La tesi tratta l'argomento delle azioni a voto plurimo nelle società per azioni. Dopo un'introduzione dei possibili meccanismi di attribuzione del diritto di voto all'azionista, viene affrontato il profilo storico del voto plurimo nell'ordinamento italiano e l'abrogazione del divieto di emettere azioni a voto plurimo con l'intervento del legislatore italiano nel 2014. Il lavoro contiene, inoltre, un'analisi del voto plurimo negli ordinamenti di common law quali gli Stati Uniti ed il Regno Unito. Infine, viene analizzato la nuova disciplina del voto plurimo nell'ordinamento italiano.
Questo lavoro etnografico parte dalle convinzioni, dai valori, dagli atteggiamenti e dalle aspettative di docenti di inglese di tre diverse realtà educative a Salvador, Brasile e prende in considerazione i vantaggi e gli specifici svantaggi di ciascun contesto. Il lavoro ha avuto come obiettivo principale quello di indagare la percezione che i docenti brasiliani di inglese hanno della loro professionalità e la consapevolezza che essi hanno dei principi e delle implicazioni della condizione dell'inglese come lingua franca internazionale o globale. Lo studio indaga inoltre quanto la pratica quotidiana di questi docenti e il loro comportamento riflettano tali convinzioni.I dati sono stati raccolti tramite un questionario, osservazioni etnografiche delle classi e video registrazioni di interviste di gruppo semi-strutturate, dove argomenti come ELF/EIL (McKay, 2002; Seidlhofer, 2004; Jenkins, 2007), competenza interculturale (Byram 1997; Guilherme 2002) e pedagogia critica (Freire 1970; Crookes 2010) sono stati affrontati e discussi in una prospettiva più dinamica e democratica. I risultati e le considerazioni sono stati utili e rilevanti non solo per la discussione sulle implicazioni metodologiche e politico-ideologiche inerenti l'istruzione odierna in inglese, ma soprattutto per la riflessione su istanze che possono contribuire alla (ri)costruzione di un profilo più adeguato di insegnanti di inglese non nativi che propongono, tra altre cose, l'adozione di una pedagogia interculturale appropriata e critica, capace di incoraggiare gli insegnanti locali affinché cerchino soluzioni locali alle sfide che l'educazione linguistica contemporanea ha posto loro in modo sempre più pressante. Departing from beliefs, values, attitudes, and expectations of English teachers from three educational realities in Salvador, Brazil, and taking into consideration the competitive advantages and peculiar adversities of each context, this ethnographic work had as its main goal to investigate how Brazilian EFL teachers see themselves as contemporary language professionals, to which extent they are aware of principles and implications related to the condition of English as an international or global lingua franca, and whether their daily practice and behavior reflect these beliefs. The data were collected through a questionnaire, ethnographic class observations, and video recordings of semi-structured group interviews where topics like ELF/EIL (McKay, 2002; Seidlhofer, 2004; Jenkins, 2007), intercultural competence (Byram 1997; Guilherme 2002), and critical pedagogy (Freire 1970; Crookes 2010) were discussed and approached under a more dynamic and democratic perspective. Results and considerations have proven useful and relevant not only to the discussion of methodological and political-ideological implications inherent to English education today, but especially to the reflection on issues which may contribute to the (re)construction of a more adequate profile of non-native English teachers, proposing, among other things, the adoption of an appropriate critical intercultural pedagogy capable of empowering local teachers in order to search for local solutions to the challenges contemporary linguistic education has been intensively posing to them.
