Although numerous studies have been carried out at a national and international level, there are very few that detail whether and to what extent criminological theories can yield insights useful for understanding the etiology of corruption. The article first identifies the criminological theories that seemingly possess better explanatory power in regard to corruption in the public sector, distinguishing between theories pertaining to a situational/mechanistic perspective and those related to a more historical/evolutionary one. The article then tests these criminological theories in 51 states of the world. It does so by tranforming these theories into measurable hypotheses with which to test a model where, in each country concerned, the dependent variable is represented by the percentage of firms expected to make informal payments to public officials to "get things done", while the independent variables are represented by: the perception of the legal system's certainty and impartiality and willingness to comply with the laws; the time that the entrepreneur spends with public officials on matters regarding the enterprise; government payments in exchange for goods and services; the percentage of firms that do not report all sales for tax purposes; and the percentage of firms with female participation in ownership. The results of the multiple linear regression between the dependent variable 'corruption' and the independent variables considered show that the model proposed is statistically significant (R square 0.246) and that the independent variable that has explanatory power is the one concerning tax evasion. This was identified as an expression of the differential association theory translated into the hypothesis that an increase in illegal conduct other than corruption by entrepreneurs leads to an increase in corruption itself. ; Nonostante i numerosi studi a livello nazionale e internazionale, rari sono quelli che approfondiscono se ed in che termini le teorie criminologiche possano fornire spunti utili per comprendere l'eziologia della corruzione. Dopo aver individuato le teorie criminologiche che paiono avere migliore portata esplicativa della corruzione nella pubblica amministrazione, distinguendo tra teorie appartenenti ad una prospettiva situazionale/meccanicistica e teorie legate ad una prospettiva maggiormente storico/evolutiva, questo articolo procede ad un loro test empirico in 51 stati del mondo. Le teorie criminologiche sono trasformate in ipotesi misurabili per testare un modello in cui, in ogni paese considerato, la variabile dipendente è rappresentata dalla percentuale di imprese sul totale di quelle presenti che ha dichiarato di avere effettuato pagamenti corruttivi a favore di pubblici ufficiali e le variabili indipendenti, invece, sono rappresentate da: la percezione della certezza ed imparzialità del sistema giuridico e propensione all'osservanza delle leggi; il tempo che l'imprenditore trascorre con pubblici ufficiali per questioni attinenti l'impresa; le spese effettuate dalla pubblica amministrazione per l'approvvigionamento di beni e servizi; la percentuale di imprese che non riporta tutte le vendite al fine di evadere il fisco; la percentuale di imprese con ownership femminile. I risultati della regressione lineare multipla tra la variabile dipendente corruzione e le variabili indipendenti considerate evidenziano come il modello proposto sia staticamente significativo (R quadrato 0,246) e che la variabile indipendente che ha potere esplicativo è l'evasione fiscale, identificata come espressione della teoria delle associazioni differenziali, tradotta nell'ipotesi secondo cui l'aumentare di comportamenti imprenditoriali illeciti diversi dalla corruzione determinerebbe un aumento della corruzione stessa.
Le recenti evoluzioni e rivoluzioni nello scenario socio–politico europeo, la crisi economica vissuta oramai da qualche tempo a livello internazionale, i nuovi venti di guerra e i quotidiani allarmi terroristici che scuotono i confini e il cuore del Vecchio Continente hanno portato l'Unione europea, i suoi cittadini e i suoi Stati membri a confrontarsi, oggi ancor di più rispetto a prima, con un fenomeno migratorio interno ed esterno senza precedenti. Ciò è da attribuirsi in primis alla crescente mobilità dei cittadini degli Stati membri che, nell'esercizio delle loro libertà fondamentali, decidono con frequenza sempre crescente di trasferirsi, a titolo definitivo o temporaneo, in altri Stati, europei e non, in cerca di opportunità lavorative, di studio o per ragioni sentimentali, familiari e personali. Il secondo fattore, per numero e rilevanza, riguarda il costante flusso migratorio che annualmente spinge in Europa più di un milione di immigrati per motivi di studio, lavoro o di famiglia, i quali di frequente finiscono con lo stabilirsi in maniera definitiva in uno Stato membro e ivi formarvi una famiglia. A questi si aggiungono, poi, un numero drammaticamente crescente di richiedenti asilo, in fuga da conflitti armati, persecuzioni, genocidi, disastri umanitari e guerre etnico-religiose, che si riversano sulle sponde europee nella speranza di un futuro nuovo e migliore. Questa nuova Europa, rectius Unione, è pertanto inesorabilmente destinata a diventare sempre più multietnica, plurireligiosa e multiculturale, miscela e palcoscenico di confronto (se non di potenziale scontro) tra popoli e tradizioni eterogenei, religioni e usanze distanti, consuetudini e costumi giuridici e sociali tanto diversificati