Der Sammelband "Herodot und das Persische Weltreich" versammelt die Beiträge einer internationalen Tagung, die im November 2008 unter Beteiligung zahlreicher renommierter Wissenschafterinnen und Wissenschaftern aus Europa, Amerika und Australien in Innsbruck stattgefunden hat. Die Publikation steht im Kontext eines größeren Forschungsvorhabens, das eine konzentrierte wissenschaftliche Beschäftigung mit jenem Teil der griechischen Historiographie zum Ziel hat, deren thematischer Fokus auf die historischen Welten des Alten Vorderasien gerichtet ist. Als Publikationsplattform dient die neu gegründete Reihe "Classica et Orientalia". Nach einer Auseinandersetzung mit dem Werk des Ktesias (CLeO 1) und dem Hof der Achämeniden (CLeO 2) ist dies die dritte Publikation des Forschungsschwerpunktes. In insgesamt 33 Beiträgen in deutscher und englischer Sprache werden Herodots Historien unter zahlreichen Gesichtspunkten einer kritischen Analyse unterzogen. Sie werden in diesem Zusammenhang nicht nur vor dem Hintergrund des altorientalischen Quellenmaterials ausgeleuchtet, sondern auch unter literaturwissenschaftlichen Gesichtspunkten ausgewertet. "Herodotus and the Persian Empire" comprises contributions of an international conference held in Innsbruck in November 2008, which was attended by renowned scholars from Europe, America and Australia. The volume is published within a larger context of research. Its preoccupation is centred on a scholarly discussion of the Greek historiography, focussing on the Historical World of Ancient Middle East. The newly established series "Classica et Orientalia" offers a stage of publication to such studies like "Ktesias' World" (CLeO 1), "The Achaemenid Court" (CLeO 2) and "Herodotus and the Persian Empire" (CLeO 3). In the current volume, 33 contributors discuss Herodotus' Histories under various points of view, in essays
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"Accounting is the process of identifying, measuring and communicating economic information to permit informed judgments and decisions by users of the information". Riportando la definizione di Accounting data da American Accounting Association nel 1966 si evince come le funzioni demandate alla contabilità siano quelle di misurare e informare sull'andamento economico aziendale al fine di rendere edotti e consapevoli nei loro giudizi gli utilizzatori di tali informazioni. Il documento attraverso cui si realizza questo processo informativo è il Bilancio di Esercizio che rappresenta il canale principale preposto all'ottenimento degli scopi citati. Il primo stadio di soddisfazione di un fabbisogno informativo, risiede banalmente nella comprensione del significato associato al messaggio che inviamo e/o riceviamo sia che si tratti di un linguaggio numerico che letterale. Questa semplice considerazione può essere riportata, su scala internazionale, come la base di partenza della necessità avvertita da parte degli studiosi di economia aziendale di studiare le differenze contabili esistenti in campo internazionale e le problematiche connesse alla possibilità e opportunità di perseguire l'armonizzazione delle prassi ragionieristiche. Detto ciò però, la domanda sorge spontanea, ovvero - Quale è stata la causa scatenante la necessità di studiare le diversità esistenti tra le varie prassi e norme contabili ed, ancor più, perché si ricercano possibilità e opportunità nella realizzazione di un comune linguaggio contabile?-. Intuitivamente la riposta è molto semplice, ovvero lo sviluppo delle economie mondiali, dei loro mercati finanziari, la creazione e la crescita di gruppi di imprese multinazionali hanno sì consentito di superare le barriere geografiche ma di per sé non hanno, ovviamente, realizzato un'uniformità di linguaggio nel campo delle discipline economico aziendali, anzi hanno semmai sviluppato e reso manifesto un crescente bisogno di comparabilità dei dati economico-finanziari delle imprese. Questi elementi possono essere indicati come le cause che hanno condotto a partire dagli anni Sessanta allo sviluppo dell'International Accounting (o Ragioneria Internazionale) come disciplina autonoma. Nel corso degli anni gli studiosi in International Accounting si sono impegnati nello studio delle differenze contabili esistenti tra Paese e Paese, nel raccogliere elementi di comunanza utili alla comprensione di diversi linguaggi contabili. Tali attività hanno svolto un ruolo cruciale nel processo avviato da istituzioni nazionali e internazionali volto a rendere maggiormente intelligibili i bilanci delle aziende su scala mondiale. La difficoltà nell'interpretazione di linguaggi contabili diversi a livello internazionale è "drammaticamente" avvertita verso le economie in forte sviluppo ove i tempi accelerati del percorso di crescita affiancato magari da una cultura contabile differente e/o scarsa rendono difficoltoso l'ingresso ad imprese che vogliono lanciarsi nella sfida dell'internazionalizzazione e/o in generale l'ingresso di capitali stranieri interessati ad investire risorse nel Paese. Anche la Cina, cui il presente lavoro è dedicato, nel momento in cui ha intrapreso il suo percorso di trasformazione da Paese a economia pianificata a quello ad economia socialista di mercato ha avvertito fortemente la necessità di internazionalizzare il proprio sistema contabile per attrarre investimenti esteri. Per queste aspirazioni, il governo cinese ha intrapreso un percorso, concretizzatosi in una serie di riforme, che, visto il fine ultimo di espandere la propria economia, ha operato nell'ottica di uniformare il linguaggio contabile cinese a quello degli altri Paesi maggiormente industrializzati. Tale sforzo è stato compiuto nell'arco di circa un ventennio a partire dalla fine dell'epoca maoista. A livello contabile le riforme più salienti sono state avviate a partire dal 1992 anno in cui sono stati introdotti i primi ASBE (Accounting Standards for Business Enterprises), e si sono concluse nel 2006-2007 quando è stata realizzata, e soprattutto riconosciuta da parte dello IASB, la sostanziale convergenza dei principi cinesi con i principi contabili internazionali IAS/IFRS. Correlatamente a questa riforma è venuto meno l'obbligo per le imprese cinesi emittenti azioni acquistabili da investitori stranieri (B shares) di redigere il proprio bilancio secondo i principi IFRS (cosa ancora possibile le società quotate ad Hong Kong). Quindi, l'emanazione degli Accounting Standards for Business Enterprises (ASBE) rappresenta la chiave di volta per la pratica contabile in Cina, rappresentando da un punto di vista contabile, il ponte di collegamento al mondo occidentale. Le radici della storia contabile cinese sono fortemente radicate nell'antichità, infatti le prime applicazioni della pratica contabile risalgono alla Dinastia Zhou Occidentale (1100–771 AC). Nonostante