[Italiano]: "Voice to the voiceless" è lo slogan che ha accompagnato nel 2006 il lancio di Al Jazeera English, finanziato dal'emirato del Qatar come l'omonimo canale in arabo, per proporre un punto di vista mediorientale sulle notizie direttamente nella lingua della globalizzazione. In un post-11 Settembre segnato da conflitti militari e identitari Al Jazeera English ha avuto il merito di introdurre un modello di informazione conciliatorio, lontano dai sensazionalismi e allo stesso tempo decentrato, o meglio dai molti centri, tutti localizzati in un `Sud` definito per opposizione al `Nord` culturalmente e politicamente egemone. Questo libro esplora le relazioni contraddittorie tra il canale e i modelli dell`informazione anglo-americana; tra le spinte democratizzanti dell`emittente, come durante le rivoluzioni del 2011, e le politiche del suo stato finanziatore; tra le aspirazioni universaliste e i nuovi regionalismi dell`informazione televisiva transnazionale. Questioni che vengono approfondite analizzando i contenuti del canale, in una prospettiva che mira ad arricchire il tradizionale approccio allo studio dell'informazione televisiva con quello della teoria postcoloniale e degli studi culturali ./[English]: "Voice to the voiceless" has been the slogan introducing the launch of Al Jazeera English. Like its Arabic sister channel, Al Jazeera English is funded by the Emirate of Qatar. Its mission is to offer a perspective of Middle Eastern affairs to a wide international audience, this time in the language of globalisation. In a post-9/11 era marked by military and identity conflicts, Al Jazeera English has had the merit to introduce a new model of television news that is "conciliatory", far from the polarised and hyperbolic ones, and at the same time de-centralised, shifting the focus to a 'South' defined in opposition to the culturally and politically hegemonic 'North'. This book explores how the channel adopts and yet reshapes the Anglo-American news standards; the contradictions between the channel's democratising push, as in the 2011 uprisings, and its funding state's conservatory policies; between universal aspirations and the new regional boundaries characterising the transnational news domain. These issues are all investigated analysing the channel's content, with a perspective that aims at enriching the traditional news media studies approach with views from postcolonial theory and cultural studies.
[Italiano]:"Voice to the voiceless" è lo slogan che ha accompagnato nel 2006 il lancio di Al Jazeera English, finanziato dal'emirato del Qatar come l'omonimo canale in arabo, per proporre un punto di vista mediorientale sulle notizie direttamente nella lingua della globalizzazione. In un post-11 Settembre segnato da conflitti militari e identitari Al Jazeera English ha avuto il merito di introdurre un modello di informazione conciliatorio, lontano dai sensazionalismi e allo stesso tempo decentrato, o meglio dai molti centri, tutti localizzati in un `Sud` definito per opposizione al `Nord` culturalmente e politicamente egemone. Questo libro esplora le relazioni contraddittorie tra il canale e i modelli dell`informazione anglo-americana; tra le spinte democratizzanti dell`emittente, come durante le rivoluzioni del 2011, e le politiche del suo stato finanziatore; tra le aspirazioni universaliste e i nuovi regionalismi dell`informazione televisiva transnazionale. Questioni che vengono approfondite analizzando i contenuti del canale, in una prospettiva che mira ad arricchire il tradizionale approccio allo studio dell'informazione televisiva con quello della teoria postcoloniale e degli studi culturali ./[English]: "Voice to the voiceless" has been the slogan introducing the launch of Al Jazeera English. Like its Arabic sister channel, Al Jazeera English is funded by the Emirate of Qatar. Its mission is to offer a perspective of Middle Eastern affairs to a wide international audience, this time in the language of globalisation. In a post-9/11 era marked by military and identity conflicts, Al Jazeera English has had the merit to introduce a new model of television news that is "conciliatory", far from the polarised and hyperbolic ones, and at the same time de-centralised, shifting the focus to a 'South' defined in opposition to the culturally and politically hegemonic 'North'. This book explores how the channel adopts and yet reshapes the Anglo-American news standards; the contradictions between the channel's democratising push, as in the 2011 uprisings, and its funding state's conservatory policies; between universal aspirations and the new regional boundaries characterising the transnational news domain. These issues are all investigated analysing the channel's content, with a perspective that aims at enriching the traditional news media studies approach with views from postcolonial theory and cultural studies.