tra loro. Dinnanzi alla conseguente diffusione di una pluralità di modelli e istituti di diritto familiare e successorio, più o meno distanti rispetto a quelli tradizionali e nazionali, al crescente numero di controversie transfrontaliere, e a un contesto normativo e giurisprudenziale in perenne evoluzione e mutamento, i rimedi offerti dai sistemi nazionali di diritto internazionale privato si sono rivelati aimè inadeguati; ciò a causa dell'incerta ed eterogenea determinazione della competenza giurisdizionale e individuazione della legge applicabile alle singole controversie transnazionali, nonché delle barriere frapposte all'automatico e/o semplificato procedimento volto al riconoscimento e/o all'esecuzione di provvedimenti giudiziali, atti pubblici e transazioni in materia familiare e successoria formati oltre confine. Degna di riflessione appare la circostanza, niente affatto casuale, che l'interessamento del Legislatore europeo verso la materia familiare e successoria sia coinciso temporalmente con la più grande crisi economica dal dopo guerra. Forse, come sottolineato da eminenti studiosi, è stata proprio quest'ultima a determinare il superamento degli ostracismi nazionali e a favorire la confluenza della volontà degli Stati membri, o almeno di una maggioranza di essi, verso la necessaria corroborazione degli strumenti di tutela transnazionale e di cooperazione inter-giudiziale. La presa di coscienza da parte degli Stati dell'Unione e la conseguente percezione dell'urgente necessità di trovare una risposta unica e comune a tali problematiche ha portato, negli ultimi tre lustri, alla creazione e al rafforzamento di strumenti internazional-privatistici e di cooperazione volti, in primis, a garantire il mutuo riconoscimento delle decisioni giudiziali nei principali settori del diritto successorio e di famiglia – tra cui filiazione, allentamento e/o scioglimento del vincolo matrimoniale, regimi patrimoniali, obbligazioni alimentari e responsabilità genitoriale – e, in secundis, alla determinazione della competenza giurisdizionale e della legge applicabile alle controversie transfrontaliere attraverso criteri predeterminati e condivisi, tra i quali assumono una posizione apicale l'autonoma scelta delle parti e il criterio dinamico della residenza abituale. Tale rinnovato processo normativo è stato caratterizzato dall'abbandono dell'allora tradizionale strumento intergovernativo del trattato, un tempo necessario a causa della mancanza di competenza della Comunità e subordinato all'adesione e alla ratifica da parte dei singoli Stati partecipanti, in favore del crescente e privilegiato ricorso allo strumento del regolamento comunitario, la cui adozione in ambito familiare è stata resa possibile grazie alla nuova base giuridica offerta dall'art. 81 TFUE. Tali regolamenti, in determinati casi, si sono affiancati a previgenti convenzioni di diritto internazionale privato, complementandone il dettato normativo, mentre, in altri, hanno inciso per la prima volta, in maniera più o meno mediata, su materie e istituti considerati tradizionalmente prerogativa esclusiva del Legislatore nazionale. Tra questi si annoverano il regolamento c.d. di Bruxelles II bis, che introduce norme uniformi in tema di competenza giurisdizionale, riconoscimento ed esecuzione delle decisioni in materia matrimoniale e di responsabilità genitoriale; il regolamento n°1259/2010, adottato attraverso il necessario e inedito ricorso alla cooperazione rafforzata, avente il fine di assicurare l'individuazione rapida e intuitiva e la scelta da parte dei coniugi della legge applicabile a procedimenti di allentamento e scioglimento del vincolo matrimoniale; il regolamento n°4/09, relativo alla competenza, alla legge applicabile, al riconoscimento e all'esecuzione delle decisioni e alla cooperazione in materia di obbligazioni alimentari; le due proposte di regolamento in tema di regime patrimoniale dei coniugi e di effetti patrimoniali delle unioni registrate, la cui adozione tuttavia si è rivelata ad oggi impossibile a causa del mancato raggiungimento del necessario e unanime consenso degli Stati membri; nonché, incidenter tantum, il regolamento n°650/2012, in tema di legge applicabile, riconoscimento ed esecuzione degli atti successori, l'unico per la cui adozione è stato possibile ricorrere alla base normativa dell'art. 81, par. 2 TFUE, aggirando in tal modo l'ostacolo del requisito dell'unanimità. Il presente lavoro tenta dunque di analizzare il quadro normativo attuale di diritto internazionale privato dell'Unione europea, offrendo un'analisi comparatistica, sistemica, teleologica e testuale delle discipline dettate dai suddetti regolamenti internazional-privatistici di famiglia dell'Unione, al fine di individuare e valutare l'esistenza e l'efficacia di scelte diffuse e coerenti adottate dal Legislatore in tema di competenza giurisdizionale, esecuzione, riconoscimento e legge applicabile e di interrogarsi conseguentemente sulla possibile, e forsanche già avvenuta, nascita di un diritto di famiglia europeo e/o di un unico e unitario sistema di diritto internazionale privato di famiglia dell'Unione europea. Ampio spazio è altresì dedicato all'analisi permeante della giurisprudenza, spesso creativa, delle corti europee e, in misura minore, dei tribunali nazionali, nell'interpretazione e applicazione dei regolamenti in oggetto. L'eterogenea posizione assunta da operatori e teorici del diritto circa l'opportunità e le concrete modalità attraverso cui regolamentare