La ricerca si concentra sull'applicazione del concetto di super-diversità nel particolare contesto della città di Roma, focalizzandosi in modo particolare sulle implicazioni riguardanti la diversità nelle relazioni sociali. A questo scopo, la prima parte rielabora alcuni aspetti teorici al fine di combinare il quadro relativo alla super-diversità con una prospettiva intersezionale e applicarlo ad un contesto non tradizionalmente multiculturale e di immigrazione relativamente recente. La seconda ha invece come oggetto la creazione di un indice quantitativo per l'individuazione di contesti di potenziale super-diversità tramite la combinazione di vari indicatori sulla base dei dati relativi ai quartieri romani. Infine, il terzo capitolo presenta uno studio di campo in uno specifico quartiere romano, il Quadraro, selezionato sulla base dell'indice sopra citato. Tale studio è stato condotto attraverso un'analisi esplorativa delle reti sociali di un campione di abitanti al fine di approfondire la natura delle relazioni sociali fra diversi gruppi in un contesto di super-diversità emergente. The research aims to apply the framework of super-diversity in Rome, especially considering its implications for the study of diversity in social relations within this context. In this regard, the first chapter try to develop a theoretical framework, which allows to combine super-diversity with an intersectional perspective and apply it in a non-multicultural context with relatively recent immigration flows. Starting from these assumptions, in the second section we propose a quantitative index for the identification of emerging super-diversity contexts in Rome by using neighbourhoods as reference units. Finally, the last chapter concerns a fieldwork study in Quadraro neighbourhood, selected on the basis of the above-mentioned index. For that purpose, we set an explorative social networks analysis on a sample of inhabitants in order to deepen the nature of diversity in social relations within an emerging super-diversity context.
Nonostante i progressi compiuti negli ultimi anni, le donne risultano ancora scarsamente rappresentate nei consigli di amministrazione e in posizioni di leadership, sia nel settore pubblico che privato. Il presente lavoro fornisce un'analisi dei quadri legislativi e delle misure adottate a livello europeo per far fronte al tema della diversità di genere nei consigli d'amministrazione. Risulta che, se è vero che l'uso delle quote di genere è notevolmente aumentato negli ultimi dieci anni fra i maggiori Paesi europei, è anche vero che altri paesi si sono opposti a questo sistema, prediligendo piuttosto l'utilizzo di misure volontarie. In aggiunta, lo studio ripercorre i vantaggi e gli ostacoli alla diversità di genere negli organi societari, la legislazione contro la discriminazione, le politiche nazionali sulla parità di genere e le principali raccomandazioni e iniziative europee.
Italiano: La tesi è suddivisa in 3 capitoli, in cui partendo dalle basi teorie del diversity management, va ad illustrare quelle che sono le dinamiche evolutive del fenomeno all'interno dei vari contesti internazionali, ponendo l'attenzione in particolare su Stati Uniti, Europa ed Italia. Nell'ultima parte della tesi viene analizzata una delle diverse tipologie di diversità, ovvero l'etnia. Anche in questo caso, oltre ad un approccio teorico della stessa è stata affrontata un'analisi comparativa tra i vari contesti, anche dal punto di vista sociale e storico, soffermandosi in particolare su quelli che hanno influenzato, in prima analisi, le aziende nelle gestione della diversità nel loro complesso, e successivamente nella gestione dell'immigrato. Da aggiungere che nei vari capitoli sono riportati strumenti, metodi e casi di studio per approfondire le tematiche affrontate per migliorarne la comprensione e l'importanza. L'obiettivo della tesi è quello di spiegare l'importanza del diversity management all'interno delle aziende italiane e come questa tematica sia sottovalutata in esse. Sono riportate, inoltre, le possibili linee guida per eliminare le difficoltà di implementazione del diversity management nelle aziende italiane e i relativi vantaggi del perseguimento di questa politica gestionale. La tesi si conclude con un'analisi empirica sulle aziende italiane e come queste gestiscono l'immigrato al loro interno e le ripercussioni delle politiche all'interno e all'esterno delle stesse. English: The thesis is divided into three chapters, in which starting from the basics theories of diversity management. It explain what are the evolutionary dynamics of the phenomenon within the various international contexts, focusing in particular on the United States, Europe and Italy. In the last part of the thesis is analyzed the different types of diversity, or ethnicity. In this case, as well as a theoretical approach of the same has been dealt a comparative analysis between the different contexts, from the point of view of social and historical, with particular emphasis on those who have influenced companies in the management diversity in their entirety, and subsequently in the management of the immigrant. To add that in the various chapters are given tools, methods and case studies to have an insight into to improve the understanding and importance. The aim of the thesis is to explain the importance of diversity management within the Italian companies and how this issue is undervalued in them. Shows also the possible guidelines for eliminating difficulties in implementation of diversity management in Italian companies and the benefits of pursuing this policy management. The thesis concludes with an empirical analysis on Italian companies and how they handle the immigrant within them and the impact of policies within and outside of them.
