Il principale obiettivo della tesi è dimostrare come la connessione tra i differenti livelli giuridici che riguardano le relazioni tra Stati membri dell'UE richieda un'interpretazione sistematica delle convenzioni contro le doppie imposizioni intracomunitarie, ed in particolare richieda l'applicazione della clausola della nazione più favorita. ; The main goal of this thesis is to demonstrate how the connections between different juridical levels in the relationship between Member States of the European Union requires a systematic interpretation of the intra-EU double tax conventions, in particular the obligation of the most-favoured-nation treatment. The starting point is a dualistic interpretation of the non-discrimination principle; considered both as an obligation of equal treatment on the national level and an application of the most-favoured-nation clause. These principles are investigated in the context of intra-EU relationships and furthermore in the light of the main objective of the EU, i.e. to build an Internal Market. The analysis of the above-mentioned principle is considered in relation to the network of intra-EU double tax conventions, which are inspired by reciprocity due to their bilateral nature and other legal levels which operate in such context, namely the EU and the WTO. In fact, the exclusion of the direct taxation from the competences of the EU and, consequently, exclusive competence that the EU Member States have to negotiate and sign double tax conventions, cannot give to them the opportunity to provide every kind of rules. In particular, according to the CJEU case law, EU Member States must comply, on one side, with EU law and especially with the four market freedoms that cannot be restricted by international bilateral agreements based on reciprocity and, on the other side, with international obligations derived from the WTO (whose parties are EU Member States and the EU too). By contextualizing intra-EU double tax conventions in a EU internal market law-logic, this thesis has demonstrated that the existence of a most-favoured-nation clause enforceable to the provisions of such double tax conventions is the obvious consequence of a systematic EU interpretation.
This article contains a review of the literature dealing with the attitudes ofemployers that need to hire an employee with disabilities within their organizations.The articles were selected using some databases (such as ERIC and Psych-Lit) through the introduction of several keywords: "attitudes of employers","employees with disabilities" combined with the terms "recruitmentprocess", "reasonable accommodation" and "supported employment". Wesubsequently restricted the period of the researches between 2000 and2014. The main results were synthesized around some broad categories:personal characteristics of employers (perceptions about the legislation,emotional reactions, obstacles and concerns), characteristics of the organization(type of the activity and methods of recruitment) and characteristicsof the worker (physical, intellectual or acquired disabilities). ; L'articolo racchiude la revisione della letteratura che tratta degli atteggiamentidei datori di lavoro che devono assumere un dipendente con disabilitàall'interno delle loro organizzazioni.Gli articoli sono stati selezionati all'interno di alcuni database (come ERIC ePsychLit) attraverso l'introduzione di diverse parole chiave: "atteggiamentidei datori di lavoro", "dipendenti con disabilità" combinate con i termini"processo d'assunzione", "accomodamento ragionevole" e "supported employment".Successivamente è stato ristretto l'arco temporale al periodo ditempo compreso tra l'anno 2000 e il 2014. I principali risultati della revisionesono stati sintetizzati attorno ad alcune grandi categorie: caratteristichepersonali dei datori di lavoro (percezioni circa la normativa, reazioni emotive,ostacoli e preoccupazioni), caratteristiche dell'organizzazione (tipologiadi organizzazione e modalità di reclutamento) e caratteristiche del lavoratore(disabilità di tipo fisico, intellettivo o acquisita).
I progetti di waterfront si stanno sviluppando in tutto il mondo per la deindustrializzazione e i cambiamenti nelle tecnologie dei trasporti marittimi. La circolazione delle informazioni, unita alle necessità di marketing hanno contribuito ad affermare un modello internazionale provocando la tentazione in quelli che arrivano dopo di imitare soluzioni di successo belle pronte.Non volendo seguire questa tendenza, nel caso di Castellammare di Stabia, il gruppo di ricerca da me coordinato, perseguì lo scopo di evitare i pregiudizi e cercare le proposte per la trasformazione nella situazione locale.Per raggiungere questo obiettivo si sono seguiti i seguenti percorsi: 1) la storia urbana, per comprendere come la città attuale è il prodotto degli sforzi di una comunità nei tempi lunghi; 2) le cause delle crisi e le politiche pubbliche attuate per affrontare i problemi; 3) l'analisi delle potenzialità e delle difficoltà dell'ambiente locale in un processo di pianificazione strategica.Nella prima parte dell'articolo si sottolineano i maggiori eventi che hanno determinato la organizzazione spaziale del sito, identificando una struttura territoriale, in contrasto con un processo di cambiamento. La seconda parte discute l'efficacia di una politica basta su progetti isolati, rivendicando la necessità di un piano strategico complessivo. La sua visione assume la cornice delle buone pratiche, ma si radica localmente. L'esperienza di pianificazione di Castellammare può contribuire alla definizione di una metodologia rivolta alla difesa ed allo sviluppo dell'identità locale. ; Waterfront development is spreading all over the world due to the deindustrialization and changes in sheep transportation technologies. Information circulation joined to marketing had established an international model tempting followers to imitate a ready-made success solution.Reacting to this trend, in the Castellammare di Stabia case, a research group I coordinated, pursued the aim to escape prejudices and find proposals of change in the local situation.To reach this objective the following tracks are developed: 1) urban history, to understand how the present city is the product of the efforts of a community during a long period of time; 2) crisis causes, and policies implemented to face problems; 3) an analysis of strength and weakness in the local environment in a process of strategic planning.In the first part of the paper the main events determining the spatial organization of the site are highlighted, identifying a territorial structure, in contrast with a process of change. The second part discusses the effectiveness of a policy based on isolated project, advocating the need of a comprehensive strategic plan. Its vision has a framework in good practice, but has to be locally grounded. The Castellammare planning exercise may contribute to the definition of a methodology aimed to the recover and development of the local identity.