sistematicamente e uniformemente il diritto internazionale di famiglia in seno all'Unione rendono l'oggetto della presente ricerca il terreno di una delle sfide più affascinanti sul quale gli ordinamenti nazionali e il Legislatore europeo sono chiamati oggi a confrontarsi. Il successo, o fallimento, dipenderà dal modo in cui questa Unione sarà in grado di affrontare molteplici e nuove sfide non più legate a questioni attinenti esclusivamente al funzionamento del Mercato interno, bensì all'organismo embrionale su cui ogni società si fonda e in cui i singoli individui trovano rifugio in tempi di crisi: la famiglia. Da ultimo, il presente lavoro è arricchito da un Annex, redatto in lingua inglese, avente ad oggetto la disamina della disciplina europea della c.d. International Child Abduction, basata su un'analisi del dettato normativo vigente e del rapporto di complementarietà intercorrente tra la Convenzione dell'Aja del 1980 sulla sottrazione internazionale dei minori e il regolamento n°2201/03, nonché su un'indagine critica sulle origini, i motivi e le conseguenze della frattura, ancorché parzialmente ricomposta, verificatasi nella giurisprudenza delle Corti europee.
La ricerca si è posta come obiettivo quello di incrementare la conoscenza di base sulla carriera del giocatore d'azzardo – tradizionale e online – nel contesto nazionale al fine di formulare "indirizzi di spendibilità" rivolti ai servizi che si occupano di ludopatia. L'analisi delle carriere di gioco è suddivisa per aree tematiche: i dati socio-anagrafici e occupazionali; le modalità di fruizione e i luoghi del gioco; i significati personali del gioco e della condizione di dipendenza; la prossimità con gli ambienti devianti e la vittimizzazione familiare; il rapporto con i servizi di recupero. L'ipotesi di fondo rimanda all'idea che la ricognizione delle carriere di gioco inserite nelle specificità della realtà territoriale e del tessuto sociale nazionale sia indispensabile per i servizi assistenziali che devono sostenere e sviluppare interventi socio-sanitari nell'area dell'azzardo anche laddove vi sia un'utenza sommersa e, soprattutto, coerenti con il complesso quadro societario. Tre step metodologici sono considerati nella costruzione di una grande banca dati sulla correlazione tra "gioco d'azzardo", "giocatori d'azzardo" e "ambiente di riferimento". La ricerca utilizza come metodo le interviste semi-strutturate. Il materiale raccolto è stato oggetto di un confronto rispetto ai risultati delle ricerche svolte a livello nazionale e internazionale sul tema. Nelle conclusioni, infine, sono suggerite alcune linee di indirizzo per far fronte alle criticità delle politiche e degli interventi socio-sanitari nell'area dell'azzardo. Più precisamente, è proposto un modello correlazione di intervento per le ludopatie che si fonda su strategie di controllo orientate alla collettività e, d'altro canto, include interventi rivolti ai servizi e al singolo. Per la riprogettazione dei servizi è stato altresì avanzato un "modello di intervento" sviluppato in collaborazione con il Ser.T. di Forlì (la "clinica virtuale" per il gioco d'azzardo). ; The aim of this empirical study is to increase the knowledge base on gamblers' careers - traditional and online - including the "factors" influencing gambling behavior, the "trends for gambling behavior", the "gamblers relational scheme", and "the sociological and criminological implications of gambling". The study also examines the service units treating gambling disorders, analyzing social and healthcare-related measures and policies in the field of gambling, that can affect the way people cope with, or control their gambling compulsions. Three methodological steps are considered in building a large databank on the correlation between "gambling", "gamblers," and "environment of reference". The research uses semi-structured interviews, which will prove invaluable in collecting personal knowledge and characteristics related to factors commonly associated with the gambler's career and on the various social aspects that characterize gambling. The study intends to add an additional important qualitative dimension to current research in the area. a) examines the service units treating gambling disorders, analyzing social and healthcare-related measures and policies in the field of gambling, that can affect the way people cope with, or control their gambling compulsions.
Dal XII al XIII secolo nel Sud della Francia le città si diedero un'organizzazione comunale quasi del tutto autonoma ed espressero magistrature urbane in buona misura comparabili con quelle che nate in Italia alla fine dell'XI secolo. Contemporaneamente gli elementi economicamente più attivi delle loro società cittadine (diverse ma al medesimo tempo simile a quelle dell'Italia centro settentrionale), allacciarono legami stretti e frequenti con i mercanti e gli uomini d'affari della penisola. Fu attraverso le relazioni commerciali che si determinò nel Midi lo sviluppo di determinati organismi istituzionali e si ebbe la diffusione di modelli culturali e giuridici di provenienza italiana? Si possono valutare i modi e i tempi di questa influenza? In quale misura il Sud sviluppò e cambiò le esperienze politiche mutuate dall'esterno? Questo testo, lungi dal rispondere a queste domande assai complesse, vorrebbe cercare di definire i limiti della nostra conoscenza attuale sul tema in questione e presentare le prospettive degli studi, seguendo la traccia di lavori antichi e recenti.
