Alla base di questo studio vi è l'analisi dell' ordinamento della Regione Amministrativa Speciale di Hong Kong, regime peculiare all'interno del contesto geopolitico cinese. In particolare, si pone l'obiettivo di fornire uno studio dettagliato di quanto definito nella Basic Law, legge fondamentale della regione, avente funzione costituzionale. Inoltre, pone l'attenzione sul principio cardine alla base delle peculiarità di tale ordinamento: il principio "One Country, Two Systems", il quale permette l'esistenza di un regime così differente e indipendente da quello presente nella Repubblica Popolare Cinese. In ultimo, viene descritto l'attuale stato delle regione e le proteste di cui è stato protagonista negli ultimi due anni. Le motivazioni che mi hanno spinto ad approfondire tale tematica hanno una duplice natura. Lo studio di un ordinamento estero è stato sicuramente motivato dal mio percorso di studi e dalle esperienze vissute, grazie alle quali mi sono appassionato alla conoscenza di culture diverse. Particolarmente approfondito è stato lo studio del modello di ordinamento giuridico del common law, alla base dell'ordinamento inglese, diffusosi nelle regioni colonizzate e che ha influenzato notevolmente l'ordinamento oggetto di studio. L'obiettivo di questa tesi di laurea è quello di fornire un'analisi dettagliata dei dati raccolti, mettendo in evidenza le peculiarità della regione derivanti dal principio "One Country, Two Systems", le influenze dovute ai trascorsi coloniali e le ripercussioni delle attuali manifestazioni che hanno portato ad una presenza sempre più marcata delle istituzioni della RPC nella RAS. La tesi è articolata in tre capitoli: nel primo capitolo viene fornita un'introduzione alle istituzioni della regione, attraverso un excursus storico e le influenze lasciate dal dominio coloniale inglese, fino al momento della consegna alla Cina nel 1997. Il secondo capitolo si articola in due parti: la prima analizza le istituzioni della Regione Amministrativa Speciale, seguendo quanto scritto nella Legge Fondamentale, cogliendo quindi il loro ruolo, i loro poteri e le modalità di formazione di tali organi. Nella seconda parte viene fornito un quadro completo del sistema delle fonti, dalla Basic Law, fino alle consuetudini locali. Il terzo capitolo è anch'esso suddiviso in due parti. Nella prima parte vengono analizzati i diritti e i doveri dei cittadini della regione, distinti a seconda della categoria sociale di appartenenza. Nelle ultime pagine dell'elaborato, vengono descritte le attuali manifestazioni dei cittadini di Hong Kong, le cause scatenanti, gli obiettivi che li motivano e le reazioni tenute dal governo locale e centrale, oltre che la risposta dell'opinione pubblica estera a tali proteste. Grazie a questo lavoro è stato possibile approfondire lo studio di una realtà sociale apparentemente molto diversa da noi e dal nostro concetto di democrazia; quest'elaborato ha messo in luce una realtà a noi molto vicina, ma di cui ben poco è possibile comprendere, ed un principio alla base dell'autonomia di un ordinamento che in questi anni ha subito forti restrizioni, le quali non sembrano arrestarsi.
La tesi analizza la storia di Hong Kong dalla colonizzazione britannica fino alle proteste degli anni 2019-2020. Nell'elaborato viene affrontato il rapporto degli abitanti di Hong Kong con i colonizzatori e con la vicina Cina, per poi arrivare alla cessione dell'isola nel 1997 e la ricerca della democrazia da parte degli hongkonghesi contro le continue intrusioni di Pechino nel governo di Hong Kong. La parte finale dell'elaborato si concentra sulle proteste e sui movimenti studenteschi che le hanno portate avanti.
Il saggio mette in relazione le garndi celebrazioni effettuate a Pechino per il 70° anniversario della fondazione della Repubblica popolare con le massicce manifestazioni che perduravano a Hong Kong da alcuni mesi e che si sono fatte simbolicamente ancora più violente in occasione del 1 ottobre. Viene inoltre fornita un'analisi del particolare status politico-amministrativo di cuigode l'ex-colonia britannica.