Una traduzione implica sempre un doppio percorso: accanto a quello che va dalla lingua di origine a quella di destinazione, se ne muove un altro, più silenzioso e nascosto, che si avventura in senso opposto. Pensare al vasto e multiforme percorso di trasmissione culturale che tra il XV e il XVII secolo ha diffuso la novella italiana in tutta Europa significa riflettere su questo doppio movimento, che rende la traduzione una pratica ben più complessa di una semplice "messa a disposizione" dell'originale nella lingua di destinazione. Questo studio prende in esame il processo di rielaborazione narrativa, stilistica e ideologica cui sono state sottoposte le novelle italiane in età elisabettiana. Che cosa è stato di questi testi al passaggio in Inghilterra? Quando, come e per chi sono stati tradotti? Come sono stati recepiti? Quali pratiche traduttive sono state impiegate e quali strategie retoriche messe in atto per trasporli? Quali teorie della traduzione li hanno accompagnati? C'è stata una precisa politica traduttiva? Con quali scopi? E con quali conseguenze nell'evoluzione dei generi della letteratura inglese?
L'elaborato verte sulla traduzione istituzionale in contesti in cui l'inglese viene utilizzato come lingua franca e, partendo da una base teorica, si propone di analizzare un piccolo corpus di conferenze tramite le quali la BCE è solita a comunicare ai media le proprie decisioni in materia di politica monetaria. Da un'analisi del discorso di tipo qualitativo dei testi emergono caratteristiche lessico-grammaticali e strategie pragmatiche comuni in contesti ELF (English as a Lingua Franca); fra queste viene approfondito il processo di negoziazione di significato dell'espressione «through the summer of 2019». La tesi si articola in cinque capitoli, tre teorici e un case-study distribuito su due capitoli. Il primo capitolo descrive l'istituzione presa in esame e introduce alcuni temi che emergeranno nei capitoli 4 e 5. Il secondo capitolo si focalizza sull'ELF e partendo dalle origini del termine lingua franca delinea il campo di ricerca e illustra alcuni concetti chiave. Il terzo capitolo tratta di multilinguismo, traduzione ed ELF nelle istituzioni europee e funge da trait-d'union fra i capitoli precedenti e quelli successivi. Il quarto capitolo prende in esame una serie di conferenze stampa della BCE al fine di studiare la comunità ELF oggetto del presente elaborato. Il quinto capitolo illustra gli sviluppi del caso traduttivo a cui ha dato origine la frase «through the summer of 2019»; in particolare, presenta le risorse che sono state utilizzate per risalire alle ragioni che probabilmente hanno portato la BCE a modificare alcune versioni multilingue.
Nella seconda metà del XX secolo, l'introduzione di tecnologie innovative insieme all'implementazione di nuove politiche macroeconomiche internazionali hanno permesso un incremento degli scambi commerciali e culturali. È in questo scenario che la lingua inglese è diventa la lingua ufficiale degli affari, delle organizzazioni internazionali, della diplomazia, etc. Oggigiorno, l'inglese è riconosciuto come lingua franca mondiale e gli studiosi hanno coniato l'acronimo ELF (English as a Lingua Franca) per fare riferimento alle varianti della lingua inglese sviluppate in vari ambiti per comunicare efficacemente a livello internazionale. La tesi si concentra principalmente sul ruolo dell'inglese applicato all'ambito accademico, focalizzando l'attenzione su come questo stia influenzando il lavoro degli accademici. Data l'importanza attribuita alla lingua inglese, non sorprende che la maggior parte degli studiosi ora aspiri ad ottenere la pubblicazione del proprio lavoro in riviste internazionali specializzate pubblicate in lingua inglese, oggi riconosciute come le più prestigiose e influenti. La pubblicazione di un testo è solitamente preceduta da processi di correzione delle bozze e di editing che spesso passano inosservati. Tuttavia, l'intervento di figure professionali dell'editoria ha un impatto sul testo e ne influenza l'esito finale. Pertanto, è importante acquisire una maggiore comprensione di come le attività di traduzione, revisione, editing, etc. stiano contribuendo a plasmare il linguaggio accademico specializzato. Il primo capitolo della tesi si apre con una panoramica dei processi che hanno portato l'inglese ad acquisire il suo ruolo attuale e introduce i concetti fondamentali di community of practice e discourse community. La parte centrale del capitolo riguarda l'oggetto principale dello studio, si concentra cioè sulle caratteristiche fondamentali del linguaggio accademico specializzato, per finire con la descrizione delle pratiche editoriali attuali adottate dagli accademici e il ruolo di editori, revisori, curatori, etc. nel processo di produzione di un testo. Il secondo capitolo è dedicato alla metodologia e al materiale analizzato. Qui viene introdotto il concetto di analisi del discorso