercatori e insegnanti. Le esperienze raccolte nelle pagine precedenti ci portano a pensare che in un futuro non troppo lontano uno strumento come il computer sarà l'unico mezzo attraverso cui trasmettere conoscenze, e dal punto di vista didattico la sua interattività consente coinvolgimento negli studenti come nessun altro mezzo di comunicazione moderno. ; If the job of the historian is to understand the past like it has been comprised from the people who have lived it, then is perhaps not risked to think that it is also necessary to communicate turns out you of the searches with own instruments that belong to an age and that they influence the mentality of who in that age alive. Emergent technologies, especially in the area of the multimedialità like the virtual truth, allow the historians to communicate the experience of the past in more senses. In that way the history collaborates with the computer science technologies stopping itself on the possibility to make historical reconstructions virtual, with relati examples and book reviews to you? What mainly it takes care the historians is if a reconstruction of a lived last fact through its recreation in pixels is a method of acquaintance of the history that can be considered valid. That is the emotion that navigation in a truth 3D can provoke, is means in a position to transmitting acquaintance? Or perhaps the idea that we have of the past and its study comes thin changed in the moment in which it is disclosed through the diagram 3D? For a long time but the discipline has begun to above all make the accounts with this situation, forced from the invasività of this type of average, from the show making of the past and one spreading of the partial and antiscientific past. In a literary world post it must begin to think that the visual culture in which we are dipped is changing our relationship with the past: for this the acquaintances matured until today are not false, but it is necessary to recognize that historical truth exists more than one, to times written to times visual. The computer has become one omnipresent platform for the rappresentazione and information dissimation. The methods of interaction and representation are evolving continually. And it is on these two railroads that are move the offer of the computer science technologies to the service of the history. The scope of this thesis is just that one to explore, through it uses and the computer science experimentation of various instruments and technologies, as it can effectively be told the virtual past through three-dimensional objects and atmospheres, and like, in their being characterizing elements of communication, in that way they can collaborate, in this particular case, with the historical discipline. The present search reconstructs some history lines of the main active factories to Turin during the second world war, remembering tightened relation that exists between structures and individuals and in this city in particular between factory and movement laborer, is unavoidable to penetrate in the vicissitudes of the movement Turinese laborer who in the period of the fight of Liberation in city was a political and social subject of first relief. In the city, understanding like been involved biological entity in the war, the factory (or the factories) becomes the conceptual nucleus through which to read the city: they are the factories it objects to it to you main of the strafings and is in the factories that fight one war of liberation between class laborer and authority, of factory and citizens. The factory becomes the place of "usurpation of the power" of which Weber speaks, the stage in which the various episodes of the war are kept: strikes, deportations, occupations. The model of the city represented here is not a simple visualization but an informative system where the modeled truth is represented from objects, that they make from theatre to the development of events with a precise chronological positioning, to whose inside is possible to carry out operations of selection to render (images static), of filmati estimated (animations) and navigable scenes interactively beyond to activity of search of bibliographical sources and comments of students mainly legacies to the event in object. Objective of this job is to make to interact, through various plans, the historical disciplines and computer science, in the various technological opportunities that this introduces. The offered possibilities of reconstruction from the 3D come therefore put to service of the search, offering an integral vision in a position to approaching us the truth of the age taken in consideration and convogliando in an only espositiva platform all it turns out to you. Spreading Plan Informative Map Multimedia Turin 1945 On the practical plan the plan previews a navigable interface (Flash technology) that it represents the plant of the city of the age, through which it is possible to have a vision of the places and of the times in which the Liberation taken shape, it is to conceptual level, it is to practical level. This I interlace of coordinated in the space and in the time it not only improves the understanding of the phenomena, but it creates a greater interest on the argument through I use it of instruments disclosed you of great effectiveness (and appeal) without to lose sight the necessity of valicare the historical theses proposing itself like didactic platform. A such context demands a study deepened of the historical events to the aim to reconstruct with clarity a map of the city that is precise is topographicalally is to level of multimediale navigation. The preparation of the map must follow the standards of the moment, therefore the used computer science solutions are those supplied from Adobe Illustrator for the realization of the topography, and from Macromedia Flash for the creation of a navigation interface. The base of the data described is obviously consultabile being contained in the medium support and totally annotated in the bibliography. It is the continuous one to evolvere of the information technologies and it massiccia spread of the use of the computers that us door to a substantial change in the study and the historical learning; the academic structures and the operating economic have made the demand own that it reaches from the user (teaching, students, operating of the Cultural Assets) of one greater spread of the historical acquaintance through its computerized representation. On the didactic forehead the reconstruction of an historical truth through instruments informed to us concurs also with the not-historical to touch with hand those that are problematic of the search the which sources lacking, holes of the chronology and appraisal of the authenticity of the facts through tests. The computer science technologies allow a complete, unitary vision and