Explorations in African Political Thought. Identity, Community, Ethics
In: Rivista di studi politici internazionali: RSPI, Band 69, Heft 2, S. 337-338
ISSN: 0035-6611
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In: Rivista di studi politici internazionali: RSPI, Band 69, Heft 2, S. 337-338
ISSN: 0035-6611
In: Affari esteri: rivista trimestrale, Band 21, Heft 83, S. 523-528
ISSN: 0001-964X
World Affairs Online
In: Aviolibri dossier 41
Alla fine del sec. XV, gli Europei scopritori dell'Africa occidentale trovarono che il cavallo era impiegato nel Benin e nei vicini paesi yoruba. Poiché non si conosce l'esistenza di antenati selvatici dell'Equus caballus in questa o in alcuna altra zona dell'Africa, si trattava di equini importati. Sulla base di argomenti zoologici, archeologici, storici ed etnologici, il presente articolo intende chiarire tempi e modi di tale introduzione.Il cavallo e anche qui essenzialmente animale da guerra e simbolo di prestigio sociale: il suo arrivo, dall'Africa settentrionale per via del Sahara, è connesso con l'impiego del carro da guerra. L'A. discute brevemente le questioni della iniziale domesticazione equina, dell'uso e della diffusione dei carri ippotrainati, delle singolari raffigurazioni di questi nello stile del «galoppo volante» tipico dell'arte minoico-micenea e presente tra l'altro nelle figurazioni rupestri sahariane; e delle presumibili relazioni commerciali che dovettero indirettamente collegare quest'ultima area, e quella del Mediterraneo occidentale nell'eta del bronzo, con le zone oltre il Sahara. Di qui, secondo l'A., giunse il cavallo nel bacino del Niger, mentre piu deboli sono considerate le possibilita di connessione degli stati dell'Africa occidentale con Kush e Meroe. Se però l'evidenza archeologica suggerisce per tali contatti epoche non posteriori al II millennio a.C., queste appaiono di molto anteriori ai tempi in cui si presume siano sorti in Africa occidentale stati in grado di sfruttare corpi di caval- leria: il piu antico stato locale di cui si abbia notizia, il Ghana, non risale a prima del IV sec. d.C. Fra le ipotesi relative al destino del cavallo in queste zone durante il lungo e oscuro intervallo, l'A. tende a scartare quella di un rinselvatichimento della specie come si sa essere avvenuto in America; egli pensa piuttosto a un uso del cavallo come animale da sacrificio, o a un suo persistente impiego per il traino di carri; meno probabile il suo uso come cavalcatura, prevalso poi in epoca moderna. La piu antica varieta di Equus presente in Africa occidentale sarebbe infatti, secondo l'A., una razza di ponies di piccole dimensioni, poco atta a essere cavalcata; piu tardo sarebbe l'arrivo della piu robusta varieta berbera, di quella araba, di quella dongolana. Comunque impiegato agli inizi, il cavallo contribuì a trasformare in senso militare le ancor piccole comunita dell'area sudanese-guineana viventi di coltivazione e allevamento di tipo «neolitico»; e i contatti trans-sahariani che accompagnarono l'introduzione del nuovo nobile animale dovettero incoraggiare la fondazione dei primi stati della zona.
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[Italiano]: L'idea e il materiale di questo libro sulla questione dell'agency negli studi africani derivano dal seminario di studi internazionale organizzato dal CeSAC (Centro Studi sull'Africa Contemporanea) dell'Università degli studi di Napoli "L'Orientale", presso la Scuola di Procida per l'Alta Formazione a ottobre 2019. Il tema è stato affrontato da diverse prospettive e approcci disciplinari agli studi africani nelle scienze umane e sociali. La prima parte del volume comprende nove capitoli basati su altrettante ricerche empiriche sul terreno nelle scienze politiche e sociali che affrontano la questione dell'agency attraverso le più svariate sfere di indagine quali migrazioni e studi urbani, pratiche religiose, lavoro informale, élite, analisi delle politiche pubbliche. La seconda parte invece consiste di sei capitoli che riguardano gli studi culturali, di genere e dei media, analizzando la versione culturalmente mediata dell'agency, che si ritrova in particolari pratiche e luoghi, così come negli interventi/azioni (auto)etnografici, teoretici e militanti. Il libro è il prodotto della collaborazione tra l'Università degli studi di Napoli "L'Orientale" (UNIOR) e la University of Johannesburg (UJ) ed è stato curato da Antonio Pezzano e Daniela Pioppi per il CeSAC-UNIOR e da Varona Sathiyah e Pier Paolo Frassinelli per il Dipartimento di Comunicazione e Media (UJ)./ [English]: The idea and material for this book on the question of agency in African studies came from an international workshop organised by the Centre for Contemporary African Studies (CeSAC), University of Naples "L'Orientale", held at the Scuola di Procida per l'Alta Formazione, in October 2019. The topic was tackled from different perspectives and approaches to African studies in the humanities and social sciences. The first part of the volume collects nine chapters based on nine empirical research in the field of social and political sciences with very diverse spheres of enquiry such as migration and urban studies, religious practices, ...
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The political project of decolonization was based on a "total, complete, and absolute substitution" (Fanon) of a system with another, but in the urban geography of Sub-Saharan Africa this process has been long, complex and not without ambiguity. On one hand, we observe a radical discontinuity in place names, in the administrative structure and in the monumental landscape of African cities; on the other, postcolonial urban planning and architecture showed strong continuity with the colonial functionalist model. In recent African urban projects as well, we observe the action of a colonial rationality, based on the removal of existing territories and on the production of standardized and fragmented urban spaces.
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