e vengono delineati i principali approcci a questo tipo di studio, continuando con la descrizione dei concetti di corpus e linguistica dei corpus. Lo studio presentato esamina due corpora di articoli di ambito economico scritti in inglese, rispettivamente costituiti da articoli inediti scritti da non-madrelingua e articoli pubblicati, presumibilmente scritti da non-madrelingua, estratti da dodici riviste accademiche di prestigio. I corpora sono stati analizzati utilizzando il software di analisi testuale Antconc creato dal Prof. Laurence Anthony. L'obiettivo principale dello studio dei due corpora è formulare ipotesi riguardo allo scopo comunicativo di determinate scelte linguistiche e identificare alcune peculiarità della lingua inglese in testi destinati alla pubblicazione internazionale. Gli ultimi capitoli sono dedicati alla presentazione dei risultati emersi dalla comparazione dei due corpora di riferimento. Gli elementi testuali oggetto di analisi sono stati selezionati secondo criteri quantitativi e qualitativi, i.e. la frequenza d'uso, l'osservazione dell'utilizzo delle parole chiave in contesto e delle relative collocazioni, ed esaminati dal punto di vista semantico, sintattico e pragmatico. Per testare ulteriormente la validità dei risultati, il primo corpus è stato messo a confronto con un terzo costituito dalle pubblicazioni di alcuni degli articoli inediti inclusi nel primo corpus.
In literature in English, and in the popular imagination in English-speaking countries generally, the Minoan period is a kind of golden age, an Atlantis or Garden of Eden before the Fall. And, in such a construction, the Fall comes with the Mycenaeans, who are represented as a tough, militaristic people who destroyed Troy for trade reasons. This chapter traces the emergence of the idealistic depiction of the Minoans in response to the circumstances before, during, and after World War II. While some recent authors have begun to challenge the image of happy and peaceful Minoans, it suggests that the Minoans and Mycenaeans are still locked into antithetical perceptions that hinder real understanding of the cultures.
La tesi ricostruisce la vita e la dottrina politica di Mary Astell (1666-1731), pensatrice politica, filosofa e teologa inglese. La sua riflessione costituisce un capitolo essenziale ma poco esplorato della storia costituzionale e del pensiero politico inglese. Malgrado il suo conservatorismo anglicano, Astell incarna una critica proto-femminista al patriarcato. Questa critica, pur essendo specialmente affilata nel pensiero di Astell, è condivisa, al netto di alcune significative differenze, anche da altre importanti pensatrici tra metà Seicento e inizio Settecento. Essa è definita come antipatriarcalismo materiale, in quanto mette in discussione i rapporti materiali di potere tra i sessi e si oppone all'antipatriarcalismo formale di Locke. L'antipatriarcalismo materiale si lega all'irruzione femminile nella sfera pubblica in formazione, durante la grande ribellione degli anni Quaranta del Seicento, che è contestuale allo sviluppo di una agency femminile in campo economico e giuridico. Insieme al dibattito politico-religioso, dunque, si considerano i trattati giuridici, i manuali di condotta, le petizioni e le profezie femminili del secolo delle Rivoluzioni, al fine di ricostruire il contesto giuridico e sociale a cui appartengono Astell e le altre donne "straordinarie" del tempo. In questo scenario Astell elabora la sua teologia politica, che implica una critica delle politiche di tolleranza e del tentativo dei dissenzienti e dei whig di riscrittura della storia. Astell teorizza la necessità dell'ordine politico, laddove tutto il potere è nelle mani di Dio e del re, Suo vicario sulla terra. L'autorità divina assoluta consente di pensare un'eguaglianza radicale delle anime davanti a Dio, condizione che rende la subordinazione delle donne agli uomini impossibile da sostenere. Questa rivendicazione dell'uguaglianza delle donne emerge con forza nel dibattito sull'educazione, in cui Astell interviene proponendo la creazione di un ritiro filosofico-religioso femminile che inauguri una sfera pubblica separata in grado di preparare le donne ad affrontare la società degli uomini. ; The thesis investigates the life and political thought of Mary Astell (1666-1731), English political thinker, philosopher and theologian. Her reflections constitute an essential but rather unexplored chapter of English political thought and Constitutional History. Despite her Anglican Toryism, she embodies a proto-feminist critique to early modern patriarchy. While this critique is most consistently advanced by Astell, it is shared, notwithstanding some significant differences, by other outstanding female thinkers of the Century of Revolution. It can be defined as material antipatriarchalism, insofar as it questions the material power relations between the sexes and opposes the formal