Now in its fifth year, the civil war in Syria has created one of the world's largest humanitarian and security crises. The crisis in itself contains the historical background to the situation of Syrian refugees. While the issue is subject to another discussion, it is important to refer to the Muslim refugee problem for a better understanding of today's situation. Approaches to the Muslim refugee crisis differ considerably throughout the world. Probably the most striking point is that while the West has sheltered Muslims, providing them with homes and jobs, the neighbouring countries sharing the same religion have ignored the Muslim population and done nothing. This is an important criticism directed at fellow Arabs who have always blamed the West for the refugee crisis and will be addressed in the article in detail. The number of Syrians seeking refuge in Turkey is currently close to 2 million. Turkey, implementing an "open door" policy to every Syrian crossing the border and issuing "temporary protection" status, has spent 5 billion dollars on the refugee crisis up to November 2014. For the Syrians in Turkey, the possibility of returning to their own country has been gradually decreasing due to the escalation of the civil war. The situation revealing the severity of the situation of Syrian asylum seekers points out that the issue has evolved into a complex problem that requires a multi-dimensional analysis in all its humanitarian, legal, political, social and financial aspects. This article is written mainly based on online research and a deep assessment of reports prepared by GOs, NGOs, the UN and other international agencies and various news pieces and articles. The policy of the Turkish Government has also been closely analysed by including the discourse of President of the Republic of Turkey, Recep Tayyip Erdoğan, in relation to the civil war that has evolved into a global refugee and human security crisis demanding urgent and coordinated humanitarian actions, apart from the military and political response.This article tries to explain Syrian asylum seekers' position in Turkey and Turkey's position from the perspective of human security and the rest of the world's perception. ; Nel suo quinto anno, la guerra civile in Siria ha creato una delle crisi umanitarie e di sicurezza più grande nel mondo. La crisi in sé contiene uno storico background alla situazione dei rifugiati siriani. Mentre la questione è soggetta a un'altra discussione, è importante riferirsi al problema del rifugiato musulmano per meglio capire la situazione attuale. Gli approcci alla crisi del rifugiato musulmano differiscono considerevolmente per tutto il mondo. Probabilmente il punto che colpisce di più è che, mentre l'Occidente ha protetto i musulmani fornendo ad essi casa e lavoro, i paesi vicini che condividono la stessa religione hanno ignorato la popolazione musulmana e non hanno fatto niente. Questa è un'importante critica diretta ai compagni arabi che hanno sempre incolpato l'Occidente della crisi dei rifugiati, e ciò è approfondito in dettaglio nell'articolo. Il numero dei siriani che hanno cercato rifugio in Turchia è attualmente vicino ai 2 milioni. La Turchia, mettendo in pratica la politica della "porta aperta" a ogni siriano che attraversa il confine e al quale attribuisce lo status di "temporanea protezione", ha speso 5 miliardi di dollari per la crisi dei rifugiati fino al novembre 2014. Per i siriani in Turchia, la possibilità di ritornare nel proprio paese è stata progressivamente in diminuzione a causa dell'intensificazione della guerra civile. La situazione che rivela la gravità della situazione dei siriani che ricercano asilo indica che la questione è evoluta in un problema complesso che richiede un'analisi multidimensionale in tutti i suoi aspetti umanitari, legali, politici, sociali e finanziari. Questo articolo è scritto principalmente basandosi su una ricerca online e un'approfondita valutazione dei reports preparati dalle organizzazioni governative (GOs), dalle organizzazioni non governative (NGOs), dalle agenzie dell'ONU e di altre agenzie internazionali e varie notizie e articoli. La politica del governo turco è stata analizzata includendovi il discorso del presidente della Repubblica di Turchia, Recep Tayyip Erdoğan, relativamente alla guerra civile che è sviluppata in una crisi globale del rifugiato e della sicurezza, richiedente azioni umanitarie urgenti e coordinate, oltreché risposte militari e politiche. L'articolo spiega la posizione dei siriani che cercano asilo in Turchia e la posizione della Turchia dalla prospettive della sicurezza umana e della percezione del mondo.