Lo scambio automatico di informazioni è sostenuto dalla comunità internazionale quale modalità principale in grado di assicurare efficacia alla lotta contro l'evasione fiscale. L'OCSE, su mandato del G20, e a seguito dell'introduzione da parte della disciplina FATCA è stata incaricata di redigere un modello di comunicazione da utilizzare a livello mondiale per l'invio delle informazioni di carattere finanziario. In ambito europeo, la previgente direttiva 77/799 è stata abrogata per rendere obbligatorio lo scambio automatico di informazioni relativamente a determinate categorie reddituali. Tale direttiva è stata progressivamente ampliata nel suo ambito di applicazione fino a ricomprendere oltre allo scambio di dati finanziari anche lo scambio di ruling, delle informazioni delle multinazionali e delle informazioni sulla ricerca del beneficiario effettivo così come rileva nella disciplina antiriciclaggio. Il quadro giuridico si è progressivamente arricchito e modificato di nuovi strumenti normativi per i quali è necessario delimitarne l'ambito di applicazione. Definire lo scambio automatico di informazioni come nuovo standard internazionale non implica unicamente l'utilizzo di un modello di comunicazione comune. Occorre anche predisporre un sistema giuridico in grado di garantire la tutela del contribuente i cui dati fiscali e finanziari vengono scambiati in massa. Se da un lato quindi, le modalità di realizzazione dello standard in ambito comunitario e internazionale sono sempre più convergenti, attualmente il meccanismo di tutela dei contribuenti non risulta essere stato oggetto di valutazioni condivise, rimanendo sostanzialmente rimesso alle disposizioni interne, con conseguente mancanza di uniformità della tutela dei contribuenti. ; International Organizations, such as the OECD or G20 has been supporting the Automatic Exchange of Information in fiscal matters as a key factor in the fight against tax evasion and elusion. The OECD, on behalf of Ministers of Finance and Governors of the Central Banks, following the entry into force of FATCA legislation has implemented a Model of Communication for Financial Information, known as "Common Reporting Standard". At European level, the previous Directive n. 77/799 regarding administrative assistance in tax matters has been repealed in order to enlarge and include the mandatory automatic exchange of information as well as new other methods of cooperation. The new Directive has been amended five times so as to include not only exchange of financial information but also rulings, country by country reports, information on the beneficial owner deriving from the AML sector. The legal framework is so far complex and pronged in two levels: international and European. A legal protection of taxpayers' rights has to be guaranteed at both levels, but it does not seem so far to be standardized or jointly agreed between jurisdictions. It stems from this consideration that the taxpayers' protection is not standard but jeopardized according to domestic provisions.
L'importanza del settore manifatturiero meridionale poggia sull'attrattività internazionale dei suoi prodotti di eccellenza. Le filiere agroalimentare, abbigliamento-moda, automobilistica, aeronautica (le cosiddette 4A) e farmaceutica, in particolare, esprimono oltre il 40% del valore aggiunto manifatturiero dell'intera area, assumendo dunque grande rilievo per il peso sull'economia interna, per il contributo al sistema economico nazionale e internazionale, per l'elevato effetto indotto. L'analisi mostra inoltre che si tratta di settori particolarmente internazionalizzati e aperti anche a mercati al di fuori dell'Unione Europea. Il contributo si propone di indagare, pertanto, i punti di forza, quelli di debolezza e le potenzialità di queste filiere, che, pur non racchiudendo l'intero valore produttivo dell'area, rappresentano i settori maggiormente orientati ai mercati esteri e all'innovazione. Obiettivo finale è comprendere quali siano le prospettive per una migliore integrazione nelle catene del valore globali, condizione oramai indiscussa per acquisire maggiore competitività sui mercati internazionali. ; The importance of the southern manufacturing sector relies on the international attractiveness of its products of excellence. The aeronautic, agri-food, clothing-fashion, automotive and pharmaceutical sectors, in particular, express over 40% of the manufacturing value added in the area and assume therefore great importance both for the economic weight on the internal economy, and for the contribution to the national and international economic system, and for the high induced impact. The analysis also shows that these are internationalized sectors, also open to other markets outside the European Union. This contribution aims to investigate strengths, weaknesses and potentials of these chains, which, although not including the entire production value of the area, represent the sectors most oriented to foreign markets and innovation. The objective is to understand the perspectives for a better integration in global value chains that is a fundamental condition for gaining greater competitiveness on international markets.