Soil quality is the capacity of a specific kind of soil to function, within natural or managed ecosystem boundaries, to sustain plant and animal productivity, maintain or enhance water and air quality, and support human health and habitation. Soil organisms are assumed to be directly responsible for soil ecosystem processes, especially the decomposition of soil organic matter and the cycling of nutrients. Since soil quality is strongly influenced by microbe-mediated processes, and function can be related to diversity, it is likely that microbial community structure will have the potential to serve as an early indication of soil degradation or soil improvement. Here I tried to define the impact of different management practices on the fate of microbial guilds having fundamental role in soil healthiness and functions. Moreover, I attempted to manipulate experimentally soil microbial diversity to ask a central ecological question: is there a relationship between survival of exotic species and diversity? Answering this question would contribute to the debate on biodiversity and soil functioning, unfortunately still open after decades of theoretical and experimental works. Understanding of the microbial fate, and subsequent ecosystem functional modifications, are necessary to drive political decisions about the best practises to apply at the different territorial scales. The final goal is always improving soil quality and conservation practices.
The current Internet scenario is very different from that envisioned in the original plan. The original protocols of the Internet were designed to allow simple communications between a few hundreds of academic and government users, which were assumed to be fixed and trusted. Today, a wide range of new access technologies have been introduced, which make user mobility and ubiquitous access easier and widely adopted. On the other hand, new applications and services are spreading, some of which are becoming almost necessary for our life. This new scenario poses several challenges to the Internet infrastructure, and different approaches have been proposed in literature towards the Future Internet. Adopting an evolutionary approach, in this thesis we provide contributions in the area of space and time diversity at IP layer, aiming to overcome limitations of current Internet infrastructure. In particular, we propose new techniques implementing what we call informed diversity: space and time diversity using information about the status of the network to make informed decisions about the operating parameters. We adopt a methodology composed of theoretical, simulations, and experimental analysis, and we provide contributions in terms of methodologies and techniques for network monitoring, and in terms of innovative techniques and tools for space and time diversity at IP layer. Obtained results show that informed space and time diversity achieve better performance than traditional techniques.
La tesi ha come oggetto l'analisi del diversity management, una filosofia di gestione orientata a conoscere e valorizzare le differenze delle persone coinvolte nell'organizzazione e che possono essere determinanti per aumentare la competitività dell'azienda e le possibilità di successo. Le aziende in grado di fronteggiare il mercato globalizzato sono infatti quelle che riescono a dotarsi di una struttura organizzativa flessibile e che veda nel capitale umano il fattore più prezioso. La trattazione si divide in due parti. La prima parte è teorica: essa definisce il diversity management, distinguendolo dalle politiche di pari opportunità e contestualizzandolo nell'ambito della cultura organizzativa; procede poi ad elencare le tipologie di diversità primarie e secondarie e fornisce modelli di riferimento per l'implementazione strategica di tali pratiche, considerando opportunità ed ostacoli ad esse associate; infine analizza le peculiarità del tessuto socio-economico italiano, il quale si caratterizza per il proliferare di piccole e medie imprese, per la forte incidenza normativa e per il crescente invecchiamento della popolazione. La seconda parte invece ha natura applicativa e descrive il processo strategico di diversity management attuato da Accenture, una multinazionale di consulenza direzionale, servizi tecnologici e outsourcing che da sempre pone inclusione e diversità alla base della sua cultura organizzativa e compete con successo nel mercato globale grazie alla ricchezza di un capitale umano diversificato e ad un ambiente di lavoro innovativo, collaborativo e motivante. In particolare sono state analizzate le modalità di applicazione delle politiche di diversity di Accenture Italia.