Viviamo in una società che fa delle informazioni un caposaldo della quotidianità, tanto da venire definita come una società basata sulla conoscenza. Questo perché le nostre decisioni, a tutti i livelli, vengono prese e attuate in funzione delle informazioni che sono in nostro possesso. Basti pensare alle conseguenze socioeconomiche che può avere una notizia, veicolata sia attraverso i mass media classici che sui social network, come accade per esempio di questi tempi con la disinformazione a livello sanitario sui vaccini contro il covid-19. Quindi dati alterati, dati sbagliati possono provocare un danno. Questo perché le decisioni prese potrebbero essere alterate in maniera non prevedibile. Inoltre, bisogna evidenziare che le perdite di informazioni permettono a qualcun altro di acquisire un vantaggio competitivo e in ambito militare questo vantaggio potrebbe avere anche risultati molto pericolosi. Queste sottrazioni e/o manipolazioni di dati e informazioni avvengono solitamente mediante delle tecniche di hacking, che possono essere suddivise in tecniche di hacking tecnologico e hacking non tecnologico. L'hacking non tecnologico sfrutta quello che universalmente viene riconosciuto come l'anello debole di ogni infrastruttura informatica, ovvero il cosiddetto human factor. La principale tecnica che appunto sfrutta il fattore umano per arrivare al suo obiettivo è definita come Social engineering. Lo scopo di questo elaborato è quello di affrontare il tema sempre più attuale della formazione del personale nell'ambito della sicurezza informatica, ponendo come obiettivo l'aggiornamento dei metodi di formazione ormai inadeguati. Nel presente lavoro non si vuole porre enfasi sulle grandi aziende internazionali. Verrà anzi prediletto quanto più possibile un focus su un ente in particolare della Marina Militare, ovvero l'Accademia Navale di Livorno. Infatti, gli argomenti affrontati saranno i problemi più attuali per quanto riguarda la formazione dei giovani frequentatori dei corsi dell'Istituto in ambito della cyber security. Dal momento che le sedute di poche ore all'anno, mirate a formare l'Ufficiale al consapevole utilizzo dei social media, adottano una metodologia e un approccio inadatti e anacronistici. Proporrò una formazione dei frequentatori mediante l'impiego dei cosiddetti nudges (teorizzati dal premio Nobel Richard Thaler, il cui motto è "Se vuoi che le persone facciano qualcosa, rendi questa cosa semplice") che si possono definire come una tecnica di ingegneria sociale, ovvero l'arte di indurre le persone ad avere un comportamento corretto mediante l'utilizzo di "spinte gentili" piuttosto che imponendo divieti e restrizioni. Strettamente legato al tema dei nudges è anche il discorso del coinvolgimento del personale che in ogni ambiente professionale deve essere un caposaldo dei valori condivisi. Infatti, per essere professionisti è necessario anche sentirsi parte di un nucleo. Ho osservato che spesso il giovane ufficiale in formazione non si sente parte dell'organizzazione e perciò ritiene che il suo contributo sia meramente formale e non sostanziale. Questo porta i frequentatori a sottovalutare minacce di social engineering. In particolar modo spesso, dato che siamo la generazione "social", condividiamo informazioni che potrebbero sembrare banali o addirittura insignificanti, ma come esporrò di seguito non lo sono. Affronterò quindi l'importanza del coinvolgimento del personale dimodoché possa realizzare di poter davvero essere oggetto di un attacco di hacking.
The ecological question can be assumed as one of the discourses where the systemic mutation between the juridical-political subject of liberalism, and the subject of interest of neoliberalism have matured. Starting with the transformations of the security sphere, and the shift of Sovereign/Governmentality nexus, I analyze human security and human resilience paradigms, highlighting the contiguity between ecological and political lexicon. I deal with concepts of risk, agency, and scarcity and, in conclusion, I propose a reading of Arendt's dimension of dwelling. The concept of World as a dwelling place opens a space, both on the political and the practical side, which could face the complexity of ecological system not through an adaptation strategy, as it is in the resilience perspective, but through the inter-subjective and political dimension of human beings.
This research presents results of the last three years collaboration between the Centro di Ricerca ''E.~Piaggio'' and the company Ingegneria dei Sistemi SpA (IDS), on the application of game theoretic algorithms. Based on the results obtained by this research, IDS has decided to investigate the implementation of the proposed system on board of its unmanned vehicles, in order to provide a novel security system to the market. This research proposed the application of a coordinated multi robot system to the problem of asymmetric threat, both in military and civilian scenarios. The problem of detecting and accordingly reacting to an asymmetric threat (Asymmetric threats or techniques are a version of not ''fighting fair,'' which can include the use of surprise in all its operational and strategic dimensions and the use of weapons in ways unplanned) is a challenge both from research and technological points of view. Even though the available surveillance sensors are sufficient to identify and classify asymmetric threats, they are able to give a quick alert only in nominal working conditions. Indeed, adverse weather conditions easily lead to degradation of sensors performance leading to a drastic reduction of the time available for a possible reaction after the detection, identification and classification procedures. The short time--to--reaction may increase the possibility of human errors especially in stressful situations (e.g. an incorrect assessment of the necessary reaction). This research proposes the use of multi--robot coordinated team as autonomous surveillance systems that can guarantee an adequate supervision of the area in any working conditions even though the entire area is not fully monitored at any time instant. Indeed, the mobility abilities of autonomous vehicles can be exploited to deploy the team of robots to monitor the environment and to react to possible intruders. In particular, this research is focussed on the problem of coordinating a team of robots based on partial knowledge of the environment due to limited sensors footprint and communication range. The coordination of the robot must also guarantee the accomplishment of other tasks in a framework in which communication is limited due to security issues or deteriorated communication channels (e.g. underwater scenarios). An example of antagonistic tasks is the monitoring of the area around the main ship while detecting, tracking and herding an intruder toward a safe area. It is worth noting that the marine scenario is only a possible application of the proposed methodology that is valid whenever the goal is to detect, localize and react to any environmental changes of interest, e.g. high variation of temperature, water pollution, terrorists attacks, etc. In this research a unified model has been proposed for the problem under study for different application scenarios such as asymmetric threats protection in marine environments and safety at border crossing points, such as airports. The proposed unified framework is based on