Contiene: La legge dell'emigrazione italiana. L'igiene dei piroscafi che trasportano gli emigranti / Felici Santini ; discussion Fernández-Caro, Magalhàes .-- Págs. 324-343 .-- Deuxième partie - Comptes rendus des séances
Anche se le regolazioni sul commercio dei prodotti agricoli si sono evoluti dagli obiettivi di piena liberalizzazione perseguiti per il commercio dei prodotti industriali, le regole del GATT sono state applicate fin dall'inizio. L'autore dell'articolo ricostruisce il quadro normativo delle fonti internazionali, con particolare attenzione all'Accordo SPS (sulle misure sanitarie e fitosanitarie), all'Accordo TBT (sulle barriere tecniche al commercio), e all'Accordo TRIPs (Trade Related Intellectual Property Rights; Accordo sugli aspetti commerciali dei diritti di proprietà intellettuale). La seconda parte dello studio approfondisce il tema del commercio e dell'informazione a garanzia del diritto internazionale umanitario, partendo da un esame del caso del vino israeliano e dalla motivazione della sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea (C-368/18). Da quando l'OMC è stata istituita sono avvenuti molti cambiamenti, ma soprattutto c'è stata un'inversione di rotta da parte dei Paesi industrializzati che hanno scelto di stimolare accordi commerciali bilaterali rispetto al sistema multilaterale, minando così l'importanza delle regole dell'OMC. La novità più significativa di questa evoluzione è che tali accordi bilaterali non sono più da considerare come ulteriori sviluppi nella costruzione del sistema multilaterale, ma sono spesso diventati dei veri e propri ostacoli alla ricostruzione. Per l'autore, sono proprio le regole del commercio internazionale stabilite con l'OMC a offrire le migliori garanzie di fronte alla crescita degli scambi e alla conquista sempre più crescente di quote significative del mercato mondiale da parte dei Paesi più aggressivi. Le crisi economiche degli ultimi anni e, soprattutto, i recenti sconvolgimenti dei mercati internazionali a seguito della pandemia hanno mostrato la necessità di rinnovare l'agenda globale, legando indissolubilmente la circolazione delle merci (soprattutto agricole) ad ulteriori obiettivi che non possono prescindere dal cambiamento climatico, dalla lotta all'inquinamento e dalla soluzione dei problemi ambientali che sono diventati temi da considerare come tasselli di un unico grande mosaico. Questi obiettivi richiederebbero un rilancio del multilateralismo e confermerebbero l'importanza di trovare un anello comune all'interno dell'OMC. ; Mimo że regulacje dotyczące handlu produktami rolnymi są wynikiem procesu liberalizacji handlu produktami przemysłowymi, to w przypadku produktów rolnych od początku stosowane były zasady GATT. W artykule dokonano rekonstrukcji ram regulacyjnych źródeł międzynarodowych, ze szczególnym uwzględnieniem porozumienia SPS (środki sanitarne i fitosanitarne), porozumienia TBT (bariery techniczne w handlu) i porozumienia TRIPs (prawa własności intelektualnej związane z handlem). Następnie przedstawiono zagadnienia handlu i informacji gwarantujących międzynarodowe prawo humanitarne, w tym analizę sprawy izraelskiego wina i uzasadnienia wyroku Trybunału Sprawiedliwości Unii Europejskiej (C-368/18). Od czasu utworzenia WTO zaszło wiele zmian, przede wszystkim zmiana orientacji w krajach najbardziej uprzemysłowionych, które zdecydowały się na zawieranie dwustronnych umów handlowych zamiast wielostronnych, podważając tym samym sens przepisów WTO. Uważa się bowiem, że porozumienia dwustronne nie przyczyniają się już do rozwoju systemu wielostronnego, ale często stoją mu na przeszkodzie. Według autora zasady handlu międzynarodowego ustanowione w ramach WTO mogą stanowić najlepszą gwarancję wobec rozwoju handlu i zdobywania coraz większych udziałów w rynku światowym przez najbardziej ekspansywne kraje. Kryzysy gospodarcze ostatnich lat, a zwłaszcza wstrząsy na rynkach międzynarodowych spowodowane pandemią, pokazały, że konieczny jest powrót do globalnego programu działań, łączący przepływ towarów (zwłaszcza rolnych) z innymi celami, których osiągnięcie powiązane jest ze zmianami klimatycznymi, walką z zanieczyszczeniem i