The ban on discrimination against workers grounded on religion is a fundamental principle enshrined in the European Union's primary legislation and anti-discrimination law. However, currently, there is no binding provision at this level of legislation which imposes on employers to adopt reasonable accommodation based on this category. Many scholars promote the adoption of this measure based on religion. Still, the recent jurisprudence of the Court of Justice does not seem encouraging in this sense. In light of this situation, the article aims to investigate the reasons underlying the limitations of the hard law provisions and the implications of the shift from the level of the mandatory norm to that of policy and diversity management in accommodating religious diversity at work, with particular regard to Muslim women working in the private sector. European institutions seem to delegate the law-related function of social orientation to policy and diversity management. Various critical issues emerge from this process of de-juridification, although diversity management generates some good practices, also within the so-called Diversity Charters. With the aim to support the implementation of reasonable religion-based accommodation, this article suggests rethinking the anti-discrimination law and diversity management from an intercultural perspective.
In recent decades, the multiple pressures determined by the extremely complex context in which organizations have found themselves operating, have imposed incessant changes in management and strategic policies, in order to face and, therefore, identify new solutions to possible problems. The world of production and, in particular, that of fashion is called upon to assume precise moral responsibilities based on socially shared ethical principles, capable of creating, through wise and far-sighted strategies, a sustainable value for all the actors of the 'web of life'. The purpose of this paper is to highlight how the involvement of organizations operating in the fashion industry is necessary to "build" lasting sustainability, as it is capable of integrating growth with competitiveness, environmental protection and social development. This is due to the extraordinary synergies that can arise from the structured adoption of paths marked by sustainability, the inclusion of diversity and the promotion of local development-oriented dynamics. ; Negli ultimi decenni, le molteplici pressioni determinate dal contesto estremamente complesso in cui le organizzazioni si sono trovate ad operare, hanno imposto cambiamenti incessanti nelle politiche gestionali e strategiche, per affrontare e, quindi, individuare nuove soluzioni ai possibili problemi. Il mondo della produzione e, in particolare, quello della moda è chiamato ad assumere precise responsabilità morali basate su principi etici socialmente condivisi, capaci di creare, attraverso strategie sagge e lungimiranti, un valore sostenibile per tutti gli attori del 'web della vita'. Lo scopo di questo contributo è evidenziare come il coinvolgimento delle organizzazioni che operano nel settore della moda sia necessario per 'costruire' una sostenibilità duratura, in quanto capace di integrare la crescita con la competitività, la tutela dell'ambiente e lo sviluppo sociale. Ciò è dovuto alle straordinarie sinergie che possono nascere dall'adozione strutturata di percorsi improntati alla sostenibilità, all'inclusione delle diversità e alla promozione di dinamiche orientate allo sviluppo locale.