I Porti franchi sono importanti strumenti di una politica marittimo-portuale che da "offerta statica dei servizi" si sta evolvendo verso una "politica di organizzazione dinamica della domanda" dei servizi portuali presenti e soprattutto futuri. Il Porto franco è uno strumento di politica marittimo-portuale internazionale, un meccanismo di attuazione del commercio marittimo internazionale, nonché strumento di liberalizzazione delle merci nell'ambito della globalizzazione ed internazionalizzazione dei mercati, una vera e propria categoria giuridica fondamentale del diritto marittimo generale. Il mantenimento del regime giuridico di Porto franco è stato uno dei cardini della Sino-British Joint Declaration prima e della Basic Law, dopo, che hanno configurato per Hong Kong un regime speciale basato sul principio del "one country, two systems" che impegna la Repubblica Popolare Cinese al mantenimento dell'esistente sistema legislativo, amministrativo e giurisdizionale per almeno 50 anni dopo il 1997, anno in cui Hong Kong è stata restituita dagli Inglesi alla Cina.
Il lavoro di tesi è incentrato su un'analisi del sistema OBOR, il grande progetto geopolitico di Pechino per allacciare la Cina alla massa euroasiatica (e non solo). L'attenzione verte sulle origini storiche, sullo sviluppo infrastrutturale degli ultimi sette anni, sui suoi punti di forza e sulle contraddizioni ad esso connesse. Le cosiddette "Nuove vie della Seta" stanno avendo un impatto notevole a livello internazionale. Il secondo capitolo dell'elaborato è dedicato ai rapporti sviuppati tra la Repubblica Popolare e l'Unione Europea dal 2013 ad oggi, con riferimenti specifici all'Italia, alla Germania e alla Francia. Vengono inoltre analizzate alcune situazioni delicate, quali la situazione ad Hong Kong, la questione uigura nello Xinjiang e la strategia militare approntata dal paese asiatico. --- The thesis work focuses on an analysis of the OBOR system, the great geopolitical project of Beijing to connect China to the Eurasian mass (and not only). The focus is on its historical origins, on the infrastructural development of the last seven years, on its strengths and on the contradictions connected to it. The so-called "New Silk Roads" are having a major impact internationally. The second chapter of the paper is dedicated to the relations developed between the People's Republic and the European Union since 2013, with specific references to Italy, Germany and France. Some delicate situations are also analyzed, such as the situation in Hong Kong, the Uyghur question in Xinjiang and the military strategy prepared by the Asian country.
Gli statuti dei Porti franchi più evoluti del mondo (Singapore, Hong Kong, Panama, Abu Dhabi, etc.) hanno codificato le regole c.d. immunitarie, che contemplano, cioè, le libertà coessenziali al principio della circolazione delle merci. Altri Paesi hanno emanato leggi interne più ristrette, nelle quali le'immunità delle commercial activities del Porto franco non sembra essere garantita pienamente. In tali casi bisogna ritenere che lex minux dixit quam voluit,cioè che tali leggi vanno interpretate estensivamente riconoscendo anche le altre libertà che costituiscono quel minimun di essenziale "immunità" che devono necessariamente essere presenti in ogni Porto franco. Bisogna, infatti, precisare che gli Statuti dei Porti franchi costituiscono la mera cristallizzazione di regole consuetudinarie, quindi le lacune della regolamentazione legislativa vanno colmate attraverso l'applicazione, in sede di interpretazione estensiva, dei principi consuetudinari in materia, ed in generale, della lex mercato ria, che al pari del Porto franco di Trieste, è considerata da taluno un vero e proprio ordinamento giuridico né statuale, né sovra statuale, ma semplicemente autonomo, che nasce da usi ripetuti, da consuetudini commerciali, da esigenze pratiche: si presenta come un fenomeno che prescinde dalle regole che gli Stati hanno posto. La lex mercato ria ha un proprio sistema di regole che involgono non solo il complesso degli usi del commercio internazionale, ma anche la normativa internazionale uniforme. Si con tranquillante sufficienza puntualizzare che nel Porto franco di Trieste sussiste un fenomenica caratterizzata dalla inapplicabilità di certe regole in ragione di un regime internazionale, segnato da un trattato di rango costituzionalmente privilegiato, cui fa riferimento la classe effettuale immune da ogni sindacato statuale, interstatuale, giurisdizionale, amministrativo, doganale, tributario, che non rinvenga il suo fondamento direttamente nello statuto normativo istitutivo del Porto franco stesso.
