The canonical visitation of Parishes: history, law, and contemporary concerns
In: Tesi Gregoriana
In: Serie diritto canonico 80
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In: Tesi Gregoriana
In: Serie diritto canonico 80
In an increasingly interconnected reality, the areas of research look - necessarily - at a remodelling of the IT architectures of archival portals, with the aim of an interdisciplinary vision capable of connecting the Present with the Past, in order to identify historical narratives and patterns able to enrich the epidemiological pictures, explain the modern pandemics, to be able to modify and record policies suitable to contain and face those of contemporaneity. A reformulation that is based on the application, in historical research, of tools that can reformulate the concept of digitized source, in order to derive, from it, all the information that scholars refer to. Today, information technologies, such as Data mining and the application of HTR (Handwriting Text Recognition) systems - such as the Transkribus platform - would allow us to increase and implement the information available, pushing historians towards research areas and sectors that are still unexplored. ; In una realtà sempre più interconnessa, gli ambiti della ricerca dovrebbero guardare – necessariamente – ad una rimodulazione delle architetture informatiche dei portali archivistici, con la finalità di una visione interdisciplinare in grado di connettere il Presente col Passato, allo scopo d'individuare narrazioni storiche e patterns in grado di arricchire i quadri epidemiologici, spiegare le pandemie della modernità, per poter correggere e sviluppare politiche adeguate a contenere e fronteggiare quelle della contemporaneità. Una riformulazione che si fondi sull'applicazione, nella ricerca storica, di strumenti che possano riformulare il concetto di fonte digitalizzata, allo scopo di ricavare, da essa, tutte quelle informazioni di cui necessitano gli studiosi. Oggi, le tecnologie informatiche, quali il Data mining e l'applicazione dei sistemi HTR (Handwritten Text Recognition) – come la piattaforma Transkribus –, consentirebbero di incrementare e implementare le informazioni disponibili, spingendo gli storici verso ambiti di ricerca e settori ancora inesplorati.
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1.La scienza democratica, il dialogo pubblico e la proprietà intellettuale 2.Controllo privato dell'informazione e valutazione autoritaria della ricerca 3.La scienza aperta come scienza pubblica e democratica
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Il volume qui presentato (Alberto Petrucciani. Libri e libertà: biblioteche e bibliotecari nell'Italia contemporanea) contiene una raccolta di saggi in parte già pubblicati altrove, ed è articolato in tre sezioni. La prima è dedicata a La storia delle biblioteche: perché?come? La seconda entra nel vivo della storia della professione bibliotecaria a partire dalla nascita, nel 1930, dell'Associazione dei bibliotecari italiani (che due anni dopo diventerà Associazione italiana per le biblioteche). La terza infine è dedicata ad alcune personalità del mondo bibliotecario italiano.Petrucciani crede fermamente nella continuità culturale della professione bibliotecaria fin dalle sue origini (che lui colloca nel Risorgimento), tuttavia la sua è una visione fortemente marcata da quella prospettiva risorgimentale ben espressa nel famoso slogan "fatta l'Italia, bisogna fare gli italiani". Si tratta di una visione che presenta, a parere di chi scrive, tratti alquanto utopici, anche se di un'utopia generosa a cui forse non è male far riferimento oggi, in un momento in cui la coscienza nazionale – se mai ve ne è stata una – sembra così smarrita. È vero infatti che la storia (anche bibliotecaria) italiana non è fatta solo di episodi politici umilianti, ma presenta anche una ricchezza culturale che regge a qualsivoglia confronto con il resto del mondo; tuttavia accanto a tanta ricchezza permangono gravi carenze di accesso alla cultura intesa come capacità di interpretazione critica della realtà. Non suonano allora per nulla retoriche (e forse aiutano a capire meglio il significato profondo del titolo) le parole poste a conclusione della nota introduttiva: «Il libro è dedicato ai vecchi e giovani che hanno combattuto e combatteranno quella che è sempre stata la palla al piede del nostro paese, la sua ignoranza e incultura». ; The reviewed book – Alberto Petrucciani's Libri e libertà: biblioteche e bibliotecari nell'Italia contemporanea (Books and freedom: libraries and librarians in contemporary Italy) – includes a number of already published essays along with a few new ones. The first part is about The history of libraries: why? how? while the second part – Moments and problems – gets into the core of the library profession since the foundation, in 1930, of the Associazione dei bibliotecari italiani (Italian librarians' association). Eventually, the third part examines the figures of some historical Italian librarians.Petrucciani believes in a sort of continuity and coherence of the library profession since its birth (that he sets in the age of the Risorgimento) up to this time. Nevertheless – in the reviewer's opinion – this is a rather utopian ideal, although a charitably one now that our national consciousness seems so dismayed. Italian history (even Italian libraries' history) is not only made of discouraging political events, but of unequaled cultural prosperity as well. Still, it is also true that a a distinctive Italian feature is a serious lack of access to culture, interpreted as the ability of understanding reality. That's the reason why the following words don't sound bombastic at all, and perhaps can help us to understand the deep meaning of the title: «This book is dedicated to everyone – old and young – has fought and will fight the everlasting ball and chain of our country: illiteracy and ignorance».