rozwiązaniem problemów środowiskowych, gdyż są to elementy jednej całości. Wymagałoby to jednak postępowania zgodnie z zasadami multilateralizmu i znalezienia wspólnego mianownika w ramach WTO. ; Even though the regulation on the trading in agricultural products has evolved from the objectives of full liberalisation pursued for the trade in industrial products, the GATT rules have been applied to agricultural products from the very outset. The author of this article reconstructs the regulatory framework of international sources, with particular attention to the SPS Agreement (the Sanitary and PhytoSanitary measures), the TBT Agreement (the Technical Barriers to Trade), and the TRIPs Agreement (Trade Related Intellectual Property Rights). The second part of the essay delves into the issue of trade and information to guarantee international humanitarian law, starting from the examination of the Israeli wine case and the reasoning of the Court of Justice of the European Union in its judgment (C-368/18). Since the establishment of the WTO, many changes have taken place, but above all there has been a reversal of direction by the most industrialized countries that have chosen to stimulate bilateral trade treaties over the multilateral system, thus undermining the importance of the WTO rules. The most significant novelty of this evolution is that such bilateral agreements are no longer to be considered as further developments in the construction of the multilateral system, but have often become real obstacles to this reconstruction. For the author, it is precisely those rules of international trade established with the WTO that can offer the best guarantees in the face of trade growth and the ever-increasing conquest of significant shares of the world market by the most aggressive countries. The economic crises of the recent years and, above all, the recent upheaval in international markets following the pandemic have shown the need to renew the global agenda, indissolubly linking the movement of goods (especially agricultural goods) to further objectives that cannot be separated from climate change, the fight against pollution and the solution to environmental problems which have become issues to be considered as pieces of a single large mosaic. These objectives would require a relaunch of multilateralism and confirm the importance of finding a common link within the WTO.
Negli ultimi anni, la condivisione online di immagini e video in tempo reale durante le manifestazioni di protesta politica è diventata una prassi abituale. Tuttavia, in Togo, nel 2017, per ben due volte, a seguito dell'emergere di alcune proteste di massa in cui si rivendicava a gran voce una riforma della Costituzione, il governo locale dispose un blocco della rete internet a livello nazionale, precludendo ai cittadini togolesi l'accesso alla rete in tutte le sue forme ed impedendo pertanto anche l'utilizzo di quelle applicazioni di messaggistica istantanea che consentiva ai manifestanti di diffondere e comunicare agli altri cittadini e agli organi della stampa quello che stava accadendo nel Paese. In un contesto simile, Amnesty International Togo, congiuntamente ad altre sei organizzazioni non governative e ad una giornalista locale, ha presentato un ricorso davanti alla Corte di giustizia della Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale lamentando una violazione del diritto alla libertà di espressione a suo dire derivante dall''internet shutdown' imposto dalle autorità governative togolesi durante le proteste. Il 25 giugno 2020, con un'importante sentenza, la Corte dell'ECOWAS ha statuito che gli 'internet shutdown' verificatisi in Togo nel 2017 costituivano una violazione del diritto alla libertà di espressione delle ricorrenti e che l'accesso ad internet era un diritto 'derivato' meritevole di tutela. Alla luce dei sempre più frequenti blocchi di internet che negli ultimi anni hanno interessato il continente nero, la presente nota intende brevemente dare atto di tale pronuncia ricostruendone l'iter argomentativo e inquadrandone l'esito all'interno della più recente prassi giurisprudenziale africana in materia di 'internet shutdown'.