the Game Theory. Indeed, it is well known that the particular class of potential games solves several cooperative control problems with a reduced amount of communication between robots. In particular, the considered control problem is transformed into a non--cooperative game where the goal is to reach specific equilibria. Moreover, the case of ``payoff--based'' scenarios, where robots get a reward in the reached regions based on the action performed by other robots, helps in capturing the requirements into the problem formulation. Learning algorithms that can steer the robots toward Nash equilibria are proven to solve partially the problem. In case of a static environment, e.g. fixed area of interest in the scenario, the coverage problem has been largely studied with a game theoretic approach. However, such algorithms are proven to converge to a static configuration maximizing the number of interested area covered by the robot sensors' footprint but are not able to handle a dynamic intruder. On the other hand, in case of dynamic environment, as for asymmetric threat protection, existing algorithms have been only designed to explore the entire area without selecting the sub--regions of major interest or doing it with high communication costs. Concluding, with respect to the state of the art literature, in this research, a game theoretic approach is used to detecting, track and herd a dynamic intruder protecting pre-defined areas. In particular, the work proposes two kind of coordination protocols which are proved to solve the asymmetric threat protection problem. Based on the well--known payoff--based algorithms, the research presents some extension of state--of--the--art coordination protocols which are suitable for dynamic environment. Moreover, the work presents new payoff--based algorithms to deal with the problem of multi--robot coordination in dynamic environment where the robots must accomplish antagonistic tasks simultaneously. For those new algorithms convergence to equilibria is formally proved. Finally, our research is interested in investigating the relationship between the team of guards and the intruder once it has been identified, i.e, the \emph{reaction phase}. Such problem is investigated with the use of a game theoretic framework and, a novel team coordination protocols for the intruder herding problem, is proposed. Such new algorithm solves the problem of steering a team of guards for guiding an intruder towards a restricted area of a known environment. The proposed system, based on the virtual objectives concept, is able to limit the movement of an intruder without communication between robots of the team. Proposed framework has been validated with a Monte Carlo simulation in order to cover a large set of different situations. Based on Monte Carlo simulation, a novel tool, that solves the problem of determine the minimum number of robots contrasting an intruder which is moving in the area, is proposed. Indeed, it can be used to determine the maximum volume to store autonomous vehicles on board. Proposed algorithms have been evaluated against intruders piloted by human, in order to test the robustness of the proposed solution. The proposed game theoretic framework has been tested in real robot experiments thanks to the use of a novel multi--robot system for managing team of robots. Based on the promising results, the proposed model has been extended to cope the asymmetric threat protection problem when sensors are affected by uncertainty on the detection. Video of some validation results are available online (https://youtu.be/emyf4xx-_pY, https://youtu.be/rBs23CNdh8U and https://youtu.be/ODoHY7WgQdc).
La contaminazione chimica rappresenta uno dei rischi principali per la sicurezza alimentare e può arrecare anche gravi danni alla salute umana. Rientrano in questa tesi di dottorato tre famiglie di contaminanti: Micotossine, Metalli e Insetticidi. La ricerca di aflatossina B1 è stata effettuata su 90 confezioni di farina, sia biologici sia convenzionali. La presenza della micotossina è stata rilevata solo nelle farine di mais. Solo un campione di produzione convenzionale ha superato il limite di 2 ppb definito per legge. Il dato di maggior rilievo è stato che il quantitativo di 5 grammi di campionamento si è dimostrato non rappresentativo sul totale della confezione commerciale di farina. Più attendibile si è invece dimostrato un campionamento di 20 grammi. L'aflatossina M1 è stata ricercata in 58 campioni di latte di cui 35 sono risultati positivi. Tuttavia, i livelli riscontrati erano costantemente inferiori al limite previsto per legge. Sono stati sottoposti a estrazione e purificazione, e analizzati con metodica HPLC-FL per la ricerca di Ocratossina A, 114 campioni di bile, 35 campioni di plasma, 40 campioni di rene prelevati da polli in Giordania. Le analisi hanno fornito risultati costantemente negativi. Sono stati analizzati 72 campioni (30 di muscolo, 29 di fegato e 13 di rene) prelevati da 30 bovini nel macello di Irbid (Giordania), di età compresa tra 8 e 30 mesi e provenienti da allevamenti diversi, per la ricerca di 13 elementi essenziali e non essenziali. In questo studio nessun campione supera i livelli massimi stabiliti dalla normativa europea per quanto riguarda gli elementi considerati. Infine, sono stati analizzati 37 campioni di latte ovino e 31 campioni di latte bovino, prelevati in Giordania in diversi allevamenti, per la ricerca di 4 neonicotinoidi (imidacloprid, acetamiprid, thiamethoxam e thiacloprid). I campioni, analizzati con sistema HPLC/MS/MS, sono risultati costantemente negativi ai quattro neonicotinoidi ricercati. ; The safety of animal origin products and human food are crucial for consumers. One of the main risks for food security is represented by the chemical contamination of food, which can cause serious harm to human health . Three chemical contaminants were studied: Mycotoxins, Metals and Pesticides. The experimental test for aflatoxin B1 was conducted on 90 organic and conventional flour. This study shows that only corn flour samples were positive for AFB1 and only one sample exceeded the limit of 2 ppb defined by law. This study shows that a quantity of 5 grams of flour sample is not representative for a 1 kg flour commercial package. We find that 20 grams are more reliable. The experimental test for aflatoxin M1 was conducted on 58 milk samples, and 35 were positive for AFM1. The concentration of AFM1 in these samples never exceeded the level required by law. Different tissue samples were collected from chickens in Jordan including 114 samples of bile, 35 plasma samples and 40 samples of kidney. All samples were subjected to extraction and purification, and subsequently analyzed by HPLC-FL, for Ochratoxin A. The analysis gave consistently negative results. We analyzed 72 samples (30 muscle, 29 liver and 13 kidney) taken from 30 cattle in the slaughterhouse of Irbid (Jordan) and from different farms, aged between 8 and 30 months, for the detection of 13 essential and non-essential elements. In this study, no sample exceeded the maximum levels set by European legislation. Finally, we analyzed 37 samples of sheep milk and 31 of cow milk, taken from different farms in Jordan, to search for the neonicotinoids: imidacloprid, acetamiprid, thiacloprid and thiamethoxam. The samples were analyzed by HPLC/MS/MS. In all samples the neonicotinoids were no detectable.