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The territory of Arborea is rich of military fortifications built during the Second World War as part of the long series of posts erected in Sardinia, designated to protect and control the coasts from assaults and landings. In this specific area, reclaimed and farmed thank to a great reclamation conducted by the company Società Bonifiche Sarde in the first decades of the XX century, several military fortifications such as bunkers, batteries and strongholds were built along the coast, starting from 1940-41. The typical pattern of the land, designed on the basis of a weave of orthogonal roads, determined a precise position of these works, so we can find a first line on the beach and inner groups of four or five elements at the beginning of the roads that led to the heart of the region; thus we notice a contrast between two opposite and tangible tensions that coexist here. On the one hand, in fact, there is the one related to the human capability of shaping a land by stealing it from swamps and making it productive and inhabited in a few years; on the other hand, the tension, also human, represented by the threat to its survival. Currently, these works, abandoned and often swallowed in the vegetation, are silent witnesses of a past that must be a warning for the future. Rediscovering and enhancing them is part of the wider path to the protection, conservation and promotion of the whole Arborea's area, from the landscape point of view and from the architectural one, that consider reusing these "modern archeologies" giving them new functions in order to be used and useful again, but also making them vehicles of historical memory.
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1ères lignes : A partire dal processo di costituzione degli Stati-nazione in Europa, le relazioni so-ciali si sono intrecciate e delineate intorno al complesso ambito di confini politici e culturali non sovrapponibili tra loro (Fiamingo e Giunchi 2009). L'elaborazione d'iden-tità nazionali ha così costruito le categorie di insider ed outsider edificandole principal-mente sulla base di confini impressi sulla carta geografica. Non si tratta d'immaginare un costante scontro tra maggioranze nazionaliste e minoranze culturali, linguistiche, di genere e religiose all'interno degli Stati, perché in realtà le une e le altre hanno sempre abitato e vissuto in uno spazio necessariamente condiviso, sebbene con tensioni com-petitive e conflitti. È invece utile, senza scadere nelle facili generalizzazioni, analizzare le forme di governance attivate dagli Stati europei per il controllo delle minoranze ed i contrapposti tentativi fatti dagli outsider per proteggere la propria specificità e la pro-pria permanenza su territori di cui anche le minoranze si sentivano legittimamente parte (Le Galès e Vitale 2015, 7-17). Ricostruire una storia sociale dell'educazione relativa a questi percorsi permette di analizzare più approfonditamente il punto d'incontro tra elementi di dipendenza/con-trollo e quelli legati all'emancipazione, perché entrambi questi processi hanno operato attraverso politiche educative esplicite o implicite, messe in atto per omologare, assimi-lare, integrare oppure per resistere (Betti et al. 2009). In Spagna, a partire dal 1492, musulmani ed ebrei erano stati espulsi e perseguitati, alcuni di loro si convertirono in modo fittizio alla religione cattolica per permanere sui territori in cui avevano sempre vissuto. In Russia dal 1792, le comunità ebraiche, prima espulse dall'impero, furono ammassate nella parte occidentale del territorio. In alcuni contesti europei, la fine del Settecento segnò l'introduzione progressiva di legislazioni più tolleranti verso specifiche minoranze: nel 1781 nell'impero austroungarico, ...