La contiguità delle successioni con altre materie ad esse connesse porta a difficoltà nell'applicazione del regolamento (UE) 650/2012 e, specificamente, nell'esatta delimitazione del suo ambito di applicazione rispetto alle materie da questo escluse, così che si rende necessario indagare tali zone "di confine". La prima zona di confine che viene analizzata è quella del rapporto tra il regolamento e le altre convenzioni vigenti in materia successoria. La seconda delimita invece il campo di applicazione del regolamento da quello di altre materie, da questo escluse, che non siano state oggetto di armonizzazione. Tra queste, spiccano la natura dei diritti reali e le questioni disciplinate dalla legge applicabile alle società e ad altre persone giuridiche. La terza segna i limiti di applicazione del regolamento rispetto ad aree del diritto armonizzate, come per esempio le donazioni, le obbligazioni alimentari e i regimi patrimoniali tra coniugi e tra partner uniti civilmente. Alcune riflessioni a sé stanti merita inoltre il tema del rapporto tra il regolamento successioni e il regolamento (UE) 2015/848 sull'insolvenza transfrontaliera. L'analisi delle singole zone di confine permette di scorgere delle linee conduttrici, che portano ad alcune riflessioni conclusive. Si tratta, in primo luogo, di definire come le questioni non coperte dal regolamento, ma comunque indispensabili per regolare una successione, possano venire conosciute alla stregua di questioni preliminari, e quale sia il valore di queste in relazione al rilascio di un certificato successorio europeo. In secondo luogo, gli argomenti analizzati portano a ragionare della costruzione di una nozione di adattamento condivisa a livello di Unione Europea, nozione di cui il regolamento (UE) 650/2012 si dimostrerebbe il promotore. Né questa constatazione deve stupire, perché maggiori sono le interconnessioni tra ambiti attigui del diritto, più grande è anche la necessità di definire gli strumenti di risoluzione di antinomie applicative dovute a siffatte interconnessioni. ; The contiguity of successions with other related matters leads to difficulties in the application of Regulation (EU) 650/2012 and, specifically, in the exact delimitation of its scope with respect to matters excluded from it, so that it is necessary to investigate these "border" areas. The first border area analysed is that of the relationship between the Regulation and the other conventions in force in matters of succession. The second delimits the scope of application of the Regulation from that of other, excluded matters that have not been harmonised. These include the nature of rights in rem and questions governed by the law applicable to companies and other legal persons. The third one marks the limits of application of the Regulation with regard to harmonised areas of law, such as gifts, maintenance obligations and matrimonial and civil partnership property regimes. The topic of the relationship between the Succession Regulation and the Regulation (EU) 2015/848 on cross-border insolvency also merits separate consideration. The analysis of the individual border areas allows us to discern a number of guiding lines, which lead to some concluding reflections. Firstly, it must be understood how questions not covered by the Regulation, but nevertheless indispensable for settling a succession, can be known as preliminary questions, and what value these have in relation to the issuance of a European Certificate of Succession. Secondly, the arguments analysed lead to the question of the construction of a concept of adaptation shared at European Union level, a concept of which Regulation (EU) 650/2012 would prove to be the promoter. Nor does this appear surprising, since the greater are the interconnections between adjacent areas of law, the greater is the need to define the means of resolving application inconsistencies due to such interconnections. Translated with www.DeepL.com/Translator (free version)
The paper describes the origins and evolution of the organisation and the scientific activity of the Institute of International and Comparative Agricultural Law (IDAIC) of Florence, from 1922 to 2016. Therefore, it adopts a historic perspective. Its originality is due to the fact that it is unique: there are not any other publications on this topic. Indeed, it describes in very great detail the link between the IDAIC and the Italian Rivista di Diritto Agrario and the Italian and foreign scholars and researchers. After their studies at the IDAIC these researchers have maintained their professional relationship with the Institute and Italian agricultural law scholars and researchers. Moreover, the paper lists Congresses, publications and scientific research conducted by the IDAIC, which are described in great depth and also related to financial sources received for each research project (that, perhaps, may have been more appropriately omitted). ; L'articolo presenta l'organizzazione e il funzionamento dell'Istituto di diritto internazionale e comparato (IDAIC) di Firenze nell'arco di 95 anni. L'Istituto affonda le sue radici nel 1922, l'anno in cui Giangastone Bolla fondò la Rivista di diritto agrario, un forum di discussione su tematiche del diritto agrario, in particolare della sua autonomia. L'autore espone in modo molto dettagliato l'operato e i risultati conseguiti a vari livelli: cooperazione scientifica, sopratutto di stampo internazionale, organizzazione di conferenze e congressi, attività e viaggi di ricerca, pubblicazioni. Nel corso degli anni l'Istituto è diventato rinomato, non solo in Europa, come punto di riferimento di tutti gli studiosi di diritto agrario nel mondo, influenzandone lo sviluppo su tutti i continenti. La sua storia continua con la Sezione fiorentina di Diritto Agrario Internazionale e Comparato dell'Istituto romano di Studi giuridici internazionali. L'autore sostiene che la Sezione sia bene equipaggiata per arrivare al centesimo anno di edizione della Rivista di diritto agrario e anche per superarlo, nonché di tenere a disposizione la propria Biblioteca a coloro che vogliano studiare il diritto, l'economia, la storia, la politica dell'agricoltura. Perché, consapevole che è bene proiettarsi nel futuro con la ricchezza del passato, essa, come già l'IDAIC, sa lavorare sodo e sognare in grande. ; 20 ; 1 ; 185 ; 232 ; 9 ; Przegląd Prawa Rolnego