Il saggio indaga le connessioni tra l'abolizione della prostituzione legalizzata e i processi di democratizzazione in Germania e Italia, a partire dalla storia dei diritti umani nella sua interazione con il sistema politico. Le fonti principali sono i dibattiti parlamentari e le leggi che portarono alla chiusura dei bordelli e all'abolizione del sistema di sorveglianza nel 1927 in Germania e nel 1958 in Italia. I dibattiti sulla prostituzione pongono anche la questione dell'uguaglianza e della giustizia di genere. In particolare, il problema della regolamentazione della prostituzione, la cui efficienza viene verificata da un numero sempre maggiore di ricercatori nel corso del XX secolo, dispiega fattori di politica sanitaria, di diritti umani e di morale, aspetti di politica sociale e di sicurezza, mettendo in discussione non solo la gerarchia tra i generi, ma anche quella tra gli strati sociali. ; The essay explores the connections between the abolition of legalized prostitution and the processes of democratization in Germany and Italy, starting from the history of human rights and its interaction with the political system. The main sources are the parliamentary debates and the laws that brought about the closedown of brothels and the abolition of the surveillance system in Germany in 1927 and in Italy in 1958. The debates on prostitution also pose a question of equality and gender justice. In particular, the problem of the regulation of prostitution, whose efficiency has been verified by an ever growing number of researchers during the XX century, deploys factors of sanitary policy, human rights and morals, aspects of social policy and security, questioning not only the gender hierarchy, but also the social one.
Dottorato di ricerca in Economia e territorio ; L'oggetto della tesi è la ricerca e la sperimentazione in campo di un modello interpretativo degli impatti prodotti dal cambiamento climatico sulla sicurezza alimentare e nutrizionale delle popolazioni residenti del Nicaragua. L'obiettivo specifico è lo sviluppo e la sperimentazione di una metodologia di analisi della vulnerabilità/stabilità all'insicurezza alimentare dei sistemi agroalimentari locali in Nicaragua in relazione agli effetti del cambiamento climatico, finalizzata alla identificazione di politiche di mitigazione. Il raggiungimento di questo obiettivo ha comportato un'amplia ricerca bibliografica e un'indagine di campo in Nicaragua di circa due mesi tra il Marzo e l'Aprile del 2010. Durante la permanenza in Nicaragua sono state realizzate numerose interviste e focus group con stakeholders sia istituzionali che del settore privato. L'analisi degli impatti generati dal cambiamento climatico sull'ambiente e sulle attività economiche è tanto più difficile e incerta quanto più si procede all'interno di un ambito territoriale ristretto. A livello locale, le dinamiche sociali e l'incidenza dell'azione antropica sull'ambiente possono risultare infatti determinanti nella creazione di condizioni favorevoli o avverse rispetto al benessere della popolazione insediata, ben più della variabilità climatica. La complessità dei fenomeni che legano il clima alle attività umane è ancor più manifesta quando si pretende di mettere in relazione i cambiamenti del clima indotti dal riscaldamento globale col tema della sicurezza alimentare di una determinata comunità. Quest'ultimo tema infatti riunisce aspetti sociali ed economici molto diversificati, come la produzione degli alimenti, la loro conservazione e l'accessibilità in base ai redditi familiari, le condizioni igienico-sanitarie e la proporzione con cui gli alimenti stessi vengono consumati. Investigare sulla relazione economica tra sistemi complessi, come il sistema climatico da una parte e la sicurezza alimentare dall'altra, comporta quindi l'attivazione di modelli interpretativi altrettanto complessi, così come di strumenti analitici di tipo sia quantitativo che qualitativo, tanto più preponderanti questi ultimi, quanto maggiore è la carenza di dati e serie storiche attendibili. Lo spunto iniziale della tesi consiste nella ricostruzione critica a posteriori del modello di interpretazione dell'impatto del cambiamento climatico sui sistemi ecologici e sociali sul quale si fonda l'attuale assetto delle politiche promosse dal governo nicaraguense in tema di sicurezza alimentare e di mitigazione dell'impatto del cambiamento climatico. In questo quadro si è analizzato in particolare l'Indice Aggregato di Insicurezza Alimentare e Nutrizionale elaborato da un'agenzia delle Nazioni Unite (il Programma Mondiale per l'Alimentazione), attualmente utilizzato in Nicaragua nella identificazione delle aree più esposte al rischio di sicurezza alimentare. A fronte delle critiche che si avanzano nei confronti di questo indice, si propone un modello di riferimento più completo per la misurazione della vulnerabilità delle realtà locali, ovvero l'Indice Aggregato Dinamico di Insicurezza Alimentare e Nutrizionale (IADIAN). Questo indice utilizza variabili dinamiche (tassi di variazione) riferite ai fattori socio-economici che determinano l'insicurezza alimentare e al tempo stesso cattura i fattori ambientali locali che maggiormente incidono sulle potenzialità produttive. Purtroppo una esemplificazione applicativa dell'IADIAN è impedita dalla mancanza dei necessari dati in serie storica, ma la sua formulazione fornisce comunque una direttrice operativa che si ritiene utile alla pianificazione della raccolta dei dati statistici (attualmente scarsi e mal organizzati) e all'ordinamento delle fonti statistiche. A fronte delle criticità metodologiche emerse nel corso delle analisi precedentemente illustrate, si passano in rassegna modelli interpretativi alternativi accreditati in letteratura, identificando nel modello concettuale classico, il "DPSIR" (Drivers, Pressures, State & Trends, Impacts and Responses) il più adatto allo sviluppo del tema in oggetto. Il DPSIR è finalizzato, oltreché all'interpretazione dei fenomeni, all'elaborazione di policies volte alla prevenzione e alla mitigazione degli effetti del cambiamento climatico. L'applicazione del modello DPSIR, una volta adattato al tema specifico della sicurezza alimentare e nutrizionale, si è rivelato particolarmente utile alla identificazione delle attuali carenze conoscitive, soprattutto per quanto riguarda gli impatti (impacts), e le risposte (responses). Nel quadro dell'analisi degli impatti si è sviluppato una Matrice Multicriteriale degli Impatti e della stabilità dei sistemi agro-alimentari rispetto al cambiamento climatico di due regioni agrarie del Nicaragua. Questa matrice disaggrega i sistemi agro-alimentari nelle loro componenti strutturali (produzione, distribuzione e consumo), mettendole in relazione con gli elementi ("pilastri") costitutivi della sicurezza alimentare e nutrizionale, ovvero: la