queste antichissime origini lo sviluppo dell'accounting in Cina è avvenuto molto lentamente nel corso del tempo ed è stato largamente influenzato dall'avvicendarsi degli eventi politici e sociali che hanno caratterizzato la storia di questo Paese. La storia moderna in Cina viene fatta risalire dagli storici alla Guerra dell'Oppio (1840) anche se da un punto di vista contabile la vera fase di modernizzazione si avvia solo a seguito delle politiche atte da Deng Xiaoping a partire dal 1978, anno in cui la Cina avvia il processo di internazionalizzazione della propria economia. Con le riforma connesse alla Open Door Policy si avvia infatti il processo di trasformazione da economia pianificata ad economia socialista di mercato per la Cina a cui seguiranno le sopracitate riforme degli Accounting Standards for Business Enterprises a partire dal 1992. Correlatamente a dette riforme, anche lo studio dell'accounting in Cina e le ricerche di International accounting con oggetto la Cina ne hanno beneficiato, avviando, sotto questo ultimo aspetto, una fase di interesse da parte di studiosi occidentali, cosa impensabile e impraticabile anche solo fino a qualche decennio precedente. La chiusura verso il mondo occidentale, l'arretratezza economica del Paese e lo scarso uso (per non dire assente) della lingua inglese, oltre che una impostazione contabile di base differente rispetto a quella occidentale, hanno fatto sì che la Cina restasse esclusa dai principali studi classificatori di International accounting, in particolare quelli basati su ricerche empiriche (classificazioni di tipo induttivo). Nell'ambito degli studi di International accounting nuovi spunti sono sopraggiunti con l'introduzione da parte di molti Paesi dei principi IFRS. L'utilizzo a livello internazionale di tali standards ha permesso, infatti, di omogeneizzare il linguaggio contabile di società appartenenti a giurisdizioni diverse, superando i localismi derivanti dai principi nazionali e quindi anche le differenze che gli studiosi di International accounting avevano rilevato in precedenza nelle loro classificazioni. Tuttavia, nonostante questo sforzo verso la creazione di un comune linguaggio contabile mondiale, alcune differenze continuano a permanere, come evidenziato da autorevoli studi (Kvall, E., e Nobes, C.W., 2010, 2012; Nobes, C.W., 2006, 2011, 2013; Nobes, C.W., e Stadler, C., 2013). Tali differenze sono state identificate nell'osservazione nelle cosiddette policy options che i principi IFRS demandano al redattore del bilancio. Come riscontrato da questi studi all'interno del comune linguaggio contabile alcune peculiarità continuano ad emergere e le stesse possono essere ricondotte ad una serie di fattori, quali il sistema legale, il grado di sviluppo dei mercati finanziari o ancora aspetti legati alla lingua e a particolari background culturali. Tali differenze (e analogie), anche nell'ambito di questi ultimi studi, riportano all'emersione di due macro-gruppi distinti a cui corrispondono impostazioni contabili differenti. Tali gruppi, già individuati nell'ambito dei primi studi classificatori, sono l'area Anglo-Saxon e l'area Continental-European. Il persistere di differenze nel financial reporting internazionale nonostante l'adozione degli IFRS rappresenta un interessante aspetto in particolare nelle economie in iper-sviluppo per le quali l'adesione ai principi IFRS rappresenta una sorta di "biglietto da visita" per dare maggiore credibilità ai bilanci delle proprie aziende sul piano internazionale. L'analisi delle modalità di applicazione degli IFRS da parte delle aziende di questi paesi consente inoltre una riflessione circa le modalità con cui gli standards sono materialmente applicati, su eventuali effetti nella qualità delle informazioni nonché sulla flessibilità ed apertura verso pratiche contabili nuove. Ciò rappresenta un punto di vista interessante in considerazione del fatto che le economie in iper–sviluppo sono generalmente prive di una forte cultura contabile che devono, tuttavia, necessariamente colmare per poter competere nella sfida dell'internazionalizzazione. Oggetto del presente lavoro è l'illustrazione e l'analisi del percorso di evoluzione contabile compiuto in Cina sino all'armonizzazione con i principi IFRS (Capitoli 2 e 3) e le modalità di applicazione di detti principi in considerazione delle IFRS policy choices, cioè le scelte che i principi IFRS demandano al redattore del bilancio sia in termini di modalità di presentazione dei risultati che di valutazione e misurazione di alcune poste contabili. Attraverso l'analisi di tale scelte è possibile effettuare alcune osservazioni circa il persistere di differenze internazionali nonostante l'applicazione di standards comuni nonché classificare la Cina secondo il modello elaborato da Nobes, C.W., (1998b, 2011) che ha distinto le aree contabili internazionali in due grandi blocchi: Area Anglo-Saxon e l'area Continental European. Tutto il presente lavoro si sviluppa attorno ad un unico filo conduttore che sono l'insieme delle teorie classificatorie sviluppate nell'ambito della disciplina di International Accounting (Capitolo 1) riproposte anche nell'ambito dell'applicazione dei principi IFRS (Capitolo 4) con il sopracitato modello di Nobes (1998b, 2011). L'utilizzo dei principi IFRS in Cina è terminato nel 2006, anno in cui il Ministero delle Finanze cinese (MOF) ha emanato l'ultima riforma dei propri principi contabili nazionali (PRC GAAP), a seguito della quale questi sono stati riconosciuti sostanzialmente convergenti con gli IFRS. Alla luce degli studi classificatori in International accounting, trattati nel primo Capitolo e ripresi come detto nel quarto, l'applicazione degli IFRS in Cina, seppur oggi non più consentita alle imprese quotate ai listini della Mainland China, ha rappresentato un'occasione per analizzare i seguenti aspetti: 1. Applicazione dei principi IFRS in Cina in relazione a 16 IFRS overt option attraverso l'analisi descrittiva dei risultati e attraverso pair-binomial tests con quanto operato da Australia, UK, Germania, Spagna e Francia sulla base delle prescrizioni dei local GAAP cinesi (PRC GAAP) vigenti al tempo (2005/2006); 2. Classificazione della Cina nell'ambito del modello classificatorio internazionale proposto da Nobes (2011) nell'ipotesi di appartenenza al gruppo Continental European attraverso tre tipologie di analisi statistiche multivariate (principal component analysis, multidimensional scaling e cluster analysis); 3. Classificazione della Cina sia nell'ambito di quanto proposto da Nobes (2011) che da un recente studio che ha riguardato anche gli altri paesi BRICS (Lourenco, et al., 2014) e che ha identificato l'emersione di un "Emerging Cluster". Per questo tipo di analisi sono state effettuate le stesse elaborazioni statistiche di cui al punto 2).