This research presents a data set of the terrorist attacks that took place in Western countries between 11th September 2001 and 31st December 2016. The study begins by addressing both the conceptual problem of the definition of terrorism and its political significance, and the historical origins of Islamic or jihadist ter¬rorism. The data set used here is based on the University of Maryland's Global Terrorism Database, which has been integrated and extended using journalistic sources, scientific journals, and governmental and in¬stitutional websites. The general and specific traits of the terrorist phenomenon are investigated through multidimensional analysis of the data (AMD) and the analysis of their main components (ACP). The analysis throws into relief both the variety of the terrorist attacks and of the terrorist organizations involved, and in particular, how the modus operandi of the cells linked to Al-Qaida differ compared to those attached to other subjects or groups. ; Questa ricerca presenta una banca dati degli attacchi terroristici che hanno avuto luogo nei paesi occidentali dall'11 settembre 2001 al 31 dicembre 2016. Inizialmente, si affrontano il problema concettuale della definizione di terrorismo e del suo significato politico, nonché delle origini storiche del terrorismo islamico o jihadista. Il data-set qui impiegato è basato sul Global Terrorism Database dell'Università del Maryland, che è stato integrato ed esteso ricorrendo a fonti giornalistiche, riviste scientifiche, siti Web governativi e istituzionali. Attraverso l'analisi multidimensionale dei dati (AMD) e l'analisi dei loro componenti principali (ACP), vengono studiati i tratti generali e peculiari del fenomeno terroristico. L'analisi evidenzia la varietà degli attacchi terroristici e delle organizzazioni terroristiche. In particolare, sottolineiamo il diverso modus operandi delle cellule legate ad Al Qaida rispetto a quelle associate ad altri soggetti o gruppi.
La ricerca si colloca all'interno di un complesso intervento di cooperazione internazionale realizzato in El Salvador tra il 2009 e il 2014. Il Progetto di cooperazione è stato promosso dal Dipartimento di Scienze dell'Educazione dell'Università di Bologna e finanziato dalla Cooperazione Italiana. L'esperienza studiata rappresenta un esempio di promozione dell'inclusione nei sistemi scolastici di Paesi del Sud del mondo e si propone due obiettivi: 1) analizzare il processo di cambiamento della prospettiva di intervento promossa dalla cooperazione internazionale, evidenziando la dimensione educativa che sostiene processi di empowerment e ownership delle istituzioni locali; 2) contribuire al dibattito sull' "inclusive education", sostenendo processi di inclusione scolastica e sociale rivolti a tutti coloro che si trovano in situazione di svantaggio psico-fisico e/o socio-culturale. Le politiche locali del Ministero dell'Educazione dal 2009 hanno promosso un modello educativo con l'obiettivo di garantire il diritto all'educazione per tutti nella scuola pubblica. Lo studio costituisce un'indagine di tipo valutativo sul processo di sviluppo della scuola inclusiva in El Salvador, supportato dall'intervento di cooperazione internazionale. La ricerca utilizza in modo integrato strumenti di natura quantitativa (questionari) e qualitativa (interviste). Dai dati raccolti emerge come il processo di cooperazione sia stato caratterizzato dal principio della pari dignità tra esperti internazionali e autorità politiche e tecniche locali. Inoltre, la ricerca ha consentito di verificare come la cultura dell'inclusione si sia radicata in modo diffuso nella percezione della missione della scuola e il suo ruolo tra i protagonisti del sistema scolastico. Alla luce dei risultati, appare fondamentale continuare a investire sulla formazione tecnica delle figure chiave del sistema educativo; facilitare il processo di inclusione dei disabili nelle scuole regolari con una parallela trasformazione delle scuole speciali in centri di supporto all'integrazione; promuovere una sinergia di azione formativa tra il ministero, mondo accademico e della formazione professionale. ; The research is part of a complex intervention of international cooperation implemented in El Salvador between 2009 and 2014. The project was promoted by the Department of Educational Sciences of the University of Bologna and funded by the Italian Cooperation. Experience studied represents an example of promoting inclusion in school systems of South Countries and has two objectives: 1) analyse process of change in the perspective of intervention promoted by international cooperation, highlighting the educational dimension that supports processes of empowerment and ownership of local institutions; 2) contribute to the debate on '"inclusive education", supporting processes of school and social inclusion addressed to all people who are in psycho-physical and/or socio-cultural disadvantage. Local policies of Ministry of Education since 2009 have promoted an educational model with the objective of ensuring the right to education for all in public school. The study is an evaluative investigation of the process of development of inclusive school in El Salvador, supported by the intervention of international cooperation. The research uses in an integrated way quantitative tools (questionnaires) and qualitative ones (interviews). Data shows that process of cooperation has been characterized by the principle of equal dignity between international experts and political and technical local authorities. In addition, the research has allowed to verify how culture of inclusion has rooted in in the perception of the mission of the school and its role among leaders of school system. In the light of results, still appears essential to continue to invest in technical training of the key figures of education system; to facilitate process of inclusion of all people with disabilities in regular schools with a parallel transformation of special schools into centres of support for integration; to promote a synergy of training action between the Ministry, the academic and professional training sector.