disponibilità, l'accessibilità e l'uso biologico degli alimenti. La matrice è costruita sulla base di valutazioni di tipo prevalentemente qualitativo, ma offre anche un sistema si "scoring" che consente una priorizzazione dei problemi e, per via comparativa, anche una priorizzazione dei sistemi più vulnerabili. La regione dove si sono potuti apprezzare processi di adattamento e mitigazione degli effetti del cambiamento climatico non è tanto quella che dispone di maggior capitale naturale bensì quella che, contando su comunità di più antico e stabile insediamento, ha sviluppato nel tempo un maggior capitale sociale (come la Regione Agraria delle "Pianure agro-industriali della Costa Pacifica"). La regione agraria della "Nuova Frontiera Agricola e Costa Caraibica", pur contando su un elevato capitale naturale e su un alto potenziale produttivo, è caratterizzata invece da tipologie produttive altamente distruttive e sostenute da una popolazione pioniera che non ha sviluppato ancora modelli di aggregazione comunitaria stabili né un tessuto sociale collettivamente reattivo. L'analisi delle "risposte" si è concentrata su 6 modelli di intervento adottati attualmente dalle istituzioni nazionali (centrali e locali) con l'appoggio della comunità internazionale. Questa analisi ha evidenziato come nessun modello di intervento, considerato isolatamente, riunisca tutte le caratteristiche di efficienza ed efficacia necessari a innescare processi sostenibili di "resilienza" e sviluppo. Nessun intervento si può considerare dunque come una "buona pratica", soprattutto se non inserito in un quadro coordinato e coerente di interventi identificati in ragione di un contesto locale specifico. La durata di tutti gli interventi analizzati è inoltre insufficiente a garantire il successo delle azioni intraprese, tantomeno la loro sostenibilità. In molti casi infatti le iniziative analizzate sollevano aspettative di continuità che nella maggior parte dei casi restano frustrate. E' emersa dunque la necessità di promuovere azioni di sostegno alla sicurezza alimentare e alla mitigazione degli effetti del cambiamento climatico che assumano come criteri guida: - l'integralità, ovvero l'inserzione del tema della sicurezza alimentare nei processi di sviluppo del territorio, evitando che queste rimangano sganciate da una strategia di lotta contro la povertà, di rimozione delle sue cause strutturali e di tutela ambientale, - la coerenza istituzionale, in modo che le azioni di sicurezza alimentare e di mitigazione si coordino sempre con le istituzioni di riferimento, per armonizzare le metodologie di lavoro in vista di una possibile continuità delle azioni intraprese, - coerenza spaziale, ovvero una focalizzazione delle azioni in base a criteri che mettano in relazione le priorità di sicurezza alimentare con quelle ambientali. Dall'insieme delle analisi condotte sembra che si possa affermare dunque che l'insostenibilità ambientale delle pratiche agricole attuali (deforestazione, avanzamento incontrollato della frontiera agricola mediante l'uso del fuoco e dell'apertura di pascoli estensivi, agricoltura nomadica, ecc.) e la debolezza del capitale sociale siano le cause determinati del perpetuarsi di condizioni croniche di insicurezza alimentare. Anche se non suffragata da misurazioni quantitative, sembra credibile inoltre l'ipotesi che le variazioni micro-agro-climatiche a livello locale, originate dalla cattiva gestione delle risorse naturali, incidano attualmente molto più sulla insicurezza alimentare di quanto non facciano gli effetti del cambiamento climatico dovuto al riscaldamento globale. Le attuali politiche di intervento nel campo della sicurezza alimentare e le strategie di mitigazione degli effetti del cambiamento climatico non considerano sufficientemente gli aspetti sopra richiamati e la loro integrazione operativa è ancora insufficiente. Per evidenziare questa discrepanza si è elaborato una matrice degli interventi di mitigazione dell'impatto del cambiamento climatico sulla sicurezza alimentare e nutrizionale. La matrice proposta mette in relazione le carenze politiche e le priorità emerse dall'analisi DPSIR con una serie di proposte di azione politica, riferite in particolare alle due regioni agrarie selezionate. La comunità internazionale dei donanti (UE in primis), che sostiene le politiche ambientali e di sicurezza alimentare del governo nicaraguense, ha la responsabilità di promuovere interventi sinergici e coordinati, volti soprattutto a rimuovere gli ostacoli di carattere strutturale che impediscono l'equità d'accesso al capitale terra e all'alimentazione. Nell'ambito dell'aiuto internazionale dovranno essere inoltre maggiormente considerati gli studi volti al miglioramento delle conoscenze dei fenomeni che legano la variabilità climatica, la sicurezza alimentare e lo sviluppo economico. Il coinvolgimento della società civile nella gestione delle reti di solidarietà (ad esempio le reti di allerta precoce) e nella raccolta dei dati socio-economici e agro-climatici locali è inoltre di cruciale importanza. Solo uno sforzo congiunto delle comunità locali, delle istituzioni nazionali e della comunità internazionale, col supporto di adeguate conoscenze e di più efficaci strumenti di analisi, potrà invertire il processo di riproduzione delle condizioni ambientali e socio-economiche che determinano oggi l'esposizione al rischio di insicurezza alimentare per vasti strati della popolazione nicaraguense. ; The thesis deals with a research and an on-field testing of an impact interpretation model of climate change on food security in Nicaragua. The specific purpose is the development and testing of a vulnerability/stability analysis method of the effects of the climate change on two sample food systems in Nicaragua. The method is also aimed at the identification of prevention and mitigation policies. The achievement of this objective is based on a wide bibliographical research and a two months field survey in Nicaragua (March and April 2010). During the field survey a large number of interviews and focus groups with both private and institutional stakeholders was carried out. The more an impact analysis of climate change on environment and economic activities is focused on a restricted area, the less it results easy and reliable. Social dynamics and human action on environment at local level can be more crucial in creating adverse or favourable living conditions to people than climate variability. The complex relationship between climate and human activities is even more apparent when attempting to relate climate changes and food security of a specific community. Food security concept gets together different meanings, such as food production and conservation, income based food accessibility and biological use of food (diet patterns and hygienic conditions of food consumption). Therefore, dealing