exhausting of the past, convogliando all the information on an only platform, allowing also to who are not specialized to comprise immediately of what are spoken. The better book than history, for its nature, cannot make it in how much divides and organizes the news in various way. In this way to the students it comes given the opportunity to learn through a various rappresentazione regarding those to which they are accustoms to you. The premise centers them of the plan is that it turns out to you in the learning of the students can be improves to you if a concept or a content comes communicated through more channels than expression, in our case through a text, images and a multimediale object. Didactics The Fiorio Tannery is one of the place-symbol of the Turinese Resistance. The plan is one reconstruction in virtual truth of the Fiorio Tannery of Turin. The reconstruction serves to enrich the historical culture is to who produces it, through an accurate search of the sources, is to who can then have use of of, above all the young people, than, attracted from the ludic aspect of the reconstruction, they learn with more facility. The construction of manufatto in 3D supplies to the students the bases in order to recognize and to express the just relation between the model and the historical object. It is made of job through which it is joints to the reconstruction in 3D of the Tannery: a deepened historical search, based on the iconografiche, cartographic sources, that they can be documents of arches or archaeological diggings to you, sources, etc. The modellazione of the buildings on the historical basis for research work, in order to supply the poligonale geometric structure that allows three-dimensional navigation. The realization, through the instruments of the computer graphic of navigation in 3D. Unreal Technology is the name given to the used graphic motor in numerous videogames trades them. One of the fundamental characteristics of such product is that one of having a called instrument Unreal editor with which it is possible to construct virtual worlds, and that it is that one used for this plan. UnrealEd (Ued) is the software in order to create levels for Unreal and the games base to you on the motor of Unreal. E' be used the free version of the editor. The final result of the plan is a navigable virtual atmosphere representing one accurate reconstruction of the Fiorio Tannery to the times of the Resistance. The customer can visit the building and visualize specific information on some points of interest. Navigation comes carried out in first person, a process of "show" of atmospheres visits you through a furnishing consono allows to the customer one greater immersività rendering the more credible and immediately codificabile atmosphere. The Unreal architecture technology has allowed to obtain a good result in the short time, without that they were necessary participations of programming. This motor is, therefore, particularly adapted to the fast realization of prototypes of a discreet quality, the presence of a sure number of bug renders it, but, in inaffidabile part. To use a editor from videogame for this foretell reconstruction the possibility of a its employment in the didactic field, what the simulations in 3D allow in the specific case are to allow the students to experience the job of the historical reconstruction, with all the problems that the historian must face in recreating the past. This job wants to be for the historians a experience in the direction of the creation of a expressive repertorio more wide one, that it includes three-dimensional atmospheres. The risk to employ of the time in order to learn as this technology works in order to generate virtual spaces renders skeptics how many is engaged in the instruction, but the experiences of plans develop to you, above all to the foreign country, serve to understand that they are a good investment. The fact that a software house, that happening of public creates a videogame of large, includes in its product, a series of instruments that concur with the customer the creation of own worlds in which playing, it is sintomatico that the computer science schooling of the medium customers is growing more and more quickly and that I use it of a editor as Unreal Engine will be in future one activity to the capacity of a more and more immense public. This puts to us in the conditions for planning modules of instruction more immersed to you, in which the experience of the search and the reconstruction of the past they interlace with the more traditional study of the events of one sure age. The virtual worlds interatti to you often come defined like the cultural shape key of XXI the century, as the cinema it has been for the XX. The scope of this job has been that one to suggest that the objects and the acclimatizations in 3D are large opportunities for the historians employing, and that they must pick them. The fact is considered that the aesthetic one has an effect on the epistemologiy. Or at least on the shape that turns out you of the historical searches they assume in the moment in which they must be diffuse. A made historical analysis in superficial way or with presupposed wrong can however be diffuse and to have credit in numerous atmospheres if diffused with winning and modern means. Here why it does not convene to bury a good job in some library, in attended that someone discovers it. Here why the historians do not have to ignore the 3D. Our ability, like students and students, to perceive important ideas and guidelines often depends on the methods that we employ in order to represent the data and the evidence. Because the historians can obtain the benefit that 3D the door with himself, however, they must develop a search agenda turns to assess that the 3D he supports theirs objects you of teaching investigators and. An historical reconstruction can be much profit from the educational point of view is not from who the visit but, also from who it realizes it. The phase of necessary search for the reconstruction cannot make other that to increase the background cultural of the developer. Conclusions The thing more important has been the possibility to make experiences in the use of mass media of this kind in order to tell and to introduce the past. Turning upside down the cognitive paradigm that I had learned in the humanistic studies, I have tried to desumere those that we will be able to call "universal laws" from the objective data emerged from these experiments. From epistemologico point of view computer science, with its ability to manage impressive masses of data, gives to the students the possibility to formulate of the hypotheses and then to assess them or to refute them through reconstructions and simulations. My job has gone in this direction, trying to know and to use instruments it puts into effect them