Questo lavoro nasce con l'obiettivo di comprendere se all'interno delle organizzazioni pubbliche italiane esiste oggi una sensibilità diffusa verso le categorie a rischio di discriminazione e quali sono le strategie di prevenzione e intervento più diffuse. Nello specifico, la ricerca vuole indagare attraverso quali pratiche di comunicazione e inclusione partecipativa si realizza la gestione e la valorizzazione delle differenze all'interno delle amministrazioni italiane più avanzate. Il fattore all'origine di questa esigenza è la tendenza della società a farsi culturalmente sempre più composita e problematica in conseguenza ai grandi cambiamenti in corso, quali la globalizzazione, le migrazioni e la ridefinizione di alcuni confini legati al genere, all'età, all'orientamento sessuale e alle abilità. Il problema è strategico. Qualunque sia la loro missione, le organizzazioni non possono evitare di fronteggiare questo cambio di paradigma e creare un nuovo rapporto di fiducia non solo con i pubblici di riferimento ma anche con i propri dipendenti. Le stesse amministrazioni pubbliche sono inevitabilmente travolte da queste trasformazioni e allo stesso tempo sono deputate a governarle. Le istituzioni, infatti, dovrebbero porsi quali attori strategici nelle azioni di contrasto alle discriminazioni, data la loro duplice veste di promotrici di politiche e di datrici di lavoro. Pertanto, sebbene la maggior parte degli studi in ambito di inclusione riguardi il mondo aziendale, risulta fondamentale comprendere anche come la Pubblica Amministrazione italiana affronti la compresenza di culture diverse e se stia sviluppando o meno politiche specifiche per facilitare l'inserimento e la crescita di dipendenti con caratteristiche specifiche sempre più eterogenee. Questo tipo di indagine richiama l'ambito disciplinare che a livello internazionale è noto come Diversity Management e si concentra sulle peculiarità che il movimento, nato negli Stati Uniti durante gli anni Ottanta del Novecento e poi diffusosi in Europa, assume oggi nel contesto italiano. Non ci riferiamo semplicemente alla comprensione dei suoi usi e significati, quanto alla questione socioculturale da cui muove l'approccio al diversity nel nostro Paese, dove acquista le specifiche di un problema comunicativo, nella fattispecie di tipo interculturale. Concretamente, dunque, questa ricerca si propone di rispondere alle seguenti domande: esiste una tradizione di diversity in ambito pubblico italiano? Qual è il grado di attenzione riservato dalle istituzioni del nostro Paese a queste tematiche? Quali sono le strategie di intervento più diffuse? Come la comunicazione istituzionale favorisce lo sviluppo delle diversità nelle organizzazioni? Il disegno di ricerca si articola in tre fasi principali in risposta agli obiettivi sopra indicati. Data la novità del tema e la scarsità di esperienze, per individuare una via di entrata al campo di studio, si è partiti dalla mappatura della "Carta per le pari opportunità e l'uguaglianza sul lavoro", la dichiarazione di intenti siglata in Italia da enti pubblici e privati a favore della promozione della diversità e delle pari opportunità negli ambienti di lavoro. Per sviluppare la conoscenza del diversity in ambito pubblico, si sono quindi condotte 25 interviste lunghe a testimoni privilegiati, ovvero esperti e studiosi del fenomeno. Successivamente, si sono selezionati e analizzati tre casi studio (Ministero dello Sviluppo Economico, Ingv - Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Comune di Trieste) individuati tra le istituzioni aderenti alla Carta italiana della Diversità, con l'obiettivo di osservare le pratiche di comunicazione e di gestione del personale concretamente sviluppate. Provando a sintetizzare i risultati ottenuti, l'analisi di scenario evidenzia come, nonostante il notevole interesse manifestato in Italia negli ultimi anni, testimoniato dai numerosi convegni e dibattiti legislativi sull'argomento, in ambito pubblico vi sia ancora una certa distanza tra la teoria e le politiche di inclusione effettivamente promosse. Inoltre, gli interventi programmati sono spesso di tipo episodico e isolati, ovvero non raccordati al piano strategico complessivo. Non si rileva poi nessuna particolare differenza fra le diverse tipologie di istituzioni esplorate, in tutte le quali prevale una scarsa consapevolezza circa la valenza rivestita da queste iniziative, il più delle volte ideate solo per adeguarsi alla prescrizione normativa di turno. Si è poi realizzata una rassegna critica delle tendenze più diffuse a livello pubblico in ambito di diversity emerse attraverso l'analisi delle interviste realizzate con gli esperti del settore. Tra gli aspetti principali figurano l'esigenza