with economic relations between complex systems, as climate and food security, involves the use of articulated interpretation models as well as quantitative and qualitative analytical tools, being the latter prevalent in a condition of scarce or unreliable data and time series. The starting point of the thesis is a critical analysis of the current interpretation model of the impact of climate change on ecological and social systems on which the present food security and climate change impact mitigation policies of the Government of Nicaragua are based. In this framework the Aggregated Food and Nutritional Insecurity Index - elaborated by the World Food Programme and presently adopted in Nicaragua in the identification of the areas mostly exposed to food insecurity – is also analysed and discussed. As a consequence of this analysis a more complete model is proposed, named Dynamic Aggregated Food and Nutritional Insecurity Index. This index uses dynamic variables (rates of variation) referring to socio-economic factors which determine food security. At the same time this index captures the most production-related environmental factors at local level. Unfortunately a sample application of this index is impeded by the lack of the necessary time series. Nevertheless its formulation offers a useful operational direction to data collection planning and organization. As a consequence of the critical methodological issues emerged in the previous analysis, a review of alternative interpretation models is proposed and discussed. The "DPSIR" (Drivers, Pressures, State & Trends, Impacts and Responses) model is then identified as the most suitable for the achievement of the thesis objective. The DPSIR model is aimed at interpreting environmental and human contexts as well as at focusing policies makers on prevention and mitigation measures. Once specifically adjusted to food and nutritional security issues, the DPSIR model resulted particularly useful to identifying the existing knowledge deficiencies, about impacts and responses in particular. The "impact analysis" is complemented with a multi-criteria matrix of impacts of climate change on food systems of two different agricultural regions of Nicaragua (stability analysis). This matrix relates the food systems components (food production, distribution and consumption) to the corresponding pillars of the food security concept (availability, accessibility and biological use). The matrix converts quantitative and qualitative assessments into a scoring system allowing for identifying the most relevant problems and comparing stability / vulnerability levels of different food systems. The agricultural region where adjustment and mitigation processes are more visible is not the one counting with a more consistent natural capital (New Agricultural Frontier and Caribbean Cost) but the one relying on old and stable human settlements and more consistent social capital (Agro-industrial lowlands of the Pacific Cost). The first agricultural region, even if provided with a consistent natural capital and a high production potential, is characterised by the highly destructive production patterns of a pioneer population which has not yet developed either aggregative community models or collective resiliency experiences. The "response analysis" is focused on 6 different prevention/mitigation models presently adopted by the national authorities (both central and local) with the support of the international donors community. This analysis stresses that none of the models gets together all the necessary characteristics of efficiency and effectiveness for trigging resiliency and development processes. None of the models can be considered as a "good practice" per se, mainly if not included in a locally focused, coordinated and coherent framework of measures. Furthermore, the duration of the institutional actions applying these models is generally too reduced for ensuring their success and sustainability and fulfilling the expectations of the beneficiaries. From the "response analysis" clearly emerged the need to adopt the following general criteria in the effort to support food security and mitigate the effects of climate change: - Wholeness of the approach: the insertion of any food security action (programme, project, initiative) in the framework of land development process, including actions against poverty and environmental protection, - Institutional coherence: both food security and climate change impact mitigation actions should be always coordinated with the competent institutions, in order to harmonise working methods, - Spatial coherence: the identification of priority action areas should consider food security problems and environmental vulnerability simultaneously. The environmental unsustainability of the present agricultural practices (deforestation, advance of the agricultural frontier by slashing and burning the natural cover, nomadic agricultural patterns, etc.) and the weakness of the social capital perpetuate chronic food insecurity conditions. Even though not supported by quantitative evaluations, it seems apparent that micro-agro-climatic changes due to the mismanagement of local environmental resources affect food security much more than the effects of global climatic change. Present food security policies and climate change impact mitigation strategies do not consider the analysis above and their harmonisation is insufficient and not operational. In order to highlight this discrepancy a comparative policy matrix is presented ad discussed. This matrix shows a comparative analysis between the political deficiencies and priorities emerged thanks to the DPSIR approach and a number of action proposals referred to the two sample agricultural regions. The international donors community (UE first) supporting both food security and environmental policies of the Government of Nicaragua has the responsibility to cooperate in order to remove the structural constraints impeding an equitable access to fertile farming land and food. In the framework of the international aid, more investments in research should be considered in order to improve the knowledge of all factors relating climatic variability to food security and economic development. The involvement of civil society in the management of social solidarity networks (i.g.: food crisis early alarm networks) and the collection of basic socio-economic and climatic data at local level ore of crucial importance. Only a joint effort of the local communities, the national institutions and the international donors' community, supported by adequate knowledge and more effective analytical tools, will revert the process that determines the adverse environmental and socio-economic conditions which currently expose a large number of Nicaraguan people to food insecurity.