CAPITOLO I – Il regime giuridico internazionale in materia di trattamento degli stranieri. Il capitolo si pone l'obiettivo di analizzare la disciplina internazionale di carattere generale in materia di trattamento degli stranieri, ponendo l'attenzione sulla nozione di straniero sullo standard di trattamento nazionale ed internazionale garantito e sulle norme internazionali vigenti. Inoltre, particolare attenzione viene rivolta agli istituti dell'ammissione e dell'espulsione dello straniero, intesi come strumento di controllo e di tutela da parte dello Stato. CAPITOLO II – Status di rifugiato e asilo nel diritto internazionale. Il secondo capitolo concentra la sua attenzione, e ne avvia l'analisi nel dettaglio, su una particolare figura di straniero: il rifugiato. Pertanto, viene analizzato lo status di rifugiato sia su un piano definitorio e nozionistico, sia sul piano degli istituti ad esso sotteso concentrando comunque l'analisi sul diritto di asilo e sul principio del non refoulement. CAPITOLO III – Strumenti di tutela nel diritto internazionale. Il capitolo III è la diretta conseguenza del precedente, in quanto, dopo aver fornito il quadro nozionistico relativo allo status di rifugiato, l'elaborato si pone l'obiettivo di studiare nel dettaglio tutti gli strumenti messi a disposizione dalla comunità internazionale per fronteggiare la problematica legata all'argomento. Infatti, si pone l'attenzione non solo sulle principali convenzioni in materia di rifugiati (prima fra tutte la Convenzione di Ginevra del 1951), ma anche sulle attività delle organizzazioni internazionali governative e non che operano specificatamente a tutela ed assistenza dei rifugiato. Infine, vengono trattate altre due forme di tutela quali la protezione temporanea ed il rimpatrio volontario. ; CHAPTER I - The international legal regime for the treatment of foreigners. The chapter aims to analyze the international framework of a general nature concerning the treatment of aliens, focusing on the notion of the foreign national and international standards of treatment guaranteed and international standards. In addition, special attention is paid to the institutions of the admission and expulsion of foreigners, intended as a means of control and protection by the State. CHAPTER II - Status of refugee and asylum in international law. The second chapter focuses his attention, and starts the analysis in detail, of a particular kind of stranger, the refugee. Therefore, it is analyzed the status of refugee is on a definitional and factual knowledge, both in terms of its underlying institutions, however, the analysis focused on the right to asylum and the principle of non-refoulement. CHAPTER III - Instruments of protection in international law. Chapter III is a direct consequence of the previous one, because, after having provided the framework notional Relating to the Status of Refugees, the elaborate aims to study in detail all the tools made available by the international community to tackle the problem related to the topic. In fact, it focuses not only on the main conventions on refugees (most notably the Geneva Convention of 1951), but also on the activities of international organizations, governmental and non-operating specifically for the protection and assistance of refugees. Finally, on discusses two other forms of protection such as temporary protection and voluntary repatriation. ; Dottorato di ricerca in Persona, impresa e lavoro: dal diritto interno al diritto internazionale
Since the 1990s, the food supply chain has become increasingly global and complex, with clear repercussions also in terms of the minimum standards and guarantees needed to protect the safety, and quality of food. At the same time, there has been an increased focus on the environmental sustainability of the food chain and on the consequences of climate change on food security. Aim of this paper is to discuss the fundamental aspects underlying the globalisation process of the agri-food system and the specific aspects related to food security, focusing on the measures for consumer protection and environmental sustainability introduced by the European Union. ; A partire dagli anni Novanta le filiere agroalimentari sono diventate sempre più globali e complesse, con evidenti ripercussioni anche in termini di standard e garanzie minime necessarie per tutelare la sicurezza, la salubrità e la qualità del cibo. Al tempo stesso, si è registrata una maggiore attenzione per la sostenibilità ambientale e le relazioni che intercorrono tra cambiamento climatico e sicurezza alimentare. Scopo di questa trattazione è di discutere alcuni aspetti fondamentali che sottostanno al processo di globalizzazione del sistema agroalimentare e degli aspetti specifici legati alla sicurezza alimentare, con particolare attenzione alle misure per la gestione del rischio alimentare e per la sostenibilità ambientale introdotte dall'Unione Europea.