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1ères lignes : A partire dal processo di costituzione degli Stati-nazione in Europa, le relazioni so-ciali si sono intrecciate e delineate intorno al complesso ambito di confini politici e culturali non sovrapponibili tra loro (Fiamingo e Giunchi 2009). L'elaborazione d'iden-tità nazionali ha così costruito le categorie di insider ed outsider edificandole principal-mente sulla base di confini impressi sulla carta geografica. Non si tratta d'immaginare un costante scontro tra maggioranze nazionaliste e minoranze culturali, linguistiche, di genere e religiose all'interno degli Stati, perché in realtà le une e le altre hanno sempre abitato e vissuto in uno spazio necessariamente condiviso, sebbene con tensioni com-petitive e conflitti. È invece utile, senza scadere nelle facili generalizzazioni, analizzare le forme di governance attivate dagli Stati europei per il controllo delle minoranze ed i contrapposti tentativi fatti dagli outsider per proteggere la propria specificità e la pro-pria permanenza su territori di cui anche le minoranze si sentivano legittimamente parte (Le Galès e Vitale 2015, 7-17). Ricostruire una storia sociale dell'educazione relativa a questi percorsi permette di analizzare più approfonditamente il punto d'incontro tra elementi di dipendenza/con-trollo e quelli legati all'emancipazione, perché entrambi questi processi hanno operato attraverso politiche educative esplicite o implicite, messe in atto per omologare, assimi-lare, integrare oppure per resistere (Betti et al. 2009). In Spagna, a partire dal 1492, musulmani ed ebrei erano stati espulsi e perseguitati, alcuni di loro si convertirono in modo fittizio alla religione cattolica per permanere sui territori in cui avevano sempre vissuto. In Russia dal 1792, le comunità ebraiche, prima espulse dall'impero, furono ammassate nella parte occidentale del territorio. In alcuni contesti europei, la fine del Settecento segnò l'introduzione progressiva di legislazioni più tolleranti verso specifiche minoranze: nel 1781 nell'impero austroungarico, ...
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In: MarxVentuno 1 (2021)
The issue of public debt is not new for our country and, over time, its ratio to GDP has always been high and persistent. At the end of the Seventies, once those characteristics that had held back its increase disappeared, such as a significant economic growth and a low interest rate thanks to an accommodating monetary policy, the debt-to-GDP ratio progressively increases in relative and absolute terms. By breaking down the contributions made by budgetary policies and nominal growth in influencing the dynamics of the debt-to-GDP ratio, this work wants to examine, in a historical perspective (1861-2019), the reasons behind its evolution. ; Il problema del debito pubblico non è nuovo per il nostro paese e, nel corso del tempo, il suo rapporto rispetto al Pil è sempre stato elevato e persistente. Alla fine degli anni Settanta, una volta venute meno quelle caratteristiche che avevano contenuto l'incremento di tale rapporto, come la significativa crescita economica e un contenuto tasso di interesse favorito da una politica monetaria accomodante, si assiste progressivamente a un suo aumento significativo non solo in termini relativi ma anche assoluti. Scomponendo i contributi apportati dalle politiche di bilancio e dalla crescita nominale del prodotto nell'influenzare la dinamica del rapporto debito/Pil, tale lavoro vuole ricostruire, in una prospettiva storica (1861-2019), le ragioni alla base della sua evoluzione.
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[La costituzione economica europea. Osservazioni sulla storia di un'idea irrealizzabile] This essay deals with the development of the integration project in the light of Polanyi's insights, first, with its so-called formative phase. Thereafter it addresses the post-foundational phase, which was characterized by enormous efforts to transform Europe's economy into a "highly competitive social market economy". Finally, it deals with the consummation of market integration by the establishment of Monetary Union. The monetary Union included an erosion of the notion of rule-oriented economic governance and, more drastically, the replacement of the economic constitution by emergency governance. A Governance that represents a technocratic exercise or a praxis that escapes the quest for democratic legitimacy and the constraint of the rule of law.
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The history of emotions is a burgeoning field—so much so, that some are invoking an "emotional turn." As a way of charting this development, I have interviewed three of the leading practitioners of the history of emotions: William Reddy, Barbara Rosenwein, and Peter Stearns. The interviews retrace each historian's intellectual-biographical path to the history of emotions, recapitulate key concepts, and critically discuss the limitations of the available analytical tools. In doing so, they touch on Reddy's concepts of "emotive," "emotional regime," and "emotional navigation," as well as on Rosenwein's "emotional community" and on Stearns's "emotionology" and offer glimpses of each historian's ongoing research. The interviews address the challenges presented to historians by research in the neurosciences and the like, highlighting the distinctive contributions offered by a historical approach. In closing, the interviewees appear to reach a consensus, envisioning the history of emotions not as a specialized field but as a means of integrating the category of emotion into social, cultural, and political history, emulating the rise of gender as an analytical category since its early beginnings as "women's history" in the 1970s.
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Qual sia il giudizio della ricerca storica sulla figura e l' opera di Mazzini potrebbe esser tema di una relazione, che non e pero quella affidatami; e bene tuttavia definire i punti di vista dai quali intendo muovere per delinearne il profilo e il ruolo centrale da lui assolto nel movimento democratico italiano ed europeo, suI versante politico e della riforma sociale, rendendo pul intelligibile il percorso di questa proposta interpretativa. ; peer-reviewed
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In: Acta 8
In: Proceedings of the ... plenary session of the Pontifical Academy of Social Sciences 8