The point of this essay is that the arguments advanced by thinkers like John Rawls e Michael Ignatieff in favour of a core rights to life and liberty are not consistent with their positions in favour of human rights minimalism. Just the fact that human rights minimalism implies the right to physical security and to basic freedom of movement should lead these philosophers not only to recognize both the importance and the value of other rights, but also to include certain aspects of the sphere of private life and of cultural practice in the field of international law. Human rights, that are going to become popular through international debates, compell us first to reconsider the dichotomy between public and private sphere; second, the dichotomy between social and political interests; third, the necessity of subordinating politics of human right, with no exception, either to prudential and historical convenience (see Ignatieff), or to the observance of pluralism (see Rawls).
Agriculture was the driving force that provided the opportunity for the development of human civilisation; food surpluses made it possible to develop non-agricultural activities (priest and warrior classes) which resulted in the emergence of economic stratification continuing up till today (workers and annuitants, the rich and the poor). However, despite the fact that the means of transport are readily available, the distribution of food among all mankind is still inadequate. The European legislature in the last twenty years and the evolutionary trends of international trade have gradually marked out a declared and conscious integration between product rules and production rules, between the life cycle and the market, increasing the role of business in the creation of a regulatory and integrated model which perceives and understands the essential and growing importance attached to decisions that place a premium on environmental integrity and the correct use of natural resources. Nevertheless, climate change and the need to change the development model are moving in the direction of a drastic reduction in livestock farming in order to reduce methane and CO2 production and to the replacement of meat with laboratory products containing proteins presumably derived from meat particles that have never lived in a cowshed; to the strong revalorization of forests and their cultivation in dry or arctic areas or in very high mountains in order to trap CO2; to the development of herbaceous plants modified to produce not only carbohydrates but also vitamins and proteins. In short, we are moving towards a new agricultural revolution in which the environmental objective will also be accompanied by a productive one: man will support tree crops and some herbaceous crops, will drastically reduce animal husbandry, giving rise to a new agriculture, more efficient from the environmental point of view, but also better adapted to achieve the coupling of the first sector with the question of mankind's survival, trying to reduce its invasiveness and to rebuild the planet capable of surviving our invasive presence. ; L'agricoltura è stata il motore che ha consentito lo sviluppo della civiltà umana; attraverso i suoi surplus alimentari ha permesso lo sviluppo di attività non agricole (sacerdoti e guerrieri) e l'affermarsi di differenziazioni economiche che permangono anche oggi (lavoratori e redditieri, ricchi e poveri). Ma la distribuzione degli alimenti fra tutta l'umanità ancor ora è insufficiente, malgrado gli strumenti di trasporto disponibili. Il legislatore europeo di questo secolo e le linee evolutive del commercio internazionale hanno progressivamente segnato una dichiarata e consapevole integrazione fra regole di prodotto e regole di produzione, fra ciclo della vita e mercato, valorizzando il ruolo dell'impresa verso la costruzione di un modello disciplinare unitario ed integrato, al cui interno rilievo essenziale e crescente viene riconosciuto alle scelte di coerenza ambientale e di corretto uso delle risorse naturali. Ma i cambiamenti climatici e la necessità di cambiare modello di sviluppo comporteranno una riduzione drastica degli allevamenti per diminuire la produzione di metano e CO2, e la sostituzione della carne con prodotti di laboratorio contenenti altre proteine derivate probabilmente da molecole di carne che non hanno mai vissuto in una stalla, una forte rivalutazione dei boschi e loro coltivazione in zone aride o artiche ovvero in altissima montagna per incarcerare CO2, lo sviluppo di coltivazioni erbacee modificate per produrre non solo carboidrati, ma anche vitamine e proteine; insomma, ci stiamo avviando verso una nuova rivoluzione agricola dove allo scopo ambientalistico si affiancherà anche lo scopo produttivistico: l'uomo incentiverà l'arboricoltura e alcune coltivazioni erbacee, ridurrà drasticamente l'allevamento di animali dando origine ad una nuova agricoltura, più efficace dal punto di vista ambientale ma anche meglio adatta alla coincidenza del settore primario con la sopravvivenza del genere umano, tentando di diminuire la sua invasività e di ricostruire un pianeta capace di sopportare la nostra invasiva presenza. ; Rolnictwo było motorem napędowym rozwoju cywilizacji; dzięki nadwyżkom żywności możliwy stał się rozwój działalności pozarolniczej (duchowieństwo i wojownicy), ale pojawiły się także różnice ekonomiczne, które utrzymują się do dziś (robotnicy i rentierzy, bogaci i biedni). Dystrybucja żywności w społeczeństwie, mimo dostępnych środków transportu, nadal jest niewystarczająca. Europejskie prawo w XXI wieku oraz rozwój handlu międzynarodowego starają się pogodzić zasady dotyczące produktów i zasady produkcji, czyli cykl życia produktu i reguły rynkowe, zwiększając rolę przedsiębiorstwa w tworzeniu regulatywnego i zintegrowanego modelu, w którym coraz większą wagę nadaje się decyzjom uwzględniającym ochronę środowiska i właściwe wykorzystanie zasobów naturalnych. Zmiany klimatyczne wymuszają bowiem zmianę modelu rozwoju, polegającą na znacznym ograniczeniu hodowli w celu zmniejszenia produkcji metanu i CO2 oraz zastąpieniu mięsa produktami laboratoryjnymi, zawierającymi innego rodzaju białka, prawdopodobnie niepochodzące z żywych cząsteczek mięsa; na zwróceniu uwagi na znaczenie lasów oraz zalesiania obszarów suchych, arktycznych lub wysokogórskich w celu uwięzienia CO2; na uprawę roślin zielnych zmodyfikowanych w celu wytwarzania nie tylko węglowodanów, ale także witamin i białek. Krótko mówiąc, jesteśmy u progu nowej rewolucji rolnej, której celom środowiskowym będą towarzyszyć cele produkcyjne: ludzie skupią się na sadownictwie i uprawie roślin zielnych, a znacznie ograniczą hodowlę zwierząt, dając początek nowemu rolnictwu, bardziej korzystnemu dla środowiska, a także pozwalającemu przetrwać ludzkości i uratować planetę, narażoną na naszą inwazyjną obecność.