di un forte commitment da parte della dirigenza, l'assenza di un sistema di valutazione efficace di queste politiche di inclusione e la necessità di investire sulla formazione, sia sulle attività di sensibilizzazione interne alle organizzazioni sia su quelle da promuovere in ambito scolastico e accademico, in particolare pensando a nuovi corsi universitari finalizzati alla creazione di figure specifiche deputate alla gestione della diversità. Quanto agli esiti dell'ultima azione condotta, ovvero lo studio dei casi selezionati al fine di recuperare degli elementi utili a ricostruire i fattori che possano favorire o ostacolare l'affermazione di politiche di diversity in ambito istituzionale, va segnalato il ruolo fondamentale che assumono le attività di comunicazione, che possiamo declinare in quattro ambiti. Il primo è quello dello sviluppo di un sistema relazionale tra i diversi attori in gioco, ovvero tra i vertici e gli altri livelli organizzativi, che, contrariamente a quanto risulta dalla nostra ricerca, dovrebbero collaborare nel raggiungimento degli obiettivi strategici. Il secondo è quello della conoscenza. È indispensabile che tutti gli uffici interni all'amministrazione comunichino tra di loro per "ufficializzare" quelle che sono le peculiarità, i problemi da includere, superando l'inclinazione comune ad occultarli emersa nel nostro studio. La terza componente essenziale della dimensione comunicativa è quella della condivisione. Sebbene in alcuni casi sia già stato avviato, bisognerebbe ulteriormente promuovere un continuo dialogo non solo tra le istituzioni e i propri dipendenti ma tra le amministrazioni stesse per attivare dei momenti concreti di confronto sulla diversità. La quarta e ultima sfera individuata riguarda la comunicazione esterna che ogni ente sviluppa nei confronti della propria comunità. Rivolgersi a quest'ultima considerando solo l'utente tipo significa ormai escludere un'ampia fetta di persone, magari semplicemente perché di cultura e lingua diversa rispetto a quella nazionale. Appare quindi fondamentale per le istituzioni che vogliano provare a integrare la diversità nella declinazione dei propri contenuti riconoscerla tra i valori guida della propria azione.
Il presente lavoro è incentrato sulla gender diversity, più precisamente sull'eterogeneità di genere dei consigli di amministrazione. Dopo aver indagato le varie politiche adottate dai paesi europei,e nello specifico, la legge Golfo-Mosca, entrata in vigore in Italia nel 2012, ho analizzato la letteratura scientifica che cerca di trovare e spiegare il nesso esistente tra la presenza femminile nei board e la performance aziendale. In seguito, ho condotto un'analisi sulle aziende quotate italiane negli anni 2012-2013, sia per quanto riguarda la composizione dei consigli di amministrazione, sia per quanto riguarda gli indicatori di performance, per stabilire se, nel mercato italiano, la presenza femminile ai vertici aziendali, possa essere considerata un limite o un'opportunita di crescita per le organizzazioni indagate.
Dottorato di ricerca in Meccanica agraria ; Nonostante la rivisitazione della normativa in materia di salute e sicurezza sul lavoro, mediante l'adozione di un "Testo Unico" (DLgs 81/2008) che ne consenta la razionalizzazione e una maggiore efficacia delle tutele, il tema della sicurezza sul lavoro è ancora oggi poco affrontato. All'interno di questo contesto l'agricoltura è un settore poco studiato in Italia in cui le criticità ed i punti di incertezza sono ancora numerosi: solo nel 2008 gli infortuni mortali nel settore sono stati 121 - dato che pone l'agricoltura al secondo posto dopo l'edilizia. Un ulteriore elemento di criticità è dovuto dal fatto che, negli ultimi anni, l'azienda Agricola si sta evolvendo, passando da un luogo "chiuso" e dedito esclusivamente alla produzione ad un area "open", fruibile, come le fattorie didattiche, gli agriturismi, gli spacci aziendali, in cui la natura e la gestione del rischio diventano elementi dinamici difficilmente affrontabili con la valutazione del rischio tradizionale, legata al solo concetto di agricoltura produttiva. Nasce quindi l'esigenza di dover sviluppare dei nuovi sistemi analitici e conoscitivi che valutino nell'insieme il complesso dell'azienda agricola. Lo studio, iniziato dal 2004 con un campione di 250 aziende, ha avuto come obiettivo specifico l'analisi puntuale di comparti differenti dell'agricoltura, da quello zootecnico al vitivinicolo, dall'agro-meccanico alle aziende multifunzionali e sperimentali, dal comparto orto-florovivaistico a quello della manutenzione del verde, per definire, progettare ed implementare sistemi di gestione che possano razionalizzare il processo sicurezza all'interno dell'azienda