Although numerous studies have been carried out at a national and international level, there are very few that detail whether and to what extent criminological theories can yield insights useful for understanding the etiology of corruption. The article first identifies the criminological theories that seemingly possess better explanatory power in regard to corruption in the public sector, distinguishing between theories pertaining to a situational/mechanistic perspective and those related to a more historical/evolutionary one. The article then tests these criminological theories in 51 states of the world. It does so by tranforming these theories into measurable hypotheses with which to test a model where, in each country concerned, the dependent variable is represented by the percentage of firms expected to make informal payments to public officials to "get things done", while the independent variables are represented by: the perception of the legal system's certainty and impartiality and willingness to comply with the laws; the time that the entrepreneur spends with public officials on matters regarding the enterprise; government payments in exchange for goods and services; the percentage of firms that do not report all sales for tax purposes; and the percentage of firms with female participation in ownership. The results of the multiple linear regression between the dependent variable 'corruption' and the independent variables considered show that the model proposed is statistically significant (R square 0.246) and that the independent variable that has explanatory power is the one concerning tax evasion. This was identified as an expression of the differential association theory translated into the hypothesis that an increase in illegal conduct other than corruption by entrepreneurs leads to an increase in corruption itself. ; Nonostante i numerosi studi a livello nazionale e internazionale, rari sono quelli che approfondiscono se ed in che termini le teorie criminologiche possano fornire spunti utili per comprendere l'eziologia della corruzione. Dopo aver individuato le teorie criminologiche che paiono avere migliore portata esplicativa della corruzione nella pubblica amministrazione, distinguendo tra teorie appartenenti ad una prospettiva situazionale/meccanicistica e teorie legate ad una prospettiva maggiormente storico/evolutiva, questo articolo procede ad un loro test empirico in 51 stati del mondo. Le teorie criminologiche sono trasformate in ipotesi misurabili per testare un modello in cui, in ogni paese considerato, la variabile dipendente è rappresentata dalla percentuale di imprese sul totale di quelle presenti che ha dichiarato di avere effettuato pagamenti corruttivi a favore di pubblici ufficiali e le variabili indipendenti, invece, sono rappresentate da: la percezione della certezza ed imparzialità del sistema giuridico e propensione all'osservanza delle leggi; il tempo che l'imprenditore trascorre con pubblici ufficiali per questioni attinenti l'impresa; le spese effettuate dalla pubblica amministrazione per l'approvvigionamento di beni e servizi; la percentuale di imprese che non riporta tutte le vendite al fine di evadere il fisco; la percentuale di imprese con ownership femminile. I risultati della regressione lineare multipla tra la variabile dipendente corruzione e le variabili indipendenti considerate evidenziano come il modello proposto sia staticamente significativo (R quadrato 0,246) e che la variabile indipendente che ha potere esplicativo è l'evasione fiscale, identificata come espressione della teoria delle associazioni differenziali, tradotta nell'ipotesi secondo cui l'aumentare di comportamenti imprenditoriali illeciti diversi dalla corruzione determinerebbe un aumento della corruzione stessa.