The role of teachers is recognised as crucial to the quality of education and student learning. Ensuring and improving the quality of their professionalism is therefore essential. Continuous Professional Development (CPD) is critical to achieving this goal. This paper explores the CPD in Italy by analysing the results of the latest Teaching And Learning International Survey (TALIS) conducted by the OECD in 2018. After highlight- ing the relevance that CPD assumes in the Italian context, the paper examines the survey results and compares them with European and OECD countries. The contribution analyses participation rates, types of activities, content, and areas for which teachers express the greatest need for development. The paper also explores the impact of CPD, characteristics of the most effective activities, factors perceived as barriers to participation, and support measures received by teachers. Finally, it discusses the findings that emerged and outlines possible perspectives that can guide and improve policies related to CPD and the choices of those who design and implement it. ; Il ruolo dei e delle docenti è riconosciuto come determinante per la qualità dell'istruzione e per l'apprendimento di studenti e studentesse. È quindi fondamentale assicurare e migliorare la qualità della loro pro- fessionalità. Lo Sviluppo Professionale Continuo (Continuous Professional Development - CPD) viene identificato come lo strumento decisivo per raggiungere tale obiettivo. Questo contributo esplora lo stato del CPD in Italia analizzando i risultati dell'ultima Indagine internazionale sull'insegnamento e l'apprendi- mento (Teaching And Learning International Survey - TALIS) condotta dall' OCSE nel 2018. Dopo aver evidenziato la rilevanza che il CPD assume nel contesto italiano, si esaminano i risultati dell'indagine, operando altresì un confronto con i paesi europei e OCSE. Il contributo analizza i tassi di partecipazione, le tipologie di attività, i contenuti e le aree per le quali i docenti esprimono il maggior bisogno di sviluppo. Vengono inoltre esplorati l'impatto del CPD e le caratteristiche delle attività più efficaci, così come i fattori percepiti come ostacolo alla partecipazione e le misure di supporto ricevute. Sono infine discussi i risultati emersi e delineate le possibili prospettive che possono orientare e migliorare le politiche relative al CPD e le scelte di chi lo progetta e implementa.
Questo lavoro ripercorre le vicende della Sezione Italiana della Colonna Ascaso, il primo gruppo di antifascisti italiani ad organizzarsi nel corso della guerra civile spagnola. I promotori di quest'esperienza furono Camillo Berneri, intellettuale libertario, e Carlo Rosselli, leader e fondatore del movimento Giustizia e Libertà. La Sezione Italiana combatté sul fronte aragonese tra l'agosto del 1936 e l'aprile dell'anno successivo; in questa colonna si arruolarono anarchici, giellisti, comunisti, socialisti e repubblicani. Dopo aver fatto un sommario "ritratto" dei membri del gruppo, si è deciso di investigare le radici profonde della loro scelta volontaristica. Si è quindi andati ai primi anni '20 e all'avvento al potere del fascismo, quando i futuri partecipanti alla sezione italiana dovettero confrontarsi con le violenze squadriste e maturarono una precoce scelta dell'esilio. La memoria traumatica delle violenze e delle vessazioni subite durante questo periodo avrebbe giocato un ruolo decisivo nelle scelte che si sarebbero fatte a partire dall'estate del '36. La nostra analisi si è quindi spostata sugli anni dell'esilio, quando, i futuri volontari, si dovettero confrontare con le difficili condizioni della vita degli esuli politici. Come esempio paradigmatico si è approfondito l'analisi delle vicende della comunità libertaria toscana a Marsiglia. Fu inoltre durante questi anni che le due principali famiglie politiche della Sezione Italiana, quella giellista e quella libertaria, ebbero modo di conoscersi e di confrontarsi. L'ultima parte della tesi è dedicata al periodo spagnolo: la difficile vita al fronte, le tensioni politiche in seno al gruppo, i rapporti tesi con i comandi militari spagnoli, la complicata convivenza con l'esperienza delle Brigate Internazionali sono alcuni degli aspetti che si sono privilegiati nella nostra analisi. Il lavoro si chiude con l'abbandono di GL (gennaio '37) e lo scioglimento della Sezione Italiana (aprile '37); dopo i fatti del maggio '37 molti reduci del gruppo, in maggior parte anarchici, rimasero coinvolti nella repressione di cui fu vittima il movimento libertario spagnolo. In conclusione, quello spagnolo oltre a rivelarsi un periodo importante nei vari percorsi individuali attraverso l'antifascismo, rappresentò anche la definitiva presa di coscienza delle tensioni che agitavano le stesse forze politiche antifasciste.