that in the future they will have always greater presence in the communication (also scientific) and that they are the mass media of excellence for determined bands of ages (adolescent). Wanting to push to the end the terms we can say that the challenge that today the visual culture places to the traditional methods of making history is the same one that Erodoto and contrapposero Tucidide to the narrators of myths and legends. Before Erodoto the myth existed, that it was means perfectly adapted in order to tell and to give meant to the past of one tribe or one city. In a literary world post our acquaintance of the past is thin changing in the moment in which we see it represented from pixel or when the information gush not alone, but thanks to the interattività with means. Our ability as studious and students to perceive important ideas and guidelines often depend on the methods that we employ in order to represent the data and the evidence. Because the historians can obtain the benefit sottinteso to the 3D, however, they must develop a search agenda turns to assess that the 3D he supports theirs objects you of teaching investigators and. The experiences collections in the previous pages carry to not too much think that in a future far away an instrument to us as the computer will be the only means through which transmitting acquaintances, and from the didactic point of view its interattività concurs involvement in the students like no other modern mass media.
This work focuses on a subject that has been of constant interest and continuing centrality in the political agendas of different national legal systems: the procedural simplification that can be ascribable to the species of interventions that belong to the broader genus of the change of public administration'. Since the '70s, the transformation of public administration, among other different possibilities, chose the ambiguous and winding path of simplification. It has been taken as a guiding principle for the entire legal system and as a prevailing logic for the process of redesigning and restructuring the administrative organization and action. Administrative simplification was a 'fashionable' topic in the '90s, and since then a 'central block' and 'driving force' of both EU and national public policies, thus becoming a technical and cultural process for reforming administration. Its aim is 'to give it a more suitable shape that is tailored to the needs of society' for which its services are indeed intended. The procedural simplification is a topic of overnational interest that in several jurisdictions has been gradually occupying larger and larger spaces in the definition of public policies, according to the shared view that the simplification of the regulatory and administrative system is a fundamental condition for of socio-economic growth. Thanks to the awareness of the notion of 'administrative risk', or rather, the sensitive 'mutual dependence' between political-administrative and economic system, as Borruso noted in the preface to the European Commission Communication Europe 2020. A strategy for smart, sustainable and inclusive growth, the administrative simplification measures and, in particular, administrative procedures, have been dominating for a long time the political, legal, economic and social debates. Moreover, they are intended to occupy significant spaces in the near future, inasmuch as they are directed to keep within a threshold of 'tolerance' the inevitable organizational and functional complexity of an administration built on the principles of institutional pluralism, subsidiarity, competence and specialization, indispensability journalistic intervention, not to say of binding formalism. By establishing itself as a legal and social requirement to guarantee an administrative action that would be 'simpler, more effective, more efficient and more economical' for citizens, and by changing its status from mere collective aspiration to legal claim, the simplification of administrative procedures is an multi-faceted and poly-dimensional objective that the national legislature has pursued through different strategic actions, among which, the computerization process has been taking a central role. Not surprisingly, the development of digital administration has been considered by many as the most effective tool to simplify administrative action and respond to the issue of procedural complication. It has been sees as a process of 'review of the administrative structures and their organizational links, [.] redefinition of tasks and optimization of the capacity for work in the offices, thus achieving a reduction of the steps and the time required for the performance of administrative acting, which is what the simplification of procedures consists of. A theme which, in the first instance, concerns the balance between interests and principles. Inevitable corollary to administrative impartiality, organizational structure and the distribution of skills, the procedural complexity, which is questioned for the number of its steps and intra-procedures activities, for the time taken to achieve them and the red tape that affects citizens, it is a challenge to be answered, in general, through the use of computerization and communication tools. It is a challenge to be carried out with the accurate use of computerization and communication technologies. First of all, as its digitization is able to give an adequate response to the need to combine functional demands and requirements of simplification and rebalance the relationship between the end-protection guarantee of the interest and the duty of non-compression 'effectiveness, efficiency and economy of action that is traditionally made explicit while making the decision. From this remark, the added value that the process of computerization has shown in the policies of simplification can be understood precisely by evaluating in a negative way, how, the simplification of the administrative proceedings 'cannot be prosecuted by dequotando (non so cosa vuol dire) and debunking the rules of procedure whose positivization has represented a civilized procedural achievement. The extra value of the process of computerization among the techniques of procedural simplification – we have already said – is 'integration' between the principles of effectiveness, efficiency and economy, of certainty of timing, transparency of administrative action; the ability to overcome the limits that are connected to this principle and process of public administration reform, summarized in the principle of 'contradictory', participation, impartiality, and the necessary complete investigation; in the introduction of better modes of interaction, enabling faster and more effective relationships with participants and a greater guarantee of legal claims. In short, it consists of the ability to re-balance, at