"Accounting is the process of identifying, measuring and communicating economic information to permit informed judgments and decisions by users of the information". Riportando la definizione di Accounting data da American Accounting Association nel 1966 si evince come le funzioni demandate alla contabilità siano quelle di misurare e informare sull'andamento economico aziendale al fine di rendere edotti e consapevoli nei loro giudizi gli utilizzatori di tali informazioni. Il documento attraverso cui si realizza questo processo informativo è il Bilancio di Esercizio che rappresenta il canale principale preposto all'ottenimento degli scopi citati. Il primo stadio di soddisfazione di un fabbisogno informativo, risiede banalmente nella comprensione del significato associato al messaggio che inviamo e/o riceviamo sia che si tratti di un linguaggio numerico che letterale. Questa semplice considerazione può essere riportata, su scala internazionale, come la base di partenza della necessità avvertita da parte degli studiosi di economia aziendale di studiare le differenze contabili esistenti in campo internazionale e le problematiche connesse alla possibilità e opportunità di perseguire l'armonizzazione delle prassi ragionieristiche. Detto ciò però, la domanda sorge spontanea, ovvero - Quale è stata la causa scatenante la necessità di studiare le diversità esistenti tra le varie prassi e norme contabili ed, ancor più, perché si ricercano possibilità e opportunità nella realizzazione di un comune linguaggio contabile?-. Intuitivamente la riposta è molto semplice, ovvero lo sviluppo delle economie mondiali, dei loro mercati finanziari, la creazione e la crescita di gruppi di imprese multinazionali hanno sì consentito di superare le barriere geografiche ma di per sé non hanno, ovviamente, realizzato un'uniformità di linguaggio nel campo delle discipline economico aziendali, anzi hanno semmai sviluppato e reso manifesto un crescente bisogno di comparabilità dei dati economico-finanziari delle imprese. Questi elementi possono essere indicati come le cause che hanno condotto a partire dagli anni Sessanta allo sviluppo dell'International Accounting (o Ragioneria Internazionale) come disciplina autonoma. Nel corso degli anni gli studiosi in International Accounting si sono impegnati nello studio delle differenze contabili esistenti tra Paese e Paese, nel raccogliere elementi di comunanza utili alla comprensione di diversi linguaggi contabili. Tali attività hanno svolto un ruolo cruciale nel processo avviato da istituzioni nazionali e internazionali volto a rendere maggiormente intelligibili i bilanci delle aziende su scala mondiale. La difficoltà nell'interpretazione di linguaggi contabili diversi a livello internazionale è "drammaticamente" avvertita verso le economie in forte sviluppo ove i tempi accelerati del percorso di crescita affiancato magari da una cultura contabile differente e/o scarsa rendono difficoltoso l'ingresso ad imprese che vogliono lanciarsi nella sfida dell'internazionalizzazione e/o in generale l'ingresso di capitali stranieri interessati ad investire risorse nel Paese. Anche la Cina, cui il presente lavoro è dedicato, nel momento in cui ha intrapreso il suo percorso di trasformazione da Paese a economia pianificata a quello ad economia socialista di mercato ha avvertito fortemente la necessità di internazionalizzare il proprio sistema contabile per attrarre investimenti esteri. Per queste aspirazioni, il governo cinese ha intrapreso un percorso, concretizzatosi in una serie di riforme, che, visto il fine ultimo di espandere la propria economia, ha operato nell'ottica di uniformare il linguaggio contabile cinese a quello degli altri Paesi maggiormente industrializzati. Tale sforzo è stato compiuto nell'arco di circa un ventennio a partire dalla fine dell'epoca maoista. A livello contabile le riforme più salienti sono state avviate a partire dal 