Le recenti evoluzioni e rivoluzioni nello scenario socio–politico europeo, la crisi economica vissuta oramai da qualche tempo a livello internazionale, i nuovi venti di guerra e i quotidiani allarmi terroristici che scuotono i confini e il cuore del Vecchio Continente hanno portato l'Unione europea, i suoi cittadini e i suoi Stati membri a confrontarsi, oggi ancor di più rispetto a prima, con un fenomeno migratorio interno ed esterno senza precedenti. Ciò è da attribuirsi in primis alla crescente mobilità dei cittadini degli Stati membri che, nell'esercizio delle loro libertà fondamentali, decidono con frequenza sempre crescente di trasferirsi, a titolo definitivo o temporaneo, in altri Stati, europei e non, in cerca di opportunità lavorative, di studio o per ragioni sentimentali, familiari e personali. Il secondo fattore, per numero e rilevanza, riguarda il costante flusso migratorio che annualmente spinge in Europa più di un milione di immigrati per motivi di studio, lavoro o di famiglia, i quali di frequente finiscono con lo stabilirsi in maniera definitiva in uno Stato membro e ivi formarvi una famiglia. A questi si aggiungono, poi, un numero drammaticamente crescente di richiedenti asilo, in fuga da conflitti armati, persecuzioni, genocidi, disastri umanitari e guerre etnico-religiose, che si riversano sulle sponde europee nella speranza di un futuro nuovo e migliore. Questa nuova Europa, rectius Unione, è pertanto inesorabilmente destinata a diventare sempre più multietnica, plurireligiosa e multiculturale, miscela e palcoscenico di confronto (se non di potenziale scontro) tra popoli e tradizioni eterogenei, religioni e usanze distanti, consuetudini e costumi giuridici e sociali tanto diversificati tra loro. Dinnanzi alla conseguente diffusione di una pluralità di modelli e istituti di diritto familiare e successorio, più o meno distanti rispetto a quelli tradizionali e nazionali, al crescente numero di controversie transfrontaliere, e a un contesto normativo e giurisprudenziale in perenne evoluzione e mutamento, i rimedi offerti dai sistemi nazionali di diritto internazionale privato si sono rivelati aimè inadeguati; ciò a causa dell'incerta ed eterogenea determinazione della competenza giurisdizionale e individuazione della legge applicabile alle singole controversie transnazionali, nonché delle barriere frapposte all'automatico e/o semplificato procedimento volto al riconoscimento e/o all'esecuzione di provvedimenti giudiziali, atti pubblici e transazioni in materia familiare e successoria formati oltre confine. Degna di riflessione appare la circostanza, niente affatto casuale, che l'interessamento del Legislatore europeo verso la materia familiare e successoria sia coinciso temporalmente con la più grande crisi economica dal dopo guerra. Forse, come sottolineato da eminenti studiosi, è stata proprio quest'ultima a determinare il superamento degli ostracismi nazionali e a favorire la confluenza della volontà degli Stati membri, o almeno di una maggioranza di essi, verso la necessaria corroborazione degli strumenti di tutela transnazionale e di cooperazione inter-giudiziale. La presa di coscienza da parte degli Stati dell'Unione e la conseguente percezione dell'urgente necessità di trovare una risposta unica e comune a tali problematiche ha portato, negli ultimi tre lustri, alla creazione e al rafforzamento di strumenti internazional-privatistici e di cooperazione volti, in primis, a garantire il mutuo riconoscimento delle decisioni giudiziali nei principali settori del diritto successorio e di famiglia – tra cui filiazione, allentamento e/o scioglimento del vincolo matrimoniale, regimi patrimoniali, obbligazioni alimentari e responsabilità genitoriale – e, in secundis, alla determinazione della competenza giurisdizionale e della legge applicabile alle controversie transfrontaliere attraverso criteri predeterminati e condivisi, tra i quali assumono una posizione apicale l'autonoma scelta delle parti e il criterio dinamico della residenza abituale. Tale rinnovato processo normativo è stato caratterizzato dall'abbandono dell'allora tradizionale strumento intergovernativo del trattato, un tempo necessario a causa della mancanza di competenza della Comunità e subordinato all'adesione e alla ratifica da parte dei singoli Stati partecipanti, in favore del crescente e privilegiato ricorso allo strumento del regolamento comunitario, la cui adozione in ambito familiare è stata resa possibile grazie alla nuova base giuridica offerta dall'art. 81 TFUE. Tali regolamenti, in determinati casi, si sono affiancati a previgenti convenzioni di diritto internazionale privato, complementandone il dettato normativo, mentre, in altri, hanno inciso per la prima volta, in maniera più o meno mediata, su materie e istituti considerati tradizionalmente prerogativa esclusiva del Legislatore nazionale. Tra questi si annoverano il regolamento c.d. di Bruxelles II bis, che introduce norme uniformi in tema di competenza giurisdizionale, riconoscimento ed esecuzione delle decisioni in materia matrimoniale e di responsabilità genitoriale; il regolamento n°1259/2010, adottato attraverso il necessario e inedito ricorso alla cooperazione rafforzata, avente il fine di assicurare l'individuazione rapida e intuitiva e la scelta da parte dei coniugi della legge applicabile a procedimenti di allentamento e scioglimento del vincolo matrimoniale; il regolamento n°4/09, relativo alla competenza, alla legge applicabile, al riconoscimento e all'esecuzione delle decisioni e alla cooperazione in materia di obbligazioni alimentari; le due proposte di regolamento in tema di regime patrimoniale dei coniugi e di effetti patrimoniali delle unioni registrate, la cui adozione tuttavia si è rivelata ad oggi impossibile a causa del mancato raggiungimento del necessario e unanime consenso degli Stati membri; nonché, incidenter tantum, il regolamento n°650/2012, in tema di legge applicabile, riconoscimento ed esecuzione degli atti successori, l'unico per la cui adozione è stato possibile ricorrere alla base normativa dell'art. 81, par. 2 TFUE, aggirando in tal modo l'ostacolo del requisito dell'unanimità. Il presente lavoro tenta dunque di analizzare il quadro normativo attuale di diritto internazionale privato dell'Unione europea, offrendo un'analisi comparatistica, sistemica, teleologica e testuale delle discipline dettate dai suddetti regolamenti internazional-privatistici di famiglia dell'Unione, al fine di individuare e valutare l'esistenza e l'efficacia di scelte diffuse e coerenti adottate dal Legislatore in tema di competenza giurisdizionale, esecuzione, riconoscimento e legge applicabile e di interrogarsi conseguentemente sulla possibile, e forsanche già avvenuta, nascita di un diritto di famiglia europeo e/o di un unico e unitario sistema di diritto internazionale privato di famiglia dell'Unione europea. Ampio spazio è altresì dedicato all'analisi permeante della giurisprudenza, spesso creativa, delle corti europee e, in misura minore, dei tribunali nazionali, nell'interpretazione e applicazione dei regolamenti in oggetto. L'eterogenea posizione assunta da operatori e teorici del diritto circa l'opportunità e le concrete modalità attraverso cui regolamentare sistematicamente e uniformemente il diritto internazionale di famiglia in seno all'Unione rendono l'oggetto della presente ricerca il terreno di una delle sfide più affascinanti sul quale gli ordinamenti nazionali e il Legislatore europeo sono chiamati oggi a confrontarsi. Il successo, o fallimento, dipenderà dal modo in cui questa Unione sarà in grado di affrontare molteplici e nuove sfide non più legate a questioni attinenti esclusivamente al funzionamento del Mercato interno, bensì all'organismo embrionale su cui ogni società si fonda e in cui i singoli individui trovano rifugio in tempi di crisi: la famiglia. Da ultimo, il presente lavoro è arricchito da un Annex, redatto in lingua inglese, avente ad oggetto la disamina della disciplina europea della c.d. International Child Abduction, basata su un'analisi del dettato normativo vigente e del rapporto di complementarietà intercorrente tra la Convenzione dell'Aja del 1980 sulla sottrazione internazionale dei minori e il regolamento n°2201/03, nonché su un'indagine critica sulle origini, i motivi e le conseguenze della frattura, ancorché parzialmente ricomposta, verificatasi nella giurisprudenza delle Corti europee.