the procedural level, the relationship between the needs of the function and the requirements of guarantee of the action, often 'unbalanced ' in favor of one or the other. The 'revolutionary' aspect that we identify in the electronic administrative procedure is actually the result of a process that first passes through the definition of new information systems. The object of technological revolution is indeed information. The revolutionary aspect of computerization administration is the dynamic management of information and the possible reality of interconnected information systems that are integrated and shared, which does not mean less safe. And the verbal synthesis of a technological simplified action is the digital administrative proceedings . The digital simplification of the administrative procedure is the product of different methods of collection, use, access, transmission and communication of information, all technology-based. And administrative digital procedure is nothing but a decision-making process that takes advantage of the tools that technology puts at governments and citizens disposal. 'Neutral' tools that the legislature adopts for political purposes aiming at simplification and exercise of the rights. Tools that, precisely because they are neutral, will act in terms of reducing procedural complexity according to the quantum assumed while legislative determining, on the one hand, and enforcement by public authorities on the other. From this perspective we must look at the tools that legislators, Italian as well as Spanish, have outlined in order to give the electronically processed work the same effectiveness as the one carried out traditionally and in order to fulfill the obligation of information management procedures: from the discipline of electronic documents and the electronic signature, to the discipline of registering incoming and outgoing communications through an automated system; from the rules of the communications of documents between public administrations through the use of electronic mail to the rules for the direct acquisition of data and documents in the digital archives of public administrations; and again, to the provisions of a computer file, taken in the path as the 'centerpiece of the new mode of conducting administrative proceedings'. From this remark, the same computer file, created by national legislature as 'informative base' needed for a contextual work and shared between different subjects, 'fulfilled' with the expectations of simplification of the action and relationships, of the 'right to be known' of action both on the domestic side as on the external side, suggests, of course, a 'new' management process, but it remains only in the domain of attempt to reform if not accompanied by concrete implementation by individual administrations. It is their duty to start the processes of re-organization in order to manage the 'new' procedure based on shared information and transparent activities; on direct and immediate relationships; on a different value of time and space; on a simpler, more effective, efficient and economical, and at the same time, more able to guarantee rights and interests. The practical and proper application of these tools remains responsibility of each administration, asked to face the real challenge of procedural innovation. The following research is based on this fundamental interpretation and its methodological approach is developed, at first, starting from the acknowledgement of the legal category of the administrative procedure, the reconstruction of the lines of development and legal aspects that make of this administrative point as both action and organization, the place and the best opportunity to study the topic. Secondly, the working hypothesis is outlined. Starting from the construction of the simplification of the administrative procedure as recognition of a 'right' balance between complexity and simplicity of the action, the work continues by electing computerization as a 'form' of simplification that is able to envisage a possible solution for the problem of quality decision-making, resulting from the balance between the quantum and guarantees of effectiveness and efficiency of the action. In a third passage, we deal with the administrative digital proceedings, with particular attention to the developments which, from different management information mechanisms can derived in terms of modes of action that can develop horizontally, network-like or shared among stakeholders of the exercise of power. Finally, on the same lines, the work is enriched by the experience of the Spanish structure, in order to strengthen the thoughts on digital simplification of the procedure from a comparative perspective, which is always essential for the development of the research. From this point of view, the analysis of different time frequency of the stages of computerization in the two systems is an important key. The comparative analysis, despite showing an initial protagonism of the Italian legislator who, with the adoption of Digital Administration Code, anticipated a correct vision of modernization and initiated the 'transformation' of digital government, displays, in a second stage, a slowdown in the process, whereas it has a reverse path in the Spanish system, which, after assimilating the Italian model, proved able to proceed to the state of implementation with a more sustained dynamism and in shorter time. In the Spanish system what played an important role was the 'codification' of the awareness of the need for a transition phase, in which the digital system coexisted side by side with the paper-based system rather than automatically superseding it. This phase based on flexibitly proved to be effective for the change in the administrative system. First as a system of relations of public and private entities. Precisely this relational paradigm, in the analysis that is proposed here, has been the core of the thesis. This paradigm is both a thread of the investigation and the space where all the different approaches and issues related to procedural matters converge. The democratic nature of the administrative action, the implementation of the principles of impartiality and the participation in the Administrative Procedure Law, the introduction and the vindication of private sector criteria of efficiency, effectiveness and economy of the public actions are the background to the conclusion that the procedural simplification is primarily 'simplification of the interaction'. All these elements also frame the structural and functional reorganization that the digitization process requires, and, at the same time, develops, in an eminently relational perspective; of a 'new' way of building and developing inner relationships within the administration, between different administrations and between them and the citizens.