Nel giugno del 1519, nella Dieta di Francoforte, Carlo V d'Asburgo veniva proclamato imperatore di un Regno vastissimo che si estendeva dall'Europa fino alle lontane Americhe, con il riconoscimento quindi dell'esercizio e del controllo di un potere territoriale estesissimo, anche se incrinato da molte contraddizioni di carattere politico, culturale e soprattutto religioso. Nell'Impero, infatti, erano molti e non di facile risoluzione, i problemi che dovevano essere affrontati con urgenza ma allo stesso tempo con estrema prudenza. Ma erano soprattutto due i problemi che nell'animo dell'imperatore suscitavano maggiore apprensione: quello religioso e quello turco, anch'esso comunque palesemente condizionato dalla diversa cultura religiosa, quella islamica. L'unità religiosa era condizione determinante per la sopravvivenza dell'Impero, per la saldatura della sua area germanica con quella italiana e borgognona, oltre che, e soprattutto, con quella spagnola: di qui la pressione di Carlo V per la convocazione di un Concilio, inteso quale elemento di conciliazione o almeno di compromesso fra cattolicesimo romano e protestantesimo. Ben più preoccupante si manifestava invece il problema turco in quanto costituiva una seria minaccia per l'Europa cristiana. In questi anni l'espansione dei turchi ottomani, che nel 1529 minacceranno la stessa città di Vienna, introduceva un fattore antagonistico all'Europa cristiana. Il che porterà ad un allargamento dei rapporti politici e diplomatici al di là del ristretto quadro europeo, in termini impensabili nel periodo precedente. Lo stesso Carlo V, per reazione ad un'alleanza tattica tra Francesco I di Francia, suo rivale nella contesa per il titolo di imperatore, e Solimano, sultano di Costantinopoli, sarà costretto a intessere rapporti diplomatici con i sovrani persiani, con il malcelato intento di usarli in funzione antiturca. In questo nuovo scenario politico e religioso, lo spirito di crociata, anche se continua ad apparire nel linguaggio delle corti, tenderà nella sostanza gradualmente a scemare. Pertanto Solimano non appare più come un barbaro, il nemico della cristianità civile, ma come un principe potente, oggetto di rapporti diplomatici come tutti gli altri sovrani. Tuttavia il grande avversario di Carlo V rimarrà proprio l'Impero ottomano. Dopo la conquista di Costantinopoli i turchi hanno continuato la propria espansione nel Mediterraneo e nell'Europa orientale fino a controllare progressivamente tutta l'Africa settentrionale, dall'Egitto all'Algeria, l'Anatolia, la Siria, la Mesopotamia, gli stati di Grecia, la Bulgaria, la Romania, le regioni dell'Albania, della Serbia, della Bosnia, parte dell'Ungheria. È quello ottomano un Impero vastissimo che preme sull'Europa. Ma oltre che vasto è anche solido, in quanto molta parte dell'eredità islamica sopravvive, come la doppia dignità di sultano, allo stesso tempo capo politico e militare, e di califfo, capo religioso, riunita nella stessa persona. Nell'organizzazione politica dell'Impero inoltre è stata utilizzata anche l'eredità amministrativa bizantina per cui, di fronte ad un variegato e composito sincretismo di culture e di etnie nessuno spirito di supremazia etnica muove infatti i turchi, che sono pronti a riaffidare a greci, slavi e italiani convertiti le maggiori cariche nell'amministrazione. L'Impero ottomano è inoltre uno stato ricco, grazie ai tributi che raccoglie nelle province soggette ed alle prede di guerra. La sua organizzazione militare risulta assai efficiente ed ha il suo punto di forza nei giannizzeri, truppe reclutate forzatamente in tutto l'Impero, anche Per l'Europa e soprattutto per l'Impero spagnolo esso rappresentava pertanto una seria e costante minaccia tanto più che con Solimano riprendeva la spinta espansionistica dell'Impero turco nel Mediterraneo centro-occidentale. Nel 1522 il sultano sottraeva Rodi ai gerosolimitani, alleandosi con i barbareschi del nord-Africa, dove la Spagna possedeva oramai poche e isolate basi come Orano, dopo aver perso Algeri, ora controllata da un capo locale, Khair-ad-din, detto il Barbarossa, che l'ha trasformata in un centro di pirateria organizzata, base ideale degli attacchi corsari alle rotte mediterranee che rivestivano per la Spagna un'importanza vitale. Da questo momento l'aggressività ottomana tenderà a diventare più pressante. Carlo V, nonostante l'impegno sostenuto in questo settore, nel quale è direttamente coinvolto il suo prestigio di imperatore e di difensore della fede, dovrà registrare le prime gravi difficoltà, anche perché contestualmente dovrà guardarsi le spalle dalla politica filoturca portata avanti dal suo rivale Francesco I, il cui muoversi sul piano politico e diplomatico susciterà non pochi imbarazzi di fronte alla cristianità europea e al pontefice, allarmati e scandalizzati da questa alleanza definita anticristiana e antieuropea. ; peer-reviewed