Dottorato di ricerca in Storia d'Europa: società, istituzioni e sistemi politici europei,19.-20. secolo ; La tesi ripercorre le vicende dell'associazionismo internazionale delle donne dalla sua nascita - negli anni Ottanta dell'Ottocento- fino alla vigilia del Secondo conflitto mondiale. In particolare, la ricerca si sofferma sulle tre maggiori organizzazioni l' International Women's Council, l'International Woman Alliance, la Women's International League for Peace and Freedom, sulle politiche da esse perseguite, sulle loro differenze e i loro conflitti. Una parte specifica è dedicata al caso italiano. Al centro vi è l'ipotesi dell'esistenza di una cultura politica prodotta dai movimenti delle donne ed intesa come espressione di un soggetto sociale e politico autonomo. Elaborata dalle generazioni femminili del mondo occidentale, appartenenti alle classi medie e medio-alte, per superare le asimmetrie nelle relazioni tra i sessi e costruire una diversa rappresentazione del femminile, questa cultura si è misurata con le grandi questioni che hanno attraversato la storia dei primi decenni del nuovo secolo: patriottismo e pacifismo di fronte alla prima guerra mondiale; organizzazione istituzionale di una convivenza pacifica tra gli anni Venti e gli anni Trenta; infine il confronto tra democrazia e totalitarismi nella crisi degli anni Trenta. Nel corso della tesi ne sono state delineate le caratteristiche, le continuità e i mutamenti intercorsi nei primi decenni del XX secolo, con un'attenzione particolare al rapporto tra democrazie e diritti delle donne, all'internazionalismo e transnazionalismo femminile, alle politiche di pace e al dilemma tra pacifismo assoluto e accettazione di una nuova guerra nel cuore dell'Europa in difesa della democrazia. Alla base del lavoro vi sono una serie di importanti corpus documentari consistenti per la maggior parte di fonti a stampa e di fonti archivistiche conservate nei principali archivi e biblioteche specializzate presenti in Europa e negli Stati Uniti. ; The thesis explores the history of the international women's associations from their birth - in the eighties of the Nineteenth- up on the eve of the Second World War. In particular, the research focuses on the three main international organizations: International Women's Council, International Woman Alliance, Women's International League for Peace and Freedom, their politics, conflicts, and differences. A specific part is devoted to the Italian case. The central hypothesis of the research is the existence of a political culture produced by the women's movements as the expression of an autonomous political and social subject. Developed by female generations in the Western world, belonging to middle and upper middle classes, to overcome the asymmetries in gender relations, this culture challenged the great issues that have permeated the history of the first decades of the century: patriotism and pacifism in the face of World War I; institutional organization of peaceful coexistence; the confrontation between democracy and totalitarianism in the crisis of the Thirties. The thesis outlines the features, the continuities and changes , with specific attention to the relationship between democracy and women's rights, internationalism and transnationalism, peace policies and the dilemma between absolute pacifism and acceptance of a new war in the heart of Europe in defence of democracy. The work is based on a rich body of sources held in the main archives and specialized libraries in Europe and the United States.
The invasion of Ukraine will change the economic and political scenarios. Together with the sanctions, it will accelerate the 'de-globalization' process already triggered by the 2008 financial crisis and the pandemic. In this paper, we analyze the effects that economic sanctions will have, in particular, on the international monetary system. In recent years, the dominance of the dollar as the default international currency has weakened albeit slowly. However, in the new scenario, alternative systems to SWIFT (particularly the Chinese one) will receive a strong boost as will the use of payments in currencies other than the dollar. As has already happened in other historical periods, the change in the dominant international currency is linked to epochal events and to a change in the technological paradigm: the war and the development of a digital currency in China and then in other countries could form the basis of this turning point. ; L'invasione dell'Ucraina cambierà profondamente gli scenari economici e politici. Assieme alle sanzioni, accelererà il processo di 'de-globalizzazione' innescato dalla crisi finanziaria del 2008 e dalla pandemia. In questo lavoro analizziamo gli effetti che le sanzioni avranno su questi processi, in particolare sul sistema monetario internazionale. Negli ultimi anni il dominio del dollaro come valuta dei pagamenti internazionali è declinato ma lentamente, e i tentativi soprattutto della Cina e della Russia di emarginarlo non hanno avuto grande successo. Tuttavia, nel nuovo scenario i sistemi alternativi a SWIFT, particolarmente quello cinese, riceveranno un forte impulso così come l'utilizzo di pagamenti in valute diverse dal dollaro. Come già successo in altre epoche storiche, il cambiamento della valuta di riferimento degli scambi internazionali è legato a eventi epocali e a un cambio di paradigma tecnologico: la guerra e la valuta digitale cinese e poi di altri paesi potrebbero costituire le basi di questa svolta.