agricola. Dal punto di vista metodologico lo studio, sviluppato in base alla normativa tecnica e sulla sicurezza sul lavoro, è stato suddiviso in quattro parti: caratterizzazione del comparto, analisi conoscitiva, analisi comparativa, creazione di modelli di gestione del rischio. Sono stati inoltre confrontati i diversi settori definendo degli specifici profili di rischio e delle schede infortunistiche. Il protocollo sperimentale ha definito infine la realizzazione di modelli e software gestionali per la riduzione del rischio all'interno dei comparti analizzati. I risultati di sette anni di studi delineano un scenario agricolo ancora molto arretrato rispetto agli altri ambiti produttivi, solo il 25% delle aziende risultavano essere conformi al testo unico. L'aspetto infortunistico del campione denota una corrispondenza puntuale con i dati nazionali sia per forma di accadimento che per fattore causale. Lo studio, inoltre, partendo dall'analisi infortunistica e dalla valutazione del rischio, definisce alcune tipologie di punti critici quali il rischio interferenza, chimico e di gestione delle strutture ed attrezzature aziendali. Tra i settori analizzati, il contesto lavorativo zootecnico si caratterizza per l'alto rischio dato dalla non gestione degli aspetti formali e da un parco macchine datato e fuori norma. In conclusione, per il miglioramento della sicurezza e la soluzione delle criticità sopra delineate, si propone un approccio progettuale e gestionale, attraverso una sezione di linee guida per la progettazione in sicurezza dei luoghi di lavoro e delle attività lavorative nel settore Vitivinicolo, e software gestionali per l'autocontrollo e la riduzione di alcuni fattori di rischio. Solamente: seminando cultura, coltivando conoscenza si può raccogliere sicurezza. ; Despite the changes in the normative in law about health and safety at the workplace, with the introduction of the Legislative Decree 81/08 that allows a major rationalization and a great effectiveness of the guardianships, the theme of the safety at the workplace is still a little faced. Within this context, agriculture still remain a little studied sector, with still numerous critical points: in 2008, fatal accidents were 121 and this data that puts agriculture in second place after the building sector. A further critical element is represented by the evolution in the last years of traditional agricultural firms, which often assume the characteristics of "open firms", passing from a place "closed" and devoted exclusively to the production to an "open" area in which the nature and the management of the risk become dynamic elements hardly manageable with a traditional risk evaluation. The necessity to develop new analytical and cognitive systems so clearly emerges. The study, started in 2004 with a sample of 250 firms, had the specific aim of analyzing the different sectors of agriculture (the livestock sector, he wine production, the agro-mechanical, involving the multifunctional and experimental farms, the horticultural sector and the cleaning services and gardens maintenance), in order to define and improve management systems that can streamline the security process in a farm. Methodologically, the study, developed on the basis of the Law in force concerning the safety at the workplace, has been divided into four parts: characterization of the area of study, cognitive analysis, benchmarking, modeling of risk management. the different sectors were also compared in order to define specific risk profiles and fiches casualty. The experimental protocol has defined models and software for the risk reduction within the analyzed sectors. The results of seven years of studies underline that agriculture is still much backlog compared to other productive areas and only 25% of firms were in accordance with the law in force. Analyzing the accidents data, there is a timely correspondence with national data both for shape of occurrence and causal factor. The study, in addition, starting from the property-casualty analysis and from risk assessment, defines certain types of critical points such as the risk of interference, the chemical risk and the management of structures and equipment. Among the analyzed areas, the livestock working context is characterized by a high risk given by a lack in the formal aspects management and by a dated and non-standard machinery park. In conclusion, to improve safety and to overcome critical points, the study proposes a managerial approach, through a section of guidelines for planning the safety at the workplace in the wine producing sector, and managerial software for the self-control and the risk reduction. Only sowing culture, cultivating knowledge, we can collect safety.