I Magazzini Generali, creati su modello dei docks inglesi e dei magazzini francesi -e regolamentati da una legge del 1871- si diffusero nelle maggiori città italiane, con alterna fortuna: comune era lo scopo di provvedere alla custodia delle merci, rilasciando speciali titoli di commercio, e di agevolare l'incontro tra produttore e acquirente, riducendo i tempi di negoziazione.Essi sono, dunque, da annoverare fra gli strumenti commerciali con cui si intendeva intensificare e favorire i traffici di merci nel periodo in cui il commercio internazionale su larga scala andava riducendo le barriere tra paesi, accompagnato dallo sviluppo e ammodernamento delle infrastrutture.Nell'ambito del dibattito sul tentativo italiano di ritagliarsi un ruolo durante la prima globalizzazione -con la crescita della liberalizzazione del commercio internazionale e, nello stesso tempo, lo sviluppo del protezionismo moderno- la presente ricerca mette a fuoco l'esperienza della costituzione dei Magazzini Generali di Napoli, per alcuni decenni i più importanti d'Italia. La Società Meridionale dei Magazzini Generali ne assunse la gestione nel 1874 e -attraverso lo studio di testimonianze dell'epoca, degli Atti del Consiglio Comunale e della Camera di Commercio, di dati di bilancio presenti nell'Archivio di Stato di Napoli- questo saggio ne ripercorre l'iter costitutivo e le vicende dei primi anni. Oltre a offrire un quadro della situazione politica ed economica del Mezzogiorno d'Italia, ed in particolare di Napoli, nella congiuntura economica tra fine '800 e inizio '900, emergono spunti interessanti relativi all'ammodernamento delle infrastrutture portuali cittadine, e alla questione della creazione di un punto franco (uno degli ipotetici cardini dello sviluppo industriale della città): in un quadro di occasioni mancate ed ostacoli legati alle caratteristiche del processo storico, dal confronto con economie di differenti realtà europee.The Magazzini Generali, created on the model of the British docks and of the French magasins généraux -and regulated by an Act of 1871- became widespread in major Italian cities, with varying success: common purpose was to provide for the custody of the goods, issuing special bonds trade, and to facilitate the meeting between producer and buyer, reducing the time of negotiation. They are -therefore- to be counted among the commercial tools with which it was intended to intensify and facilitate the traffic of goods in the period in which international trade -on a large scale- was reducing the barriers between countries, accompanied by the development and modernization of infrastructure. In the debate on the Italian attempt to carve out a role during the first globalization -with the growth of international trade liberalization and, at the same time, the development of modern protectionism- the present research focuses on the experience of the constitution of Magazzini Generali of Naples, for several decades the most important ones in Italy. The Società Meridionale of Magazzini Generali took over the management in 1874 and -through the study of contemporary testimonies, of the Acts of the City Council and of the Chamber of Commerce, of balance sheet data present in the State Archives of Naples- this essay traces its incorporation process and the events of the early years. In addition to providing an overview of the political and economic situation of Southern Italy, especially in Naples, during the economic situation between the end of '800 and '900, interesting ideas emerge relating to the modernization of port infrastructure, and about the question of creating a free point (one of the hypothetical cornerstones of the industrial development of the city): in a framework of missed opportunities and of obstacles related to the characteristics of the historical process, by comparing with the economies of different European realities.
This paper, having the Sea Watch case as its cornerstone, traces the body of national, treaty and international rules on immigration, especially for what concerns the saving of lives at sea. The objective of the investigation is to answer the following question: is it possible, on the basis of national and international legislation, to prevent the docking of boats, especially if coming from Libya, on which shipwrecked or non-European citizens travel, by rejecting them collectively and preventing them to apply for international protection? The outcome of the investigation, which may appear obvious on the basis of the most recent decisions, nevertheless raises questions regarding the difficult situation in the Mediterranean, in particular, following the riots that occurred in Libya and in the northern part of the African continent starting from 2011. ; Il presente contributo, avendo come pietra angolare il caso Sea Watch, ripercorre il corpo di norme nazionali, pattizie ed internazionali in materia di immigrazione, in particolar modo per ciò che attiene il salvataggio delle vite in mare. L'obiettivo dell'indagine è rispondere alla seguente domanda: è possibile, sulla base della normativa nazionale e internazionale, impedire l'attracco di imbarcazioni, specie se provenienti dalla Libia, su cui viaggino naufraghi o comunque cittadini non europei, respingendoli collettivamente ed impedendo loro di presentare domanda di protezione internazionale? L'esito dell'indagine, che può apparire scontato sulla base delle decisioni più recenti, ci pone comunque interrogativi rispetto alla difficile situazione del mediterraneo, in particolar modo, in seguito ai tumulti verificatisi in Libia e nella parte nord del continente africano a partire dal 2011.