La ricerca si è posta come obiettivo quello di incrementare la conoscenza di base sulla carriera del giocatore d'azzardo – tradizionale e online – nel contesto nazionale al fine di formulare "indirizzi di spendibilità" rivolti ai servizi che si occupano di ludopatia. L'analisi delle carriere di gioco è suddivisa per aree tematiche: i dati socio-anagrafici e occupazionali; le modalità di fruizione e i luoghi del gioco; i significati personali del gioco e della condizione di dipendenza; la prossimità con gli ambienti devianti e la vittimizzazione familiare; il rapporto con i servizi di recupero. L'ipotesi di fondo rimanda all'idea che la ricognizione delle carriere di gioco inserite nelle specificità della realtà territoriale e del tessuto sociale nazionale sia indispensabile per i servizi assistenziali che devono sostenere e sviluppare interventi socio-sanitari nell'area dell'azzardo anche laddove vi sia un'utenza sommersa e, soprattutto, coerenti con il complesso quadro societario. Tre step metodologici sono considerati nella costruzione di una grande banca dati sulla correlazione tra "gioco d'azzardo", "giocatori d'azzardo" e "ambiente di riferimento". La ricerca utilizza come metodo le interviste semi-strutturate. Il materiale raccolto è stato oggetto di un confronto rispetto ai risultati delle ricerche svolte a livello nazionale e internazionale sul tema. Nelle conclusioni, infine, sono suggerite alcune linee di indirizzo per far fronte alle criticità delle politiche e degli interventi socio-sanitari nell'area dell'azzardo. Più precisamente, è proposto un modello correlazione di intervento per le ludopatie che si fonda su strategie di controllo orientate alla collettività e, d'altro canto, include interventi rivolti ai servizi e al singolo. Per la riprogettazione dei servizi è stato altresì avanzato un "modello di intervento" sviluppato in collaborazione con il Ser.T. di Forlì (la "clinica virtuale" per il gioco d'azzardo). ; The aim of this empirical study is to increase the knowledge base on gamblers' careers - traditional and online - including the "factors" influencing gambling behavior, the "trends for gambling behavior", the "gamblers relational scheme", and "the sociological and criminological implications of gambling". The study also examines the service units treating gambling disorders, analyzing social and healthcare-related measures and policies in the field of gambling, that can affect the way people cope with, or control their gambling compulsions. Three methodological steps are considered in building a large databank on the correlation between "gambling", "gamblers," and "environment of reference". The research uses semi-structured interviews, which will prove invaluable in collecting personal knowledge and characteristics related to factors commonly associated with the gambler's career and on the various social aspects that characterize gambling. The study intends to add an additional important qualitative dimension to current research in the area. a) examines the service units treating gambling disorders, analyzing social and healthcare-related measures and policies in the field of gambling, that can affect the way people cope with, or control their gambling compulsions.
Dal XII al XIII secolo nel Sud della Francia le città si diedero un'organizzazione comunale quasi del tutto autonoma ed espressero magistrature urbane in buona misura comparabili con quelle che nate in Italia alla fine dell'XI secolo. Contemporaneamente gli elementi economicamente più attivi delle loro società cittadine (diverse ma al medesimo tempo simile a quelle dell'Italia centro settentrionale), allacciarono legami stretti e frequenti con i mercanti e gli uomini d'affari della penisola. Fu attraverso le relazioni commerciali che si determinò nel Midi lo sviluppo di determinati organismi istituzionali e si ebbe la diffusione di modelli culturali e giuridici di provenienza italiana? Si possono valutare i modi e i tempi di questa influenza? In quale misura il Sud sviluppò e cambiò le esperienze politiche mutuate dall'esterno? Questo testo, lungi dal rispondere a queste domande assai complesse, vorrebbe cercare di definire i limiti della nostra conoscenza attuale sul tema in questione e presentare le prospettive degli studi, seguendo la traccia di lavori antichi e recenti.