The paper analyses the measures implemented by food delivery companies to reduce the risk of contagion among riders. In particular, it aims to verify whether these companies have fulfilled their obligations regarding the protection of workers' health during the first phase of the health emergency. The empirical basis on which the article is based was produced by a case study conducted in Catania in the period June-October 2020, involving five platforms - Glovo, Foodys, Just Eat, Social Food and Winelivery - and 120 riders. This allowed us to verify whether the measures implemented by the platforms comply with the guidelines defined in Italy by the Emergency Protocols, signed between the Government and social partners, as well as with the principles defined by case law. ; El documento analiza las medidas aplicadas por las empresas de reparto de alimentos para reducir el riesgo de contagio entre los jinetes. En particular, pretende comprobar si estas empresas han cumplido con sus obligaciones en materia de protección de la salud de los trabajadores durante la primera fase de la emergencia sanitaria. La base empírica en la que se basa el artículo se produjo mediante un estudio de caso realizado en Catania en el período comprendido entre junio y octubre de 2020, en el que participaron cinco plataformas -Glovo, Foodys, Just Eat, Social Food y Winelivery- y 120 ciclistas.Esto nos permitió verificar si las medidas implementadas por las plataformas cumplen con las directrices definidas en Italia por los Protocolos de Emergencia, firmados entre el gobierno y los interlocutores sociales, así como los principios definidos por la jurisprudencia. ; Il paper analizza le misure messe in atto dalle aziende di food delivery per ridurre il rischio di contagio dei riders. In particolare, mira a verificare se queste aziende abbiano adempiuto ai propri obblighi in materia di protezione della salute dei lavoratori durante la prima fase dell'emergenza sanitaria. La base empirica su cui poggia l'articolo è stata prodotta da un case study condotto a Catania nel periodo giugno-ottobre 2020, che ha coinvolto cinque piattaforme - Glovo, Foodys, Just Eat, Social Food e Winelivery - e 120 rider. In questo modo è stato possibile verificare se le misure messe in atto dalle piattaforme siano conformi alle linee guida definite in Italia dai Protocolli di emergenza, sottoscritti tra Governo e parti sociali, nonchè dai principi definiti dalla giurisprudenza.
Le trasformazioni in corso nel mondo del lavoro hanno posto al centro dell'attenzione pubblica il tema dell''occupabilità', ovvero della capacità delle persone – bibliotecari compresi – di saper cercare attivamente, trovare e mantenere un impiego. L'articolo propone, senza pretese di sistematicità e completezza, domande, spunti di analisi, risorse scientifiche e qualche indicazione pratica per esplorare questo fenomeno, con un focus specifico sulle sfide e le opportunità offerte dall'information literacy.Il testo si compone di tre parti: nella prima vengono prese in esame a grandi linee le politiche attive del lavoro messe in campo dalla governance europea e italiana; nella seconda si presenta una rassegna introduttiva alla letteratura professionale biblioteconomica (in lingua inglese) dedicata al rapporto tra information literacy e posti di lavoro; nella terza si riporta l'esito di un corso di formazione per giovani imprenditori – finanziato da un centro per l'impiego italiano tramite fondi europei – tenuto da un gruppo interdisciplinare di professionisti, nel quale è stato integrato un modulo dedicato all'alfabetizzazione informativa. ; The recent reshaping of the world of work has brought into the limelight the issue of employability, i.e. the ability to know how to actively seek, find and keep a job. The article provides a few questions, insights, scientific resources and practical suggestions in order to analyze the issue with a specific focus on information literacy.The text consists of three parts: the first one examines the national and international (i.e. European) active labour market policies; the second part provides a first LIS literature review about the relationship between information literacy and the world of work; the last part describes an Italian pilot project accomplished by a job center thanks to European funds: a training course for young entrepreneurs given by a heterogeneous team of professionals, including a full module of information literacy.