antipatriarchalism of Locke. Material antipatriarchalism is strictly linked to the female irruption into the emerging public sphere during the great rebellion of 1640s, which concurs with women's economic and legal agency. Therefore, together with the political and religious debate, legal treatises, conduct books, female petitions and prophecies of XVII and early XVIII century are taken into account in order to reconstruct the judicial and social context to which Astell belongs. Against this backdrop Astell elaborates her own political theology, which entails a critique of toleration policies and of the dissenters' and Whigs' attempt to reinterpret the English past. Astell theorizes the necessity of political order, whereby all power is held by God and the King, His vicar on earth. Absolute divine authority, in turn, paves the way to the radical equality of all souls in front of God, a condition that makes women's subordination to men unsustainable. The claim to women's equality is strongly reflected in the educational debate, where Astell intervenes proposing the creation of a philosophical-religious retirement that should lead to a separate public sphere able to prepare women to confront the male-run society.
L'obiettivo del presente progetto di ricerca è quello di far luce sul tema della gestione dei prestiti integrali dall'inglese, tratto tipico dell'italiano parlato in contesti istituzionali, da parte di interpreti simultaneisti e traduttori nella direzionalità italiano>spagnolo. L'idea alla base del progetto, dunque, è quella di analizzare, attraverso uno studio di tipo osservazionale, quali strategie possono essere attivate in interpretazione simultanea e in traduzione per far fronte a un fenomeno potenzialmente insidioso quale l'anglicismo integrale. La finalità ultima è quella di poterne ricavare una serie di possibili ricadute didattiche applicabili attraverso uno strumento di libero accesso, la piattaforma Anglintrad, a disposizione di docenti e studenti di interpretazione e traduzione, così come di professionisti all'interno di un percorso di formazione continua. La fase preliminare alla creazione della piattaforma è stata lo sviluppo di un corpus intermodale, Anglintrad, composto da discorsi originali italiani pronunciati nell'ambito della seduta plenaria del Parlamento europeo, dei relativi testi interpretati in spagnolo e delle traduzioni dei resoconti per esteso delle stesse sedute. Il carattere intermodale di Anglintrad ha consentito un confronto diretto tra le strategie adottate dagli interpreti e dai traduttori a fronte dello stesso fenomeno potenzialmente problematico e ha portato alla definizione di una tassonomia di strategie specifiche per poterle classificare. L'analisi dettagliata di ogni fenomeno è stata integrata da apposite schede analitiche recanti informazioni relative all'uso e al grado di assimilazione di ciascun prestito in lingua italiana. La parte applicativa del progetto Anglintrad è costituita dal suo uso sia come strumento formativo che di consultazione. Il lavoro di ricerca si conclude con quattro originali proposte didattiche. ; This research project examined the way in which a typical feature of spoken institutional Italian, namely the use of unmodified English loanwords, was managed by simultaneous interpreters and translators in the Italian>Spanish language pair. The main idea underlying the project consisted in the application of an observational study analysing the strategies used both in simultaneous interpreting and in translation in order to cope with a potentially troublesome phenomenon like the presence of unmodified English loanwords. The aim was to extract some possible didactic implications for application through an open-access tool, the Anglintrad online platform, which is designed for trainers and students in interpreting and translation, but also for professionals within a life-long learning framework. The preliminary phase leading to the creation of the platform entailed the compilation of an intermodal corpus, Anglintrad, consisting of a group of original speeches delivered in Italian at the European Parliament plenary sitting, the related Spanish interpreted texts and the translations of the verbatim reports of proceedings. As an intermodal corpus, Anglintrad made possible direct comparisons of the various strategies adopted by interpreters and translators who all faced the same potentially problem-triggering phenomenon. This led to the definition of a taxonomy of specific strategies. The analysis of each phenomenon was then supplemented by a newly created lexical database with detailed information on the use of each loanword in Italian and on its degree of integration into this language. The project also produced a practical part, namely the application of the platform as a didactic tool and for consultation purposes, and concluded with the development of four original didactic proposals.