1992 anno in cui sono stati introdotti i primi ASBE (Accounting Standards for Business Enterprises), e si sono concluse nel 2006-2007 quando è stata realizzata, e soprattutto riconosciuta da parte dello IASB, la sostanziale convergenza dei principi cinesi con i principi contabili internazionali IAS/IFRS. Correlatamente a questa riforma è venuto meno l'obbligo per le imprese cinesi emittenti azioni acquistabili da investitori stranieri (B shares) di redigere il proprio bilancio secondo i principi IFRS (cosa ancora possibile le società quotate ad Hong Kong). Quindi, l'emanazione degli Accounting Standards for Business Enterprises (ASBE) rappresenta la chiave di volta per la pratica contabile in Cina, rappresentando da un punto di vista contabile, il ponte di collegamento al mondo occidentale. Le radici della storia contabile cinese sono fortemente radicate nell'antichità, infatti le prime applicazioni della pratica contabile risalgono alla Dinastia Zhou Occidentale (1100–771 AC). Nonostante queste antichissime origini lo sviluppo dell'accounting in Cina è avvenuto molto lentamente nel corso del tempo ed è stato largamente influenzato dall'avvicendarsi degli eventi politici e sociali che hanno caratterizzato la storia di questo Paese. La storia moderna in Cina viene fatta risalire dagli storici alla Guerra dell'Oppio (1840) anche se da un punto di vista contabile la vera fase di modernizzazione si avvia solo a seguito delle politiche atte da Deng Xiaoping a partire dal 1978, anno in cui la Cina avvia il processo di internazionalizzazione della propria economia. Con le riforma connesse alla Open Door Policy si avvia infatti il processo di trasformazione da economia pianificata ad economia socialista di mercato per la Cina a cui seguiranno le sopracitate riforme degli Accounting Standards for Business Enterprises a partire dal 1992. Correlatamente a dette riforme, anche lo studio dell'accounting in Cina e le ricerche di International accounting con oggetto la Cina ne hanno beneficiato, avviando, sotto questo ultimo aspetto, una fase di interesse da parte di studiosi occidentali, cosa impensabile e impraticabile anche solo fino a qualche decennio precedente. La chiusura verso il mondo occidentale, l'arretratezza economica del Paese e lo scarso uso (per non dire assente) della lingua inglese, oltre che una impostazione contabile di base differente rispetto a quella occidentale, hanno fatto sì che la Cina restasse esclusa dai principali studi classificatori di International accounting, in particolare quelli basati su ricerche empiriche (classificazioni di tipo induttivo). Nell'ambito degli studi di International accounting nuovi spunti sono sopraggiunti con l'introduzione da parte di molti Paesi dei principi IFRS. L'utilizzo a livello internazionale di tali standards ha permesso, infatti, di omogeneizzare il linguaggio contabile di società appartenenti a giurisdizioni diverse, superando i localismi derivanti dai principi nazionali e quindi anche le differenze che gli studiosi di International accounting avevano rilevato in precedenza nelle loro classificazioni. Tuttavia, nonostante questo sforzo verso la creazione di un comune linguaggio contabile mondiale, alcune differenze continuano a permanere, come evidenziato da autorevoli studi (Kvall, E., e Nobes, C.W., 2010, 2012; Nobes, C.W., 2006, 2011, 2013; Nobes, C.W., e Stadler, C., 2013). Tali differenze sono state identificate nell'osservazione nelle cosiddette policy options che i principi IFRS demandano al redattore del bilancio. Come riscontrato da questi studi all'interno del comune linguaggio contabile alcune peculiarità continuano ad emergere e le stesse possono essere ricondotte ad una serie di fattori, quali il sistema legale, il grado di sviluppo dei mercati finanziari o ancora aspetti legati alla lingua e a particolari background culturali. Tali differenze (e analogie), anche nell'ambito di questi