Stability is defined as an international system with the same distribution of power for a long period of time. World order is defined as a governance anchored to the promotion of four steady values (the units of measurement) in each arena of international relations: democracy (political), market (economic), peace (military), national self-determination leading to single-nation states (cultural). Multipolar and bipolar systems were stable, but disordered, as values promoted by the main powers were not steady. Change periods were/ are unstable: from 1915 to 1945 and after 1989. In the 1990s there was an attempt to consolidate both order and stability, through the concert of powers; as pluri-national states prevailed after 1989, it was only a 'near order'. Since 2001, there has been neither stability (both unipolarism and multipolarism failed), nor order, as the promotion of those values has been weakened by the West (especially by Obama and Trump) because of the objections of Islamic fundamentalist groups (and in part by China, Russia, Venezuela). A "disordered stability" and the return to the conservative diplomacies of 'real-politik' (with the West promoting 'lesser evil' authoritarian regimes and waging wars to fight Islamic fundamentalism) has not re-emerged yet. The Usa are not a great power anymore, as both Obama and Trump were/are shy and uncertain in foreign policy. An "unstable order" would be anchored to the promotion of single-nation (only Shiite or only Sunni, Palestinian, Kurd) states. ; La stabilità di un sistema internazionale è collegata alla stessa distribuzione del potere per un lungo periodo di tempo. L'ordine mondiale può essere definito come quella forma di governance che viene ancorata alla promozione di alcuni valori costanti (le unità di misura) in ogni arena delle relazioni internazionali: democrazia (politica), mercato (economica), pace (militare) e auto-determinazione nazionale che porta a stati mono-nazionali (culturale). I sistemi multipolari e bipolari sono stati stabili, ma disordinati, perché i valori promossi dalle maggiori potenze non erano costanti. I periodi di cambiamento sono di solito instabili: dal 1915 al 1945 e dopo l'89. Negli anni '90 c'è stato un tentativo di consolidare sia l'ordine che la stabilità, attraverso il concerto delle potenze, ma siccome gli stati pluri-nazionali hanno prevalso, c'è stato solo un ordine "zoppo". Dopo il 2001, non c'è stata né stabilità perché sia l'unipolarismo che il multipolarismo sono falliti, né ordine, perché l'Occidente (soprattutto con Obama e Trump) ha indebolito la promozione di quei tre valori di fronte alle obiezioni dei gruppi islamici fondamentalisti, e (in parte) di Cina, Russia, Venezuela. Non è ancora riemersa una "stabilità disordinata" e il ritorno alle diplomazie conservatrici della real-politik, con l'Occidente che promuove regimi autoritari considerati "mali minori" e che scatena guerre per combattere i fondamentalisti islamici. Gli Usa non sono più una grande potenza, a causa della politica estera timida e incerta di Obama e Trump. Un "ordine instabile" sarebbe collegato alla promozione di stati mono-nazionali: uno palestinese, uno curdo, ed entità con cittadini solo sciiti o solo sunniti.
Intellectual freedom has a continual implementation at library, particularly in collection development.This article first examines intellectual freedom and censorship in some statements of IFLA, of few European library associations and, last, of ALA. The ALA's tools to defend intellectual freedom are then analyzed, focusing in particular, compliant to the specific ALA "manual", on collections development and selection policies and on resources reconsideration procedure, as tools for prevention and defense policies against challenges to intellectual freedom in library. Then this article explains the main types of censorship concerning library collections, including the self-censorship, also called "silent censorship", its characteristics and strategies against it; furthermore this paper deals with a particular type of commercial pressure in the process of selection, with the risk of overlapping collections. Finally, this article exposes the position of Michael Gorman in relation to intellectual freedom, reaffirming again: intellectual freedom is a value also for collections development and selection. ; La libertà intellettuale ha una continua applicazione in biblioteca, particolarmente nell'ambito dello sviluppo delle collezioni. Questo articolo in primo luogo esamina la libertà intellettuale e la censura nelle dichiarazioni dell'IFLA, di alcune associazioni bibliotecarie europee e, infine, dell'ALA. Quindi vengono analizzati gli strumenti dell'ALA a difesa della libertà intellettuale, soffermandosi in particolare, seguendo lo specifico "manuale" dell'ALA, sulle politiche di sviluppo e di selezione delle collezioni e sulla procedura di riconsiderazione dei materiali, in quanto policies fondamentali a prevenzione e difesa dagli eventuali attacchi alla libertà intellettuale in biblioteca. Vengono poi esaminate le principali tipologie di censura che riguardano le collezioni delle biblioteche ed anche l'autocensura, detta anche "censura sileziosa", le sue caratteristiche e le strategie di difesa, e si fa riferimento ad un particolare tipo di pressione commerciale nel processo di selezione, tendente all'omologazione delle collezioni. Infine viene presa in considerazione la posizione di Micheal Gorman relativamente alla libertà intellettuale, riaffermando ancora la libertà intellettuale come un valore anche per la selezione e lo sviluppo delle collezioni.