At head of p. 1 of pt. II: Melzi's new Italian and English dictionary. ; Pt. II has title: Nuovo dizionario italiano-inglese e inglese-italiano. ; I. Parte inglese-italiana con un elenco delle abbreviazioni d'uso generale -- II. Parte italiana-inglese con un elenco delle abbreviazioni d'uso generale. ; Mode of access: Internet.
La tesi indaga le rappresentazioni dello spazio urbano nella letteratura distopico-fantascientifica contemporanea pubblicata negli ultimi dieci anni, in lingua inglese, e il rapporto che viene instaurato tra quello stesso spazio e i personaggi dei romanzi. Si compone di cinque capitoli. L'analisi dei tre testi scelti - On Such a Full Sea di Chang-rae Lee (2014, cfr. Cap. 3), Station Eleven di Emily St. John Mandel (2014, cfr. Cap. 4) e MaddAddam di Margaret Atwood (2013, cfr. Cap. 5) - mostra come a fronte di uno spazio distopico in cui la città è scomparsa e dove prevale la frammentazione in nuclei e comunità separate, il soggetto che incarna un impulso utopico elegge a propria forma di vita uno status diasporico, che diventa gesto politico nel momento in cui egli/lei si rifiuta di adattarsi alla realtà spaziale fortemente distopica in cui si trova. I romanzi qui analizzati, tutti distopie critiche, possono essere considerati come eredi dell'autrice fantascientifica e fantasy Ursula K. Le Guin e del suo racconto "The Ones Who Walk Away from Omelas" (1973), dal momento che nel finale alcuni abitanti di una città che sembra essere a tutti gli effetti utopica, decidono di abbandonarla dopo aver scoperto una grande ingiustizia. Quale gesto di rifiuto, decidono dunque di mettersi in cammino verso una mèta non precisata e di non fare più ritorno. Il primo capitolo ha l'obiettivo di esporre le teorie di riferimento della ricerca: gli studi utopici, gli studi sullo spazio, gli studi dello spazio in letteratura, la nozione di diaspora mutuata dalla teoria postcoloniale, le teorie dedicate al camminare quale gesto culturale e politico, e il nomadismo. Il secondo capitolo è dedicato alla presentazione del corpus e al genere distopico con una specifica sezione sulle distopie critiche. I restanti tre capitoli sono dedicati all'analisi. ; This dissertation analyses urban spatial representations in contemporary utopian and science fiction novels, published in the last decade and written in English, with a particular attention devoted to the relationship between space and the characters who inhabit and live that space. The thesis is structured in five chapters. The analysis of the three texts considered - On Such a Full Sea by Chang-rae Lee (2014, cfr. Cap. 3), Station Eleven by Emily St. John Mandel (2014, cfr. Cap. 4) and MaddAddam, by Margaret Atwood (2013, cfr. Cap. 5) - shows an overall dystopian landscape in which the traditional city has disappeared, and a new fragmentation of communities is prevailing. In such a scenario, however, the subjects who embody a utopian impulse embrace a diasporic status which enables him/her to counteract, as a political gesture, against the dystopian space and its powers. The texts can be considered the heirs of science-fiction and fantasy author Ursula K. Le Guin and her short story "The Ones Who Walk Away from Omelas" (1973), in which the inhabitants of a seemingly utopian city choose to leave it because of what they consider to be an unbearable injustice. As a way of a political gesture, they decide to start walking away from the city towards an unknown destination and to never come back. The first chapter presents the main theoretical references of the research: utopian studies, space studies, literary space studies, the notion of diaspora borrowed from Postcolonial Theory, theories revolving around walking as a cultural and political act, nomadism. The second chapter presents the corpus and the dystopian genre, with a particular focus on 'critical dystopias.' The last three chapters consist of the analysis.