Lo scambio automatico di informazioni è sostenuto dalla comunità internazionale quale modalità principale in grado di assicurare efficacia alla lotta contro l'evasione fiscale. L'OCSE, su mandato del G20, e a seguito dell'introduzione da parte della disciplina FATCA è stata incaricata di redigere un modello di comunicazione da utilizzare a livello mondiale per l'invio delle informazioni di carattere finanziario. In ambito europeo, la previgente direttiva 77/799 è stata abrogata per rendere obbligatorio lo scambio automatico di informazioni relativamente a determinate categorie reddituali. Tale direttiva è stata progressivamente ampliata nel suo ambito di applicazione fino a ricomprendere oltre allo scambio di dati finanziari anche lo scambio di ruling, delle informazioni delle multinazionali e delle informazioni sulla ricerca del beneficiario effettivo così come rileva nella disciplina antiriciclaggio. Il quadro giuridico si è progressivamente arricchito e modificato di nuovi strumenti normativi per i quali è necessario delimitarne l'ambito di applicazione. Definire lo scambio automatico di informazioni come nuovo standard internazionale non implica unicamente l'utilizzo di un modello di comunicazione comune. Occorre anche predisporre un sistema giuridico in grado di garantire la tutela del contribuente i cui dati fiscali e finanziari vengono scambiati in massa. Se da un lato quindi, le modalità di realizzazione dello standard in ambito comunitario e internazionale sono sempre più convergenti, attualmente il meccanismo di tutela dei contribuenti non risulta essere stato oggetto di valutazioni condivise, rimanendo sostanzialmente rimesso alle disposizioni interne, con conseguente mancanza di uniformità della tutela dei contribuenti. ; International Organizations, such as the OECD or G20 has been supporting the Automatic Exchange of Information in fiscal matters as a key factor in the fight against tax evasion and elusion. The OECD, on behalf of Ministers of Finance and Governors of the Central Banks, following the entry into force of FATCA legislation has implemented a Model of Communication for Financial Information, known as "Common Reporting Standard". At European level, the previous Directive n. 77/799 regarding administrative assistance in tax matters has been repealed in order to enlarge and include the mandatory automatic exchange of information as well as new other methods of cooperation. The new Directive has been amended five times so as to include not only exchange of financial information but also rulings, country by country reports, information on the beneficial owner deriving from the AML sector. The legal framework is so far complex and pronged in two levels: international and European. A legal protection of taxpayers' rights has to be guaranteed at both levels, but it does not seem so far to be standardized or jointly agreed between jurisdictions. It stems from this consideration that the taxpayers' protection is not standard but jeopardized according to domestic provisions.
L'importanza del settore manifatturiero meridionale poggia sull'attrattività internazionale dei suoi prodotti di eccellenza. Le filiere agroalimentare, abbigliamento-moda, automobilistica, aeronautica (le cosiddette 4A) e farmaceutica, in particolare, esprimono oltre il 40% del valore aggiunto manifatturiero dell'intera area, assumendo dunque grande rilievo per il peso sull'economia interna, per il contributo al sistema economico nazionale e internazionale, per l'elevato effetto indotto. L'analisi mostra inoltre che si tratta di settori particolarmente internazionalizzati e aperti anche a mercati al di fuori dell'Unione Europea. Il contributo si propone di indagare, pertanto, i punti di forza, quelli di debolezza e le potenzialità di queste filiere, che, pur non racchiudendo l'intero valore produttivo dell'area, rappresentano i settori maggiormente orientati ai mercati esteri e all'innovazione. Obiettivo finale è comprendere quali siano le prospettive per una migliore integrazione nelle catene del valore globali, condizione oramai indiscussa per acquisire maggiore competitività sui mercati internazionali. ; The importance of the southern manufacturing sector relies on the international attractiveness of its products of excellence. The aeronautic, agri-food, clothing-fashion, automotive and pharmaceutical sectors, in particular, express over 40% of the manufacturing value added in the area and assume therefore great importance both for the economic weight on the internal economy, and for the contribution to the national and international economic system, and for the high induced impact. The analysis also shows that these are internationalized sectors, also open to other markets outside the European Union. This contribution aims to investigate strengths, weaknesses and potentials of these chains, which, although not including the entire production value of the area, represent the sectors most oriented to foreign markets and innovation. The objective is to understand the perspectives for a better integration in global value chains that is a fundamental condition for gaining greater competitiveness on international markets.
La contiguità delle successioni con altre materie ad esse connesse porta a difficoltà nell'applicazione del regolamento (UE) 650/2012 e, specificamente, nell'esatta delimitazione del suo ambito di applicazione rispetto alle materie da questo escluse, così che si rende necessario indagare tali zone "di confine". La prima zona di confine che viene analizzata è quella del rapporto tra il regolamento e le altre convenzioni vigenti in materia successoria. La seconda delimita invece il campo di applicazione del regolamento da quello di altre materie, da questo escluse, che non siano state oggetto di armonizzazione. Tra queste, spiccano la natura dei diritti reali e le questioni disciplinate dalla legge applicabile alle società e ad altre persone giuridiche. La terza segna i limiti di applicazione del regolamento rispetto ad aree del diritto armonizzate, come per esempio le donazioni, le obbligazioni alimentari e i regimi patrimoniali tra coniugi e tra partner uniti civilmente. Alcune riflessioni a sé stanti merita inoltre il tema del rapporto tra il regolamento successioni e il regolamento (UE) 2015/848 sull'insolvenza transfrontaliera. L'analisi delle singole zone di confine permette di scorgere delle linee conduttrici, che portano ad alcune riflessioni conclusive. Si tratta, in primo luogo, di definire come le questioni non coperte dal regolamento, ma comunque indispensabili per regolare una successione, possano venire conosciute alla stregua di questioni preliminari, e quale sia il valore di queste in relazione al rilascio di un certificato successorio europeo. In secondo luogo, gli argomenti analizzati portano a ragionare della costruzione di una nozione di adattamento condivisa a livello di Unione Europea, nozione di cui il regolamento (UE) 650/2012 si dimostrerebbe il promotore. Né questa constatazione deve stupire, perché maggiori sono le interconnessioni tra ambiti attigui del diritto, più grande è anche la necessità di definire gli strumenti di risoluzione di antinomie applicative dovute a siffatte interconnessioni. ; The contiguity of successions with other related matters leads to difficulties in the application of Regulation (EU) 650/2012 and, specifically, in the exact delimitation of its scope with respect to matters excluded from it, so that it is necessary to investigate these "border" areas. The first border area analysed is