In the search for new models of environmental, economic and social sustainability, the urban dimension is the one that offers greater possibilities for experimentation. The cities, in fact, as places of accumulation of environmental and socio-economic problems, are at the forefront in addressing contemporary challenges related to climate change and the exponential trend of population concentration, and can become laboratories for creative and innovative actions oriented to a sustainable and equitable development. In particular, the issues of analysis and social space, the quality of public space, its accessibility, safety, welfare and quality of urban life in general must take account of design methodologies, target oriented, attentive to the specific needs of a plural society, sensitive to differences (sex, age, race, language, religion, culture, social conditions). In this context, the programs at the international level on equal opportunities are intended to contribute to the achievement of the "Millennium Development Goals" through gender mainstreaming policies and actions, to be taken even in the field of urban planning, management and governance. It is an unavoidable challenge that requires responsibility and commitment on the part of the different local actors so that the joint action of top-down strategies of gender mainstreaming planning and bottom-up policy can produce effective results. In light of these remarks, and with reference to specific case studies, the paper proposes a reflection on the need for a "gender sensitive" lens in urban planning – also intertwined with issues of transportation, safety and security, accessibility of places, times and schedules planning – able to guarantee urban quality, social inclusion and active participation for smarter cities. ; ITALIANONello scenario globale di ricerca di nuovi modelli di sostenibilità ambientale, economica e sociale, la dimensione urbana è quella che offre maggiori possibilità di sperimentazione. Le città, infatti, in quanto luoghi di accumulazione di problemi ambientali e socio-economici, sono in prima linea nell'affrontare le sfide contemporanee legate al cambiamento climatico e al trend esponenziale di concentrazione demografica, e possono trasformarsi in laboratori di creatività, innovazione e partecipazione per azioni orientate ad uno sviluppo durevole ed equo. In particolare, i temi dell'analisi spazio-sociale, della qualità dello spazio pubblico, della sua accessibilità, della sicurezza, del welfare e della qualità urbana in generale devono tener conto di metodologie di progettazione target oriented, attente alla specificità dei bisogni di una società plurale, sensibile alle differenze (di età, sesso, razza, lingua, religione, cultura, condizioni sociali). In questo contesto, i programmi a livello internazionale sulle pari opportunità hanno lo scopo di contribuire al raggiungimento degli "Obiettivi di Sviluppo del Millennio" attraverso politiche e interventi gender mainstreaming, da prevedere anche nel campo della pianificazione urbanistica, gestione e governance. Si tratta di una sfida inevitabile che richiede responsabilità e impegno da parte dei diversi attori territoriali affinché l'azione congiunta di strategie top-down di gender mainstreaming planning e politiche bottom-up possano produrre risultati concreti. Alla luce di quanto finora esposto, e facendo riferimento a specifici casi di studio, il contributo propone una riflessione sulla necessità di una prospettiva gender sensitive nella pianificazione urbanistica – pure intrecciata ai temi dei trasporti, della sicurezza, dell'accessibilità dei luoghi, della pianificazione dei tempi e degli orari – con indubbi effetti positivi in termini di qualità urbana, inclusione e partecipazione attiva per città più intelligenti.
In: Centro interuniversitario per lo studio della storia delle organizzazioni internazionali e dei processi e movimenti di cooperazione internazionale (Series) 29
Il presente contributo evidenzia come il cambiamento climatico abbia ormai delle implicazioni negative sia sul godimento dei diritti umani sia sulla pace e sulla sicurezza internazionale. Tale consapevolezza è ormai maturata nella comunità internazionale ed è alla base di una serie di dinamiche normative innovative nel diritto internazionale ed onusiano. Tuttavia stupisce che il Consiglio di sicurezza, nonostante l'evoluzione della sua prassi soprattutto negli ultimi anni, non abbia ancora adottato una risoluzione tematica sul binomio clima/sicurezza, peraltro più per l'opposizione politica russo-cinese che a causa di ostacoli giuridici. ; This contribution highlights how climate change now has negative implications both on the enjoyment of human rights and on international peace and security. This awareness has now matured in the international community and is the basis of a series of innovative normative dynamics in international and United Nations law. However, it is surprising that the Security Council, despite the evolution of its practice especially in recent years, has not yet adopted a thematic resolution on the climate / security binomial, moreover due to the Russian-Chinese political opposition than due to legal obstacles.