In a society characterized by the intermingling or many and a different cultures, two options are open to the policy-makers: multiculturalism, for which every culture is, to say, like an island segregated from the others cultures and commanding an exclusive identification on the part of its members; and interculturalism, which allows for more flexible and dynamic relations between cultures, each of them been so thought as an integral part of a wider and inclusive setting of common beliefs and values. In the framework of the intercultural politics the problem arises of the ways in which an effective network of relationships between cultures may be built in order to promote their integration, i.e. the problem of intercultural mediation. The essay deals with the role that the key figure (that of the intercultural mediator) should play in this process. He should possess a high degree of education and professionalism in order to operate according to effective universalistic standards and promote the integration of immigrants. This implies that his recruitment must be completely independent of any origin or ethno-cultural affiliation. To date, at the national level the figure of the mediator has not been regulated and the whole sector is mostly managed by social cooperatives, cultural associations or immigrants' associations that offer their services to the institutions with positive effects, but also with inevitable negative implications. ; In una società caratterizzata dalla molteplicità/compresenza di molte e diverse culture, al policy-maker si aprono due opzioni: il multiculturalismo, per il quale ogni cultura è, per così dire, un'isola separata dalle altre e alla quale va l'identificazione esclusiva dei suoi membri; e l'interculturalismo, che consente rapporti più flessibili e dinamici tra le culture, ognuna delle quali è pensata come parte di un unico e più inclusivo ambiente di credenze e di valori comuni. All'interno della politiche interculturali si pone il problema dei modi in cui costruire una effettiva rete di rapporti fra le culture al fine di promuoverne l'integrazione, ossia il problema della mediazione interculturale. Il saggio si occupa del ruolo che dovrebbe svolgere la figura chiave in questo processo, quella del mediatore interculturale. Questo dovrebbe possedere un elevato grado di istruzione e di professionalità al fine di poter operare secondo efficaci standard universalistici e favorire l'integrazione degli immigrati. Ciò comporta che il suo reclutamento prescinda del tutto da ogni provenienza o appartenenza etno-culturale. A tutt'oggi, a livello nazionale, la figura del mediatore non è stata normata e l'intero settore è gestito per lo più da cooperative sociali, da associazioni culturali o di immigrati che offrono i loro servizi alle istituzioni con effetti positivi, ma anche con inevitabili distorsioni.
The article focuses on Takeaway.com's collective agreement, signed with the traditional trade unions. In particular, the author addresses the provisions on the health and safety protection of riders. The author first highlights the legislation on health surveillance and on the intensity of cooperation required from the worker. The analysis then focuses on the insurance protection that the company offers in the case of death or permanent disability of the worker and in relation to injuries that the rider may cause to third parties or their property. The aim of the article is to highlight any deviations from the protection discipline provided by Legislative Decree 81/2008. ; El artículo recoge unas breves reflexiones sobre las previsiones que el acuerdo Takeaway.com, firmado con las tradicionales organizaciones sindicales de trabajadores, se refiere a la protección de la salud y seguridad de los repartidores. Dada la clasificación uniforme del personal empleado según el esquema de subordinación junto con la aplicación del Convenio Colectivo Nacional de Trabajo para el sector logístico, el convenio presenta una estructura articulada rica en diversos elementos de interés. En particular, el Autor se centra en la disciplina que incide en la vigilancia de la salud y la formación obligatoria en el tema, investigando también entorno a la intensidad de la cooperación que se requiere del trabajador de la plataforma. Se examinan tambien las protecciones de seguros que ofrece la empresa en caso de hechos lesivos o fatales ocurridos durante el trabajo en perjuicio del corredor y la normativa relativa a la responsabilidad civil del corredor por daños causados a terceros y bienes relacionados. Las previsiones de negociación examinadas forman parte de un modelo organizativo innovador que, si bien prefigura una posible renovación en materia de co-regulación, cuestiona el apreciable avance que el acuerdo de empresa de Takeaway.com puede determinar en la práctica. del trabajo digital. ; L'articolo raccoglie alcune riflessioni intorno all'accordo collettivo sottoscritto tra Takeaway.com e le storiche organizzazioni sindacali dei lavoratori. In particolare sono analizzate le previsioni incidenti sul tema della salute e sicurezza dei riders. Premesso l'uniforme inquadramento del personale impiegato secondo lo schema della subordinazione unitamente all'applicazione del CCNL del settore logistica, l'intesa presenta un articolato ricco di diversi elementi d'interesse. In particolare, l'Autrice si sofferma sulla disciplina che interessa la sorveglianza sanitaria e la formazione obbligatoria in materia, indagando altresì sulla intensità della cooperazione richiesta al lavoratore delle piattaforme. Successivamente, sono esaminate le tutele assicurative che la società offre nel caso di eventi lesivi o mortali occorsi durante l'attività lavorativa a danno del rider e la disciplina relativa alla responsabilità civile del rider per danni causati a terzi ed alla relativa proprietà. Le previsioni negoziali esaminate nel contributo si collocano all'interno d'un innovativo modello organizzativo che, pur prefigurando un possibile rinnovamento sul piano della co-regolazione, interroga sull'apprezzabile avanzamento che in concreto l'Accordo integrativo aziendale Takeaway.com può determinare relativamente alla salute e sicurezza del lavoro digitale.