that of the relationship between the Regulation and the other conventions in force in matters of succession. The second delimits the scope of application of the Regulation from that of other, excluded matters that have not been harmonised. These include the nature of rights in rem and questions governed by the law applicable to companies and other legal persons. The third one marks the limits of application of the Regulation with regard to harmonised areas of law, such as gifts, maintenance obligations and matrimonial and civil partnership property regimes. The topic of the relationship between the Succession Regulation and the Regulation (EU) 2015/848 on cross-border insolvency also merits separate consideration. The analysis of the individual border areas allows us to discern a number of guiding lines, which lead to some concluding reflections. Firstly, it must be understood how questions not covered by the Regulation, but nevertheless indispensable for settling a succession, can be known as preliminary questions, and what value these have in relation to the issuance of a European Certificate of Succession. Secondly, the arguments analysed lead to the question of the construction of a concept of adaptation shared at European Union level, a concept of which Regulation (EU) 650/2012 would prove to be the promoter. Nor does this appear surprising, since the greater are the interconnections between adjacent areas of law, the greater is the need to define the means of resolving application inconsistencies due to such interconnections. Translated with www.DeepL.com/Translator (free version)
The paper describes the origins and evolution of the organisation and the scientific activity of the Institute of International and Comparative Agricultural Law (IDAIC) of Florence, from 1922 to 2016. Therefore, it adopts a historic perspective. Its originality is due to the fact that it is unique: there are not any other publications on this topic. Indeed, it describes in very great detail the link between the IDAIC and the Italian Rivista di Diritto Agrario and the Italian and foreign scholars and researchers. After their studies at the IDAIC these researchers have maintained their professional relationship with the Institute and Italian agricultural law scholars and researchers. Moreover, the paper lists Congresses, publications and scientific research conducted by the IDAIC, which are described in great depth and also related to financial sources received for each research project (that, perhaps, may have been more appropriately omitted). ; L'articolo presenta l'organizzazione e il funzionamento dell'Istituto di diritto internazionale e comparato (IDAIC) di Firenze nell'arco di 95 anni. L'Istituto affonda le sue radici nel 1922, l'anno in cui Giangastone Bolla fondò la Rivista di diritto agrario, un forum di discussione su tematiche del diritto agrario, in particolare della sua autonomia. L'autore espone in modo molto dettagliato l'operato e i risultati conseguiti a vari livelli: cooperazione scientifica, sopratutto di stampo internazionale, organizzazione di conferenze e congressi, attività e viaggi di ricerca, pubblicazioni. Nel corso degli anni l'Istituto è diventato rinomato, non solo in Europa, come punto di riferimento di tutti gli studiosi di diritto agrario nel mondo, influenzandone lo sviluppo su tutti i continenti. La sua storia continua con la Sezione fiorentina di Diritto Agrario Internazionale e Comparato dell'Istituto romano di Studi giuridici internazionali. L'autore sostiene che la Sezione sia bene equipaggiata per arrivare al centesimo anno di edizione della Rivista di diritto agrario e anche per superarlo, nonché di tenere a disposizione la propria Biblioteca a coloro che vogliano studiare il diritto, l'economia, la storia, la politica dell'agricoltura. Perché, consapevole che è bene proiettarsi nel futuro con la ricchezza del passato, essa, come già l'IDAIC, sa lavorare sodo e sognare in grande. ; 20 ; 1 ; 185 ; 232 ; 9 ; Przegląd Prawa Rolnego
Dottorato di ricerca in Storia d'Europa: società, istituzioni e sistemi politici europei,19.-20. secolo ; La tesi ripercorre le vicende dell'associazionismo internazionale delle donne dalla sua nascita - negli anni Ottanta dell'Ottocento- fino alla vigilia del Secondo conflitto mondiale. In particolare, la ricerca si sofferma sulle tre maggiori organizzazioni l' International Women's Council, l'International Woman Alliance, la Women's International League for Peace and Freedom, sulle politiche da esse perseguite, sulle loro differenze e i loro conflitti. Una parte specifica è dedicata al caso italiano. Al centro vi è l'ipotesi dell'esistenza di una cultura politica prodotta dai movimenti delle donne ed intesa come espressione di un soggetto sociale e politico autonomo. Elaborata dalle generazioni femminili del mondo occidentale, appartenenti alle classi medie e medio-alte, per superare le asimmetrie nelle relazioni tra i sessi e costruire una diversa rappresentazione del femminile, questa cultura si è misurata con le grandi questioni che hanno attraversato la storia dei primi decenni del nuovo secolo: patriottismo e pacifismo di fronte alla prima guerra mondiale; organizzazione istituzionale di una convivenza pacifica tra gli anni Venti e gli anni Trenta; infine il confronto tra democrazia e totalitarismi nella crisi degli anni Trenta. Nel corso della tesi ne sono state delineate le caratteristiche, le continuità e i mutamenti intercorsi nei primi decenni del XX secolo, con un'attenzione particolare al rapporto tra democrazie e diritti delle donne, all'internazionalismo e transnazionalismo femminile, alle politiche di pace e al dilemma tra pacifismo assoluto e accettazione di una nuova guerra nel cuore dell'Europa in difesa della democrazia. Alla base del lavoro vi sono una serie di importanti corpus documentari consistenti per la maggior parte di fonti a stampa e di fonti archivistiche conservate nei principali archivi e biblioteche specializzate presenti in Europa e negli Stati Uniti. ; The thesis explores the history of the international women's associations from their birth - in the eighties of the Nineteenth- up on the eve of the Second World War. In particular, the research focuses on the three main international organizations: International Women's Council, International Woman Alliance, Women's International League for Peace and Freedom, their politics, conflicts, and differences. A specific part is devoted to the Italian case. The central hypothesis of the research is the existence of a political culture produced by the women's movements as the expression of an autonomous political and social subject. Developed by female generations in the Western world, belonging to middle and upper middle classes, to overcome the asymmetries in gender relations, this culture challenged the great issues that have permeated the history of the first decades of the century: patriotism and pacifism in the face of World War I; institutional organization of peaceful coexistence; the confrontation between democracy and totalitarianism in the crisis of the Thirties. The thesis outlines the features, the continuities and changes , with specific attention to the relationship between democracy and women's rights, internationalism and transnationalism, peace policies and the dilemma between absolute pacifism and acceptance of a new war in the heart of Europe in defence of democracy. The work is based on a rich body of sources held in the main archives and specialized libraries in Europe and the United States.