ultimi studi, riportano all'emersione di due macro-gruppi distinti a cui corrispondono impostazioni contabili differenti. Tali gruppi, già individuati nell'ambito dei primi studi classificatori, sono l'area Anglo-Saxon e l'area Continental-European. Il persistere di differenze nel financial reporting internazionale nonostante l'adozione degli IFRS rappresenta un interessante aspetto in particolare nelle economie in iper-sviluppo per le quali l'adesione ai principi IFRS rappresenta una sorta di "biglietto da visita" per dare maggiore credibilità ai bilanci delle proprie aziende sul piano internazionale. L'analisi delle modalità di applicazione degli IFRS da parte delle aziende di questi paesi consente inoltre una riflessione circa le modalità con cui gli standards sono materialmente applicati, su eventuali effetti nella qualità delle informazioni nonché sulla flessibilità ed apertura verso pratiche contabili nuove. Ciò rappresenta un punto di vista interessante in considerazione del fatto che le economie in iper–sviluppo sono generalmente prive di una forte cultura contabile che devono, tuttavia, necessariamente colmare per poter competere nella sfida dell'internazionalizzazione. Oggetto del presente lavoro è l'illustrazione e l'analisi del percorso di evoluzione contabile compiuto in Cina sino all'armonizzazione con i principi IFRS (Capitoli 2 e 3) e le modalità di applicazione di detti principi in considerazione delle IFRS policy choices, cioè le scelte che i principi IFRS demandano al redattore del bilancio sia in termini di modalità di presentazione dei risultati che di valutazione e misurazione di alcune poste contabili. Attraverso l'analisi di tale scelte è possibile effettuare alcune osservazioni circa il persistere di differenze internazionali nonostante l'applicazione di standards comuni nonché classificare la Cina secondo il modello elaborato da Nobes, C.W., (1998b, 2011) che ha distinto le aree contabili internazionali in due grandi blocchi: Area Anglo-Saxon e l'area Continental European. Tutto il presente lavoro si sviluppa attorno ad un unico filo conduttore che sono l'insieme delle teorie classificatorie sviluppate nell'ambito della disciplina di International Accounting (Capitolo 1) riproposte anche nell'ambito dell'applicazione dei principi IFRS (Capitolo 4) con il sopracitato modello di Nobes (1998b, 2011). L'utilizzo dei principi IFRS in Cina è terminato nel 2006, anno in cui il Ministero delle Finanze cinese (MOF) ha emanato l'ultima riforma dei propri principi contabili nazionali (PRC GAAP), a seguito della quale questi sono stati riconosciuti sostanzialmente convergenti con gli IFRS. Alla luce degli studi classificatori in International accounting, trattati nel primo Capitolo e ripresi come detto nel quarto, l'applicazione degli IFRS in Cina, seppur oggi non più consentita alle imprese quotate ai listini della Mainland China, ha rappresentato un'occasione per analizzare i seguenti aspetti: 1. Applicazione dei principi IFRS in Cina in relazione a 16 IFRS overt option attraverso l'analisi descrittiva dei risultati e attraverso pair-binomial tests con quanto operato da Australia, UK, Germania, Spagna e Francia sulla base delle prescrizioni dei local GAAP cinesi (PRC GAAP) vigenti al tempo (2005/2006); 2. Classificazione della Cina nell'ambito del modello classificatorio internazionale proposto da Nobes (2011) nell'ipotesi di appartenenza al gruppo Continental European attraverso tre tipologie di analisi statistiche multivariate (principal component analysis, multidimensional scaling e cluster analysis); 3. Classificazione della Cina sia nell'ambito di quanto proposto da Nobes (2011) che da un recente studio che ha riguardato anche gli altri paesi BRICS (Lourenco, et al., 2014) e che ha identificato l'emersione di un "Emerging Cluster". Per questo tipo di analisi sono state effettuate le stesse elaborazioni statistiche di cui al punto 2).