L'analisi degli itinerari culturali come strumento di sviluppo e valorizzazione del territorio, rientra fra le tematiche di più recente interesse per la comunità scientifica di settore, in linea con l'evoluzione del concetto di patrimonio culturale espressa sia alla scala nazionale, che soprattutto a quella internazionale all'interno di organismi quali ICOMOS, UNESCO, Consiglio d'Europa e Commissione Europea. Il patrimonio dei luoghi della cultura è caratterizzato da una geografia di ispessimenti localizzativi a forma lineare e radiale, inseriti nella configurazione spaziale dell'armatura urbana interregionale italiana, al cui sistema relazionale locale o alle cui reti territoriali si può fare riferimento con politiche di gestione mirate ad accrescere la fruizione nel suo complesso, lungo archi concettuali e di contenuto comuni e condivisi quali sono appunto gli itinerari culturali. Il presente contributo mira quindi ad analizzare, attraverso un approccio tipicamente geografico-sistemico, alcuni elementi fondamentali delle strategie di valorizzazione del territorio attraverso gli itinerari culturali, quali la scala urbana, l'optimum dimensionale ed il grado di integrazione con il sistema locale nel suo complesso.
Not infrequently appear in the judgments and legislation in the field of drugs, cannabis-related terms that do not seem to be in line with the scientific studies conducted by the botany and toxicology. There were many chances we had at the legislative level to remedy this discrepancy lexical and terminological, but even today, there is still widespread uncertainty that could have implications for the practical application of the criminal provisions under the combined provisions of Articles 28 and 73 of TU, DPR 309/1990. The present work arises, therefore, the aim of addressing the issues mentioned above also through the analysis of the national and Community legislation as well as through the examination of some significant decisions of the Supreme Court and the Court of Criminal Justice. ; Non di rado compaiono all'interno delle sentenze e della normativa in tema di stupefacenti, termini riferiti alla cannabis che non sembrano essere in linea con gli studi scientifici condotti dalla botanica e dalla tossicologia. Numerose sono state le occasioni avute a livello legislativo per porre rimedio a questa discordanza lessicale e terminologica; tuttavia, ancora oggi, persiste una diffusa incertezza che potrebbe avere ripercussioni sulla concreta applicazione dei precetti penali previsti dal combinato disposto degli articoli 28 e 73 del T.U., D.P.R. 309/1990. Il presente lavoro si pone, dunque, l'obiettivo di affrontare i temi sopra accennati anche tramite l'analisi della normativa nazionale e comunitaria oltre che attraverso l'esame di alcune significative decisioni della Corte di Cassazione penale e della Corte di giustizia europea.
La liberalizzazione del commercio internazionale può promuovere la crescita economica e le opportunità di lavoro sia nei Paesi in via di viluppo sia nelle economie industrializzate. Peraltro, non tutti gli Stati hanno beneficiato in uguale misura di tale liberalizzazione e, in generale, della globalizzazione delle relazioni economiche internazionali. Di conseguenza, questi fenomeni e gli accordi commerciali di stampo liberista che li hanno favoriti continuano a essere oggetto di un acceso dibattito. In tale contesto, uno degli aspetti più controversi è la mancanza di una protezione adeguata dei diritti dei lavoratori nell'ambito dei suddetti accordi. Partendo dall'attuale mancanza di regole specifiche nel quadro giuridico multilaterale degli scambi, l'autore analizza le cosiddette "clausole sociali" contenute negli accordi di libero scambio bilaterali e regionali di nuova generazione, con particolare riferimento ai trattati conclusi dall'Unione europea (UE). Dall'analisi emerge che tali clausole non garantiscono ancora una sufficiente protezione ai lavoratori e che, pertanto, esse andrebbero modificate. ; The liberalization of international trade can foster economic growth and employment opportunities both in developing countries and in advanced economies. However, States have not all benefited equally from trade liberalization and, in general, from international economic relations globalization. As a consequence, these phenomena and the liberalist trade agreements that have favoured them continue to be highly disputed. In this context, one of the most debated aspects is the lack of an adequate protection of workers' rights under these agreements. Departing from the current lack of specific rules in the multilateral trade legal framework, the author analyzes the so-called "social clauses" included in the new generation bilateral and regional free trade agreements (FTAs), with a special focus on the European Union (EU) FTAs. From this analysis emerges that these clauses do not still guarantee a sufficient protection to workers and therefore they should be modified.