The invasion of Ukraine will change the economic and political scenarios. Together with the sanctions, it will accelerate the 'de-globalization' process already triggered by the 2008 financial crisis and the pandemic. In this paper, we analyze the effects that economic sanctions will have, in particular, on the international monetary system. In recent years, the dominance of the dollar as the default international currency has weakened albeit slowly. However, in the new scenario, alternative systems to SWIFT (particularly the Chinese one) will receive a strong boost as will the use of payments in currencies other than the dollar. As has already happened in other historical periods, the change in the dominant international currency is linked to epochal events and to a change in the technological paradigm: the war and the development of a digital currency in China and then in other countries could form the basis of this turning point. ; L'invasione dell'Ucraina cambierà profondamente gli scenari economici e politici. Assieme alle sanzioni, accelererà il processo di 'de-globalizzazione' innescato dalla crisi finanziaria del 2008 e dalla pandemia. In questo lavoro analizziamo gli effetti che le sanzioni avranno su questi processi, in particolare sul sistema monetario internazionale. Negli ultimi anni il dominio del dollaro come valuta dei pagamenti internazionali è declinato ma lentamente, e i tentativi soprattutto della Cina e della Russia di emarginarlo non hanno avuto grande successo. Tuttavia, nel nuovo scenario i sistemi alternativi a SWIFT, particolarmente quello cinese, riceveranno un forte impulso così come l'utilizzo di pagamenti in valute diverse dal dollaro. Come già successo in altre epoche storiche, il cambiamento della valuta di riferimento degli scambi internazionali è legato a eventi epocali e a un cambio di paradigma tecnologico: la guerra e la valuta digitale cinese e poi di altri paesi potrebbero costituire le basi di questa svolta.
Der weltweite Zugang zum Internet bringt ein neues Problem mit sich: den Wissensklau , der sich u.a. in Form von Plagiaten bei wissenschaftlichen Arbeiten beobachten lässt. Wie gross ist dieses Problem überhaupt? Und mit welchen Massnahmen kann man sich dagegen schützen? Diese Fragen werden in diesem Band von Fachleuten aus Deutschland, Österreich, Italien und der Schweiz diskutiert. Zur Sprache kommen dabei verschiedene Plagiatspräventionsmassnahmen, zu denen die Vermittlung von Informationskompetenz in der universitären und voruniversitären Ausbildung gehört, aber auch der Einsatz von Plagiatserkennungssoftware sowie repressive Massnahmen (Sanktionen).
Stability is defined as an international system with the same distribution of power for a long period of time. World order is defined as a governance anchored to the promotion of four steady values (the units of measurement) in each arena of international relations: democracy (political), market (economic), peace (military), national self-determination leading to single-nation states (cultural). Multipolar and bipolar systems were stable, but disordered, as values promoted by the main powers were not steady. Change periods were/ are unstable: from 1915 to 1945 and after 1989. In the 1990s there was an attempt to consolidate both order and stability, through the concert of powers; as pluri-national states prevailed after 1989, it was only a 'near order'. Since 2001, there has been neither stability (both unipolarism and multipolarism failed), nor order, as the promotion of those values has been weakened by the West (especially by Obama and Trump) because of the objections of Islamic fundamentalist groups (and in part by China, Russia, Venezuela). A "disordered stability" and the return to the conservative diplomacies of 'real-politik' (with the West promoting 'lesser evil' authoritarian regimes and waging wars to fight Islamic fundamentalism) has not re-emerged yet. The Usa are not a great power anymore, as both Obama and Trump were/are shy and uncertain in foreign policy. An "unstable order" would be anchored to the promotion of single-nation (only Shiite or only Sunni, Palestinian, Kurd) states. ; La stabilità di un sistema internazionale è collegata alla stessa distribuzione del potere per un lungo periodo di tempo. L'ordine mondiale può essere definito come quella forma di governance che viene ancorata alla promozione di alcuni valori costanti (le unità di misura) in ogni arena delle relazioni internazionali: democrazia (politica), mercato (economica), pace (militare) e auto-determinazione nazionale che porta a stati mono-nazionali (culturale). I sistemi multipolari e bipolari sono stati stabili, ma disordinati, perché i valori promossi dalle maggiori potenze non erano costanti. I periodi di cambiamento sono di solito instabili: dal 1915 al 1945 e dopo l'89. Negli anni '90 c'è stato un tentativo di consolidare sia l'ordine che la stabilità, attraverso il concerto delle potenze, ma siccome gli stati pluri-nazionali hanno prevalso, c'è stato solo un ordine "zoppo". Dopo il 2001, non c'è stata né stabilità perché sia l'unipolarismo che il multipolarismo sono falliti, né ordine, perché l'Occidente (soprattutto con Obama e Trump) ha indebolito la promozione di quei tre valori di fronte alle obiezioni dei gruppi islamici fondamentalisti, e (in parte) di Cina, Russia, Venezuela. Non è ancora riemersa una "stabilità disordinata" e il ritorno alle diplomazie conservatrici della real-politik, con l'Occidente che promuove regimi autoritari considerati "mali minori" e che scatena guerre per combattere i fondamentalisti islamici. Gli Usa non sono più una grande potenza, a causa della politica estera timida e incerta di Obama e Trump. Un "ordine instabile" sarebbe collegato alla promozione di stati mono-nazionali: uno palestinese, uno curdo, ed entità con cittadini solo sciiti o solo sunniti.